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Borse a picco: Milano -6,5% e Francoforte -4,8%, le banche vanno ko

Borse a picco: Milano -6,5% e Francoforte -4,8%, le banche vanno koMilano, 4 apr. (askanews) – Ampliano le perdite le principali borse europee, colpite e affondate dalla battaglia commerciale innescata da Donald Trump. Milano è la peggiore in Europa, -6,5% quando si avvia al giro di boa di metà seduta: segno più per la sola Diasorin avanti dell’1,77%. Male anche Francoforte -4,8%, Londra -3,17% e Parigi -4%. Amsterdam lascia il 2,9% mentre Madrid perde il 6%. Nessuno si salva oggi: Lisbona, ieri in positivo, perde il 2,83%.


In tutta Europa sono le banche in grande sofferenza, per i timori legati a una minor crescita causata dai dazi e le paure di una recessione alle porte, negli Stati Uniti e in Europa. Bbva perde l’11,13%, Santander -10,3%, Intesa Sanpaolo -9,81%, Bnp Paribas -8,7%, Ing -8,5%. Deutshce Bank -11,8% e Commerzbank -8,48%. In grande sofferenza a Milano Bper Banca -11,7%, Mps -11,58%, Unicredit -11,57% e Banco Bpm -11,57%. Sondrio e Mediolanum lasciano sul parterre il 10%.

Dazi, Urso: oggi è partito il confronto tra Ue e Usa, serve cautela

Dazi, Urso: oggi è partito il confronto tra Ue e Usa, serve cautelaRoma, 4 apr. (askanews) – Sui Dazi “il confronto con gli Stati Uniti è iniziato già oggi. Noi ci auguriamo che si raggiunga un accordo per ridurre questa barriera dei dazi, al fine di scongiurare una escalation che porterebbe a una guerra commerciale di cui pagheremo noi per primi i costi più alti”. Lo ha riferito il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, interpellato a margine della firma di un accordo tra D-Orbit e Planetek.


Urso ha aggiunto che sui dazi serve un accordo di tutta l’Europa perchè “la politica commerciale è di esclusiva competenza della Commissione e quindi dell’Europa, e noi all’Europa chiediamo di agire con cautela e responsabilità e anche con intelligenza e flessibilità nella proposta che farà agli Stati Uniti”. “Il mio augurio – ha concluso – è che si giunga a un’area di libero scambio euro-atlantica per unire il più grande bacino commerciale dell’democrazia occidentale”

L’Istat: vendite al dettaglio -1,5% sull’anno. Diminusice la spesa delle PA

L’Istat: vendite al dettaglio -1,5% sull’anno. Diminusice la spesa delle PARoma, 4 apr. (askanews) – A febbraio si stima, per le vendite al dettaglio, una variazione congiunturale lievemente positiva in valore (+0,1%) e stazionaria in volume. Sono in aumento le vendite dei beni alimentari (rispettivamente +0,4% in valore e +0,1% in volume) mentre quelle dei beni non alimentari non subiscono variazioni. Su base tendenziale, a febbraio 2025, le vendite al dettaglio diminuiscono dell’1,5% in valore e del 2,5% in volume. Sono in calo sia le vendite dei beni alimentari (-0,4% in valore e -2,9% in volume) sia quelle dei beni non alimentari (-2,2% in valore e -2,4% in volume). Lo ha reso noto l’Istat.


Su base annua, per quanto riguarda i beni non alimentari, si registrano variazioni tendenziali negative per tutti i gruppi di prodotti ad eccezione dei Prodotti di profumeria, cura della persona (+1,7%) e degli Elettrodomestici, radio, tv e registratori che risultano stazionari. Il calo più consistente riguarda le Calzature, articoli in cuoio e da viaggio (-6,2%). Rispetto a febbraio 2024, il valore delle vendite al dettaglio è in flessione per tutte le forme distributive: la grande distribuzione (-0,5%), le vendite delle imprese operanti su piccole superfici (-2,4%), le vendite al di fuori dei negozi (-2,2%) e il commercio elettronico (-1,9%).Nel trimestre dicembre 2024-febbraio 2025, in termini congiunturali, le vendite al dettaglio aumentano dello 0,1% in valore e calano dello 0,3% in volume. Le vendite dei beni alimentari aumentano in valore (+0,3%) e diminuiscono in volume (-0,4%), mentre quelle dei beni non alimentari registrano una flessione sia in valore sia in volume (rispettivamente -0,1% e -0,3%).


Complessivamente, nei quattro trimestri del 2024 le Amministrazioni pubbliche hanno registrato un indebitamento netto pari al -3,4% del Pil, in miglioramento rispetto al -7,2% del corrispondente periodo del 2023. Sempre complessivamente, nei quattro trimestri del 2024, in termini di incidenza sul Pil, il saldo primario e il saldo corrente sono risultati positivi, pari rispettivamente allo 0,4% (-3,6% nello stesso periodo del 2023) e all’1,6% (0,8% nel 2023). Per la prima volta dal quarto trimestre del 2019, nel quarto trimestre 2024 le Amministrazioni pubbliche hanno registrato un accreditamento netto a seguito di un sostanziale contenimento della spesa rispetto all’incremento delle entrate. Nel quarto trimestre 2024 il saldo del conto delle AP in rapporto al Pil ha riportato un accreditamento dello 0,4% (nello stesso trimestre del 2023 risultava un indebitamento del -6,6%).

Wall Street, indici a picco dopo dazi. Dow -3,98%, Nasdaq -5,97%

Wall Street, indici a picco dopo dazi. Dow -3,98%, Nasdaq -5,97%Roma, 3 apr. (askanews) – Indici in picchiata a Wall Street dopo che l’annuncio dei dazi da parte del presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha innescato timori per l’avvio di una guerra commerciale su scala globale.


Il Dow Jones ha perso oltre 1.600 punti chiudendo con un -3,98% a 40.545 punti, lo S&P500 ha ceduto il 4,84% a 5.396 punti mentre in Nasdaq è andato a picco del 5,97% a 16.550 punti. Una serie di report da parte delle principali banche d’affari hanno stimato forti impatti su crescita e inflazione Usa dalla politica dell’amministrazione Trump innescando un’ondata di vendite sui titoli delle aziende più esposte con l’estero per le produzioni tra cui Apple (-10%) e Nike (-13%).


L’effetto dazi si è fatto sentire anche sulle commodities con il petrolio che ha perso quasi 7 punti percentuali per il timore di una caduta della domanda. A picco anche il dollaro che ha perso un punto e mezzo sull’euro che è salito fino a quota 1,11 sul biglietto verde.

Borsa, Europa affossata dai dazi di Trump: Milano -3,59% maglia nera

Borsa, Europa affossata dai dazi di Trump: Milano -3,59% maglia neraMilano, 3 apr. (askanews) – La guerra dei dazi affossa borse europee. Piazza Affari chiude in pesante calo, con il Ftse Mib giù del 3,59% ed è maglia nera del continente. Le tariffe annunciate da Donald Trump mandano in tilt le sale operative, con cali decisi anche a Parigi -3,31%, Francoforte -2,93%, Amsterdam -2,67% e Londra -1,59%. Madrid -1,08% e Zurigo -2,34%. In Europa si salva solo Lisbona: +0,13%.


A Milano, in una giornata molto difficile, sorridono le utility. Terna in particolare: la società guidata da Giuseppina Di Foggia è maglia rosa del listino principale, con il +3,73% si porta a 8,67 euro per azione toccando il massimo storico in quasi 21 anni di quotazione. Positiva anche Italgas +3,64%, seguita da A2A +3,5% e Snam +3,46%. Sul fronte opposto crolla Tenaris -9,85%. Male anche Saipem -9% e Stmicrolectronics -8,32%. Stellantis perde l’8% dopo aver annunciato la necessità di sospendere la produzione nelle fabbriche in Canada e Messico per riorganizzarsi dopo l’ondata di tariffe.


L’Euro Stoxx 50 che racchiude le principali azioni europee lascia il 3,57%. Nel listino predomina di gran lunga il rosso. Gli operatori temono che i dazi possano frenare la crescita globale, innescando una spirale recessiva con un aumento dell’inflazione. Colpiti i brand consumer come Adidas -11% e Siemens -8%. La paytech Adyen lascia l’8% mentre i cali non risparmiano il lusso: Kering -7,51%, Essilux -7,21%, Louis Vuitton -5,2% e Hermes -3,51%. Tra le banche soffre Intesa Sanpaolo -6,96%, male anche Bpn Paribas -5,21% e Santander -5,1%. A Milano Unicredit -6,96% e Banco Bpm -5,59%. “La risposta della Commissione europea sarà particolarmente importante, soprattutto alla luce del fatto che il dato che l’amministrazione Trump ha usato come riferimento sui dazi europei verso è un dato volutamente errato: è stato detto che l’Europa applica dazi del 39% ai prodotti americani, quando questi in realtà si aggirano tra l’1 e il 2%”, ha detto in una nota Fabrizio Pagani, partner di Vitale ed ex Capo Segreteria Mef.

Euro sfonda al rialzo quota 1,11 dollari, nuovo massimo 5 mesi

Euro sfonda al rialzo quota 1,11 dollari, nuovo massimo 5 mesiRoma, 3 apr. (askanews) – L’euro sfonda al rialzo la soglia di 1,11 dollari per la prima volta da oltre cinque mesi. Nel pomeriggio si accentuano i deprezzamenti della valuta statunitense, che si sono innescati ieri dopo la firma da parte del presidente Donald Trump dei nuovi dazi alle importazioni. L’euro guadagna quasi il 2,5% e nel pomeriggio tocca quota 1,1105, sui massimi dall’inizio di ottobre 2024.


Dai verbali dei Consiglio direttivo Bce di marzo, pubblicati oggi, emerge che per la riunione del 16 e 17 aprile “sul tavolo” ci sono sia un nuovo taglio che una pausa sulla manovra di riduzione dei tassi. Il rally dell’euro ha effetti disinflazionisti e potrebbe essere un fattore che spinge l’istituzione a un nuovo taglio, laddove altre ricadute dei dazi commerciali possono avere l’effetto opposto.

La Bce: i dazi causano perdita di ricchezza per tutte le parti coinvolte

La Bce: i dazi causano perdita di ricchezza per tutte le parti coinvolteRoma, 3 apr. (askanews) – I dazi alle importazioni decisi dagli Stati Uniti avranno effetti “chiaramente negativi per l’attività economica”, mentre le loro ricadute sull’inflazione rischiano di essere più ambivalenti. E’ l’analisi su cui si sono ritrovati i banchi centrali dell’area euro, al Consiglio direttivo della Bce di inizio marzo, i cui verbali sono stati pubblicati oggi dall’istituzione monetaria.


Per l’inflazione “un effetto rialzista di breve termine, parzialmente sostenuto dai tassi di cambio, potrebbe essere ampiamente controbilanciato dalle pressioni al ripasso sui prezzi dovute al calo della domanda, specialmente sul medio termine”, recita il documento. È difficile determinare in anticipo quale sarà l’effetto finale di queste misure protezionistiche, dato che dipenderà sia dalla durata, che dalla portata delle stesse che dalle rappresaglie dei Paesi bersaglio.


“Più in generale – aggiungono i verbali del Consiglio Bce – un dazio può essere visto come una tassa sulla produzione e sul consumo, che coinvolge anche un trasferimento di ricchezza dai privati al settore pubblico. In questo ambito è stato sottolineato che i dazi generano perdita di ricchezza per tutte le parti coinvolte”.

Dazi, Bce: causano perdita ricchezza per tutte le parti coinvolte

Dazi, Bce: causano perdita ricchezza per tutte le parti coinvolteRoma, 3 apr. (askanews) – I dazi alle importazioni decisi dagli Stati Uniti avranno effetti “chiaramente negativi per l’attività economica”, mentre le loro ricadute sull’inflazione rischiano di essere più ambivalenti. E’ l’analisi su cui si sono ritrovati i banchi centrali dell’area euro, al Consiglio direttivo della Bce di inizio marzo, i cui verbali sono stati pubblicati oggi dall’istituzione monetaria.


Per l’inflazione “un effetto rialzista di breve termine, parzialmente sostenuto dai tassi di cambio, potrebbe essere ampiamente controbilanciato dalle pressioni al ripasso sui prezzi dovute al calo della domanda, specialmente sul medio termine”, recita il documento. È difficile determinare in anticipo quale sarà l’effetto finale di queste misure protezionistiche, dato che dipenderà sia dalla durata, che dalla portata delle stesse che dalle rappresaglie dei Paesi bersaglio.


“Più in generale – aggiungono i verbali del Consiglio Bce – un dazio può essere visto come una tassa sulla produzione e sul consumo, che coinvolge anche un trasferimento di ricchezza dai privati al settore pubblico. In questo ambito è stato sottolineato che i dazi generano perdita di ricchezza per tutte le parti coinvolte”.

Bce, al prossimo Consiglio sul tavolo sia taglio sia pausa su tassi

Bce, al prossimo Consiglio sul tavolo sia taglio sia pausa su tassiRoma, 3 apr. (askanews) – Al Consiglio direttivo della Bce di marzo scorso, i banchieri centrali hanno concordato che fosse “importante” che i cambiamenti operati alla comunicazione dell’istituzione “non andassero interpretati come un segnale in qualunque direzione per la riunione di aprile, mentre sul tavolo ci sono sia l’ipotesi di un taglio che di una pausa (sui tassi di di interesse) in base a quelli che saranno i dati”. Lo riportano i verbali della riunione, che si è svolta il 5 e il 6 marzo, pubblicati oggi dalla Bce.


Il riferimento è alla modifica di una ptrte chiave della comunicazione del Consiglio, in cui ora si afferma che con i tagli già operati ai tassi la politica monetaria “diviene sensibilmente meno restrittiva”, laddove in precedenza era giudicata “restrittiva”. La prossima riunione monetaria del Consiglio Bce si terrà il 16 e 17 aprile. Secondo il documento buona parte delle discussioni ha circondato i possibili effetti dei dazi commerciali Usa per l’area euro. Generalmente, secondo i banchieri centrali avranno effetti deprimenti sulla crescita mentre sull’inflazione la dinamica è più incerta, perché potrebbero avere ricadute con natura bivalente, sia al rialzo che al ribasso sui prezzi.

Borse europee proseguono in rosso dopo dazi, corre l’euro: Milano -2%

Borse europee proseguono in rosso dopo dazi, corre l’euro: Milano -2%Milano, 3 apr. (askanews) – Le Borse europee proseguono in deciso calo, anche se non sembra esserci un vero e proprio tracollo, dopo l’annuncio di nuovi dazi da parte del presidente americano Trump. Al temine della mattinata, a Milano il Ftse Mib perde il 2%, a Parigi il Cac40 il 2,2%, a Francoforte il Dax l’1,8%, a Londra il Ftse100 l’1,4%. Sul fronte valutario, scivola il dollaro, con l’euro che balza sopra quota 1,1, ai massimi da oltre 5 mesi. Forti vendite sul prezzo del petrolio, che lascia sul terreno oltre il 4%, sui timori di una recessione globale, mentre l’oro, bene rifugio per eccellenza, viaggia intorno ai nuovi record.


In Europa in decisa controtendenza i titoli delle utilities, settore tradizionalmente difensivo: a Milano A2A +3,2%, seguita da Terna (+2%) ed Hera (+1,8%). Male il settore oil, del retail e bancario. Tenaris (-6%) è maglia nera tra i titoli principali di Piazza Affari. “Gli annunci del Liberation Day di Trump sono peggio del previsto e non liberano i mercati dall’incertezza sul proseguimento dell’agenda presidenziale. La nuova tornata di dazi accentua la sfida che i mercati e la Fed devono affrontare”, spiega Michael Nizard, our head of Multi Asset & Overlay di Edmond de Rothschild AM. “I mercati finanziari si trovano in una situazione di forte risk-off anche per la preoccupazione di eventuali ritorsioni da parte degli altri paesi e una effettiva escalation di una guerra commerciale”, commenta Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia. “Gli annunci sui dazi sono stati molto più punitivi rispetto alle aspettative del mercato e creano le condizioni per un esito significativo e stagflazionistico”, affemra Brij Khurana, fixed income portfolio manager di Wellington Management. “Una reazione di mercato sorprendente è stata l’indebolimento del dollaro statunitense, i mercati probabilmente stanno reagendo alle contromisure che molti paesi probabilmente adotteranno, aumentando lo stimolo fiscale per sostenere le industria nazionali, il che dovrebbe rafforzare le loro valute”.


Donald Trump ha deciso di imporre una base del 10% di dazi reciproci a tutti i Paesi: l’Unione europea è stata colpita con un’aliquota del 20% (al Regno Unito “solo” del 10%), la Cina del 34%, la Svizzera del 31%, l’India del 26%, la Corea del Sud del 25%, il Giappone del 24%. Da oggi, inoltre, sono in vigore i dazi al 25% sulle automobili importate.