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Macron: l’invio di truppe di terra in Ucraina non va escluso se Mosca sfonda la linea del fronte

Macron: l’invio di truppe di terra in Ucraina non va escluso se Mosca sfonda la linea del fronteMilano, 2 mag. (askanews) – Emmanuel Macron ha affermato all’Economist che l’invio di truppe di terra in Ucraina non va escluso se Mosca dovesse “sfondare la linea del fronte” e se Kiev lo richiedesse. Il presidente francese aveva già avanzato questa ipotesi a febbraio, prospettando la possibilità di inviare truppe occidentali sul suolo ucraino.


“Se i russi sfondassero in prima linea, se ci fosse una richiesta ucraina – cosa che oggi non avviene – dovremmo legittimamente porci la domanda”, ha detto, secondo i media francesi. “Escluderlo a priori significa non imparare la lezione degli ultimi due anni”, mentre i paesi della NATO avevano inizialmente escluso l’invio di carri armati e aerei in Ucraina prima di cambiare definitivamente idea, ha aggiunto il capo dello Stato.

Le truppe russe avanzano nel Donetsk. Kiev: la centrale nucleare di Zaporizhzhia usata per lanciare droni

Le truppe russe avanzano nel Donetsk. Kiev: la centrale nucleare di Zaporizhzhia usata per lanciare droniMilano, 2 mag. (askanews) – Le forze di occupazione russe sono riuscite a sfondare e a prendere piede nel villaggio di Ocheretin nel distretto di Pokrovsky nella regione di Donetsk. Lo ha riferito il portavoce il tenente colonnello ucraino Nazar Voloshyn, in un commento a “Interfax-Ucraina”. Tuttavia, precisa, la parte dell’insediamento in cui si trova il nemico è sotto il controllo di fuoco delle truppe ucraine. I combattimenti continuano.


Nella notte inoltre, missili russi hanno colpito Odessa, città Sud-occidentale dell’Ucraina, e sono rimaste ferite 13 persone, secondo l’ultimo bilancio delle autorità locali. “Un altro attacco balistico russo su Odessa”, ha dichiarato il sindaco della città, Gennadiy Trukhanov, su Telegram. Oleg Kiper, governatore della regione. Sono state danneggiate infrastrutture civili, compresi i magazzini postali e tre scuole, che “si aggiungono alle migliaia di scuole e asili che sarebbero stati distrutti o danneggiati in Ucraina, interrompendo l’accesso all’istruzione per milioni di bambini. Le scuole non sono obiettivi”, sottolinea Unicef Ucraina su X. Pochi giorni fa in un altro attacco su Odessa avevano perso la vita otto persone. Intanto, la direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa dell’Ucraina sul suo sito ha denunciato: i russi utilizzano il territorio della centrale nucleare occupata di Zaporizhzhia, in Ucraina, per il lancio di droni kamikaze, approfittando del fatto che le forze di difesa ucraine non possono contrattaccare. Secondo le stesse fonti, i russi hanno attrezzato delle rampe di lancio per i loro droni vicino al sesto reattore della centrale.


L’intelligence ha mostrato un video di un drone, che contiene la sigla UT4D.TT. Ciò indica che il drone è stato fornito dal Ministero della Difesa della Federazione Russa, si sottolinea da Kiev. La traiettoria di volo del drone kamikaze russo passa sopra i propulsori della centrale nucleare più grande d’Europa, in direzione delle comunità di Nikopol e Marganets, soggette a costanti attacchi russi, viene dichiarato dall’intelligence del ministero della Difesa dell’Ucraina. Il 7 aprile si è saputo che un drone è esploso sul territorio occupato della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Dopo l’attacco, il consiglio di amministrazione dell’AIEA ha convocato una riunione straordinaria per discutere l’incidente. L’Ucraina e la Russia hanno presentato due richieste separate per l’incontro. La Federazione Russa ha parlato di “provocazioni da parte delle forze armate ucraine”.

Le manifestazioni pro Palestina nei campus Usa continuano. Centinaia di arresti. Biden cauto

Le manifestazioni pro Palestina nei campus Usa continuano. Centinaia di arresti. Biden cautoMilano, 2 mag. (askanews) – Centinaia di studenti sono stati arrestati nei campus universitari di tutti gli Stati Uniti questa settimana ma i consiglieri di Joe Biden ritengono che le tensioni, sul sostegno degli Stati Uniti a Israele nella guerra a Gaza, si spegneranno presto e che non vi sia né la necessità né un vantaggio per il presidente Usa di intervenire in modo più diretto. Il tutto mentre Donald Trump cerca di dipingere le proteste nei campus come una responsabilità politica del probabile avversario alle prossime presidenziali di novembre.


Per ora, Biden sta assumendo un atteggiamento distaccato nei confronti dei disordini e non ha intenzione di intensificare il suo coinvolgimento nell’escalation degli scontri tra polizia e manifestanti, hanno detto la Casa Bianca e i consulenti della campagna, anche se Trump cerca di trarre vantaggio dalla questione. Il punto di vista di Biden è che spetti ai leader universitari decidere come affrontare le manifestazioni nei campus che stanno emergendo come l’ultimo punto critico nella corsa presidenziale, hanno detto i consulenti. “È un pericolo per il presidente poiché le proteste diventano più volatili e altri democratici iniziano a parlare apertamente”, scrive The Washingon Post. Intanto la camera bassa del Parlamento americano ha approvato un disegno di legge volto a combattere l’antisemitismo mentre le proteste filo-palestinesi non si fermano. Il provvedimento – spinto dal repubblicano e presidente della Camera Mike Johnson ma votato anche da democratici – è passato con 320 voti favorevoli e 91 contrari. Il disegno di legge, intitolato Antisemitism Awareness Act, imporrebbe al Dipartimento dell’Istruzione di adottare l’ampia definizione di antisemitismo utilizzata dall’International Holocaust Remembrance Alliance, un gruppo intergovernativo, per far rispettare le leggi contro la discriminazione.


Intanto più di 1.300 persone sono state arrestate durante le proteste filo-palestinesi avvenute in almeno 40 campus universitari negli Stati Uniti nelle ultime due settimane. Quasi 300 persone sono state arrestate martedì notte alla Columbia University e al City College di New York. Ma cosa succede nei campus nelle ultime ore? Ecco una piccola panoramica: UCLA, LOS ANGELES Un video dall’elicottero mostra una grande folla di persone nel campus dell’UCLA a Los Angeles, ore dopo che le troupe giornalistiche hanno sentito l’ordine della polizia di disperdersi: grandi forze di polizia, in tenuta anti sommossa, sono pronte a entrare in azione sulla manifestazione pro Palestina presso l’Università della California (UCLA) compresa di tendopoli allestita da chi protesta. Più di mille manifestanti si sono radunati nel campus universitario e ribattono che non hanno intenzione di lasciare il sito. Diversi agenti di sicurezza si sono avvicinati all’accampamento, barricando il percorso in Dickson Plaza verso il North Campus. Successivamente, hanno interrotto il loro movimento verso i manifestanti dopo che questi avevano iniziato a sedersi e a rinforzare le barricate. Graeme Blair – professore associato di scienze politiche in una dichiarazione riportata dal giornale universitario Daily Bruin – ha detto che i professori all’interno dell’accampamento “progettano di essere arrestati insieme con gli studenti che non hanno fatto altro che parlare di genocidio in corso in Palestina”.


USC, LOS ANGELES Più calma, apparentemente, la situazione all’Università della California del Sud. Nelle ore precedenti il campus ha temporaneamente chiuso i suoi ingressi e ha affermato che “manifestanti non affiliati all’USC” stavano protestando a un incrocio adiacente. Successivamente i manifestanti che avevano manifestato hanno lasciato l’area e “il campus è nuovamente aperto a studenti, personale, docenti e ospiti registrati”, si legge sul profilo Twitter dell’università. COLUMBIA UNIVERSITY, NEW YORK Dall’altra parte degli Stati Uniti, alla Columbia University di New York, al centro delle proteste di questi giorni, la direzione dell’università ha deciso di chiudere il campus e passare all’insegnamento digitale per il resto del semestre, secondo NBC News, dopo che ieri la polizia è entrata nell’edificio della Hamilton Hall, occupato dagli studenti. In queste ore un proiettore, situato nella strada appena fuori dal campus, illumina e proietta sulla Hamilton Hall – approfittando dell’oscurità – frasi come “attacco per Gaza”, “disinvestire adesso” e “gli studenti dicono Palestina libera”. Altre frasi prendono di mira l’università con messaggi come: “La Columbia finanzia il genocidio”. I manifestanti si sono radunati intorno, mentre gli agenti stavano a guardare.


La polizia è entrata ieri sera nella Hamilton Hall e l’ha liberata dai manifestanti che ne avevano preso il controllo. CITY COLLEGE, NEW YORK Gli amministratori affermano che i manifestanti che hanno fatto irruzione in un edificio del City College di New York la scorsa notte “hanno rotto le porte di vetro, graffiato i muri, coperto le telecamere con vernice e saccheggiato la proprietà pubblica”. La polizia ha fermato 173 persone nel campus di Manhattan dopo che i manifestanti filo-palestinesi hanno preso il controllo dell’edificio amministrativo della scuola. I primi due manifestanti fermati ieri nei campus universitari di New York City sono comparsi davanti al tribunale notturno di Manhattan circa 24 ore dopo il loro arresto: due uomini sono stati accusati di aggressione a un agente di polizia al City College di New York e uno dei due è stato anche accusato di resistenza all’arresto. Altri cinque manifestanti sono stati citati in tribunale, tutti arrestati ieri sera nell’intervento delle forze dell’ordine. Almeno quattro sono stati denunciati per violazione di domicilio. Il giudice non ha specificato se qualcuno fosse uno studente. Gli arresti al City College sono avvenuti la stessa notte in cui la polizia di New York ha fatto uscire i manifestanti dalla Columbia University e lì ha effettuato più di 100 arresti. UNIVERSITÀ DEL WISCONSIN-MADISON I manifestanti filo-palestinesi hanno cominciato a tornare alle loro tende e stanno chiacchierando tranquillamente sul prato mentre si preparano per il quarto giorno di proteste all’Università del Wisconsin-Madison, riporta il giornale studentesco The Daily Cardinal. Ci sono circa 20 tende nel Library Mall. Un gruppo di contro-manifestanti filo-israeliani che in precedenza si erano radunati vicino all’accampamento hanno lasciato il Library Mall. Intanto gli Studenti Associati di Madison (ASM, associazione studenesca del campus) hanno rilasciato una dichiarazione in difesa dei manifestanti nell’accampamento e di condanna della decisione dell’amministrazione UW-Madison di rimuovere l’accampamento. UT TEXAS, DALLAS I manifestanti filo-palestinesi dell’Università del Texas a Dallas sono stati arrestati dopo aver allestito un accampamento sulla passerella principale del campus, ha fatto sapere l’università. Gli arresti sono stati effettuati dopo che i manifestanti si erano rifiutati di andarsene, ha detto un portavoce.

Casa, idealista: prezzi in frenata ad aprile ma +1,5% in un anno

Casa, idealista: prezzi in frenata ad aprile ma +1,5% in un annoRoma, 2 mag. (askanews) – Gli ultimi dati dell’ufficio studi del portale immobiliare idealista, rivelano un rallentamento nei prezzi delle abitazioni usate ad aprile (-0,1%), con una media di 1.848 euro al metro quadrato. L’andamento annuale dei prezzi rimane positivo, registrando un aumento dell’1,5% rispetto all’anno precedente Regioni


La tendenza dei mercati regionali mostra un quadro contrastato, con 10 aree in calo, 8 in aumento e due, Abruzzo e Puglia, che rimangono stabili rispetto a marzo. Con un balzo dell’1,4% ad aprile, il Trentino-Alto Adige registra il maggior aumento del periodo. Seguono altre 7 regioni con variazioni che vanno dallo 0,4% della Lombardia allo 0,1% dell’Emilia-Romagna. Al contrario, i maggiori ribassi si evidenziano nel Molise (-0,8%), in Campania e nel Lazio (entrambe giù dello 0,7%). Altri cali si collocano in un range che va dal -0,6% della Sicilia al -0,1% del Friuli-Venezia Giulia. Il Trentino-Alto Adige si conferma come la regione con i prezzi al metro quadrato più elevati, raggiungendo i 3.144 euro. Seguono Valle d’Aosta (2.693 euro/metro quadro), Liguria (2.507 euro/metro quadro) e Toscana (2.329 euro/metro quadro), tutte con prezzi superiori alla media nazionale. Anche Lombardia (2.197 euro/metro quadro), Lazio (2.118 euro/metro quadro) ed Emilia-Romagna (1.850 euro/metro quadro) presentano valori al di sopra della media italiana. Le restanti regioni mostrano prezzi compresi tra i 1.820 euro del Veneto e gli 886 euro del Molise, la regione più economica per l’acquisto di un immobile in Italia. Province


Nei capoluoghi, si osserva una leggera prevalenza di aree con prezzi in diminuzione (48), rispetto a quelle in aumento (46) e 10 che mantengono stabilità rispetto al mese precedente. I maggiori incrementi del periodo si concentrano nelle città di Andria (2,9%), Udine (2,7%), Isernia (2,6%), Verbania (2,5%) e Como (2%). I capoluoghi di regione che Incrementano maggiormente il loro valore sono Firenze (0,9%), Bologna (0,5%) e Torino (0,2%). Milano e Roma rimangono stabili, mentre Palermo (-1%) e Napoli (-1,5%) registrano i maggiori cali. I ribassi più significativi si registrano a L’Aquila (-4,4%), Benevento (-3,8%) e Potenza (-3%). Milano, nonostante la stabilizzazione di aprile, conferma la sua posizione come la città più costosa per acquistare casa, con un prezzo medio di 4.990 euro al metro quadrato. Seguono Bolzano (4.532 euro/metro quadro) e Venezia (4.463 euro/metro quadro). Firenze si posiziona al quarto posto della classifica con 4.121 euro/metro quadro, seguita da Bologna (3.470 euro/metro quadro), Roma (3.021 euro/metro quadro) è all’ottavo posto, Napoli (2.770 euro/metro quadro) si colloca al decimo posto in termini di prezzi. Al contrario, Caltanissetta (732 euro/metro quadro) si conferma come il capoluogo più economico d’Italia, seguita da Ragusa (735 euro/metro quadro) e Biella (741 euro/metro quadro) nella classifica dei valori immobiliari cittadini.

M.O., Biden cauto mentre le proteste nei campus Usa continuano

M.O., Biden cauto mentre le proteste nei campus Usa continuanoMilano, 2 mag. (askanews) – Centinaia di studenti sono stati arrestati nei campus universitari di tutti gli Stati Uniti questa settimana ma i consiglieri di Joe Biden ritengono che le tensioni, sul sostegno degli Stati Uniti a Israele nella guerra a Gaza, si spegneranno presto e che non vi sia né la necessità né un vantaggio per il presidente Usa di intervenire in modo più diretto. Il tutto mentre Donald Trump cerca di dipingere le proteste nei campus come una responsabilità politica del probabile avversario alle prossime presidenziali di novembre.


Per ora, Biden sta assumendo un atteggiamento distaccato nei confronti dei disordini e non ha intenzione di intensificare il suo coinvolgimento nell’escalation degli scontri tra polizia e manifestanti, hanno detto la Casa Bianca e i consulenti della campagna, anche se Trump cerca di trarre vantaggio dalla questione. Il punto di vista di Biden è che spetti ai leader universitari decidere come affrontare le manifestazioni nei campus che stanno emergendo come l’ultimo punto critico nella corsa presidenziale, hanno detto i consulenti. “È un pericolo per il presidente poiché le proteste diventano più volatili e altri democratici iniziano a parlare apertamente”, scrive The Washingon Post. Intanto la camera bassa del Parlamento americano ha approvato un disegno di legge volto a combattere l’antisemitismo mentre le proteste filo-palestinesi non si fermano. Il provvedimento – spinto dal repubblicano e presidente della Camera Mike Johnson ma votato anche da democratici – è passato con 320 voti favorevoli e 91 contrari. Il disegno di legge, intitolato Antisemitism Awareness Act, imporrebbe al Dipartimento dell’Istruzione di adottare l’ampia definizione di antisemitismo utilizzata dall’International Holocaust Remembrance Alliance, un gruppo intergovernativo, per far rispettare le leggi contro la discriminazione.


Intanto più di 1.300 persone sono state arrestate durante le proteste filo-palestinesi avvenute in almeno 40 campus universitari negli Stati Uniti nelle ultime due settimane. Quasi 300 persone sono state arrestate martedì notte alla Columbia University e al City College di New York. Ma cosa succede nei campus nelle ultime ore? Ecco una piccola panoramica: UCLA, LOS ANGELES


Un video dall’elicottero mostra una grande folla di persone nel campus dell’UCLA a Los Angeles, ore dopo che le troupe giornalistiche hanno sentito l’ordine della polizia di disperdersi: grandi forze di polizia, in tenuta anti sommossa, sono pronte a entrare in azione sulla manifestazione pro Palestina presso l’Università della California (UCLA) compresa di tendopoli allestita da chi protesta. Più di mille manifestanti si sono radunati nel campus universitario e ribattono che non hanno intenzione di lasciare il sito. Diversi agenti di sicurezza si sono avvicinati all’accampamento, barricando il percorso in Dickson Plaza verso il North Campus. Successivamente, hanno interrotto il loro movimento verso i manifestanti dopo che questi avevano iniziato a sedersi e a rinforzare le barricate. Graeme Blair – professore associato di scienze politiche in una dichiarazione riportata dal giornale universitario Daily Bruin – ha detto che i professori all’interno dell’accampamento “progettano di essere arrestati insieme con gli studenti che non hanno fatto altro che parlare di genocidio in corso in Palestina”.


USC, LOS ANGELES Più calma, apparentemente, la situazione all’Università della California del Sud. Nelle ore precedenti il campus ha temporaneamente chiuso i suoi ingressi e ha affermato che “manifestanti non affiliati all’USC” stavano protestando a un incrocio adiacente. Successivamente i manifestanti che avevano manifestato hanno lasciato l’area e “il campus è nuovamente aperto a studenti, personale, docenti e ospiti registrati”, si legge sul profilo Twitter dell’università. COLUMBIA UNIVERSITY, NEW YORK Dall’altra parte degli Stati Uniti, alla Columbia University di New York, al centro delle proteste di questi giorni, la direzione dell’università ha deciso di chiudere il campus e passare all’insegnamento digitale per il resto del semestre, secondo NBC News, dopo che ieri la polizia è entrata nell’edificio della Hamilton Hall, occupato dagli studenti. In queste ore un proiettore, situato nella strada appena fuori dal campus, illumina e proietta sulla Hamilton Hall – approfittando dell’oscurità – frasi come “attacco per Gaza”, “disinvestire adesso” e “gli studenti dicono Palestina libera”. Altre frasi prendono di mira l’università con messaggi come: “La Columbia finanzia il genocidio”. I manifestanti si sono radunati intorno, mentre gli agenti stavano a guardare. La polizia è entrata ieri sera nella Hamilton Hall e l’ha liberata dai manifestanti che ne avevano preso il controllo. CITY COLLEGE, NEW YORK Gli amministratori affermano che i manifestanti che hanno fatto irruzione in un edificio del City College di New York la scorsa notte “hanno rotto le porte di vetro, graffiato i muri, coperto le telecamere con vernice e saccheggiato la proprietà pubblica”. La polizia ha fermato 173 persone nel campus di Manhattan dopo che i manifestanti filo-palestinesi hanno preso il controllo dell’edificio amministrativo della scuola. I primi due manifestanti fermati ieri nei campus universitari di New York City sono comparsi davanti al tribunale notturno di Manhattan circa 24 ore dopo il loro arresto: due uomini sono stati accusati di aggressione a un agente di polizia al City College di New York e uno dei due è stato anche accusato di resistenza all’arresto. Altri cinque manifestanti sono stati citati in tribunale, tutti arrestati ieri sera nell’intervento delle forze dell’ordine. Almeno quattro sono stati denunciati per violazione di domicilio. Il giudice non ha specificato se qualcuno fosse uno studente. Gli arresti al City College sono avvenuti la stessa notte in cui la polizia di New York ha fatto uscire i manifestanti dalla Columbia University e lì ha effettuato più di 100 arresti. UNIVERSITÀ DEL WISCONSIN-MADISON I manifestanti filo-palestinesi hanno cominciato a tornare alle loro tende e stanno chiacchierando tranquillamente sul prato mentre si preparano per il quarto giorno di proteste all’Università del Wisconsin-Madison, riporta il giornale studentesco The Daily Cardinal. Ci sono circa 20 tende nel Library Mall. Un gruppo di contro-manifestanti filo-israeliani che in precedenza si erano radunati vicino all’accampamento hanno lasciato il Library Mall. Intanto gli Studenti Associati di Madison (ASM, associazione studenesca del campus) hanno rilasciato una dichiarazione in difesa dei manifestanti nell’accampamento e di condanna della decisione dell’amministrazione UW-Madison di rimuovere l’accampamento. UT TEXAS, DALLAS I manifestanti filo-palestinesi dell’Università del Texas a Dallas sono stati arrestati dopo aver allestito un accampamento sulla passerella principale del campus, ha fatto sapere l’università. Gli arresti sono stati effettuati dopo che i manifestanti si erano rifiutati di andarsene, ha detto un portavoce.

Israele, manifestanti bloccano l’autostrada di Tel Aviv: ‘O Rafah o gli ostaggi: scegliete la vita’

Israele, manifestanti bloccano l’autostrada di Tel Aviv: ‘O Rafah o gli ostaggi: scegliete la vita’Roma, 2 mag. (askanews) – Un gruppo di manifestanti ha bloccato questa mattina l’autostrada Ayalon di Tel Aviv, chiedendo alle autorità israeliane un accordo immediato sugli ostaggi.


Tenendo in mano un grande striscione con la scritta “O Rafah o gli ostaggi: scegliete la vita”, i manifestanti si sono schierati al centro della carreggiata, bloccando totalmente il traffico. Channel 12 ha riferito che diversi familiari degli ostaggi starebbero guidando la protesta, tra cui Yehuda Cohen, il padre del 19enne Nimrod Cohen, e Shay Mozes, il nipote del 79enne Gadi Mozes, due degli ostaggi trattenuti da Hamas dal 7 ottobre scorso.


Sono presenti anche i membri di un gruppo di protesta guidato da donne che chiede a Israele di non lanciare la sua imminente offensiva a Rafah, avvertendo che ciò metterebbe in pericolo la vita degli ostaggi israeliani, molti dei quali si ritiene siano trattenuti proprio in questa città meridionale della Striscia, al confine con l’Egitto.

Le accuse degli Usa: la Russia ha usato armi chimiche contro i soldati ucraini

Le accuse degli Usa: la Russia ha usato armi chimiche contro i soldati ucrainiRoma, 2 mag. (askanews) – Gli Stati Uniti accusano la Russia di aver usato armi chimiche in Ucraina.


Ieri, gli Stati Uniti hanno imposto nuove sanzioni contro le truppe di difesa radiologica, chimica e biologica della Russia, nonché contro diverse istituzioni, aziende russe e i loro dirigenti. In un comunicato, il Dipartimento di Stato americano ha affermato che la Russia avrebbe usato nitrocloroformio contro le forze ucraine, sebbene il Dipartimento di Stato non abbia fornito alcuna prova del presunto uso di armi chimiche da parte della Russia in Ucraina. Il nitrocloroformio è un agente soffocante vietato dlal’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, con sede all’Aja. Secondo le accuse del dipartimento di Stato, “l’uso di queste sostanze chimiche non è un incidente isolato ed è probabilmente motivato dal desiderio delle forze russe di sloggiare le forze ucraine dalle posizioni fortificate e compiere avanzamenti tattici sul campo di battaglia”.


Washington ha annunciato ieri una nuova ondata di sanzioni contro aziende o individui russi o stranieri accusati di aver partecipato allo sforzo bellico russo nell’invasione dell’Ucraina. Oltre alle società di difesa russe e ad entità cinesi, queste sanzioni riguardano anche diverse unità di ricerca e società coinvolte nei programmi russi di armi chimiche e biologiche. “Il continuo disprezzo della Russia per i suoi obblighi ai sensi della Convenzione per l’interdizione delle armi chimiche (Ciac) è coerente con le operazioni di avvelenamento di Alexei Navalny, Sergei e Loulia Skripal con agenti nervini di tipo Novichok”, ha precisato il dipartimento di Stato. Secca la replica di Mosca : accuse “odiose e infondate”, ha detto in una nota l’ambasciatore russo negli Stati Uniti Anatoly Antonov, citato dalla Ria Novosti.

Un alto funzionario di Hamas: la posizione sulla proposta di accordo con Israele “è negativa”

Un alto funzionario di Hamas: la posizione sulla proposta di accordo con Israele “è negativa”Roma, 2 mag. (askanews) – Un alto funzionario di Hamas, Osama Hamdan, ha dichiarato ieri in un’intervista al canale libanese Al-Manar, sostenuto da Hezbollah, che “la posizione dell’organizzazione sull’attuale documento negoziale” con Israele “è negativa”. “Se il nemico lancerà un’operazione di terra aggressiva a Rafah, i negoziati verranno interrotti perché la resistenza non negozia sotto il fuoco nemico”, ha quindi avvertito.


Hamdan ha anche fatto riferimento ai combattimenti a Gaza e ha affermato che “le capacità di resistenza” di Hamas “sono ancora elevate e la resistenza è ancora buona, mentre le brigate d’élite sioniste sono crollate nella Striscia di Gaza”. “Il nemico israeliano scommetteva su una diminuzione delle capacità di Hamas, ma la resistenza si stava preparando”, ha commentato. Hamdan ha confermato che il contatto con i due leader di Hamas, Muhammad Deif e Yahya Sinwar, è permanente e che sul campo viene condotto un costante e attento monitoraggio.


“Ci sono un’azione coordinata sul campo e una consultazione regolare tra l’asse della resistenza. Quanto potrà durare questa lotta?”, ha insistito l’esponente di Hamas. “Uno dei risultati più importanti di questa battaglia è che l’asse della resistenza sta aumentando in forza e potenza. Ciò che è accaduto attraverso la risposta iraniana all’entità sionista ha stabilito una nuova equazione”, ha precisato. Hamdan ha quindi sottolineato che “chi gestisce la banchina marittima di Gaza è il governo americano”, e “ogni soldato armato sul suolo di Gaza è un nemico del popolo palestinese”. “La resistenza ha ostacolato il progetto di una nuova autorità politica nella Striscia di Gaza”, ha proseguito.


D’altra parte, ha insistito Hamdan, “abbiamo accolto con favore la mediazione cinese e non ci interessa alcun ruolo obbligatorio. Il nemico sta cercando di ricattare tutti con la battaglia di Rafah”.

Causa di 8 quotidiani Usa contro OpenAI su violazione del copyright

Causa di 8 quotidiani Usa contro OpenAI su violazione del copyrightNew York, 30 apr. (askanews) – Otto importanti giornali statunitensi di proprietà del colosso degli investimenti Alden Global Capital hanno citato in giudizio OpenAI e Microsoft per violazione del copyright, nella corte del distretto meridionale di New York, la stessa utilizzata dal New York Times nella sua azione legale contro i giganti dell’Intelligenza artificiale.


New York Daily News, Chicago Tribune, Orlando Sentinel, South Florida Sun Sentinel, San Jose Mercury News, Denver Post, Registro della contea di Orange e St. Paul Pioneer Press hanno incentralto le loro accuse sul furto di “milioni di articoli protetti da copyright degli editori senza autorizzazione e senza pagamento” per alimentare la commercializzazione dei loro due principali prodotti di intelligenza artificiale generativa: ChatGPT di OpenAI e Copilot di Microsoft. I giornali sostengono inoltre che OpenAI e Microsoft hanno rimosso i nomi e i titoli dei giornalisti, dal loro lavoro quando le informazioni da loro riportate venivano citate nelle risposte alle domande. Inoltre l’IA gestita da queste società ha anche inventato risposte attribuendole ai giornali come fonte.

Onu: gli insediamenti di Israele sono un ostacolo alla soluzione a 2 stati

Onu: gli insediamenti di Israele sono un ostacolo alla soluzione a 2 statiRoma, 30 apr. (askanews) – Gli insediamenti israeliani illegali sono un ostacolo a una risoluzione pacifica e a una soluzione globale a due stati in Medio Oriente. Lo ha dichiarato il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres.


“Gli insediamenti sono illegali di per sé. Sono un ostacolo alla pace. Gli insediamenti sono un ostacolo alla soluzione dei due stati”, ha dichiarato Guterres ai giornalisti presso le Nazioni Unite. Il 7 ottobre 2023, Hamas ha attaccato Israele da Gaza, uccidendo nei combattimenti circa 1.200 israeliani – tra militari e civili – e prendendone in ostaggio altri 240. Israele ha imposto un blocco totale di Gaza e invaso l’enclave palestinese con l’obiettivo dichiarato di eliminare Hamas e salvare gli ostaggi. Secondo le autorità locali, più di 34.400 palestinesi sono stati uccisi e più di 77mila sono stati feriti nelle operazioni militari israeliane.


Il 24 novembre, il Qatar ha mediato un accordo tra Israele e Hamas per una tregua temporanea e lo scambio di alcuni prigionieri e ostaggi, oltre alla consegna di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Il cessate-il-fuoco è stato prorogato più volte ed è scaduto il 1 dicembre. Si ritiene che circa 100 ostaggi siano ancora detenuti da Hamas a Gaza.