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Picierno: Conte è inqualificabile, il M5S non è una forza progressista

Picierno: Conte è inqualificabile, il M5S non è una forza progressistaRoma, 9 apr. (askanews) – “Gli attacchi di Conte sono inqualificabili. Dovremmo ricordargli che ci sono condannati anche nelle sue file? Il suo è un atteggiamento che non è da forza progressista. Poi non so se M5s è una forza progressista, per me non lo è, visto che ha difficoltà nello scegliere fra Trump e Biden. Le forze progressiste dovrebbero assumere un impegno comune. E le primarie di Bari potevano essere proprio l’occasione comune di fare della trasparenza una questione centrale e di popolo”. Lo afferma, in un’intervista a il Domani, la vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno.

Maltempo e temporali per 48 ore, poi temperature tipiche di giugno

Maltempo e temporali per 48 ore, poi temperature tipiche di giugnoMilano, 9 apr. (askanews) – Dal caldo anomalo alla grandine (anche neve sulle Alpi), poi sarà di nuovo anticiclone africano con AprilGiugno, il mese di Aprile travestito da Giugno. Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma un periodo turbolento come spesso accade in Primavera, ma elevato all’ennesima potenza: tutti i fenomeni in arrivo nei prossimi giorni saranno esagerati, un po come il caldo del weekend appena trascorso, ma anche come quello fuori stagione atteso nel prossimo weekend, ancora con valori tipici di fine giugno.


Una fase turbolenta, anche dal punto di vista del maltempo, soprattutto al Nord dove tornerà la neve sulle Alpi: i fiocchi bianchi sono attesi nelle prossime ore a quote alte, ma dalla sera cadranno fino a circa 800-900 metri di quota sui rilievi di confine. Mediamente cadranno 15-20 cm di neve fresca su tutta la catena alpina oltre i 1.500 metri, da ovest verso est, entro la serata di mercoledì. Questo break instabile sarà associato ad un ciclone inglese in rapidissimo transito sull’Italia e diretto verso l’Algeria. Il periodo turbolento durerà 48 ore. Nel dettaglio, oggi avremo maltempo specie al Nord-Ovest, con i primi fenomeni su Valle d’Aosta, Piemonte e Liguria, poi in spostamento dal pomeriggio verso Lombardia e localmente Emilia e Toscana. Durante l’ingresso dell’aria “inglese”, molto più fresca ed instabile, potranno aver luogo temporali anche intensi ed associati a grandine: questa finestra perturbata rimarrà aperta da martedì pomeriggio a mercoledì sera, poi cambierà tutto di nuovo. Infatti, mercoledì sarà ancora molto perturbato su tutto il Nord e, al mattino, anche sul versante tirrenico fino a Napoli ed in Sardegna: insieme ai temporali avremo anche un diffuso calo termico su tutto lo Stivale di almeno 7-10°C nei valori massimi. Rientreremo per qualche ora nelle medie apriline.


Ma da giovedì, come detto, arriverà un nuovo ribaltone con il ritorno dell’anticiclone: il mercurio all’interno dei termometri impazzirà, prima su, poi giù e di nuovo su nel prossimo weekend, anche oltre i 30-32°C al Centro-Nord. Prepariamoci dunque ai primi temporali intensi simil-estivi con colpi di vento e locali grandinate; in seguito prevediamo il ritorno del caldo nordafricano e torneremo in AprilGiugno, l’estate d’Aprile. Avremo un periodo bizzarro che ci ricorderà ancora una volta che i cambiamenti climatici sono in atto: non è normale passare dai 30°C all’ombra alla neve quasi in collina, poi di nuovo alle creme solari dell’estate d’Aprile. Bizzarrie primaverili e cambiamenti climatici.

Pd, Schlein affronta le correnti e scatena malumori nel partito

Pd, Schlein affronta le correnti e scatena malumori nel partitoRoma, 8 apr. (askanews) – Prima le discussioni sulle liste per le europee, poi le storiacce pugliesi e piemontesi che hanno permesso a Giuseppe Conte di infierire sul Pd: troppo per la segretaria Elly Schlein, tanto più alla vigilia di una cruciale campagna elettorale per europee e amministrative. La leader democratica non vuole che vicende opache e discussioni interne compromettano il suo sforzo “testardamente unitario” che punta a costruire la coalizione alternativa “alla destra” e per questo – su Repubblica – mette nel mirino le correnti, rilanciando ragionamenti che già da giorni aveva consegnato a chi aveva parlato con lei. Ma l’offensiva della leader Pd scatena la reazione irritata di buona parte del partito e – come accaduto durante la segreteria sulle liste per le europee – non è solo la minoranza a farsi sentire. Perché dire “sulle liste decido io” come riporta Repubblica è qualcosa che fa saltare sulla sedia anche molti di coloro che l’hanno sostenuta.


Le discussioni sulle candidature avevano infastidito Schlein, già la scorsa settimana nei colloqui riservati si era lamentata per i nomi fatti filtrare a suo giudizio solo per finire sui giornali e creare caos, e aveva avvertito che sbagliava i calcoli chi pensava di poter condizionare in questo modo la composizione delle liste. I “caminetti” con i leader, aveva assicurato, con lei non torneranno in auge, la strada del “cambiamento” è quella che è stata scelta alle primarie e non verrà abbandonata. Un ragionamento esposto anche in pubblico a ‘Porta a porta, molto nettamente, mercoledì scorso: “Aprire il partito è un nostro obiettivo da quando sono stata eletta alla segreteria. Alle primarie ci hanno dato questo mandato perché si vuole ricucire delle fratture che in questi anni si erano prodotte perché tante persone non avevano riconosciuto più nel Pd il punto di riferimento nella costruzione di un’alternativa a sinistra”.


Ma un conto è “aprire” il partito alla società civile, altra cosa – come temono in tanti – è considerare il ‘vecchio Pd’ una sorta di ‘bad company’ da rifondare completamente attingendo all’esterno. Tanto più se l’affondo contro le correnti viene associato alla presunta compravendita di voti in Puglia e alla vicenda piemontese. “Le correnti non c’entrano niente”, dice un esponente della sinistra che sostiene la segreteria. “E’ un’analisi sbagliata”. Giudizio condiviso anche dalla minoranza, che in più contesta un atteggiamento troppo arrendevole di fronte ai colpi bassi di Giuseppe Conte. “Leggere di Conte che ingiunge a Elly Schlein di ‘trasformare il Pd’ – pena ‘lasciarsi trasformare dal vecchio Pd’- mi fa davvero arrabbiare. Come si permette? Il Pd è fatto da migliaia di donne e uomini per bene. Un partito con un minimo di spina dorsale non dovrebbe consentire a nessuno di parlare così”. Una delle voci più nette è quella di Pina Picierno, vice-presidente del Parlamento europeo, che con la composizione delle liste che si va delineando vede a rischio la propria rielezione: “Tutto serve, tranne che usare la questione morale come una clava per dire ‘ok, ora comando io’. Tutto serve tranne che usare questo casino per rinchiudersi nella torre d’avorio della propria superiorità morale per poi decidere in solitudine”. Stefano Bonaccini rimane molto prudente, troppo secondo molti della sua area, e si limita a dire: “Il Pd deve tenere la schiena dritta e la testa alta”. E sulle candidature aggiunge: “Non posso non essere d’accordo con Elly Schlein quando dice che non devono essere le correnti a decidere. L’importante è che decidiamo insieme proprio per la pluralità di cui il Partito democratico ha bisogno”.


Ma anche Gianni Cuperlo, che pur non essendo parte della maggioranza è collocato a sinistra del Pd, non intende accettare “lezioni di moralità dal Movimento 5 stelle” e considera sbagliato “additare aree culturali e correnti come la fonte di ogni regressione etica”. Tanto più che, aggiunge, il problema sono semmai i “notabilati locali e nazionali capaci di transitare da una stagione alla successiva senza un battito di ciglia”. Pensieri che sono abbastanza simili a quelli che si ascoltano in buona parte della stessa sinistra Pd. Se la rivolta ‘anti-Conte della minoranza non è condivisa dalla sinistra che sostiene la segretaria (“Con Conte siamo alleati nel 70% dei Comuni, e dobbiamo esserlo”), è però vero che il timore di un Pd via via affidato solo agli esterni non piace troppo, non è vista di buon occhio l’idea di ‘appaltare quasi esclusivamente a candidati della società civile la rappresentanza alle idee più progressiste. In questo caso, però, Schlein sembra accogliere le preoccupazioni con la richiesta ad Andrea Orlando di candidarsi nel nord-ovest. E, comunque, “il ragionamento sulle correnti non c’entra niente con quello che è successo in Puglia e in Piemonte”.


Di certo il clima è teso e la leader Pd avrà molto da fare nei prossimi giorni per preparare la direzione che – tra il 15 e il 20 aprile – dovrà dare il via libera alle liste. Anche perché, come ricorda un parlamentare della minoranza “le liste le vota la direzione”. Un modo per sottolineare che le prove di forza possono funzionare fino a un certo punto. Ma già ora, sottolinea un deputato della sinistra, “possiamo dire che la segreteria un risultato lo raggiungerà: adesso a Bruxelles gli eletti sono in larga maggioranza esponenti dell’area Bonaccini. Dopo il 10 giugno non sarà più così”.

Scontro su par condicio, opposizione protesta: modifiche inammissibili

Scontro su par condicio, opposizione protesta: modifiche inammissibiliRoma, 8 apr. (askanews) – Per l’opposizione è un tentativo di governo e maggioranza di occupare l’informazione Rai in vista delle Europee, per la maggioranza è invece l’opposizione che vuole “imbavagliare” gli esponenti del governo, limitandone l’esposizione tv alle più strette esigenze informative sull’attività istituzionale. La delibera sulla par condicio che da martedì sarà in votazione in Commissione di Vigilanza Rai costituisce un ulteriore terreno di scontro, con qualche sfumatura anche all’interno degli schieramenti.


A firmare gli emendamenti di maggioranza, i commissari di FdI, Lega e Noi MOderati: l’obiettivo è depotenziare la delibera proposta dall’Agcom e consentire una maggiore presenza tv dei membri del governo. Tema su cui la maggioranza è compatta, con anche Forza Italia a favore di un ammorbidimento del testo. Più dubbiosi invece gli azzurri sulla possibilità di sfumare il testo dell’Agcom sul punto che investe la ponderazione dei tempi per fascia oraria e per ascolti, oggetto di emendamenti da parte in particolare di Fratelli d’Italia, con gli azzurri che potrebbero non sostenere l’emendamento Filini. “Occorre trovare una situazione equilibrata. Dobbiamo evitare forzature con interpretazioni non realistiche. Domani ne parleremo in Commissione”, spiega il capogruppo azzurro in Senato Maurizio Gasparri. Sempre che poi gli emendamenti vengano messi ai voti. Per le opposizioni, unite, “il contenuto del pacchetto di modifiche alla delibera sulla par condicio proposto da Palazzo Chigi per mano dei deputati di Fdi è irricevibile perché distorce il senso stesso della par condicio a uso e consumo di Giorgia Meloni e della sua maggioranza La maggioranza vuole generare una bolla nel sistema dell’informazione dove poter mascherare come istituzionali le posizioni politiche degli esponenti di governo. È una proposta inaccettabile, un modo subdolo per ribaltare le normali regole democratiche e creare un forte sbilanciamento a favore dei partiti di governo. Invece di perdere tempo a cercare modi per dribblare le regole e irreggimentare l’informazione, il governo si attenga alla legge e non faccia proposte illiberali”, dicono tutti i capogruppo di opposizione in una nota congiunta.


Nota in cui è insita la richiesta alla presidente della Vigilanza, la Cinque Stelle Barbara Floridia, di non ammettere al voto gli emendamenti, dichiarandone l’inamissibilità: ovviamente non per estraneità di materia, ma perchè in contrasto con la legge da cui la delibera discende. Lettura che invece dalla maggioranza respingono nettamente: “Se Floridia prendesse una decisione in tal senso, sarebbe davvero una forzatura sgradevole”, dicono fonti parlamentari di centrodestra. “È anche relatrice del provvedimento, non abusi del suo ruolo”. Il presidente del M5s Giuseppe Conte promette invece che “faremo di tutto, dentro e fuori la commissione di Vigilanza, per impedire al Governo e alla maggioranza di mettere in atto questo atto di insensibile arroganza”. La decisione della presidente-relatrice è attesa per martedì: la prima convocazione della Vigilanza è per l’ora di pranzo, si procederà con le illustrazioni dei vari emendamenti. Al termine la presidente comunicherà la decisione sull’ammissibilità degli emendamenti, presumibilmente nella seduta delle 20. Ma già adesso dal suo entourage precisano: “È in corso una valutazione tecnica da parte degli uffici, la presidente eserciterà il suo ruolo con la consueta correttezza”.

Proteste contro la Nato, a Napoli momenti tensione tra polizia e manifestanti

Proteste contro la Nato, a Napoli momenti tensione tra polizia e manifestantiNapoli, 8 apr. (askanews) – A Napoli momenti di tensione tra la polizia e un gruppo di attivisti che ha manifestato in via Toledo contro il concerto per i 75 anni della fondazione della Nato nel teatro San Carlo. Un cordone delle forze dell’ordine ha fermato i manifestanti all’ingresso di piazza Trieste e Trento. Gli agenti, in assetto anti sommossa, hanno bloccato i giovani anche con l’uso di manganelli. Aria irrespirabile anche per l’accensione di fumogeni.


(foto archivio) 

Tvboy “invade” Parigi, prima mostra itinerante dello street artist

Tvboy “invade” Parigi, prima mostra itinerante dello street artistParigi, 8 apr. (askanews) – Il 3 aprile scorso il Cupra City Garage, nel cuore del quartiere Opéra a Parigi, ha aperto le porte alla prima mostra temporanea dello street artist Tvboy, il Banksy italiano. Un’esposizione gratuita che sarà accessibile fino al 22 aprile, per poi continuare con diverse tappe nelle maggiori città europee.


Per l’occasione, l’artista ha anche disseminato di alcune delle sue opere provocatorie per le vie della Ville Lumière. Ospite della serata inaugurale, il pastry chef Jeffrey Cagnes che ha preparato una torta esclusiva, poi “personalizzata” da Tvboy con stencil e spray.


“L’inaugurazione della mia prima mostra in Francia, a Parigi, è stata una vera e propria esperienza emozionale per me – ha commentato lo street artist italiano – per la prima volta ho avuto l’opportunità di collaborare con uno chef per creare un’opera comune”. Salvatore Benintende, in arte Tvboy,è uno dei maggiori esponenti dell’urban pop art contemporanea nonché sostenitore della democratizzazione dell’arte. Le sue opere, realizzate sui muri delle città, sono espressione di uno spirito ribelle e anticonvenzionale, e della volontà di risvegliare le coscienze di chiunque ammiri i suoi lavori. Nel corso degli anni, è diventato una figura rinomata della Pop Art e della Street Art, guadagnandosi il soprannome di “Banksy italiano” per il suo impatto e riconoscimento a livello mondiale.

Documento di economia e finanza, verso conferma deficit 2024 a 4,3%. Debito poco sotto 138%

Documento di economia e finanza, verso conferma deficit 2024 a 4,3%. Debito poco sotto 138%Roma, 8 apr. (askanews) – Un Documento di economia e finanza ‘asciutto’ quello che il governo si appresta a varare domani, l’ultimo nell’attuale versione prima dell’entrata in vigore della nuova governance europea. In attesa della definizione da parte delle istituzioni europee del nuovo Patto di stabilità e relativi documenti programmatici, il Def quest’anno si limiterà al quadro tendenziale che sarà molto simile a quello della Nadef del settembre 2023.


“Noi vogliamo rispettare esattamente gli obiettivi della Nadef che abbiamo presentato lo scorso autunno. È una questione di credibilità. Se c’è qualcosa da correggere la correggeremo, ma sostanzialmente siamo in linea”, sono le parole del ministro dell’economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, a margine della seconda edizione Selecting Italy a Trieste. Le bozze che circolano tra il Mef e la Presidenza del Consiglio, passibili di variazioni fino all’ultimo momento utile, riportano una crescita del Pil per l’anno in corso all’1%, un po’ al di sotto dell’1,2% previsto nella Nadef, mentre per il 2025 il prodotto interno, a legislazione vigente, è stimato crescere dell’1,2% (contro l’1,4% della Nadef) per poi scendere nel 2026 all’1,1% (la Nadef stimava l’1%).


Quanto ai dati di finanza pubblica, il rapporto deficit/pil nel 2024 dovrebbe essere confermato al 4,3%, lo stesso livello del quadro programmatico della Nadef. Per il 2025 invece l’asticella dovrebbe essere al 3,7% contro il 3,6% della Nadef e per il 2026 al 3% (invece del 2,9%). Questo dovrebbe essere l’andamento senza considerare interventi come la proroga del taglio del cuneo fiscale e dell’irpef a tre aliquote. Non è escluso, e questa è la riflessione in corso in queste ore al Mef e alla Presidenza del Consiglio, che nella tabella delle cosiddette ‘politiche invariate’ possano essere considerate anche questi due interventi, oltre alle missioni internazionali di pace, alle risorse per i contratti pubblici e alle altre misure, per un totale di circa 20 miliardi per il prossimo anno, per i quali va trovata la copertura.


Anche il debito dovrebbe mantenersi nell’anno in corso ad un livello vicino a quello del 2023 quando è stato al 137,3%. Sulla base delle ultime valutazioni, nel 2024 dovrebbe attestarsi intorno al 138% e forse leggermente al di sotto. Le ripercussioni del superbonus sulla finanza pubblica sembrano sotto controllo, anche dopo l’ultimo decreto all’esame del Parlamento che, oltre ad aver ristretto ancora gli ambiti applicativi, ha eliminato la remissione in bonis che esponeva a possibili ‘imprevisti’.


In questo quadro, la correzione dello 0,5% strutturale l’anno, che dovrebbe essere richiesta dalla Commissione europea a seguito della procedura per deficit eccessivo, che Giorgetti dà per scontata, dovrebbe già essere sostanzialmente inglobata. Resta la grande incognita delle risorse per assicurare anche nel 2025 il taglio del cuneo fiscale e l’irpef a tre aliquote, evitando così l’aumento delle tasse. Il governo prende tempo, evita che il dibattito possa in qualche modo interferire con le elezioni europee di giugno e confida che la nuova Commissione possa essere comprensiva. Il Piano fiscale strutturale di medio termine previsto dalla nuova governance, che in via transitoria sarà presentato entro il 20 settembre, con la ‘traiettoria di riferimento’ della spesa primaria, dovrebbe sciogliere il nodo.

Def, verso conferma deficit 2024 a 4,3%, debito poco sotto 138%

Def, verso conferma deficit 2024 a 4,3%, debito poco sotto 138%Roma, 8 apr. (askanews) – Un Documento di economia e finanza ‘asciutto’ quello che il governo si appresta a varare domani, l’ultimo nell’attuale versione prima dell’entrata in vigore della nuova governance europea. In attesa della definizione da parte delle istituzioni europee del nuovo Patto di stabilità e relativi documenti programmatici, il Def quest’anno si limiterà al quadro tendenziale che sarà molto simile a quello della Nadef del settembre 2023.


“Noi vogliamo rispettare esattamente gli obiettivi della Nadef che abbiamo presentato lo scorso autunno. È una questione di credibilità. Se c’è qualcosa da correggere la correggeremo, ma sostanzialmente siamo in linea”, sono le parole del ministro dell’economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, a margine della seconda edizione Selecting Italy a Trieste. Le bozze che circolano tra il Mef e la Presidenza del Consiglio, passibili di variazioni fino all’ultimo momento utile, riportano una crescita del Pil per l’anno in corso all’1%, un po’ al di sotto dell’1,2% previsto nella Nadef, mentre per il 2025 il prodotto interno, a legislazione vigente, è stimato crescere dell’1,2% (contro l’1,4% della Nadef) per poi scendere nel 2026 all’1,1% (la Nadef stimava l’1%).


Quanto ai dati di finanza pubblica, il rapporto deficit/pil nel 2024 dovrebbe essere confermato al 4,3%, lo stesso livello del quadro programmatico della Nadef. Per il 2025 invece l’asticella dovrebbe essere al 3,7% contro il 3,6% della Nadef e per il 2026 al 3% (invece del 2,9%). Questo dovrebbe essere l’andamento senza considerare interventi come la proroga del taglio del cuneo fiscale e dell’irpef a tre aliquote. Non è escluso, e questa è la riflessione in corso in queste ore al Mef e alla Presidenza del Consiglio, che nella tabella delle cosiddette ‘politiche invariate’ possano essere considerate anche questi due interventi, oltre alle missioni internazionali di pace, alle risorse per i contratti pubblici e alle altre misure, per un totale di circa 20 miliardi per il prossimo anno, per i quali va trovata la copertura.


Anche il debito dovrebbe mantenersi nell’anno in corso ad un livello vicino a quello del 2023 quando è stato al 137,3%. Sulla base delle ultime valutazioni, nel 2024 dovrebbe attestarsi intorno al 138% e forse leggermente al di sotto. Le ripercussioni del superbonus sulla finanza pubblica sembrano sotto controllo, anche dopo l’ultimo decreto all’esame del Parlamento che, oltre ad aver ristretto ancora gli ambiti applicativi, ha eliminato la remissione in bonis che esponeva a possibili ‘imprevisti’.


In questo quadro, la correzione dello 0,5% strutturale l’anno, che dovrebbe essere richiesta dalla Commissione europea a seguito della procedura per deficit eccessivo, che Giorgetti dà per scontata, dovrebbe già essere sostanzialmente inglobata. Resta la grande incognita delle risorse per assicurare anche nel 2025 il taglio del cuneo fiscale e l’irpef a tre aliquote, evitando così l’aumento delle tasse. Il governo prende tempo, evita che il dibattito possa in qualche modo interferire con le elezioni europee di giugno e confida che la nuova Commissione possa essere comprensiva. Il Piano fiscale strutturale di medio termine previsto dalla nuova governance, che in via transitoria sarà presentato entro il 20 settembre, con la ‘traiettoria di riferimento’ della spesa primaria, dovrebbe sciogliere il nodo.

Attacco droni centrale Zaporizhzhia, Isin: non compromessa sicurezza sito

Attacco droni centrale Zaporizhzhia, Isin: non compromessa sicurezza sitoRoma, 8 apr. (askanews) – Una nube radioattiva rilasciata dagli impianti di Zaporizhzhia rimarrebbe circoscritta al territorio ucraino, lambendo la linea di confine con la Federazione Russa. Questo quanto emerge dagli strumenti di analisi previsionale in dotazione dell’Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare (ISIN), che sta valutando l’evoluzione di ipotetici rilasci di sostanze radioattive sulla base dei venti prevalenti.


A seguito dell’attacco di droni alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, annunciato ieri dal DG della IAEA Rafael Mariano Grossi, l’Ispettorato, in linea con il proprio mandato, sta infatti monitorando la situazione presso il sito ucraino. Secondo le ultime simulazioni, condotte con il sistema Aries del Centro Emergenze di ISIN, un’eventuale nube di radioattività si sposterebbe, nelle prime 24 ore dal rilascio ipotizzato alle ore 12 di oggi, in direzione ovest investendo le regioni ucraine di Zaporizhzhia, Kherson, Mykolaiv, Odessa (parzialmente) e Kirovohrad. Successivamente, la nube virerebbe repentinamente verso nord, nord-est interessando le regioni ucraine di Poltava, Dnipropetrovsk, Kharkiv e, molto marginalmente, Sumy (in allegato una delle simulazioni effettuate). Per quanto riguarda la sicurezza della centrale nucleare di Zaporizhzhia, la IAEA rende noto che, dopo aver ricevuto informazioni sugli attacchi dei droni, gli esperti dell’Agenzia presenti sul posto hanno preso visione dell’impatto fisico delle detonazioni: in uno dei sei edifici reattore sono state prese di mira le apparecchiature di sorveglianza e comunicazione e una detonazione ha interessato, in particolare, l’Unità 6. Al momento non vi sono indicazioni di danni alla sicurezza nucleare del sito. Anche se finora non è stato osservato alcun danno strutturale a sistemi, strutture e componenti importanti per la sicurezza nucleare o l’incolumità dell’impianto, gli esperti della IAEA riferiscono di aver individuato danni superficiali sulla parte superiore del tetto della cupola del reattore dell’Unità 6 nonchè rigature su una parete di cemento che fa da sostegno ai serbatoi di stoccaggio dell’acqua primaria di reintegro.


L’Ispettorato sta monitorando h.24 la situazione radiologica sul territorio nazionale, anche grazie alle stazioni di monitoraggio ad alto volume, in grado di rilevare la presenza di radioattività in tracce. In particolare, ad oggi la Stazione di Sgonico (TS) che copre il versante nord-est del confine nazionale non ha rilevato alcuna variazione dei normali livelli di radioattività ambientale. In costante contatto con il Dipartimento della Protezione Civile, l’ISIN si avvale inoltre dei circuiti internazionali di emergenza per ottenere informazioni aggiornate tempestivamente.

Arrestato a Roma un latitante considerato affiliato all’Isis

Arrestato a Roma un latitante considerato affiliato all’IsisRoma, 8 apr. (askanews) – La Polizia di Stato ha arrestato un uomo S. I., classe 1992, cittadino del Tagikistan, colpito da un mandato di arresto internazionale a fini estradizionali “per essersi arruolato nelle fila dello stato islamico ed essere andato in Siria a combattere nel 20142. L’uomo risulta essere un membro attivo dell’organizzazione terroristica denominata ISIS.


Il cittadino tagiko, latitante e caratterizzato da numerosi alias con nazionalità e date di nascita diverse, -in particolare degli stati Uzbekistan, Kirghizistan e Ukraina – è atterrato all’aeroporto di Fiumicino con volo proveniente da Eindhoven (Paesi Bassi) alle ore 11.45 di questa mattina. L’operazione, svolta dalla DIGOS con il coordinamento della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione e il contributo della Polizia di Frontiera di Fiumicino, si inquadra in un più ampio scenario di attività preventive a largo raggio poste in essere dalla Polizia di Stato e dalla DIGOS di Roma in particolare, anche in considerazione della estrema delicatezza dell’attuale scenario internazionale.