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Hong Kong, arte italiana protagonista

Hong Kong, arte italiana protagonistaRoma, 11 set. (askanews) – Aperta ad Hong Kong, nel quadro delle iniziative a supporto della produzione artistica italiana contemporanea, la mostra “Memento” dello scultore milanese Matteo Pugliese. Il progetto si è sviluppato dalla collaborazione tra il Consolato Generale d’Italia e l’Istituto Italiano di Cultura a Hong Kong e Macao e la galleria d’arte Kwai Fung Hin Art Gallery di Hong Kong che ospiterà le opere dell’artista italiano fino al 2 novembre prossimo, negli spazi allestiti presso il comprensorio Tai Kwun, in centro città.


Si tratta della terza personale di Matteo Pugliese a Hong Kong con oltre 40 opere, frutto della produzione dell’ultimo ventennio, tra cui le serie “Extra Moenia”, “Guardians” e “Beetles”, nonché le creazioni più recenti “Pachamama” e “Broken”. Il progetto rientra nel novero delle attività incluse nel festival autunnale ITALIA on Stage presentato dal Consolato Generale e dell’Istituto Italiano di cultura e conferma il seguito internazionale di Matteo Pugliese che si è intrattenuto con il pubblico nel corso di un art talk dedicato alla sua carriera ed alle principali caratteristiche della sua produzione, con spiccati riferimenti all’Italia quale fonte di ispirazione e per l’impiego di materiali classici tra cui bronzo e marmo, insieme ad elementi moderni. I contenuti sintetizzano realismo classico, sensibilità contemporanea e valori universali.

Picasso poeta e irregolare: una mostra a Palazzo Te a Mantova

Picasso poeta e irregolare: una mostra a Palazzo Te a MantovaMantova, 11 set. (askanews) – Un altro volto di Picasso, straniero in terra straniera e aggrappato alla poesia per salvarsi. Palazzo Te a Mantova dedica al pittore spagnolo una mostra che porta in Italia per la prima volta alcuni dipinti e soprattutto indaga una dimensione umana meno nota nella vita di Picasso. Ma cosa significa fare questa esposizione proprio a Palazzo Te?


“Significa – ci ha risposto Stefano Baia Curioni, direttore del museo mantovano – dire che la poesia è al centro della possibilità per l’uomo di essere felice, è la porta che ci consente di arrivare verso la cognizione di come possiamo abitare il mondo. Picasso ce lo sta suggerendo e il suo suggerimento risuona Giulio Romano, il palazzo è intestato alle Metamorfosi, Picasso è un artista metamorfico, lo è perché è un poeta”. “Poesia e salvezza”, si intitola la mostra e ruota intorno al modo in cui i poeti francesi – Apollinaire, Breton, e poi anche Prevert – sono sempre stati vicini a Picasso, aiutandolo in un certo senso a diventare se stesso. “Picasso – ha aggiunto Annie Cohen-Solal, curatrice della mostra – diceva che il poeta è il personaggio più meraviglioso della società appunto perché è un irregolare. Picasso si sentiva irregolare come artista, irregolare come straniero in Francia e irregolare come avanguardista in un Paese gestito dall’Accademia delle Belle Arti come la Francia. Perciò in questa mostra si vede come l’accoglienza dei poeti è stata indispensabile per Picasso all’inizio e come un giorno è diventato lui stesso poeta, facendo ibridazione nelle parole come ha fatto ibridazione durante il Cubismo”.


Ma com’è questo inedito Picasso poeta? “Le sue poesie – ha concluso Baia Curioni – sono immagini che fruttano una dentro nell’altra, senza soluzione di continuità, con un’intensità, con una voglia di vivere con un amore e un eros per le cose, per i momenti. Per cui si capisce che questo uomo aveva uno sguardo sul mondo, aveva una fenomenologia, se vogliamo, che lo obbligava a vivere con la massima intensità”. La mostra Mantovana, aperta al pubblico fino al 6 gennaio 2025, è collegata all’esposizione “Picasso – Lo straniero” di Palazzo Reale a Milano.

Libri, in uscita “Fuori di testa” di Gianfranco Pasquino

Libri, in uscita “Fuori di testa” di Gianfranco PasquinoRoma, 11 set. (askanews) – “Caro Diario, è giunto il momento di fare outing. Con l’aiuto della ‘mia’ scienza politica – cioè di quello che ho studiato e imparato dai maestri, in Italia Norberto Bobbio e Giovanni Sartori – è possibile illuminare i problemi, suggerire come affrontarli, indicarne alcune soluzioni auspicabili e praticabili. Meglio ancora se lo si fa con ironia e, talvolta, con meritato sarcasmo nei confronti dei presuntuosi e dei vanitosi che da opinionisti popolano i mass media, dalle redazioni dei giornali ai salotti televisivi, senza contraddittorio”.


In libreria dal 20 settembre, per la collana Montesquieu, ecco un testo sorprendente del noto scienziato politico Gianfranco Pasquino. Un’opera inusuale da parte di un “intellettuale praticante”, autore prolifico e mai banale. Questo ennesimo saggio che il professore regala agli italiani è una critica ragionata alla superficialità dei nostri tempi: della comunicazione, della politica, degli addetti alla cultura. Un viaggio che si dipana lungo un anno in cui, come in una sorta di diario, Pasquino annota e riflette sul mondo che lo circonda, mai mancando di inserire riflessioni e spunti per fare degli italiani dei «cittadini migliori».


Un memento e al contempo un j’accuse a ciò che sia in politica che nella comunicazione si va perdendo, e ciò che invece occorre recuperare. Il tutto attraverso lo sguardo attento e la penna virtuosa di un intellettuale di primo piano nel panorama nazionale, che non fa sconti a nessuno e che con questo volume offre un affresco del mondo culturale e mediatico italiano per orientare il lettore alla comprensione dell’oggi. Una lettura che spiazza per l’originalità nel modo di descrivere la politica (lui che l’ha studiata e vissuta in prima persona) e di castigare i tanti, troppi «errori e orrori» che vengono commessi nel Parlamento italiano non meno che all’estero – dal premierato alla guerra in Ucraina.


Con un ricchissimo indice dei nomi, al lettore non potranno sfuggire tra le molte pagine di questo diario, critiche e raffinate invettive ai personaggi più celebri del panorama politico nazionale e internazionale, rese con l’efficacia e la finezza stilistica di un navigato letterato. Il quale descrive la sua ultima fatica così: “Fuori dalla testa di chi poco ha studiato, nulla ha imparato e neanche sa o vuole cercare le fonti, inevitabilmente escono errori e orrori. Fuori dalla testa di chi conosce politica e scienza politica, invece, escono critiche sul filo dell’ironia e spiegazioni. Saperne di più è possibile e sempre consigliabile”. Insomma, le riflessioni (anche personali, sul trascorrere della vita) e le lezioni (squisitamente di scienza politica) contenute in questo libro e impartite per “amor di patria”, ma senza alcuna presunzione, aiutano a capire meglio l’Italia di oggi e la – spesso scarsa – preparazione di chi legifera, divertendo anche il lettore grazie a quel pizzico di amara ironia che si accompagna inevitabilmente alla presa di coscienza di chi sa bene come al mestiere del politico non dovrebbero mai mancare le basi di studio delle scienze politiche, soli strumenti per poter svolgere al meglio e nell’interesse pubblico questo difficile mestiere.


Nota di colore: perché il Tucano in copertina? è un riferimento al pupazzo che compare sempre alle spalle del professore quando viene intervistato in collegamento dal suo studio bolognese. Il suo nome è Norby, è stato l’ultimo regalo della madre di Pasquino (datato Natale 1988) e così battezzato dal figlio Emanuele in omaggio affettuoso e riconoscente a Norberto Bobbio, per il suo profilo simile al celeberrimo politologo cui anche il presidente Mattarella ha recentemente fatto omaggio.

Libri, “Ritratto di bestie selvagge”, tornano le indagini di Malatesta

Libri, “Ritratto di bestie selvagge”, tornano le indagini di MalatestaRoma, 9 set. (askanews) – Lorenzo Mazzoni torna in libreria” Ritratto di bestie selvagge”, un nuovo capito della saga dedicata all’ispettore Malatesta, lo “sbirro anarchico”.


Quattro banditi mascherati da Banana Splits, gli animali antropomorfi protagonisti di un vecchio show televisivo, assaltano, con armi giocattolo, l’ufficio postale di uno sperduto paese della campagna ferrarese e si dileguano senza lasciare tracce. L’azione è rivendicata con un volantino che riporta la sigla Brigata Libero Montesi, in onore di un ex partigiano, poi scrittore di romanzi polizieschi, finito nel dimenticatoio da molti anni. I vertici della polizia vedono la mano di gruppi sovversivi dietro la rapina, ma l’ispettore Malatesta conosce bene la storia di Libero Montesi e ha un’opinione diversa. La vicenda si complica quando i Banana Splits lasciano due cadaveri nella villa di un ricco imprenditore e tutto precipita nel caos. Tra echi di vendette proletarie, strascichi di controcultura stagionata, sale scommesse, cinema porno e precarie esistenze al limite della decenza, Ritratto di bestie selvagge si sviluppa in modo corale, facendo emergere, ancora una volta, un micromondo letterario fuori dagli schemi. Specchio di una realtà marginale che molto spesso si vuole ignorare.

”Icarus’ Dream”, esperienza sensoriale tra arte e nutrizione a Venezia

”Icarus’ Dream”, esperienza sensoriale tra arte e nutrizione a VeneziaRoma, 9 set. (askanews) – Si intitola “Icarus’ Dream”, il progetto espositivo di “1 Attimo in Forma”, azienda leader nel settore dell’healthy food e del benessere personale, specializzata nella produzione di alimenti ad alto contenuto proteico, in collaborazione con l’artista salernitano Angelo Accardi. L’esposizione, inaugurata il 4 settembre, proseguirà fino al 24 novembre 2024 presso Palazzo Donà dalle Rose a Venezia.


“Icarus’ Dream”, curato da Nino Florenzano, è un omaggio agli anni ’80, con una serie di sculture e tele che riflettono il decennio dell’edonismo e del materialismo. Accardi esplora la tensione tra libertà e controllo attraverso simbolismi come gli struzzi, icone ricorrenti nelle sue opere, rappresentando il desiderio umano di “volare alto”. Il progetto celebra un’epoca che ha lasciato un’impronta indelebile sulla cultura contemporanea, con opere che richiamano le tendenze e le icone di quel periodo. Arte e nutrizione: una sinergia innovativa Questo evento rappresenta un’inedita fusione tra arte e nutrizione, offrendo un’esperienza sensoriale che stimola corpo, mente e spirito. L’unione tra questi due mondi segna un passo importante per 1 Attimo in Forma, che da anni si impegna a offrire prodotti di alta qualità per uno stile di vita sano e consapevole. La sinergia con Angelo Accardi, conosciuto per il suo stile pop-surrealista e per le sue opere provocatorie, nasce dal desiderio di offrire al pubblico un’esperienza unica che coniughi arte, cultura e benessere.


“La collaborazione con Angelo Accardi è nata dal desiderio di creare qualcosa di veramente unico, unendo il mondo dell’arte con quello della nutrizione”, ha dichiarato Cristiana D’Alessio, CEO di 1 Attimo in Forma. “Abbiamo subito percepito un forte legame tra il suo approccio creativo e la nostra visione di innovazione, non solo nei prodotti che offriamo, ma anche nel modo in cui ci presentiamo al mondo”. Angelo Accardi, scelto tra gli otto artisti internazionali per la mostra “Nemo Propheta in Patria” con il progetto Icarus’ Dream, ha reinterpretato la celebre lattina di spinaci di Braccio di Ferro, trasformandola in un’opera d’arte che celebra le barrette proteiche di 1 Attimo in Forma. L’omaggio alla Pop Art di Andy Warhol e alla sua iconica lattina Campbell’s si mescola alla visione dell’artista, che affianca lo struzzo, simbolo ricorrente nelle sue opere, al noto personaggio dei fumetti.


Un connubio di creatività e benessere “Questo connubio tra tradizione e innovazione rappresenta perfettamente il nostro brand”, continua D’Alessio. “La lattina sarà realizzata in tiratura limitata, destinata a diventare un oggetto cult, unendo creativamente arte e nutrizione”. La collaborazione con Accardi non si limita alla realizzazione di un’opera d’arte, ma si pone l’obiettivo di trasmettere al pubblico un messaggio di originalità e creatività, elementi chiave per 1 Attimo in Forma. “Collaborare con un artista del calibro di Angelo Accardi ci permette di esprimere la nostra visione di innovazione e qualità, non solo attraverso i prodotti, ma anche attraverso il modo in cui ci presentiamo. Vogliamo che il nostro brand sia sinonimo di salute, benessere, sorpresa e ispirazione”, conclude D’Alessio. Questa iniziativa rappresenta un ulteriore passo avanti per 1 Attimo in Forma, un brand che si distingue per la capacità di sorprendere e offrire esperienze innovative ai propri clienti, fondendo mondi apparentemente lontani come quello dell’arte e della nutrizione.

Bologna, una clochard, le sue storie: esce “Basha”, romanzo di Valentina Sechi

Bologna, una clochard, le sue storie: esce “Basha”, romanzo di Valentina SechiRoma, 7 set. (askanews) – Una clochard, la Stazione di Bologna, l’intreccio tra personaggi reali e storie di fantasia, l’attenzione verso realtà sociali complesse, di certo scomode. Un mix di spunti reali come droga, alcol, immigrazione, carcere e omosessualità, per un romanzo che si pone una “mission” ben chiara: rendere omaggio a una città in cui l’autrice, sarda, ha trascorso un’importante parentesi della propria vita, e al complesso e drammatico mondo sommerso dei senzatetto. Tutto questo è “Basha”, opera prima di Valentina Sechi, libro edito da Scatole parlanti (136 pagine, 16 €, acquistabile anche nei principali store digitali).


La trama. Basha è una clochard che vive alla Stazione di Bologna e immagina l’esistenza delle persone che vede quotidianamente: attraverso i racconti delle loro storie narra anche le vicissitudini della sua vita. Tramite i vari personaggi vengono trattate importanti tematiche sociali come la violenza di genere, l’omosessualità, la strage di Bologna, la condizione dei clochard, l’amore incondizionato pur davanti alla malattia, l’alcolismo, l’uso delle droghe e il carcere. L’autrice. Valentina Sechi vive a Sassari. È laureata in Scienze politiche con indirizzo sociologico presso l’Università di Bologna, dove ha lavorato per diversi anni nel settore delle risorse umane. Attualmente lavora in banca come consulente ai privati. Ha pubblicato alcuni articoli inerenti la sociologia del lavoro nella rivista “Italia Oggi”. Basha è il suo primo romanzo.

”Damnatio memoriae”, il nuovo libro sui processi a Bettino Craxi

”Damnatio memoriae”, il nuovo libro sui processi a Bettino CraxiMilano, 7 set. (askanews) – Una svolta nella bibliografia che finora ha raccontato Mani Pulite e i processi a Bettino Craxi. Nel libro “Damnatio memoriae. Mani Pulite e i processi a Bettino Craxi” (libertatesLibri), il giornalista Fabio Florindi e l’avvocato Roger Locilento scandagliano migliaia di carte processuali e ricostruiscono l’atmosfera nella quale quelle inchieste maturarono.


Quando scattano i processi destinati a cambiare la storia d’Italia, Tonino è pubblico ministero da una decina di anni, ma la sua figura è controversa: all’interno della stessa magistratura c’è chi ritiene che utilizzi metodi “eccessivamente inquisitori”. Anche Craxi è divisivo: c’è chi lo apprezza per il suo “decisionismo”, ma c’è anche chi gli muove una guerra senza quartiere e lo ritiene il cardine del vecchio sistema da smantellare. La pressione della procura di Milano, e di molta della stampa, è enorme. Alla fine Bettino riceverà qualche decina di avvisi di garanzia e due condanne definitive. Ma il metodo di indagine del pool di Mani Pulite è nel mirino di molti: l’accusa è di usare la carcerazione preventiva per estorcere confessioni, di cui a quel punto è lecito dubitare. Dall’analisi che i due autori fanno delle carte processuali emerge un dato inconfutabile: non c’è un documento che inchiodi Bettino, le sentenze di colpevolezza arrivano sulla base di testimonianze, rese spesso da coimputati che avevano tutto l’interesse a sminuire le loro colpe e che nella stragrande maggioranza dei casi, sfruttando una legge dell’epoca, riferiranno quelle accuse solo ai pm, impedendo alla difesa di contro-interrogarli. Craxi era un politico del suo tempo, accettava il finanziamento illecito ai partiti come qualcosa di normale. Ha sempre ammesso di essere a conoscenza del meccanismo in generale, ma ha rigettato le accuse di corruzione o concussione su episodi specifici. Alcuni passaggi delle sentenze citate nel libro sembrano richiamare periodi bui della storia. “Si può anche dar atto a Craxi – scrive la Corte d’Appello di Milano che conferma la condanna nel processo della Metropolitana Milanese – che in questo processo non è risultato né che abbia sollecitato contributi al suo partito né che li abbia ricevuti a sue mani, ma questa circostanza – che forse potrebbe avere un qualche valore da un punto di vista per così dire estetico – nulla significa ai fini dell’accertamento della responsabilità penale”. E la Cassazione dirà che “la prova della attribuibilità di singoli fatti storici (in ipotesi costituenti reati) a un determinato soggetto può essere ricavata anche da argomentazioni logiche”.


Poco dopo che Craxi si è rifugiato a Hammamet, nel dicembre 1994, Di Pietro si dimette dalla magistratura. Dichiara di non voler fare politica, ma dopo un paio di anni entra nel governo Prodi come ministro dei Lavori pubblici e nel 1998 fonda il suo partito: l’Italia dei valori. I magistrati di Brescia, intanto, lo indagano per diverse ipotesi di reato. Finirà tutto in nulla. Nel 2000, Craxi muore a Hammamet con due condanne definitive e diversi processi ancora in corso. Qualche anno dopo la Corte europea dei diritti dell’uomo condannerà in due occasioni l’Italia: in una per non aver garantito i diritti della difesa nel caso Eni-Sai e nell’altra per non aver garantito la privacy dell’imputato nel processo sulla Metropolitana Milanese.

Arte, a Roma “Divina Bellezza”: mostra personale di Serena Ingham

Arte, a Roma “Divina Bellezza”: mostra personale di Serena InghamRoma, 5 set. (askanews) – Dal 12 al 19 settembre a Roma si svolgerà “Divina Bellezza, mostra personale dell’artista italo-inglese Serena Ingham presso la Galleria la Pigna a Palazzo Maffei Marescotti, (location naturale per questo tipo di esposizione in quanto Territorio Vaticano già Vicariato della Santa Sede). La mostra raccoglierà molte delle opere religiose realizzate dall’artista, suddivise per stili e tecniche utilizzate.


Si inizierà con una preziosa collezione di Icone realizzate in stile Greco-Bizantino, seguendo le antiche regole di scrittura. Saranno raffigurate alcune tra le immagini più significative di questa arte millenaria, realizzate con dorature a bolo o missione, tempera a uovo e pigmenti naturali su tavole in legno gessate. La mostra prevede una seconda sessione di opere di Arte Sacra, raffiguranti i principali passaggi della vita cristiana e saranno realizzati tramite dipinti a tempera ad uovo su tavola e finiture in oro puro sempre con le tecniche del bolo o della missione. Infine, chiuderà l’esposizione una collezione di disegni a tema sacro realizzati con diverse tecniche grafiche quali l’uso di matite bianche e inchiostro su carta avorio e colorata. Alcune saranno completate da finiture in oro per valorizzare l’opera. Il 12 alle ore 18 si terrà il vernissage. Gli orari di apertura saranno fino al 19 settembre dalle 15 alle 19 (escluso sabato e domenica).


Serena Ingham nasce come restauratrice di opere d’arte, nel corso degli anni si è specializza in decorazione ed iconografia sacra bizantina. E’ studiosa di tecniche artistiche antiche e tradizionali che utilizza nelle sue opere.

Festivaletteratura, Carrère: siamo circondati da realtà alternative

Festivaletteratura, Carrère: siamo circondati da realtà alternativeMantova, 4 set. (askanews) – Emmanuel Carrère è uno dei grandi nomi della letteratura contemporanea e il primo grande autore internazionale a salire sul palco di Festivaletteratura 2024 a Mantova. Con un ciuffo bianco che dà al suo volto, normalmente severo e piuttosto tormentato, una felice aria sbarazzine, lo scrittore francese è venuto a parlare di un suo vecchio saggio ripubblicato in Italia da Adelphi, che parla di “Ucronia”, ossia il genere letterario che immagina mondi alternativi, nei quali, il presente è stato profondamente modificato.


“Questo libro che ho scritto molto tempo fa – ha detto alla stampa – sta avendo una sorta di seconda vita con questa nuova edizione italiana. Credo anche che 35 anni dopo averlo scritto, l’argomento di questo libro resti molto attuale. Non ho cambiato nulla, non mi piace portare cambiamenti ai libri quando vengono ripubblicati, se devo cambiare cambio tutto, e quindi scrivo un altro libro, diverso”. Ma quanto è diverso il modo di scrivere del saggista, rispetto a quello del narratore, anche alla luce di un’opera che, negli anni, si è quasi sempre posta sul confine tra il resoconto reale e la fiction narrativa? “È vero che questa forma di saggio quasi accademico non l’ho più usata negli anni successivi – ci ha detto Carrère – ma mi piace pensare che anche la mia saggistica abbia sempre una qualche forma di pulsione narrativa”.


“Tutto ciò che esiste – ha aggiunto lo scrittore – è circondato da migliaia e migliaia di storie che l’opportunità di esistere non l’hanno avuta. Una cosa vera è che ciò che è iniziato molti anni fa come una specie di gioco intellettuale si è trovato ad avere una strana attualità, perché oggi siamo di fatto circondati da verità alternative, pensiamo a Donald Trump che di fatto ha negato la realtà dei fatti: l’ucronia è ancora con noi”. E poi ecco che arriva una domanda sui pochi centimetri per i quali lo stesso Trump è stato solo ferito di striscio dall’attentatore della Pennsylvania, Carrère ha risposto che è stato un evento potenzialmente epocale, ma ha aggiunto che “riusciremo a sbarazzarci di Trump senza dover ricorrere a una pallottola”. E se in una realtà alterativa tipica delle ucronie Emanuel Carrére non fosse uno scrittore, gli abbiamo chiesto, che personaggio sarebbe? “Ci penso spesso – ha risposto ad askanews – e credo che mi piacerebbe avere un vero lavoro, un lavoro con una utilità sociale, per esempio un medico… In Francia con il Covid si è fatta una chiara distinzione tra le professioni essenziali e quelle non essenziali e per esempio un netturbino è risultato molto più importante per la società di uno scrittore. Questa cosa mi ha fatto pensare”.


Carrère poi ha parlato anche di giornalismo, di quanto peso abbia avuto nella sua carriera e di quale valore può avere. “Credo che il giornalismo non sia inferiore o diverso dalla letteratura – ha concluso l’autore – è un genere letterario. Per me è stata una grande fortuna poter fare questo lavoro e non ho mia smesso di fare anche giornalismo. È un mezzo prezioso per andare verso l’esterno, fuori dalla mia zona di comfort, per andare a incontrare molte persone che altrimenti non avrei mai potuto conoscere”. (Leonardo Merlini)

Festivaletteratura, inaugurata ufficialmente 28esima edizione

Festivaletteratura, inaugurata ufficialmente 28esima edizioneMantova, 4 set. (askanews) – Si è aperta ufficialmente oggi a Mantova la 28esima edizione di Festivaletteratura, che ancora una volta porta nella città dei Gonzaga scrittori e storie, con grandissimi nomi internazionali come Emmanuel Carrère, David Quammen, Richard Sennett, ma anche voci italiane straordinarie come Chiara Valerio o Mariangela Gualtieri “Mi chiedo ogni anno quale sia il motivo del successo e della inalterata capacità attrattiva che il Festivaletteratura mantiene nel corso degli anni – ha detto Laura Baccaglioni, presidente del Comitato Festivaletteratura dal palco di Piazza Sordello, nel corso del tradizionale saluto di benvenuto che inaugura la manifestazione -. Non è soltanto la bellezza di questa città intrisa d’arte, ma il pubblico continua a seguirci numeroso grazie a un programma eccezionale per vastità, diversificazione dei temi, qualità, modalità di incontro, capacità di rinnovarsi restano profondamente riconoscibile. Perché tutto questo rende possibile assistere a eventi che sono speciali e che accadono solo qui”.


Accompagnata sul palco dal presidente della Provincia di Mantova Carlo Bottani, dall’assessore all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste della Regione Lombardia Alessandro Beduschi e dal sindaco di Mantova Mattia Palazzi, la presidente ha ringraziato tutti coloro che con una organizzazione perfetta rendono possibile ogni anno la manifestazione, gli oltre 600 volontari e il pubblico anche quest’anno numeroso, e ha voluto elogiare la libertà assoluta di Festivaletteratura, che grazie a istituzioni, sponsor e pubblico illuminati e rispettosi delle sue scelte, a ogni edizione accoglie una pluralità di voci e opinioni mai scontate, affronta i temi più attuali, racconta in grandi e piccoli eventi “più mondo possibile”.