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Lega a Meloni: dopo Sardegna “modello Cav”: non si vince da soli

Lega a Meloni: dopo Sardegna “modello Cav”: non si vince da soliMilano, 27 feb. (askanews) – L’ordine di scuderia è chiaro fin da ieri: evitare polemiche, accuse incrociate, rimpalli di responsabilità, caccia i colpevoli. Ma sotto la patina dell’unità le tensioni nel centrodestra restano: e seppure con toni pacati, la Lega non fa mistero delle aspettative per un cambio di registro nei rapporti tra i partiti, quando si tratta di scegliere i candidati per le elezioni amministrative. Matteo Salvini indossa i panni del saggio: “Ogni tanto cadere può servire a fare un esame per fare di più e meglio. Non do la colpa a Truzzu, si è trattato di un voto sardo per i sardi così come il 10 marzo sarà un voto in Abruzzo per gli abruzzesi”.


Il vicesegretario Andrea Crippa lo dice più chiaramente: “Bisogna ascoltare i territori, considerare le capacità e non solo i rapporti di forza”. Perchè archiviata con la sconfitta di Paolo Truzzu la destituzione di Christian Solinas, ora la Lega guarda alle altre realtà locali che andranno al voto. Con in testa un nome in particolare: quello di Luca Zaia. La convinzione del Carroccio è che la lezione sarda non può essere ignorata: “Non basta il consenso nazionale per vincere sui territori. Bisogna scegliere il candidato giusto, quello che rappresenta meglio le istanze locali”. Un ragionamento che per il Carroccio non ha una impersonificazione più naturale che nel governatore del Veneto, da 15 anni alla guida della Regione. Ecco allora che la Lega vuole tornare alla carica per l’eliminazione del limite di due mandati, che già nelle settimane scorse ha mandato in fibrillazione la maggioranza. Del resto, prosegue il ragionamento leghista, “se scegli il candidato sbagliato l’esito è quello della Sardegna: il dato di Cagliari dice tutto…”, insistono i leghisti guardando alla debacle di Truzzu nella città da lui amministrata. Discorso in qualche modo scivoloso, per i leghisti, alla prese con l’accusa di aver alimentato il voto disgiunto che ha penalizzato Truzzu: “Non scherziamo, lo escludiamo categoricamente”, ribadiscono i leghisti. Con ancora Andrea Crippa che ammonisce: “A me hanno insegnato che in politica come nella vita bisogna saper vincere ma soprattutto saper perdere. Quando perdi non vai a cercare capri espiatori altrove. Il voto disgiunto è una scelta spontanea che hanno fatto alcuni elettori”.


La sintesi la tira un parlamentare di lungo corso del Carroccio: “Ora è ovvio che ci si aspetta una riflessione: l’auspicio è che Meloni entri nella modalità Berlusconi. Quando il partito più grande e che esprimeva il leader era consapevole di vincere grazie alla coalizione. Un atteggiamento del tutto diverso da chi pensa che la coalizione vince perchè vince lui…”. Il primo banco di prova non è lontano: si attende il ritorno al principio della riconferma degli uscenti per i prossimi passaggi, dalla BAsolicata all’Umbria fino, appunto, al Veneto.

Pd più vicino dopo Sardegna ma su”campo largo”M5S frena: ‘campo giusto’

Pd più vicino dopo Sardegna ma su”campo largo”M5S frena: ‘campo giusto’Roma, 27 feb. (askanews) – La vittoria inattesa della candidata M5S-Pd in Sardegna, Alessandra Todde, non chiude, anzi ravviva la discussione sulle due versioni dell’alleanza dei “progressisti” o del centrosinistra, per utilizzare un termine un po’ desueto. Dovrebbe essere una alleanza stabile e vincolante, come la vorrebbe il Partito democratico che pensa ancora al “campo largo” aperto ai vari partitini centristi usciti in qualche modo ridimensionati dal flop di Renato Soru nell’isola, oppure un “campo giusto” come ripete Giuseppe Conte anche nel day after di Cagliari, rivendicando l’obiettivo di lavorare solo “insieme a forze politiche che siano compagni di viaggio affidabili”?


Di sicuro un successo “che poteva essere più largo senza la defezione di Renato Soru”, come sottolinea la vicepresidente del gruppo M5S al Senato Alessandra Maiorino, rafforza un punto che è certamente condiviso fra Conte e la segretaria del Pd Elly Schlein: non c’è alleanza che possa ambire a battere le destre senza una delle due forze principali delle opposizioni. “Si è affermato un principio”, commenta rigorosamente a taccuini chiusi un dirigente dem, moderatamente ottimista sulla possibilità che l’esito delle elezioni sarde possa sciogliere qualche nodo anche per le prossime scadenze: “Se facciamo l’accordo in Basilicata, a quel punto può scattare qualcosa anche in Piemonte”. La visione politica sullo scenario complessivo, però, rimane distante: “Non c’è bisogno – spiega ancora al cronista la senatrice Maiorino – di essere identici per fare degli accordi tra forze diverse, altrimenti faresti una fusione. Il fronte progressista va costruito ma deve esserci comunanza di valori: se Italia viva è una forza liberista, la nostra non è una antipatia politica ma una lontananza. Per questo preoccupa che il Pd continui a parlare semplicemente di campo largo”, aggiunge, riservando una battuta sarcastica al leader di Iv Matteo Renzi, che ha parlato di “spazi” che si aprono in vista delle europee per le forze centriste: “Le solite praterie che vede solo lui”. Quanto al leader di Azione Carlo Calenda, che ha aperto ad alleanze alle regionali, “ultimamente sta scoprendo un sacco di cose, è un timido corteggiamento”, taglia corto l’esponente stellata. Maiorino sottolinea il fatto che da certe sensibilità “riformiste” finora sia emersa “solo una miopia politica: a che serve lavorare, come ha fatto Renato Soru, per staccare il Pd dal M5S?” Ma sui potenziali sviluppi delle intese, che nel Pd qualcuno intravede possibili, la fedeltà alla linea ufficiale resta granitica: “La Sardegna rappresenta un modello di percorso condiviso, con una candidata credibile che non era solo una 5 stelle ma un riferimento per il territorio”. Se il Pd pensasse di essere in credito dopo il successo della fedelissima di Conte nell’isola, sbaglierebbe: “Ogni territorio ha le sue particolarità, su qualsiasi candidatura in Piemonte bisognerà vedere cosa pensano i piemontesi”.


La Sardegna, insomma, potrebbe rimanere un episodio isolato. E in ogni caso i tempi di evoluzione delle intese non sono necessariamente immediati. Difficile immaginare che prima dell’esito delle elezioni in Abruzzo (dove il candidato civico Luciano D’Amico corre per un campo largo più sul modello gradito al Pd) il negoziato fra il Nazareno e via di Campo Marzio si avvii a una conclusione positiva. “Ci sono situazioni sul territorio – confida un dirigente M5S molto vicino a Conte – che forse non consentono di superare tutti gli ostacoli. Ma la partita non è chiusa”.

Meloni scherza sulla sconfitta in Sardegna e confessa: non amo stare a Palazzo Chigi, per questo posso restarci

Meloni scherza sulla sconfitta in Sardegna e confessa: non amo stare a Palazzo Chigi, per questo posso restarciRoma, 27 feb. (askanews) – “So che da me ci si aspetta un intervento leggero e divertente, ma non ero leggera a 15 anni, figuriamoci dopo 16 mesi a Palazzo Chigi. In più mi invitate nel giorno in cui perdo le elezioni e sto facendo la quaresima, non posso affogare neppure i miei dispiaceri nell’alcol… non è la giornata migliore per aspettarsi simpatia e allegria…”. Lo ha detto, scherzando, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nel corso di un incontro con i corrispondenti della stampa estera.


“Sono giornalista come voi – ha proseguito la premier – ma sono soprattutto sono una persona che ha impegnato i due terzi della sua esistenza nell’impegno politico, che considero la più straordinaria forma di impegno civile. Non avrei mai immaginato di arrivare dove sono, non amo starci e potrei rimanerci più degli altri proprio per questa ragione”. “Un mio collaboratore – ha aggiunto – dice che il mio motto è ‘moriremo tutti’: non sono ottimista, vedo sempre il bicchiere mezzo vuoto, ma vedendo sempre lo scenario peggiore possibile sono in grado di affrontare tutti gli scenari”. “Nessuno dei miei sogni nel cassetto – ha confessato – si è realizzato: volevo fare la cantante ma sono stonata, volevo giocare a pallavolo ma sono nana, volevo conoscere Michael Jackson ma è morto troppo presto. Ma Michael Jackson mi ha insegnato l’inglese. Ho quasi tutti i sette vizi capitali ma non la vanità”.


Poi, meloni ha affrontato un tema molto delicato: “Quest’anno abbiamo la presidenza del G7 e c’è un tema che vi riguarda anche come professionisti ed è quello dell’Intelligenza artificiale: possiamo parlare quanto vogliamo di libertà di stampa, tutti la difendiamo, ma qui rischiamo di cancellare la stampa e senza la stampa non c’è libertà. L’IA può essere una grande opportunità se governata, altrimenti può essere un detonatore” e “rischiamo un impatto devastante sul mercato del lavoro”. Per questo sarà “un focus che porteremo al G7”.

Vittoria di Todde in Sardegna, il Pd pensa ancora al “campo largo” ma il M5S frena: ‘Campo giusto’

Vittoria di Todde in Sardegna, il Pd pensa ancora al “campo largo” ma il M5S frena: ‘Campo giusto’Roma, 27 feb. (askanews) – La vittoria inattesa della candidata M5S-Pd in Sardegna, Alessandra Todde, non chiude, anzi ravviva la discussione sulle due versioni dell’alleanza dei “progressisti” o del centrosinistra, per utilizzare un termine un po’ desueto. Dovrebbe essere una alleanza stabile e vincolante, come la vorrebbe il Partito democratico che pensa ancora al “campo largo” aperto ai vari partitini centristi usciti in qualche modo ridimensionati dal flop di Renato Soru nell’isola, oppure un “campo giusto” come ripete Giuseppe Conte anche nel day after di Cagliari, rivendicando l’obiettivo di lavorare solo “insieme a forze politiche che siano compagni di viaggio affidabili”?


Di sicuro un successo “che poteva essere più largo senza la defezione di Renato Soru”, come sottolinea la vicepresidente del gruppo M5S al Senato Alessandra Maiorino, rafforza un punto che è certamente condiviso fra Conte e la segretaria del Pd Elly Schlein: non c’è alleanza che possa ambire a battere le destre senza una delle due forze principali delle opposizioni. “Si è affermato un principio”, commenta rigorosamente a taccuini chiusi un dirigente dem, moderatamente ottimista sulla possibilità che l’esito delle elezioni sarde possa sciogliere qualche nodo anche per le prossime scadenze: “Se facciamo l’accordo in Basilicata, a quel punto può scattare qualcosa anche in Piemonte”. La visione politica sullo scenario complessivo, però, rimane distante: “Non c’è bisogno – spiega ancora al cronista la senatrice Maiorino – di essere identici per fare degli accordi tra forze diverse, altrimenti faresti una fusione. Il fronte progressista va costruito ma deve esserci comunanza di valori: se Italia viva è una forza liberista, la nostra non è una antipatia politica ma una lontananza. Per questo preoccupa che il Pd continui a parlare semplicemente di campo largo”, aggiunge, riservando una battuta sarcastica al leader di Iv Matteo Renzi, che ha parlato di “spazi” che si aprono in vista delle europee per le forze centriste: “Le solite praterie che vede solo lui”. Quanto al leader di Azione Carlo Calenda, che ha aperto ad alleanze alle regionali, “ultimamente sta scoprendo un sacco di cose, è un timido corteggiamento”, taglia corto l’esponente stellata. Maiorino sottolinea il fatto che da certe sensibilità “riformiste” finora sia emersa “solo una miopia politica: a che serve lavorare, come ha fatto Renato Soru, per staccare il Pd dal M5S?” Ma sui potenziali sviluppi delle intese, che nel Pd qualcuno intravede possibili, la fedeltà alla linea ufficiale resta granitica: “La Sardegna rappresenta un modello di percorso condiviso, con una candidata credibile che non era solo una 5 stelle ma un riferimento per il territorio”. Se il Pd pensasse di essere in credito dopo il successo della fedelissima di Conte nell’isola, sbaglierebbe: “Ogni territorio ha le sue particolarità, su qualsiasi candidatura in Piemonte bisognerà vedere cosa pensano i piemontesi”.


La Sardegna, insomma, potrebbe rimanere un episodio isolato. E in ogni caso i tempi di evoluzione delle intese non sono necessariamente immediati. Difficile immaginare che prima dell’esito delle elezioni in Abruzzo (dove il candidato civico Luciano D’Amico corre per un campo largo più sul modello gradito al Pd) il negoziato fra il Nazareno e via di Campo Marzio si avvii a una conclusione positiva. “Ci sono situazioni sul territorio – confida un dirigente M5S molto vicino a Conte – che forse non consentono di superare tutti gli ostacoli. Ma la partita non è chiusa”.

Cgil condanna le cariche agli studenti e annuncia: mobilitazione nazionale il 9 marzo per cessate il fuoco a Gaza

Cgil condanna le cariche agli studenti e annuncia: mobilitazione nazionale il 9 marzo per cessate il fuoco a GazaRoma, 27 feb. (askanews) – L’assemblea generale della Cgil impegna “l’organizzazione alla mobilitazione in difesa del diritto di manifestazione, di sciopero e della libertà di associazione e nel tenere vivi i rapporti con il mondo dell’associazionismo e della società civile per una mobilitazione nazionale il 9 marzo 2024 a Roma”. Questo l’esito della assemblea. La mobilitazione sarà finalizzata a sostenere “il cessate il fuoco, impedire il genocidio, garantire assistenza umanitaria alla popolazione di Gaza, liberare gli ostaggi e prigionieri, la fine dell’occupazione, il riconoscimento dello stato di Palestina sulla base delle risoluzioni Onu e l’organizzazione di una conferenza internazionale per pace e giustizia in Medio Oriente”.


L’assemblea “esprime profonda disapprovazione e preoccupazione democratica per le violente cariche delle forze dell’ordine sui cortei di studenti avvenute nei giorni scorsi e ribadisce che le libertà di manifestazione e di associazione, a partire dal diritto di sciopero, sono diritti costituzionali inviolabili che vanno difesi, manifestando”. Le indicazioni finali della Assemblea del sindacato, inoltre, prevedono la preparazione anche di referendum su temi del lavoro, licenziamenti, precarietà e appalti.


“Per cambiare le leggi sbagliate e proporre un altro modello sociale e di sviluppo, che metta al centro la dignità e la libertà delle persone, l’Assemblea generale della Cgil dà mandato alla Segreteria nazionale di predisporre referendum abrogativi su tre campi: licenziamenti individuali, precarietà del lavoro, appalti; preferibilmente da affiancare a un referendum abrogativo dell’Autonomia differenziata che abbiamo tutta l’intenzione di promuovere non appena il Ddl Calderoli verrà approvato definitivamente”. L’assemblea sottolinea come gli iscritti alla Cgil vogliano “abolire il lavoro povero e precario, conquistare un diritto al lavoro che permetta alle persone di vivere dignitosamente, vogliamo che il lavoro sia il fulcro di un nuovo patto di cittadinanza. Vogliamo favorire e praticare un’effettiva e libera partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori alla vita democratica”. (foto da Facebook Cgil Toscana)

Per insegnamento inglese americano equiparato a quello britannico

Per insegnamento inglese americano equiparato a quello britannicoMilano, 27 feb. (askanews) – E’ stata ufficialmente riconosciuta l’equipollenza per Lingue e letterature anglo-americane e Letteratura inglese ai fini dell’accesso all’insegnamento per la classe di concorso A-22. Il nuovo decreto del 22 dicembre 2023 dispone la “revisione e aggiornamento della tipologia di concorso per l’accesso ai ruoli del personale docente della scuola secondaria di primo e di secondo grado”.


Questo è quanto è emerso dalla Gazzetta Ufficiale n.34 del 10 febbraio 2024, con firmatari il ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara e il ministro dell’Università e della Ricerca Bernini. L’equipollenza permetterà agli studenti lingua e letterature anglo-americane, analogamente agli iscritti di letteratura inglese, di poter accedere ai concorsi per l’insegnamento della lingua inglese.

Jesse Williams protagonista della serie di Prime Video “Costiera”

Jesse Williams protagonista della serie di Prime Video “Costiera”Roma, 27 feb. (askanews) – Jesse Williams (Your Place Or Mine, Only Murders In The Building, Broadway’s Take Me Out) sarà il protagonista di “Costiera” di Prime Video, la serie action drama Original italiana girata in inglese e diretta dal vincitore dell’Emmy Adam Bernstein (Breaking Bad, Fargo, Scrubs, 30 Rock, Masters of Sex, Californication, Better Call Saul, Orange Is the New Black, Shameless). La produzione della serie è attualmente in corso.


Jesse Williams interpreterà il ruolo di Daniel De Luca, un ex marine per metà italiano che torna in Italia, la terra della sua infanzia, e si occupa di risolvere problemi in uno dei più lussuosi hotel del mondo, situato sulla spettacolare costa di Positano. Poco dopo l’inizio del lavoro in hotel di Daniel, o DD come lo chiamano tutti, una delle figlie del proprietario scompare. Deve fare tutto il necessario per trovarla e riportarla a casa, mentre aiuta gli ospiti dell’hotel con i loro stravaganti problemi. Oltre alla presenza di un cast internazionale, la serie Costiera sarà caratterizzata da una trama avvincente, azione e commedia dal ritmo incalzante, un protagonista enigmatico e location spettacolari. Da un’idea di Luca Bernabei, scritto da Elena Bucaccio, Matthew Parkhill e Francesco Arlanch, l’action drama internazionale è co-prodotto da Amazon MGM Studios e Luca Bernabei per Lux Vide, una società drl gruppo Fremantle.


Grazie ad un accordo fortemente innovativo, Prime Video detiene i diritti esclusivi in Italia, Francia, Spagna e Portogallo, mentre Fremantle si occuperà delle vendite globali in tutti gli altri territori. Adam Bernstein, il regista, ha dichiarato: “È un’opportunità straordinaria per me lavorare con Jesse Williams in Costiera. Ho sempre ammirato il suo lavoro, sia sul palcoscenico sia sullo schermo, ed è il primo attore a cui ho pensato per il ruolo di Daniel De Luca. Jesse garantisce una combinazione perfetta di intelligenza, carisma e umorismo, e siamo incredibilmente fortunati ad averlo come protagonista del nostro show”.

Sardegna, Schlein: è stata una vittoria di tutta la coalizione. Ora si mobiliti per vincere anche in Abruzzo

Sardegna, Schlein: è stata una vittoria di tutta la coalizione. Ora si mobiliti per vincere anche in AbruzzoRoma, 27 feb. (askanews) – “Una bella vittoria dei sardi, di Alessandra (Todde, ndr) e poi di tutta la coalizione. E’ stata una bella vittoria di squadra. E sono felice del risultato del Pd che si è affermato come primo partito davanti a Fdi”, lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein parlando a ‘Tagadà’ e commentando il risultato delle elezioni in Sardegna che hanno incoronato presidente Alessandra Todde, esponente M5s, appoggiata dal Pd e dai partiti di area centrosinistra.


“Adesso si continua, testardamente unitari, perché uniti si vince”, sottolinea Schlein, aggiungendo: il voto dimostra “che questa destra non è imbattibile. Se mettiamo in piedi un progetto credibile e se troviamo la candidatura giusta siamo in grado di battere le destre. Il Pd sente questa responsabilità fino in fondo. Spero che tutta la coalizione si mobiliti con grande entusiasmo anche per vincere in Abruzzo”. “Non potevo trovare un modo migliore di festeggiare un anno di segreteria. E’ passato un anno dalle primarie. E’ la dimostrazione che la direzione intrapresa un anno fa è quella giusta” ha proseguito Schlein, ricordando: “Era dal 2015 che non vincevamo una regione governata dalla destra, sono passati 9 anni. E’ stata la prima, non sarà l’ultima”.


E per la segretaria del Pd è anche “una buona notizia, assolutamente”, che Carlo Calenda si dica pronto ad accordi con il centrosinistra per le prossime amministrative e regionali. “Se ci concentriamo sulle cose da fare insieme troviamo l’accordo. E siamo più forti perché siamo d’accordo sulle idee e non sulle poltrone da spartire – ha concluso Schlein – come questo governo di Giorgia Meloni”.

”Insufficente?”: Novara sfida Valditara a confronto sulle valutazioni

”Insufficente?”: Novara sfida Valditara a confronto sulle valutazioniRoma, 27 feb. (askanews) – “Lanciamo una sfida al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara: sulla questione della valutazione si confronti con noi in un dibattito pubblico, anche in TV; scelga pure il programma che preferisce. La modalità delle risposte via social non ci appartiene, incontriamoci e dialoghiamo”: così il pedagogista Daniele Novara e il maestro Alex Corlazzoli dopo la risposta alla loro petizione/appello (https://www.change.org/NoVotiNumericieGiudiziSintetici) contro il ritorno ai giudizi sintetici che nel frattempo ha superato le 5.000 firme.


Nei giorni scorsi i due educatori, sostenuti da circa sessanta firmatari tra cui noti nomi del mondo pedagogico (Elisabetta Nigris, Alberto Pellai; Silvia Vegetti Finzi; Milena Santerini, Raffaele Mantegazza e tanti altri) e della cultura (Luca Zingaretti, Stefano Accorsi, Carlotta Natoli, Moni Ovadia, Pierfrancesco Favino e altri) avevano inviato in viale Trastevere la loro richiesta per tentare di fermare l’emendamento della maggioranza al Disegno di Legge sul voto di comportamento nella scuola secondaria che introduce una modifica importante al modello di valutazione in vigore oggi nella scuola primaria dopo la “riforma” del 2020: il ritorno dei giudizi sintetici. A questo appello ci ha risposto su “X” il ministro: “Temo che alcuni sottoscrittori di appelli non conoscano ciò contro cui firmano. L’emendamento governativo sulla riforma della valutazione alla scuola primaria non elimina la descrizione analitica dei livelli di apprendimento raggiunti in ogni disciplina dall’alunno, che è fra l’altro fondamentale per il portfolio e la futura attività dei docenti tutor. Elimina piuttosto giudizi sintetici, astrusi e incomprensibili quali “avanzato” o “in via di prima acquisizione”, sostituendoli con giudizi chiari e da tutti comprensibili, come ottimo o insufficiente. Non si perde nulla, piuttosto si migliora, semplificando e chiarendo, nell’interesse degli studenti e delle famiglie”.


Parole che i firmatari rispediscono al mittente lanciando un confronto pubblico: “Tutto il mondo pedagogico di prestigio ha aderito al nostro appello perché il ministero rinunci a reintrodurre i giudizi sintetici corrispondenti ai voti numerici o a ‘sufficiente’, ‘gravemente insufficiente’ etc. Etimologicamente c’è differenza tra ‘in via d’acquisizione’ e ‘insufficiente’. Fare chiarezza non significa né semplificare con dei giudizi da pagelle anni Trenta né applicare la logica della punizione. Pretendere che ‘gravemente insufficiente’ rappresenti un elemento di chiarezza significa confermare l’intenzione di procedere al ritorno di un apparato mortificatorio nei confronti dei bambini che sviluppano il loro percorso di apprendimento con errori e sbagli”.


Continuano i due estensori dell’appello: “Il mondo pedagogico è la base di riferimento scientifico per le riforme e i cambiamenti scolastici: non esiste nessun’altra disciplina così attinente. Questo è il campo nel quale ci si deve muovere per capire la direzione da adottare per modifiche così importanti, non certo l’appagamento di una certa opinione pubblica”. “Risulta offensivo sentire le parole del ministro che affermano che chi ha sottoscritto l’appello non ha capito cosa stava firmando. Stiamo parlando di docenti universitari ad altissimo livello. La presenza di attori e personalità del mondo della cultura è un riconoscimento che i pedagogisti e gli insegnanti non sono soli in questa richiesta. La società civile è vigile sull’operato del ministero”, concludono Novara e Corlazzoli.

Gasperini: “L’Inter gioca con grandissima qualità”

Gasperini: “L’Inter gioca con grandissima qualità”Roma, 27 feb. (askanews) – Torna il campionato con il recupero della 21esima giornata tra Atalanta e Inter non disputato per l’impegno dei nerazzurri in Supercoppa. “L’Inter – afferma il tecnico orobico Gian Piero Gasperini – è una squadra completa, Inzaghi ha svolto un grandissimo lavoro perché poche volte abbiamo visto giocare i nerazzurri con questa qualità. Gioca bene sia in Italia che in Europa, noi andremo lì per disputare la nostra gara come abbiamo fatto all’andata. Fu una sfida equilibrata anche se commettemmo un errore causando il rigore che sbloccò il risultato”.


Gasperini è tornato anche sulla partita contro il Milan: “Sul regolamento mi sono già espresso abbastanza, a me non piace. Non lo apprezzo a prescindere che vada o meno a nostro vantaggio. Non mi piacciono questi falli di mano, queste simulazioni grosse che ci sono, tutte queste cose del Var che si sono innescate quest’anno. Domenica c’erano Irrati e Orsato, meglio di così… Hanno valutato il regolamento che evidentemente è questo, devo prenderne atto”. Successivamente l’allenatore dell’Atalanta ha parlato del campionato: “Noi guardiamo al nostro percorso, non possiamo caricarci sulle spalle anche le partite degli altri. È ancora tutto aperto, non so nemmeno quando si potranno fare calcoli”. In chiusura una battuta sui singoli: “Lookman è arrivato dopo un mese e mezzo di assenza, la Coppa d’Africa è molto impegnativa. È tornato con una distorsione alla caviglia e si è allenato molto poco, non ho una valutazione precisa sulla sua condizione. Sta bene, non ha problemi, è solo una questione di reinseriemento. Scamacca si comporta benissimo e lavora tanto, non c’è nessun caso. L’unico problema è considerarlo un grande campione, questo a oggi non è possibile: sta lavorando come tanti per diventarlo. La sostituzione di De Ketelaere contro il Milan è stata per scelta tecnica, non credo ci sia un ‘fattore San Siro’ per lui perché in Coppa Italia fece un’ottima gara. Touré si sta allenando, non so quando avremo tempo di poterlo inserire perché adesso le partite contano tanto e non abbiamo tempo di fare esperimenti. Cambi in vista contro l’Inter? Siamo tanti, sto pensando a Pasalic, Hien e anche a Bakker. Scalvini, comunque, sta bene”.