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A Roma una mostra con le poesie inedite di Donatella Colasanti

A Roma una mostra con le poesie inedite di Donatella ColasantiRoma, 11 dic. (askanews) – A vent’anni dalla scomparsa di Donatella Colasanti, l’Associazione Aci&Galatea-Roma con il sostegno di Zétema e Roma Capitale, vuole rendere omaggio alla ragazza sopravvissuta al massacro del Circeo con la mostra di Teresa Coratella “La città si colora di rosa”.


Donatella Colasanti, cercò di raccontare il suo dolore attraverso numerosi scritti poetici, recentemente raccolti nell’antologia “Ascoltai la mia voce” cura di Plinio Perilli editi da Zona. In questo libro sono raccolte molte delle sue poesie, edite e inedite, pubblicate per volontà del fratello Roberto: la vita di Donatella si è fermata nel 2005 per un tumore al seno, ma i suoi versi continuano a testimoniare la vitalità, il coraggio, la tenacia di una donna che non si è mai piegata alla violenza subita, e che l’ha anzi riscattata anche grazie alla poesia.


L’inaugurazione fissata per il 20 dicembre alle ore 18 allo Spazio Arte di Roma, verrà presentato anche il libro di poesie di Donatella Colasanti. Tra gli interventi quello di Imma Giuliani, le letture saranno a cura di Sara Pastore, un omaggio cantato di Pietra Montecorvino. Durante la serata, verranno proiettati alcuni video di repertorio sul Massacro del Circeo a cura di Graziano Maraffa.


“L’arte, ha avuto da sempre il dono di trasmettere messaggi universali per smuovere lo spettatore a riflettere su temi importanti per l’umanità – racconta Teresa Coratella – La violenza di genere è ancora al centro del faticoso cammino delle donne verso quelle pari opportunità, in cui il valore delle differenze diventi, finalmente, strumento di azioni positive per una società di uguali. Un cammino verso quel tipo di emancipazione che ha ancora bisogno di esserci, per consolidarsi – continua -. Dentro i colori e le sfumature si nascondono storie di Donne: quelle che affermano, sentono, immaginano. Ma anche quelle che non ci sono più e che nel loro percorso hanno avuto il coraggio di lanciare l’esempio, lasciando una grande traccia per il futuro. Per continuare ad esserci. Per riuscire ad ESISTERE!”. Alla serata, saranno presenti Roberto Colasanti (fratello di Donatella Colasanti), Imma Giuliani(Criminologa referente Rai per la trasmissione Chi L’ha Visto), Graziano Maraffa (Fondatore e Presidente dell’Archivio Storico del Cinema Italiano).

Donne e sport in Europa, una mostra fotografica al Parlamento Europeo

Donne e sport in Europa, una mostra fotografica al Parlamento EuropeoRoma, 11 dic. (askanews) – 27 immagini, una per ogni Paese membro. È la mostra fotografica “Le donne e lo sport in Europa” promossa dall’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Carolina Morace. L’inaugurazione si è tenuta martedì 10 dicembre alle ore 18 al Parlamento europeo.


Nella storia dello sport al femminile non sono importanti solo i risultati agonistici ma soprattutto i temi che vengono evocati: il pregiudizio, l’uguaglianza, il diritto, la dignità, l’educazione e, non da ultimo, il professionismo. È una storia fatta di innumerevoli prime volte e di tante barriere abbattute. La selezione delle immagini racconta donne di epoche differenti, impegnate in discipline diverse. Dietro ognuna di loro c’è una storia di vita, uno o più traguardi raggiunti non solo sportivi ma anche familiari e professionali, individuali e di squadra. Ci sono mamme, atlete che hanno vinto medaglie olimpiche pur affette da una disabilità prima dell’avvento delle Paralimpiadi, rappresentanti Lgbtqia+, atlete che nel post carriera hanno raggiunto ruoli apicali nelle massime istituzioni sportive nazionali e internazionali, donne che oltre a essere pioniere nello sport lo sono state in tanti altri ambiti della vita sociale. Perché lo sport è vita, per ogni essere umano, senza distinzione di genere, nazionalità, formazione ed estrazione sociale. A rappresentare l’Italia ci sarà un’immagine di Federica Pellegrini, ex pluri campionessa di nuoto, oggi membro del CIO. “Ho voluto organizzare questa esposizione perché sono una donna di sport e sono fermamente convinta che attraverso il linguaggio dello sport, un codice universale, si possano raggiungere innumerevoli risultati in diversi ambiti della nostra società”, dichiara Carolina Morace, “se la parità tra donne e uomini è un principio fondamentale dell’Unione europea, nello sport è un traguardo lontano da raggiungere. Lo è a tanti livelli, dall’accesso alla pratica sportiva a quello dei corsi di formazione post carriera, dal gender pay gap alla visibilità mediatica che ha poi forti ripercussioni sugli investimenti da parte degli sponsor. Lo sport, e con esso la pratica sportiva, non va considerato come un’attività accessoria quanto piuttosto un elemento fondamentale nella vita delle persone, indipendentemente dal genere. Le discipline sportive, ognuna con le proprie peculiarità, offrono benessere psicofisico e rappresentano un ingrediente costitutivo della modernità in quanto stimolano modelli positivi di comportamento”.

Esce “La voce di un silenzio sottile”, il libro dell’eremita Schwarz

Esce “La voce di un silenzio sottile”, il libro dell’eremita SchwarzRoma, 10 dic. (askanews) – Sono pagine “uniche” come unico e originale è l’autore che dopo una gioventù vagabonda fra l’Europa e l’Australia, da artista di strada con la passione per la fotografia e i documentari, viene “folgorato” ad Assisi. Leggendo questa avventura umana e spirituale ci si rende conto anche della straordinaria unicità di ognuno di noi e dei momenti che la Provvidenza destina ai nostri incontri nelle vie del mondo, mai casuali o superflui. Tornando alla storia personale dell’autore, che è parte essa stessa del percorso che lo ha portato a scrivere, Johannes Maria si riavvicina al cristianesimo e decide di farsi prete dopo il Cammino di Santiago percorso a piedi senza zaino e senza soldi.


Oggi Johannes trascorre metà dell’anno nei boschi del Monte Vandalino, presso Torre Pellice, in Piemonte. I tanti cammini affrontati con pochi mezzi hanno fatto maturare in lui la convinzione che la sua vita si sarebbe svolta in modo semplice testimoniando il Vangelo. “Quando mi è stato chiesto di scrivere queste pagine e di raccontare la mia storia come una parte del ‘Libro del Tutto’ – dice – ero riluttante. Sono ben consapevole che la mia vicenda non è affatto superiore a quella di altri. E non è certo emozionante come quelle che si trovano nella maggior parte delle biografie… È solo l’ennesima storia di un pellegrino in viaggio nella vita”. Don Johannes in questa sua “nuova vita” si trova a percorrere a piedi le vie del mondo come quando dal Liechtenstein è arrivato a Gerusalemme e, una volta tornato dopo oltre un anno, ha percorso prima tutto l’Appennino tosco-romagnolo, poi tutto l’arco alpino, inventando la “Via Alpina Sacra”. Non si è fatto mancare neppure il Cammino di San Colombano dall’Irlanda all’Italia.


A proposito del libro, “Perché allora dovreste leggerlo? – prosegue l’autore nell’introduzione -. Solo perché a tratti è divertente e più spesso sciocco? Forse perché qualcuno dovrebbe trarre insegnamento dai miei tanti fallimenti? Forse… O forse ho trascorso anni in un eremo sulle Alpi italiane e quindi potrei ispirare una profonda saggezza? Mi dispiace deludervi. Tutto quello che posso davvero sperare condividendo la mia storia è che non sia solo il resoconto di un uomo che ha compiuto un breve viaggio, ma una pausa di ascolto e un invito a riflettere sul proprio percorso”. In questo suggestivo diario don Johannes racconta la sua vita, i viaggi e le scelte, che hanno messo al centro non solo l’evangelizzazione, ma anche la testimonianza di valori controcorrente: la capacità di vivere con poco e di condividere, il silenzio e la bellezza, l’amore per la vita e l’accettazione della finitudine. A proposito della “pausa di ascolto” data dalla lettura del suo testo, aggiunge: “Mentre racconterò un anno vissuto da eremita (part- time) e i sentieri che mi hanno portato a vivere questa solitudine in montagna, proverò a unire al passato alcune riflessioni sul mondo in cui si svolgono tutte le nostre storie. Si tratta di frammenti, come lo sono le nostre vite nella maggior parte dei casi. Spero che alcuni pensieri esposti in queste pagine possano servire come luce sul cammino, come invito a esplorare sentieri nuovi, che prima potevano sembrare troppo strani o oscuri. Come gioia condivisa nella magnificenza dell’arazzo con cui i fili della nostra esistenza sono intessuti, in un insieme più grande che va oltre la nostra povera comprensione”.

”Paradiso andata e ritorno”, libro sul piccolo Lorenzo in odore di santità

”Paradiso andata e ritorno”, libro sul piccolo Lorenzo in odore di santitàRoma, 10 dic. (askanews) – Si intitola “PARADISO andata e Ritorno”, il libro scritto da Carmela Mascio, docente e scrittrice, che racconta la vicenda umana di Lorenzo Agrippino, scomparso all’età di 7 anni per un sarcoma di Ewing, una forma tumorale molto aggressiva. Un libro-viaggio che parte dalla storia d’amore dei suoi genitori. 


Arriva un punto, però, in cui questa normale e tranquilla storia, subisce un brusco e drammatico arresto a causa della malattia diagnosticata al piccolo Lollo. A quel punto la storia non è più soltanto la cronologia di una vita familiare, ma diventa il percorso, non scelto, ma intrapreso, verso un’inaspettata santità. Una santità che, sconvolgendo per primi i genitori, porterà tutti coloro che affiancheranno Lorenzo durante i 14 mesi di malattia a porsi domande che mai avrebbero pensato di farsi; domande con risposte immediate dettate dalla, involontaria, ma sempre coerente, testimonianza di un “piccolo grande bambino”. La storia di Lorenzo diventa così un viaggio nell’anima di tutti gli adulti che lo hanno conosciuto, un viaggio che, fermo restando il punto di partenza, ha portato ognuno a percorrere la strada della propria esistenza in modo del tutto inaspettato.  Così, pur nel profondo dolore per una così prematura scomparsa, la vita, per Roberto ed Elvira, si rivela, inaspettatamente, un dono ancora meraviglioso da condividere, nella Fede, con amici sinceri, familiari amorevoli e le tante persone, che grazie a Lorenzo, stanno cambiando in meglio il loro modo di essere. Un libro dolce, romantico, a tratti aggressivo per le anime meno preparate ai grandi tranelli della vita, un libro da leggere per restare con i piedi per terra pur volando alto con il cuore.


Il libro viene presentato giovedì 12 dicembre presso la sala teatro del VI Municipio in via Balbiani alle 17.45.

IIC Parigi, mostra fotografica “Viaggiatori ai margini del paesaggio”

IIC Parigi, mostra fotografica “Viaggiatori ai margini del paesaggio”Roma, 9 dic. (askanews) – Un viaggio nella fotografia italiana contemporanea con la mostra “Viaggiatori ai margini del paesaggio” (La Nave di Teseo, 2024) di Corrado Benigni. L’incontro con l’autore si terrà il 17 dicembre alle 18.30 presso l’Istituto Italiano di Cultura di Prigi.


Nel 1984 Viaggio in Italia, il progetto fotografico collettivo ideato da Luigi Ghirri, rivoluziona la rappresentazione del paesaggio italiano: per la prima volta i fotografi scelgono di allontanarsi dai centri storici. Per la prima volta i fotografi hanno scelto di allontanarsi dai centri storici, concentrando la loro attenzione sui margini, sulle periferie e su ciò che prima non era considerato degno di uno sguardo artistico. Il paesaggio non era più solo lo sfondo su cui si svolgevano le vicende umane; non era più solo un “tema”, ma la lente attraverso cui guardare. Quarant’anni dopo, Corrado Benigni pubblicò Viaggiatori ai margini del paesaggio (La Nave di Teseo), presentando sette viaggi attraverso questa esperienza in un unico grande racconto. Il volume è illustrato dalle opere di alcuni degli autori più rappresentativi – Ghirri, Barbieri, Basilico, Chiaramonte, Cresci, Guidi e Jodice – che hanno aperto nuove strade alle successive generazioni di fotografi e artisti.


Corrado Benigni è saggista e curatore specializzato in fotografia. Ha organizzato diverse mostre e monografiche su alcuni dei più importanti fotografi italiani contemporanei. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Luigi Ghirri. Pensiero Paesaggio (2016), Mario Giacomelli. Terre scritte (2017), Nino Migliori. Forme del vero (2019), Olivo Barbieri. Opere prime, 1980-1984 (2020), Guido Guidi. Cinque viaggi, 1990-1998 (2021), Giovanni Chiaramonte. Realismo infinito (2022), Mario Cresci. Colorlandia, 1975-1983 (2023). Suoi saggi e contributi critici sono apparsi in numerose riviste e pubblicazioni.

Regione Piemonte ospita mostra fotografica “Meraviglie Reali”

Regione Piemonte ospita mostra fotografica “Meraviglie Reali”Roma, 9 dic. (askanews) – È stata inaugurata, nella sede di Bruxelles della Regione Piemonte, la mostra fotografica “Meraviglie Reali. Viaggio nelle 16 Residenze Reali Sabaude – Patrimonio dell’Umanità UNESCO, organizzata dal Consorzio delle Residenze Reali Sabaude insieme alla Regione Piemonte. A partecipare alla cerimonia d’apertura sono state l’Assessore alla Cultura, Turismo e Sport della Regione Piemonte Marina Chiarelli e la Direttrice del Consorzio Chiara Teolato insieme al Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles Pierre Di Toro.


E’ la prima volta che le Residenze Reali Sabaude vengono presentate in un’esposizione fotografica all’estero. Tra il XVI e il XVIII secolo la dinastia sabauda volle circondarsi di un sistema di residenze progettate e realizzate dai più importanti architetti dell’epoca: teatro della vita di corte e testimonianza dell’autorità acquisita, luoghi di svago e palazzi di piacere lungo i fiumi, sulla collina e nelle campagne diedero origine a quella che veniva chiamata la “Corona delle Delizie”. Le cinquanta immagini firmate da Dario Fusaro consentiranno al visitatore di cogliere la bellezza e insieme l’imponenza di tutte le 16 Residenze Sabaude, dai “Palazzi del potere” di Torino con Palazzo Reale/Musei Reali, Palazzo Madama, Palazzo Carignano, Palazzo Chiablese, Castello del Valentino e Villa della Regina, ai “Luoghi della vita di corte” con la Reggia di Venaria, Castello della Mandria, Castello di Rivoli, Castello di Moncalieri, Palazzina di Caccia di Stupinigi, alle “Regie Villeggiature” con il Castello di Agliè, Castello di Racconigi, Castello di Govone, Tenuta di Pollenzo e Castello di Valcasotto. Un sistema integrato di cultura e storia del territorio connotato anche dalle notevoli valenze turistiche per le quali è in corso un significativo programma di rilancio.


L’iniziativa si inserisce nel programma di attività di promozione internazionale organizzato dal Consorzio e dalla Regione Piemonte, come ad esempio la partecipazione alle principali fiere del turismo culturale: il WTM di Londra, l’ITP di Berlino e l’IFTM Top Résa di Parigi. “Siamo particolarmente lieti di promuovere questa iniziativa – hanno affermato Michele Briamonte e Chiara Teolato, Presidente e Direttrice del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude che gestisce la Reggia di Venaria e il Castello della Mandria con il ruolo anche di coordinare la valorizzazione dell’intero sistema delle Residenze Sabaude -. Si tratta infatti di un’occasione significativa di visibilità istituzionale in ambito internazionale, cui seguirà un programma strutturato di campagne ed attività di comunicazione stagionali dalla primavera del 2025 in avanti. Le Residenze Reali devono proporsi sempre di più come il principale attrattore del turismo culturale del nostro territorio, ed è per questo che i nostri sforzi saranno incrementati secondo questa prospettiva in modo condiviso con tutti gli altri enti ed attori coinvolti”.


“Siamo orgogliosi di poter ospitare per la prima volta nella sede della Regione Piemonte a Bruxelles una mostra fotografica sulle Residenze Reali Sabaude un unicum a livello europeo riconosciuto dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità dal 1997 – ha dichiarato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio -. I bellissimi scatti esposti a Bruxelles accompagneranno il pubblico in un percorso virtuale, attraverso i secoli, alla scoperta dell’atmosfera di corte della Corona di Delizie. Il circuito delle Residenze sarà protagonista di un’importante vetrina e offrirà un affascinante racconto del complesso architettonico tale da coinvolgere il visitatore e suggerirgli, ci auguriamo, un viaggio nella nostra regione per ammirare di persona le meraviglie reali e non solo. Allestire questa mostra nella sede regionale a Bruxelles, una vera e propria antenna istituzionale del territorio, ci consentirà di promuovere l’arte e la cultura piemontese in uno spazio europeo”. “Con questa esposizione fotografica a Bruxelles – ha sottolineato l’assessore regionale alla Cultura, Marina Chiarelli – il Piemonte conferma di aver raggiunto una dimensione internazionale, diventando un punto di riferimento per la cultura italiana nel mondo. Le Residenze Reali Sabaude, Patrimonio dell’Umanità UNESCO, sono il simbolo del nostro impegno nel promuovere l’arte, la cultura e la bellezza come strumenti per dialogare con il mondo. Questo progetto ci permette di consolidare il nostro ruolo tra le regioni italiane più influenti, valorizzando il patrimonio piemontese attraverso un racconto che si estende oltre i confini nazionali”.

Rai Libri: l’abbraccio di “Più Libri Più Liberi” a Renzo Arbore

Rai Libri: l’abbraccio di “Più Libri Più Liberi” a Renzo ArboreRoma, 7 dic. (askanews) – La platea gremita dello spazio Rai, alla Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria di Roma, ha reso omaggio al “più fedele degli artisti che hanno lavorato in Rai”, come lui stesso si è definito raccontando la lunga carriera trascorsa sulle reti del Servizio Pubblico, iniziata con il concorso del 1964, insieme a Gianni Boncompagni, fino a oggi, a poche settimane dalla partenza del suo nuovo programma.


Una vita raccontata nel volume “Renzo Arbore Bontà Vostra” (Rai Libri) nel quale l’artista ha affidato a Gianni Garrucciu ricordi, emozioni e aneddoti. Tanti quelli che Arbore ha generosamente condiviso con il pubblico, come gli scherzi telefonici all’Osservatorio astronomico di Roma o le avventure con i tanti compagni di viaggio come Giorgio Bracardi e Mario Marenco. Al suo fianco, sul palco, Gegé Telesforo.

Peggy Guggenheim, nel 2025 Maria Helena Vieira da Silva e Fontana

Peggy Guggenheim, nel 2025 Maria Helena Vieira da Silva e FontanaMilano, 7 dic. (askanews) – Le tele astratte di Maria Helena Vieira da Silva e le ceramiche di Lucio Fontana saranno protagoniste del programma espositivo della Collezione Peggy Guggenheim, che, nel corso 2025, rende omaggio a due figure di spicco della scena artistica internazionale del XX secolo con due importanti mostre monografiche. Da un’analisi approfondita sull’evoluzione del linguaggio visivo di Maria Helena Vieira da Silva, artista portoghese naturalizzata francese, in apertura il 12 aprile 2025, si passerà, in autunno, a un prezioso affondo sulla produzione in ceramica di uno dei massimi interpreti della storia dell’arte del Novecento, Lucio Fontana.


Con la chiusura, il 3 marzo 2025, della personale dedicata a Marina Apollonio, dal 12 aprile al 15 settembre la Collezione Peggy Guggenheim rende omaggio a un’altra figura femminile protagonista del panorama artistico del secolo scorso, Maria Helena Vieira da Silva (1908-1992). La mostra Maria Helena Vieira da Silva. Anatomia di uno spazio, a cura di Flavia Frigeri, storica dell’arte e curatrice presso la National Portrait Gallery di Londra, presenterà al pubblico la produzione pittorica dell’artista attraverso una selezione di circa settanta opere provenienti da prestigiose istituzioni museali internazionali, nonché collezioni private, che metteranno in luce la sua capacità di trasformare lo spazio pittorico in ambienti astratti e illusioni ottiche. Vieira da Silva è storicamente legata alla figura di Peggy Guggenheim, essendo una delle trentuno artiste incluse dalla collezionista nella mostra Exhibition by 31 Women tenutasi nella galleria newyorkese Art of This Century nel 1943, mentre Hilla Rebay, prima direttrice del Museum of Non-Objective Painting, futuro Solomon R. Guggenheim Museum di New York, è considerata una delle sue prime sostenitrici, avendo acquistato nel 1937 Composition (1936), tutt’oggi nella collezione del museo americano. Dopo Venezia, la mostra si sposterà al Museo Guggenheim di Bilbao nell’autunno 2025. Dall’11 ottobre 2025 sarà la volta di Mani-Fattura: le ceramiche di Lucio Fontana, prima mostra in un museo italiano ad esplorare il ricco corpus di opere in ceramica di Lucio Fontana (1899 – 1968). Con la curatela di Sharon Hecker, storica dell’arte e curatrice indipendente, l’esposizione sarà una testimonianza eccezionale della portata dell’immaginazione e della creatività dell’artista come scultore. Con circa settanta opere provenienti da musei nazionali e internazionali, nonché collezioni private, compresi lavori mai esposti prima al pubblico, il percorso espositivo comprenderà un’ampia gamma di soggetti, che varieranno dalle figure umane, agli animali, arlecchini, guerrieri nonché forme astratte. Non mancheranno in mostra testimonianze fotografiche che mostrano Fontana al lavoro e che riveleranno l’importanza della mano dell’artista nel processo creativo. La mostra rimarrà aperta fino al 2 marzo, 2026.

Per 9 genitori su 10 credere a Babbo Natale rende i bambini più felici

Per 9 genitori su 10 credere a Babbo Natale rende i bambini più feliciMilano, 7 dic. (askanews) – Credere a Babbo Natale rende speciale il Natale dei più piccoli. È quanto emerge dall’indagine “I bambini e la figura di Babbo Natale”, commissionata dal Magico Paese di Natale ad AstraRicerche, attraverso un questionario rivolto a 1.004 genitori con figli di età compresa dai 4 ai 14 anni.


Il 91,6% dei genitori intervistati ritiene che credere all’esistenza di questa figura renda il Natale dei più piccoli ancora più magico, mentre il 91,4% del campione afferma che la sua presenza contribuisce al buonumore dei bambini e a stimolare la fantasia dei più piccoli. L’influenza di Babbo Natale va oltre l’aspetto ludico: l’85,8% riconosce in lui una figura capace di infondere positività, in grado di insegnare ai più piccoli a guardare il mondo con occhi pieni di ottimismo. Mentre per l’85,5% il credere a Babbo Natale dei bambini crea feeling con un personaggio positivo che aggiunge benessere alla loro vita. Non a caso Babbo Natale è indicato da 7 genitori italiani su 10 (70%) come il personaggio più amato dai propri figli tra quelli che consegnano i doni. Tradizioni folkloristiche come quelle legate a elfi e folletti (7,7%) o a Santa Lucia (4,1%), pur presenti nella cultura natalizia italiana, non suscitano lo stesso affetto che gli italiani riservano a Babbo Natale e percentuali ancora più basse sono registrate per la Befana (3,1%) e i Re Magi (1,5%). Ma quanti bambini credono a Babbo Natale? Dipende – moltissimo – dall’età: tra i quattro e i sei anni di età almeno 9 su 10 ci credono (97%, 94%, 90%), poi c’è una prima riduzione e tra i sette e gli otto anni sono 3 bambini su 4 (75%, 73%). A nove anni si arriva al 56% e subito dopo – a 10 anni – si scende a uno su tre (33%) per poi progressivamente smettere di crederci. In generale le femmine tra i 4 e i 14 anni (58%) ci credono più dei maschi (49%).


Sulle caratteristiche fisiche con cui viene rappresentato Babbo Natale la maggioranza dei genitori non si aspetta cambiamenti significativi nel futuro: 7 su 10 (70,4%) desiderano che Babbo Natale mantenga la sua immagine tradizionale con la barba bianca e la risata contagiosa. Tuttavia, 2 genitori italiani su 10 ritengono che qualche evoluzione possa essere necessaria: il 22,6% degli intervistati vede positivamente un Babbo Natale più sostenibile, ad esempio che si sposti con una slitta alimentata a energia solare o in bicicletta. Per la metà delle famiglie italiane la tradizione di far comparire a casa Babbo Natale è più viva che mai: nel 52,4% dei casi un componente della famiglia si traveste da Babbo Natale per consegnare personalmente i regali ai bambini, creando un’atmosfera di calore e affetto che si tramanda di generazione in generazione. Dall’altro, un ulteriore 38,8% delle famiglie italiane rende magico il momento con segnali tangibili del suo passaggio: impronte sul pavimento, biscotti mangiati e bicchiere di latte quasi vuoto. Solo l’8,8% degli intervistati ammette di non seguire questa tradizione, limitandosi a mettere i regali sotto l’albero.


A Natale l’idea di incontrare Babbo Natale è uno dei desideri più forti nelle famiglie italiane. Il 73,7% dei genitori italiani trova nei mercatini di Natale e nei villaggi natalizi l’occasione perfetta per portare i propri figli a vivere l’emozione di un incontro con Babbo Natale mentre il 43,7% si reca anche ai mercatini e villaggi natalizi all’estero. Allo stesso tempo il 72,6% delle famiglie è solita portare i bambini anche a visitare negozi di giocattoli, librerie e centri commerciali che allestiscono spazi dedicati all’incontro con Babbo Natale. Tra le destinazioni che un giorno si desidera visitare per far incontrare Babbo Natale ai bambini la Lapponia è la meta da sogno per l’83,8% delle famiglie italiane. In Italia invece c’è il Magico Paese di Natale, che ogni anno anima Govone, Asti e San Damiano d’Asti. Un luogo che quasi 9 famiglie italiane su 10 (88,5%) vorrebbero visitare un giorno.

Milano, dopo 52 anni a Palazzo Citterio apre la Grande Brera

Milano, dopo 52 anni a Palazzo Citterio apre la Grande BreraMilano, 6 dic. (askanews) – Dopo 52 anni si è finalmente realizzato l’ampliamento della Pinacoteca di Brera di Milano con l’apertura di Palazzo Citterio, che ospiterà oltre 200 opere moderne e mostre temporanee. In qualche modo il dicembre del 2024 vede la realizzazione di un sogno lungamente coltivato dall’ex direttore Franco Russoli a partire dagli anni Cinquanta. Ma cosa vedremo a Palazzo Citterio? “Innanzitutto – ci ha risposto Angelo Crespi, direttore generale della Pinacoteca di Brera e della Biblioteca Nazionale Braidense – esposte in maniera straordinaria le grandi collezioni del Novecento, la Jesi e la Vitali con capolavori assoluti dell’arte italiana internazionale del primo Novecento, quindi Modigliani, Boccioni, una serie di Morandi davvero straordinari ma anche Carrà, Picasso, Braque e poi spazio anche alle mostre temporanee perché questo palazzo ci permetterà di avere degli spazi belli per mostre interessanti”.


La “Grande Brera” vuole ora essere un ecosistema che unisce la Pinacoteca, l’Accademia, il Giardino botanico e l’Osservatorio, e ora anche Palazzo Citterio. “Riusciamo oggi – ha aggiunto la vicedirettrice Chiara Rostagno – a dare una dimostrazione anche della volontà che si sono susseguite in questi 52 anni di cui noi siamo stati in qualche modo i privilegiati che hanno potuto portare a compimento questa grande opera. Siamo quindi debitori comunque di tutti quelli che ci hanno preceduti. Oggi apriamo una parte importante della nostra Pinacoteca, questo Palazzo Citterio che avvicina molto alla Milano d’oggi, all’Italia d’oggi, un’istituzione culturale come la nostra Pinacoteca”. Oltre alle grandi collezioni novecentesche, Palazzo Citterio ospita anche mostre temporanee e per l’inaugurazione il pubblico potrà visitare quella site-specific dedicata a Mario Ceroli con dieci lavori inediti e quella sulla comunità di arti e scienze della Grande Brera, curata da Luca Molinari.


Atro elemento importante è la collaborazione con l’architetto Mario Cucinella, che ha realizzato diversi interventi negli spazi espositivi, a partire dal tempietto in legno che accoglie le persone all’ingresso del palazzo. “Il tempietto – ci ha detto – è un modo per collegarsi anche a uno degli ultimi quadri della Pinacoteca, dove c’è lo sposalizio della Vergine di Raffaello, dove si vede questo tempio bramantesco. E poi, insomma, è anche un ricordo di Bramante a Roma, la costruzione di un piccolo tempietto all’interno di un cortile, in una visione contemporanea. Mi sembrava che fosse anche un modo per raccontare, nel momento in cui si aprono le porte dopo tanti tanti anni a Palazzo Citterio, che questo stesso palazzo continua la tradizione di inserti di architettura contemporanea, quindi questo è un po’ un dialogo tra la città, la storia della città e la contemporaneità”. Insomma, la macchina della Grande Brera si sta mettendo in moto. Il lavoro di anni giunge a un nuovo punto di partenza dopo un percorso non facile. “Sono precipitato dentro in una macchina molto complessa, abbiamo avuto tantissimi problemi – ha concluso Angelo Crespi – ma non abbiamo mai perso di vista l’obiettivo, ho focalizzato l’obiettivo e devo dire che in parte mi ascrivo il merito, in parte è anche una questione secondo me di spirito dei tempi, era il momento giusto, tutto concordava perché potessimo arrivare a questa apertura”.


Il resto lo potrà dire solo il tempo.