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Mostre, a Roma “Echi di Terra – forme al confine”

Mostre, a Roma “Echi di Terra – forme al confine”Roma, 2 apr. (askanews) – Torrita Tiberina si apre all’arte contemporanea patrocinando la mostra Echi di Terra – forme al confine, mostra collettiva curata da Anna Maria Angelucci in collaborazione con Antonella Bernetti. L’esposizione, che sarà ospitata dal 5 aprile al 25 maggio 2025 presso il Castello Baronale di Torrita Tiberina e successivamente, per tutto il mese di giugno, presso il Museo del Fiume di Nazzano, riunisce dieci artisti provenienti da diverse discipline: ceramica, scultura in legno, ricamo artistico, pittura naturalistica, affresco a strappo e intreccio in vimini.


La mostra nasce con l’intento di esplorare il legame tra arte, artigianato e territorio, ponendo l’attenzione sul valore della manualità e sul dialogo tra tradizione e contemporaneità. Attraverso l’uso di materiali naturali come argilla, legno, fibre tessili trattate, opere naturalistiche in multimateriale, affresco, le opere in esposizione raccontano la relazione tra uomo e natura, il radicamento alla terra e il superamento dei confini tra arte applicata e arte concettuale. Il progetto si inserisce nel contesto di Art Side Torrita Tiberina, un nuovo dispositivo culturale nato all’interno del Castello Baronale con l’obiettivo di promuovere eventi artistici e creare connessioni tra artisti, artigiani e il territorio sabino. Echi di Terra – forme al confine rappresenta il primo appuntamento di un programma espositivo che intende stimolare riflessioni sul ruolo dell’arte nella società contemporanea, favorendo il dialogo tra tradizione e innovazione.


Gli artisti coinvolti – Anna Maria Angelucci, Alessandra Cecca, Eleonora Colletti, Patrizia Fenucci, Daniele Giacomini, Maurizio Gualdi, Simonetta Imperiali, Aura Kajas, Giulia Scala e Thomas Spielmann – sono chiamati a “varcare il confine” del loro fare artistico, creando opere che incarnano il legame profondo con la terra, sia attraverso la scelta dei materiali, sia per il valore simbolico espresso. Con questa iniziativa, Torrita Tiberina si propone come un nuovo osservatorio culturale per artisti e artigiani, un luogo di scambio e sperimentazione in cui il territorio diventa fonte di ispirazione e laboratorio di idee.

Mostre, “Muta Poesia”: omaggio di Andrea Chisesi a Leonardo da Vinci

Mostre, “Muta Poesia”: omaggio di Andrea Chisesi a Leonardo da VinciRoma, 2 apr. (askanews) – In occasione della Brera Design Week di Milano, l’artista Andrea Chisesi presenta “Muta Poesia”, una collezione di opere che rende omaggio a Leonardo da Vinci attraverso le sue “Fusioni”. La mostra inaugura il 7 aprile 2025 in anteprima esclusiva presso la Andrea Chisesi Art Gallery di Milano, in via Marsala 1 (angolo via Solferino), e sarà visitabile fino al 5 maggio. Muta Poesia prende il nome dalla celebre definizione leonardesca “La pittura è una poesia muta, e la poesia è una pittura cieca”.


Essa si configura come un dialogo profondo tra il linguaggio visivo rinascimentale e l’estetica contemporanea. Le opere più iconiche di Leonardo, come “La Gioconda” e “Il Cenacolo”, vengono rilette attraverso il linguaggio visivo di Chisesi, trasformandosi in esperienze nuove e coinvolgenti. Non un semplice omaggio al passato, ma una rilettura che dialoga con la sensibilità del presente, offrendo agli spettatori spunti inediti di riflessione. Andrea Chisesi è uno dei pochi artisti italiani contemporanei ad avere tre gallerie personali permanenti, rispettivamente a Siracusa (Ortigia), Pietrasanta e a Milano. Proprio nell’atelier lombardo sono state allestite quattro sale, due delle quali dedicate a Leonardo, una terza dedicata ai Fuochi d’artificio e la quarta ai suoi disegni.


“Non è solo un omaggio al genio di Leonardo, ma una riflessione sulla capacità dell’arte di attraversare il tempo e parlare a ogni epoca”, spiega Chisesi. L’allestimento milanese conduce il visitatore in un percorso immersivo dove il passato e il presente si intrecciano in una narrazione visiva potente e poetica, capace di risvegliare emozioni e interrogativi sull’eredità culturale e sulla trasformazione dell’immagine nell’era contemporanea.


La tecnica di Chisesi, definita “Fusione”, è stata inventata dall’artista nel 2004 e nasce dal desiderio di unire fotografia e pittura in un unico gesto creativo. Affissioni strappate dai muri, segnate dal tempo, si fondono con immagini e colori, dando vita a opere cariche di tensione emotiva e simbolica. Un processo che trasforma la superficie pittorica in un palinsesto di memorie urbane e rimandi iconici. Chisesi, ha iniziato la sua carriera come fotografo, ha ritratto nel suo studio e sui set cinematografici personalità del calibro di Harvey Keitel, Robbie Williams, Ken Follett, Steven Tyler e molti altri. Questo background, profondamente radicato nel mondo dell’immagine, ha contribuito a forgiare la sua visione artistica e la sua sensibilità per la composizione, la luce e la narrazione visiva. Tra i tantissimi estimatori di Chisesi c’è anche lo sceicco del Qatar che dopo aver visitato l’atelier di Ortigia ha deciso di includere alcune opere dell’artista nella propria collezione privata.

”Preghiera del non credente”, il nuovo libro di Vittorino Andreoli

”Preghiera del non credente”, il nuovo libro di Vittorino AndreoliRoma, 2 apr. (askanews) – TS Edizioni pubblica, anche in formato e-book, Preghiera del non credente, di Vittorino Andreoli, psichiatra di fama internazionale, editorialista e scrittore. Il testo non è facilmente riducibile a un genere convenzionale. A volte sembra una poesia ma è un canto razionale, in altre occasioni il lettore ha l’idea di essere di fronte a un monologo ma, in realtà, è un dialogo. Il testo appare quindi un confronto fra l’uomo e Dio ma presto sembrano materializzarsi i due veri protagonisti, il cuore e la mente di un uomo brillante che si sente chiamato a spiegare l’inspiegabile, la meta che attende tutti, e proprio in quell’occasione ci si rende conto che i veri protagonisti sono l’idea di uomo e l’idea di Dio.


Scrive Andreoli nell’introibo: “È bellissimo pensare di poter avere una esperienza diretta di Dio. Io lo cerco da tempo ma non è ancora tempo; io so che a lui piace incontrare, relazionarsi direttamente con le sue creature. La maniera migliore per occupare l’attesa è la preghiera. La preghiera del non credente. Esprime il bisogno del divino che c’è dentro l’umano”. In un dialogo diretto e appassionato con Dio, Vittorino Andreoli evoca le domande più profonde dell’animo umano, interrogandosi sul bisogno di trascendenza e sul rapporto con il divino di una società spesso segnata dal dubbio e dalla perdita della fede. È un’invocazione intima, toccante, che ha avuto una lunga gestazione nella scrittura. Andreoli esplora il tema universale della preghiera, non soltanto come atto religioso, ma anche come momento interiore di chi cerca un significato alla propria esistenza, anche senza la certezza di Dio.


A tratti – come nella biblica lotta di Giacobbe con l’angelo – il colloquio si trasforma in un confronto quasi sfrontato in cui Dio stesso, provocato, prende la parola. Si apre così un ventaglio di paradossi: la fragilità, che è la vera grandezza della persona umana, perché ci avvicina e affratella tutti; la fede, che ha bisogno di trovare una dimensione spirituale, talvolta oltre i confini della religione; la bellezza della Creazione e il mistero del male. La Preghiera del non credente diventa così un modo per dare voce alle tante persone che cercano, che non credono ma vorrebbero credere, che credevano e non credono più. E in questa voce risuona una sincera speranza: “Signore, non ti conosco ma ti penso, non so se esisti ma ti cerco, e giungo a desiderare che tu ci sia”. Per arrivare a comprendere che, in fondo, solo l’amore conta e solo se avremo davvero amato, potremo vivere veramente.

Noi saremo tutto:il terzo festival di letteratura working class

Noi saremo tutto:il terzo festival di letteratura working classRoma, 2 apr. (askanews) – Torna, dal 4 al 6 aprile, il Festival di letteratura working class al presidio ex Gkn di Campi Bisenzio. Organizzato da Edizioni Alegre, Collettivo di Fabbrica ex Gkn, Soms Insorgiamo, in collaborazione con Arci Firenze e con la direzione artistica di Alberto Prunetti, il Festival è un evento unico nel panorama culturale italiano e internazionale, e tiene insieme la discussione letteraria sull’immaginario working class con la mobilitazione della vertenza operaia più lunga del nostro paese.


La prima edizione era dedicata alle Genealogie e quindi al passato, la seconda indagava le Geografie e quindi il presente, mentre questa terza edizione è rivolta al futuro, alle prospettive della letteratura working class, riassunte con lo slogan, ripreso dal movimento sindacale nordamericano: «Noi saremo tutto». Un titolo strettamente legato all’attuale fase della lunga vertenza Gkn, con la terza procedura di licenziamento che incombe sugli operai ma un voto favorevole della Regione Toscana per la costituzione del Consorzio industriale che può dar vita alla reindustrializzazione ecologica della fabbrica proposta e gestita con un azionariato popolare dai lavoratori stessi. Gli oltre quaranta ospiti del Festival, provenienti da Italia, Austria, Svezia, Inghilterra, Francia e Filippine, si alterneranno nei dodici panel, che spaziano dai generi letterari alla musica popolare, dalla poesia operaia alla critica militante, dalla deindustrializzazione all’autobiografia sociale e alla prospettiva migrante. Tanti saranno gli interventi di convergenza con altre lotte, con in particolare un focus che mette in relazione la vicenda dell’Ilva di Taranto con quella di Gkn, entrambe raccontate in libri scritti in prima persona dagli operai.


Tra gli autori e autrici presenti al Festival ci saranno Anne Pauly, Wu Ming 4, Claudia Durastanti, Maurizio Maggiani, Serge Quadruppani, Simona Baldanzi, Luigi Chiarella, Janek Gorczyca, Daria Bogdanska e l’attore e regista Michele Riondino. La prima giornata si concluderà con uno spettacolo di teatro canzone, mentre sabato 5 aprile si finirà con un corteo fino al centro di Campi Bisenzio con poi un concerto di Massimo Zamboni dei Cccp. La manifestazione di sabato 5 aprile alle 18, con lo slogan «Siamo pubblica utilità», ribadirà con una mobilitazione di piazza lo spirito del Festival e la richiesta di tutta una comunità di dare una risposta alla lotta degli operai, da 15 mesi senza stipendio né ammortizzatore sociale e con un progetto di riconversione industriale che non può più attendere.


La giornata di domenica 6 aprile si concluderà nel tardo pomeriggio, tirando le fila di tre giorni di dibattiti e puntando sulla prospettiva futura della letteratura working class come strumento di mobilitazione, attraverso i premi letterari dedicati a questo genere, la presentazione del Polo della cultura working class – inserito nel progetto di reindustrializzazione della ex Gkn – e del Patto di mutuo soccorso Insorgiamo. Qui il programma dettagliato del Festival: https://edizionialegre.it/notizie/festival-di-letteratura-working-class-2025-il-programma/


Torino, Giuseppe Culicchia nuovo direttore del Circolo dei lettori

Torino, Giuseppe Culicchia nuovo direttore del Circolo dei lettoriTorino, 1 apr. (askanews) – Giuseppe Culicchia è il nuovo direttore della Fondazione Circolo dei lettori: guiderà la direzione culturale e operativa della Fondazione, del Circolo dei lettori nelle sue sedi di Torino, Novara e Verbania con il Circolo della musica a Rivoli per il triennio 2025-2028.


Il profilo di Giuseppe Culicchia – spiegano dalla Fondazione – è risultato il più adatto a dirigere il lavoro della Fondazione Circolo dei lettori, per proseguire e innovare un’istituzione centrale in Italia per produzione culturale, di pensiero e promozione del libro. Il Consiglio di gestione della Fondazione Circolo dei lettori, composto dal presidente Giulio Biino e dai consiglieri Elena D’Ambrogio Navone e Massimo Pedrana, ha nominato Giuseppe Culicchia a seguito dell’avviso di selezione pubblicato il 2 febbraio scorso, al quale hanno risposto 40 professionisti ai vertici della cultura, del mondo editoriale e del libro in Italia. Le candidature e i progetti sono stati oggetto di valutazione da una apposita commissione che ha selezionato i cinque migliori profili, i quali hanno presentato ieri il loro progetto di sviluppo della Fondazione davanti al Consiglio, che ha nominato Giuseppe Culicchia, informando la Regione Piemonte, socio unico della Fondazione Circolo dei lettori. “È per me un grande onore – ha dichiarato Culicchia, che succede a Elena Loewenthal – essere chiamato alla direzione della Fondazione Circolo dei lettori e delle lettrici di Torino: la città che amo, la città di La donna della domenica e dell’Einaudi, della Utet e della Paravia, della Edt e del Salone Internazionale del Libro… e sì, di Torino è casa mia, nostra, di tutte e tutti voi che amate la lettura, e che avete eletto il Circolo a luogo del cuore. In passato ho lavorato a quindici diverse edizioni del Salone Internazionale del Libro, ricoprendo vari ruoli: a cominciare, nel 1988, anno in cui prese il via la manifestazione, da quello di addetto alla reception. Non me lo sono dimenticato. La prima cosa che farò sarà ascoltare quanto avranno da dirmi coloro che ogni giorno contribuiscono con il loro impegno a fare del Circolo una realtà che nel resto d’Italia non ha eguali”.


“Sono felice di poter comunicare che la Fondazione Circolo dei lettori ha un nuovo direttore – ha aggiunto Giulio Biino, presidente Fondazione Circolo dei lettori -. Uno scrittore, un uomo di cultura con un forte legame al territorio ma con una visione dai larghi orizzonti. Non credo si potesse fare scelta migliore”. Giuseppe Culicchia, torinese di nascita e con una carriera che si è sviluppata tra la scrittura e il mondo editoriale, prende il testimone in un momento di grande fermento per la Fondazione Circolo dei lettori. Il suo percorso letterario, che lo ha visto pubblicare una trentina di libri tradotti in dieci lingue, è arricchito da una continua ricerca e passione per il racconto delle storie e delle identità. Inoltre, Culicchia ha tradotto alcuni tra i maggiori autori in lingua inglese, da Mark Twain a Francis Scott Fitzgerald e Bret Easton Ellis, portando la sua visione critica e la sua sensibilità culturale anche nel campo della traduzione. Culicchia frequenta il Circolo dei lettori dalla sua nascita nel 2006: per l’istituzione culturale ha proposto progetti, ideato gruppi di lettura e curato le prime due edizioni di Radici, il festival dell’identità (coltivata, negata, ritrovata) che ha visto tra i diversi protagonisti autori mondiali come Michel Houllebecq, Bret Easton Ellis, Irvine Welsh, il regista Palma d’oro Emir Kusturica affrontare le tematiche del nostro tempo e delle relazioni con l’altro da sè. Per numerose edizioni è stata prolifica di idee e dialoghi la collaborazione con il Salone Internazionale del Libro di Torino.

Giovani, al Senato un evento contro la violenza

Giovani, al Senato un evento contro la violenzaRoma, 1 apr. (askanews) – In un momento storico in cui la violenza di genere e giovanile assume contorni sempre più preoccupanti, si è svolto nei giorni scorsi presso il Senato della Repubblica l’evento “VIOLENTO MAI – La Gentilezza va di moda”, promosso per aprire un dialogo autentico e necessario su questi temi, attraverso il linguaggio della comunicazione e della formazione empatica.


Secondo i dati ISTAT più recenti, nel 2024 in Italia oltre 100 donne sono state uccise da uomini, spesso partner o ex. Ma c’è un altro dato che fa riflettere: il 45% dei ragazzi tra i 14 e i 19 anni ha dichiarato di essere stato testimone di comportamenti violenti o discriminatori tra pari. Cresce inoltre il fenomeno della violenza psicologica e delle forme più subdole di controllo e umiliazione, spesso veicolate attraverso i social media. In questo scenario, parlare di gentilezza come strumento educativo diventa non solo attuale, ma rivoluzionario. A stimolare la riflessione è stata la presentazione del libro “Oltre il Maskio” di Alessandro Cardente (Koinè Nuove Edizioni), già protagonista di un tour nelle principali città italiane, in grado di intercettare il bisogno di consapevolezza maschile e giovanile attraverso uno stile diretto, emozionale e autentico. Cardente, durante l’evento, ha sottolineato: “Educare alla gentilezza oggi non significa parlare ai ragazzi di gentilezza, ma con il loro linguaggio, nei loro spazi, usando i loro codici. Se vogliamo davvero incidere sulla cultura giovanile, dobbiamo entrare nei loro format comunicativi: che sia una story, un reel o una chat di gruppo, è lì che possiamo iniziare a costruire empatia e rispetto. La violenza non si combatte solo con i divieti o le punizioni, ma con modelli alternativi che parlano di connessione emotiva, di vulnerabilità condivisa, di coraggio gentile. La sfida è intercettarli prima che si perdano in narrazioni tossiche che, dietro l’ironia o la provocazione, nascondono solitudini e dolori profondi. Gentilezza non è debolezza: è un atto rivoluzionario, soprattutto oggi. E visto che ci troviamo nel luogo più istituzionale che ci sia, il Senato, lancio un appello alla politica: quello di istituire nelle scuole, e ovunque possibile, l’educazione all’empatia.” Un appello che ha trovato spazio e attenzione anche tra i rappresentanti delle istituzioni presenti.


Il Senatore Maurizio Gasparri, intervenuto nel corso dell’incontro, ha dichiarato:”Quello della violenza di genere è un tema che purtroppo riempie in modo drammatico le nostre giornate: i giornali sono costantemente segnati da episodi di violenza sconvolgenti. C’è poi la tragedia nella tragedia: quella dei bambini che sopravvivono a questi orrori. Alessandro Cardente ha avuto il merito di porre l’attenzione su questo tema, rivolgendosi direttamente agli uomini e coinvolgendoli attivamente. È fondamentale ricordare che, in molti di questi casi, è presente l’uso di droghe, che abbattono i freni inibitori e aggravano la situazione. Non dimentichiamo inoltre l’importanza dell’educazione civica: esiste, ma forse dovrebbe fare di più per accendere i riflettori su questi temi. L’impegno di Alessandro va proprio in questa direzione, chiedendo una presa di coscienza da parte degli uomini. Perché è da lì che bisogna partire: dalla consapevolezza dei potenziali colpevoli”. La giornalista Paola Ferrazzoli, storica inviata di Porta a Porta e segretaria dell’Associazione Giornaliste Italiane ha dichiarato: “da giornalista ho vissuto e raccontato molti casi di femminicidio. Quello che ho notato, però, è che non esiste una costante. Se ci fosse, potremmo intervenire in modo mirato su determinati ambiti. Invece no: purtroppo questi episodi avvengono in ogni contesto sociale e familiare, anche in presenza di genitori attenti e situazioni apparentemente stabili.


Proprio per questo, come ricordava Alessandro Cardente, è fondamentale agire sui mezzi che possono davvero fare la differenza. La gentilezza, ad esempio, non è un concetto banale. Non lo è nemmeno l’empatia. Educare i nostri figli a questi valori non risolve da solo il problema, ma rappresenta un punto di partenza essenziale”. Accanto a Cardente e al Senatore Gasparri, hanno contribuito al dibattito voci autorevoli come quella della professoressa Natalia Barbato, della psicologa clinica Federica Lodato, e Sandra Balboni, presidente dell’Associazione LOTO Nazionale, impegnata da anni nell’ascolto delle vittime di violenza. A moderare l’incontro, la giornalista Virginia Lozito, volto noto di Rai1.


L’iniziativa ha voluto mettere al centro non solo le vittime, ma anche la responsabilità collettiva e istituzionale di costruire spazi educativi nuovi, in grado di prevenire la violenza a partire da una cultura del rispetto. In quest’ottica, la gentilezza non è un valore astratto, ma una pratica concreta, capace di trasformare le relazioni, i linguaggi e – forse – anche il futuro. I dati sono allarmanti, secondo il sondaggio sulla violenza on-life nelle relazioni intime tra adolescenti in Italia, condotto da Save the Children in collaborazione con IPSOS, il 30% degli adolescenti ritiene che la gelosia sia un segno d’amore, mentre per il 21% condividere le password dei social e dei dispositivi con il partner è una prova di affetto. Ancora più preoccupante è il dato secondo cui il 17% delle ragazze e dei ragazzi tra i 14 e i 18 anni considera accettabile che, in una relazione intima, “ogni tanto possa scappare uno schiaffo

A Clarissa Domenicucci “Premio letterario internazionale città Cattolica”

A Clarissa Domenicucci “Premio letterario internazionale città Cattolica”Roma, 30 mar. (askanews) – Fine settimana all’insegna della cultura e dello spettacolo per la città di Cattolica: ieri sera presso il Teatro della Regina, si è tenuta la cerimonia conclusiva del Premio Letterario Internazionale Città di Cattolica-Pegasus Literary Awards, patrocinato dal Comune di Cattolica.


Lo scettro di vincitore di questa 17a edizione è stato assegnato a Annika Pampel, scrittrice e regista, per il Thriller “Death of a Nightingale” (Eurobooks Edizioni), mentre la giornalista romana Clarissa Domenicucci ha ricevuto il Premio alla Carriera Pegasus Literary Awards 2025, per aver dedicato al mondo della comunicazione e del giornalismo i suoi primi 25 anni di attività. Giornalista professionista esperta di comunicazione, ha iniziato all’Agi-Agenzia Giornalistica Italia e collaborato con testate nazionali e locali (Il Messaggero/Macro, Maxim, Food&wine Italia, La Notizia, RadiocorriereTv, Il Romanista, Teleroma56) per poi scegliere di dedicarsi a lungo alle Relazioni Pubbliche.


Nel 2023 è tornata a scrivere: realizza per il Gruppo Sae (Il Tirreno, La Nuova Ferrara, La Nuova Sardegna, La Gazzetta di Mantova, La Gazzetta di Reggio) interviste a grandi personaggi raccolte nelle rubriche settimanali “E poi all’improvviso- Incontri che cambiano la vita” e “Grandi Amori”. Attualmente collabora con Specchio, allegato del quotidiano La Stampa e con Rai Tre per il programma ReStart. Le assegna il prestigioso riconoscimento la giuria presieduta dal Prof. Giuseppe Benelli, già fondatore e Presidente del Premio Bancarella, e coordinata dall’editore Roberto Sarra, Presidente Associazione Pegasus.


Tra i premiati alla carriera anche il direttore di Askanews Gianni Todini ed il compositore e musicista Franco Fasano.

Emanuela Bruni presidente del MAXXI: saremo centro di innovazione

Emanuela Bruni presidente del MAXXI: saremo centro di innovazioneMilano, 29 mar. (askanews) – “È con grande entusiasmo che accolgo il privilegio di presiedere una realtà di così grande rilevanza nel panorama culturale italiano e internazionale”. Lo ha dichiarato Emanuela Bruni, indicata come nuovo presidente del museo MAXXI di Roma. “Desidero esprimere la mia più profonda gratitudine al ministro Alessandro Giuli per la sua fiducia. Mi impegnerò a ripagarla con dedizione, potenziando il ruolo del MAXXI come centro di innovazione culturale e creativa e contribuendo a consolidare ulteriormente la sua visibilità e influenza, in Italia e all’estero. In sinergia con il team del museo, lavoreremo per promuovere la ricerca, l’inclusività e la sperimentazione, valori che da sempre contraddistinguono il nostro museo”, ha aggiunto.


Bruni è stata nominata ufficialmente venerdì 28 marzo, a seguito di un suo periodo di reggenza iniziato lo scorso settembre. Storica dell’arte e giornalista, con una lunga esperienza istituzionale, Emanuela Bruni è stata la prima donna, nel 2008, a guidare il Cerimoniale di Palazzo Chigi.

Arte, Il Ramo d’oro al Villaggio: a Roma dialogo tra artista e curatrice

Arte, Il Ramo d’oro al Villaggio: a Roma dialogo tra artista e curatriceRoma, 29 mar. (askanews) – Martedì 1 aprile 2025, Piano Terra presenta Il Ramo d’oro al Villaggio, una conversazione tra l’artista Elisa Montessori e la curatrice Marta Silvi. Un dialogo aperto che offrirà al pubblico l’occasione per approfondire il lavoro di un’artista che ha segnato la scena contemporanea con il suo approccio sperimentale e il suo linguaggio visivo poetico. L’evento si terrà a Roma, dalle 18.00 alle 19.00, in Piazza Grecia, 18. E’ gradita la prenotazione a info@pianoterrastudio.it


Partendo dal concetto di con-temporaneo, inteso come temporaneità e tempestività del lavoro, la conversazione si concentrerà sulla natura stessa di Project Window: un progetto che unisce la dimensione intima della creazione con un’apertura verso lo spazio pubblico. Elisa Montessori, infatti, ha accolto con entusiasmo l’invito di Piano Terra a inaugurare Project Window, uno spazio espositivo concepito come una vetrina in grado di offrire un’opportunità di espressione e di dialogo con il territorio. Con cadenza bimestrale, il progetto ospiterà interventi artistici che esplorano il rapporto tra creatività e paesaggio urbano, creando un dialogo continuo con il pubblico.


La conversazione toccherà inoltre il tema del paesaggio e degli elementi naturali ed architettonici che caratterizzano il Villaggio Olimpico, luogo in cui l’artista risiede. La vetrina espositiva di Piano Terra, concepita come una finestra aperta sul mondo, sarà lo spunto per attivare uno sguardo più consapevole sulle cose con ricadute concrete sulla tutela dei luoghi in cui viviamo. Questo format, trova un punto di connessione perfetto con Ramo d’oro, opera creata appositamente per Piano Terra. Il lavoro, accompagnato da un testo critico di Cecilia Canziani, è ispirato a riflessioni sulla natura, il tempo e lo spazio circostante. Un elemento centrale del lavoro di Montessori è l’uso di carta e materiali naturali: per quest’opera l’artista ha impiegato un tubo di recupero, supporto interno della carta da spolvero, generando così una profonda riflessione sul concetto di anima e spiritualità.


L’evento rappresenterà un’opportunità per riflettere su un nuovo modello di dialogo che si distacca dai canoni tradizionali definiti dal sistema dell’arte per aprirsi al territorio, alla comunità. Project Window, con il suo rapporto diretto con lo spazio circostante e con la città, vuole diventare un filo conduttore che intreccia arte, paesaggio e pensiero contemporaneo. L’incontro darà il via ad una serie di interventi che prenderanno la forma, oltre che di registrazione video, anche di podcast.

Mostre, alla Nuvola di Roma l’arte racconta la forza delle donne

Mostre, alla Nuvola di Roma l’arte racconta la forza delle donneMilano, 28 mar. (askanews) – È stata presentata a Palazzo Wedekind di Roma la mostra fotografica che celebra il decennale di Women for Women against Violence – Camomilla Award, l’iniziativa nata per sostenere il contrasto alla violenza di genere e la prevenzione sul tumore al seno. L’esposizione, ideata, promossa e prodotta da Donatella Gimigliano, presidente dell’Associazione Consorzio Umanitas, in co-produzione con EUR S.p.A., si terrà al Roma Convention Center “La Nuvola” dal 3 al 10 aprile.


Presente in conferenza Eugenia Roccella, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità, che ha dichiarato: “Le cicatrici, nel corpo e nell’anima, sono il segno di ciò che si è attraversato. La violenza della sopraffazione, la violenza della malattia. Per chi quelle cicatrici le porta addosso è anche il segno di quello che si è superato, che fa parte del proprio bagaglio di vita, ma non deve diventare un ostacolo insormontabile per un futuro di ripartenza, di rinascita. Come istituzioni siamo impegnati per questo, e fra i risultati di questa legislatura di cui credo si debba andare più fieri ci sono l’approvazione della legge sull’oblio oncologico e il grande lavoro fatto sulla violenza contro le donne. ‘Non sei sola’, è il messaggio che ogni giorno rivolgiamo alle donne che vivono o hanno vissuto questi drammi. E la potenza evocativa di una mostra è un importante veicolo di sensibilizzazione e di sorellanza”. Tra i relatori intervenuti anche Svetlana Celli, presidente dell’Assemblea Capitolina, che ha affermato: “Con Women for Women lanciamo un potente messaggio di solidarietà e speranza. La mostra fotografica, attraverso storie di rinascita e coraggio, è un forte richiamo all’unità e alla responsabilità collettiva. Ringrazio per l’impegno Donatella Gimigliano che, partendo dalla sua esperienza personale, è impegnata concretamente da anni su temi quali il contrasto alla violenza di genere e la prevenzione del tumore al seno. Roma e l’amministrazione capitolina sono in prima linea in questo percorso. Fondamentale è creare una rete solida di istituzioni, associazioni e cittadini, perché solo insieme possiamo costruire una società più giusta e inclusiva. E dobbiamo farlo stando al fianco di chi lotta ogni giorno per i propri diritti e la propria dignità, come stiamo facendo a Roma con una capillare rete di centri antiviolenza e casa accoglienza”.


Il decennale del progetto è un traguardo che Donatella Gimigliano sottolinea: “Dieci anni fa ero una paziente oncologica, con una storia familiare segnata dal tumore al seno. Sapevo cosa significava portare sulla pelle e nell’anima segni indelebili. Ma quelle cicatrici non appartengono solo alla malattia: le ho viste anche nelle donne sopravvissute alla violenza, ferite diverse ma ugualmente profonde. Da quel dolore è nato Women for Women against Violence, un progetto che racconta storie di resilienza e rinascita, perché ogni cicatrice può trasformarsi in un simbolo di forza. Questa mostra è il racconto di un cammino difficile, una montagna scalata a mani nude, tra fatica e determinazione. Ma è anche la celebrazione di ogni battaglia vinta, di ogni donna aiutata. Perché dietro ogni ferita c’è una storia che merita di essere raccontata. E soprattutto, di essere ascoltata.” La mostra, che gode del patrocinio di Senato della Repubblica, Regione Lazio, Assessorato alla Cultura del Comune di Roma, INPS e LILT, è stata realizzata da Tiziana Luxardo, fotografa italiana di spicco ed erede di una rinomata dinastia di fotografi, la cui carriera è stata caratterizzata da un forte impegno sociale e da una costante ricerca artistica. Il suo approccio, che ha saputo distinguersi in un panorama fotografico maschile grazie alla capacità di coniugare tecnica e sensibilità, è stato negli anni molto apprezzato dalla critica soprattutto per l’eleganza e la profondità delle sue immagini, capaci di coniugare estetica e sociale in una maniera forte ed originale. “La mostra – racconta lei stessa – narra, attraverso gli abbracci dei protagonisti, la condivisione, la forza, la vicinanza, il prendersi cura dell’altro. Il filo conduttore, non a caso, è la foto delle sorelle Pitzalis, unite in un abbraccio da due drammi diversi, ma entrambe ferite sia nel corpo che nell’anima: un’immagine che ho voluto impreziosire con dell’oro, ispirandomi all’arte giapponese del Kintsugi, che ripara gli oggetti di valore, come la ceramica e la porcellana, incollandoli proprio con dell’oro per esaltarne l’imperfezione. Un’arte giapponese che è diventata una filosofia di vita e che ci insegna che tutti noi possiamo diventare Maestri Artigiani delle nostre vite e reinventare le cicatrici dell’anima e del corpo dandogli un valore aggiunto, diventando un punto di fora e non di debolezza. Sono andata a trovare la bellezza dove nessuno la va a cercare”.