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Bce, Lagarde: non abbiamo obiettivi su euro-dollaro ma monitoriamo

Bce, Lagarde: non abbiamo obiettivi su euro-dollaro ma monitoriamoRoma, 11 apr. (askanews) – Alla Bce “non abbiamo obiettivi sui tassi di cambio, ma ovviamente monitoriamo e stiamo attenti agli sviluppi, dato l’impatto che le variazioni del tasso dei campi possono avere sull’inflazione”. Così la presidente della Bce, Christine Lagarde ha risposto nella conferenza stampa al termine dell’Eurogruppo a Varsavia a una domanda sul forte calo del dollaro, anche nei confronti dell’euro, mentre permane la tensione dei mercati a seguito dei dazi commerciali decisi dall’amministrazione Trump.


La formula che ha utilizzato è la stessa che l’istituzione utilizza da molti anni su questo argomento. Oggi l’euro ha superato quota 1,14 dollari, portandosi sui massimi da tre anni nell’ambito di nuove cadute della valuta statunitense. Lagarde invece non ha risposto a un’altra domanda riguardo a speculazioni di stampa sulla possibilità che la Federal Reserve, la Banca centrale degli Stati Uniti possa intervenire sui mercati contro queste turbolenze. “Ci sta un dialogo regolare tra i banchieri centrali, ma se fossi a coscienza di temi come quelli chiedete non ve lo direi”, ha detto. (fonte immagine: EBS).

Dazi, Dombrovskis: Usa autolesionisti, Ue pronta a diferdersi

Dazi, Dombrovskis: Usa autolesionisti, Ue pronta a diferdersiRoma, 11 apr. (askanews) – “L’Europa non ha iniziato questo scontro e non lo vuole. I dazi vanno contro la logica politica e economica tra deu aree economiche che hanno il maggiore interscambio nel mondo, pari a 1.600 miliardi di euro. Siamo pronti a negoziare un accordo a beneficio reciproco ma difendendo i nostri interessi”. Lo ha affermato il commissario europeo all’Economia, Valdis Dombrovskis, nella conferenza stampa al termine dell’eurogruppo.


“Non c’è necessità per gli Usa di continuare ad auto danneggiarsi. Ma se siamo costretti siamo pronti a difenderci – ha detto -. Al tempo stesso l’Ue continuerà il lavoro per approfondire il mercato unico e per diversificare il nostro commercio con i partner commerciali”.

Dazi, le Borse europee girano in rosso con la risposta Cina a Usa, Milano -1,5%. Dollaro in caduta

Dazi, le Borse europee girano in rosso con la risposta Cina a Usa, Milano -1,5%. Dollaro in cadutaMilano, 11 apr. (askanews) – Si prospetta un’ennesima seduta ad alta volatilità per i mercati finanziari. Le Borse europee, dopo un’apertura in positivo sulla scia dei forti guadagni della vigilia, hanno già virato in rosso a metà mattinata. Pesani i timori degli investitori per l’intensificarsi dell’escalation nella guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina. Oggi Pechino ha risposto all’innalzamento dei dazi decisa da Donald Trump, che li ha portati al 145%, con un aumento ritorsivo al 125%. Coi future di Wall Street improntati al ribasso, Milano perde l’1,5%, Francoforte l’1,6%, Parigi l’1%. Sul fronte monetario, non si ferma il rafforzamento dell’euro nei confronti del dollaro con il cambio che sale fino alla soglia di 1,14.


Non si arresta, infatti, la discesa del dollaro, in caduta dalla guerra commerciale innescata dall’amministazione Trump, peggiorata con l’intensificarsi dell’escalation Usa-Cina. L’euro in tarda mattinata ha sfondato la soglia di 1,14 sul biglietto verde, con un top a 1,147, nuovi massimi da oltre tre anni.

Dazi, Orsini: serve calma e risposta unitaria da parte dell’Ue

Dazi, Orsini: serve calma e risposta unitaria da parte dell’UeRoma, 11 apr. (askanews) – “Sono convinto che in questo momento serva calma e avere una risposta che sia unita da parte dell’Europa”. Lo ha detto il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, aprendo i lavori del ‘Made in Italy Day’.


“Leggiamo, purtroppo, delle trattative dei dazi e di trattative di negoziazione tramite dei tweet e delle dichiarazioni. Ma credo che oggi il tema sia proprio quello della calma e di costruire un percorso ordinato nella trattativa con gli Stati Uniti. Noi sappiamo quanto siano per noi un mercato fondamentale e sono certo che occorra trattare uniti come Europa e utilizzare i migliori rapporti. Penso che il presidente del Consiglio, andando il 16-17 di questo mese, saprà costruire un ponte necessario per l’Europa”, ha aggiunto. “Nel’assemblea del 27 maggio – ha annunciato Orsini – saremo pronti a lanciare una piattaforma per dare evidenza della capacità del nostro Paese di poter incrementare il nostro export di 626 miliardi”. Secondo Orsini, “la nostra Italia, il nostro prodotto, avranno la capacità di riuscire ad essere centrali nel mondo globale”.

Commissione Ue sospende contromisure ma restano i dazi Usa

Commissione Ue sospende contromisure ma restano i dazi UsaBruxelles, 10 apr. (askanews) – L’Unione europea ha risposto alla “pausa” di 90 giorni decretata ieri da Donald Trump sui dazi sospendendo per lo stesso periodo le contromisure che aveva deciso ieri, con l’appoggio quasi unanime degli Stati membri (a parte la solita Ungheria), come prima ritorsione contro l’attacco commerciale degli Stati Uniti.


Si tratta di un “bel gesto”, che vuole soprattutto incoraggiare il dialogo e il negoziato con gli Stati Uniti, primo obiettivo strategico europeo, mentre continua a non essere chiaro quale sia la strategia di Trump, che cosa voglia veramente, con le sue minacce sui dazi, usate chiaramente come un’arma tattica negoziale. Ma, dal punto di vista delle condizioni di reciprocità, l’Europa non ci guadagna molto, per ora. La pausa di Trump riguarda infatti solo l’ultima delle tre successive decisioni che il presidente Usa ha preso sull’introduzione di nuovi dazi, rispettivamente il 12 e il 26 marzo e il 2 aprile. Le contromisure dell’Ue che sono state sospese oggi, prima della loro entrata in vigore inizialmente prevista in tre ondate, il 15 aprile, il 16 maggio e a inizio dicembre, rispondevano solo alla prima delle tre decisioni di Trump, quella del 12 marzo sull’imposizione di dazi del 25% alle importazioni di acciaio, alluminio e prodotti derivati. Ora, mentre le contromisure Ue sono state sospese, questi dazi americani restano in vigore, e dovranno essere pagati dalle industrie europee.


Restano in vigore anche i nuovi dazi aggiuntivi del 25% sulle importazioni negli Usa di auto e loro componenti, decisi da Trump il 26 marzo scorso. Qui le misure di ritorsione europee erano in preparazione, ma non erano ancora state decise, e non lo saranno, ovviamente, per tutta la durata della pausa, con la speranza che il negoziato conduca a una soluzione per cui non siano più giustificate. Infine, i dazi cosiddetti “reciproci” di Trump, basati su una formula matematica bislacca per calcolare il deficit commerciale degli Stati Uniti, che sta facendo ridere tutti gli economisti del mondo, per l’Unione europea sono stati solo dimezzati. Passano dal 20 al 10 per cento, ma restano comunque in applicazione anche durante la “pausa”, impropriamente definita come tale. La domanda a questo punto è: che cosa ha avuto, o che cosa avrà l’Unione europea in cambio, oltre alla vaga promessa di un negoziato con gli Usa che non è ancora iniziato davvero, e per il quale Trump pare non abbia ancora trasmesso alcuna direttiva o istruzione ai membri del suo staff? La risposta l’ha data il portavoce per il Commercio della Commissione, Olof Gill, durante il briefing quotidiano per la stampa di oggi dell’Esecutivo comunitario. “Abbiamo premuto il pulsante di pausa – ha spiegato Gill – per dare spazio alle trattative. Quindi sì, i dazi sull’alluminio e sull’acciaio sono ora in vigore negli Stati Uniti, non solo nei nostri confronti, ma nei confronti di tutti. E sì, sono in vigore i dazi per le auto. Ma per il momento non faremo ulteriori passi, perché vogliamo che ci sia spazio per i negoziati. Vogliamo che sia molto chiaro che la nostra strategia è stata quella di procedere su due binari. Da un lato, vogliamo far capire chiaramente ai nostri partner americani che crediamo che dazi di questo tipo siano pericolosi, controproducenti, non rendano felice nessuno e che vogliamo evitarli, vogliamo ottenere risultati positivi. E dall’altro lato, vogliamo dimostrare che se avremo a che fare con una escalation, non ci lasceremo mettere i piedi sulla testa”.


“Le contromisure per le quali i nostri Stati membri ci hanno dato mandato ieri saranno attuate, ma le sospenderemo con un secondo atto esecutivo. Questo ci dà 90 giorni di tempo per negoziare con gli americani. In assenza di risultati positivi, le misure entreranno in vigore dopo i 90 giorni”, ha precisato il portavoce. E ha poi negato che ci sia un problema di credibilità per la Commissione, per il fatto di aver prima annunciato e poi sospeso le proprie misure di ritorsione, senza aver neanche ottenuto la sospensione dei dazi a cui quelle misure rispondevano. Un problema di credibilità, ha affermato, “non c’è per i nostri Stati membri, per la nostra industria, per i nostri partner commerciali in tutto il mondo che fanno la fila per firmare accordi commerciali con noi; perché sanno che siamo stabili, affidabili, prevedibili e che rispettiamo le regole”, al contrario di quanto stanno facendo gli Stati Uniti di Trump. “La nostra azione in questa vicenda è stata coerente, calma e chiara fin dall’inizio e continuerà ad esserlo. Siamo molto soddisfatti – ha continuato Gill – del fatto che la nostra strategia finora, ora e in futuro, sia quella giusta. Stiamo facendo ciò che stiamo facendo perché crediamo che sia la giusta linea d’azione. Stiamo parlando con i nostri Stati membri, con la nostra industria, con i nostri partner in tutto il mondo, manteniamo la calma e siamo piuttosto fiduciosi di stare facendo ciò che dobbiamo fare”.


“Siamo soddisfatti – ha insistito il portavoce – che la nostra strategia fin dal primo giorno sia stata quella giusta; nel senso che è stata calma, coerente, strutturata, paziente, mirata e sempre attuata in stretta consultazione con i nostri Stati membri e l’industria, il che ha permesso un livello di unità dell’Ue davvero notevole su questa questione, unità che è ciò che ci dà la forza al nostro interno e nel mondo, in particolare quando si tratta di negoziati difficili. Continueremo a operare su questa base”. Con gli Stati Uniti, ha riferito ancora Gill, “i contatti sono in corso e costanti. Al momento non erano previsti incontri di persona, ma la situazione potrebbe cambiare con breve preavviso. È chiaro che ci sono stati contatti molto regolari tra l’Ue e gli Stati Uniti a livello politico su questo tema, e continueranno ad esserci”, ha concluso il portavoce.

Wall Street torna a precipitare, Dow Jones -4%, Nasdaq -5,67%

Wall Street torna a precipitare, Dow Jones -4%, Nasdaq -5,67%Roma, 10 apr. (askanews) – Niente da fare a Wall Street. Dopo la seduta di spettacolari recuperi di ieri, gli indici tornano a precipitare e nel pomeriggio il Dow Jones che perde oltre il 4%, l’S&P 500 crolla del 4,87% e il Nasdaq che cede un 5,67%. L’alta tensione non abbandona l’azionario statunitense, mentre la tregua sui dazi commerciali decisa dal presidente Usa Donald Trump non riguarda la Cina, su cui invece le misure commerciali sono state appesantite dopo una serie di escalation.


Forti vendite anche sul dollaro che perde oltre il 2% con l’euro che sale a 1,1185 sul biglietto verde. Di nuovo a picco anche i prezzi del petrolio, a New York il barile di West Texas Intermediate perde il 4,10% a 59,79 dollari. Il Brent, il greggio del mare del Nord cede il 3,60% a 63,12 dollari. La tregua invece tiene sui Treasuries, i rendimenti sui titoli del tesoro statunitensi decennali si limano di 2 punti base al 4,37%.

Dazi, la Commissione Ue ricorda la sua competenza esclusiva in ambito commerciale

Dazi, la Commissione Ue ricorda la sua competenza esclusiva in ambito commercialeBruxelles, 10 apr. (askanews) – Non esiste l’opzione di una trattativa separata tra uno Stato membro dell’Ue e gli Stati Uniti sui dazi, invece del negoziato con l’intera Unione europea come entità unica, perché non la prevedono i trattati europei. Lo ha ribadito, oggi a Bruxelles, un portavoce della Commissione europea, Stefan de Keersmaecker, durante il briefing quotidiano per la stampa dell’Esecutivo comunitario.


“Posso affermare con chiarezza che la Commissione ha competenza esclusiva per negoziare in ambito commerciale. Si tratta quindi di una competenza esclusiva basata sulle disposizioni del nostro Trattato. Spetta quindi alla Commissione portare avanti questo tipo di negoziati”, ha ricordato il portavoce, in risposta alla domanda di un giornalista sull’intenzione espressa ieri dal presidente americano Donald Trump, di raggiungere accordi uno alla volta, con ciascuno Stato membro dell’Unione europea.

Dazi, FT: Usa e Cina, i due giganti economici verso “il divorzio”

Dazi, FT: Usa e Cina, i due giganti economici verso “il divorzio”Roma, 10 apr. (askanews) – Si profila un drastico “divorzio” tra le due maggiori economie mondiali, Stati Uniti e Cina: secondo il Financial Times, alcune piattaforme cinesi di e-commerce si apprestano alzare i prezzi del 70% a seguito dei dazi commerciali appena rilanciati dall’amministrazione Trump. Ma altri operatori intendono semplicemente abbandonare il mercato usa, perché con questi livelli di tassazione non sono in grado di operarvi in maniera redditizia.


Ieri il presidente Usa, Donald Trump ha annunciato una tregua di tre mesi sui dazi a favore dei paesi che non hanno ancora adottato ritorsioni. Per la Cina invece, che aveva già stabilito contromisure, ha rilanciato i dazi di un ulteriore 21% portandoli al 125%, un livello particolarmente punitivo. Secondo il quotidiano finanziario, alcuni esportatori cinesi stanno allestendo impianti produttivi in Paesi terzi, come la Giordania, per assemblare o completare lì i beni e da lì cercare di esportarli verso gli Usa. Altri cercano di dirottare le esportazioni verso Paesi che hanno trattati con gli Stati Uniti e poi di inviarli lì verso il mercato americano.


Per ora molti operatori commerciali cinesi si limitano ad adottare una posizione attendista. Il quotidiano cita l’amministratore delegato di Brands Factory, una piattaforma di e-commerce secondo cui è estremamente difficile fare previsioni di lungo termine in questa fase. Ma al tempo stesso, le società di trasporto marittimo che operano sulle tratte del Pacifico riferiscono che molti ordini sono stati cancellati e che si attendono ulteriori cancellazioni nelle prossime settimane.


Centinaia di container restano fermi al porto di Shanghai. Il quotidiano non ne parla, ma il rischio è che vengano improvvisamente dirottati sui mercati dei Paesi dell’Unione europea, che si ritroverebbe a fronteggiare un afflusso anomalo, una sorta di invasione, di importazioni dalla Cina, che già non mancano. Infatti il FT riporta che Pechino si è lanciata in una serie di consultazioni diplomatiche parallele, tra cui con il commissario europeo responsabile del commercio, Maros Sefkovic – lo stesso che sta trattando con Washington la partita sui dazi – così come con la Malesia e altri paesi del sud-est asiatico.

Banche, Buch: da fusioni transfrontaliere Ue benefici e lati negativi

Banche, Buch: da fusioni transfrontaliere Ue benefici e lati negativiRoma, 10 apr. (askanews) – Le fusioni bancarie trans frontaliere in Europa offrono potenziali benefici, “consentendo alle banche di fare un miglior uso delle tecnologie più all’avanguardia, di sfruttare le economie di scala e di migliorare la diversificazione del rischio”. Tuttavia al tempo stesso “hanno anche dei lati negativi. Banche grandi e più complesse devono essere ben gestite, specialmente in tempi di accresciuti rischi geopolitici. Le banche devono avere buone governance e meccanismi di gestione del rischio in grado di intervenire su potenziali situazioni negative. Devono essere ben regolate e vigilate”. Lo ha affermato la presidente del ramo di vigilanza bancaria della Bce, Claudia Buch, nel suo discorso oggi alla scuola economica di Varsavia.


Buch è intervenuta in termini generali su un tema reso di stretta attualità da alcuni mesi dalle manovre dell’italiana UniCredit con l’obiettivo di una possibile aggregazione con la seconda banca della Germania, Commerzbank. Prima di questo caso, la versione ufficiale delle autorità Ue e anche della Germania era di chiaro sostegno alle fusioni trans frontaliere. Poi in Germania sono arrivate sfumature o aperte ostilità, specialmente nel panorama politico e sindacale.


La tedesca Buch, per parte sua, ha mostrato un certo equilibrismo su questo tema potenzialmente spinoso con i suoi connazionali, rilevando che “al momento l’Europa non sta sfruttando pienamente questi benefici” dalle aggregazioni transfrontaliere di banche. “I depositi trans frontalieri sono ridotti, fusioni e acquisizioni sono state limitate e i portafogli delle banche hanno una forte impronta sul mercato interno. Bisogna fare di più per rimuovere le barriere all’integrazione – ha detto – incluse quelle che derivano da differenze nelle normative Nazionali”. Secondo Buch “una regolamentazione, una vigilanza solida assicurano che la gestione delle banche agisca a beneficio di tutti i portatori di interesse, in particolare dei correntisti e dei contribuenti che potrebbero essere a rischio” se le banche dovessero fallire.


La vigilanza bancaria europea “fornisce le fondamenta per più integrazione e competizione in una maniera che non sacrifica la resilienza delle banche. Ma serve il supporto di altre aree di policy – ha concluso – per rimuovere le barriere rimanenti all’integrazione, mantenendo un solido quadro regolamentare”. (fonte immagine: ECB 2025).

Borse europee in rialzo ma sotto i massimi, future Usa negativi

Borse europee in rialzo ma sotto i massimi, future Usa negativiMilano, 10 apr. (askanews) – Proseguono in deciso rialzo le Borse europee anche se sotto i massimi di inizio seduta, dopo la decisione del presidente Usa di sospendere i dazi ad eccezione di quelli verso la Cina aumentati al 125% in risposta all’84% deciso da Pechino sull’export Usa. Restano in vigore dazi al 10% per tutti i paesi oltre al 25% su acciaio, alluminio e auto, mentre mercoledì prossimo entreranno in vigore quelli sulla componentistica automotive. A guidare i rialzi è Milano con il Ftse Mib in progresso del 6,1%, seguita da Dax (+5,3%), Cac40 e Ibex in rialzo del 5%.


Chiusura in deciso rialzo anche per le Borse asiatiche Tokyo +9%, Seul +6,6%, Hong Kong +2,1%. Più indietro Shanghai (+1,2%) su attese di stimoli economici per sostenere l’economia che hanno in parte compensato l’effetto dazi. Acquisti anche sulle cripto, con Bitcoin in rialzo del 5,9% a 82mila dollari. Segnale negativo invece dai futures Usa dopo il rally di ieri con gli investitori che fanno i conti sull’impatto dei dazi con la Cina. I future sull’S&P 500 segnano un calo del 2,4%, Dow Jones -1,6%, Nasdaq -2,4%.


Sul fronte valutario l’euro si rafforza sul dollaro a 1,1047 (+0,9%), prosegue la corsa dell’oro a 3.149 dollari (+1,6%), considerato un bene rifugio, mentre il petrolio è in calo con il Brent a 63,3 dollari (-2,5%). Andamento misto per i titoli di Stato con vendite sui Bund con rendimenti del decennale in aumento al 2,63% e acquisti sui Btp con rendimenti in calo al 3,85% pari a uno spread di 121 punti. Fra i titoli a Piazza Affari in evidenza Stellantis (+8,2%), Stm (+8,4%) che ha confermato il sostegno al Ceo Chery dopo le accuse di transazioni personali sui titoli alla vigilia dei conti. In forte rialzo anche Prysmian (+9,3%), Fineco (+9,1%) e Saipem (+6,8%). In forte rialzo anche Il Sole 24 Ore (+38% a 1,075 euro) dopo l’Opa a 1,1 euro annunciata da Confindustria sul 31,98% del capitale rappresentato da azioni speciali.