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Bankitalia: stretta credito banche accelera anche nella Penisola

Bankitalia: stretta credito banche accelera anche nella PenisolaRoma, 24 ott. (askanews) – Anche in Italia la domanda di prestiti di imprese e famiglie continua a calare, mentre nel terzo trimestre i criteri di offerta di credito da parte delle banche hanno mostrato “un ulteriore irrigidimento, ancora guidato dalla minore tolleranza e maggiore percezione del rischio”. Lo riporta la Banca d’Italia, in base alle rilevazioni effettuate per partecipare all’Indagine sul credito bancario nell’area dell’euro (La Bank lendig survey della Bce).

I fattori menzionati hanno contribuito anche all’inasprimento dei termini e delle condizioni generali sui finanziamenti, mentre questa tendenza è stata in parte attenuata” dalla riduzione dei margini applicati dalle banche, in particolare sui prestiti meno rischiosi, come conseguenza di una crescente pressione concorrenziale”. Queste dinamiche riflettono la aggressiva manovra di inasprimento monetario, sia mediante aumenti dei tassi di interesse, sia tramite drenaggio delle liquidità, operata dalla Bce nei mesi passati, nel tentativo di far calmierare l’inflazione.

Secondo l’indagine, in Italia i criteri di offerta sui prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni sono rimasti invariati, mentre quelli per il credito al consumo sono stati inaspriti. I termini e le condizioni sono stati irrigiditi su entrambe le categorie di finanziamenti nonostante la maggior pressione concorrenziale. “Per il trimestre in corso gli intermediari si attendono che i criteri di offerta sui prestiti alle società non finanziarie rimangano stabili, mentre quelli sui finanziamenti alle famiglie verrebbero inaspriti”. Nel frattempo la domanda di credito da parte delle imprese è nuovamente diminuita, prosegue Bankitalia, riflettendo in particolare l’aumento del livello dei tassi di interesse, il calo del fabbisogno per la spesa in investimenti fissi e il maggior ricorso all’autofinanziamento. La richiesta di finanziamenti da parte delle famiglie si è ridotta sia per l’acquisto di abitazioni sia per la finalità di consumo; in entrambi i casi, il più elevato livello dei tassi di interesse e il peggioramento della fiducia ha continuato a esercitare un contributo negativo. Nel trimestre in corso la domanda di prestiti da parte di imprese e famiglie diminuirebbe ulteriormente.

Le condizioni di accesso delle banche al finanziamento sono peggiorate in particolare per quanto riguarda i depositi a breve. Nel trimestre in corso, si legge, gli intermediari si attendono un ulteriore deterioramento. Nei sei mesi terminanti in settembre la riduzione del portafoglio di politica monetaria della BCE ha esercitato un impatto negativo sulle condizioni di finanziamento, sulla posizione di liquidità e sulle attività totali delle banche; non ha invece avuto un impatto significativo sui criteri di offerta, sui termini e le condizioni e sui volumi erogati delle varie categorie di prestiti. Le operazioni di rifinanziamento Tltro III (operazioni di rifinanziamento a lungo termine di Bce e Eurosistema, su cui è stata operata una stretta aggressiva-ndrt), attualmente nella fase di rimborso, hanno contribuito al peggioramento della situazione finanziaria delle banche. Tale effetto si protrarrebbe nel corso dei prossimi sei mesi. Le operazioni non hanno invece contribuito in modo significativo alla variazione dei criteri di offerta, dei termini e delle condizioni e dei volumi di credito erogati.

Gli aumenti dei tassi di interesse di riferimento della Bce hanno avuto un impatto positivo sulla redditività complessiva degli intermediari ascrivibile al rialzo degli interessi attivi netti. Nei prossimi sei mesi, tale effetto si attenuerebbe, conclude lo studio di Bankitalia, a seguito di un minore impatto sui margini e di maggiori accantonamenti e rettifiche di valore da parte degli intermediari.

Energia, Aie: domanda combustibili fossili al picco prima del 2030

Energia, Aie: domanda combustibili fossili al picco prima del 2030Roma, 24 ott. (askanews) – La domanda di petrolio, carbone e gas naturale è destinata a raggiungere il picco prima della fine di questo decennio, con la quota dei combustibili fossili nella fornitura energetica mondiale che scenderà al 73% entro il 2030, dopo essere stata “ferma per decenni intorno all’80%”. Lo ha pronosticato l’Agenzia internazionale per l’energia nel suo World Energy Outlook 2023.

È in corso anche una trasformazione nel modo in cui il pianeta viene alimentato, con la “fenomenale crescita delle tecnologie energetiche pulite” come l’energia eolica, solare, le pompe di calore e le auto elettriche che giocano un ruolo fondamentale, secondo una dichiarazione che accompagna il rapporto. Anche le emissioni di anidride carbonica legate all’energia raggiungeranno il picco entro il 2025. Nonostante questi cambiamenti epocali, l’AIE afferma che sono necessari maggiori sforzi per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius, obiettivo dell’accordo di Parigi.

L’organizzazione con sede a Parigi prevede “quasi 10 volte più auto elettriche sulle strade di tutto il mondo” nel 2030, con “una quota di fonti rinnovabili nel mix elettrico globale prossima al 50%” dal 30% circa di oggi. Tra le altre cose, le pompe di calore – così come altri sistemi di riscaldamento elettrico – sono avviate a superare le caldaie che utilizzano combustibili fossili. “Se i paesi mantenessero i loro impegni nazionali in materia di energia e clima in tempo e in toto, i progressi nell’energia pulita sarebbero ancora più veloci”, afferma l’Agenzia.

“Tuttavia, sarebbero necessarie misure ancora più forti per mantenere vivo l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi”, ha aggiunto. “Allo stato attuale, la domanda di combustibili fossili è destinata a rimanere troppo elevata per raggiungere l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di limitare l’aumento della temperatura media globale a 1,5 gradi”, si legge nella nota. Il rapporto dell’Aie afferma che il suo scenario sulla base delle politiche dichiarate è ora “associato a un aumento della temperatura di 2,4 gradi nel 2100 (con una probabilità del 50%)”.

Pichetto: sul decreto energia serve un approfondimento tecnico, non c’è nessuno slittamento

Pichetto: sul decreto energia serve un approfondimento tecnico, non c’è nessuno slittamentoRavenna, 24 ott. (askanews) – Sul decreto energia che doveva essere discusso in Consiglio dei ministri è necessaria una “valutazione di approfondimento tecnico anche del rapporto con l’Ue sul mercato tutelato”. Si è deciso di rimandare la discussione perché “ci sono tanti problemi di ordine tecnico”. Quindi non c’è uno slittamento del decreto. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin a margine di un incontro a Omc di Ravenna.

“La valutazione è di approfondimento tecnico anche del rapporto con l’Ue sul mercato tutelato – ha detto Pichetto Fratin -. Un mercato tutelato che finisce il 10 gennaio, quindi dopo questa data va attuata qualche liberalizzazione. Di conseguenza gli elementi da approfondire a livello tecnico sono le modalità tecniche affinché i soggetti non vulnerabili, quelli a cui si può staccare la luce in sostanza, si avvicinino al mercato e possano fare delle scelte. Ci sono tanti problemi di ordine tecnico”.

Bce: stretta credito bancario più netta del previsto in III trim

Bce: stretta credito bancario più netta del previsto in III trimRoma, 24 ott. (askanews) – La contrazione del credito bancario nell’area euro prosegue e più rapidamente del previsto. Nel terzo trimestre si è verificata una “consistente diminuzione” della domanda di prestiti da parte delle imprese, in parallelo a cali della domanda per mutui e sul credito al consumo delle famiglie. Lo riporta la Bce nella sua indagine periodica (Bank lending survey) secondo cui nel periodo in esame – tra il 15 settembre e il 2 ottobre, presso un campione di 157 banche – gli istituti hanno riportato un ulteriore inasprimento dei criteri di concessione del credito, più forte di quanto essi stessi prevedessero nell’indagine precedente.

La quota netta di banche che ha riportato strette sulle erogazioni di prestiti si è infatti attestata al 12%, solo marginalmente in calo rispetto al 14% del precedente trimestre. Secondo la Bce “l’inasprimento accumulato dal 2022 è stato rilevante”. Nel terzo trimestre la quota netta di inasprimento è stata dell’11% sui mutui e del 16% sul credito al consumo e “in entrambi i casi ha superato di molto le precedenti aspettative”.

Queste dinamiche riflettono la stretta di politica monetaria effettuata dalla stessa Bce, sia mediante continui aumenti dei tassi di interesse – ne ha decisi 10 in maniera consecutiva dall’estate del 2022 – sia di fatto drenando ingenti quantitativi di liquidità dal mercato, mediante operazioni sulle aste di rifinanziamento a lungo termine alle banche (Tltro). A contribuire a spingere gli istituti di credito alla serrata hanno pesato, secondo l’indagine “maggiori percezioni di rischio collegate alle prospettive dell’economia e alle situazioni specifiche dei creditori e meno tolleranza, da parte delle banche, sia sul sul rischio che sulle posizioni di scarsa liquidità”.

Infine, secondo le banche consultate l’effetto positivo per i loro margini sui tassi di interesse (derivante dai recenti aumenti dei tassi ufficiali) dovrebbe “gradualmente abbattersi”. L’indagine viene pubblicata a due giorni da un nuovo consiglio direttivo della Bce, che dopo questa stretta monetaria senza precedenti nella storia dell’istituzione ora dovrebbe arrestare la manovra rialzista sui tassi di interesse. Le decisioni di politica monetaria verranno annunciate alle 14 e 15 di giovedì.

Civita mostre e musei a Forum investimenti Arabia Saudita – Ue

Civita mostre e musei a Forum investimenti Arabia Saudita – UeRoma, 24 ott. (askanews) – Si è tenuto ieri, 23 ottobre 2023, il primo Forum degli Investimenti fra Arabia Saudita – Unione Europea, un’occasione per riflettere e parlare di cooperazione internazionale. Il Forum, promosso ed introdotto dal Ministro degli Investimenti dell’Arabia Saudita Khalid Al-Falih e dal Vice Presidente della Commissione Europea Maroš Šefcovic, ha delineato, in un’apposita sessione di confronto, il contributo che viene apportato da Turismo, Cultura e Sport quali motori di scambi transnazionali e crescita economica.

In tale sessione ha partecipato Giorgio Sotira, Amministratore Delegato di Civita Mostre e Musei, società con sede in Italia, specializzata nel settore culturale, che opera in Arabia Saudita dal 2020 nel contesto del progetto Riyadh Art, la prima iniziativa nazionale di arte pubblica del Paese del Golfo. Alla sessione hanno partecipato Jerry Inzerillo – Amministratore Delegato di Diriyah Company Group, Margarete Schramboeck – ex Ministra per gli Affari Digitali ed Economici dell’Austria e ora Membro del Consiglio di Amministrazione di Aramco, Giovanna Della Posta – Amministratore Delegato di Invimit, Manfredi Lefebvre d’Ovidio – Presidente dell’Heritage Group, Paolo Barletta – Amministratore Delegato di Arsenale. “La cooperazione internazionale fra UE e Arabia Saudita ha senso laddove venga sviluppata sia nel settore pubblico che in quello privato”, ha dichiarato Giorgio Sotira; con particolare riguardo a quest’ultimo “molte imprese culturali e creative (ICC) dell’UE potrebbero valutare positivamente di investire in Arabia Saudita, utilizzando uno dei loro principali asset, cioè il talento; d’altronde il 95% delle ICC sono piccole e medie imprese, con l’ambizione della crescita che avviene, molto spesso, proprio grazie all’internazionalizzazione”. Questo punto era stato peraltro sottolineato a livello più generale nel corso dell’intervento introduttivo del Forum da parte del Vice Presidente della Commissione Europea Maroš Šefcovic. L’UE rappresenta uno dei maggiori partner commerciali dell’Arabia Saudita e copre circa il 15% del commercio globale del Paese medio-orientale, con oltre 1.300 società del vecchio continente che hanno investito nel Paese medio-orientale.

“La disponibilità delle ICC europee rappresenta una ricchezza anche per il settore culturale in Arabia Saudita, che – attraverso joint-venture – potrebbe giovarsi di un’esperienza internazionale già acquisita e di best practice riconosciute, arricchendole con il proprio tasso d’innovazione e con l’elevata scolarizzazione delle sue nuove generazioni; è così che si potranno creare i presupposti per lo sviluppo del settore privato in ambito culturale, attualmente presidiato principalmente dagli investimenti governativi”. Rilevante lo sforzo saudita, se si pensa che il Ministero della Cultura è stato istituito solo nel 2018 e il settore culturale contribuisce al PIL per circa l’1,5%, livello che – attraverso le strategie portate avanti secondo la Saudi Vision 2030 – dovrà raggiungere il 3%, ossia un livello coerente con la media mondiale.

“La cultura però non è solo business, ma è ciò che modella la nostra identità e dà sostanza al nostro futuro. Se la cultura non è parte del nostro commercio, allora la visione è di breve termine e il commercio diventa la nostra cultura. E’ dunque molto positivo averla inserita al centro di questo dibattito sugli investimenti, perché vuol dire che l’ambizione è quella di una collaborazione di lungo termine fra UE e Arabia Saudita”, così Giorgio Sotira ha concluso il suo intervento presso il Forum.

Poltronesofà entra in Uk: offerta da 99mln di sterline per negozi ScS

Poltronesofà entra in Uk: offerta da 99mln di sterline per negozi ScSMilano, 24 ott. (askanews) – Poltronesofà si prepara a sbarcare nel Regno Unito: la società annuncia di aver raggiunto un accordo con ScS Group per un’offerta in contanti sull’intero capitale ScS, per un corrispettivo complessivo di 99 milioni di sterline. ScS, quotata a Londra, è una società di vendita al dettaglio di divani e poltrone con 100 negozi nel Regno Unito. Il completamento dell’operazione è previsto per il primo trimestre 2024.

Nel dettaglio, Poltronesofà riconoscerà un corrispettivo pari a 270 pence per ogni azione ScS e un dividendo a favore degli azionisti di ScS di 10 pence per azione, per un valore complessivo di 99,387 milioni di sterline (incluso il dividendo consentito). Il totale corrisponde a un premio del 66% rispetto al prezzo di chiusura di ieri delle azioni ScS di 169 pence. Poltronesofà conta oggi 167 negozi in Italia, 106 negozi in Francia e altri 27 negozi nel resto d’Europa (15 in Belgio, 9 in Svizzera, 2 a Cipro e 1 a Malta). “Il percorso di sviluppo del gruppo in Europa – sottolinea la nota – si è dimostrato altamente efficace, stabilendo una forte presenza di negozi in nuove regioni e conquistando quote di mercato nazionali nonostante la limitata conoscenza iniziale del marchio”.

Unicredit, Orcel: non paghiamo tassa extra-profitti, 1,1 mld a riserva

Unicredit, Orcel: non paghiamo tassa extra-profitti, 1,1 mld a riservaMilano, 24 ott. (askanews) – Sulla tassa relativi agli extra-profitti “avevamo due opzioni: uno era pagarla, l’altra era di rafforzare le nostre riserve e non pagarla, a meno che queste non vengano distribuite in un secondo tempo”. Lo ha spiegato l’AD di Unicredit, Andrea Orcel, nella call con le agenzie dopo che nel comunicato sulla trimestrale la banca aveva affermato di aver contribuito con 1,1 miliardi all’imposta straordinaria sulle banche del 2024, destinandoli a riserve proprie non distribuibili.

La scelta, ha sottolineato Orcel, “è razionale e coerente con la nostra strategia che è sempre stata quella anno dopo anno, trimestre dopo trimestre, di distribuire generosamente ma anche di continuare rafforzare il nostro patrimonio”.

Unicredit: nei nove mesi utile record a 6,7 miliardi

Unicredit: nei nove mesi utile record a 6,7 miliardiMilano, 24 ott. (askanews) – Unicredit chiude il terzo trimestre 2023 con un utile netto di oltre 2,3 miliardi, battendo le stime degli analisti, con un Rote pari al 23,4%. Nei primi nove mesi il risultato ha raggiunto la cifra record di 6,7 miliardi, in aumento del 67,7% rispetto allo stesso periodo del 2022.

I ricavi netti nel trimestre salgono a 5,8 miliardi (+23,1%), sostenuti da un margine di interesse di 3,6 miliardi, in aumento del 45% principalmente per effetto dell’aumento dei tassi di interesse e della buona gestione del pass-through dei depositi. Il CET1 ratio a fine settembre è pari al 17,19%. Sulla scia di un migliorato contesto dei tassi d’interesse e delle ipotesi di pass-through dei depositi, il gruppo ha migliorato la propria guidance finanziaria per il 2023, portandola a un margine di interesse di almeno 13,7 miliardi, che si traduce in ricavi netti superiori a 22,2 miliardi. La guidance relativa all’utile netto rimane pari o superiore a 7,25 miliardi. Confermata l’ambizione a mantenere la redditività del 2024 in linea o superiore a quella del 2023 e l’intenzione di distribuire agli azionisti almeno 6,5 miliardi.

UniCredit, ha sottolineato l’AD Andrea Orcel “ha messo a segno un altro trimestre eccellente. Sono fiducioso ed entusiasta di ciò che ci aspetta per UniCredit. I nostri fondamentali sono più forti che mai e siamo sulla buona strada per realizzare la nostra ambizione di diventare la Banca del Futuro in Europa. Continueremo a costruire il nostro successo a beneficio di tutti i nostri stakeholder”. Unicredit ha optato per contribuire con 1,1 miliardi alla cosiddetta ‘imposta straordinaria sulle banche’ del 2024, destinandoli a riserve proprie non distribuibili. “Il supporto del gruppo alle famiglie e alle comunità durante la crisi del costo della vita – precisa l’istituto – rimane un imperativo”.

Guerra in Medio Oriente, Tajani: deceduto ultimo dei 3 italo-israeliani dispersi

Guerra in Medio Oriente, Tajani: deceduto ultimo dei 3 italo-israeliani dispersiRoma, 23 ott. (askanews) – “Purtroppo anche Nir Forti è deceduto. Era l’ultimo dei 3 italo-israeliani dispersi. Mi stringo al dolore dei suoi genitori, li avevo incontrati durante la visita a TelAviv. Morire a 29 anni, barbaramente ucciso dai terroristi, è profondamente ingiusto. Prego per te, giovane Nir”. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un post su X dopo che qualche ora prima lo stesso ministro aveva dato la notizia della morte di Liliach Le Havron, italo-israeliana e moglie di Evitar Kipnis il cui corpo era stato ritrovato nei giorni scorsi.

“Entrambi erano scomparsi dopo l’attacco di Hamas”, aveva ricordato il ministro. “Rinnovo le condoglianze ai figli e alla famiglia. Per l’Italia un altro giorno di lutto”. Intanto, il portavoce delle Brigate al-Qassam, braccio armato di Hamas, ha annunciato il rilascio di due ostaggi a seguito della mediazione di Qatar ed Egitto. Secondo quanto riferito su Telegram da Abu Obaida, si tratta di due donne anziane, Nurit Yitzhak di 79 anni e Yocheved Levschitz, 85 anni. “Abbiamo deciso di rilasciarli per ragioni umanitarie e mediche”, ha detto il portavoce, citato da Al Jazeera.

Deficit pubblico, Summers: in Italia “urgente” affrontarlo

Deficit pubblico, Summers: in Italia “urgente” affrontarloRoma, 23 ott. (askanews) – Lawrence Summers, ex segretario al Tesoro statunitense con il presidente Clinton, e uno dei più autorevoli policymakers mondiali degli ultimi anni, lancia l’allarme sulla dinamica dell’aumento del deficit pubblico sulle due sponde dell’Atlantico, negli Usa e in Europa, dove affrontare il problema è particolarmente “urgente in Italia. L’economista, che ha ricevuto a Roma il premio Bancor in una cerimonia alla quale hanno anche partecipato il governatore di Bankitalia Visco e il governatore inglese Mervyn King, si è inoltre mostrato pessimista sulla possibilità di riportare l’inflazione al 2% in Usa e in Europa con un ‘atterraggio morbido’ che eviti la recessione.

L’Italia – ha sostenuto Summers – è l’epicentro del nodo finanza pubblica in Europa. Ecco il suo ragionamento: “L’indebitamento non è un modo per finanziare la spesa. È un modo per rinviare il finanziamento della spesa. È un modo per rinviare l’aumento delle tasse o per rinviare altri tagli alla spesa, anche se l’entità complessiva lievita. Pertanto, sia che si tratti di contenere l’inflazione nel breve periodo o di mantenere la stabilità finanziaria nel medio periodo o di garantire livelli adeguati di investimenti e di crescita nel lungo periodo o di mantenere un sistema globale efficiente, credo sia necessario affrontare le preoccupazioni relative all’indebitamento pubblico negli Stati Uniti. E se me lo consentite, pensando all’Europa, in nessun altro luogo questo aspetto è più urgente che in Italia”. Pessimismo, in particolare, sulla possibilità degli Stati Uniti di riportare i conti pubblici sotto controllo e non attendibili le previsioni di Washington sul deficit. “Credo che nei prossimi anni – ha sottolineato Summers – le questioni di politica fiscale dovranno svolgere un ruolo più rilevante che in passato. Sono più preoccupato per la situazione fiscale degli Stati Uniti a medio e lungo termine di quanto lo sia stato nei 40 anni in cui mi sono occupato di politica macroeconomica. Considerate che le ultime stime del Congressional Budget Office sulla situazione fiscale negli Stati Uniti indicano un deficit del 7,3% circa. Tra dieci anni – prevede l’economista, che tra l’altro è nipote di due premi Nobel per l’economia, Samuelson e Arrow – questi calcoli presuppongono che il tasso d’interesse dei buoni del Tesoro si aggiri attorno al 2%, il che mi sembra improbabile. Questi calcoli presuppongono che la spesa per la difesa nazionale in percentuale del PIL diminuisca in modo significativo, il che mi sembra improbabile. Questi calcoli presuppongono che tutti i tagli fiscali di Trump vengano abrogati, il che mi sembra improbabile”.

Il pessimismo a tutto tondo di Larry Summers si estende alla possibilità di un successo nella lotta all’inflazione senza portare l’economia in recessione. “Sarebbe fantatico riuscire a raggiungere un atterraggio morbido. Tuttavia, come ho detto più volte – e come dice anche Samuel Johnson dei secondi matrimoni – tutto porta a credere che l’atterraggio morbido rappresenti il trionfo della speranza sulla realtà. Il mio sospetto è che non riusciremo, né negli Stati Uniti né in Europa, a riportare l’inflazione al 2% o vicina al 2% in modo duraturo senza accettare un aumento significativo del grado di rallentamento economico. Vorrei tanto sbagliarmi – aggiunge – in questa mia ipotesi, visto il sostanziale deterioramento fiscale negli Stati Uniti, e al contempo non posso parlare con altrettanta certezza dell’Europa. A mio avviso, negli Stati Uniti il mantenimento di un livello di domanda coerente con la stabilità dei prezzi richiederà probabilmente un lungo periodo di tassi d’interesse piuttosto elevati rispetto alle stime prevalenti di tassi d’interesse neutrali”.