Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

L’8 novembre sciopero di bus e metro (senza fasce di garanzia)

L’8 novembre sciopero di bus e metro (senza fasce di garanzia)Roma, 24 set. (askanews) – Venerdì, 8 novembre, nuovo sciopero nazionale, il terzo, nel trasporto pubblico locale, questa volta di 24 ore, senza il rispetto delle fasce di garanzia e con manifestazione nazionale. A proclamarlo unitariamente Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna “per il rinnovo del contratto nazionale Autoferrotranvieri internavigatori (Mobilità Tpl) scaduto il 31 dicembre 2023 ed a seguito dell’interruzione della trattativa il 30 maggio scorso”.


“La nuova mobilitazione – spiegano le organizzazioni sindacali – si è resa inevitabile dopo aver preso atto che le associazioni datoriali Asstra, Agens e Anav perseverano nel loro atteggiamento di indifferenza. Dopo gli scioperi di luglio e settembre non abbiamo ricevuto nessuna convocazione per giungere ad una soluzione della vertenza ed avviare concretamente un confronto serio tra le parti. A questo punto vista l’irresponsabilità delle controparti serve un intervento deciso del Governo e del ministero dei Trasporti che prendano in carico la situazione”. “Da parte nostra vogliamo un rinnovo contrattuale – sottolineano infine Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna – con un incremento economico in linea con l’aumento del costo della vita, vogliamo rimodulare la parte normativa per consentire una migliore conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro, nonché sensibilizzare il ministero degli Interni e il ministero delle Infrastrutture e trasporti per individuare soluzioni atte a contrastare il fenomeno delle aggressioni”.

Casa, idealista: affitto costa 75% in più rispetto rata mutuo

Casa, idealista: affitto costa 75% in più rispetto rata mutuoRoma, 24 set. (askanews) – Affittare un appartamento con due camere da letto in Italia costa in media il 75% in più rispetto alla rata del mutuo per acquistare la stessa abitazione. Tuttavia, per accedere all’acquisto, sono necessari risparmi medi di 42.703 euro, secondo un nuovo studio di idealista, portale immobiliare leader nello sviluppo tecnologico in Italia. In particolare, l’affitto medio mensile di una casa di questo tipo è di 904 euro, mentre la rata del mutuo si aggira intorno ai 516 euro. Per Vincenzo De Tommaso, portavoce di idealista, “lo studio mette in luce la complessa situazione delle famiglie in relazione all’accesso alla proprietà della casa. In quasi tutti i mercati le famiglie potrebbero pagare più facilmente la rata del mutuo che l’affitto mensile, ma in molti casi non possono fare il salto perché mancano dei risparmi necessari”. “Purtroppo, i prezzi elevati degli affitti impediscono loro di generare i risparmi necessari per poter acquistare una casa e accedere a una situazione di maggiore stabilità e sollievo finanziario. Poiché non è realistico aspettarsi un allentamento dei criteri di rischio da parte del sistema finanziario, l’unica soluzione praticabile – aggiunge De Tommaso – sembra essere l’adozione di misure che aumentino significativamente l’offerta di case in affitto, contribuendo così a ridurre i prezzi e a creare un mercato immobiliare più equilibrato”.

Trasporti, 8 novembre sciopero per bus e metro senza fasce garanzia

Trasporti, 8 novembre sciopero per bus e metro senza fasce garanziaRoma, 24 set. (askanews) – Venerdì, 8 novembre, nuovo sciopero nazionale, il terzo, nel trasporto pubblico locale, questa volta di 24 ore, senza il rispetto delle fasce di garanzia e con manifestazione nazionale. A proclamarlo unitariamente Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna “per il rinnovo del contratto nazionale Autoferrotranvieri internavigatori (Mobilità Tpl) scaduto il 31 dicembre 2023 ed a seguito dell’interruzione della trattativa il 30 maggio scorso”.


“La nuova mobilitazione – spiegano le organizzazioni sindacali – si è resa inevitabile dopo aver preso atto che le associazioni datoriali Asstra, Agens e Anav perseverano nel loro atteggiamento di indifferenza. Dopo gli scioperi di luglio e settembre non abbiamo ricevuto nessuna convocazione per giungere ad una soluzione della vertenza ed avviare concretamente un confronto serio tra le parti. A questo punto vista l’irresponsabilità delle controparti serve un intervento deciso del Governo e del ministero dei Trasporti che prendano in carico la situazione”. “Da parte nostra vogliamo un rinnovo contrattuale – sottolineano infine Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna – con un incremento economico in linea con l’aumento del costo della vita, vogliamo rimodulare la parte normativa per consentire una migliore conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro, nonché sensibilizzare il ministero degli Interni e il ministero delle Infrastrutture e trasporti per individuare soluzioni atte a contrastare il fenomeno delle aggressioni”.

Auto, sindacati: sciopero il 18 ottobre, manifestazione a Roma

Auto, sindacati: sciopero il 18 ottobre, manifestazione a RomaRoma, 24 set. (askanews) – Fim, Fiom e Uilm hanno proclamato uno sciopero del settore auto, comprese le aziende della componentistica, per venerdì 18 ottobre. Per la stessa giornata è stata programmata una manifestazione nazionale a Roma. Quella di oggi è una “giornata importantissima perché abbiamo deciso di mettere in piedi una serie di iniziative per arrestare” la situazione che si è venuta a creare negli stabilimenti italiani di Stellantis”. Così il leader della Uilm, Rocco Palombella, nel corso di una conferenza stampa unitaria con Fim e Fiom per denunciare che “le cose vanno malissimo”. Palombella ha detto che “abbiamo denunciato una situazione di grave difficoltà negli stabilimenti. Vogliamo coinvolgere Governo, la cui gestione della crisi (settore auto, ndr) è molto superficiale”. Nonostante gli incentivi all’elettrico, quasi un miliardo di euro, “Stellantis ha collezionato il 30% in meno” di vendite, ha ricordato.

Pensioni, Fava (Inps): conti medio periodo assolutamente in equilibrio

Pensioni, Fava (Inps): conti medio periodo assolutamente in equilibrioRoma, 24 set. (askanews) – Nel breve-medio periodo la tenuta dei conti previdenziali è “assolutamente in equilibrio” anche alla luce dell’invecchiamento della popolazione e un mercato del lavoro dove giovani e donne hanno carriere discontinue. Lo ha detto il presidente dell’Inps, Gabriele Fava, a margine della presentazione del XXIII rapporto annuale. Sui rischi di squilibrio, a causa dell’età media effettiva di pensionamento di poco superiore ai 64 anni e ai livelli delle prestazioni, Fava ha aggiunto che “gli interventi sono di competenza del legislatore. Stiamo lavorando in piena sintonia con il Governo e i ministeri competenti. Sono molto fiducioso che nel tempo, perché sono interventi non velocissimi, non facili, sono complessi, serviranno per migliorare ancora di più le situazioni che affrontiamo”.

Inps, Fava: 35% di over 65 nel 2050, ripensare sistema welfare

Inps, Fava: 35% di over 65 nel 2050, ripensare sistema welfareRoma, 24 set. (askanews) – Nel 2050 i cittadini con 65 anni e più potrebbero rappresentare fino al 35% della popolazione nazionale e “questo determina la necessità di ripensare l’attuale sistema di welfare”. Lo ha detto il presidente dell’Inps, Gabriele Fava, presentando il XXIII rapporto annuale.


“L’aumento del peso di questa fascia di popolazione rispetto a quella in età lavorativa – ha aggiunto – andrà di pari passo con la crescita dei consumi legati a questa categoria, alimentando la cosidetta silver economy, e rendendo indispensabili politiche di invecchiamento attivo ed age management”. Vis

L’Inps: il trend demografico e pochi immigrati pesano su sostenibilità pensioni

L’Inps: il trend demografico e pochi immigrati pesano su sostenibilità pensioniRoma, 24 set. (askanews) – Lo scenario demografico attuale, caratterizzato dall’aumento dell’età media della popolazione, dal calo della fecondità e dalla riduzione della popolazione in età lavorativa, non compensati dall’immigrazione, sta determinando un peggioramento del rapporto tra pensionati e contribuenti. E’ quanto riporta l’annuale Rapporto dell’Inps che viene presentato oggi.


Il processo di invecchiamento, comune agli Stati membri dell’Unione europea, influenza negativamente la sostenibilità economica di quasi tutti i sistemi previdenziali, soprattutto , spuega il Rapporto, laddove l’incidenza della spesa pensionistica rispetto al prodotto interno lordo è elevata. Nel 2021, l’ultimo anno in cui sono disponibili dati confrontabili, la spesa previdenziale italiana si è attestata al 16,3% del Pil, un livello inferiore solo a quello della Grecia, a fronte di una media europea del 12,9%.


La spesa pensionistica italiana è particolarmente elevata per due motivi principali. Innanzitutto, sottoliena il Rapporto, l’età effettiva di accesso alla pensione di vecchiaia è ancora relativamente bassa a causa dell’esistenza di numerosi canali di uscita anticipata dal mercato del lavoro, nonostante un’età legale a 67 anni, tra le più alte in Europa. Oltre a questo, le pensioni sono, in media, generose ed infatti il tasso di sostituzione della pensione rispetto all’ultima retribuzione percepita prima del pensionamento è tra i più elevati in UE, quasi 15 punti percentuali sopra la media europea.

Startup, round da 12 milioni per Jet Hr guidato da Picus Capital

Startup, round da 12 milioni per Jet Hr guidato da Picus CapitalMilano, 24 set. (askanews) – Round da 12 milioni di euro per Jet HR, la startup fondata da Marco Ogliengo e Francesco Scalambrino per abbattere la burocrazia legata al lavoro e alla gestione dei dipendenti. Lead investor è il venture capital internazionale Picus Capital, con investitori già presenti come Exor Ventures e Italian Founders Fund (IFF) incrementano la propria quota. Con il seed round annunciato oggi, la la raccolta complessiva della società sale a 16,7 milioni di euro.


L’aumento di capitale supporterà la crescita dell’organico, che conta oggi 70 dipendenti, oltre che per lo sviluppo della piattaforma. Già previsto il prossimo rilascio di nuove funzionalità, come la possibilità di gestire con la piattaforma non solo i dipendenti ma anche i lavoratori autonomi a partita iva. “Siamo sulla strada giusta: alle centinaia di clienti soddisfatti e agli importantissimi investitori italiani, ora si aggiunge la fiducia di un fondo internazionale come Picus Capital che conosce bene il nostro settore avendo investito in parecchie aziende in ambito payroll e HR che sono poi diventate unicorni”, ha detto Marco Ogliengo, Ceo di Jet HR.


Robin Godenrath, Founding Partner & Managing Director di Picus Capital, ha spiegato di vedere “un potenziale straordinario nell’automazione basata sull’intelligenza artificiale per trasformare il mercato delle buste paga in Italia, che vale oltre 4 miliardi di euro, data l’attuale fiducia nelle soluzioni fortemente orientate ai servizi. Siamo entusiasti di supportare Jet HR in quanto apripista delle soluzioni di gestione delle paghe guidate dall’IA”. Lorenzo Franzi, alla guida di Italian Founders Fund, ha sottolineato come “Jet HR sia il perfetto esempio del tipo di valore che IFF vuole portare nell’ecosistema digitale e innovativo del Paese. Finanziando il talento e l’impegno di una nuova generazione di eccellenze, promuoviamo anche l’attrazione di capitali ed esperienze dall’estero insieme a capitale dei founder Italiani”.

Commerzbank, Scholz su Unicredit: attacchi ostili non sono buona cosa

Commerzbank, Scholz su Unicredit: attacchi ostili non sono buona cosaRoma, 23 set. (askanews) – Il cancelliere tedesco Olaf Scholz si è espresso contro un’acquisizione di Commerzbank da parte di UniCredit dopo che la banca italiana ha dichiarato di voler aumentare la sua quota da circa il 9% al 21%. UniCredit ha reso noto oggi di aver preso una posizione in un ulteriore 11,5% delle azioni di Commerzbank, due settimane dopo aver rivelato una quota del 9% nella banca, metà della quale acquisita dal governo tedesco. Scholz – secondo quanto riporta il Financial Times – ha detto a Reuters a margine di una visita a New York lunedì che “attacchi non amichevoli

UniCredit, i 5 criteri che la Bce valuta per l’ok su Commerzbank

UniCredit, i 5 criteri che la Bce valuta per l’ok su CommerzbankRoma, 23 set. (askanews) – La nuova mossa a sorpresa lanciata da Unicredit fa scattare una procedura di valutazione da parte della vigilanza bancaria europea operata dalla Bce, stavolta in merito all’aumento di quella che viene catalogata una “partecipazione qualificata”, dato che supera il 10% del capitale. L’istituzione di Francoforte ha 60 giorni lavorativi per autorizzare o rifiutare la richiesta del gruppo guidato da Andrea Orcel.


Oggi UniCredit ha annunciato di aver presentato istanza per l’acquisizione di una partecipazione superiore al 10% e fino al 29,9% in Commerzbank. E che nel frattempo ha sottoscritto “strumenti finanziari aventi ad oggetto una partecipazione pari a circa l’11,5% del capitale di Commerzbank”, con cui la sua posizione complessiva ha raggiunto circa il 21% nella banca tedesca. Secondo le normative europee in vigore, Unicredit ha presentato i suoi nuovi propositi all’autorità di vigilanza nazionale competente su Commerzbank, quindi quella della Germania: il compito viene svolto in maniera congiunta dalla Bundesbank, la banca centrale tedesca, e dalla Bafin, l’autorità di vigilanza sulla Borsa. Queste ultime ora devono svolgere una valutazione iniziale e predisporre un progetto di proposta per la Bce. Successivamente, in raccordo con l’autorità nazionale, la Bce conduce una propria valutazione e notifica l’esito al candidato acquirente e alle autorità nazionali.


I criteri chiave in base ai quali vengono valutate queste richieste sono cinque e sono stati armonizzati a livello europeo nella quarta direttiva sui requisiti patrimoniali (Capital Requirements Directive IV). Il primo aspetto riguarda la “reputazione” del candidato a rilevare la quota: deve posserede “l’integrità e l’affidabilità necessarie”, ad esempio non deve avere precedenti penali né essere coinvolto in procedimenti giudiziari. Un altro aspetto riguarda la “professionalità” del candidato, ossia deve avere esperienze amministrative o dirigenziali e/o di investimento nel settore. Il secondo parametro riguarda reputazione ed esperienza dei soggetti che l’aspirante acquirente si propone di designare per cariche di amministrazione e direzione della banca di cui intende rilevare la quota. In particolare, ove intenda – cosa quasi inevitabile se poi la manovra portasse a una fusione – apportare modifiche al management, va fatta una valutazione dei requisiti di professionalità e onorabilità dei nuovi esponenti aziendali.


Terzo parametro, la solidità finanziaria dell’acquirente. In questo caso, la Bce valuterà se UniCredit risulti in grado di finanziare il progetto di acquisizione e mantenere una solida struttura finanziaria nel prossimo futuro. E valuterà anche i soggetti che verranno indicati come coloro che dovranno contribuire alle eventuali maggiorazioni di capitale per la banca oggetto dell’operazione. Un altro criterio di valutazione, molto simile al terzo, è incentrato sull’impatto sulla banca e in particolare se dopo gli esborsi per aggiudicarsi la quota i requisiti patrimoniali dovessero finire compromessi. La banca non si dovrebbe trovare in condizioni di stress perché l’acquisizione è stata in parte finanziata mediante indebitamento. Inoltre, la struttura dell’acquirente non dovrebbe risultare così complessa da impedire all’autorità competente di esercitare un’efficace azione di vigilanza sulla banca.


L’ultimo criterio su cui si deciderà se autorizzare o meno l’acquisto è relativo ai rischi di collegamenti con attività di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo. In pratica si verifica che i fondi utilizzati non provengano da attività illecite. E si valuta anche se l’acquisizione possa potenzialmente accrescere il rischio di riciclaggio o finanziamento del terrorismo. Insomma una serie di parametri in cui un occhio profano difficilmente riesce a trovare elementi in base ai quali potrebbero crearsi ostacoli concreti per UniCredit. Ma resta il fatto che a imbastire il dossier saranno le autorità della Germania. Dove la prima mossa di UniCredit ha innescato allarmismi e pressioni interne, da sindacati e opposizioni, portando ad un chiaro irrigidimento del governo, che ha perfino cercato di sostenere di non sapere nulla del piano. Il governo federale ha poi deciso di sospendere le procedure per le cessioni di ulteriori quote pubbliche di Commerzbank, di cui detiene ancora un 12%. A intervenire in questa procedura, tuttavia, non è il governo federale, ma la Bundesbank, notoriamente indipendente dall’esecutivo, e la Bafin che ha sua volta è una autorità autonoma. E la decisione finale spetta alla Bce, posto che a capo del ramo di Vigilanza ci sta una esponente tedesca, Claudia Buch. Nell’ipotesi in cui il progetto di acquisizione venga bocciato, o se la sua decisione venisse ritenuta comunque sfavorevole dal candidato acquirente, è possibile rivolgersi alla Commissione amministrativa del riesame della stessa Bce. E se la procedura non ha esito soddisfacente, è possibile fare ricorso alla Corte di giustizia dell’Unione europea. (fonte immagine: ECB 2024).