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Fmi, indagine interna critica gestione finanziamenti straordinari

Fmi, indagine interna critica gestione finanziamenti straordinariRoma, 12 dic. (askanews) – Un comitato interno indipendente del Fondo monetario internazionale ha pubblicato un rapporto in cui solleva critiche sulla gestione dei meccanismi di finanziamento straordinari, utilizzati dall’istituzione di Washington per sostenere alcuni Paesi.


La relazione dell’Indipendent Evaluation Office, pur dando atto di progressi rispetto al precedente approccio utilizzato dal Fmi che aveva anche maggiore discrezionalità, rileva che la nuova versione dell’Exception Access Policy (Eap) non raggiunge in pieno i suoi obiettivi dichiarati. In particolare “non ha fornito salvaguardie consistentemente più elevate per i programmi straordinari rispetto ai programmi ordinari – si legge – e non ha fornito i chiarimenti attesi sui finanziamenti e sull’assunzione di rischi da parte del Fondo”. Secondo l’analisi, le modalità con cui sono stati gestiti questi fondi “hanno sollevato la percezione di mancanza di imparzialità”, mentre in alcuni casi le valutazioni da parte dei funzionari dell’istituzione “sono state percepite come distorte in senso ottimistico, erodendo la credibilità dei programmi del Fondo”.


Secondo il Financial Times, questo strumento è stato utilizzato per erogare aiuti a paesi come Argentina, Ucraina ed Egitto. (fonte immagine: IEO IMF).

Bce taglia ancora i tassi e abbandona l’impegno a linea restrittiva

Bce taglia ancora i tassi e abbandona l’impegno a linea restrittivaRoma, 12 dic. (askanews) – La Banca centrale europea ha deciso di tagliare i tassi di interesse di riferimento per l’area euro di altri 25 punti base. Una decisione in linea con le attese prevalenti, mentre l’istituzione ha dato chiari segnali sul proseguimento della manovra di rimozione del freno monetario. Soprattutto, ha rimosso dalla comunicazione diffusa al termine del direttorio l’indicazione sulla necessità di mantenere una linea restrittiva.


A decorrere dal 18 dicembre, i tassi sui depositi presso la banca centrale caleranno al 3%, minimo dal marzo del 2023, quelli sulle operazioni di rifinanziamento principali al 3,15%, minimo dal febbraio 2023 e i tassi sulle operazioni di rifinanziamento marginali caleranno al 3,40%. Secondo la Bce nell’area euro “il processo disinflazionistico è ben avviato” e i tecnici dell’istituzione hanno rivisto al ribasso le previsioni su inflazione e crescita. Ora prevedono una espansione del Pil dell’area euro dello 0,7% nel 2024, 1,1% nel 2025, 1,4% nel 2026 e 1,3% nel 2027. Per il caro vita stimano 2,4% sull’insieme di quest’anno, cui seguirebbe 2,1% nel 2025 e 1,9 nel 2026, per il 2027 è atteso un 2,1%.


Alcuni, al direttorio di oggi, avrebbero voluto fare di più: “Ci sono state alcune discussioni con alcune proposte per considerare 50 punti base – ha riferito la presidente Christine Lagarde durante la conferenza stampa esplicativa – ma l’accordo complessivo su cui tutti hanno finito per convergere è che questa era la decisione giusta”. “Abbiamo avuto un Consiglio che ci ha veramente portato a concordare non ancora ‘vittoria’ sull’inflazione, non ancora ‘missione compiuta’, ma certamente ci ha portato a convergere sul fatto che l’inflazione sta veramente sulla buona strada per raggiungere il nostro obiettivo del 2%”.


Migliorano ulteriormente, intanto, le previsioni sulla disoccupazione nell’area euro, che è già ai minimi storici. Ora i tecnici dell’istituzione pronosticano un calo al 6,4% quest’anno, dal 6,5% del 2023, una flebile risalita al 6,5% nel prossimo e poi un calo al 6,3% nel 2026 e al 6,1% nel 2027. La Bce ha anche confermato con la fine dell’anno l’arresto totale delle operazioni di rinnovo di titoli negli stock dell’eurosistema. Ma aggiungendo che il suo strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria (Tpi) “può essere utilizzato per contrastare ingiustificate, disordinate dinamiche di mercato che mettano seriamente a repentaglio la trasmissione della politica monetaria in tutti i paesi dell’area”.


Interpellata sulla recente stabilità di titoli di Stato e differenziali dei tassi (spread), a dispetto in particolare della crisi di governo in Francia e delle letture allarmistiche che alcuni organi di stampa vi hanno attribuito, Lagarde ha di fatto smentito eventuali speculazioni sul fatto che vi fosse la mano della Bce dietro al tutto: l’ultima volta che la Bce è intervenuta sui mercati con la “flessibilità” prevista nel programma di acquisti “anti-crisi pandemica” (Pepp) è stato nel luglio del 2023. Da allora non ha più effettuato questi interventi e alla riunione di oggi del consiglio direttivo “non abbiamo discusso del Tpi”. Infine, con il rimborso dei restanti importi ricevuti dalle banche nell’ambito delle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (Tltro), si conclude questa fase del processo di normalizzazione del bilancio della Bce. Sempre oggi anche la Banca nazionale svizzera ha tagliato i tassi. In questo caso ha sorpreso le aspettative con una sforbiciata da 50 punti base, con cui il riferimento sul franco è sceso allo 0,50%, posto che l’inflazione in Svizzera (0,7% a novembre) è a quasi a un terzo del livello dell’eurozona. Ora “la palla” virtualmente passerà alla Federal Reserve, la Banca centrale degli Stati Uniti che comunicherà le sue decisioni mercoledì prossimo, al termine della due giorni del direttorio (Fomc). Qui il quadro è ancora più incerto, data la continua riaccelerazione dell’inflazione Usa. (fonte immagine: ECB 2024).

Trump: Abbasserò aliquota a 15% su aziende che producono in Usa

Trump: Abbasserò aliquota a 15% su aziende che producono in UsaNew York, 12 dic. (askanews) – Il presidente eletto Donald Trump ha detto ai Ceo di banche ed aziende riuniti alla Borsa di New York, che avrebbe cercato di tagliare l’aliquota fiscale sulle società dal 21% al 15%.


“Ma solo se producete qui il vostro prodotto, altrimenti pagherete il 21%”, ha detto Trump prima di suonare la campanella di apertura della Borsa per celebrare la sua seconda nomina a Persona dell’anno da parte della rivista Time. “Nessuno ci lascerà. Tornerete. Riporterete tutto negli Stati Uniti. Stiamo incentivando tutti a tornare”, ha ribadito Trump.

Fs vara Piano strategico da 100 mld e apre a investitori rete Av

Fs vara Piano strategico da 100 mld e apre a investitori rete AvRoma, 12 dic. (askanews) – Il gruppo Fs vara un nuovo Piano strategico quinquennale da 100 miliardi per avviare una profonda trasformazione dell’azienda e contribuire in maniera concreta allo sviluppo del Paese, confermando l’Europa come proprio mercato domestico. Accanto al Piano, l’amministratore delegato del gruppo, Stefano Donnarumma, ha presentato anche quattro iniziative strategiche “ancora allo studio per raggiungere il pieno potenziale”. Una di queste inziative punta al coinvolgimento di investitori terzi nella rete ad Alta velocità attraverso un modello regolatorio RAB (Regulatory asset base).


Tra i target finanziari, il nuovo Piano strategico prevede un incremento dei ricavi a oltre 20 miliardi al 2029 e un Ebitda a più di 3,5 miliardi di euro con un utile netto a oltre 500 milioni. Dal punto di vista operativo, il Piano ha come obiettivo quello di riportare in orario 50mila treni all’anno, con una crescita del 30% di persone raggiunte dall’Alta velocità. Gli altri target riguardano un incremento del 5% delle merci trasportate, un miglioramento di 3 punti percentuali della soddisfazione passeggeri, zero infortuni, 2 miliardi di investimenti digitali nell’arco di Piano e un Gw di fotovoltaico installato.


“Il Gruppo Fs si prepara ad avviare una fase di trasformazione ambiziosa, mirata non solo a innovare i processi operativi, ma anche a migliorare sensibilmente i servizi offerti – ha commentato l’amministratore delegato Stefano Donnarumma -. Ho l’onore di guidare un’azienda solida e radicata nel tessuto socioeconomico del Paese con un forte bisogno di rilancio attraverso una roadmap di dettaglio, supportata da adeguati investimenti – ha aggiunto -. Questo Piano, che mira a imprimere una netta discontinuità, risponde alle esigenze di una società proiettata verso il futuro, riconoscendo nella mobilità integrata un pilastro fondamentale per lo sviluppo. L’obiettivo è affrontare con maggiore efficacia le sfide economico-finanziarie e potenziare ulteriormente le infrastrutture e la qualità del servizio. La nuova organizzazione punta, inoltre, a rafforzare il ruolo internazionale del Gruppo, per posizionarlo come leader nel settore della mobilità”. Per quanto riguarda lo studio per l’apertura a investitori terzi della rete Av, Donnarumma ha chiarito che non si tratta di una privatizzazione: “il mio intento non è privatizzare perché non ci cambia lo stipendio e perché quello che stiamo pensando di fare lo vedranno chi farà questa attività nei piani futuri”. Il valore degli asset è stimato sugli 8 miliardi, ora si avvierà ora un confronto con il Mef e il Mit per identificare il modello migliore da applicare. “Noi non stiamo pensando ad investitori non ne abbiamo bisogno ancora”, ha spiegato l’ad di Fs, aggiungendo che se si vuole evitare di scaricare sul debito pubblico gli ingenti investimenti necessari allo sviluppo delle rete Av senza farli passare come finanziamento pubblico, “non vi può non essere interesse per un modello del genere (il RAB ndr.) perché crea disciplina” il modello RAB, Nel suo intervento di presentazione del Piano, Donnarumma ha citato Cdp “come esempio calzante di realtà portata fuori dal debito pubblico e oggi azionista di alcune principali aziende italiane per conto dello Stato. Si può avere per esempio Rfi che detiene la maggioranza e Cdp che detiene la minoranza”.


Per il vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, intervenuto alla presentazione, il “Piano è assolutamente ambizioso ma pragmatico. Quello che ho sentito è assolutamente raggiungibile nei modi e nei tempi”. Il vicepremier ha anche accennato alla possibilità di riportare Anas fuori dal perimetro del gruppo, affermando che “strade e ferrovie abbiano un futuro e una mission diverse”. Donnarumma, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha poi spiegatoi che al momento non cìè un progetto di questo tipo anche se “difficilmente Anas potrà diventare un’azienda di ferrovieri. Le ferrovie sono ferrovie e le strade sono strade”.

Bce migliora stime disoccupazione eurozona, 2024 6,4%, 2025 6,5%

Bce migliora stime disoccupazione eurozona, 2024 6,4%, 2025 6,5%Roma, 12 dic. (askanews) – Migliorano ulteriormente le previsioni della Bce sulla disoccupazione nell’area euro, che è già ai minimi storici. Ora i tecnici dell’istituzione monetaria pronosticano un calo al 6,4% quest’anno, dal 6,5% del 2023, una flebile risalita al 6,5% nel prossimo e poi un calo al 6,3% nel 2026 e al 6,1% nel 2027. Le stime sono contenute nell’ultimo rapporto previsionale aggiornato, pubblicato dall’istituzione dopo il Consiglio direttivo.


Rispetto a tre mesi fa, il dato sulla disoccupazione di quest’anno è stato ridotto di un decimale di punto percentuale, quello sul 2025 è stato confermato e quello sul 2026 è stato ritoccato a ribasso di 0,2 punti percentuali. Per l’occupazione tecnici della Bce prevedono una crescita dello 0,8% quest’anno, dopo l’1,4% del 2023, uno 0,4% il prossimo e poi 0,6% nel 2026 e 0,5% di crescita degli occupati del 2027.

Bce, Lagarde: non intervenuti su titoli Stato con Pepp da luglio 2023

Bce, Lagarde: non intervenuti su titoli Stato con Pepp da luglio 2023Roma, 12 dic. (askanews) – L’ultima volta che la Bce è intervenuta sui mercati dei titoli di Stato, contro potenziali distorsioni della trasmissione monetaria è stato nel luglio del 2023, mediante la “flessibilità” prevista nel programma di acquisti “anti-crisi pandemica” (Pepp). Da allora non ha più effettuato questi interventi e alla riunione di oggi del consiglio direttivo “non abbiamo discusso del Tpi”, il meccanismo di intervento che si potrà utilizzare ora che verranno interrotti completamente i rinnovi di titoli con il Pepp. Lo ha riferito la presidente della Bce, Christine Lagarde, nella conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo. (fonte immagine: ECB 2024).

Ue, vertice Urso-Séjourné: aria nuova in Europa, visione pragmatica

Ue, vertice Urso-Séjourné: aria nuova in Europa, visione pragmaticaBollate (Milano), 12 dic. (askanews) – “C’è un’aria nuova nella Commissione Europea. Una visione pragmatica che affronta la realtà coniugando sostenibilità ambientale con la sostenibilità economica e sociale”. Lo ha sottolineato il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, che ha incontrato per un bilaterale con il vicepresidente esecutivo della Commissione Europea per la Prosperità e la Strategia Industriale, Stéphane Séjourné, nell’azienda chimica Syensqo di Bollate (Milano).


“Siamo finalmente sulla strada giusta, che mi auguro segua sempre di più il principio della neutralità tecnologica, per raggiungere l’ambizioso obiettivo della piena decarbonizzazione con un’industria competitiva, a partire dalla chimica, dalla siderurgia e dall’auto. Daremo il massimo supporto per indirizzare le istituzioni comunitarie in questa una nuova fase al fine di realizzare una vera politica industriale europea”, ha aggiunto il numero uno del Mimit. Durante il colloquio, il Ministro Urso ha espresso la propria soddisfazione per l’annuncio del vicepresidente Séjourné, che ha confermato la disponibilità della Commissione Europea ad andare incontro alla proposta italiana e iniziare a lavorare nel 2025 sulla clausola di revisione del regolamento sui veicoli leggeri. Una decisione che permetterà di accelerare la revisione delle normative per guidare il settore automotive verso gli obiettivi di decarbonizzazione previsti entro il 2035.


Al centro del dialogo tra Urso e Séjourné il futuro dell’industria europea, condividendo la necessità di uno shock normativo a livello comunitario per semplificare le regolamentazioni e migliorare l’efficienza del sistema e di risorse comuni significative per sostenere i settori strategici nella sfida della transizione ambientale. Urso ha sottolineato l’importanza di rafforzare l’autonomia strategica dell’Europa nel campo dell’approvvigionamento di materie prime critiche e nel settore energetico, e di rivedere le regole per i settori energivori. In questo contesto, ha ricordato il lavoro congiunto che l’Italia sta portando avanti con Polonia e Francia su un non-paper relativo al Meccanismo di Adeguamento del Carbonio alle Frontiere (CBAM). In Europa, ha sottolineato il commissario, “la legge sulla semplificazione, in corso di esame, ci permetterà di superare gli ostacoli alla competitività per raggiungere l’obiettivo della decarbonizzazione e del green deal”. Un ruolo chiave quello dell’Italia che è stata definita “culla dell’industria europea. Le aziende italiane creano catene di valore per tutta l’Europa”, ha evidenziato Séjourné. “Dobbiamo accompagnarle nella loro transizione verde, proteggendo competitività e posti di lavoro a livello locale”, ha concluso il titolare della politica industriale comunitaria alla sua prima missione.

Centromarca, Mutti: in 2025 vedo stagnazione, nanismo imprese limite export

Centromarca, Mutti: in 2025 vedo stagnazione, nanismo imprese limite exportMilano, 12 dic. (askanews) – “Per le stime del 2025 credo senz’altro che ci sia una situazione di discreta stagnazione. Ci sono attorno mille micce accese: se se ne spegnesse qualcuna farebbe bene al macro sistema. Per il resto le ricette sono chiare e scritte vanno solo applicate”. Lo ha detto il presidente di Centromarca, Francesco Mutti, parlando coi giornalisti durante un incontro a Milano, a proposito delle previsioni del nuovo anno senza sbilanciarsi sui numeri. “E’ cambiato lo scenario in cui ci stiamo muovendo – ha sottolineato – dal 2020 come industrie stiamo vivendo uno scenario che nulla ha a che vedere coi 40 anni precedenti e questo sta portando a riflessioni strategiche su come affrontare il futuro”.


Mutti nel soffermarsi sul tema delle esportazioni ha sottolineato a più riprese quello che è un limite dell’industria di marca del nostro Paese: le dimensioni. “Piccolo è bello – ha detto rispondendo ai giornalisti – è nanismo che non è bello, quelle italiane non saranno mai grandissime imprese ma non possono rimanere micro. Questo è il grande passaggio che saremo costretti a fare, non è un tema di scelta. Una politica che incentivi percorsi di acquisizione e aggregazione aiuterebbe il Paese, potrebbe essere un grande valore aggiunto”. Come conseguenza sul fronte delle esportazioni Mutti invita a riflettere su un dato: “Su 55mila aziende alimentari oltre il 50% delle esportazioni è fatto dallo 0,2% delle imprese e questo mi sembra l’elemento conclusivo quando parliamo di nanismo delle imprese”. “Nell’industria di marca – ha spiegato – abbiamo due gruppi: le multinazionali con una sede in Italia che non hanno un tema prioritario nelle esportazioni e le aziende italiane che esportano verso l’estero ma ancora una volta lo ripeto se 200 aziende su 55mila fanno il 50% delle esportazioni forse è evidente che lavorare su dimensioni diverse ci permetterebbe di abbracciare in modo più sistemico quella che è una opportunità per le eccellenze italiane di andare a vendere nel mondo”. “Ci stiamo perdendo – ha concluso – una opportunità perchè siamo troppo piccoli”.

Bce rivede al ribasso previsioni di crescita e inflazione eurozona

Bce rivede al ribasso previsioni di crescita e inflazione eurozonaRoma, 12 dic. (askanews) – La Banca centrale europea ha rivisto al ribasso le sue previsioni sull’inflazione media e sulla crescita economica dell’area euro. Ora per il caro vita stima un 2,4% sull’insieme di quest’anno, cui seguirebbe 2,1% nel 2025 e 1,9 nel 2026, per il 2027 è atteso un 2,1%. Tre mesi fa l’istituzione prevedeva un carovita al 2,5% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e all’1,9% nel 2026.


Sulla crescita economica ora i tecnici della Bce indicano 0,7% nel 2024, 1,1% nel 2025, 1,4% nel 2026 e 1,3% nel 2027. Nelle stime precedenti, risalenti a settembre, veniva pronosticata una crescita 2024 allo 0,8% e poi un’accelerazione all’1,3% sul prossimo anno l’1,5% su 2026.

Bce taglia tassi eurozona di 0,25 punti, tasso depositi al 3%

Bce taglia tassi eurozona di 0,25 punti, tasso depositi al 3%Roma, 12 dic. (askanews) – La Banca centrale europea ha deciso di tagliare i tassi di interesse di riferimento per l’area euro di altri 25 punti base. La decisione è in linea con le attese prevalenti, sebbene nelle ultime settimane i continui segnali di indebolimento dell’economia avevano anche alimentato ipotesi di un possibile dibattito su un taglio più consistente.


Come riportato dal comunicato diffuso al termine dal Consiglio direttivo, che si è svolto tra ieri e stamattina a Francoforte, i tassi sui depositi presso la banca centrale calano al 3%, minimo dal marzo del 2023, quelli sulle operazioni di rifinanziamento principali calano al 3,15%, minimo dal febbraio 2023 e i tassi sulle operazioni di rifinanziamento marginali calano al 3,40%. Secondo la Bce nell’area euro “il processo disinflazionistico è ben avviato”. L’istituzione ha rivisto al ribasso le prevsioni su inflazione e crescita.


E nella comunicazione sui tassi è stata rimossa la formula che indicava la necessità di mantenere tutto ilntempo necessario una linea restrittiva. Ora invece “per definire l’orientamento di politica monetaria adeguato – si legge – (la Bce) seguirà un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione”.