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”Roma pittrice. Artiste al lavoro tra XVI e XIX secolo”, aperture serali

”Roma pittrice. Artiste al lavoro tra XVI e XIX secolo”, aperture seraliRoma, 25 mar. (askanews) – Aperture straordinarie, nel fine settimana e con l’estensione degli orari di ingresso, per la mostra “Roma pittrice. Artiste al lavoro tra XVI e XIX secolo”, in corso fino al 4 maggio 2025 al Museo di Roma a Palazzo Braschi.


Da sabato 29 marzo fino alla chiusura, l’esposizione rimarrà aperta fino alle 22.00, con ultimo ingresso previsto alle ore 21.00, nelle seguenti giornate: sabato 29 marzo; venerdì 4 aprile, sabato 5 aprile, venerdì 11 aprile, sabato 12 aprile, venerdì 18 aprile, sabato 19 aprile, domenica 20 aprile, venerdì 25 aprile, sabato 26 aprile; venerdì 02 maggio, sabato 3 maggio, domenica 4 maggio. La mostra sarà aperta in via eccezionale anche lunedì 21 aprile 2025 in occasione di Pasquetta, dalle ore 10.00 alle ore 22.00.


I restanti giorni della settimana, dal martedì al venerdì, l’orario di apertura rimane invariato dalle 10.00 alle 19.00 con ultimo ingresso alle 18.00. L’esposizione, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, è curata da Ilaria Miarelli Mariani (Direttrice della Direzione Musei Civici Sovrintendenza Capitolina) e Raffaella Morselli (Professoressa ordinaria Sapienza Università di Roma), con la collaborazione di Ilaria Arcangeli (Ph.D Università di Chieti Gabriele D’Annunzio). Organizzazione Zètema Progetto Cultura. Catalogo Officina Libraria.


LA MOSTRA La mostra è dedicata alle tante artiste che dal XVI al XIX secolo hanno fatto di Roma il loro luogo di studio e di lavoro con una produzione ricca, variegata e di assoluto rilievo artistico, spesso relegate a una sorta di “silenzio” storiografico. Protagoniste della mostra le artiste presenti nelle collezioni capitoline, come Caterina Ginnasi, Maria Felice Tibaldi Subleyras, Angelika Kaufmann, Laura Piranesi, Marianna Candidi Dionigi, Louise Seidler ed Emma Gaggiotti Richards, oltre a una selezione significativa di altre importanti artiste attive in città come Lavinia Fontana, Artemisia Gentileschi, Maddalena Corvina, Giovanna Garzoni, e di molte altre il cui corpus si sta ricostruendo in questi ultimi decenni di ricerca. I diversi linguaggi, generi e tecniche, sono evidenziate nel percorso di mostra da tappe e figure rappresentative. Attraverso circa 130 opere, il percorso espositivo descrive il progressivo inserimento delle pittrici nel mercato internazionale, con il faticoso conseguimento del pieno accesso alla formazione e alle più importanti istituzioni della città, quali l’Accademia di San Luca e l’Accademia dei Virtuosi al Pantheon.

Mostre a Roma, arte sostenibile e salute mentale alla GNAMC

Mostre a Roma, arte sostenibile e salute mentale alla GNAMCRoma, 25 mar. (askanews) – Dall’1 al 4 aprile 2025 la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea ospiterà la creazione dal vivo di un’opera d’arte collettiva composta da materiali di plastica riciclata. Dopo il mosaico di Basaglia donato a Papa Francesco nell’ambito del Festival della salute mentale RO.MENS lo scorso ottobre, questa volta sarà Lady Be, artista internazionale nota per il suo impegno nell’arte sostenibile e nell’inclusione sociale, a realizzare un nuovo mosaico insieme agli utenti del servizio di salute mentale del distretto 6 dell’ASL Roma 2. L’identità del personaggio che sarà raffigurato nell’opera è ancora ignota e sarà svelata dall’artista soltanto in fase di realizzazione.


L’iniziativa si inserisce nel contesto della IV Edizione del Festival RO.MENS per l’inclusione sociale contro il pregiudizio, organizzato ad ottobre 2025 dal Dipartimento di Salute Mentale ASL Roma 2, in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Sociali e alla Salute di Roma Capitale, che ha già ricevuto nelle precedenti edizioni il patrocinio della RAI. “Il mio lavoro con i materiali di riciclo – ha affermato Lady Be – è anche una metafora della possibilità di rinascita e di riscatto. Con entusiasmo ho aderito a questo progetto che vede il coinvolgimento attivo dei giovani utenti del Dipartimento di Salute Mentale, trasformando i rifiuti in arte e ribadendo il valore della seconda possibilità, sia per le persone che per gli oggetti”.


“L’arte e la salute mentale- concludono Isabella de Stefano ed Emanuele Caroppo, coordinatori dell’iniziativa rispettivamente per la GNAMC e per la ASL – si uniscono nella splendida cornice della Galleria Nazionale, in un progetto di integrazione e collaborazione già in atto da tempo”.

Roma, “Zzz…desert” di Francesca Leone alla GNAM fino al 18 maggio

Roma, “Zzz…desert” di Francesca Leone alla GNAM fino al 18 maggioRoma, 25 mar. (askanews) – Prima di partire per il Giappone,dove esporrà nel Padiglione Italiano all’Expo 2025 di Osaka, Francesca Leone presenta alla GNAM la ricostruzione immaginifica di un deserto autobiografico, tratto da sogni e ricordi. L’installazione “Zzz…desert” immersa in una composizione di suoni e rumori della natura, rievoca i paesaggi aridi dei film del padre dell’artista, Sergio Leone. Inaugurata oggi alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma potrà essere ammirata fino al 18 maggio 2025. Un insieme di sculture metalliche, che rappresentano rocce del deserto e rose sgargianti, è accompagnato dalla musica di Marco Turriziani, che combina il ronzio delle api con il sussurro del vento e rimbombi metallici.


La prassi creativa di Francesca Leone si nutre della poetica del riuso, quindi recupera i materiali di scarto, soprattutto le lamiere cercate con insistenza nei cantieri dismessi e nei luoghi abbandonati, che testimoniano l’azione implacabile del tempo. Il tempo, che con il suo trascorrere imperterrito, ha eroso, arrugginito e ossidato la superficie delle sculture, assurge a coautore delle opere che l’artista modella e dipinge con cura. Nelle rocce e nelle rose, tonalità decisamente vitali di colore si misurano con il degrado, per rigenerare la materia. Animata da una colta coscienza ecologica, l’artista supera l’azione del tempo, donando nuova vita al metallo. L’esposizione è realizzata in collaborazione con Intesa Sanpaolo, che per l’occasione ha concesso in prestito una delle rose che compongono l’installazione. Le altre due, donate da Francesca Leone alla GNAM, entreranno a far parte della collezione permanente del museo e saranno poi esposte nel Giardino Aldrovandi.


L’artista negli ultimi dieci anni ha esposto per tre volte alla Biennale di Venezia e in importanti istituzioni museali internazionali quali il MOMMA di Mosca, il Museum of Contemporary Art di Santiago del Cile, il MACBA – Museum of Contemporary Art – di Buenos Aires; il Museum of Fine Arts di S.Pietroburgo, oltre che in diverse sedi museali italiane come La Triennale di Milano, il Museo Macro di Roma, il Reale Albergo dei Poveri di Palermo e la Sala delle Colonne nelle Gallerie d’Italia di Milano. Nel 2023 è stata selezionata dal MAXXI insieme al MiC per rappresentare l’Italia al G20 in India nell’ambito della mostra “Together we art” al Bihar Museum di Patna. Nel 2024, è stata scelta per il Padiglione Italiano alla Expo 2025 di Osaka.

Joel Meyerowitz, l’essere nel momento di un grande fotografo

Joel Meyerowitz, l’essere nel momento di un grande fotografoBrescia, 25 mar. (askanews) – Sei decenni del lavoro di uno dei più grandi fotografi del nostro tempo, un artista – e un uomo – che ha raccontato il presente prendendosi cura delle immagini e ha saputo fare una fotografia per molti versi assoluta. Joel Meyerowitz ha un’aura di leggenda e a lui la Fondazione Brescia Musei dedica la prima grande retrospettiva in Italia.


“Oggi ho 87 anni – ha detto Meyerowitz ad askanews – e questo è un momento di riflessione. Penso che gli artisti quando invecchiano sanno che il tempo davanti a loro è molto breve, ma il tempo nel passato è lungo. C’è la possibilità di vedere se c’era qualche verità nel loro lavoro giovanile. C’è la continuità, che fa vedere che l’artista era sempre li: così quando guardo queste opere ora, vedo me stesso. Vedo la passione che avevo e la curiosità che avevo, e posso sentire un allineamento, una coerenza con il mio lavoro attuale”. In mostra le immagini dell’11 settembre, quando Meyerowitz è stato l’unico reporter ammesso a Ground Zero, ma anche i capolavori della fotografia di strada, i reportage sociali e quelle fotografie americane alla Hopper che hanno ispirato il cinema e forgiato un immaginario poetico. Per generare quel senso di meraviglia che il curatore Denis Curti ha voluto citare anche nel titolo dell’esposizione. “Ho sempre pensato a Joel – ci ha spiegato Curti – come a una sorta di acrobata della fotografia, capace di salti e avvitamenti non solo fisici, ma soprattutto mentali. Inizia con una fotografia legata naturalmente all’esperienza della street photography per poi però introdurre immediatamente il tema della consapevolezza”.


Per Brescia Musei e il suo direttore Stefano Karadjov la mostra è il coronamento di un lavoro di quasi vent’anni, che continua a essere d’attualità. “Un uomo davvero straordinario – ha detto Karadjov – che è riuscito, con la sua antologia, a raccontare la storia della fotografia degli ultimi 50 anni in cambiamento. E oggi è più che mai attuale, visto il momento di grande tensione e incertezza legata anche agli Stati Uniti e al momento politico in corso, il suo ciclo degli anni Sessanta che ha raccontato nell’America profonda la frustrazione e le difficoltà legate alla guerra nel Vietnam, ci riporta in modo estremamente contemporaneo momento che viviamo”. Momenti, istanti… in fotografia sono parole importanti, che Joel Meyerowitz ha fatto proprie, superando le grandi lezioni storiche per arrivare a una sua presenza nell’idea stessa dell’attimo della fotografia: fulmineo, ma comunque meditato. “Essere nel momento – ha concluso l’artista americano – è esattamente ciò di cui si occupa la fotografia. Saper capire che quello è il momento, che arriva e se ne va. E l’allenamento consiste nel vedere se riesci a riconoscere il tuo momento, il momento in cui senti qualcosa ed è così profondo che lo devi catturare con una macchina fotografica, così”.


E la profondità delle immagini di Meyerowitz è qualcosa dentro la quale oggi perdersi è ancora bello e, soprattutto, possibile.

Libri, eventi tra Roma e Londra per “M come Moda”, “F for Fashion”

Libri, eventi tra Roma e Londra per “M come Moda”, “F for Fashion”Roma, 25 mar. (askanews) – La moda raccontata da un particolare punto di vista e con un approccio originale. A due anni dall’uscita di “M come Moda”, “F for Fashion” della giornalista e semiologa Giulia Rossi e a un anno dalla pubblicazione della sua versione in inglese, sono stati organizzati alcuni appuntamenti, a Roma e non solo, per approfondire e far conoscere questo dizionario semiotico della moda, adottato spesso come testo per studenti italiani e stranieri, pubblicato nel 2023 in lingua italiana per la casa editrice bolognese Pendragon.


Oggi alle ore 18 nel concept store URBS nel quartiere Testaccio, si terrà una presentazione-conversazione su moda, architettura e design a cui parteciperanno l’architetto Andrea d’Antrassi e la giornalista Giulia Del Re; lunedì 31 marzo, alle ore 14, nell’ambito del corso di Fashion Marketing della professoressa Nastaran N Richards-Carpenter, nella sede AIFS di Londra, si terrà una guest lecture dell’autrice dedicata in particolare alle voci che hanno caratterizzato la moda italiana e quella inglese. Mercoledì 9 aprile, inoltre, alle ore 20, al Teatro dei Barnabiti di Roma, verrà realizzato un adattamento teatrale del libro, curato dal regista di trentennale esperienza Bruno Montefusco nonché professore di Contemporary Italian Fashion alla American University of Rome, durante la settimana della moda di una delle più importanti università americane nella capitale.


Il libro sta riscontrando un certo successo per l’approccio originale e diverso alle parole della moda. Già perché cosa significa “dizionario semiotico” ? Sulla scia dell’opera aperta di Umberto Eco, celebre ai più dopo l’ultima, in ordine di tempo (ma prima per il nuovo direttore creativo), sfilata haute couture Valentino, Vertigineux, il dizionario semiotico apre delle finestre di conoscenza, dando aria al nostro intelletto, mente e spirito. Delle 132 parole incluse nella lista, tra oggetti e stili, sono presenti definizioni e storia, ma soprattutto, come recita il sottotitolo, connessioni e suggestioni con altri mondi: arte, musica, cinema e letteratura. Rimandi a scene e serie tv, passaggi di libri e immagini che hanno reso iconico un certo capo del guardaroba collegato a un determinato contesto. “M come Moda”, “F for Fashion” riesce a collegare ciò che sembra completamente estraneo, ma non lo è. Perché la moda è ovunque, tentacolare.

Presentato a Palazzo Montecitorio un libro sul Rione Sanità di Napoli

Presentato a Palazzo Montecitorio un libro sul Rione Sanità di NapoliRoma, 24 mar. (askanews) – Il 19 marzo 2025, presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati a Palazzo Montecitorio, si è tenuta la presentazione del volume ‘A Memoria futura. Storie e paesaggi del Rione Sanità’ (edito da Mimesis). Il libro, uscito nel 2024, ripercorre la realizzazione del progetto “La Casa del Rione Sanità. Racconti di orgoglio e di giustizia sociale” cofinanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento Politiche Giovanili e realizzato dall’associazione “Napoli inVita” APS-ETS in partenariato con l’”Associazione Italiana di Storia Orale – AISO” e la “LESS – Cooperativa sociale per la lotta all’esclusione sociale”.


La presentazione è stata realizzata su iniziativa dell’On. Raffaele Bruno che, nell’introduzione ai lavori ha rivelato il suo legame con il Rione Sanità di Napoli dove è nato e vissuto fino ai 30 anni come il padre ed il nonno. Al riguardo l’On. Bruno ha voluto regalare ai presenti un suo personale ricordo del nonno che, fino agli 80 anni, ha svolto il faticoso mestiere di trasportatore di ghiaccio caricando i pesanti blocchi su un carretto trainato da un cavallo. Un lavoro molto duro, svolto 365 giorni all’anno, ma attraverso il quale il nonno di Raffaele ha saputo “trasformare la sofferenza in amore”. Una storia apparentemente piccola ma – come ha detto l’On Bruno – è una delle tante storie delle persone umili che “hanno dentro una grande verità”. E’ quindi iniziata la presentazione moderata dal docente e divulgatore storico Diego Morgera. Prima di rivolgere le domande ai curatori del libro e del progetto, Morgera ha espresso le sue personali impressioni: “Quello che colpisce una persona come me, che con la Storia non ha più molto contatto ‘di ricerca’ ma lavora con la gente e con gli studenti, è proprio questo: il lavoro sul Quartiere Sanità e sul Progetto Casa Sanità riesce a realizzare una piccola magia. È un’opera democratica nel senso più alto del termine. Nei capitoli del libro parlano studiosi serissimi, attenti a precisare le metodologie adottate, parlano i ricercatori che esplorano il quartiere con il rispetto e la curiosità dell’antropologo, parlano gli operatori sociali impegnati da anni in una lotta senza quartiere (scusate il gioco di parole) e, infine, parlano gli abitanti: coloro che il quartiere lo hanno inscritto (quasi foucaultianamente) nell’epidermide”.


Iniziando il “giro di tavolo” sollecitato dalle domande del moderatore, per primo il prof. Antonio Canovi (presidente dell’AISO) si è soffermato sull’impostazione metodologica del libro e dello stesso progetto “La Casa del Rione Sanità” – di cui è stato direttore scientifico – che ha avuto tra i principali obiettivi la formazione laboratoriale di giovani “narratori di comunità” (durata 6 mesi, attraverso esperienze sul campo e approfondimenti teorici). Si tratta di un “libro di storia orale a tutti gli effetti, come se ne vedono pochi” – ha affermato Canovi – la cui originalità sta nell’essere “polifonico” con orchestrazione “a contrappunto”, cioè un libro in cui le enunciazioni teoriche si armonizzano con le narrazioni e in cui le narrazioni sono quelle delle persone intervistate, ma anche quelle degli stessi intervistatori che hanno seguito il loro percorso formativo di “narratori di comunità”. Metodologicamente è, quindi, un libro di storia orale perché è frutto dell’esercizio di questa disciplina, che pone l’orecchio attento alle “memorie provocate” (le “memorie che bussano”, come le ha anche qualificate Canovi). Ed è altresì un libro con approccio geostorico perché “la memoria affiora nei luoghi”, per usare ancora un’espressione di Canovi, proprio attraverso le esperienze (“geoesplorazioni”) condotte dai narratori sul territorio del Rione Sanità. Il “narratore di comunità’ – secondo l’esperienza descritta nel libro – si potrebbe quindi identificare in chi, vivendo o comunque decidendo di stare in un luogo, vuole capire dove si trova attraverso l’incontro dialogante con l’umanità presente in quello stesso luogo e, magari, vuole poi trasmettere ad altri la sua esperienza, “a memoria futura”.


Hilde Merini (consigliere di AISO) è stata, poi, sollecitata dal moderatore a parlare dell’altro prodotto del progetto “La Casa del Rione Sanità”, cioè l’archivio digitale delle fonti raccolte, di cui la stessa è “custode”. Merini, sul piano tecnico, ha evidenziato che, a fine progetto, l’archivio conteneva 80 giga di materiali multimediali (file audio o audiovideo delle interviste e relative trascrizioni, foto e altro materiale documentario, in parte pubblicato nel libro) e che lo stesso archivio non è solo “in cloud” ma anche fisicamente allocato in un server presente a “Casa Sanità”. A livello metodologico, efficacemente, Merini ha precisato che l’archivio “lungi dell’essere un luogo morto, deve essere un luogo attivo, pubblico, che vive mutandosi…un luogo in cui sporcarsi le mani con gioie e dolori”. E’ questo è possibile se l’archivio resta un archivio prodotto “dal basso”, partecipato ed aperto e se continueranno le esperienze di “riuso creativo delle fonti orali” (come è stata la storia a fumetti “Ossa” realizzata dal disegnatore Diego Miedo e presente nel libro). Infine Merini ha ricordato che l’archivio di “Casa Sanità”, opportunamente indicizzato, è entrato a far parte della “Lodovico Media Library”, creata dal Centro Interdipartimentale di Ricerca sulle Digital Humanities della Università di Modena-Reggio Emilia (DHMoRe). La parola è, quindi, passata al Presidente dall’associazione “Napoli inVita APS-ETS”, Luigi Mingrone, chiamato dal moderatore a raccontare le prospettive di sostenibilità del progetto “La Casa del Rione Sanità”. Mingrone ha evidenziato come “Casa Sanità” è anche un luogo fisico (che è divenuta la sede operativa dell’Associazione), in via Sanità 36/A – già chiesetta, club del Calcio Napoli ed autofficina – ha osservato che questo luogo, ed il progetto descritto nel libro – come un bambino che cresce – sta imparando a camminare sulle proprie gambe.


La “Casa” sta diventando luogo di aggregazione socio-culturale popolare, con presentazione di libri, piccoli eventi musicali e teatrali, incontri con altre associazioni, ma anche luogo di svolgimento di laboratori di creatività per i più piccoli abitanti del Rione. Inoltre Napoli inVita ha realizzato due progetti a carattere cinedocumentario, in collaborazione con la Scuola di cinema dell’Accademia di Belle Arti di Napoli: una rassegna cinematografica cofinanziata dalla Film Commission della Regione Campania e un progetto volto alla realizzazione di un documentario, partendo dalle interviste di storia orale, cofinanziato dal Ministero della Cultura con i fondi del PNRR. Questa è la strada che l’Associazione vuole continuare a percorrere cogliendo le occasioni di collaborazione tra pubblico e privato sociale, con particolare attenzione agli usi creativi delle fonti storiche ed alla realizzazione di ecomusei regionali in cui possano essere valorizzati i rapporti tra la memoria e i luoghi/paesaggi. La presentazione si è chiusa con l’intervento di Marco Mietto, progettista di “Casa Sanità” (attualmente Assessore alla Cultura del Comune di Reggio Emilia) al quale il moderatore ha chiesto quanto guardi al futuro un progetto del genere e, soprattutto: “il guardare al futuro di Casa Sanità può andare nella traiettoria di diventare paradigma e quindi di essere riproducibile”? Le considerazioni di Mietto si sono concentrate sul valore e la problematicità che, attualmente, riveste la realizzazione di un archivio digitale di dati. L’archivio di Casa Sanità – come ha sostenuto Mietto – è un “tesoro” che, nel futuro, è destinato ad aumentare il suo valore. Ma la problematicità della gestione è, e sarà, sempre più complessa. Gli archivi analogici del passato – ha continuato Mietto – erano gestiti da “persone molto particolari” (gli archivisti) che detenevano il pieno controllo sulle fonti custodite. Gli archivi digitali del presente, e ancor più quelli del futuro, sono un luogo in cui si svolge “la battaglia del potere sulle regole” da applicare per gestire i dati conservati. Ma – e questo, secondo Mietto, rende ancor più problematico il tema – quella battaglia si svolge “in un contesto di esseri umani che vivono senza regole”. In questa “pasta del futuro” il progetto e il libro presentato hanno “messo le mani’!

Cinque Terre avanguardia sfida climatica,al via “piano adattamento ai mutamenti”

Cinque Terre avanguardia sfida climatica,al via “piano adattamento ai mutamenti”Roma, 23 mar. (askanews) – Le Cinque Terre perla nazionale e meta turistica mondiale costantemente sotto i riflettori internazionali per il rischio over turism e il suo impatto su un eco sistema fra i più fragili e delicati del nostro Paese si fa avanguardia nella sfida ai cambiamenti climatici. E adotta un “piano di adattamento” ai mutamenti atmosferici frutto di collaborazione fra Parco Nazionale delle Cinque Terre e Legamente, nell’ambito di un progetto europeo che favorisce e finanzia linee guida strategiche e buone pratiche di comportamento nazionali di adattamento ai mutamenti climatici per le aree protette nei parchi nazionali.


Non a caso dunque la presentazione del piano di adattamento climatico delle Cinque Terre da parte di Parco nazionale e Lega ambiente è in programma a Roma e non in Liguria, a sottolineare la valenza di avanguardia nazionale e di progetto pilota per le aree protette nazionali che l’iniziativa di respiro europeo intende assumere. “In Clima di cambiamento. Sfide climatiche nelle Aree Protette: strategie e pratiche di adattamento”, è la denominazione scelta per l’evento di presentazione nazionale in programma, infatti, giovedì prossimo 27 marzo dalle 9,30 alle 13,30 nella capitale, presso la libreria Spazio Sette, in via dei Barbieri 7.


Il Piano, primo in Italia per un’area protetta, e le Linee Guida sono stati realizzati nell’ambito del progetto europeo StonewallsforLife e rappresentano strumenti concreti per affrontare la crisi climatica in un territorio straordinario, ricco di risorse naturali ma particolarmente vulnerabile. I cambiamenti climatici, infatti, sono tra le principali cause della perdita di biodiversità e dell’accentuarsi delle fragilità territoriali. Durante l’incontro, rappresentanti del Parco, di Legambiente e del Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici (CMCC) illustreranno obiettivi e contenuti di questi innovativi strumenti. Parteciperanno esperti, rappresentanti delle aree protette, istituzioni e comunità locali per discutere soluzioni possibili e condividere azioni concrete per affrontare le sfide climatiche nelle aree naturali tutelate.


Sarà possibile seguire l’evento in diretta tramite il canale Youtube di Legambiente Nazionale.

”Roma Nord profondo Nero”, in libreria il sequel del romanzo sulla Roma bene

”Roma Nord profondo Nero”, in libreria il sequel del romanzo sulla Roma beneRoma, 22 mar. (askanews) – E’ passata solo una manciata di anni dagli eventi accaduti in “Roma Nord” ai Giannini, ai Tabacci e ai Teodori – le tre famiglie romane che vivono a Roma Nord negli eleganti quartieri di Parioli, Olgiata e Trieste ed ecco che Elena Guerri Dall’Oro, editore Piodo, torna in libreria con il sequel del romanzo sulla borghesia dei quartieri bene della capitale “Roma Nord profodo nero”. Presentato in un affollato dibattito all’Auditorium Parco della Musica di Roma, moderato dalla giornalista Rai Alessandra Tocci.


Nella nuova avventura letteraria di Guerri Dall’Oro troviamo quasi tutti i protagonisti, mutati per gli avvenimenti intercorsi, ma in qualche modo arrivati sin qui. Sono cresciuti, divenuti più maturi, hanno cambiato lavoro, superato i propri lutti, intrapreso nuove avventure, ritrovato l’amore.Il loro mondo è cambiato, mutando le loro aspettative e certezze.Il benessere economico ha smesso di essere il perno centrale attorno al quale tutto sembrava ruotare, lasciando loro spazio per la ricerca di nuovi traguardi.Nelle vite dei protagonisti, hanno continuato ad accadere cose importanti: talvolta molto belle, a volte tragiche, che li hanno visti rimescolati e molto cambiati, prendere nuove direzioni di vita. Per continuare a vivere o anche solo a sopravvivere.Giulia si è ?nalmente rifatta una vita con un nuovo compagno, dopo aver lasciato suo marito Giovanni, infedele da sempre; lui però una volta separato e libero è sembrato non volersene fare una ragione.Livia finalmente rinata dopo i guai morali e giudiziari commessi dal figlio Dario, realizza siano maturi i tempi per tagliare il loro cordone ombelicale e ricentrare la propria vita su sé stessa; accetta quindi la proposta di entrare in politica.Barbara, dopo una lunga depressione dalla perdita di suo ?glio Vincenzo, sembra essersi ridestata anche lei, riscoprendo l’innamoramento per un giovane uomo. Questo amore scomodo quanto vitale è a detta di tutti però, fuori tempo massimo.Le cose procederanno però per tutte loro come il destino ha già deciso.Tutt’intorno mariti, ?gli, nipoti, amanti e amiche, queste ultime più che mai, rappresentano gli specchi sinceri di cosa siano diventati i protagonisti, gli uni ri?essi nello specchio degli altri.La complessità delle loro vite, incastonate in uno scenario in continuo divenire, ha smesso di brillare, ma non per questo di vibrare per intensità.I bagliori del fuoco enorme hanno lasciato spazio a ?ammelle più piccole, che se alimentate però, sapranno ridestare anrichi incendi.


Le tre donne non si sono mai divise: il sentimento di amicizia non le ha lasciate sole, le ha preservate, anche se i fatti della vita hanno travolto tanti baluardi ben oltre le loro volontà.Aperitivi, risate ma anche discussioni, litigi, opinioni diverse su tutto, non bastano a minare quello stesso legame forte che le unisce sin da bambine L’indagine psicologica, innestata nelle descrizioni semplici ma attente, di quei luoghi, di quegli ambienti, di quel modo di vivere, creano un affresco vivido e sincero, in cui si ritrova chi conosce quei luoghi, ma che affascina anche chi li ha percepiti solo distrattamente o ne sente parlare per la prima volta.


La borghesia romana ha ancora tanto da raccontare di sé. La grande novità questa volta è rappresentata dal fatto che gli uomini, mariti e figli, un tempo amati dalle tre donne, vengono messi per la prima volta nella vita dinanzi ad una sottrazione del loro amore.Questa scelta genererà per ognuna delle tre protagoniste una possibile minaccia, che terrà il lettore in suspense dall’inizio alla fine del libro. Il colpo di scena finale, di cui c’è un frame iniziale che irrompe con un omicidio, ma di cui non si comprende chi sia né la vittima né l’assassino, in un crescendo rapsodico, lascerà il lettore attonito nelle ultime pagine, ma conscio una volta in più di come tutto possa accadere, dopo che una scelta ordinaria abbia mutato il corso di un destino, fino a cambiarne le conseguenze per sempre.


Sarà infatti un uomo, un tempo amato, l’assassino crudele di una di loro, incapace di lasciare libera la propria donna, considerata ancora parte di sé stesso. L’unica granitica certezza che sembra non cambiare mai, è l’eterno scorrere del fiume, su cui Roma placida continua la sua veglia.

In libreria “Sull’Acqua”, la “rivistalibro” del Touring club

In libreria “Sull’Acqua”, la “rivistalibro” del Touring clubMilano, 20 mar. (askanews) – Un viaggio lungo i sensi dell’acqua, risorsa preziosa, energia violenta, simbolo di identità culturali, idea di assoluto ed epifania di bellezza. E’ il filo rosso che collega il quarto volume della rivistalibro Mappe, la nuova collana del Touring club Touring Club italiano, attraverso reportage, racconti, interviste, portfolio e graphic novel.


Sul nostro pianeta – si legge nella presentazione della “rivistalibro” c’è vita perché c’è acqua, le civiltà antiche sono fiorite sfruttando i grandi fiumi per l’agricoltura e per il trasporto, per secoli le esplorazioni più avventurose hanno attraversato gli oceani, l’uomo stesso è fatto d’acqua per il 65%. Per millenni la ricerca di accesso all’acqua ha scandito la vita delle persone, e quando – almeno in Occidente – abbiamo preso a darla per scontata ecco che torna a scarseggiare. E per via del cambiamento climatico diventa una minaccia. In questo numero di Mappe propone un testo da leggere e decifrare, un grande palinsesto di tracce fisiche, segni, motivi, colori e odori, superfici e increspature, luci e suoni. Messa in prospettiva, l’acqua diventa una finestra attraverso la quale interpretare il mondo organico e inorganico, trasforma un panorama in veduta, è soggetto intenso e ricorrente in letteratura, arte, filosofia e allo stesso tempo oggetto evanescente, idea o cosa che ci permette di parlare indirettamente delle cose, di avvicinare la materia del mondo di traverso, in modo obliquo, una deviazione che fornisce un accesso. Uno spazio liminare “sempre in bilico tra mancanza ed eccesso, vita e morte, siccità e uragano, annuncio e minaccia, salvezza purificatrice che eleva e distruzione di fango che seppellisce”, come scrive il direttore editoriale del Touring Club Italiano Ottavio Di Brizzi nell’editoriale che apre il numero.


Hanno scritto per questo numero di Mappe: Carola Barbero, Edoardo Borgomeo, Stefano Brambilla, Enrico Camanni, Giacomo Di Girolamo, Stefano Fenoglio, Barbara Gallucci, Alberto Grandi, Franco La Cecla, Paolo Madeddu, Dario Mangano, Tino Mantarro, Eleonora Marangoni, Andrea Marcolongo, Piero Martin, Luca Martinelli, Stefano Medas, Jean-Denis Pendanx, Antonio Perazzi, Leonardo Piccione, Arianna Porcelli Safonov, Emiliano Ruiz Parra, Chiara Schiavano, Antonio Spadaro, Nick St.Oegger, Wu Ming 1.

Tutta la magia del Regno di Babbo Natale arriva nelle scuole d’Italia

Tutta la magia del Regno di Babbo Natale arriva nelle scuole d’ItaliaRoma, 19 mar. (askanews) – È successo qualcosa di straordinario alla Fiera Didacta di Firenze, il più importante evento italiano dedicato all’innovazione scolastica. Funtasy Editrice, leader nel settore educational specializzato in progetti per le scuole, ha annunciato una collaborazione con il Regno di Babbo Natale, dando vita a una collana di storie pensate per portare nelle aule valori profondi attraverso la forza della narrazione.


La prima storia della collana si intitola “Il Cielo al Contrario” e porta una firma d’eccezione: Giorgio Onorato Aquilani, il creatore del Regno di Babbo Natale, oggi il più importante e autorevole mondo nel suo settore, che ogni anno accoglie centinaia di migliaia di visitatori a Vetralla. Ma questa volta non si tratta di alberi e decorazioni. Questa volta, la magia accende le menti dei bambini, aiutandoli a scoprire il proprio valore attraverso la forza delle storie. Cosa succede quando scopri che il mare… è un cielo al contrario?


La storia segue il viaggio di Mary, una stella marina che si sente triste perché non brilla nel cielo. Crede di non essere all’altezza delle stelle lassù, fino a quando non scopre che ognuno ha il proprio cielo in cui splendere. E il suo è nel profondo del mare. Accompagnata da Lucy, Pretty e Buddy, tra i personaggi più amati del Regno di Babbo Natale, Mary affronta il giudizio, la paura di non essere abbastanza e la voglia di sentirsi accettata. Una storia che parla di diversità, autostima e del coraggio di riconoscere il proprio valore, qualunque esso sia.


“La scuola è il luogo in cui si costruisce il futuro, e le storie sono il ponte più potente per trasmettere valori. Siamo felici di collaborare con il Regno di Babbo Natale per dare vita a questa collana, che dimostra quanto l’immaginazione possa essere un motore di crescita per i bambini”, spiega Paolo Sandini, di Funtasy Editrice. Aggiunge Giorgio Onorato Aquilani: “Ogni stella brilla nel proprio cielo, ma spesso serve qualcuno che glielo faccia vedere. Scrivere questa storia è stato un modo per portare la magia del Regno oltre i confini del Natale, dimostrando che i suoi valori sono universali. È un nuovo capitolo per noi, un passo che ci porta, con emozione, dritti nel cuore delle scuole”.


Oltre il Natale: il Regno diventa un fenomeno culturale. Forse lo conosci per la sua spettacolare atmosfera natalizia, ma il Regno di Babbo Natale è molto più di un luogo incantato. Nato a Vetralla (VT), è oggi la meta più amata da chiunque voglia riscoprire la magia delle feste. Ma la sua vera magia è ancora segreta per tanta gente: il Regno è un universo narrativo, un mondo di storie, personaggi e contenuti originali che vivono tutto l’anno, con messaggi senza tempo. E ora, con questa nuova collana, entra ufficialmente nell’istruzione. Dove porterà questa nuova avventura? L’entusiasmo suscitato dalla presentazione a Didacta lascia immaginare che questo sia solo l’inizio. Altre storie sono già in fase di sviluppo con l’intenzione di una collana annuale, e non finisce qui… il 2025 segnerà un altro grande ritorno! Dopo il successo di Lucy e il Segreto di Natalloween, Lucy tornerà in libreria con una nuova avventura, pronta a incantare lettori di ogni età.