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Giornata memoria, al via tournée spettacolo “Storia di un uomo magro”

Giornata memoria, al via tournée spettacolo “Storia di un uomo magro”Roma, 17 gen. (askanews) – Si apre sabato 20 gennaio a Sant’Anna Arresi (Chiesa di Sant’Anna, ore 18.30) l’ottava tournée dello spettacolo “Storia di un uomo magro” in occasione della Giornata della memoria, istituita dall’Assemblea dell’Onu il primo novembre 2005 per ricordare le vittime dell’Olocausto. Col monologo dell’attore-regista Paolo Floris, accompagnato dall’organettista Pier Paolo Vacca, si terranno 22 rappresentazioni in 16 località di cinque Regioni italiane (Sardegna, Emilia, Lombardia, Liguria e Marche).

L’organizzazione è dell’Associazione Cultuale Pane & Cioccolata col sostegno della Fondazione di Sardegna, la collaborazione di 11 amministrazioni comunali e di tante scuole. All’iniziativa hanno collaborato diversi Istituti storici per la Resistenza, l’Anpi (Associazione nazionale partigiani italiani), la Fasi (Federazione associazione dei sardi in Italia). Uno spettacolo si terrà per i detenuti del carcere di Uta con l’autorizzazione del Tribunale di sorveglianza di Cagliari. Dice Paolo Floris: “Parteciperemo, con lo spettacolo, anche per ricordare gli 80 anni della liberazione di Piacenza dove, tra i protagonisti, alla guida della brigata “Giustizia e Libertà”, era stato il carabiniere sardo Fausto Cossu di Tempio Pausania col comandante unico Emilio Canzi (“Ezio Franchi”), Giuseppe Prati (“Liberatore”), succeduto a Vladimiro Bersani (“Selva”, morto in combattimento il 19 luglio 1944). Molto attive le scuole in Sardegna e nella penisola dove verranno coinvolti oltre cinquemila studenti”.

La vicenda narrata. “Storia di un uomo magro” racconta le vicende di uno dei tanti uomini protagonisti della Seconda guerra mondiale. Vittorio Palmas, di Perdasdefogu, morto tre anni fa poco prima di compiere 106 anni, è stato prigioniero dei tedeschi nell’orrore dei lager nazisti. Lo spettacolo. Vittorio è un uomo magro. Magro, ma non troppo magro per imbracciare un fucile e partire per fare la guerra; non troppo magro per lavorare, da schiavo, in una fabbrica tedesca; magro, ma non troppo magro, perché la sua storia finisca nel forno crematorio di un lager tedesco. Resterà vivo per due chili. Liberamente tratto dal libro di Giacomo Mameli La ghianda è una ciliegia (2006), lo spettacolo di Floris (che ha superato le cento rappresentazioni), riporta alla luce i ricordi di Vittorio. Con una narrazione leggera, che non risparmia gli orrori del nazi-fascismo, la vita del soldato sardo diventa sul palco, con la tecnica del teatro di narrazione, il simbolo di tanti uomini comuni che la violenza della guerra ha trasformato in eroi.

Paolo Floris. Paulilatino 1985, attore, autore, regista. È cresciuto artisticamente con Giancarlo Sammartano e Ascanio Celestini. Interessato all’arte affabulatoria, racconta la storia del nostro Paese partendo dalla ricerca antropologica sul campo. Tra gli altri suoi spettacoli teatrali: Gramsci spiegato a mia figlia. L’ultimo lavoro “Tema”, rievoca le vicende della prima guerra mondiale tra gli altipiani del Carso e di Asiago. Giacomo Mameli. Perdasdefogu 1941, giornalista, scrittore. Laureato in Sociologia, alla Scuola superiore di giornalismo di Urbino ha discusso la tesi con Paolo Fabbri e Carlo Bo (“Quattro paesi, un’isola”). Collabora con quotidiani e televisioni nazionali ed estere.

La ghianda è una ciliegia. (Cuec, 2006, Il Maestrale 2021) – Il romanzo (vincitore del Premio Orsello per le letteratura nel 2007, presidente della giuria Sergio Zavoli) dà voce ai senza-parola, ai “vecchi ragazzi” della seconda guerra mondiale, la maggior parte dei quali analfabeti, protagonisti di una epopea tra le più tragiche della nostra storia contemporanea. Pierpaolo Vacca. Ovodda 1991. L’artista barbaricino suona l’organetto diatonico. Dopo gli inizi con il folk ha esplorato i territori del jazz e della canzone d’autore. Ha inciso con Paolo Fresu e Daniele Di Bonaventura l’album Tango Macondo. Nel 2024 il suo primo lavoro da solista, Travessu. Sedi e orari degli spettacoli: – 20 gennaio, ore 18.30, SANT’ANNA ARRESI Chiesa di Sant’Anna. – 21 gennaio, ore 19, FONNI Auditorium Ceas. – 22 gennaio, ore 19, SAN VERO MILIS Chiesa San Salvatore. – 23 gennaio, ore 19, MACOMER Centro Culturale U.N.L.A. – 24 gennaio, ore 11, GHILARZA Auditorium Liceo Scientifico Mariano IV. – 26 gennaio, ore 9, 11 e 21, PIACENZA Sala dei Teatini. – 27 gennaio, ore 11 e 20,45, ALZANO LOMBARDO Teatro degli Storti. – 28 gennaio, ore 17, IMPERIA Teatro Lo Spazio Vuoto. – 29 gennaio, ore 19, PESARO Teatro Sperimentale. – 31 gennaio, ore 11.15, URBINO Cinema Ducale. – 2 febbraio, ore 11, PESARO Teatro Sperimentale. – 3 febbraio, ore 19, BOLOGNA Centro Sociale Giorgio Costa. – 4 febbraio, ore 18, VICENZA Auditorium dei Carmini. – 9 febbraio, ore 11.30-19, TORTOLI’ Auditorium Istituto Tecnico Monte Attu. – 19 febbraio, ore 11, UTA Casa Circondariale Ettore Scalas. – 20 febbraio, ore 11-19, ARBOREA Teatro Don Bosco. – 23 febbraio, ore 11.15, CAGLIARI Auditorium Liceo Dettori.

Roma, Giuliano Logos al Teatro Palladium: slam poetry per studenti

Roma, Giuliano Logos al Teatro Palladium: slam poetry per studentiRoma, 16 gen. (askanews) – Presso il Teatro Palladium di Roma si è tenuto oggi il laboratorio “Le parole nella scrittura, guidato da Giuliano Logos, rivolto ad oltre 450 studenti delle scuole superiori di Roma e Lazio, inserito nei Progetti Scuola ABC, promosso dalla Regione Lazio con Roma Capitale, nell’ambito del PR FSE+.

Sono intervenuti Amedeo Ciaccheri, presidente VII municipio, che ha affermato: “Chi può portare nelle scuole della nostra città personaggi del calibro di Rancore, Massimiliano Bruno e Rancore? Lo fanno i Progetti Scuola Abc che danno a tanti ragazzi della nostra città l’opportunità di entrare dentro i linguaggi del contemporaneo, usare l’arte e la cultura per capire loro stessi e il mondo che li circonda, facendo crescere una comunità sempre più consapevole. Portare i protagonisti della nostra cultura contemporanea a incontrarsi con le scuola non è affatto scontato, ma rompe un’idea di un’istituzionalità impegnata solo in celebrazioni e testimonianze, portandola a confrontarsi con le nuove generazione che crescono dentro alle scuole”. Giovanna Pugliese, coordinatrice Progetti Scuola ABC ha dichiarato: “Oggi grazie alla guida di Giuliano Logos, attraverso la poesia i ragazzi parleranno delle loro idee, dei loro progetti, delle paure e dei sentimenti. Ringrazio le istituzioni che ci permettono di realizzare questo progetto da ben 13 anni, e la nostra squadra allargata che vede sempre presenti i territori, e le personalità della cultura e dello spettacolo come Max Bruno, Rancore, Giuliano Logos. I progetti, grazie alle numerose adesioni dei ragazzi, confermano quanto è importante il lavoro con le nuove generazioni”.

Giuliano Logos, raccontando la giornata ha affermato: “L’incontro di oggi aveva a che fare con la scrittura poetica. I ragazzi si sono misurati in prima persona con la poesia performativa, la slam poetry e in tanti sono saliti sul palco, esprimendo le loro emozioni e le loro paure. Sono stati davvero stupendi”.

Libri, esce “Il nemico ideale” della giornalista Nathania Zevi

Libri, esce “Il nemico ideale” della giornalista Nathania ZeviRoma, 16 gen. (askanews) – Rai Libri presenta “Il nemico ideale” di Nathania Zevi. Il pregiudizio, l’odio, la paura. L’antisemitismo non è mai stato davvero superato, può rimanere latente per anni per poi esplodere, in qualsiasi angolo del Pianeta, in maniera violenta e devastante. La giornalista Nathania Zevi lo analizza e lo racconta partendo dai fatti drammatici dell’attualità. Quella del sentimento antisemita è una storia antica che, nel tempo, ha subito delle evoluzioni, prendendo forme nuove e subdole. Stereotipi del passato, difficilissimi da sradicare, trovano oggi canali di amplificazione sempre più potenti. L’antisemitismo vive e si manifesta nella società reale e sul web, nei luoghi di lavoro come nella scuola e allo stadio.

“Mai come ora – scrive l’autrice – la piena conoscenza del fenomeno rappresenta un punto di partenza necessario per scandagliare le origini di una questione quanto mai attuale”. “Il nemico ideale” di Nathania Zevi, edito da Rai Libri, è in vendita nelle librerie e negli store digitali dal 17 gennaio 2024 (Euro: 19,00).

Nathania Zevi lavora come giornalista al Tg1. Dopo la laurea in Filosofia e un master in giornalismo alla Columbia University di New York ha lavorato al Wall Street Journal, poi ha iniziato il percorso in Rai con la trasmissione “Agorà”, grazie alla quale, nel 2015, ha vinto il Premio Biagio Agnes. In seguito, ha lavorato, sempre in Rai, nei telegiornali regionali, per poi approdare al Tg3, dove ha seguito per anni la politica. Con la nonna, Tullia Zevi ha scritto a quattro mani Ti racconto la mia storia, pubblicato nel 2007 da Rizzoli.

Cenerentola al Teatro Olimpico di Roma dal 19 al 21 gennaio

Cenerentola al Teatro Olimpico di Roma dal 19 al 21 gennaioRoma, 15 gen. (askanews) – Il primo appuntamento con la danza nel 2024 per la stagione dell’Accademia Filarmonica Romana sarà al Teatro Olimpico da venerdì 19 gennaio (ore 20.30) con la Cenerentola del regista e coreografo Luciano Cannito, prodotta da Fabrizio di Fiore per Roma City Ballet Company, una delle più recenti formazioni italiane, composta esclusivamente da artisti selezionati con audizioni internazionali, e che ad oggi si è conquistata già un posto di rilievo nel panorama nazionale.

In scena fino a domenica 21 gennaio, il balletto in due atti, su musica di Sergej Prokof’ev, vede protagoniste nei ruoli principali le due stelle internazionali Iana Salenko e Dinu Tamazlacaru Principal Dancers del Teatro dell’Opera di Berlino, che si affiancano al Corpo di Ballo di Roma City Ballet e a Manuel Paruccini, primo ballerino del Teatro dell’Opera di Roma nel ruolo della matrigna “en travesti”. Firma regia e coreografia Luciano Cannito, già direttore artistico del Corpo di Ballo del Teatro San Carlo di Napoli, del Teatro Massimo di Palermo e del Balletto di Roma, che si avvale dei costumi di Giusi Giustino costumista e direttrice della sartoria del Teatro San Carlo di Napoli, e delle scene di Michele Della Cioppa, direttore degli allestimenti scenici del Teatro dell’Opera di Roma.

“Ciò che più mi premeva di rendere con la musica di Cenerentola – raccontava Prokof’ev – era l’amore poetico tra lei e il principe, la nascita e il fiorire del sentimento, gli ostacoli su questa via, la realizzazione di un sogno. Ho cercato di far sì che lo spettatore non rimanesse indifferente alla sventura e alla gioia. Ho composto Cenerentola nel solco della tradizione del balletto classico russo”. La favola più amata, a quasi ottant’anni dalla sua prima rappresentazione (era il 22 novembre 1945, al Teatro Bol’šoj di Mosca, per la coreografia di Rostislav Zakharov), continua ad appassionare il pubblico di ogni età, registrando sold out in ogni sua riedizione. La storia di Cenerentola parla di una fanciulla già orfana di madre, ridotta in povertà e angustiata dalle sorellastre e dalla matrigna alla morte del padre. Ma lei non smette di sognare, aspettando il suo principe azzurro che alla fine troverà e sposerà. Con l’aiuto della fata e di un pizzico di magia il sogno diventa realtà. Nella versione di Luciano Cannito, coreografo particolarmente attento alla struttura narrativa del balletto, la storia si arricchisce di un pizzico di follia, comicità e divertimento senza tralasciare la spettacolarità, soprattutto nelle scene del secondo atto con il grande salone da ballo. “I grandi Balletti, anzi, i grandi titoli di balletto classico – racconta Cannito -, affascinano e stimolano l’immaginazione, ci riportano a mondi fatti di magia, di sogno, di fantasia. Il balletto della storia universale di Cenerentola aggiunge al fantastico del racconto attraverso le immagini e la grande danza, il fantastico del desiderato da tutti: realizzare i nostri sogni nei momenti più bui della nostra vita e soprattutto realizzarli quando non ce lo aspettavamo più”.

Libri, “Il palazzo delle Ombre”: opera d’esordio di Svevo Ruggeri

Libri, “Il palazzo delle Ombre”: opera d’esordio di Svevo RuggeriRoma, 9 gen. (askanews) – “Il palazzo delle ombre” è il libro d’esordio di Svevo Ruggeri, edito da Spirito Libero edizioni.

Siamo a Roma, sul fossato di Castel Sant’Angelo, viene rinvenuto il cadavere di una donna, solo tre giorni dopo, sarà ritrovato nelle stesse condizioni, quello di un uomo. Entrambi non hanno con sé i documenti, e appaiono alle forze armate come perfetti sconosciuti. Sarà Filippo Donati ad occuparsi delle indagini, destreggiandosi tra l’investigazione e il sedare i media sulla possibile presenza di un killer locale. Il personaggio principale è quello di Norman Lanzaldi, rimasto orfano da tempo, vive la sua vita in una routine noiosa, fino al lascito ereditario di suo zio, l’architetto Lanzaldi. Non solo denaro quello lasciato in eredità, ma anche il palazzo Bartolomeo De Dossi, in pieno centro a Roma. Da qui una serie di misteri, vissuti in compagnia di Marie Claire, l’unica di cui si fida Norman, e con la quale vive un’intensa passione. Saranno molti gli elementi polizieschi attraverso un’indagine che chiama a rispondere la fondazione Genos, di cui era a capo il dipartito Lanzaldi. Non mancheranno l’inserimento di numerosi personaggi, come la giovanissima Marta Ranieri, che inconsapevolmente si riscopre medium. La casa, l’elemento centrale da cui si dispiega una coinvolgente storia.

Una casa che cambia di continuo, gemella di altre sei esattamente identiche e speculari, che si erge su sette nuclei energetici. Una storia ad alta tensione, che fino alla fine accompagnerà il lettore in una vicenda in cui la verità è sempre dietro l’angolo.

”Polveriera Mediterraneo”: raccolta di saggi di Mercuri e Gasparetto

”Polveriera Mediterraneo”: raccolta di saggi di Mercuri e GasparettoRoma, 13 gen. (askanews) – Con la prefazione di Vittorio Emanuele Parsi, esce “Polveriera Mediterraneo. Dall’Afghanistan all’Algeria”, le nuove sfide per l’ordine mondiale, la raccolta di saggi a cura di Michela Mercuri e Alberto Gasparetto, è in distribuzione da giugno 2023, edito da FrancoAngeli editore.

Il libro è chiaro e diretto già dal titolo. Polveriera Mediterraneo illustra al lettore una raccolta di saggi che prende in esame le questioni del Medio Oriente, in un lasso di tempo che va dal 2011 al giorno d’oggi e con preziosi riferimenti storici. Polveriera si focalizza su questioni di carattere politico, ma che, con lo scorrere della lettura, si rivelano fondamentali per il nostro futuro. L’obiettivo principale del testo, quindi, è di studiare a fondo gli eventi del “Mare Nostrum” e raccontarli attraverso un’attenta analisi. Innanzitutto, occorre prendere in esame diverse guerre, prima fra tutte quella scoppiata in Afghanistan, durata per ben vent’anni. Inoltre, vengono esposti saggi sulla “questione saudita”, caratterizzata da continui cambiamenti, squilibrio tra riformismo e oppressione della Siria, includendo altresì le “primavere arabe” dei movimenti islamisti. È un libro pieno di spunti, dove i contributi di Claudio Bertolotti, Giuseppe Acconcia, Jessica Pulsone, Mauro Primavera, Sara Senno, Caterina Roggero e, ovviamente, Michela Mercuri e Alberto Gasparetto, sono fondamentali poiché rendono Polveriera Mediterraneo un gioiello unico nel suo genere. Il testo è capace di fotografare assetti territoriali che vivono in condizioni di estrema difficoltà, portando il lettore a trovare una strategia efficace, al fine di trovare politiche adeguate che l’Unione Europea potrebbe adottare per porre fine a tutto questo. Questo testo scandisce il tempo sotto il peso di una bomba, la stessa che aleggia, da troppo, sul Mediterraneo, inconsapevole degli effetti devastanti che l’esplosione potrebbe provocare. La guerra in Ucraina non ha senz’altro zittito le armi in Nord Africa e nel Medio Oriente, un’area segnata da conflitti irrisolti, guerre per procura e rivolte che si estendono fino ai confini dell’Asia centrale.

In questo senso, il Mediterraneo diventa una vera e propria polveriera pronta a esplodere. Le recenti proteste in Iran, la crisi che sta vivendo l’Afghanistan, dopo il ritiro delle truppe americane, le ambizioni egemoniche turche, l’instabilità libica, il revanscismo jihadista in Nord Africa e la futura traiettoria di Paesi “in bilico”, come l’Algeria, l’Arabia Saudita e la Siria, rappresentano alcune delle maggiori incognite per il futuro. Il problema è che gli effetti di queste “bombe a orologeria” potrebbero riverberarsi sugli Stati vicini e, ancor peggio, sull’intero sistema internazionale; in questo scenario, gli esiti non potranno che essere devastanti. Questi delicate tematiche vengono affrontate dagli autori, descrivendo caparbiamente realtà differenti, ma interconnesse, con l’intento di riunire i pezzi del grande puzzle raffigurato dalla Polveriera Mediterraneo.

Parco archeologico Colosseo, arriva il nuovo podcast “Dov’è Nerone”

Parco archeologico Colosseo, arriva il nuovo podcast “Dov’è Nerone”Roma, 12 gen. (askanews) – Raccontare la storia del più celebre e calunniato imperatore dell’antica Roma, attraverso la riscoperta dell’unico luogo dove tuttora riecheggia il suo spirito: la Domus Aurea. Questo è il filo conduttore di “Dov’è Nerone”, il nuovo podcast originale prodotto dal Parco archeologico del Colosseo con il coordinamento e la supervisione di Francesca Guarneri e Federica Rinaldi.

“Dov’è Nerone” è un podcast dedicato all’esplorazione della Domus Aurea e dei misteri legati all’imperatore Nerone. Nel corso di quattro puntate, l’autore e regista Luca Lancise guiderà gli ascoltatori in un viaggio nel passato, svelando segreti nascosti e tracce deliberatamente cancellate. La prima puntata, intitolata “La tomba dell’Imperatore”, è stata rilasciata il 7 gennaio 2024, aprendo le porte a un viaggio avvincente nell’oscura storia dell’imperatore Nerone. La prossima puntata, dal titolo “L’albero infernale”, è in programma per il 14 gennaio 2024, e coinciderà con l’ultimo giorno della mostra inaugurata lo scorso 22 giugno e dedicata all’imperatore “L’Amato di Iside. Nerone, la Domus Aurea e l’Egitto”, curata da Alfonsina Russo, Francesca Guarneri, Stefano Borghini e Massimiliana Pozzi. Seguiranno la terza puntata il 21 gennaio “La casa e la città” e la quarta il 28 gennaio “La luce e l’ombra”. Ogni puntata sarà disponibile sul sito istituzionale www.colosseo.it e sull’account Spotify del PArCo.

Arte, Second Order Reality di Carola Bonfili in scena a Lubiana

Arte, Second Order Reality di Carola Bonfili in scena a LubianaRoma, 12 gen. (askanews) – Second Order Reality è un progetto di Carola Bonfili che si sviluppa attraverso diverse forme di narrazione: un video in CGI, un ambiente immersivo in VR e una serie di sculture. Unendo linguaggi e riferimenti diversi, dalla letteratura ottocentesca all’architettura brutalista, dai fumetti all’intelligenza artificiale generativa, l’opera si muove tra la dimensione digitale e quella fisica, esplorando le infinite possibilità di una storia. I mezzi espressivi scelti dall’artista influiscono infatti sull’evoluzione del racconto stesso, frammentandolo e creando una serie continua di rimandi che aprono nuove possibilità di immaginazione.

Promosso da Fondazione smART – polo per l’arte, e curato da Daniela Cotimbo e Ilaria Gianni, il progetto è realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (XI edizione, 2022), programma di promozione internazionale dell’arte contemporanea italiana della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Dopo una preview presso La Capella a Barcellona, Second Order Reality sarà presentato in forma di mostra presso Aksioma – Institute for Contemporary Art a Lubiana dal 18 gennaio al 16 febbraio 2024 per poi vedere altre tappe in collaborazione con gli altri partner del progetto, fino alla destinazione finale dell’opera alla collezione del MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo.

Con Second Order Reality Carola Bonfili indaga gli stati percettivi che caratterizzano l’esperienza di navigazione nei mondi virtuali e che sono connaturati nel “pensiero magico” dei bambini. Le sculture che saranno presentate per la prima volta nella mostra a Lubiana riprendono alcuni dei temi e degli immaginari presenti nella storia e li traducono in elementi fisici. Il progetto sarà accompagnato da un catalogo edito da Nero Editions con testi di Daniela Cotimbo, Ilaria Gianni, Domenico Quaranta e Valentina Tanni.

Roma, il 14 gennaio Gershwin apre i “Dialoghi Sinfonici” alla Nuvola

Roma, il 14 gennaio Gershwin apre i “Dialoghi Sinfonici” alla NuvolaRoma, 11 gen. (askanews) – A Roma, domenica 14 gennaio (alle ore 11), dopo il successo dello scorso anno torna il primo dei quattro incontri-concerti “Dialoghi Sinfonici – La musica si racconta!”, che l’Europa InCanto Orchestra, una delle più importanti orchestre giovanili italiane, terrà all’auditorium della Nuvola dell’Eur per il Festival Eur Culture. La rassegna, firmata da Europa InCanto, è inserita all’interno del festival “Eur Culture” e sostenuta da Poste Italiane.

Non un tradizionale concerto di musica classica, ma un viaggio alla scoperta dei più grandi compositori della scena sinfonica degli ultimi 250 anni, svelando i segreti e le curiosità che si celano dietro ai brani più importanti, fornendo agli spettatori gli strumenti adatti ad ascoltare e a comprendere la musica. Grazie ad esempi estemporanei forniti dall’Orchestra durante l’incontro, verranno raccontati curiosità e aneddoti che riguardano i brani eseguiti. A guidare l’Europa InCanto Orchestra, formata da musicisti e musiciste under 35, è il maestro Germano Neri, direttore artistico di Europa InCanto. L’appuntamento di domenica 14 gennaio è intitolato: “G. Gershwin: ritmi e suoni della città”. L’orchestra eseguirà “Rapsodia in blu” e “Un americano a Parigi”, due affreschi musicali per conoscere uno dei grandi compositori innovatori dell’inizio del Novecento. Un viaggio nella composizione musicale per scoprire itinerari e sensazioni vissute da Gershwin, il cui repertorio spazia dalla musica colta al jazz. La stagione dei “Dialoghi Sinfonici” all’Auditorium della Nuvola proseguirà fino al 7 aprile con tre appuntamenti, uno al mese. Il prossimo sarà domenica 18 febbraio con “Stravinskij e Ravel: due mondi a confronto”. Il 3 marzo sarà dedicato a Wolfgang Amadeus Mozart, mentre l’ultimo appuntamento di domenica 7 aprile si intitolerà: “L’ora del balletto: su e giù dalle Punte”.

”Dare la vita”: l’ultimo libro di Murgia sulla gravidanza surrogata

”Dare la vita”: l’ultimo libro di Murgia sulla gravidanza surrogataRoma, 10 gen. (askanews) – Michela Murgia aveva in animo di scrivere un libro sulla gestazione per altri, o surrogazione, da oltre sei anni: lo dice nella postfazione Alessandro Giammei, il curatore di “Dare la vita”, ultimo saggio dell’intellettuale e romanziera morta nel 2023 a soli 51 anni. Un saggio elaborato con estrema fatica che si è “trovata a dover chiudere in meno di sei settimane”, quanto le ha concesso alla fine la malattia.

Elaborato dunque in parte da materiale nuovo, in parte da riflessioni già scritte. “Per sistemare queste scritture secondo le volontà di Michela sono ricorso oltre che alla mia memoria e al suo archivio, a diversi messaggi… alcuni dei quali mi hanno anche fornito brevi brani di raccordo, introduzione e cerniera necessari… a dare continuità alla lettura” scrive Giammei.Il saggio su uno dei temi più ostici e controversi della politica e dell’etica italiana si legge, in effetti, come un continuum. Alle riflessioni sul significato stesso di “dare la vita”, da Murgia (che figli biologici non ne ebbe, ma quattro “d’anima”, alla sarda, sì), segue l’analisi del concetto di ‘famiglia queer’: quella che non è tutelata dalle leggi italiane, e che vive fuori dai parametri.

Il nucleo del saggio, sulla GPA, comincia con un assunto: la maternità non è solo “una funzione biologica”: “non è tollerabile oggi in un discorso serio sentir definire ‘maternità’ il processo fisico della sola gravidanza”. Non oggi, quando per la prima volta nella storia le donne possono sfuggire se lo vogliono al destino di essere madri per forza, e quando tante famiglie doppie o triple vivono con figli adottivi o d’anima con cui non hanno legami biologici.“Di conseguenza è improprio anche discutere di ‘maternità surrogata’. Si può discutere invece di gravidanza surrogata, purché resti chiaro che si tratta di una cosa profondamente diversa”.

Ne conseguono diverse riflessioni. Primo: la GPA è una questione di soldi, sì. Donne o famiglie più ricche sfruttano la disponibilità di donne bisognose a offrire il loro corpo e la loro persona per una gravidanza (non una maternità). E non è neanche una storia recente: Murgia ricorda le tante schiave che nella Bibbia partoriscono figli per le mogli infertili dei profeti.Sono sfruttate, le donne che si prestano alla GPA? Sì, e in pagine luminose Murgia scrive, “ma questa affermazione può essere applicata anche alla signora rumena che ha lasciato i figli alla madre per venire qui a fare la badante a nostra nonna… È ipocrita non voler vedere che la nostra emancipazione, la libertà di andare a lavorare o vivere la vita della nostra famiglia anziché votarsi all’assistenza di una persona anziana è conquistata a prezzo della non emancipazione di altre donne, alle quali il compito di cura che la società ha sempre preteso dalle donne italiane è stato trasferito”.

Murgia ne conclude che la GPA va regolamentata, perché là dove non c’è una legge, si finge che il fenomeno non esista, mentre se lo si vieta, lo si ricaccia solo oltre confine, magari in India. Tutelare le donne significa garantire loro fra l’altro un giusto compenso. Non solo: non considera accettabile una legge sul modello californiano, che obbliga la gestante a cedere il figlio alla nascita.“Proprio perché un essere umano non è una merce, in nessun caso il denaro versato alla donna gestante può essere considerato un corrispettivo” per il o la nascitura (nel libro è usata la schwa), “ma sempre e soltanto una remunerazione della sua gestazione”. Si paga il tempo ma non si compra chi nasce, la cui cessione “avviene per pura volontà da parte di colei che ne è a tutti gli effetti la madre fisica”. Così come non si può obbligare la gestante ad abortire di un feto non perfetto.Murgia però invita caldamente a non lasciarsi prendere dall’ipocrisia: chi si oppone alla GPA, dice, non ha alcun interesse per quel che accadrà ai bambini (si veda il capitolo “Cosa penseranno i bambini (come se ce ne fosse mai importato niente)”. E osserva, “il primo a dirti che ‘il meglio è nemico del bene’ è proprio il famoso buon senso con cui la destra, la tradizione e il patriarcato vorrebbero impedirci di ripensare a soluzioni alternative per fare famiglia”.Questo pamphlet edito da Rizzoli, con le sue 122 pagine, offre molti altri spunti, pensieri laterali, forse soluzioni per ‘fare famiglia’ in questi tempi di rivoluzione tecnologica oltre che sociale. Farà venire l’orticaria a molti, come spesso Murgia ha fatto in vita.Il punto è che con Michela Murgia, oggi come ieri, si può essere o meno d’accordo; ma non si può ignorare che da ogni riga traspare l’intelligenza lucida e visionaria dell’intellettuale a cui la formazione teologica era servita, oltre che per la sua fede personale, come palestra di ragionamento e retorica. Ci lascia il suo appello: “Quando qualcosa non vi torna datemi torto, dibattetene, coltivate il dubbio… La mia anima non ha mai desiderato generare né gente né libri mansueti, compiacenti, accondiscendenti. Fate casino”. (di Alessandra Quattrocchi)