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Pasqua e Pasquetta tra acquazzoni e quasi estate

Pasqua e Pasquetta tra acquazzoni e quasi estateRoma, 30 mar. (askanews) – La beffa del primo aprile, il pesce d’aprile che promette sole per tutti, ma dal giorno dopo… Mattia Gussoni, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma la previsione emessa negli ultimi giorni di un’Italia spaccata in due durante le festività pasquali ma in tendenza vede un generale miglioramento da martedì prossimo. Come dire, lo scherzetto del primo aprile con piogge durante le feste e il bel tempo che torna anche al Nord quando riaprono le scuole e si torna a lavorare.


In sintesi, vivremo 2-3 giorni di Scirocco con forti fenomeni al Nord, momenti di instabilità al Centro e vento forte. Poi da martedì rivedremo il sole ovunque. Le prossime ore saranno caratterizzate da un peggioramento verso Piemonte, Valle d’Aosta e Lombardia con tantissima neve dal pomeriggio oltre i 1600-1800 metri sulle Alpi occidentali; al Centro il tempo sarà velato ma con ampie schiarite sul Lazio e sul versante adriatico; al Sud inizierà una fase quasi estiva con le temperature che saliranno oltre i 25°C e poi ancor più su.


La Pasqua è prevista instabile al mattino tra Nord e Toscana, con un peggioramento dal pomeriggio ad iniziare dal Piemonte verso est: tra il pomeriggio e la sera avremo acquazzoni sparsi al settentrione e tra Toscana, nord Umbria e nord Marche. A sud di una linea immaginaria Livorno-Ancona il tempo dovrebbe essere asciutto e decisamente soleggiato soprattutto sulle regioni meridionali. Le temperature si porteranno 10 gradi oltre le medie del periodo e supereranno i 30°C tra Sicilia, Calabria e Puglia. Lo Scirocco sarà ancora intenso e creerà disagi in mare sui bacini più esposti a questo vento. La Pasquetta potrebbe regalare delle sorprese: al mattino sono previsti rovesci al Nord e parte del Centro (Toscana in primis), poi dal pomeriggio, a guastare l’eventuale picnic, potrebbero arrivare degli scrosci anche sul resto del Centro: sul settore nordoccidentale la Pasquetta potrebbe invece risultare anche soleggiata. Al Sud continuerà la quasi Estate, o la piena Estate in anticipo, seppur con temperature in leggero calo.


Infine, in un modo un po’ dispettoso il tempo tornerà sereno anche al Nord da martedì con la fine della Sciroccata e il ritorno dell’Anticiclone delle Azzorre verso l’Italia.

Per Via Crucis Papa ricorda umanità dolente tra guerre e ingiustizie

Per Via Crucis Papa ricorda umanità dolente tra guerre e ingiustizieCittà del Vaticano, 29 mar. (askanews) – I drammi dell’umanità, vecchi e nuovi, tra guerre, sofferenze e solitudini ma anche tra chi punta il dito e condanna senza appello, semmai avvalendosi di nuovi strumenti come le tastiere di un computer: gli “odiatori” via web. Ed a tutto questo che, anche nel 2024, si contrappone il messaggio del Cristo e la sua parabola umana, verso il Golgota e l’orrore di una croce, passaggio obbligato per la gioia esplosiva di una Risurrezione. E’ la millenaria parabola cristiana, fatta di sofferenza ma anche di nuova vita, descritta quest’anno – per la prima volta – dalla sensibilità di Jorge Mario Bergoglio attraverso i suoi commenti alla rievocazione della “Via Dolorosa” che, come tradizione, si è svolta nell’Anfiteatro Flavio di Roma nella notte più tragica per i cristiani, quella del Venerdì Santo. Un rito antichissimo che anche quest’anno, però, non ha visto la partecipazione diretta del Pontefice che, all’ultimo momento, non si è recato, come era previsto inizialmente, al Colosseo. E’ stata una nota del Vaticano a spiegare, infatti, che “per conservare la salute in vista della Veglia di domani e della Santa Messa della domenica di Pasqua, questa sera Papa Francesco seguirà la Via Crucis al Colosseo da Casa Santa Marta”. Francesco, conscio delle sue fragilità fisiche, ha dovuto, quindi, disertare per la seconda volta l’appuntamento al Colosseo, tradizionale momento di preghiera e riflessione del Triduo Pasquale, malgrado le migliaia di fedeli che lo aspettavano. Una presenza la sua, non fisica ma certamente spirituale, visto che quest’anno, per la prima volta, ha voluto scrivere di suo pugno le riflessioni e le preghiere che hanno accompagnato i fedeli di tutto il mondo nelle quattordici tappe della tragitto di Cristo fino al Golgota.


Riflessioni, quelle del pontefice, che hanno ripercorso i drammi di Cristo intrecciandoli a quelli dell’uomo e dell’umanità intera. Da quelli più collettivi, come guerre, ingiustizie e violenze che attraversano il mondo, fino alle più personali ed intime come la spinta inesauribile all’odio, che si esplica anche in forme nuove come l’utilizzo malato di uno strumento quale il computer, all’abbandono di anziani e più deboli, fino alla mai superata “questione femminile”, con le donne vittime di una società che, come minimo, le emargina. Francesco nella Sesta “Statio” dedicata a Gesù che “riceve conforto dalla Veronica che gli asciuga il volto”, ha voluto sottolineare come nel mondo d’oggi esistono nuovi e sofisticati metodi per procedere alle “esecuzioni”. E tra loro c’è anche quello che passa attraverso la tastiera di un computer. “Gesù, tanti seguono il barbaro spettacolo della tua esecuzione e, senza conoscerti e senza conoscere la verità, emettono giudizi e condanne, gettando su di te infamia e disprezzo. Accade anche oggi, Signore, e non serve nemmeno un macabro corteo: basta una tastiera per insultare e pubblicare sentenze”, ha, infatti, scritto Francesco nelle sue riflessioni. Da qui la sua considerazione: “mentre tanti urlano e giudicano, una donna si fa strada in mezzo alla folla. Non parla: agisce. Non inveisce: s’impietosisce. Va controcorrente: sola, con il coraggio della compassione, rischia per amore, trova il modo di passare tra i soldati solo per darti sul volto il conforto di una carezza. Il suo gesto passerà alla storia ed è un gesto di consolazione”. Poi, come ha fatto instancabilmente in tutti questi mesi, una condanna per le guerre che insanguinano il mondo. Non bisogna mai smettere di piangere per le tragedie che attraversano il mondo e per la “follia della guerra” che lo investe sempre più, haaffermato, infatti, il Papa nel testo della Via Dolorosa, per poi domandare: “la mia preghiera sa piangere? Mi commuovo davanti a te, crocifisso per me, davanti al tuo amore mite e ferito? Piango le mie falsità e la mia incostanza? Di fronte alle tragedie del mondo il mio cuore è di ghiaccio o si scioglie?”. Ed ancora: “Come reagisco alla follia della guerra, a volti di bimbi che non sanno più sorridere, a madri che li vedono denutriti e affamati e non hanno più lacrime da versare?”.


“Tu, Gesù, – ha proseguito Francesco nella sua preghiera per il Venerdì santo – hai pianto su Gerusalemme, hai pianto sulla durezza del nostro cuore. Scuotimi dentro, dammi la grazia di piangere pregando e di pregare piangendo”. Una esortazione che non ha dimenticato di citare altre situazioni a lui evidentemente molto a cuore come quelle delle vite non accolte e rifiutate in ogni stadio dell’esistenza umana. “Gesù, – ha infatti detto – fà che ti riconosca e ti ami: Nei bimbi non nati e in quelli abbandonati. In tanti giovani, in attesa di chi ascolti il loro grido di dolore. Nei troppi anziani scartati. Nei detenuti e in chi è solo. Nei popoli più sfruttati e dimenticati”. Infine, un pensiero il Papa lo ha voluto dedicare alle donne, spesso ancora ai margini delle nostre società. “Gesù, chi ti segue fino alla fine lungo la via della croce? Non i potenti, che ti aspettano sul Calvario, non gli spettatori che stanno lontano, ma le persone semplici, grandi ai tuoi occhi e piccole a quelli del mondo. Sono le donne, a cui hai dato speranza: non hanno voce ma si fanno sentire. Aiutaci a riconoscere la grandezza delle donne, loro che a Pasqua sono state fedeli e vicine a te, ma che ancora oggi vengono scartate, subendo oltraggi e violenze”. Un riferimento alla situazione femminile che le riflessioni di Papa Bergoglio ha voluto intrecciare nell’Ottava Stazione della Via Crucis, quella che di Gesù che incontra le donne di Gerusalemme trascinato verso il Calvario. “Gesù, – è stata la preghiera e la riflessione di Papa Francesco – le donne che incontri si battono il petto e fanno lamenti su di te. Non si piangono addosso, ma piangono per te, piangono sul male e sul peccato del mondo”.

Continuare a farci male: la grandezza di Anselm Kiefer

Continuare a farci male: la grandezza di Anselm KieferFirenze, 29 mar. (askanews) – È indubbio che un parte del fascino sia dovuta al nome dell’artista, un nome che evoca la Storia con la maiuscola, il potere dell’arte, una grandezza sconfinata. Evoca anche celebrità, in senso culturale certo, ruvida, scontrosa, ma celebrità. La mostra di Anselm Kiefer a Palazzo Strozzi a Firenze forse arriva al pubblico partendo da qui, dall’aura e dalla possanza del suo protagonista, storicizzato in vita come pochi altri. Ma fermarsi a questo livello, che se volete potrebbe essere il livello del grande dipinto posto nel cortile del palazzo – cosa assolutamente meritoria per l’idea di spazio pubblico e fruizione libera, sia chiaro -, limitarsi a questo sarebbe un errore, perché la mostra, poi, riesce in molti modi a superare il Nome e a lasciare che lo spazio sia interamente occupato dall’arte, dalla forza che anima la figura, paradigmatica quanto volete, di Anselm Kiefer.


L’esposizione, curata dal direttore di Palazzo Strozzi, Arturo Galansino, si intitola “Angeli caduti” e l’ingresso non potrebbe essere più potente: c’è l’enorme ala di un aereo che esce dal dipinto dedicato a Lucifero, il più bello dei ribelli celesti, e questa ala, a chiunque appartenga, è un colpo che ci trascina dentro il senso della storia, dentro la sua e nostra tragedia, dentro una scala di grandezze che sono ulteriori. Sono i bombardieri nucleari che non atterrano mai, sono le guerre dal cielo, sono forse semplicemente la metafora esplicita della potenza terribile di un angelo, “Michele”, è scritto in ebraico, sotto l’ala. Poi due grandi opere dorate dedicate a Eliogabalo e il primo dei giganteschi girasoli, che testimoniano il ciclo della vita, ma anche dell’arte. Non servono troppe speculazioni, qui è la pittura a farla da padrona, così tanto da far dimenticare il brutto pavimento della sala, che è illuminata dalla luce dei dipinti, come se fossero una sorta di scenografia per il museo stesso. Se le opere dedicate ai filosofi sono meno travolgenti, poi la mostra si rimette subito in moto, con le sculture e i libri e la parola e l’architettura. Ancora una volta l’uso dell’oro è decisivo, perché cita il Trecento, ma lo fa “alla Kiefer”, e quindi in modo attualizzato. La scrittura inonda la sala, sotto forma di segni, indicazioni, tracce che sono macerie di mitologie, come quella di Danae, ma anche di storia dell’arte, e non si può non pensare a Beuys, al suo corpo, ai suoi materiali. Letteratura che si manifesta ancora, sotto forma di uno specchio borgesiano che crea una voragine nella sala della rocambolesca quadreria sulla dissoluzione, uno specchio che letteralmente fa precipitare in un’altra dimensione, quasi fosse un enorme Aleph che contiene tutto il Mondo (e se tutto è dentro, fuori resta il nulla, la scomparsa, anche di questo ci parla l’artista).


A questo punto la mostra ha funzionato, ci ha scombussolato e commosso. Ci sono ancora le spose, ci sono altri girasoli, ci sono continui rimandi alla consapevolezza di Kiefer come artista e come essere umano. Ma Galansino ha la brillantezza per giocare ancora con il suo visitatore, consegnandoci un’ultima sala che in un certo senso finge di demolire tutta la mitologia dell’artista che abbiamo costruito fino a quel momento, passo dopo passo. Tutta la meraviglia che abbiamo accumulato sembra di colpo rimbalzare sopra le superfici piombate delle fotografie di fine anni Sessanta che ritraggono un più giovane Kiefer vestito con la divisa della Wehrmacht che apparteneva al padre nell’atto di fare il saluto nazista in diversi luoghi d’Europa. Anche sapendo che sono azioni che avevano l’esplicito scopo di far riflettere sul tema dell’identità e sulla notte più cupa, che è sempre pronta a entrare nelle nostre vite, quelle fotografie toccano, smuovono, confondono. E ci dicono che l’arte è importante quando non è un santino o un talismano e neppure una valutazione stratosferica da Christie’s. L’arte è importate se continua (anche) a farci male. (Leonardo Merlini)

Tv, la docuserie “Il giovane Berlusconi” dall’11 aprile su Netflix

Tv, la docuserie “Il giovane Berlusconi” dall’11 aprile su NetflixRoma, 29 mar. (askanews) – Un dietro le quinte dell’impresa culturale che ha cambiato il costume e i consumi di intere generazioni, prima in Italia e poi in tutta Europa, la tv commerciale: “Il giovane Berlusconi” arriva in streaming dall’11 aprile, in Italia su Netflix e a seguire in molti altri paesi partendo da Francia, Germania e Austria dove verrà trasmesso da ZDF Arte e ORF.


La docuserie – per la regia di Simone Manetti – è una produzione BandB Film in coproduzione con la società di produzione tedesca Gebreuder Beetz Filmproduktion e con l’emittente franco tedesca ZDF Arte, co-finanziata dalla Regione Lazio (Lazio Cinema International), dal programma Media di Europa Creativa, realizzata anche grazie al Tax Credit del MiC. La docuserie – composta da tre episodi – tratta del successo di Silvio Berlusconi dai suoi esordi come imprenditore all’invenzione della televisione commerciale alla metà degli anni ’70 fino alle elezioni politiche del ’94. Figlio del boom economico dei primi anni ’60, Silvio Berlusconi si lancia, come molti in quegli anni, nel business dell’edilizia. Realizza Milano 2, una new town avveniristica immersa nel verde, dove per evitare la selva delle antenne sui tetti, si progetta, per la prima volta in Italia, la cablatura di tutta la cittadina con il cavo coassiale. Ed è così che, nel 1974, in un sottoscala nasce una televisione al servizio dei residenti che possono seguire la messa, le riunioni di condominio, le attività sportive dei propri figli e la pubblicità del negoziante sotto casa. Nessuno avrebbe immaginato che da lì a poco la televisione condominiale di TeleMilanoCavo si sarebbe trasformata in uno dei più grandi gruppi televisivi privati europei.


La situazione delle emittenti private a metà degli anni ’70 è paragonabile a un “mucchio selvaggio” e Berlusconi fiuta l’affare: la televisione privata è il business del futuro. Vuole dei programmi vivaci, colorati, ma al tempo stesso rassicuranti, e la pubblicità deve esserne l’anima. Il monopolio della Rai viene aggirato dal cosiddetto “pizzone” di Berlusconi, un nastro registrato con programmi e pubblicità che viene consegnato a tutte le emittenti, sparse lungo il territorio nazionale, affiliate con Canale5, che ha ormai sostituito TeleMilano. Con questo escamotage rudimentale quanto geniale, una piccola televisione locale di Milano riesce a far sentire la sua voce in tutta Italia e a vendere tanta, tantissima, pubblicità. E così, durante la coda sanguinosa degli anni di piombo Berlusconi fa sognare i telespettatori, raccontando un’Italia che ancora non esiste, ma che si paleserà da lì a poco. Intere generazioni crescono davanti ai teleschermi del gruppo Fininvest, che mandano in onda telequiz, soap opera, telefilm americani, cartoni animati giapponesi, calcio, programmi comici. Berlusconi parla al consumatore e agli inserzionisti, mentre la tv di Stato si rivolge al cittadino: da questo momento i confini tra i due mondi si faranno più labili, la comunicazione berlusconiana plasma un pubblico nuovo, che presto diventerà elettorato. E non si ferma: per tutti gli anni ’80 l’impero di Berlusconi cresce così a dismisura, inglobando, oltre alle televisioni e alla pubblicità, anche l’editoria, giornali, riviste, assicurazioni, banche, catene di negozi e una squadra di calcio, l’AC Milan, rendendo ancora più popolare la sua immagine di imprenditore di successo.


La docuserie racconta la storia di una delle più famose e controverse personalità europee. Tre puntate della durata di 50′ ciascuna, nessun narratore, ma un cast di testimoni, capaci di confidenze e aneddoti inediti. Un racconto ricco di storie mai raccontate prima. Oltre alle interviste, la serie è costituita da materiale di repertorio, in parte inedito o raro.

Il Quadro di Troisi torna con il secondo disco, “La commedia”

Il Quadro di Troisi torna con il secondo disco, “La commedia”Roma, 29 mar. (askanews) – A quattro anni di distanza dall’omonimo album di debutto, Il Quadro di Troisi torna con La Commedia, il secondo disco in uscita venerdì 29 marzo per 42 Records e Raster. Un nuovo lavoro e una nuova line up: il cerchio perfetto disegnato a mano libera da Eva Geist (Andrea Noce) e Donato Dozzy (Donato Scaramuzzi) diventa un triangolo con l’entrata in pianta stabile di Pietro Micioni, che già aveva collaborato al disco precedente e nelle esibizioni live de Il Quadro. Tutto cambia e anche il mondo non è più lo stesso del 2020, quando uscì il primo omonimo disco: la crisi globale generata dalle guerre e dalle pandemie vissute come specchio di crisi individuali e cambiamenti personali hanno attraversato l’intero periodo di composizione del nuovo album finendo per influenzarne la scrittura. Ma nonostante tutto, o forse anche per questo, La Commedia vuole essere un disco dove la crisi diventa opportunità e il cambiamento si fa rinascita. A partire dal titolo, che prende spunto da un verso – poi cambiato – di una canzone dell’album precedente che recitava: “Ci piace la commedia, quella di un traliccio al sole”. Il Quadro di Troisi prova a indagare su quegli aspetti dell’umano che oscillano tra leggerezza e tragedia. Un po’ come nella commedia all’italiana di cinematografica memoria, dove le situazioni difficili diventano uno spunto per reagire e affrontarle, anche in chiave ironica. La Commedia è la vita in tutte le sue sfaccettature, non a caso i titoli di tutte le dieci canzoni che lo compongono rimandano in maniera piuttosto netta a degli archetipi, come La verità e La terra – i due singoli che ne hanno anticipato l’uscita-, ma anche La notte, o Il profeta. Come se l’esistenza fosse un mazzo di tarocchi, la lettura di una coscienza collettiva. Anche musicalmente La Commedia segna un deciso passo avanti verso la forma canzone e un linguaggio musicale ancora più autoriale e personale. Gli elementi che caratterizzano la musica de Il Quadro di Troisi – un approccio alla forma canzone che si riallaccia direttamente a una certa tradizione italiana e un suono spiccatamente “elettronico” – si fondono ancora di più, dando vita a un mix inedito. Una musica unica, seducente ed elegante, che sfugge alle definizioni e, al tempo stesso, le abbraccia tutte. Più che revival, è riappropriazione di un sound e di un modo di fare canzoni personale e identitario, ma per niente chiuso a tutto ciò che è nuovo. Nostalgico, ma con uno sguardo che galoppa verso il futuro.


La Commedia è una vera e propria gemma che ribadisce la rilevanza de Il Quadro di Troisi nel panorama musicale internazionale, già evidente fin dall’esordio del progetto. A dimostrarlo anche le collaborazioni di assoluto rilievo di cui l’album è popolato: da Suzanne Ciani, a tutti gli effetti una leggenda e una pioniera di un certo modo di fare musica che ha attraversato da protagonista assoluta 50 anni di storia, ad Aimée Portioli, meglio conosciuta come Grand River, musicista, sound designer e compositrice italo-olandese ma di base a Berlino. E poi gli archi di Fiona Brice (violinista, compositrice e arrangiatrice che ha collaborato con artisti come Placebo, Kanye West, Sophie Ellis-Bextor e tantissimi altri), il violino eclettico di Francesca Colombo (di fatto il quarto “angolo” de Il Quadro di Troisi), l’agitatore culturale e icona di Roma Est Stefano Di Trapani aka Demented Burrocacao (Trapcoustic, System Hardware Abnormal, tra le tante cose), il maestro Daniele Di Gregorio (musicista sopraffino, da trent’anni al fianco di Paolo Conte) e Tommaso Cappellato (batterista che definire solo tale è riduttivo: ha suonato ovunque e con chiunque a partire da Rabih Beaini e Maurice Louca, con cui collabora da tempo). La copertina dell’album, così come quella dei singoli che lo hanno preceduto, è opera di Francesco Messina, icona assoluta della musica italiana. Collaboratore e co-autore storico di Battiato, musicista di culto (il suo Prati Bagnati del Monte Analogo, realizzato con Raul Lovisoni, è considerato un disco fondamentale della musica italiana “altra”), fotografo e grafico autore di copertine leggendarie. Il Quadro di Troisi si prepara anche a tornare dal vivo: le prime date live annunciate del tour, organizzato da 3D agency, sono il 4 giugno in Triennale a Milano, l’11 luglio a Villa Ada Festival a Roma, il 2 agosto a Dekmantel Festival ad Amsterdam, il 31 a Letz Festival a Terni e il 28 settembre al Locomotiv Club a Bologna. Il Quadro di Troisi è un progetto di Eva Geist e Donato Dozzy, nato dalla corrispondenza tra i due artisti sul compianto attore e regista Massimo Troisi. Questo scambio è diventato presto una fonte ispirativa di identificazione che si è intrecciata con il progetto, i cui testi sono sensibili e sfaccettati, si adattano perfettamente alle frasi musicali e scorrono come un monologo cinematografico tratto dall’opera dello stesso Troisi. Il loro LP omonimo e di debutto (pubblicato nell’ottobre 2020 come collaborazione tra l’etichetta Raster e Terraforma Festival) è un’ode colorata a una visione profumata italiana, traboccante di dettagli e profonda intensità. Interi decenni di storia della musica nazionale vengono compressi e trasformati nel presente mentre la coppia trae ispirazione dalla loro classica eredità Italo-disco e Synth Pop. Nel 2023 l’ex duo diventa ufficialmente un trio con l’ingresso in pianta stabile di Pietro Micioni e a ottobre dello stesso anno pubblica su Raster “remixes”, una collezione eclettica di reinterpretazioni di otto brani dell’album d’esordio. Il 29 marzo 2024, a quattro anni di distanza dal primo, la band pubblica “La Commedia”, l’attesissimo secondo album, in uscita per 42 Records in Italia e Raster nel resto del mondo.

Acquista figurine on line e si ritrova a casa eroina pura

Acquista figurine on line e si ritrova a casa eroina puraRoma, 29 mar. (askanews) – Aveva acquistato su un portale online un box di 50 figurine di calciatori, ma quando a casa ha aperto il pacco non ha trovato solo i volti dei campioni del calcio. Con loro anche due buste di cellophane sigillate contenenti polvere bianca: 180 grammi di eroina pura, un carico del valore di diverse migliaia di euro. E’ successo a Pompei, dove l’uomo, un professionista 43enne, incensurato, visto il contenuto ha portato subito tutto ai carabinieri.


Si è lanciato in auto fino alla stazione, raccontano i militari, con la speranza di non essere fermato da qualche pattuglia durante il tragitto. Sapeva che la scusa dell’acquisto online non avrebbe retto e sarebbe sicuramente finito nei guai. I carabinieri hanno preso in consegna il pacco analizzando la sostanza all’interno con un narcotest, appurando così che si trattava di eroina pura. La droga è stata sequestrata, ma continuano le indagini per risalire al “negoziante” sbadato. E soprattutto a quel pusher che dovrà attendere per riprendere la venduta.

Commercio, domani in sciopero i lavoratori della grande distribuzione

Commercio, domani in sciopero i lavoratori della grande distribuzioneRoma, 29 mar. (askanews) – Sciopero domani per i lavoratori dei lavoratori della grande distribuzione. A seguito della rottura delle trattative per il rinnovo del contratto con le imprese delle grande distribuzione aderenti a Federdistribuzione, Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltucs Uil hanno indetto per domani, alla vigilia di Pasqua, uno sciopero nazionale per l’intero turno di lavoro.


Il contratto è scaduto da 51 mesi e i sindacati considerano “inaccettabili le richieste delle imprese che aumentano la precarietà in maniera incondizionata e mortificano la professionalità dei lavoratori con l’abbassamento dei livelli di inquadramento. Federdistribuzione è l’unica associazione imprenditoriale della grande distribuzione con cui non è stato ancora rinnovato il contratto”.

Papa Francesco nel testo della Via Crucis ricorda “la follia della guerra”

Papa Francesco nel testo della Via Crucis ricorda “la follia della guerra”Città del Vaticano, 29 mar. (askanews) – Non bisogna mai smettere di piangere per le tragedie che attraversano il mondo e per la “follia della guerra” che lo investe sempre più. A dirlo è Papa Francesco nel testo della Via Crucis da lui scritto.


Il Papa chiede nel testo: “La mia preghiera sa piangere? Mi commuovo davanti a te, crocifisso per me, davanti al tuo amore mite e ferito? Piango le mie falsità e la mia incostanza? Di fronte alle tragedie del mondo il mio cuore è di ghiaccio o si scioglie?”. Ed ancora: “Come reagisco alla follia della guerra, a volti di bimbi che non sanno più sorridere, a madri che li vedono denutriti e affamati e non hanno più lacrime da versare?”. “Tu, Gesù, – conclude Francesco nella sua preghiera per il Venerdì santo – hai pianto su Gerusalemme, hai pianto sulla durezza del nostro cuore. Scuotimi dentro, dammi la grazia di piangere pregando e di pregare piangendo”.

Papa, in testo Via Crucis ricorda “esecuzioni” anche sulle testiere

Papa, in testo Via Crucis ricorda “esecuzioni” anche sulle testiereCittà del Vaticano, 29 mar. (askanews) – Nel mondo d’oggi esistono nuovi e sofisticati metodi per procedere alle “esecuzioni”. E tra questi c’è anche quello che passa attraverso la tastiera di un computer. A ricordarlo è Papa Francesco nelle meditazioni da lui scritte, per la prima volta, per la Via Crucis di questa sera che si svolgerà al Colosseo, come tradizione.


Nella Sesta “Statio” dedicata a Gesù che “riceve conforto dalla Veronica che gli asciuga il volto”, Francesco scrive: “Gesù, tanti seguono il barbaro spettacolo della tua esecuzione e, senza conoscerti e senza conoscere la verità, emettono giudizi e condanne, gettando su di te infamia e disprezzo. Accade anche oggi, Signore, e non serve nemmeno un macabro corteo: basta una tastiera per insultare e pubblicare sentenze”. Da qui la riflessione di Papa Bergoglio: “mentre tanti urlano e giudicano, una donna si fa strada in mezzo alla folla. Non parla: agisce. Non inveisce: s’impietosisce. Va controcorrente: sola, con il coraggio della compassione, rischia per amore, trova il modo di passare tra i soldati solo per darti sul volto il conforto di una carezza. Il suo gesto passerà alla storia ed è un gesto di consolazione”.

Europee,Renzi: lista Stati Uniti Europa si fa, non replichiamo più

Europee,Renzi: lista Stati Uniti Europa si fa, non replichiamo piùRoma, 29 mar. (askanews) – “Il progetto Stati Uniti d’Europa cambierà gli equilibri al Parlamento Europeo: ci saranno meno posti per gli amici populisti di Meloni, Salvini e Conte. E più riformisti a decidere. Per questo è un progetto che fa paura a tanti. E chi lo vuole affossare in queste ore usa fake news, aggressioni, insulti. Non replichiamo, amici cari. Quando saranno pronte le liste tutti capiranno e quando saremo in campagna elettorale la forza delle idee prevarrà sull’odio e sulle invidie. A loro lascio le FakeNews.Per noi tengo la politica.Buona giornata”. Lo dichiara via social il presidente di Italia Viva Matteo Renzi.