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”Roma Arte in Nuvola 2024″, dal 22 al 24 novembre alla Nuvola dell’Eur

”Roma Arte in Nuvola 2024″, dal 22 al 24 novembre alla Nuvola dell’EurRoma, 30 ott. (askanews) – Dall’astrattismo all’arte povera, dalla digital art all’arte plastica, passando per la scultura, la fotografia, la videoarte, la pittura, le installazioni e la street art, Roma si prepara ad accogliere dal 22 al 24 novembre (opening e anteprima stampa il 21) la quarta edizione di Roma Arte in Nuvola, uno degli appuntamenti più attesi nel panorama dell’arte moderna e contemporanea nazionale e internazionale, ideata e diretta da Alessandro Nicosia, prodotta da C.O.R. Creare Organizzare Realizzare con la direzione artistica di Adriana Polveroni e promossa con Eur S.p.A. Un vero e proprio hub artistico a tutto tondo, dove artisti, gallerie, appassionati, insieme alle grandi istituzioni, anch’esse parte attiva nella programmazione della manifestazione, si incontrano per offrire un’esperienza visiva e sensoriale delle molteplici anime della creatività all’interno di uno scenario d’eccezione quale è la Nuvola.


In un dialogo fra moderno e contemporaneo, con 140 gallerie nazionali e internazionali che rappresentano l’attività principale dell’intera manifestazione, particolare visibilità verrà data agli espositori del Centro e Sud Italia provenienti da città quali Napoli, Pescara, Sorrento, Scicli, Avellino, Nuoro, Modica e San Pantaleo, che considerano la fiera un evento di assoluta importanza per fare conoscere le loro opere. ‘L’obiettivo che mi ero posto quando ho ideato questo progetto nel 2019 si sta consolidando sempre di più: non solo attraverso le gallerie, che rimangono al centro del progetto, ma anche grazie a numerose iniziative che consentiranno al grande pubblico di vivere un’esperienza ricca e diversa, calata nei 14.000 metri quadri di spazio espositivo divisi tra arte moderna, al general floor, e contemporanea, al piano forum, capaci di creare un dialogo vivace e articolato tra diverse espressioni artistiche’, dichiara l’ideatore della manifestazione, Alessandro Nicosia.


Continua in tal senso il percorso di crescita della fiera con numerosi eventi collaterali che animeranno i corridoi della Nuvola, arricchendo l’esperienza di questa nuova edizione. I visitatori potranno ammirare le mostre di Pietro Consagra, Piero Guccione e Vedovamazzei e la selezione di opere provenienti dal Paese ospite di questa quarta edizione, il Portogallo. La Regione Puglia, di concerto con la Pinacoteca ‘Giuseppe De Nittis’ di Barletta e la Fondazione Museo Pino Pascali di Polignano a Mare, presenterà un inedito incontro tra Giuseppe De Nittis e Pino Pascali curato da Adriana Polveroni. Internazionalità, eccellenza e attenzione allo sviluppo culturale del territorio, conferma le collaborazioni istituzionali con il Ministero della Cultura, con la speciale partecipazione di alcune delle sue istituzioni museali e culturali più rappresentative come la Direzione Generale Creatività Contemporanea, con la Fondazione MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, con l’Istituto centrale per la grafica, con la Direzione generale Archivi e il Museo delle Civiltà, fino alla Regione Lazio e Roma Capitale che sostengono sin dalla prima edizione il progetto; Roma Capitale con l’interessante mostra su Giulio Aristide Sartorio, la Regione Lazio con le gallerie del territorio. Main sponsor Banca Ifis che, attraverso Ifis art, sostiene Roma Arte in Nuvola per promuovere e valorizzare la fruizione dell’arte e il suo impatto sociale. Per l’occasione, Banca Ifis allestirà uno spazio che consentirà ai visitatori di immergersi nella produzione di uno dei più grandi artisti italiani di tutti i tempi: Antonio Canova. A Roma Arte in Nuvola verranno esposti 12 busti inediti del maestro veneziano, recentemente ritrovati e restaurati grazie al supporto di Ifis art.


Significativa la partecipazione, per il secondo anno consecutivo, della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura che presenterà al pubblico un focus sulle produzioni fotografiche e video, acquisite attraverso alcuni dei più importanti programmi nazionali e internazionali di sostegno all’arte italiana: Strategia Fotografia, Italian Council e PAC – Piano per l’Arte Contemporanea. Inoltre, sarà proiettata una selezione di immagini provenienti da ‘Atlante Architettura Contemporanea’ progetto di committenza, in collaborazione con il MUFOCO Museo di Fotografia Contemporanea e Triennale Milano, grazie al quale dieci giovani autori, individuati attraverso selezione pubblica, hanno percorso l’intero territorio italiano per raccontare oltre 250 architetture contemporanee italiane. La Direzione generale Archivi del Ministero della Cultura parteciperà per la prima volta con un’isola informativa, esponendo documenti storici e opere originali, tra cui gli atti del processo relativi al disastro del Vajont e le lettere dalla prigionia di Aldo Moro. L’Istituto centrale per la grafica, invece, esporrà una selezione di opere anche di recente acquisizione, rappresentative della varietà e della qualità delle sue collezioni, con particolare riferimento al Novecento. Tra gli artisti esposti: Giorgio Morandi, Fausto Pirandello, Filippo de Pisis, Franco Gentilini, Emilio Isgrò, Alberto Burri, Jannis Kounellis.


Dalla collezione del MAXXI invece saranno esposte: Casa senza titolo (1999) di Sislej Xhafa, collocata nel piano forum della Nuvola, e Climbing (2000) del duo Vedovamazzei, allestita all’interno di un’area espositiva a loro dedicata. Attraverso Casa senza Titolo, presentata per la prima volta alla Biennale di Venezia del 1999 durante i bombardamenti del Kosovo per mano della Nato, Xhafa pone l’attenzione sulla rappresentazione dell’identità nazionale (in questo caso la sua, albanese). Climbing è stata prodotta in occasione della prima edizione del Premio per la giovane arte italiana (2000) il cui tema era ‘Migrazioni e Multiculturalità’ e giustappone, in chiave ironica, un lampadario in ferro, una scala da alpinismo, un sacco a pelo di volpe argentina firmato Prada e un comodino di cartone. Tornerà anche il focus internazionale che quest’anno vedrà protagonista il Portogallo, con ‘Uma Volta ao Sol’ (Un giro attorno al sole), a cura di Sandra Vieira Jürgens, curatrice e critica specializzata in arte contemporanea e nell’esplorazione delle nuove avanguardie artistiche. Con opere che dialogano con la vita in modo ravvicinato, poroso e flessibile, sarà un invito a sperimentare la dimensione ludica dell’arte e del gioco collettivo, offrendo uno spaccato di nuovi linguaggi, una commistione tra arte e tecnologia, e uno sguardo inedito sulla scena portoghese. Guardando alle identità artistiche, ma anche al confronto e alle intersezioni tra stili ed epoche, la fiera offrirà ai visitatori un viaggio tra installazioni, performance, talk ed eventi speciali. Tra questi ‘Lo studio di Pietro Consagra come performance di una vita’ ricostruisce idealmente lo studio romano in via Cassia 1162 di questo protagonista internazionale dell’arte astratta, attraverso una serie vintage di fotografie scattate da Claudio Abate. In mostra sono esposte anche sculture riprodotte nelle immagini del giardino come i ‘Matacubi’ dalle forme inanellate, e i marmi ‘Libeccio antico’ e ‘Ligiona n. 3’ che confermano come il colore nell’opera di Consagra sostituisca sempre il contrasto accademico di luce e ombra. Il progetto, a cura dell’Archivio Pietro Consagra, include anche nove preziose foto vintage di Ugo Mulas che ritraggono l’artista al lavoro nel suo studio. Altro highlight della fiera, che mette in dialogo artisti e linguaggi, sarà il confronto inedito tra due pionieri dell’arte pugliese: Giuseppe De Nittis e Pino Pascali. Giovani, brillanti, geniali: Giuseppe De Nittis e Pino Pascali, entrambi innovatori nati a pochi chilometri di distanza in Puglia, vengono messi a confronto in un’inedita mostra vis-à-vis che esplora la loro capacità di sperimentazione. De Nittis, impressionista italiano, rivoluzionò la pittura con nuove inquadrature e una luce ispirata agli Impressionisti, mentre Pascali introdusse forme e materiali inediti, creando opere iconiche e sperimentando l’uso performativo della fotografia: due artisti decisivi per la storia dell’arte italiana, tra tradizione e avanguardia. Il viaggio di Roma Arte in Nuvola nei linguaggi dei pionieri prosegue con Piero Guccione, uno dei più importanti pittori italiani figurativi del XX secolo, protagonista di La città sognata – Opere 1959-1972. La mostra, realizzata dall’Archivio Piero Guccione a 70 anni dal suo arrivo nella Capitale, ripercorre il suo periodo romano accanto al maestro Renato Guttuso, con una selezione di 18 opere a olio su tela che catturano la bellezza meditativa del lavoro del ‘pittore del mare’ insieme all’essenza della sua poetica. Il Comune di Civita Castellana, noto per la grande tradizione artigianale nel campo della ceramica, presenterà la sua storia nonché l’opera di un’eccellenza: il Maestro Franco Giorgi. Passione e sperimentazione sono le caratteristiche di tutto il suo percorso artistico, che ha dato vita a forme inaspettate e articolate. Ancora sulla linea del gioco e del dialogo, ospite di quest’anno sarà anche il duo Vedovamazzei, formato da Stella Scala e Simeone Crispino, che porterà un’esposizione di opere inedite, caratterizzate dalla loro consueta ironia e capacità di affrontare temi complessi attraverso un linguaggio artistico che gioca con i confini tra realtà e rappresentazione. Non mancherà poi la grande fotografia contemporanea con ‘Il gioco delle identità’, a cura di Arianna Catania, che traccia un percorso inedito attraverso 50 opere di artisti che hanno segnato la storia della fotografia dagli anni ’60 ad oggi: Nan Goldin, Luigi Ontani, Shirin Neshat, Liu Bolin, Franco Vaccari, Kanehe Muholi, e ancora Letizia Battaglia, Vanessa Beecroft, Lisetta Carmi, Kensuke Koike, Francesco Jodice, sono solo alcuni degli autori che guideranno lo spettatore in una esposizione originale e non cronologica sul tema dell’identità. La sezione ‘Nuove prospettive’ a cura di Valentina Ciarallo comprenderà gallerie che si distinguono per un approccio innovativo e trasversale, impegnate nella ricerca di nuovi orizzonti e nella ridefinizione del concetto tradizionale di galleria. Infine, ci sarà spazio per il progetto speciale dedicato alle performance, curato da Daniela Cotimbo e Adriana Polveroni. Sono quattro gli appuntamenti che animeranno il programma con azioni dirompenti che indagano temi legati alle relazioni sociali, ai femminismi, all’ecologia, alla memoria urbana e al recupero delle subculture: da Francesco Fonassi con Dream Klub Remix all’artista romano Iginio De Luca con Tevere Expo, scarti sonori. E ancora il duo artistico LU.PA con D’altro canto cade e l’artista romana Francesca Cornacchini con Blue Horizon. Roma Arte in Nuvola 2024 sarà un’occasione unica per intraprendere un viaggio emozionante tra le migliori proposte artistiche e le nuove avanguardie in grado di catturare l’interesse non solo di addetti ai lavori, ma anche di un pubblico di giovani neofiti attirati dalla scoperta di un nuovo modo di intendere l’arte.

Visionario e anticipatore, Roberto Matta a Ca’ Pesaro a Venezia

Visionario e anticipatore, Roberto Matta a Ca’ Pesaro a VeneziaVenezia, 30 ott. (askanews) – L’irrazionale, l’inconscio, le deformazioni della materia, ma anche una capacità di anticipare i tempi, prefigurando sviluppi successivi, con grande lucidità e consapevolezza del mezzo pittorico. Roberto Matta, artista cileno nato nel 1911 e morto nel 2002 è stato un protagonista del surrealismo, ma fermarsi solo a questa definizione è limitativo. E la mostra, ampia e appassionata, che gli dedica Ca’ Pesaro a Venezia, lo dimostra.


“Secondo me visionario è la parola più giusta – ha detto ad askanews Elisabetta Barisoni, responsabile del museo della Galleria internazionale d’arte moderna – perché, come sottolinea tutta anche la critica che lo ama, lui prende e poi digerisce moltissime delle culture europee, le porta negli Stati Uniti ad uso dei pittori e degli artisti statunitensi, Poi è intriso di cultura anche architettonica perché parte sotto le Corbusier”. Le sale del museo veneziano accolgono alla perfezione le grandi opere di Matta, che restituiscono parte della loro forza agli spazi espositivi, in alcuni casi si ha la sensazione di trovarsi realmente davanti a dei grandi storyboard che raccontano di noi e del nostro futuro, a volte usando il linguaggio della fantascienza, perfetto per parlare della realtà, con lo sguardo unico dell’artista.


“È veramente un ecologista ante litteram – ha aggiunto Barisoni – cioè preoccupato del destino della nostra terra. E parliamo di anni in cui si correva verso le magnifiche sorti progressive, quindi non c’era l’idea di dover preservare il pianeta su cui viviamo. È visionario a livello politico, a livello di importanza della massa critica all’interno delle decisioni della macro e della micro politica”. La Rivoluzione Cubana è stata un altro dei grandi eventi storici che Matta ha vissuto e affrontato nel suo lavoro, ma a colpire è soprattutto la capacità di anticipare stili e stilemi del contemporaneo, da Picasso fino alla Street art. Eppure al grande pubblico il suo nome resta in molti casi sconosciuto. “Secondo me importante poterlo vedere con tante opere – ha concluso la responsabile di Ca’ Pesaro – perché Matta purtroppo non è così presente nelle collezioni pubbliche, è un po’ disseminato”.


La mostra nella Galleria d’arte moderna di Venezia colma questa lacuna, offrendoci, fino al 23 marzo 2025, la possibilità di addentrarci in una figura che il Novecento, alla fine, lo ha segnato. (Leonardo Merlini)

Libri, esce “Il Segno del Comando” di Loredana Lipperini

Libri, esce “Il Segno del Comando” di Loredana LipperiniRoma, 29 ott. (askanews) – Rai Libri presenta “Il Segno del Comando” di Loredana Lipperini.


Il mondo che ci appare è un’illusione. Tutto quel che ci circonda lo è: solo chi è in grado di vedere al di là del velo, e di sollevarlo, comprende la vera essenza della realtà. Il romanzo si ispira a “Il segno del comando”, uno degli sceneggiati più belli e più amati prodotti dalla Rai nel 1971, per la regia di Daniele D’Anza e una sceneggiatura frutto di molti ingegni dell’epoca, Giuseppe D’Agata, Flaminio Bollini, Dante Guardamagna, Lucio Mandarà. D’Agata ne trasse a sua volta un libro, e intere generazioni sono rimaste affascinate dalla storia di Edward Forster e della misteriosa Lucia. “Il segno del comando” di Loredana Lipperini è un romanzo gotico ed è un romanzo sugli anni Settanta, con ribelli e cospiratori, cultori dell’esoterismo vecchi e nuovi e veri e falsi, alchimisti e streghe (metaforiche e reali).


Edward Forster, professore a Cambridge, ha dedicato una vita a studiare l’affascinante figura di Lord Byron. Per questo accetta con entusiasmo il duplice invito a recarsi in Italia per questioni legate al poeta. Il primo viene dal British Council, mentre il secondo è di un pittore di nome Tagliaferri. Da lui Forster ha ricevuto una lettera che contiene una fotografia: riproduce una piazza romana, descritta nei minimi dettagli in uno dei diari di Byron. Una piazza che però, secondo Forster, non esiste, è solo un’invenzione dello scrittore. Non appena arriva a Roma, il professore si trova coinvolto in situazioni apparentemente inspiegabili, legate a una donna enigmatica di nome Lucia, e fa subito una stupefacente scoperta che riguarda proprio Tagliaferri… È soltanto l’inizio di un’avventura che assume tinte sempre più misteriose. In questo romanzo, il cui sceneggiato al quale è ispirato conquistò milioni di telespettatori, compaiono non solo i personaggi della serie, ma molti altri: streghe vere e presunte, occultisti legati al nazismo, studiosi di alchimia, medium, protagonisti della scena letteraria del tempo e dei primi movimenti per i diritti civili. In una Roma che ha ospitato realmente incantatori, alchimisti e maghi, e che vive le grandi trasformazioni degli anni Settanta, Forster è circondato da uomini che lo ingannano e da molte donne, inseguite, inseguitrici o complici. Ognuna di queste sfuggenti figure ha storie segrete da raccontare, che culminano in un finale inaspettato, in cui ogni mistero, forse, si svela…


“Il Segno del Comando” di Loredana Lipperini, edito da Rai Libri, è in vendita nelle librerie e negli store digitali dal 30 ottobre 2024. Loredana Lipperini è una scrittrice, giornalista, conduttrice radiofonica. Ha scritto diversi romanzi e racconti gotici: L’arrivo di Saturno, Magia nera, La notte si avvicina, Nome non ha, La strada giusta. Insegna letteratura fantastica alla Scuola Holden di Torino.


Canone inverso è la collana Rai Libri in cui le immagini diventano parole, e le storie per la tv e il cinema della Rai si trasformano in avvincenti romanzi in cui il narrato travalica e amplia i confini della sceneggiatura, creando reali scenari crossmediali.

In libreria: “Imparo gli scacchi” di Adolivio Capece

In libreria: “Imparo gli scacchi” di Adolivio CapeceRoma, 24 ott. (askanews) – Del Grande Maestro e storico degli Scacchi (e in generale dei ‘giochi della mente’) Adolivio Capece Mursia pubblica “Imparo gli scacchi”, un manuale per tutti gli appassionati di scacchi: strumento ideale per chi inizia come principiante assoluto, grazie all’esposizione semplice e chiara delle regole elementari, e ottimo vademecum per chi desidera migliorarsi via via fino al livello agonistico, in virtù di una notevole mole di esempi, strategie e partite commentate.


L’Autore offre un approccio didattico unico, partendo dal finale di una partita per facilitare l’apprendimento e la comprensione delle strategie del gioco; passa successivamente alle combinazioni tattiche, dove la fantasia e la genialità del giocatore vengono messe alla prova; infine affronta le aperture che richiedono uno studio mnemonico. Un excursus storico sugli scacchi, aggiornato ai nostri giorni, arricchisce il volume. «Le origini del gioco degli scacchi non sono ancora state stabilite con certezza: giochi che potremmo definire “precursori” degli scacchi risalgono agli albori della civiltà. E dato che molte e diverse sono le leggende sorte attorno al gioco è ancora più difficile il tentativo di inquadrarne con precisione l’origine da un punto di vista storico. Sicuramente il gioco ha origine orientale: è infatti ormai universalmente accettato che gli scacchi siano nati in India forse già prima del 2300-2200 a.C. Ed è stato accertato che all’inizio richiedeva quattro giocatori. Soltanto vari secoli dopo, quasi certamente nel sec. VII d.C., gli scacchi si trasformarono in gioco a due, assumendo una forma molto simile a quella che oggi noi conosciamo, ovvero quella di una battaglia in miniatura. Ovviamente non è logico pensare che il gioco sia stato ideato all’improvviso e da una sola persona, anche se tutti i racconti e le leggende lo lasciano pensare. Comunque è ormai sicuro, e vari reperti archeologici lo confermano, che la trasformazione in gioco a due grazie alla quale gli scacchi conclusero un’evoluzione secolare e trovarono una definitiva sistemazione assumendo molte delle caratteristiche moderne, avvenne in Persia nella prima metà del 650 d.C. all’epoca di re Khusraw II “dall’anima immortale”, uno degli ultimi sovrani (Shah, in italiano “scià”) di Persia; era di stirpe sasanide ed è noto per aver conquistato e annesso al suo regno Damasco e Gerusalemme tra il 613 e il 614. Dopo di allora la Persia, attuale Iran, conobbe quasi quindici anni di pace e di tranquillità. E proprio a re Khusraw è riferito il racconto più famoso sulla nascita degli scacchi. La storia è riportata in un antichissimo testo, composto verso il VII secolo d.C. e scritto in lingua “pahlavica”, ovvero in persiano antico: si tratta del Vicarisn i catrang ut nihisn i nev-artaxser che significa “Invenzione e spiegazione del gioco degli scacchi”. Nel libro tra l’altro si legge: “La spiegazione del principio degli scacchi (satrang) è questa: è cosa mediante intelligenza, in conformità di quanto è stato detto dai saggi – la vittoria su chi è potente va ottenuta con la mente”.»


Adolivio Capece, milanese, Maestro nazionale di scacchi nel 1972, prese parte al Campionato del mondo a squadre dopo aver rappresentato l’Italia al Mondiale Under 20. Nello stesso anno inizia l’attività di giornalista, commentando il match Fischer-Spassky per «La Stampa». Ha poi scritto libri, tecnici e storici, approfondendo il lavoro di studioso di storia dei «giochi della mente».

Torinodanza, i lupi mannari sfrenati e analogici di Laskaridis

Torinodanza, i lupi mannari sfrenati e analogici di LaskaridisTorino, 24 ott. (askanews) – Uno spettacolo senza freni e senza confini, provocatore e ingenuo, affascinante e disorientante, divertente e ibrido. Alle Fonderie Limone di Moncalieri ha debuttato in prima nazionale a Torinodanza “Lapis Lazuli” dell’artista e performer greco Euripides Laskaridis. Un’esperienza surrealista e gotica, d’avanguardia, ma al tempo stesso ammiccante, sospesa tra tante pratiche senza incarnarne nessuna in modo completo, se non quella, vastissima e comunque imprescindibile, del “teatro”, nell’accezione più ampia dell’idea.


Il protagonista è un lupo mannaro e le ambientazioni sono spesso gotiche, ma lo spettacolo ha la dote di cambiare appena si pensa di averlo in qualche modo decifrato, per quanto sia possibile decifrarlo solo in parte e, probabilmente, solo con interpretazioni che non possono prescindere dall’esperienza individuale e personale di ogni spettatore. E quindi anche definire solo in questa chiave moderatamente horror la messa in scena sarebbe molto limitante e, in fondo, non sarebbe vero. Perché “Lapis Lazuli” è un lavoro che rilancia di continuo, che, forse anche in maniere troppo vistose, con molto mestiere e una brillante furbizia, spinge con ogni scena un po’ più in là il confine della stravaganza, che però vive anche di riferimenti costanti ed espliciti al mainstream, all’immaginario collettivo e agli archetipi culturali della nostra società globalizzata. In più di un momento è possibile pensare che si stia vedendo la trasposizione grottesca di uno spettacolo della Disney, ma uno spettacolo scritto da uno sceneggiatore pazzo. Il che rende tutto più movimentato, ma anche straniante. Dov’è la danza, si sente chiedere in sala, e in effetti ce n’è meno di quanta, probabilmente, in molti si sarebbero aspettati. In realtà poi c’è: sotto il rumore dei ruggiti del lupo, degli spari e delle urla della ragazza in fuga nella notte ci sono infatti molti movimenti corografici che il fatto di avvenire in un contesto caotico non rende meno impegnativi e consapevoli. Più che ai protagonisti la corografia è affidata alle figure sullo sfondo, che in quello strano mondo fantastico della storia impersonano alberi oppure cani o ancora proprio il buio che cala e abbraccia le nostre angosce. Come cade una pianta nella tempesta, oppure come avanza un cane invasato: sono questi alcuni dei movimenti chiesti ai performer, e sono gesti che hanno un peso, a prescindere dal resto.


Secondo il foglio di sala del teatro torinese “Lapis Lazuli evidenzia la lotta interiore dell’uomo tra gli istinti primitivi e le facoltà superiori dell’intelletto e dello spirito”: questa componente sicuramente è presente, ma forse non è così rilevante nella somma emotiva dello spettacolo. Perché se queste sensazioni stanno sulla superficie della drammaturgia, scavando più in profondità si possono trovare molti riferimenti culturali, molto gioco anche, ma pure un continuo confronto con le manifestazioni dell’arte e soprattutto con la cultura popolare, nel senso di ciò che raggiunge il grande pubblico. E una fanciulla in abito bianco inseguita da un mostro licantropo è sicuramente parte di questo immaginario, ma il modo in cui la scena viene porta sul palco è talmente eccessivo e a più strati da andare immediatamente al di là del mainstream, potremmo azzardare addirittura a scrivere che ci porta nel meta-mainstream. Che è il territorio dei Mc Luhan, ma anche di Roland Barthes e Umberto Eco, se vi piace: un territorio profondamente culturale nel suo essere radicato sul palcoscenico di massa. A questo, più che ad altre filosofie, sembra guardare il lavoro di Laskaridis, che nella parte finale fa ripetere al suo protagonista una sorta di mantra: “What a wonderful, wonderful show; what a difficult, difficult life”. Lo show è meraviglioso prescindere, la vita, a prescindere, è complicata. Sembra lapalissiano, e infatti stiamo parlando di mainstream, luogo per eccellenza dell’ovvietà trasformata in oggetto culturale, più o meno di valore. “Lapis Lazuli” potrebbe ragionare esattamente su questo passaggio, ma in fondo è probabile che, pure questa, sia solo un’illazione personale. Quello che invece è indubitabile è la componete analogica che sostiene i molti, moltissimi “effetti speciali” dello spettacolo. Tutto è fatto senza ricorrere al digitale, tutto è “reale”, ci sono delle persone che stanno dentro un albero, o che fanno volare con un lungo bastone degli uccelli, che muovono le luci sulla scena, che sostengono la luna oppure fanno sembrare infuocata e incandescente una semplice carta metallizzata. E funziona, funziona meravigliosamente. Nell’assurdità surreale dei personaggi e del racconto, questi oggetti e i gesti che li rendono possibili si conquistano una dimensione ontologica di realtà, sono un antidoto all’intossicazione tecnologica e alla pretesa che senza (tecnologia) non si possa fare nulla. Il teatro di “Lapis Lazuli” è fatto interamente così, e anche questa forse è una delle caratteristiche che lo rendono uno show gioiosamente consapevole e trasgressivo. Ben di più degli ululati ammiccanti del licantropo. (Leonardo Merlini)

Libri, esce “I biscotti di casa” di Natalia Cattelani

Libri, esce “I biscotti di casa” di Natalia CattelaniRoma, 23 ott. (askanews) – Dai biscotti di frolla a quelli ripieni, dai dolcetti e pasticcini ai biscotti di Natale e a quelli facilissimi da preparare. Natalia Cattelani, volto noto in tv e agli appassionati di cucina che in rete la seguono numerosissimi, dedica un libro ai biscotti di casa. Ricette che attingono alla tradizione italiana, tramandata da mamme e nonne, ottime per la colazione e la merenda, ma anche dalle preparazioni più laboriose. Biscotti da realizzare col mattarello o da impastare solo con le mani, creati su misura per ogni occasione o festività. Chi deve fare necessariamente a meno di certi ingredienti troverà una sezione ad hoc, e chi invece ha voglia di sperimentare qualcosa di nuovo potrà mettersi alla prova con le proposte dedicate ai biscotti salati. Natalia Cattelani ha scelto delle ricette speciali, particolarmente amate e apprezzate da familiari e amici, che adesso condivide con il suo pubblico. Ricette da provare al volo, spinti dalla voglia di qualcosa di dolce, per arricchire speciali momenti di festa, o da regalare a chi ama una casa in cui aleggi quel profumo capace di portare buonumore.


“I biscotti di casa” del Natalia Cattelani, edito da Rai Libri, è in vendita nelle librerie e negli store digitali dal 23 ottobre 2024 (Euro: 19,00). Natalia Cattelani. È nata a Sassuolo, vive a Roma con il marito, medico cardiologo nutrizionista, e le quattro figlie. Ha partecipato a undici edizioni della “Prova del cuoco” ed è da cinque anni presenza fissa nella trasmissione di Antonella Clerici, “È sempre mezzogiorno”, dove propone settimanalmente i suoi dolci di casa. Con il suo blog tempodicottura è un punto di riferimento online per gli appassionati di cucina: la sua numerosissima community la segue e interagisce giornalmente con lei anche su Instagram, Facebook e YouTube. Con Rai Libri ha già pubblicato: I dolci di casa, Le torte salate di casa, Dolci per mille occasioni e Profumo di buono. Ha scritto anche Le ricette salvabolletta.

Stato e Vaticano, storia e retroscena nella racconto di Preziosi

Stato e Vaticano, storia e retroscena nella racconto di PreziosiMilano, 22 ott. (askanews) – I retroscena tra Stato e Vaticano, da De Gasperi al governo Meloni: è in libreria “LINEA SEGRETA”, l’ultima opera del giornalista e direttore del Tg2, Antonio Preziosi, pubblicata da edizioni San Paolo. Il libro racconta il dietro le quinte del confronto continuo e serrato tra le due sponde del Tevere, dalla Prima Repubblica fino al G7 di Borgo Egnazia. Come reagì Paolo VI alla morte di Aldo Moro? Come andò realmente la fine dell’unità politica dei cattolici in Italia?


Un viaggio ricco di sorprese e colpi di scena raccontate da una delle penne più esperte di politica e istituzioni. Ogni volta che il parlamento italiano affronta tematiche sensibili a proposito dell’etica personale, familiare, sociale e a proposito della cultura nel nostro Paese, il dialogo con la Chiesa cattolica è inevitabile e indispensabile. Ma l’Italia, da questo punto di vista, è un caso davvero unico: essa ospita, nel cuore della sua capitale, un piccolo Stato di enorme importanza internazionale: la Città del Vaticano e il Sommo Pontefice, che è il punto di riferimento per milioni di cattolici. Dopo “Il papa doveva morire” (2021) e “Il sorriso del papa” (2022) arriva nelle librerie “Linea Segreta. I retroscena tra Stato e Vaticano”, l’ultima opera del giornalista Antonio Preziosi, dal 2023 direttore del Tg2 e uno dei più esperti giornalisti italiani nel campo della politica e delle istituzioni. L’autore racconta le svolte, in certi momenti drammatiche, di questo impegnativo rapporto. Il rispetto, il dialogo, l’aperta collaborazione per il bene comune non sono venuti mai meno, ma non tutti i Governi, non tutti i Parlamenti e non tutti gli inquilini del Quirinale hanno avuto sempre lo stesso tipo di confronto. E alcune stagioni sono state particolarmente difficili: i referendum sul divorzio e sull’aborto, gli anni del terrorismo, il dibattito sulla famiglia, sull’immigrazione, sulle grandi scelte morali. Una storia affascinante, che ci riguarda tutti e che continua ancora oggi, perché il rapporto tra le due sponde del Tevere è parte integrante della storia della Repubblica.

Brand Usa: oltre 5 mld usd da FIFA 2026 e Olimpiadi 2028

Brand Usa: oltre 5 mld usd da FIFA 2026 e Olimpiadi 2028Londra, 21 ott. (askanews) – “Gli eventi sportivi (Coppa del Mondo FIFA 2026, Giochi olimpici del 2028 a Los Angeles) porteranno milioni di tifosi negli Stati Uniti e genereranno oltre 5 miliardi di dollari in attività economica a breve termine”. Lo dichiara ad askanews Jackie Ennis, vice presidente Global trade development di Brand USA, in un’intervista rilasciata nell’ambito della Brand Usa Travel week a Londra. “L’esposizione mediatica globale aumenterà il profilo delle città ospitanti, in particolare le destinazioni meno note”.


Askanews: Quali interessi e tendenze stanno attualmente spingendo i viaggiatori a visitare gli Stati Uniti quest’anno? Ennis: Quest’anno i viaggiatori sono attratti dagli Stati Uniti per una serie di motivi, tra cui il desiderio di esplorare nuove destinazioni all’aperto e vivere esperienze culturali uniche. Le città iconiche rimangono un’attrazione importante, così come la scoperta di destinazioni meno note che offrono autenticità ed esperienze più personalizzate.


Askanews: Con un focus globale sugli Stati Uniti mentre si preparano a ospitare gli eventi sportivi di più alto profilo al mondo (FIFA 2026/ Olimpiadi di Los Angeles 2028), quali sono i vostri piani per ispirare i visitatori ad andare oltre lo stadio? Ennis: La Coppa del Mondo FIFA 2026 e le Olimpiadi di Los Angeles porteranno i tifosi in numerose città, ciascuna con la propria personalità. Prevediamo che i tifosi andranno oltre lo sport nel loro esplorare, per scoprire la scena musicale a Portland o per scoprire le destinazioni gastronomiche più inaspettate d’America nel Kentucky. Abbiamo anche lanciato ‘Road Trip USA’ con 30 itinerari multi-stato in auto per ispirare i viaggi oltre lo stadio. Alcune delle nostre ultime aggiunte sono “Historic Route 66 – Curios, Pit Stops and Diners” per esplorare una delle strade più iconiche degli Stati Uniti e “At the Movies – Southern Sites” per un viaggio attraverso le amate location cinematografiche negli stati del sud.


Askanews: In che modo l’industria dei viaggi degli Stati Uniti si sta adattando alla crescente necessità dei visitatori che cercano viaggi sostenibili? Ennis: Sappiamo che c’è una maggiore propensione dei consumatori per viaggi “più lenti” e responsabili, quindi le nostre avventure di viaggio su strada sono un’ottima opzione, per viaggi che danno priorità agli spostamenti in auto anziché in aereo, attraverso il paese. L’era dei viaggi lenti significa che i viaggi in treno ad alta velocità attraverso gli Stati Uniti sono di nuovo popolari. Ci sono nuove infrastrutture in fase di lancio, tra cui la nuova alta velocità sui treni Amtrak Acela, che corrono lungo il Northeast Corridor, la rotta che collega Boston a Providence, New Haven, New York, New Jersey, Philadelphia e Washington D.C. Il turismo della comunità locale è un altro modo fantastico per i viaggiatori di impegnarsi in modo sostenibile con una destinazione.


Askanews: Quanto sono lontani gli Stati Uniti dai livelli di viaggio pre-pandemia? Quali progressi sono stati fatti nell’ultimo anno? Ennis: Quest’anno, il World Economic Forum ha indicato gli Stati Uniti come uno dei principali paesi per il turismo nel 2024, che ha superato la concorrenza globale con punteggi per il suo ambiente di business, l’infrastruttura del trasporto aereo e le risorse naturali. Secondo le previsioni biennali sui viaggi negli Stati Uniti della United States Travel Association (USTA), prima della pandemia, i visitatori internazionali hanno speso 180 miliardi di dollari negli Stati Uniti nel 2019, generando quasi 2mila miliardi di dollari di output economico. Si prevede una ripresa completa all’inizio del prossimo anno. Askanews: In che misura le pressioni del costo della vita hanno influenzato il settore dei viaggi e in che modo il turismo statunitense si è adattato? Ennis: Nonostante la forza del dollaro e la crisi globale del costo della vita, i visitatori italiani continuano a venire negli Stati Uniti, esplorando sia le mete classiche che le destinazioni meno note. Ciò riflette la solida infrastruttura del paese, la facilità di spostamento tra le città, le diverse destinazioni naturali e culturali e le risorse adatte ai viaggiatori, come le guide alle città, ai parchi e ad altre attrazioni. In un contesto di preoccupazione economica, il viaggio continua a essere una priorità. Abbiamo visto i viaggiatori adattare l’abitudine di viaggi più lunghi per legarli a momenti significativi ed emozionanti: dal turismo sportivo individuale (tra cui maratone e Iron Man) ai grandi campionati mondiali, concerti e festival. Askanews: In che modo gli Stati Uniti si stanno distinguendo nel mercato attuale per attrarre i viaggiatori rispetto ad altre destinazioni a lungo raggio? Ennis: Infrastrutture, facilità di spostamento tra le città, diverse destinazioni di natura e cultura e risorse adatte ai viaggiatori rendono gli Stati Uniti una destinazione sempre più popolare. Ad esempio, la vasta rete di parchi nazionali degli Stati Uniti con 63 parchi e 54 milioni di acri riscuote un fascino a livello globale. I viaggiatori esprimono un crescente interesse nell’avventurarsi oltre le solite mete e noi continuiamo a produrre guide e itinerari per incoraggiarli. Una nuova entusiasmante tendenza è il “Moment Tourism”: ha visto i viaggiatori pianificare viaggi più lunghi per legare campionati mondiali, concerti e festival con esperienze di cultura, storia e gastronomia uniche. Il 100esimo anniversario della Route 66 ispirerà senza dubbio la voglia di viaggiare su strada e metterà in mostra i diversi paesaggi desertici, montuosi, costieri e le praterie degli Stati Uniti. Askanews: Cosa ancora possono aspettarsi i viaggiatori nel 2025? Ennis: Nel 2025? Nuove rotte aeree e ferroviarie che miglioreranno la connettività sia a livello nazionale che internazionale, rendendo più facile l’accesso a diverse regioni degli Stati Uniti. Ad esempio, nel 2025, la compagnia aerea Delta aprirà collegamenti da Roma a Minneapolis, da Milano a Boston, da Napoli ad Atlanta e da Catania a New York. Askanews: Quali i grandi eventi per i viaggiatori nel prossimo futuro? Ennis: Gli eventi sportivi (Coppa del Mondo FIFA 2026, Giochi olimpici del 2028 a Los Angeles) porteranno milioni di tifosi negli Stati Uniti e genereranno oltre 5 miliardi di dollari in attività economica a breve termine. L’esposizione mediatica globale aumenterà il profilo delle città ospitanti, in particolare le destinazioni meno note. (di Cristina Giuliano)

Mostre, a Roma “Fragment Actions” di Landolfi tra stelle e angeli

Mostre, a Roma “Fragment Actions” di Landolfi tra stelle e angeliRoma, 21 ott. (askanews) – Inaugurata da poco a Roma “Fragment Actions”, personale di Patrizio Landolfi, uno degli artisti più raffinati della scena contemporanea italiana e non solo, con collezionisti del calibro di Stewart Butterfield. Il suo stile, caratterizzato da un’intensa ricerca cromatica e da una tecnica pittorica che mescola delicate alchimie, lo ha portato a spaziare tra l’Espressionismo Astratto e la Pop Art. Nella nuova mostra, visitabile sino a lunedì 20 gennaio 2025, ideata da Tina Vannini del ristorante Il Margutta Veggy Food and Art, e curata da Francesca Alese, presenta un’evoluzione del suo linguaggio espressivo, fondato su una tecnica che lui stesso definisce “Frammentazione cromatica” che trasforma la superficie della tela in un’esperienza tridimensionale, creando profondità e dinamismo che trasportano l’osservatore verso una dimensione quasi metafisica.


Accanto all’opera di apertura “Il lato oscuro degli Angeli”, la mostra offre un’ampia panoramica della produzione di Landolfi, dalle sue opere astratte, dove la frammentazione dei colori e dei chiaroscuri raggiunge livelli di straordinaria complessità, fino a composizioni più figurative, come le altre dedicate agli angeli. Le sue tele astratte invitano lo spettatore a una connessione intima e profonda con l’opera, attratti da una moltitudine di frammenti cromatici che, pur nella loro apparente disgregazione, rivelano un’armonia assoluta. La mostra si arricchisce inoltre di una serie di opere che omaggiano personaggi iconici del mondo della musica e del cinema, da David Bowie a Freddie Mercury, da Charlie Chaplin a Marilyn Monroe, in un’esplosione di vivacità e leggerezza, rimanendo però sempre fedele alla cifra stilistica di Landolfi. In occasione dell’80esimo anniversario della morte di Filippo Tommaso Marinetti, l’artista presenta anche “Frammentazioni Futuriste”, un omaggio al Futurismo che fonde elementi della corrente con riferimenti a maestri come Carrà, De Chirico e Fiume, rafforzando ulteriormente il legame tra passato e contemporaneità.


“Percepisco l’opera di Landolfi una ‘creazione’ in quanto ciò che ci permette di ammirare non è semplicemente opera pittorica – ha dichiarato la curatrice Francesca Alese – grazie alla sua frammentazione cromatica, infatti, quello che i nostri occhi percepiscono è una visione tridimensionale di quello che viene impresso sulle sue tele. Una visione talmente intensa che arriva talvolta a sfociare nel metafisico, come si può percepire sia nei suoi quadri astratti che nei suoi angeli”.

Cultura, Anita Likmeta vince il Premio Letterario “Il Libro della Vita”

Cultura, Anita Likmeta vince il Premio Letterario “Il Libro della Vita”Roma, 21 ott. (askanews) – Anita Likmeta, con “Le Favole del comunismo”, edito da Marsilio, ha vinto la seconda edizione del premio letterario “Il Libro della Vita”. La premiazione è avvenuta all’interno della Basilica Palladiana, un luogo iconico non solo per Vicenza, ma per il mondo intero.


Patrimonio Unesco e prezioso gioiello palladiano, è stata scelta con forza e passione da Vera Slepoj, stimata e conosciuta psicologa recentemente scomparsa, come palcoscenico della serata finale del Premio Letterario “Il libro della vita” da lei istituito assieme a Diego De Leo, presidente di De Leo Fund. “Il libro – spiega Diego De Leo, presidente di De Leo Fund – è una storia di autentica resilienza che, in uno stile agile, ironico e asciutto, racconta come sopravvivere a coercizioni e violenze di ogni genere nell’Albania comunista, come resiste alla disgregazione sociale e ricostruirsi una nuova vita nella consapevolezza e nella libertà”.


Antonio Franchini vince invece il premio speciale Vera Slepoj 2024 con il romanzo “Il fuoco che ti porti dentro” pubblicato da Marsilio: “Un raro esempio – prosegue De Leo – di confessione in prima persona, dove la letteratura non serve solo come soccorso terapeutico, ma permette di scavare nel mistero del legame che unisce un figlio alla propria madre, e di elaborare le ragioni di un odio inespiabile prima di conquistare la nobiltà estrema della pietas”. Secondo classificato Emanuele Trevi con “La casa del mago” (Ponte delle Grazie). L’autore è figlio di Mario Trevi, noto studioso e psicanalista. In questo libro, muovendosi tra autobiografia, riflessioni sul senso dei rapporti e dell’esistenza Trevi offre il suo libro più personale. A giudicare le opere letterarie sono state personalità ed eccellenze italiane legate al mondo della cultura come Mons. Vincenzo Paglia (Presidente onorario), Marina Valensise (Presidente della Giuria), Alessandra Kustermann, Maria Pia Garavaglia, Lamberto Iezzi, Don Renzo Pegoraro, Claudio Cutuli, Vincenzo Pepe e Filippo Scianna.