Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

La versione di Davide Casaleggio su cosa sta succedendo nel M5s (e non solo)

La versione di Davide Casaleggio su cosa sta succedendo nel M5s (e non solo)Roma, 2 dic. (askanews) – “Il tema mi sembra abbastanza chiaro. Se questo modello funziona la risposta è chiaramente no. Oggi per fortuna ci sono nuovi modi per far partecipare i cittadini che non sono solo tramite i movimenti digitali che abbiamo inventato alla fine degli anni 2000. Oggi con l’intelligenza artificiale si sta creando un nuovo spazio di partecipazione per i cittadini, con un costo organizzativo quasi nullo. Questo è più interessante per il futuro della politica italiana dei prossimi anni”. Lo ha affermato Davide Casaleggio, figlio del fondatore del Movimento 5 Stelle, Gianroberto Casaleggio, presidente Casaleggio Associati, presidente e fondatore dell’Associazione Rousseau, e socio fondatore del progetto Camelot – piattaforma per la partecipazione online, nel corso della trasmissione radiofonica “Giù la maschera” (Radio 1 Rai).


Sulle polemiche in corso da Giuseppe Conte e il fondatore del Movimento Beppe Brilli Casaleggio ha detto che c’è “un dispiacere di fondo. Oggi questa iniziativa è diventata fine a sé stessa. Fine alle poltrone che si possono ottenere in una regione piuttosto che in un’altra. Non vedo una spinta dal basso, tanto è che si vedono i risultati. Uno può anche inventarsi un modello diverso da quello che era il precedente perché pensa che possa funzionare meglio. Ma se a ogni regionale dimezzano i voti, se i consiglieri comunali erano 1000 tre anni fa e oggi sono arrivati a 150, così come anche alle politiche e alle europee sono stati persi voti. Chi gestisce le attività ovviamente poi decide di indirizzarle come preferisce. E’ necessario avere la consapevolezza che questo nuovo modello che è stato adottato non ha funzionato. Se si pensa che questa è la direzione ha senso anche dargli un nuovo nome”. Secondo Casaleggio “si sta separando l’idea del Movimento della politica e si sta parlando della politica delle poltrone. Il finanziamento pubblico non è strettamente necessario. Se qualcuno ha deciso di adottarlo è una scelta di quella formazione politica, ma non è spinta dalla necessità di avere quei soldi pubblici”.


Secondo Casaleggio “penso che ci sia un distacco dalla politica delle poltrone. A forza di parlare di assessorati da dividersi, consiglieri comunali, piuttosto che nomine, questo tipo di politica disillude i cittadini, che a un certo punto non vanno più a votare”. Secondo Casaleggio “l’Intelligenza Artificiale riscriverà la politica. Penso che ci saranno nuove formazioni politiche e nuovi modi di fare politica dall’esterno del palazzo. Già quest’anno lo stiamo vedendo con la prima metà della popolazione mondiale che sta andando al voto e stiamo vedendo come stanno usando l’IA. Abbiamo visto il Pakistan che aveva uno dei leader dell’opposizione in galera e a gestire la campagna affidando la comunicazione a un avatar. E alla fine della campagna ha vinto. Questo non sarebbe stato possibile un anno fa. Questo tipo di utilizzo sta trasformando sostanzialmente la politica. Dopo Internet che ha permesso la nascita dei movimenti digitali, la tecnologia permetterà la nascita di movimenti bionici / sintetici”.

L’Istat: a ottobre la disoccupazione cala al 5,8%, ai minimi dal 2007

L’Istat: a ottobre la disoccupazione cala al 5,8%, ai minimi dal 2007Roma, 2 dic. (askanews) – Cala la disoccupazione, ma aumenta l’inattività. Ad ottobre il numero di persone in cerca di lavoro diminuisce (-3,8%, pari a -58mila unità) per uomini e donne e per tutte le classi d’età. Il tasso di disoccupazione scende al 5,8% (-0,2 punti), ai minimi dall’aprile del 2007, quello giovanile al 17,7% (-1,1 punti), il dato più basso mai registrato dall’inizio delle serie storiche. Lo ha reso noto l’Istat.


Il numero di inattivi aumenta (+0,2%, pari a +28mila unità) tra le donne e gli under35, mentre diminuisce tra gli uomini e le altre classi d’età. Il tasso di inattività sale al 33,6% (+0,1 punti).

Lavoro, Istat: ad ottobre disoccupazione cala al 5,8%, minimi dal 2007

Lavoro, Istat: ad ottobre disoccupazione cala al 5,8%, minimi dal 2007Roma, 2 dic. (askanews) – Cala la disoccupazione, ma aumenta l’inattività. Ad ottobre il numero di persone in cerca di lavoro diminuisce (-3,8%, pari a -58mila unità) per uomini e donne e per tutte le classi d’età. Il tasso di disoccupazione scende al 5,8% (-0,2 punti), ai minimi dall’aprile del 2007, quello giovanile al 17,7% (-1,1 punti), il dato più basso mai registrato dall’inizio delle serie storiche. Lo ha reso noto l’Istat.


Il numero di inattivi aumenta (+0,2%, pari a +28mila unità) tra le donne e gli under35, mentre diminuisce tra gli uomini e le altre classi d’età. Il tasso di inattività sale al 33,6% (+0,1 punti).

Lavoro, Istat: ad ottobre +47mila occupati, su anno +363mila

Lavoro, Istat: ad ottobre +47mila occupati, su anno +363milaRoma, 2 dic. (askanews) – Ad ottobre, dopo il calo di settembre, il numero di occupati torna a crescere, +47mila unità, attestandosi a 24 milioni 92mila; l’aumento coinvolge i dipendenti permanenti – che salgono a 16 milioni 210mila – e gli autonomi, pari a 5 milioni 158mila; i dipendenti a termine scendono a 2 milioni 724mila. Su base mensile, il tasso di occupazione sale al 62,5%. E’ la stima diffusa dall’Istat.


Anche la crescita dell’occupazione che si registra rispetto a ottobre 2023, +363mila occupati, è sintesi dell’aumento tra i dipendenti permanenti (+449mila) e tra gli autonomi (+127mila) e del calo tra i dipendenti a termine (-212mila).

Il manifatturiero italiano si contrae: l’indice Pmi novembre cala a 44,5

Il manifatturiero italiano si contrae: l’indice Pmi novembre cala a 44,5Milano, 2 dic. (askanews) – Il settore manifatturiero italiano continua a contrarsi sempre più: l’Indice Pmi a novembre è sceso ancora a 44.5 punti, dai 46.9 di ottobre. Dopo i precedenti tre mesi di declino consecutivo, l’indice principale è calato al livello minimo in un anno. La debolezza delle condizioni della domanda rimane la causa principale del calo, con i nuovi ordini in entrata in declino al tasso più rapido sinora osservato nel 2024. Allo stesso tempo sia la produzione che i livelli occupazionali sono calati a tassi più elevati, mentre il livello degli ordini in fase di lavorazione è diminuito al ritmo più veloce in oltre 15 anni. Di conseguenza, si abbassa il bisogno di fattori produttivi, favorendo a sua volta un indebolimento della pressione sui costi.

Stellantis male in Borsa dopo uscita Tavares: titolo scivola a -7%

Stellantis male in Borsa dopo uscita Tavares: titolo scivola a -7%Milano, 2 dic. (askanews) – Stellantis avvia la seduta a Piazza Affari con la retromarcia ingranata: il titolo cede il 6,7% a 11,696 euro, dopo non essere riuscito a fare prezzo nei primi minuti della seduta. Nella serata di domenica è arrivato l’annuncio dell’uscita di scena del discusso ceo, Carlos Tavares. Il successore sarà nominato entro il primo semestre del prossimo anno, ha fatto sapere l’azienda. Nel frattempo i poteri sono in capo a un comitato esecutivo presieduto da John Elkann. Stellantis ha, tuttavia, confermato la guidance finanziaria per il 2024.

Risultati e classifica di serie A, frena la Juventus

Risultati e classifica di serie A, frena la JuventusRoma, 1 dic. (askanews) – Questi i risultati e la classifica del campionato di serie A dopo Lecce-Juventus 1-1


Quattordicesima giornata Cagliari-Verona 1-0, Como-Monza 1-1, Milan-Empoli 3-0, Bologna-Venezia 3-0, Udinese-Genoa 0-2, Torino-Napoli 0-1, Parma-Lazio 3-1, Fiorentina-Inter sospesa, Lecce-Juventus 1-1, lunedì 2 dicembre ore 20.45 Roma-Atalanta. Classifica: Napoli 32, Inter, Atalanta, Fiorentina, Lazio 28, Juventus 26, Milan, Bologna 22, Udinese 16, Empoli 16, Torino, Parma 15, Cagliari, Genoa 14, Roma, Lecce 13, Verona 12, Como 11, Monza 10, Venezia 8.


Quindicesima giornata venerdì 6 dicembre ore 18.30 Inter-Parma, ore 20.45 Atalanta-Milan, ore 15 Genoa-Torino, ore 18 Juventus-Bologna, ore 20.45 Roma-Lecce, domenica 8 dicembre ore 12.30 Fiorentina-Cagliari, ore 15 Verona-Empoli, ore 18.00 Venezia-Como, ore 20.45 Napoli-Lazio, lunedì 9 dicembre ore 20.45

Risultati e classifica di serie A, il Napoli allunga in testa

Risultati e classifica di serie A, il Napoli allunga in testaRoma, 1 dic. (askanews) – Questi i risultati e la classifica del campionato di serie A dopo Torino-Napoli 0-1, Parma-Lazio 3-1


Quattordicesima giornata Cagliari-Verona 1-0, Como-Monza 1-1, Milan-Empoli 3-0, Bologna-Venezia 3-0, Udinese-Genoa 0-2, Torino-Napoli 0-1, Parma-Lazio 3-1, ore 18 Fiorentina-Inter, ore 20.45 Lecce-Juventus, lunedì 2 dicembre ore 20.45 Roma-Atalanta. Classifica: Napoli 32, Inter, Atalanta, Fiorentina, Lazio 28, Juventus 25, Milan, Bologna 22, Udinese 16, Empoli 16, Torino, Parma 15, Cagliari, Genoa 14, Roma 13, Lecce, Verona 12, Como 11, Monza 10, Venezia 8.


Quindicesima giornata venerdì 6 dicembre ore 18.30 Inter-Parma, ore 20.45 Atalanta-Milan, ore 15 Genoa-Torino, ore 18 Juventus-Bologna, ore 20.45 Roma-Lecce, domenica 8 dicembre ore 12.30 Fiorentina-Cagliari, ore 15 Verona-Empoli, ore 18.00 Venezia-Como, ore 20.45 Napoli-Lazio, lunedì 9 dicembre ore 20.45

Calenda non va dai Verdi, sul riarmo la nota stonata è di Magi

Calenda non va dai Verdi, sul riarmo la nota stonata è di MagiChianciano Terme, 1 dic. (askanews) – Intitolandosi “Terra di pace” l’assemblea nazionale di Europa verde che si è svolta a Chianciano Terme non poteva certo relegare in secondo piano il tema delle guerre e della paventata necessità di una rincorsa al riarmo da parte dell’Europa. Quasi tutti gli interventi previsti nella giornata conclusiva, del co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli, del suo compagno di ‘alleanza’ Nicola Fratoianni, fino a quelli della segretaria del Pd Elly Schlein, del leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, del segretario di Più Europa Riccardo Magi, nonché del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, vi hanno fatto riferimento in maniera marcata, pur non trascurando l’altro tema clou, il lavoro.


Per i cronisti il dibattito sul riarmo è stato il pretesto per chiedere conto ai leader delle divisioni interne allo schieramento di centrosinistra. Il “problema” delle posizioni diverse rispetto all’invio di armi all’Ucraina “è un problema che taglia in due tutti quanti” gli schieramenti, “anche la destra ha lo stesso problema”, ha spiegato Bonelli. Ma in generale “la questione del riarmo – ha proseguito – riguarda il futuro di questo pianeta: abbiamo 2mila e 500 miliardi di dollari di spese di armamenti tutti gli anni, mentre la povertà e la fame nel mondo aumentano e la sanità pubblica è in ginocchio. Dobbiamo fare delle scelte”. “Sì, abbiamo posizioni diverse – ha ammesso Fratoianni -. Noi siamo contrari all’escalation delle armi e diciamo agli altri leader che hanno una posizione diversa che sono ormai tre anni che l’unica strategia dell’Occidente è quella di inviare armi. Dopo tre anni, in una situazione peggiorata nel caso dell’Ucraina, e migliorata per l’invasore che ha scatenato la guerra, forse è arrivato il momento di capire che serve un salto di qualità sul terreno della diplomazia”, ha sottolineato il leader di SI. Dal canto suo la segretaria del Pd Elly Schlein non ha parlato esplicitamente del tema del riarmo soffermandosi però sulle guerre in Medio Oriente e sottolineando che “serve un cessate fuoco immediatamente anche a Gaza e un embargo totale delle armi a Israele”, nonché “il riconoscimento pieno dello stato di Palestina”. Sul fronte delle divisioni interne al centrosinistra, ha sostenuto Schlein, “possiamo avere differenze sul modo a cui arrivare” alla soluzione della pace, “non solo sul contesto mediorientale ma anche su quello in Ucraina”, però, ha sottolineato, “siamo d’accordo sulla mancanza totale di uno sforzo diplomatico e politico necessario da parte dell’Unione Europea e del nostro Governo, che avrebbe una tradizione diplomatica importante alle spalle, per costruire concretamente un percorso di pace che faccia finire questi conflitti, le cui conseguenze sono pagate sempre dai più fragili”. “Quindi è vero: Non siamo sempre d’accordo su tutto, ma sull’attenzione verso un progetto di pace che faccia finire queste guerre prima che cadano gli ultimi fucili siamo d’accordo”, ha assicurato Schlein.


Il leader del M5s Giuseppe Conte ha invece messo nel mirino il rapporto sul futuro della competitività europea redatto da Mario Draghi, accusando la relazione di voler spingere la finanza europea verso il riarmo. “Il rapporto – ha affermato Conte in videocollegamento perché impegnato a Roma in una serie di riunioni interne al Movimento – dice in sostanza che gli investimenti devono essere diretti sull’industria militare, che la soluzione ai problemi dei cittadini del popolo europeo è quello di produrre più armi per rincorrere la Russia. E quest’escalation militare” la si vuole “perché – ha sostenuto il leader del M5s – non si vuole una svolta negoziale”. Per Conte quello della messa in discussione del riarmo è un tema “necessario per caratterizzare, in direzione progressista, un’azione politica, altrimenti non ci distingueremo dalle forze conservatrici, o peggio restauratrici, come quelle che sono al governo in questo momento in Italia”. E se il segretario generale della Cgil Landini si è mostrato molto in sintonia con Europa Verde, SI e M5s, affermando che “in Italia e anche in Europa, quello che si sta determinando è una vera e propria economia di guerra”, la nota davvero dissonante, complice anche l’assenza del leader di Azione Carlo Calenda, inizialmente previsto ma che poi ha dato forfait (sembra per un lieve problema di salute), è arrivata dall’intervento del segretario di +Europa Riccardo Magi. “Io non penso, come ha detto Conte, che l’Europa abbia scelto la guerra. E non penso che ci aiuti un ribaltamento della verità, penso invece che noi scontiamo un enorme ritardo nell’aver aver costruito un’Europa politica, con una difesa comune e una politica estera comune. Ma non è ribaltando il racconto, dicendo che è l’Europa che sceglie la guerra” che troviamo la soluzione. “Far mancare in questo momento il sostegno e l’aiuto a Kiev – ha spiegato Magi – potrebbe significare dover investire molto di più per la nostra difesa in armi in un futuro che sarà molto più vicino. Pensiamoci, al di fuori degli schemi ideologici e anche del tentativo di lucrare un po’ di consenso facile tra forze dell’opposizione”.


Un passaggio, quest’ultimo, che ha provocato qualche mugugno in sala, dove qualcuno ha lanciato a Magi l’accusa di aver sbagliato posto. “Io non penso mai di aver sbagliato posto quando accetto un confronto democratico”, ha ribattuto il segretario di +Europa. (Dall’inviato Massimo Santucci)

Mantra coesione nel centrodestra. Ma Salvini-Tajani si punzecchiano

Mantra coesione nel centrodestra. Ma Salvini-Tajani si punzecchianoRoma, 1 dic. (askanews) – Come se si fossero messi d’accordo, e con ogni probabilità è esattamente così, i leader del centrodestra provano a seppellire le polemiche delle ultime settimane intonando all’unisono il ritornello della coesione. La narrazione del ‘volemose bene’ prevede che le schermaglie vengano derubricate a dialettica e che gli scontri ormai quotidiani – dal canone Rai alla politica estera, dalle banche all’Europa – si trasformino in “diversità che sono un valore”. E’ la necessità di “abbassare i toni” che la presidente del Consiglio ha preteso dai suoi due vice dopo lo show down sul decreto fiscale e che va in scena in occasione dell’assemblea nazionale di Noi moderati di Maurizio Lupi.


In presenza all’hotel Marriot di Roma c’è soltanto Antonio Tajani anche perché, a proposito di divisioni, la necessità è anche quella di minimizzare le voci su una competizione al centro che Giorgia Meloni avrebbe addirittura favorito per bilanciare le recenti intemperanze del leader di Forza Italia. “Il nostro compito è quello di allargare i confini del centrodestra, non tocca a noi andare a cercare i voti di Fratelli d’Italia o della Lega”, spiega il leader azzurro. Giorgia Meloni parla attraverso un videomessaggio registrato. Sono concetti espressi più volte ma che, vista la settimana di passione, assumono un altro colore, più strigliata che esortazione. “La nostra coalizione – dice la premier – è composta sì da forze politiche diverse, ognuna ha la sua identità e la sua storia che sono un valore aggiunto. Ciò che ci rende forti e coesi è la volontà, la voglia di stare insieme che è quello che ci consente di fare sempre sintesi, di trovare un punto di incontro”.


Concetti più o meno simili a quelli espressi dai due vicepremier. Entrambi mettono in evidenza la “visione comune”, entrambi assicurano che “il governo arriverà fino al 2027” (“nonostante il voto contrario su questo o quell’emendamento”, ci tiene però a precisare il segretario della Lega). E tuttavia, proprio mentre cercano di seppellire in pubblico l’ascia di guerra, non riescono nemmeno a fare a meno di punzecchiarsi. A causa di un difetto nel videocollegamento con Salvini, a parlare prima tra i due è il ministro degli Esteri. Tra la tante cose, ribadisce un concetto più volte esplicitato e, peraltro, caro anche a Silvio Berlusconi. “Vista la situazione attuale – afferma – dobbiamo andare avanti per avere una vera politica estera, una vera difesa europea: non possiamo sempre aspettare gli americani, non possiamo sempre chiedere agli altri di proteggerci”. Una frase che, quando arriva il suo turno, Salvini non solo non fa cadere nel vuoto, ma alla quale risponde marcando tutta la distanza. “Sentivo parlare di difesa comune europea. Mi permetto di dire che in questo momento bisogna andarci cauti”, la replica.


E non è l’unica frecciata a distanza, visto che a un certo punto Salvini ha l’ardire di mettere nella stessa frase l’autonomia (ben conscio dei dubbi di Forza Italia) e uno dei nomi più importanti del Pantheon dei popolari. Don Luigi Sturzo – sostiene – “si definiva federalista impenitente”. Laconica la risposta di Tajani: “Se anche lui si riconosce in Sturzo io sono contento”. Anche Maurizio Lupi, che pure si unisce al coro dei buoni sentimenti, non rinuncia a mostrare una certa ambizione. La sfida, dice, è “rispondere ai 9 milioni” di moderati che si sono rifigiati nell’astensionismo. Noi un cespuglio? “Non ci interessa, noi siamo un seme”.