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Appello urgente al Governo: “Cinema indipendente rischia estinzione”

Appello urgente al Governo: “Cinema indipendente rischia estinzione”Roma, 13 mar. (askanews) – “Ormai da un anno il settore del cinema e dell’audiovisivo vive nell’incertezza del suo futuro. Questo è un lavoro da cui dipendono famiglie intere, eppure più del 70% delle maestranze, attori e autori sono senza occupazione, molti da più di un anno, quasi tutti senza prospettive di lavoro davanti a sé. Ogni giorno in più di rimando è un pezzo del settore che sparisce per sempre”: è l’appello congiunto ed urgente lanciato da una serie di importanti associazioni di lavoratori del cinema e dell’audiovisivo, tra cui, solo per citarne alcune, 100Autori (Associazione dell’Autorialità Cinetelevisiva), Anac (Associazione Nazionale Autori Cinematografici), Aic (Autori Italiani della Cinematografia), Air3 (Associazione Italiana Registi) e AITR (Associazione Italiana Tecnici di Ripresa).


“Le regole del nuovo tax credit e dei finanziamenti selettivi, con una brusca interruzione all’evoluzione del settore, hanno reso impossibile l’accesso alla maggioranza delle piccole e medie produzioni relegando la possibilità produttiva solo a pochi eletti. Il cinema indipendente è a rischio estinzione, quel cinema da dove provengono i nuovi autori attraverso i quali si costruisce e si preserva il futuro culturale del nostro Paese, che è anche ispirazione per il resto del mondo”, hanno denunciato i firmatari dell’appello. “Da crisi dell’occupazione si è giunti rapidamente ad una crisi culturale – proseguono, secondo il testo – È urgente che il Governo e le Istituzioni rispondano alle necessità del settore cinematografico e audiovisivo con la massima priorità. Chiediamo l’emissione tempestiva dei decreti correttivi e della documentazione richiesta dai giudici del Tar del Lazio, al fine di avere regole chiare e costanti che possano permettere a tutti i soggetti coinvolti di operare democraticamente in condizioni di certezza e stabilità. Non possiamo permetterci di aspettare oltre: il settore ha bisogno di risposte concrete e tempestive per evitare il collasso”.


Tra le associazioni e le rappresentanze firmatarie: 100Autori (Associazione dell’Autorialità Cinetelevisiva) – AIC (Autori Italiani della Cinematografia) – AIR3 (Associazione Italiana Registi) – AITR (Associazione Italiana Tecnici di Ripresa) – AITS (Associazione Italiana Tecnici del Suono) – ANAC (Associazione Nazionale Autori Cinematografici) – APAI (Associazione del Personale di Produzione Audiovisivo) – APCI (Associazione Pittori Cinematografici Italiani) – CACAO (Comparto Audiovisivo e Cinema Auto Organizzato Puglia) – CCS (Collettivo Chiaro Scuro) – DOC.IT (Associazione Documentaristi Italiani) – EMIC (Associazione Elettricisti e Macchinisti Italiani) – RCAS (Rete Cine-Audiovisivo Sicilia) – RCP (Rete Cinema Piemonte) – RCS (Rete Cinema Sociale) – MUJERES NEL CINEMA (Associazione di donne nel cinema e nell’industria dell’audiovisivo) – #SATDC (comitato #Siamoaititolidicoda) – UECI (Unione Esercenti Cinematografici Italiani) – WGI (Writers Guild Italia).

Starlink, Ciriani: interlocuzioni in corso su aree remote Italia

Starlink, Ciriani: interlocuzioni in corso su aree remote ItaliaRoma, 13 mar. (askanews) – Per le “aree più remote, il Governo sta valutando, con Starlink e altri operatori, l’ipotesi di integrazione della tecnologia satellitare come complemento alle infrastrutture esistenti. Nel caso specifico di Starlink, sono in corso delle interlocuzioni con alcune Regioni italiane del Nord, del Centro e del Sud, per sperimentare la fornitura di un servizio space-based rivolto a dare reti remote o prive di infrastrutture terrestri. In ogni caso, come già riportato nella nota di Palazzo Chigi pubblicata lo scorso 6 gennaio, si ribadisce che non sono stati firmati contratti né sono stati conclusi accordi tra il Governo italiano e la società SpaceX per l’uso del sistema di comunicazioni satellitari Starlink per coprire le aree più remote del territorio”. Così il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, rispondendo ad una interrogazione del Pd, nell’aula del Senato, sull’utilizzo della Rete Starlink per la copertura delle aree non raggiunte dalla banda larga.

Startup, Elkann presidente di Vento: ora un nuovo fondo da 75 milioni

Startup, Elkann presidente di Vento: ora un nuovo fondo da 75 milioniMilano, 13 mar. (askanews) – John Elkann presidente e un nuovo fondo da 75 milioni di euro per sostenere le startup italiane nei prossimi cinque anni. Vento, il fondo privato di venture capital early-stage di Exor Ventures, rilancia dopo essere diventato un punto di riferimento nell’ecosistema italiano della tecnologia: l’obiettivo di individuare, supportare e far crescere la nuova generazione di imprenditori italiani nel mondo.


“A quasi tre anni dal lancio di Vento, siamo orgogliosi di rinnovare il nostro impegno e sostenere i migliori imprenditori italiani con un nuovo fondo”, ha detto John Elkann, presidente di Vento. “La passione che anima i loro progetti innovativi e i successi già raggiunti insieme ci spingono a perseguire obiettivi ancora più ambiziosi”. Accanto al presidente lavora un Comitato d’Investimento d’eccezione che include figure di spicco del settore tech come Diego Piacentini, Mike Volpi e Jean de La Rochebrochard. Ad oggi, Vento ha investito in 100 startup tra cui Bee, JetHR e Qomodo, creando uno dei più ampi portafogli early-stage in Italia. La strategia di investimento si concentra esclusivamente su founder italiani, sia in patria che all’estero, con una forte prevalenza degli Stati Uniti e Regno Unito, seguiti da Germania e Francia. Con il Fondo II, Vento prevede di realizzare 375 investimenti nell’arco di cinque anni.


Ad oggi Vento ha esaminato oltre 3.500 startup, investendo in circa 100 aziende fondate da italiane e italiani nel mondo, con un tasso di conversione molto selettivo del 2,5% e un ticket standard di 150mila euro. Vengono inoltre effettuati investimenti follow on mirati per supportare i fondatori italiani più promettenti nella loro espansione internazionale. “Crediamo che il potenziale tecnologico e imprenditoriale dell’Italia sia stato sottovalutato troppo a lungo”, ha detto Diyala D’Aveni, ceo di Vento. “Attraverso il nostro approccio che unisce investimenti diretti, creazione di startup e il nostro evento annuale sul tech, vogliamo cambiare questa narrazione e posizionare l’Italia come un importante hub tecnologico europeo”, ha sottolineato.


Oltre al fondo e all’organizzazione dell’Italian Tech Week, Vento gestisce anche un programma di venture building che ha creato 26 startup in tre edizioni.

Bce, De Guindos: buone notizie su inflazione, al 2% verso fine 2025

Bce, De Guindos: buone notizie su inflazione, al 2% verso fine 2025Roma, 13 mar. (askanews) – Sull’inflazione nell’area euro “abbiamo buone notizie, pensiamo che la disinflazione sia ben avviata. I nuovi dati sui salari sono positivi e segnalano un rallentamento della crescita. E pensiamo che saremo in grado di convergere alla nostra definizione di stabilità dei prezzi, inflazione al 2% tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo”. Lo ha affermato il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos durante un dibattito a una conferenza organizzata dalla Eiopa. “Possiamo continuare con le nostre decisioni monetarie”, ha aggiunto.


E proprio su questo aspetto, al Consiglio direttivo della scorsa settimana “abbiamo ridotto i tassi di altri 25 punti, per la sesta volta per una riduzione totale di 150 punti base” da quando la Bce ha iniziato a ridurre i tassi. “Questa è una riduzione rilevante e quindi il livello di restrizione è stato consistentemente ridotto”, ha proseguito. “Per il futuro, data la quantità di incertezza è molto importante mantenere un approccio basato sui dati in cui le decisioni vengono prese volta per volta e in cui – ha ribadito – non c’è nessun vincolo a un percorso futuro dei tassi. Dobbiamo restare con la mente aperta”. (fonte immagine: Eiopa).

Social media nell’era dell’IA, il punto degli esperti di PostPickr

Social media nell’era dell’IA, il punto degli esperti di PostPickrRoma, 13 mar. (askanews) – L’intelligenza artificiale sta palesemente rivoluzionando il mondo del digital marketing e, di conseguenza, anche la gestione dei social media. Negli ultimi anni, le aziende hanno iniziato a utilizzare strumenti sempre più avanzati per ottimizzare la produzione di contenuti, migliorare le strategie di engagement e analizzare i dati in tempo reale. Grazie a tecnologie sempre più sofisticate, oggi i social media manager possono contare su software in grado di generare testi, immagini, video e persino interazioni personalizzate con gli utenti.


Questo cambiamento, tuttavia, non riguarda solo l’aspetto tecnologico, ma coinvolge anche le competenze e il ruolo dei professionisti del settore. Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio interno di PostPickr, realtà operante nell’ambito social media, oltre l’80% dei social media manager utilizza regolarmente strumenti basati sull’intelligenza artificiale. L’IA viene impiegata in diversi ambiti: dalla pianificazione strategica alla creazione automatizzata di contenuti testuali e multimediali, fino alla gestione cross-platform e all’analisi delle metriche di performance. Tuttavia, l’adozione di queste tecnologie solleva una serie di interrogativi sul futuro della professione e sul rapporto tra intelligenza artificiale e creatività umana. Maurizio Lotito, co-founder di PostPickr, sottolinea come l’intelligenza artificiale non sostituirà i professionisti del settore, ma andrà a potenziare le loro capacità. Secondo Lotito, la sfida principale non è l’automatizzazione in sé, ma la capacità di sfruttare al meglio questi strumenti.


“L’intelligenza artificiale sta ridefinendo sempre più il modo con cui le imprese italiane gestiscono la loro presenza sui social media”, spiega. “Da un’indagine del nostro osservatorio di settore, è emerso che oltre l’80% dei social media manager utilizza regolarmente strumenti IA nella routine lavorativa, come supporto nella fase strategica e creativa, nella generazione di contenuti testuali e multimediali personalizzati, e nella distribuzione cross-platform su più social network contemporaneamente, fino all’ultima fase di analisi dei dati per monitorare e rivedere le strategie”. L’introduzione di tecnologie IA nei social media apre nuove possibilità per le aziende. Da un lato, strumenti basati sull’intelligenza artificiale permettono di ottimizzare il tempo dedicato alla creazione e distribuzione dei contenuti, garantendo una maggiore efficienza operativa. Dall’altro, possono rendere le strategie di marketing più mirate, offrendo insights dettagliati sul comportamento degli utenti e personalizzando le campagne in base ai dati raccolti.


Ma l’automazione non è priva di rischi. Il principale pericolo è la perdita di autenticità nella comunicazione. Se utilizzata in modo eccessivo e senza un’adeguata supervisione umana, l’IA può produrre contenuti impersonali, privi di originalità e distanti dal tono di voce del brand. La sfida per i social media manager è quindi trovare il giusto equilibrio tra automazione e creatività, utilizzando l’intelligenza artificiale come un supporto senza perdere di vista il valore del contenuto autentico e genuino. Un altro aspetto cruciale è la formazione. Come sottolinea Lotito, la diffusione dell’intelligenza artificiale nel social media marketing impone ai professionisti del settore di sviluppare nuove competenze. “Questa sinergia tra uomo e macchina non sostituirà i professionisti del settore ma richiederà l’acquisizione di nuove competenze nell’utilizzo di questi strumenti, nella capacità di interrogare in maniera sempre più efficace, di valutare criticamente gli output e di applicare strategicamente gli insight ottenuti”, continua Maurizio Lotito.


L’uso dell’intelligenza artificiale nei social media sta trasformando il modo in cui i brand interagiscono con il pubblico. La possibilità di personalizzare i messaggi, prevedere il comportamento degli utenti e ottimizzare le campagne pubblicitarie sta ridefinendo le regole del digital marketing. Tuttavia, il successo di queste strategie dipende dalla capacità di integrare l’IA in modo intelligente, senza rinunciare all’elemento umano che rende un brand riconoscibile e apprezzato. Non ci sono dubbi sul fatto che, nel prossimo futuro, l’adozione dell’intelligenza artificiale nei social media continuerà a crescere, portando con sé nuove opportunità e sfide. Ma solo le aziende che sapranno adattarsi a questa evoluzione, investendo nella formazione e nell’integrazione consapevole delle tecnologie IA, avranno un vantaggio competitivo significativo. “Il futuro – conclude Maurizio Lotito – non sarà dominato dalle macchine, ma da professionisti capaci di utilizzarle in modo strategico per migliorare la comunicazione e l’efficacia delle strategie digitali”.

Non riuscire a staccare gli occhi: Paul Pfeiffer alla David Wallace

Non riuscire a staccare gli occhi: Paul Pfeiffer alla David WallaceBilbao, 13 mar. (askanews) – Una sala enorme, apparentemente vuota, a parte un piccolissimo schermo, e intorno, fortissimi, gli effetti sonori di uno stadio e del suo pubblico. In pochi istanti ci si rende conto che c’è un cortocircuito percettivo e si prova una strana sensazione di non sapere esattamente dove e dentro cosa ci si trova. In realtà siamo dentro il museo Guggenheim di Bilbao, che ospita una mostra di Paul Pfeiffer, artista americano che da decenni lavora sulle immagini e la loro manipolazione, andando a indagare i meccanismi di costruzione delle stesse e il modo in cui noi, il pubblico, le fruiamo. Nella grande sala bianca sentiamo un evento sportivo senza vederlo, così come vediamo lo spazio museale senza sentirlo, tutto è incerto e già da questo si percepisce che l’opera, intitolata “The Saints” e che ha altri molti elementi e livelli narrativi, sta funzionando.


Ma l’esperienza più forte e magnetica si prova entrando nella sala del Guggenheim dedicata ai film, dove è proiettato il video di Pfeiffer “Red Green Blue”, dedicato alla vita dello stadio durante una partita di football universitario. L’opera si concentra in particolare sulla banda e sulla generazione dei suoni che accompagnano il rito sportivo, ma l’occhio dell’artista è totale, così come il suo montaggio. Per questo la sensazione, fortissima è quella di trovarsi di fronte al corrispettivo visuale dei testi sullo sport, e quindi sulla società e quindi sul potere, di uno scrittore come David Foster Wallace. Sono immagini piene di intelligenza e di consapevolezza, come le frasi dell’autore, ma sono anche frammenti impazziti del sistema dello spettacolo globale, proprio nel senso di Debord, che compongono un’analisi colta, ma non giudicante, dei fenomeni mainstream e di cultura popolare. Con il risultato di non riuscire a staccare gli occhi dallo schermo, che ci offre un’esperienza che, parafrasando ancora Wallace, potremmo definire “una cosa divertente che vorrei continuare a fare”.

Dazi Usa su acciaio e alluminio, le contromisure dell’Ue

Dazi Usa su acciaio e alluminio, le contromisure dell’UeBruxelles, 12 mar. (askanews) – A partire da oggi, 12 marzo, gli Stati Uniti hanno imposto dei dazi fino al 25% sulle importazioni di acciaio, alluminio e determinati prodotti derivati (che contengono acciaio e alluminio) dall’Unione europea e da altri paesi. In risposta a questi dazi, giudicati “ingiustificati e ingiusti”, la Commissione ha lanciato stamattina una serie di contromisure per proteggere le aziende, i lavoratori e i consumatori europei dall’impatto di queste restrizioni commerciali.


Le misure statunitensi applicate da oggi consistono in quattro elementi chiave: 1) il ripristino dei dazi che erano già stati imposti dalla precedente Amministrazione Trump, nel giugno 2018, e poi ancora nel 2020, sui prodotti in acciaio (25%) e alluminio (10%) (riguardavano anche diversi tipi di prodotti semilavorati e finiti, come tubi in acciaio, fili e fogli di stagno), e che erano stati parzialmente sospesi nel 2021, sotto l’Amministrazione Biden; 2) un aumento dal 10% al 25% dei nuovi dazi sull’alluminio, rispetto a quelli del 2018; 3) una estensione dei dazi a una gamma di prodotti derivati molto più ampia, rispetto a sette anni fa, come utensili da cucina o infissi per finestre, nonché prodotti che sono realizzati solo in parte in acciaio o alluminio, come macchinari, attrezzature da palestra, alcuni elettrodomestici o mobili; 4) il Segretario al Commercio Usa, inoltre, attiverà entro il 12 maggio 2025 un sistema in base al quale si continuerà ad ampliare l’elenco dei prodotti derivati ​​da acciaio e alluminio soggetti a dazi americani aggiuntivi fino al 25%. Secondo la Commissione, i dazi statunitensi interesseranno le esportazioni dall’Ue per circa 26 miliardi di euro, ciò che corrisponde a circa il 5% delle esportazioni totali di merci europee verso gli Usa. Sulla base degli attuali flussi di importazioni, gli importatori statunitensi dovranno pagare 6 miliardi di euro in più a causa dei dazi aggiuntivi.


La risposta dell’Ue, a sua volta, consiste in due serie di contromisure con tempi di attuazione diversi: 1) la riattivazione delle misure europee di riequilibrio rispetto ai dazi americani del 2018 e del 2020, misure che erano state sospese fino al primo aprile 2025; 2) l’imposizione di un pacchetto di misure aggiuntive. Il prossimo primo aprile, le misure di riequilibrio del 2018 e del 2020 saranno automaticamente ripristinate, e per la prima volta saranno attuate per intero. I contro-dazi europei saranno applicati a prodotti che spaziano dalle imbarcazioni al bourbon alle motociclette.


Inoltre, dato che i nuovi dazi americani hanno una portata notevolmente più ampia e incidono su un valore significativamente più elevato del commercio europeo, rispetto a quelli di sette e cinque anni fa, la Commissione ha avviato oggi il processo per imporre ulteriori contromisure agli Stati Uniti. Queste nuove misure saranno mirate su altri 18 miliardi di euro circa di merci. L’obiettivo è garantire che il valore totale delle misure dell’Ue, con la riattivazione dei contro-dazi sospesi e l’introduzione delle nuove contromisure, corrisponda grossomodo all’aumento del valore del commercio interessato dai nuovi dazi statunitensi. La consultazione con le parti interessate dell’Ue durerà due settimane, e serviranno a garantire che vengano scelti i prodotti giusti da includere nelle nuove contromisure, assicurando una risposta efficace e proporzionata che riduca al minimo i problemi per le aziende e i consumatori dell’Ue. I prodotti target proposti includono un mix dai settori industriale e agricole che includono, tra l’altro, prodotti in acciaio e alluminio, prodotti tessili, pelletteria, elettrodomestici, utensili per la casa, materie plastiche, prodotti in legno, e poi pollame, carne di manzo, alcuni frutti di mare, noci, uova, latticini, zucchero e verdure.


Il 26 marzo si concluderà la consultazione delle parti interessate, e la Commissione valuterà i contributi e consoliderà la lista dei prodotti target, per poi presentare una proposta di atto esecutivo agli Stati membri sulle misure di salvaguardia. Le misure dovranno essere approvate secondo le procedure di “comitologia”, in base alle quali, in sostanza, le proposte della Commissione possono essere respinte solo da una maggioranza qualificata di Stati membri. L’entrata in vigore è prevista a metà aprile.

Pd spaccato sul riarmo Ue, ora la gestione unitaria è in bilico

Pd spaccato sul riarmo Ue, ora la gestione unitaria è in bilicoRoma, 12 mar. (askanews) – Il Pd si spacca in due al Parlamento europeo, metà delegazione non segue le indicazioni della segreteria e Elly Schlein riesce a limitare i danni solo grazie al ‘soccorso’ degli indipendenti, superando di un voto la pattuglia ‘riformista’. Il risultato è la prima vera crepa nel partito da quando è segretaria, con Schlein che viene descritta da più di un parlamentare come molto irritata con il presidente Pd Stefano Bonaccini, che ha ‘disobbedito’ alla linea ufficiale votando a favore della risoluzione sulla difesa Ue che contine anche un apprezzamento al piano di riarmo di Ursula von der Leyen. E molti dei dirigenti a lei vicini che ora invocano un “chiarimento”, mettendo anche in discussione la gestione unitaria, qualcuno arriva ad evocare un congresso anticipato per chiudere i conti con la minoranza.


Giorni di riunioni e mediazioni non sono bastati ad evitare una divisione pesante e la leader Pd, raccontano diversi europarlamentari, avrebbe contattato un po tutti – a cominciare appunto dagli ‘indipendenti’ – facendo appello ad un comportamento unitario su un voto che stava diventando una sorta di mozione di fiducia nei suoi confronti. Perché – sono convinti i dirigenti che la sostengono – il distinguo dei moderati va letto come “un’operazione politica, il clima è cambiato con l’uscita di Paolo Gentiloni…”. Il merito, insomma, c’entra poco secondo il gruppo dirigente che appoggia la segretaria, l’affondo punta dritto alla leader, per metterla in discussione almeno come possibile candidata premier alle prossime politiche, un’offensiva per screditarla come guida di un possibile governo progressista.


Marco Tarquinio, che era per il ‘no’, in qualche modo lo fa capire anche parlando alla radio: “Io mi sono astenuto. Se avessi votato no sarebbe mancato quel po’ di più che ha consentito alla delegazione Pd di avere la maggioranza pro Elly Schlein”. Appunto, una scelta politica, per proteggere la segretaria da quella “operazione” che al quartier generale molti temono. Un vero e proprio voto di fiducia. Ma la rottura “avrà delle conseguenze”, diceva poco dopo il voto un fedelissimo della segretaria alla Camera. Perché, appunto, “come si fa ora a continuare con la gestione unitaria?”, chiede un altro dirigente della maggioranza. Bonaccini, viene spiegato, “doveva garantire l’unità del partito e invece si sfila proprio mentre parte questo attacco a lei!”.


Tra i più vicini alla Schlein, raccontano, qualcuno a caldo avrebbe persino evocato l’idea giocare in contropiede: chiediamo noi il congresso anticipato. Una mossa che ha anche una logica, perché come ammette un dirigente della minoranza “se andiamo al congresso ora lei vince col 60%”. Non a caso dalla minoranza si alza sì la richiesta di un “chiarimento”, ma “non un congresso”, bensì una discussione sui temi di politica internazionale. Questione che però rilanciano anche a sinistra, figure come Andrea Orlando e Gianni Cuperlo evocano un dibattito. Di sicuro, il voto di oggi è solo l’antipasto di un problema che si ripeterà spesso d’ora in poi. Già la prossima settimana ci sarà il dibattito in Parlamento alla vigilia del Consiglio europeo e scrivere una risoluzione che tenga unito il partito richiederà un lavoro ancora più complicato del solito, dopo la spaccatura di oggi. Ma la parte più difficile sarà poi decidere come comportarsi sugli altri documenti, quelli di maggioranza e – soprattutto – quelli dei 5 stelle.

Meloni valuta partecipazione a call Starmer (e maggioranza si spacca in Ue)

Meloni valuta partecipazione a call Starmer (e maggioranza si spacca in Ue)Roma, 12 mar. (askanews) – Giorgia Meloni non ha ancora deciso se parteciperà alla video-conferenza dei “volenterosi” convocata per sabato prossimo dal primo ministro britannico Keir Starmer. La questione è legata all’agenda del summit, su cui ancora gli sherpa sono al lavoro. Se si parlerà di sicurezza e difesa europea in senso ampio – sottolineano fonti di Palazzo Chigi – la premier interverrà, se invece l’obiettivo è discutere solo dell’eventuale invio di truppe europee in Ucraina, non si collegherà. Del resto, viene ricordato, Meloni ha più volte detto di ritenere “complessa e meno efficace” questa opzione e se al summit dei vertici militari di Parigi l’Italia ha partecipato è stato solo con la qualifica di ‘osservatore’. Cosa che non è possibile quando a riunirsi sono i leader.


Del tema della difesa europea oggi ha parlato, al question time, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, sottolineando – tra le altre cose – che “il finanziamento della difesa non potrà avvenire a scapito di settori fondamentali per i cittadini, quali ad esempio la sanità e i servizi pubblici”. Una posizione su cui, assicurano le fonti, c’è “piena condivisione” con la premier. A Palazzo Chigi Meloni ha incontrato oggi il primo ministro olandere Dick Schoof. Non è invece prevista a breve una missione a Washington per incontrare Donald Trump. Secondo quanto risulta da alcune fonti, ci sarebbero stati contatti per fissare un incontro alla Casa Bianca ma al momento non si sono concretizzati. “Si sono già visti due volte, è stata l’unica leader europea all’Inauguration day. Prima o poi si vedranno, ma non c’è fretta”, assicurano dal suo entourage. Intanto la premier lavora al discorso che terrà al Senato martedì pomeriggio (alla Camera mercoledì mattina), nelle comunicazioni in vista del Consiglio europeo in programma giovedì e venerdì a Bruxelles. Nel suo intervento, Meloni toccherà i temi della competitività (che è il punto centrale del summit) ma naturalmente anche quelli di stretta attualità: l’Ucraina e la difesa europea. Argomenti delicati per la maggioranza, con la Lega e Matteo Salvini che stanno tenendo una linea nettamente diversa (e contraria) rispetto a quella dell’esecutivo. Per questo – secondo quanto si apprende – è in corso una ‘trattativa’ sulla risoluzione che sarà presentata dalla maggioranza. “Ma non c’è e non ci sarà un problema Lega”, garantiscono fonti di governo.


Le divisioni nella maggioranza sul tema dell’Ucraina e della difesa sono però state certificate oggi (ma non è una notizia), all’Europarlamento, che ha dato il via libera non vincolante alla risoluzione a favore di una difesa europea. Si sono espressi a favore tutti i deputati presenti di Fdi (22 su 24), appartenenti al gruppo dei Conservatori (Ecr), che invece si è spaccato in tre, con metà dei suoi membri favorevoli e l’altra metà contraria o astenuta. Tutti favorevoli anche gli eurodeputati italiani presenti del Ppe (otto su nove, sette di Fi e uno della Svp), mentre quelli della Lega (presenti sette su otto) hanno votato tutti contro, insieme a tutto il loro gruppo, i “Patrioti per l’Europa”. I Fratelli d’Italia si sono invece astenuti su un’altra risoluzione, relativa al sostegno all’Ucraina. “La maggioranza – viene precisato – ha sempre votato, in ogni occasione, a favore dell’Ucraina. In questo caso il testo della risoluzione aveva un’impronta politicizzata, contro gli Usa, che non è opportuna in un momento in cui è necessario lavorare per far cessare un conflitto che va avanti da troppo tempo. E del resto anche l’ipotesi di una tregua, su cui ieri è arrivato il sì di Kiev, ha influito nella valutazione. Per questo è stata decisa l’astensione, in piena coerenza con la posizione del governo e del partito”.

Daniele Novara presenta a Roma “Mollami! Educare i figli adolescenti”

Daniele Novara presenta a Roma “Mollami! Educare i figli adolescenti”Roma, 12 mar. (askanews) – L’autorevole pedagogista piacentino Daniele Novara sarà a Roma lunedì 17 marzo per presentare il suo nuovo libro “Mollami! Educare i figli adolescenti e trovare la giusta distanza per farli crescere” (edizione BUR Rizzoli).


Appuntamento alle 20.45 alla Città dell’Altra Economia (Cae) a Testaccio. A intervistarlo Gianna Fregonara, responsabile Scuola e Università del Corriere della Sera; introduce l’incontro Massimo Guidotti, direttore della scuola interculturale Celio Azzurro. “Durante l’adolescenza i figli hanno bisogno di voi come genitori, in un momento in cui devono attraversare il passaggio fra l’infanzia e l’età adulta. Vi farò conoscere una nuova collocazione del vostro ruolo genitoriale, così ragazzi e ragazze ritroveranno un affidamento per la propria vita, per le sfide enormi e affascinanti che si trovano ad affrontare”, ha promesso Novara, fondatore del Centro Psicopedagogico per la Pace e la gestione dei conflitti (CPP) e già autore di bestseller come “Litigare fa bene”.