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Giocattoli, ok a stretta sicurezza da Commissione Parlamento Ue

Giocattoli, ok a stretta sicurezza da Commissione Parlamento UeRoma, 13 feb. (askanews) – La commissione mercato interno e tutela dei consumatori del Parlamento europeo ha approvato una posizione aggiornata che opera una stretta sui requisiti di sicurezza per la commercializzazione dei giocattoli, in particolare mettendo nel mirino componenti chimici pericolosi o cancerogeni, come i perturbatori endocrini, e imponendo nuovi requisiti di certificazione alla frontiera e di informazione dei consumatori.


Il testo adottato mette al bando una serie di sostanze tra cui quelle ritenute pericolose per il sistema endocrino o l’apparato respiratorio, o quelle ritenute tossiche per vari organi. Ai produttori di giocattoli viene poi richiesto di assicurare un’identificativo digitale per ogni prodotto che specifici come vengano rispettate le varie regole e, ad esempio tramite un codice QR, renda possibile ai consumatori l’accesso alle informazioni. Sui giochi dotati di qualche forma di intelligenza artificiale viene imposto il rispetto del quadro di regole recentemente approvato (AI Act) dall’Ue.


Con un comunicato, il Parlamento europeo ricorda che i giocattoli sono la prima tipologia di beni che fa scattare il sistema di allerta per prodotti pericolosi, con un 23% delle notifiche totali nel 2022 e un 20% nel 2021. Il testo approvato verrà messo ai voti nella prima sessione plenaria utile del Parlamento Ue.

Dollaro balza a massimo 3 mesi dopo inflazione, euro giù a 1,0705

Dollaro balza a massimo 3 mesi dopo inflazione, euro giù a 1,0705Roma, 13 feb. (askanews) – Nuovo scatto rialzista del dollaro, dopo che dagli Stati Uniti sono giunti dati sull’inflazione più sostenuti del previsto. Nel pomeriggio l’euro cala bruscamente a 1,0705 dollari, sui minimi da metà novembre, laddove prima della diffusione dei dati era arrivato a sfiorare quota 1,08.


A gennaio negli Usa i prezzi al consumo hanno segnato un aumento dello 0,3% rispetto al mese precedente, un decimale in più rispetto alle attese, e la crescita dei prezzi su base annua, al 3,1% è risultata superiore al 2,9% stimato in media dagli analisti. La persistenza dell’inflazione alimenta i timori che la Federal Reserve possa ritardare il primo taglio dei tassi di interesse e questo sostiene la valuta di riferimento, il dollaro.

Usa, inflazione +0,3% a gennaio, annuale scende al 3,1%

Usa, inflazione +0,3% a gennaio, annuale scende al 3,1%New York, 13 feb. (askanews) – A gennaio, i prezzi al consumo negli Stati Uniti sono aumentati dello 0,3% come nel mese precedente, secondo quanto comunicato dal dipartimento del Lavoro, contro attese per un rialzo dello 0,2%. Il dato annuale è sceso dal 3,4% di dicembre al 3,1% di gennaio, con il consensus al 2,9%. Il dato “core”, ovvero quello depurato dalla componente dei prezzi dei beni alimentari ed energetici, è cresciuto dello 0,4%, oltre le attese che davano un aumento dello 0,3%. Rispetto a un anno prima, il dato “core” ha registrato un rialzo del 3,9%, come in dicembre contro attese per un rallentamento al 3,7%.


I prezzi energetici sono scesi dello 0,9% rispetto al mese precedente, quelli dei generi alimentari sono aumentati dello 0,4%; rispetto a un anno prima, l’energetico resta in calo del 4,6%, il settore dei generi alimentari è in rialzo del 2,6%.

Energia, la Gigafactory di Energy spa produrrà batterie in Veneto

Energia, la Gigafactory di Energy spa produrrà batterie in VenetoRoma, 13 feb. (askanews) – Gli ultimi anni hanno segnato una notevole accelerazione nella costruzione di Gigafactory per la produzione di batterie agli ioni di litio. Secondo il “Gigafactory Assessment” di Benchmark, solo nel 2022 sono stati investiti oltre 131 miliardi di dollari, con un aumento del 24% rispetto all’anno precedente. La Cina ha rappresentato il 74% dell’investimento totale. Ma alla corsa partecipano attivamente anche l’Europa e l’Italia, che spingono sempre di più sulla necessità di accelerare la produzione delle energie pulite per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione del 2050. Proprio in ottica di rafforzare il valore del Made in Italy nel panorama internazionale e riappropriarsi delle tecnologie per garantire l’indipendenza dal punto di vista energetico, Energy spa, società italiana leader nei sistemi di accumulo per l’energia da fonti rinnovabili (ESS, Energy Storage System), si è impegnata in un progetto di rilevanza nazionale che consoliderà ulteriormente la sua posizione come azienda leader nel settore delle rinnovabili. Dal 2023, infatti, Energy ha investito nella costruzione di una Gigafactory per la produzione di batterie al litio, di tipologia LFP e Made in Italy, nel suo quartier generale in Veneto. La prima linea di produzione è stata realizzata entro la fine del 2023 e attualmente si sta svolgendo il processo di testing e messa a punto della produzione. In primavera ci sarà l’avvio della produzione della prima linea produttiva, che avrà la notevole capacità produttiva di circa 600-800 batterie al giorno, pari fino a 0,8 Gigawattora all’anno. Inoltre, è in corso la realizzazione di un nuovo stabilimento, vicino a quello esistente, completamente dedicato alla produzione di batterie. L’avvio della produzione è previsto all’inizio del 2026 e lo stabilimento avrà una capacità produttiva 10 volte maggiore rispetto alla fase 1 (fino a 8 GWh all’anno). Per la costruzione della Gigafactory la Società ha recentemente ricevuto l’istanza di concessione di un contributo a fondo perduto da 7,15 milioni di euro, nella forma di Contratto di Sviluppo della filiera produttiva strategica “Rinnovabili e Batterie” previsto dal Pnrr. “In questo contesto Energy diventerà a tutti gli effetti l’unica azienda italiana a realizzare internamente sia il sistema di accumulo energetico sia le batterie. Ancora più rilevante è il fatto che queste batterie LFP saranno assemblate in Italia, consolidando ulteriormente la posizione di Energy come azienda leader nel settore dell’energia pulita e rafforzando la rilevanza del marchio Made in Italy nel panorama internazionale delle energie rinnovabili”, ha dichiarato Davide Tinazzi, Ad di Energy Spa.

Banche, First Cisl: il 41,5% dei Comuni non ha più sportelli

Banche, First Cisl: il 41,5% dei Comuni non ha più sportelliMilano, 13 feb. (askanews) – Il 41,5% dei comuni italiani, circa 3.300, non ha più sportelli bancari sul suo territorio. Nel corso del 2023 sono stati 134 i comuni “desertificati”. La desertificazione è avanzata negli ultimi anni con sempre maggiore rapidità: tra il 2015 e il 2023 il 13% dei comuni italiani ha visto chiudere l’ultima filiale. Una percentuale che potrebbe salire ulteriormente: i comuni con un solo sportello sono infatti il 24% del totale. Lo sottolinea l’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl, che elabora i dati resi disponibili al 31 dicembre 2023 da Bankitalia e Istat.


Nel 2023 in Italia hanno chiuso 826 sportelli, a fine 2022 erano stati 677 (-3,9%). Un quarto del territorio nazionale, con una superficie maggiore di quella di Lombardia, Veneto e Piemonte, è stato abbandonato dalle banche. Aumenta anche il numero di persone che non hanno accesso ad una filiale nel comune di residenza: sono 362mila in più rispetto ad un anno fa. Sono oltre 6 milioni, invece, gli italiani residenti in comuni nei quali è rimasto un solo sportello. A rendere più acuto il malessere sociale è la modesta diffusione dell’internet banking, sottolinea il rapporto: in Italia lo utilizza solo il 51,5% degli utenti contro una media Ue del 63,9%. Aumenta inoltre anche il numero delle imprese che hanno sede in comuni privi di sportello bancario: sono 255mila, 22mila in più rispetto ad un anno fa.


Confrontando i numeri con quelli di un anno fa emerge inoltre che le chiusure non colpiscono in modo omogeneo le diverse aree del Paese. Nel 2023 le regioni più colpite sono state Marche (- 6,7%), Abruzzo (-5,1%), Lombardia (-5,1%), Sicilia (- 5%), Calabria (- 4,2%). L’Osservatorio sulla desertificazione bancaria della Fondazione Fiba elabora anche un indicatore (Ipd, Indicatore di desertificazione provinciale) che assegna ad ogni provincia italiana un punteggio sulla base della percentuale, calcolata sui rispettivi totali, del numero di comuni senza sportello o con uno sportello, della popolazione residente, delle imprese con sede legale in detti comuni e della relativa superficie. La graduatoria che emerge vede tra le province meno desertificate quelle di Barletta-Andria-Trani, Brindisi, Grosseto, Ragusa, Ravenna, Reggio Emilia e Pisa. Le grandi città si collocano in posizioni più arretrate: Milano è 24esima, Roma 40esima, Napoli 50esima. Sugli ultimi gradini della classifica troviamo Vibo Valentia e Isernia.

Banche, Buch: tassi depositi non salgono, dobbiamo capire perché

Banche, Buch: tassi depositi non salgono, dobbiamo capire perchéRoma, 13 feb. (askanews) – Sulle banche in Europa “non abbiamo visto un passaggio dei tassi più alti sui depositi, come abbiamo visto in passato, quindi dobbiamo capire cosa succeda”. Lo ha rilevato la presidente del ramo di Vigilanza bancaria della Bce, Claudia Buch, durante un dibattito alla conferenza organizzata a Bruxelles dal Single Resolution Board.


Buch ha anche spiegato che in questa fase la Vigilanza sta monitorando “se ci sono sacche di vulnerabilità, specialmente se ci sono esposizioni sensibili agli alti tassi di interesse. Sono questioni che guardiamo attentamente perché dobbiamo capire correttamente come” l’aumento dei livelli di riferimento operato dalla Bce “si trasferisca nel sistema finanziario”. Più in generale negli ultimi mesi, anche durante le crisi che hanno coinvolto diverse banche regionali statunitensi e il Credit Suisse “abbiamo visto veramente un settore bancario resiliente, le banche europee sono meglio patrimonializzate, sono più liquide. Spesso si dimentica di come sarebbe stato se non avesse avuto tutte queste nuove regole. Nel 2007 non avevamo gli strumenti attuali – ha notato – tutto questo è cambiato, molte decisioni sono state prese. Poi possiamo discutere delle lacune, ma voglio lanciare un messaggio positivo”.

Germania, fiducia finanza sale ma quadro economia a minimi da 2020

Germania, fiducia finanza sale ma quadro economia a minimi da 2020Roma, 13 feb. (askanews) – Il clima di fiducia complessivo nel settore della finanza della Germania ha segnato un nuovo miglioramento a febbraio, con l’indice elaborato dal centro studi Zew salito di 4,7 punti a quota 19,9 punti. Tuttavia, con un comunicato l’istituto precisa che la valutazione sulla situazione economica attuale della Germania ha segnato un forte peggioramento, con un calo di 4,4 punti.


“L’economia tedesca si trova in una brutta posizione – commenta con una nota il presidente dello Zew, Achim Wambach – la valutazione sulla situazione attuale dell’economia è finita ai minimi dal giugno del 2020, mentre le aspettative sono nuovamente migliorate”.

IA, Seeweb: necessaria politica industriale per le imprese italiane

IA, Seeweb: necessaria politica industriale per le imprese italianeRoma, 13 feb. (askanews) – Nel campo dell’Intelligenza Artificiale è necessario investire di più sulla crescita del mercato italiano superando le disuguaglianze tecnologiche e sviluppando servizi e infrastrutture cloud italiane. Seeweb ritorna sulla necessità di puntare di più su scelte di politica industriale che facciano crescere aziende italiane della filiera dell’intelligenza artificiale.


“Se si vuole ridurre il divario dell’Italia sull’intelligenza artificiale rispetto al resto d’Europa e del mondo – spiega il Ceo di Seeweb, Antonio Baldassarra – è più che mai necessario che il programma di public procurement di beni e servizi necessari per il settore pubblico nazionale e locale, vada a sostenere le imprese italiane ad alta tecnologia in modo da accelerare la produzione interna di soluzioni di intelligenza artificiale che diano sostanza alla transizione digitale, ma anche al rilancio economico del Paese”. In un contesto simile occorre però evitare un errore che purtroppo è stato spesso commesso in passato. “Non si può seguire l’illusione di dare vita a un unico campione nazionale – prosegue Baldassarra, – da solo non sarebbe mai in grado di competere negli scenari economici globali. Per sfruttare tutte le potenzialità che offre l’AI, occorre sostenere tutti i soggetti che operano nella filiera dell’Intelligenza Artificiale che ha bisogno di infrastrutture, potenza di calcolo e competenze da parte di personale qualificato. Per questo è necessario che si definiscano obiettivi precisi per l’allocazione efficiente delle risorse pubbliche con una governance che tenga conto delle aziende italiane che da anni operano nel settore dell’innovazione e del cloud”.


“Il G7 ci offre un’occasione importante per dimostrare che l’Italia sarà al passo con gli altri Paesi europei ed anche che abbiamo maturato una nuova consapevolezza – aggiunge il Ceo di Seeweb -, ovvero che non possiamo fermare l’innovazione degli altri ma che possiamo decidere quanto far crescere il nostro settore”. Finora è stato fatto troppo poco e molto spesso assistiamo ad una resa del decisore pubblico di fronte al dominio tecnologico di fornitori esteri anche quando non sembra affatto necessario perché sono già presenti sul mercato italiano valide alternative nazionali di prodotti e servizi della società dell’informazione. In questo contesto Seeweb ha lanciato la propria demo di AI generativa, per stimolare il dibattito sullo sviluppo di modelli europei. La demo infatti è in grado di generare immagini e testo seguendo le indicazioni che gli utenti inseriscono nel prompt testuale. Il funzionamento insomma è molto simile alle Api di cui si parla continuamente nell’ultimo periodo, con un modello che è stato completamente sviluppato in Italia, su tecnologie italiane, seguendo quindi criteri di compliance e riservatezza del progetto.

McGuinness: Unione bancaria aiuterebbe anche famiglie e imprese

McGuinness: Unione bancaria aiuterebbe anche famiglie e impreseRoma, 13 feb. (askanews) – Nell’Unione europea “dobbiamno assicurare che le banche restino forti e che possano supportare cittadini imprese, rimanendo competitive. E per questo dobbiamo finire quello che abbiamo iniziato con l’Unione bancaria”. Lo ha affermato la commissaria europea al mercato interno, Mairead McGuinness durante la conferenza del Single Resolution Board, riconoscendo essa stessa che questo richiamo a completare l’Unione bancaria, che va avanti da anni, suona “ripetitivo”.


Ma il settore bancario ha davanti rapidi cambiamenti legati all’innovazione tecnologica, al digitale, che “portano progressi per le banche ma anche rischi, tra cui il principale è quello dei cyber attacchi. Le nostre banche devono gestire una molteplicità di rischi, dal clima, ai disastri naturali, alla cybersicurezza e dobbiamo costruire resilienza”. “Dobbiamo fare di più per rafforzare il nostro sistema completando l’Unione bancaria – ha insistito McGuinness – dobbiamo assicurare che il settore bancario europea possa gestire qualunque crisi futura che sia pronto al peggio se dovesse verificarsi. Il fallimento di alcune banche regionali americane mostra come le cose possono andare male”.


“Una unione bancaria completa porterebbe ampi benefici su redditività e competitività delle banche e il vantaggio si estenderebbe oltre le banche, perché ad esempio uno potrebbe ottenere un prestito da un altro Stato membro. La gente capisce che c’è una frammentazione nel sistema finanziario dell’Unione europea. E questo – ha proseguito – non riguarda solo singoli consumatori e famiglie ma è importante anche per le imprese. Se non ci sta un terreno di concorrenza patite paritetico diventa complicato”. “Dobbiamo comunicare ai cittadini i benefici concreti dell’Unione bancaria. Assicura anche la stabilità finanziaria. Ci sono comunque buone notizie, e sono nel fatto che abbiamo compiuto progressi rilevanti”, ha concluso.

Edison chiude il 2023 con un utile di 515 milioni di euro

Edison chiude il 2023 con un utile di 515 milioni di euroRoma, 13 feb. (askanews) – A 140 anni dall’avvio delle attività, Edison ha segnalato di aver chiuso il 2023 con un EBITDA record a 1,8 miliardi di euro, in crescita del 71%, e un utile a 515 milioni di euro. Al risultato hanno concorso tutte le attività di business che hanno registrato solide performance operative. Questo consente a Edison di distribuire un dividendo che per il 2023 è di euro 0,105 per ciascuna azione di risparmio (0,052 euro nel 2022) e di euro 0,075 per ciascuna azione ordinaria (0,022 euro nel 2022).


Nel 2023, inoltre, Edison ha conseguito un importante riconoscimento, con l’ottenimento di un rating ESG da Sustainalytics (società del Gruppo Morningstar) che le attribuisce un punteggio di 24,9, pari a un indice di “rischio medio”, confermandone il forte livello di gestione del rischio ESG, collocando Edison nel primo terzo delle utility valutate a livello mondiale dalla società di rating. A livello di Ebitda, particolarmente positivo il contributo alla marginalità delle attività rinnovabili, con l’idroelettrico che nel 2022 aveva risentito di un’idraulicità fortemente inferiore alle medie storiche, e delle attività di compravendita di energia rinnovabile, anche a medio-lungo termine con soggetti terzi. In decisa crescita le attività Downstream: con il settore Gas&Power (B2B e B2C) che registra una forte ripresa rispetto al calo del 2022 quando aveva assorbito l’impatto negativo del rialzo dei prezzi sulla marginalità delle vendite a tutela dei clienti finali; e con i servizi energetici e ambientali che beneficiano in particolare del miglioramento della performance nel segmento della Pubblica Amministrazione e di un effetto perimetro a seguito di un’acquisizione effettuata a maggio 2022. Le Attività Gas, escludendo il forte impatto negativo causato dalla mancata consegna di GNL dagli Stati Uniti, hanno beneficiato in modo significativo delle azioni di ottimizzazione del portafoglio.


I ricavi di vendita riflettono lo scenario prezzi e volumi che si registra a livello macroeconomico con un rallentamento globale dell’economia. Edison chiude il 2023 con ricavi pari a 18.436 milioni di euro da 30.309 milioni di euro del 2022. La riduzione è ascrivibile, in particolare, alla Filiera Attività Gas che ha riportato ricavi in flessione del 47,8% a 12.132 milioni di euro, in conseguenza dell’evoluzione dello scenario prezzi e della contrazione dei volumi di vendita. Stessa dinamica si osserva per la Filiera Energia Elettrica con ricavi in diminuzione del 16,1% a 8.335 milioni di euro, per effetto soprattutto della minor produzione termoelettrica (-9,3%). Molto positivo l’apporto delle rinnovabili con la produzione idroelettrica che cresce del 63,4% anno su anno, e quella eolica e fotovoltaica che nel complesso registrano un incremento della produzione del 14,7%, grazie all’entrata in esercizio di nuovi impianti, alla maggiore ventosità e a una variazione di perimetro avvenuta a luglio 2022 (acquisizione Winbis Srl e Cerbis Srl). L’indebitamento finanziario al 31 dicembre 2023 registra un saldo a credito di 160 milioni di euro, rispetto a un debito pari a 477 milioni di euro al 31 dicembre 2022, per effetto principalmente della significativa generazione di cassa dettata dai robusti risultati della gestione operativa. Un risultato questo che colloca il Gruppo nella posizione migliore per il raggiungimento dei suoi obiettivi strategici sul fronte della sicurezza e della transizione energetica.


In considerazione dell’attuale contesto di mercato caratterizzato da un’elevata incertezza economica, geopolitica e da uno scenario prezzi di gas ed elettricità in flessione, il Gruppo Edison prevede comunque per il 2024 un livello minimo di EBITDA di 1,5 miliardi di euro.