Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Centromarca, Mutti: in 2025 vedo stagnazione, nanismo imprese limite export

Centromarca, Mutti: in 2025 vedo stagnazione, nanismo imprese limite exportMilano, 12 dic. (askanews) – “Per le stime del 2025 credo senz’altro che ci sia una situazione di discreta stagnazione. Ci sono attorno mille micce accese: se se ne spegnesse qualcuna farebbe bene al macro sistema. Per il resto le ricette sono chiare e scritte vanno solo applicate”. Lo ha detto il presidente di Centromarca, Francesco Mutti, parlando coi giornalisti durante un incontro a Milano, a proposito delle previsioni del nuovo anno senza sbilanciarsi sui numeri. “E’ cambiato lo scenario in cui ci stiamo muovendo – ha sottolineato – dal 2020 come industrie stiamo vivendo uno scenario che nulla ha a che vedere coi 40 anni precedenti e questo sta portando a riflessioni strategiche su come affrontare il futuro”.


Mutti nel soffermarsi sul tema delle esportazioni ha sottolineato a più riprese quello che è un limite dell’industria di marca del nostro Paese: le dimensioni. “Piccolo è bello – ha detto rispondendo ai giornalisti – è nanismo che non è bello, quelle italiane non saranno mai grandissime imprese ma non possono rimanere micro. Questo è il grande passaggio che saremo costretti a fare, non è un tema di scelta. Una politica che incentivi percorsi di acquisizione e aggregazione aiuterebbe il Paese, potrebbe essere un grande valore aggiunto”. Come conseguenza sul fronte delle esportazioni Mutti invita a riflettere su un dato: “Su 55mila aziende alimentari oltre il 50% delle esportazioni è fatto dallo 0,2% delle imprese e questo mi sembra l’elemento conclusivo quando parliamo di nanismo delle imprese”. “Nell’industria di marca – ha spiegato – abbiamo due gruppi: le multinazionali con una sede in Italia che non hanno un tema prioritario nelle esportazioni e le aziende italiane che esportano verso l’estero ma ancora una volta lo ripeto se 200 aziende su 55mila fanno il 50% delle esportazioni forse è evidente che lavorare su dimensioni diverse ci permetterebbe di abbracciare in modo più sistemico quella che è una opportunità per le eccellenze italiane di andare a vendere nel mondo”. “Ci stiamo perdendo – ha concluso – una opportunità perchè siamo troppo piccoli”.

Bce rivede al ribasso previsioni di crescita e inflazione eurozona

Bce rivede al ribasso previsioni di crescita e inflazione eurozonaRoma, 12 dic. (askanews) – La Banca centrale europea ha rivisto al ribasso le sue previsioni sull’inflazione media e sulla crescita economica dell’area euro. Ora per il caro vita stima un 2,4% sull’insieme di quest’anno, cui seguirebbe 2,1% nel 2025 e 1,9 nel 2026, per il 2027 è atteso un 2,1%. Tre mesi fa l’istituzione prevedeva un carovita al 2,5% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e all’1,9% nel 2026.


Sulla crescita economica ora i tecnici della Bce indicano 0,7% nel 2024, 1,1% nel 2025, 1,4% nel 2026 e 1,3% nel 2027. Nelle stime precedenti, risalenti a settembre, veniva pronosticata una crescita 2024 allo 0,8% e poi un’accelerazione all’1,3% sul prossimo anno l’1,5% su 2026.

Bce taglia tassi eurozona di 0,25 punti, tasso depositi al 3%

Bce taglia tassi eurozona di 0,25 punti, tasso depositi al 3%Roma, 12 dic. (askanews) – La Banca centrale europea ha deciso di tagliare i tassi di interesse di riferimento per l’area euro di altri 25 punti base. La decisione è in linea con le attese prevalenti, sebbene nelle ultime settimane i continui segnali di indebolimento dell’economia avevano anche alimentato ipotesi di un possibile dibattito su un taglio più consistente.


Come riportato dal comunicato diffuso al termine dal Consiglio direttivo, che si è svolto tra ieri e stamattina a Francoforte, i tassi sui depositi presso la banca centrale calano al 3%, minimo dal marzo del 2023, quelli sulle operazioni di rifinanziamento principali calano al 3,15%, minimo dal febbraio 2023 e i tassi sulle operazioni di rifinanziamento marginali calano al 3,40%. Secondo la Bce nell’area euro “il processo disinflazionistico è ben avviato”. L’istituzione ha rivisto al ribasso le prevsioni su inflazione e crescita.


E nella comunicazione sui tassi è stata rimossa la formula che indicava la necessità di mantenere tutto ilntempo necessario una linea restrittiva. Ora invece “per definire l’orientamento di politica monetaria adeguato – si legge – (la Bce) seguirà un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione”.

Banca centrale Svizzera vara a sopresa maxitaglio tassi (-0,50 punti)

Banca centrale Svizzera vara a sopresa maxitaglio tassi (-0,50 punti)Roma, 12 dic. (askanews) – Con una mossa a sorpresa, la Banca nazionale della Svizzera ha effettuato un consistente taglio ai tassi di interesse, 0,50 punti percentuali (50 punti base) con cui il riferimento principale sul franco elvetico cala allo 0,50%.


Nel comunicato diffuso al termine del direttorio, l’istituzione monetaria spiega come nella Confederazione l’inflazione sia scesa “dall’1,1% in agosto allo 0,7% in novembre” e così “è di nuovo risultata più bassa di quanto atteso”. Altro elemento sotto i riflettori è quello dei cambi valutari: “la Banca nazionale – si legge – ribadisce la propria disponibilità ad agire all’occorrenza sul mercato dei cambi”. Su questa partita l’istituzione elvetica usa da molti anni un linguaggio più esplicito di altre istituzioni simili.


L’impatto sui mercati dei cambi è stato immediato: dopo l’annuncio l’euro è balzato sopra 0,934 sul franco elvetico, per poi rintracciare in parte a 0,930, laddove in precedenza si attestava attorno a 0,928 franchi. La decisione avviene nel giorno in cui anche la Bce si appresta annunciare le sue decisioni sui tassi. Stamattina si è svolto il direttorio a Francoforte e alle 14:15 verrà comunicata la decisione. L’attesa prevalente è che i tassi per l’eurozona vengano ridotti di 0,25 punti base, sebbene l’indebolimento dell’economia delle passate settimane abbia creato dibattito anche sull’opportunità di effettuare un taglio da mezzo punto percentuale. (fonte immagine: Banca Nazionale Svizzera).

MFE, P.S. Berlusconi: da banche 3,4 miliardi per essere pronti a tutto

MFE, P.S. Berlusconi: da banche 3,4 miliardi per essere pronti a tuttoMilano, 12 dic. (askanews) – MFE-Mediaset “chiuderà un anno che non ho problemi a definire eccezionale” ed è “pronta a investire per i prossimi passi di sviluppo”. Lo ha dichiarato il Ceo di Mfe, Pier Silvio Berlusconi, confermando le indiscrezioni di un maxi-prestito bancario da 3,4 miliardi di euro per crescere in Europa. Non solo in Germania, dove il gruppo è primo azionista di ProsiebenSat con il 29,99%, perchè “per resistere e crescere” è necessaria una dimensione internazionale.


“Sì, confermo il prestito – ha detto, nel corso di un incontro con la stampa per fare il bilancio sulla stagione televisiva – Abbiamo lavorato per avere la possibilità di questo finanziamento da parte di svariate banche, lo abbiamo e abbiamo deciso in questo momento di avere questa possibilità perché così siamo pronti a tutto. Siamo pronti a capire se e cosa sarà giusto fare in Germania, ma anche ad altro, quindi non solo Germania”. “In Germania è complicata la situazione – ha spiegato -, c’è una crisi economica, politica e dell’automotive, quindi siamo in una fase di voler capire meglio, ma ribadiamo che noi abbiamo un progetto industriale cui crediamo sempre di più e vogliamo andare avanti”. Prosieben, ha sottolineato, “è il nostro piede in una dimensione più grande, è una sorta di garanzia per la nostra crescita. Dobbiamo riuscire per forza a raggiungere una dimensione, una impronta internazionale, europea per poter resistere e crescere”.

Festival di Sanremo, Pier Silvio Berlusconi: è un pezzo di Rai e così deve essere

Festival di Sanremo, Pier Silvio Berlusconi: è un pezzo di Rai e così deve essereMilano, 12 dic. (askanews) – Il Festival di Sanremo “è un pezzo di Rai e così deve essere, mi auguro da italiano che resti in Rai”. Così Pier Silvio Berlusconi, amministratore delegato del gruppo MFE-Mediaset, in merito a un possibile interesse del Biscione per la kermesse dopo che il Tar della Liguria ha dichiarato illegittimo l’affidamento diretto alla Rai da parte del Comune di Sanremo.


“Mi sembra che la situazione sia ancora troppo fumosa per poter esprimere un qualunque tipo di giudizio, non arrivo nemmeno a pensare se mai ci potrebbe interessare”, ha dichiarato Pier Silvio Berlusconi, nel corso di un incontro con la stampa per fare un bilancio della stagione televisiva. “Onestamente non ho ancora capito cosa stia succedendo bene. Detto questo, vedremo, ma io penso che Sanremo sia un pezzo di Rai e allo stesso tempo che la Rai sia il vero motore, la vera forza del Festival, quindi da italiano mi auguro che Sanremo rimanga in Rai, punto. Poi quello che succederà vedremo”. A chi gli ha chiesto se comunque l’idea di portare il Festival in Mediaset lo divertirebbe, Pier Silvio Berlusconi ha risposto: “Non mi pongo la domanda, io penso che riguardo a certi ambiti è necessario essere rispettosi, per me Sanremo è un pezzo di Rai e non mi pongo la domanda. Se mai un domani dovesse essere sul mercato lo valuteremo con un atteggiamento giusto di una tv commerciale, che valuta costi e ricavi, ma oggi non mi pongo la domanda, per me è un pezzo di Rai e così deve essere”.

Lavoro, Istat: nel III trimestre +117mila occupati, su anno +517mila

Lavoro, Istat: nel III trimestre +117mila occupati, su anno +517milaRoma, 12 dic. (askanews) – Nel terzo trimestre dell’anno il numero di occupati aumenta di 117 mila unità (+0,5% rispetto al secondo trimestre 2024), attestandosi a 24 milioni 51 mila; la crescita coinvolge i dipendenti a tempo indeterminato (+111 mila, +0,7% in tre mesi) e gli indipendenti (+43 mila, +0,8%) a fronte del calo dei dipendenti a termine (-37 mila, -1,3% in tre mesi). L’aumento del tasso di occupazione, che raggiunge il 62,4% (+0,2 punti in tre mesi), si osserva nel Centro e nel Nord, tra i giovani e tra gli over50, rimanendo invece stabile nel Mezzogiorno e diminuendo lievemente tra i 35-49enni. Lo ha reso noto l’Istat.


L’occupazione cresce anche in termini tendenziali (+517 mila, +2,2% rispetto al terzo trimestre 2023), coinvolgendo pure in questo caso i dipendenti a tempo indeterminato (+3,6%) e gli indipendenti (+2,6%) a fronte della diminuzione dei dipendenti a termine (-5,9%); prosegue il calo del numero di disoccupati (-418 mila in un anno, -22,7%), mentre torna a crescere quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+100 mila, +0,8%). Tale dinamica si riflette nella crescita del tasso di occupazione (+1,0 punti in un anno) e di quello di inattività (+0,1 punti) e nella diminuzione del tasso di disoccupazione (-1,7 punti). Il tasso di disoccupazione, nel terzo trimestre, scende al 6,1% (-0,6 punti rispetto al secondo trimestre 2024) e quello di inattività sale al 33,4% (+0,2 punti). Il tasso di posti vacanti, pari al 2%, rimane invariato rispetto al trimestre precedente e cala di 0,2 punti percentuali rispetto allo stesso trimestre del 2023.

Usa, Inflazione Cpi a novembre +0,3% mensile e +2,7% annuale

Usa, Inflazione Cpi a novembre +0,3% mensile e +2,7% annualeNew York, 11 dic. (askanews) – A novembre 2024, i prezzi al consumo negli Stati Uniti sono aumentati dello 0,3%, secondo quanto comunicato dal dipartimento del Lavoro. Le stime erano per lo stesso rialzo. Il dato annuale ha accelerato dal +2,6% di ottobre al 2,7%. Anche gli analisti stimavano un dato al 2,7%.


Il dato “core”, ovvero quello depurato dalla componente dei prezzi dei beni alimentari ed energetici, è cresciuto dello 0,3%, come da attese. Rispetto a un anno prima, il dato “core” è cresciuto al 3,3%, come in ottobre e come avevano previsto gli analisti. I prezzi energetici sono saliti dello 0,2% rispetto al mese precedente, quelli dei generi alimentari sono aumentati dello 0,4%.

Ocse: disoccupazione Italia scesa a minimi storici (ottobre 5,8%)

Ocse: disoccupazione Italia scesa a minimi storici (ottobre 5,8%)Roma, 11 dic. (askanews) – Lo scorso ottobre, il tasso di disoccupazione in Italia, calato al 5,8%, ha raggiunto i minimi storici: si tratta del valore più basso dall’aprile del 2007, che a sua volta era stato il minimo segnato dall’inizio delle serie storiche, nel gennaio del 1983. Lo riferiscono dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), interpellati sull’ultima statistica sulla disoccupazione nell’intera area.


Nella Penisola, ha riporta l’Ocse, il calo cumulato del tasso di disoccupazione degli ultimi 12 mesi (ottobre 2023 rispetto a ottobre 2024) è stato di 2 punti percentuali pieni. In generale l’ente parigino rileva che ad ottobre il tasso di disoccupazione medio nei Paesi che aderiscono alla stessa organizzazione è rimasto invariato al 4,9%. E che è rimasto a livelli inferiori o appena superiori al 5% fin dal marzo del 2022. Nell’eurozona la disoccupazione è rimasta al minimo storico del 6,3%, così come per l’intera Unione europea con un tasso del 5,9%, aggiunge l’Ocse.

Confindustria: economia Italia in rallentamento e industria in crisi

Confindustria: economia Italia in rallentamento e industria in crisiRoma, 11 dic. (askanews) – Economia italiana in rallentamento e industria in crisi. Non basta la discesa dei tassi. E’ il quadro che emerge dalla Congiuntura flash realizzata da Confindustria.


Secondo gli economisti dell’associazione è elevata l’incertezza sul Pil italiano nel quarto trimestre, dopo lo stop nel terzo: da un lato, la fiducia è bassa, l’industria in crisi, l’export debole, l’Eurozona fiacca; dall’altro, al rialzo: il trend di crescita del turismo e dei servizi, il proseguimento del calo dei tassi, l’inflazione ridotta, l’attuazione del Pnrr. I fattori congiunturali spingono al rialzo, ma frenano alcuni ostacoli strutturali. Tassi in calo ma sale lo spread della Francia. Dopo i tagli dei tassi ufficiali nei mesi scorsi, questa settimana la BCE (3,25%) e la prossima la Fed (4,75%), sono attese dai mercati a ulteriori tagli. In Europa, il tasso sovrano in Francia è in salita a riflesso dell’instabilità politica e del debito in crescita e lo spread sul Bund tedesco (+0,75 a dicembre da +0,65 a settembre) è salito oltre quello in Spagna (+0,64 da +0,76) che si restringe come anche in Italia (+1,02 da +1,27) e Grecia (+1,26 da +1,50).


A novembre l’inflazione in Italia è risalita a +1,4% annuo, più vicina alla misura core (+1,9%), dato che i prezzi dell’energia si riducono meno (-5,5%). Traiettorie simili nell’Eurozona, ma su valori sopra la soglia Bce: totale al +2,3%, poco sotto la core (+2,7%), calo degli energetici quasi finito (-1,9%). Questo è dovuto al prezzo del gas in Europa, che a novembre è salito a 44 euro/mwh (+2,7% annuo) e a dicembre si affaccia sui 47 euro, trascinando al rialzo anche i prezzi dell’elettricità; il prezzo del petrolio, invece, a 74 dollari a novembre, è ancora in calo in termini annui (-10,4%). Il driver dei servizi resta il turismo di stranieri in Italia, che continua l’espansione (+6,9% annuo la spesa a settembre). Discordanti però le indicazioni per il quarto: ad ottobre Rtt indica un aumento del fatturato dei servizi, ma a novembre il Pmi è scivolato in zona di contrazione (49,2 da 52,4) e la fiducia delle imprese è stata erosa a ottobre-novembre.


Ad ottobre la produzione industriale è rimasta invariata, ma continua a registrare un forte calo tendenziale (-3,6%), profondo per auto (-34,5%), articoli in pelle (-17,2%), raffinati petroliferi (-15,8%). In termini di fatturato, Rtt ha indicato in ottobre un rimbalzo positivo. A novembre, inoltre, la fiducia delle imprese ha interrotto il suo calo, ma il Pmi manifatturiero è sceso ancora di più (44,5 da 46,9).