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Fs vara Piano strategico da 100 mld e apre a investitori rete Av

Fs vara Piano strategico da 100 mld e apre a investitori rete AvRoma, 12 dic. (askanews) – Il gruppo Fs vara un nuovo Piano strategico quinquennale da 100 miliardi per avviare una profonda trasformazione dell’azienda e contribuire in maniera concreta allo sviluppo del Paese, confermando l’Europa come proprio mercato domestico. Accanto al Piano, l’amministratore delegato del gruppo, Stefano Donnarumma, ha presentato anche quattro iniziative strategiche “ancora allo studio per raggiungere il pieno potenziale”. Una di queste inziative punta al coinvolgimento di investitori terzi nella rete ad Alta velocità attraverso un modello regolatorio RAB (Regulatory asset base).


Tra i target finanziari, il nuovo Piano strategico prevede un incremento dei ricavi a oltre 20 miliardi al 2029 e un Ebitda a più di 3,5 miliardi di euro con un utile netto a oltre 500 milioni. Dal punto di vista operativo, il Piano ha come obiettivo quello di riportare in orario 50mila treni all’anno, con una crescita del 30% di persone raggiunte dall’Alta velocità. Gli altri target riguardano un incremento del 5% delle merci trasportate, un miglioramento di 3 punti percentuali della soddisfazione passeggeri, zero infortuni, 2 miliardi di investimenti digitali nell’arco di Piano e un Gw di fotovoltaico installato.


“Il Gruppo Fs si prepara ad avviare una fase di trasformazione ambiziosa, mirata non solo a innovare i processi operativi, ma anche a migliorare sensibilmente i servizi offerti – ha commentato l’amministratore delegato Stefano Donnarumma -. Ho l’onore di guidare un’azienda solida e radicata nel tessuto socioeconomico del Paese con un forte bisogno di rilancio attraverso una roadmap di dettaglio, supportata da adeguati investimenti – ha aggiunto -. Questo Piano, che mira a imprimere una netta discontinuità, risponde alle esigenze di una società proiettata verso il futuro, riconoscendo nella mobilità integrata un pilastro fondamentale per lo sviluppo. L’obiettivo è affrontare con maggiore efficacia le sfide economico-finanziarie e potenziare ulteriormente le infrastrutture e la qualità del servizio. La nuova organizzazione punta, inoltre, a rafforzare il ruolo internazionale del Gruppo, per posizionarlo come leader nel settore della mobilità”. Per quanto riguarda lo studio per l’apertura a investitori terzi della rete Av, Donnarumma ha chiarito che non si tratta di una privatizzazione: “il mio intento non è privatizzare perché non ci cambia lo stipendio e perché quello che stiamo pensando di fare lo vedranno chi farà questa attività nei piani futuri”. Il valore degli asset è stimato sugli 8 miliardi, ora si avvierà ora un confronto con il Mef e il Mit per identificare il modello migliore da applicare. “Noi non stiamo pensando ad investitori non ne abbiamo bisogno ancora”, ha spiegato l’ad di Fs, aggiungendo che se si vuole evitare di scaricare sul debito pubblico gli ingenti investimenti necessari allo sviluppo delle rete Av senza farli passare come finanziamento pubblico, “non vi può non essere interesse per un modello del genere (il RAB ndr.) perché crea disciplina” il modello RAB, Nel suo intervento di presentazione del Piano, Donnarumma ha citato Cdp “come esempio calzante di realtà portata fuori dal debito pubblico e oggi azionista di alcune principali aziende italiane per conto dello Stato. Si può avere per esempio Rfi che detiene la maggioranza e Cdp che detiene la minoranza”.


Per il vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, intervenuto alla presentazione, il “Piano è assolutamente ambizioso ma pragmatico. Quello che ho sentito è assolutamente raggiungibile nei modi e nei tempi”. Il vicepremier ha anche accennato alla possibilità di riportare Anas fuori dal perimetro del gruppo, affermando che “strade e ferrovie abbiano un futuro e una mission diverse”. Donnarumma, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha poi spiegatoi che al momento non cìè un progetto di questo tipo anche se “difficilmente Anas potrà diventare un’azienda di ferrovieri. Le ferrovie sono ferrovie e le strade sono strade”.

Bce migliora stime disoccupazione eurozona, 2024 6,4%, 2025 6,5%

Bce migliora stime disoccupazione eurozona, 2024 6,4%, 2025 6,5%Roma, 12 dic. (askanews) – Migliorano ulteriormente le previsioni della Bce sulla disoccupazione nell’area euro, che è già ai minimi storici. Ora i tecnici dell’istituzione monetaria pronosticano un calo al 6,4% quest’anno, dal 6,5% del 2023, una flebile risalita al 6,5% nel prossimo e poi un calo al 6,3% nel 2026 e al 6,1% nel 2027. Le stime sono contenute nell’ultimo rapporto previsionale aggiornato, pubblicato dall’istituzione dopo il Consiglio direttivo.


Rispetto a tre mesi fa, il dato sulla disoccupazione di quest’anno è stato ridotto di un decimale di punto percentuale, quello sul 2025 è stato confermato e quello sul 2026 è stato ritoccato a ribasso di 0,2 punti percentuali. Per l’occupazione tecnici della Bce prevedono una crescita dello 0,8% quest’anno, dopo l’1,4% del 2023, uno 0,4% il prossimo e poi 0,6% nel 2026 e 0,5% di crescita degli occupati del 2027.

Bce, Lagarde: non intervenuti su titoli Stato con Pepp da luglio 2023

Bce, Lagarde: non intervenuti su titoli Stato con Pepp da luglio 2023Roma, 12 dic. (askanews) – L’ultima volta che la Bce è intervenuta sui mercati dei titoli di Stato, contro potenziali distorsioni della trasmissione monetaria è stato nel luglio del 2023, mediante la “flessibilità” prevista nel programma di acquisti “anti-crisi pandemica” (Pepp). Da allora non ha più effettuato questi interventi e alla riunione di oggi del consiglio direttivo “non abbiamo discusso del Tpi”, il meccanismo di intervento che si potrà utilizzare ora che verranno interrotti completamente i rinnovi di titoli con il Pepp. Lo ha riferito la presidente della Bce, Christine Lagarde, nella conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo. (fonte immagine: ECB 2024).

Ue, vertice Urso-Séjourné: aria nuova in Europa, visione pragmatica

Ue, vertice Urso-Séjourné: aria nuova in Europa, visione pragmaticaBollate (Milano), 12 dic. (askanews) – “C’è un’aria nuova nella Commissione Europea. Una visione pragmatica che affronta la realtà coniugando sostenibilità ambientale con la sostenibilità economica e sociale”. Lo ha sottolineato il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, che ha incontrato per un bilaterale con il vicepresidente esecutivo della Commissione Europea per la Prosperità e la Strategia Industriale, Stéphane Séjourné, nell’azienda chimica Syensqo di Bollate (Milano).


“Siamo finalmente sulla strada giusta, che mi auguro segua sempre di più il principio della neutralità tecnologica, per raggiungere l’ambizioso obiettivo della piena decarbonizzazione con un’industria competitiva, a partire dalla chimica, dalla siderurgia e dall’auto. Daremo il massimo supporto per indirizzare le istituzioni comunitarie in questa una nuova fase al fine di realizzare una vera politica industriale europea”, ha aggiunto il numero uno del Mimit. Durante il colloquio, il Ministro Urso ha espresso la propria soddisfazione per l’annuncio del vicepresidente Séjourné, che ha confermato la disponibilità della Commissione Europea ad andare incontro alla proposta italiana e iniziare a lavorare nel 2025 sulla clausola di revisione del regolamento sui veicoli leggeri. Una decisione che permetterà di accelerare la revisione delle normative per guidare il settore automotive verso gli obiettivi di decarbonizzazione previsti entro il 2035.


Al centro del dialogo tra Urso e Séjourné il futuro dell’industria europea, condividendo la necessità di uno shock normativo a livello comunitario per semplificare le regolamentazioni e migliorare l’efficienza del sistema e di risorse comuni significative per sostenere i settori strategici nella sfida della transizione ambientale. Urso ha sottolineato l’importanza di rafforzare l’autonomia strategica dell’Europa nel campo dell’approvvigionamento di materie prime critiche e nel settore energetico, e di rivedere le regole per i settori energivori. In questo contesto, ha ricordato il lavoro congiunto che l’Italia sta portando avanti con Polonia e Francia su un non-paper relativo al Meccanismo di Adeguamento del Carbonio alle Frontiere (CBAM). In Europa, ha sottolineato il commissario, “la legge sulla semplificazione, in corso di esame, ci permetterà di superare gli ostacoli alla competitività per raggiungere l’obiettivo della decarbonizzazione e del green deal”. Un ruolo chiave quello dell’Italia che è stata definita “culla dell’industria europea. Le aziende italiane creano catene di valore per tutta l’Europa”, ha evidenziato Séjourné. “Dobbiamo accompagnarle nella loro transizione verde, proteggendo competitività e posti di lavoro a livello locale”, ha concluso il titolare della politica industriale comunitaria alla sua prima missione.

Centromarca, Mutti: in 2025 vedo stagnazione, nanismo imprese limite export

Centromarca, Mutti: in 2025 vedo stagnazione, nanismo imprese limite exportMilano, 12 dic. (askanews) – “Per le stime del 2025 credo senz’altro che ci sia una situazione di discreta stagnazione. Ci sono attorno mille micce accese: se se ne spegnesse qualcuna farebbe bene al macro sistema. Per il resto le ricette sono chiare e scritte vanno solo applicate”. Lo ha detto il presidente di Centromarca, Francesco Mutti, parlando coi giornalisti durante un incontro a Milano, a proposito delle previsioni del nuovo anno senza sbilanciarsi sui numeri. “E’ cambiato lo scenario in cui ci stiamo muovendo – ha sottolineato – dal 2020 come industrie stiamo vivendo uno scenario che nulla ha a che vedere coi 40 anni precedenti e questo sta portando a riflessioni strategiche su come affrontare il futuro”.


Mutti nel soffermarsi sul tema delle esportazioni ha sottolineato a più riprese quello che è un limite dell’industria di marca del nostro Paese: le dimensioni. “Piccolo è bello – ha detto rispondendo ai giornalisti – è nanismo che non è bello, quelle italiane non saranno mai grandissime imprese ma non possono rimanere micro. Questo è il grande passaggio che saremo costretti a fare, non è un tema di scelta. Una politica che incentivi percorsi di acquisizione e aggregazione aiuterebbe il Paese, potrebbe essere un grande valore aggiunto”. Come conseguenza sul fronte delle esportazioni Mutti invita a riflettere su un dato: “Su 55mila aziende alimentari oltre il 50% delle esportazioni è fatto dallo 0,2% delle imprese e questo mi sembra l’elemento conclusivo quando parliamo di nanismo delle imprese”. “Nell’industria di marca – ha spiegato – abbiamo due gruppi: le multinazionali con una sede in Italia che non hanno un tema prioritario nelle esportazioni e le aziende italiane che esportano verso l’estero ma ancora una volta lo ripeto se 200 aziende su 55mila fanno il 50% delle esportazioni forse è evidente che lavorare su dimensioni diverse ci permetterebbe di abbracciare in modo più sistemico quella che è una opportunità per le eccellenze italiane di andare a vendere nel mondo”. “Ci stiamo perdendo – ha concluso – una opportunità perchè siamo troppo piccoli”.

Bce rivede al ribasso previsioni di crescita e inflazione eurozona

Bce rivede al ribasso previsioni di crescita e inflazione eurozonaRoma, 12 dic. (askanews) – La Banca centrale europea ha rivisto al ribasso le sue previsioni sull’inflazione media e sulla crescita economica dell’area euro. Ora per il caro vita stima un 2,4% sull’insieme di quest’anno, cui seguirebbe 2,1% nel 2025 e 1,9 nel 2026, per il 2027 è atteso un 2,1%. Tre mesi fa l’istituzione prevedeva un carovita al 2,5% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e all’1,9% nel 2026.


Sulla crescita economica ora i tecnici della Bce indicano 0,7% nel 2024, 1,1% nel 2025, 1,4% nel 2026 e 1,3% nel 2027. Nelle stime precedenti, risalenti a settembre, veniva pronosticata una crescita 2024 allo 0,8% e poi un’accelerazione all’1,3% sul prossimo anno l’1,5% su 2026.

Bce taglia tassi eurozona di 0,25 punti, tasso depositi al 3%

Bce taglia tassi eurozona di 0,25 punti, tasso depositi al 3%Roma, 12 dic. (askanews) – La Banca centrale europea ha deciso di tagliare i tassi di interesse di riferimento per l’area euro di altri 25 punti base. La decisione è in linea con le attese prevalenti, sebbene nelle ultime settimane i continui segnali di indebolimento dell’economia avevano anche alimentato ipotesi di un possibile dibattito su un taglio più consistente.


Come riportato dal comunicato diffuso al termine dal Consiglio direttivo, che si è svolto tra ieri e stamattina a Francoforte, i tassi sui depositi presso la banca centrale calano al 3%, minimo dal marzo del 2023, quelli sulle operazioni di rifinanziamento principali calano al 3,15%, minimo dal febbraio 2023 e i tassi sulle operazioni di rifinanziamento marginali calano al 3,40%. Secondo la Bce nell’area euro “il processo disinflazionistico è ben avviato”. L’istituzione ha rivisto al ribasso le prevsioni su inflazione e crescita.


E nella comunicazione sui tassi è stata rimossa la formula che indicava la necessità di mantenere tutto ilntempo necessario una linea restrittiva. Ora invece “per definire l’orientamento di politica monetaria adeguato – si legge – (la Bce) seguirà un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione”.

Banca centrale Svizzera vara a sopresa maxitaglio tassi (-0,50 punti)

Banca centrale Svizzera vara a sopresa maxitaglio tassi (-0,50 punti)Roma, 12 dic. (askanews) – Con una mossa a sorpresa, la Banca nazionale della Svizzera ha effettuato un consistente taglio ai tassi di interesse, 0,50 punti percentuali (50 punti base) con cui il riferimento principale sul franco elvetico cala allo 0,50%.


Nel comunicato diffuso al termine del direttorio, l’istituzione monetaria spiega come nella Confederazione l’inflazione sia scesa “dall’1,1% in agosto allo 0,7% in novembre” e così “è di nuovo risultata più bassa di quanto atteso”. Altro elemento sotto i riflettori è quello dei cambi valutari: “la Banca nazionale – si legge – ribadisce la propria disponibilità ad agire all’occorrenza sul mercato dei cambi”. Su questa partita l’istituzione elvetica usa da molti anni un linguaggio più esplicito di altre istituzioni simili.


L’impatto sui mercati dei cambi è stato immediato: dopo l’annuncio l’euro è balzato sopra 0,934 sul franco elvetico, per poi rintracciare in parte a 0,930, laddove in precedenza si attestava attorno a 0,928 franchi. La decisione avviene nel giorno in cui anche la Bce si appresta annunciare le sue decisioni sui tassi. Stamattina si è svolto il direttorio a Francoforte e alle 14:15 verrà comunicata la decisione. L’attesa prevalente è che i tassi per l’eurozona vengano ridotti di 0,25 punti base, sebbene l’indebolimento dell’economia delle passate settimane abbia creato dibattito anche sull’opportunità di effettuare un taglio da mezzo punto percentuale. (fonte immagine: Banca Nazionale Svizzera).

MFE, P.S. Berlusconi: da banche 3,4 miliardi per essere pronti a tutto

MFE, P.S. Berlusconi: da banche 3,4 miliardi per essere pronti a tuttoMilano, 12 dic. (askanews) – MFE-Mediaset “chiuderà un anno che non ho problemi a definire eccezionale” ed è “pronta a investire per i prossimi passi di sviluppo”. Lo ha dichiarato il Ceo di Mfe, Pier Silvio Berlusconi, confermando le indiscrezioni di un maxi-prestito bancario da 3,4 miliardi di euro per crescere in Europa. Non solo in Germania, dove il gruppo è primo azionista di ProsiebenSat con il 29,99%, perchè “per resistere e crescere” è necessaria una dimensione internazionale.


“Sì, confermo il prestito – ha detto, nel corso di un incontro con la stampa per fare il bilancio sulla stagione televisiva – Abbiamo lavorato per avere la possibilità di questo finanziamento da parte di svariate banche, lo abbiamo e abbiamo deciso in questo momento di avere questa possibilità perché così siamo pronti a tutto. Siamo pronti a capire se e cosa sarà giusto fare in Germania, ma anche ad altro, quindi non solo Germania”. “In Germania è complicata la situazione – ha spiegato -, c’è una crisi economica, politica e dell’automotive, quindi siamo in una fase di voler capire meglio, ma ribadiamo che noi abbiamo un progetto industriale cui crediamo sempre di più e vogliamo andare avanti”. Prosieben, ha sottolineato, “è il nostro piede in una dimensione più grande, è una sorta di garanzia per la nostra crescita. Dobbiamo riuscire per forza a raggiungere una dimensione, una impronta internazionale, europea per poter resistere e crescere”.

Festival di Sanremo, Pier Silvio Berlusconi: è un pezzo di Rai e così deve essere

Festival di Sanremo, Pier Silvio Berlusconi: è un pezzo di Rai e così deve essereMilano, 12 dic. (askanews) – Il Festival di Sanremo “è un pezzo di Rai e così deve essere, mi auguro da italiano che resti in Rai”. Così Pier Silvio Berlusconi, amministratore delegato del gruppo MFE-Mediaset, in merito a un possibile interesse del Biscione per la kermesse dopo che il Tar della Liguria ha dichiarato illegittimo l’affidamento diretto alla Rai da parte del Comune di Sanremo.


“Mi sembra che la situazione sia ancora troppo fumosa per poter esprimere un qualunque tipo di giudizio, non arrivo nemmeno a pensare se mai ci potrebbe interessare”, ha dichiarato Pier Silvio Berlusconi, nel corso di un incontro con la stampa per fare un bilancio della stagione televisiva. “Onestamente non ho ancora capito cosa stia succedendo bene. Detto questo, vedremo, ma io penso che Sanremo sia un pezzo di Rai e allo stesso tempo che la Rai sia il vero motore, la vera forza del Festival, quindi da italiano mi auguro che Sanremo rimanga in Rai, punto. Poi quello che succederà vedremo”. A chi gli ha chiesto se comunque l’idea di portare il Festival in Mediaset lo divertirebbe, Pier Silvio Berlusconi ha risposto: “Non mi pongo la domanda, io penso che riguardo a certi ambiti è necessario essere rispettosi, per me Sanremo è un pezzo di Rai e non mi pongo la domanda. Se mai un domani dovesse essere sul mercato lo valuteremo con un atteggiamento giusto di una tv commerciale, che valuta costi e ricavi, ma oggi non mi pongo la domanda, per me è un pezzo di Rai e così deve essere”.