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Juventus-Frosinone 3-2. Allegri: l’obiettivo è il secondo posto

Juventus-Frosinone 3-2. Allegri: l’obiettivo è il secondo postoRoma, 25 feb. (askanews) – Torna a vincere la Juventus di Allegri dopo quattro match senza tre punti. Allo Stadium, contro il Frosinone, decide la rete al 95esimo di Rugani dopo la doppietta di Vlahovic. Bianconeri che dunque consolidano il secondo posto in classifica anche se resta lontana l’Inter capolista. Quarta sconfitta consecutiva, invece, per i ciociari che non approfittano dei ko di Verona e Sassuolo restando a +3 dalla zona retrocessione. “È stata una prestazione buona nel secondo tempo – le parole di Allegri a fine gara – eravamo partiti bene poi abbiamo preso due gol, sul primo abbiamo sbagliato poi in area eravamo uno contro cinque. Sul secondo Rabiot era zoppo, bisognava avere l’astuzia di fermare il gioco con un fallo. Nel secondo tempo siamo stati più lucidi, abbiamo avuto occasioni, potevamo segnare prima. Rugani ha fatto un gol molto bello”. “Bisogna assolutamente guardare al presente, al futuro ci penserà la società come ha sempre fatto. Abbiamo rimesso il Bologna a 9 punti ma mancano ancora tanti scontri diretti, raggiungere il secondo posto sarebbe un risultato molto importante per la crescita della squadra e c’è una semifinale di Coppa Italia da giocare. Era fondamentale tornare a vincere per non abituarsi a perdere”.

Il Papa all’Angelus ricorda la guerra “terribilmente lunga” in Ucraina e i “bambini feriti e innocenti” a Gaza

Il Papa all’Angelus ricorda la guerra “terribilmente lunga” in Ucraina e i “bambini feriti e innocenti” a GazaRoma, 25 feb. (askanews) – “Ieri 24 febbraio abbiamo ricordato con dolore il secondo anniversario dell’inizio della guerra su vasta scala in Ucraina. Quante vittime, ferite, distruzioni, angustie, lacrime, in un periodo che sta diventando terribilmente lungo e di cui non si intravede ancora la fine”, ha detto il Papa al termine della recita dell’Angelus in piazza San Pietro. In Ucraina c’è “una guerra che non solo sta devastando quella regione in Europa ma che scatena un’ondata globale di paura, di odio. Mentre rinnovo il mio vivissimo affetto al martoriato popolo ucraino e prego per tutti – in particolare per le numerosissime vittime innocenti – supplico che si ritrovi quel po’ di umanità che permetta di creare le condizioni di una soluzione diplomatica alla ricerca di una pace giusta e duratura”.


E “non dimentichiamoci di pregare per la Palestina, per Israele e per tanti popoli dilaniati dalla guerra. E di aiutare concretamente chi soffre, pensiamo a tanta sofferenza, ai bambini feriti, innocenti”, ha aggiunto il Papa al termine dell’Angelus.

Manganellate al corteo degli studenti a Pisa, Piantedosi: “Eccessi? Valuteremo eventuali errori”

Manganellate al corteo degli studenti a Pisa, Piantedosi: “Eccessi? Valuteremo eventuali errori”Roma, 25 feb. (askanews) – “Valuteremo eventuali errori”: con queste parole il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, risponde al Corriere della Sera, in merito alla vicenda delle manganellate ai manifestanti a Pisa.


“Ho parlato con il presidente (della Repubblica, ndr). Condivido le sue parole come le condividono tutti i poliziotti. Tutti noi auspichiamo sempre – sottolinea – che le manifestazioni pubbliche si svolgano pacificamente e senza incidenti. Fondamentale in tale senso è anche la collaborazione degli stessi manifestanti”. Ma ormai ogni manifestazione è segnata dalle manganellate. “Io guardo i dati e dico che non è così – ribatte Piantedosi -. Da più di un anno le manifestazioni pubbliche gestite dalle forze dell’ordine sono state oltre 13 mila, e di queste solo una minima parte ha fatto registrare incidenti, peraltro con una prevalenza di feriti tra le forze dell’ordine rispetto ai manifestanti. Dal riacutizzarsi del conflitto israeliano-palestinese l’impegno è notevolmente accresciuto. Dal 7 ottobre scorso sono sta- te più di mille le manifestazioni e soltanto nel 3% dei casi si sono registrati incidenti”.


“Vedere quelle immagini ha contrariato e amareggiato anche me – aggiunge il ministro -. Quando si giunge al contatto fisico con ragazzi minorenni è in ogni caso doveroso svolgere ogni esame obiettivo su come siano andati i fatti. Ho chiesto di avere una dettagliata relazione sullo svolgimento degli eventi e su quale possibile attività di mediazione sia stata sviluppata per prevenire quegli incidenti che non fanno bene né ai manifestanti né agli operatori che erano sul campo. E nemmeno a tutti noi”.

Napoli Half Marathon, Yaremchuk record italiano mezza maratona

Napoli Half Marathon, Yaremchuk record italiano mezza maratonaRoma, 25 feb. (askanews) – Napoli è città dei record, l’azzurra Sofiia Yaremchuk (CS Esercito) con 1h08’27” stacca il nuovo record italiano di mezza maratona. Con una cavalcata eccezionale, Brian Kwemoi Kirui fa il vuoto e vince in 59’26”, uguagliando il primato del percorso. Podio completato dai connazionali Anthony Kimtai in 59’45” e Bernard Kipkurui Biwott in 59’47”. Per l’Italia, l’azzurro Yassine Rachik (GS Fiamme Oro Padova) è primo in 1h05’14” seguito da Raffaele Giovannelli (ASD International Security) in 1h06’47” e Alessandro Zanga (La Recastello Radici Group) in 1h07’55”.


Tutta in solitaria la cavalcata della keniana Angela Tanui che conclude le sue fatiche in 1h07’04” seguita dall’azzurra Sofiia Yaremchuk (CS Esercito) che chiude in 1h08’27” realizzando lo stesso crono del primato italiano di mezza maratona di Nadia Ejjafini. Napoli City Half Marathon detiene così i primati maschile e femminile italiani.Terza piazza per Nancy Chepleting Meli che cede sul finale e chiude in 1h10’03”.

Musica Classica: Gianandrea Noseda torna nella sua Milano, alla Scala

Musica Classica: Gianandrea Noseda torna nella sua Milano, alla ScalaMilano, 25 feb. (askanews) – Gianandrea Noseda torna nella sua Milano, alla Scala. Una fama mondiale, costruita grazie al suo talento nel tempo, lo accompagna. Mentre un programma strepitosamente attuale attende il pubblico. La Stagione della Filarmonica della Scala riprende domani 26 febbraio con il concerto dell’orchestra ospite del 2024, la National Symphony Orchestra, in arrivo da Washington insieme con il suo direttore musicale Noseda.


Il pianista Seong-Jin Cho manca al Teatro alla Scala dal 2018, ed è solista nel Quarto Concerto di Ludwig van Beethoven, mentre in apertura Noseda dirige la prima esecuzione italiana di Wake Up!, nuova commissione al giovane compositore statunitense Carlos Simon. Nella seconda parte è in programma la Sinfonia n. 5 in re minore op. 47 di Dmitrij Shostakovich. Fondata nel 1931, la National Symphony Orchestra è tra le compagini più conosciute in tutti gli Stati Uniti, protagonista di centinaia di concerti e di uno dei più ampi programmi educativi del paese, inclusi i concerti gratuiti sul Colle del Campidoglio a Washington in occasione delle festività nazionali. Noseda è al suo settimo anno da direttore musicale, carica che prima di lui hanno ricoperto musicisti del calibro di Christoph Eschenbach, Mstislav Rostropovich e Antal Doráti. La commissione e l’esecuzione di nuova musica sono al cuore della sua attività.


Noseda è anche il nuovo General Musik Direktor dell’Opernhaus di Zurigo, dove è in programma il suo primo “Ring” wagneriano. Direttore Musicale del Festival di Tsinandali in Georgia dal 2019, Gianandrea Noseda è anche Direttore Ospite Principale della London Symphony Orchestra. Tra il 2007 e il 2018 è stato direttore musicale del Teatro Regio Torino, che ha portato a una nuova dimensione internazionale, caratterizzata da importanti tournée internazionali e da una imponente attività discografica. In riconoscimento della sua attività torinese, ha assunto la carica di direttore emerito della Filarmonica Teatro Regio Torino. Carlos Simon – classe 1986 – è compositore in residenza al Kennedy Center di Washington ed è un ambasciatore culturale ricercato per la nuova musica a livello globale, portavoce della comunità nera e del nuovo pubblico. Nominato ai Grammy Awards nel 2023, è impegnato nella sensibilizzazione sociale e il suo lavoro affronta temi complessi come la migrazione, l’appartenenza e la comunità, in particolare facendo luce sulla tratta transatlantica degli schiavi, sull’epoca di Jim e Jane Crow e sull’ingiustizia che le persone di origine africana devono affrontare tutt’oggi. A proposito del nuovo brano Wake up! Concerto for Orchestra, Simon spiega: “Questo concerto è ispirato alla poesia Awake, Asleep, scritta dal poeta nepalese Rajendra Bhandari. Bhandari avverte del pericolo di essere inconsapevolmente addormentati in un mondo sociale, e di come tuttavia la veglia collettiva fornisca ‘un abbondante raccolto di pensieri’. Il mio obiettivo nello scrivere è di lasciare a chi ascolta la domanda: sto dormendo?”


D’altra parte con il suo stile unico, caustico, Shostakovich nasconde nella Quinta Sinfonia una potente chiamata a guardare la realtà. Luigi Di Fronzo nelle note di sala scrive: “Visto alla rovescia, Shostakovich fu lasciato in vita da un dittatore feroce, ma stupido: inconsapevole di quanto la dimensione epica e celebrativa di non poche partiture (anche per l’immane perorazione di molte sinfonie, in primo luogo la Decima) non fosse che un modo per denunciare il falso ottimismo di quegli anni. E in realtà non celava, nemmeno troppo in profondità, la tragedia dello stalinismo interpretata in modo spietato, grazie all’arma grottesca della satira e al ricorso allo humour corrosivo”. Milano è l’unica tappa italiana, nell’ambito della tournée europea che comprende concerti in Spagna (Barcellona, Madrid e Zaragoza) e Germania (Berlino, Norimberga, Francoforte, Colonia e Amburgo).

Niente da fare per Bertè, “I Megara” all’Eurovision per San Marino

Niente da fare per Bertè, “I Megara” all’Eurovision per San MarinoRoma, 25 feb. (askanews) – All’Eurovision di Malmo, in Svezia, il prossimo maggio, a rappresentare la Repubblica di San Marino ci andrà il gruppo rock spagnolo “I Megara”. La terza edizione del festival Una Voce per San Marino, infatti, è stata vinta da loro con il brano “11.11”.


Seconda “per un soffio” è arrivata Loredana Bertè, grande favorita della vigilia, che con il brano “Pazza” era arrivata settimana al Festival di Sanremo. La serata finale, in diretta tv e web dal Teatro Nuovo di Dogana, è stata presentata da Fabrizio Biggio e Melissa Greta Marchetto e gli artisti sono stati valutati da una giuria presieduta dal compositore e produttore discografico Celso Valli.


Alla finale hanno preso parte otto emergenti e nove big: Bertè, La Rua, Pago, Marcella Bella, i Jalisse tornati in pista con “Il paradiso è qui” dopo l’ospitata a Sanremo e classificati al decimo posto, Aaron Sibley, Aimie Atkinson, Wlady-Corona-Ice Mc-Dj Jad e la cantante blues britannica Dana Gillespie, vincitrice del contest di Casperaki per brani che uniscono la creatività degli artisti alla tecnologia dell’intelligenza artificiale.

Sardegna alle urne fino alle 22, corsa a 4 per nuovo Governatore

Sardegna alle urne fino alle 22, corsa a 4 per nuovo GovernatoreRoma, 25 feb. (askanews) – Urne aperte in Sardegna da stamani 6.30 fino alle 22 di stasera per scegliere uno dei quattro aspiranti presidenti di Regione. Oltre a Paolo Truzzu per il centrodestra (sostenuto da nove liste), Alessandra Todde per il centrodestra (dieci liste) e Renato Soru per la Coalizione Sarda (cinque liste) è in corsa anche l’outsider Lucia Chessa (Sardigna R-Esiste). È possibile il voto disgiunto, cioè la scelta di un presidente di Regione diverso da quello collegato alla lista scelta. L’affluenza sarà rilevata alle 12 alle 19 e a chiusura seggi.


I simboli stampati sulla scheda elettorale sono 25 e circa 1.600 i candidati a uno dei 60 posti di consigliere regionale. Gli elettori possono esprimere al massimo due preferenze, a patto che siano di sesso diverso, pena l’annullamento della seconda preferenza. L’esito della scelta dei sardi sul Governatore chiamato a succedere al leghista Christian Solinas che il centrodestra non ha ricandidato saprà domani, quando alle 7 comincerà lo spoglio delle schede, e sarà definitivo. Non è infatti previsto il ballottaggio. Il centrodestra si presenta compatto, ma potrebbe essere indebolito dalla decisione di non avere ricandidato Christian Solinas ed essersi ricompattato solo poche ora prima della chiusura delle liste. Il centrosinistra, in campagna elettorale già dall’inizio di dicembre, potrebbe invece pagare la scelta di Soru di candidarsi, in dissenso con la scelta di Todde imposta dai vertici nazionali di Pd e M5s.

Mattarella chiama Piantedosi: manganelli su studenti è fallimento

Mattarella chiama Piantedosi: manganelli su studenti è fallimentoMilano, 24 feb. (askanews) – “L’autorevolezza delle Forze dell’Ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento”. La nota del Quirinale in cui si dà conto di quanto Sergio Mattarella “ha fatto presente” al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi non lascia spazio ad interpretazioni. Un richiamo netto, arrivato oltre 24 ore dopo i fatti: un giorno intero in cui – a fronte delle richieste di spiegazioni da parte delle opposizioni – il governo non aveva minimamente messo in discussione la gestione dell’ordine pubblico.


Ma anche dopo le parole del Capo dello Stato, la maggioranza fa quadrato. Una nota di Fratelli d’Italia, partito di cui è tuttora presidente la premier Giorgia Meloni, addossa alla “sinistra” la responsabilità: “Fratelli d’Italia difende le regole democratiche di convivenza che si basano sul diritto di manifestare e il dovere di farlo pacificamente e nel rispetto della legge. La sinistra che spalleggia i violenti è la causa dei disordini ai quali abbiamo assistito”. Alla “sinistra” si rivolge anche il vice premier Antonio Tajani, spostando l’attenzione su quelli che chiama “processi alle forze dell’ordine”: “La responsabilità è individuale. Non si possono accusare decine di migliaia di carabinieri, poliziotti. Alla sinistra diciamo che non lo permetteremo. Le forze dell’ordine non si toccano”. Stesso canovaccio dal responsabile organizzazione di FdI Giovanni Donzelli: “Le forze dell’ordine non sono e non resteranno sole. Le donne e gli uomini che con la divisa difendono e rappresentano tutti i giorni gli italiani, al di là della dinamica specifica di singoli casi e di eventuali errori sui quali verrà fatta chiarezza come già assicurato, non resteranno senza il pieno sostegno delle Istituzioni”. Atteggiamento cui reagisce con estrema durezza Elly Schlein: “Le parole di Mattarella hanno detto tutto quello che si doveva dire” sui fatti di Pisa. “Ma colpisce il silenzio del governo e di Piantedosi, Meloni si esprima su quanto accaduto ieri, sulle manganellate agli studenti, sui minori ammanettati a terra, si esprima sulla gestione dell’ordine pubblico e su un clima di repressione che ha superato nettamente il limite”, dice la segretaria Pd. Ma è soprattutto la nota di FdI a non andare giù a Schlein: “Sono dichiarazioni gravi e inaccettabili”, dice dal palco di un convegno a Milano. “Sono degli irresponsabili, e quelle parole denotano la totale assenza di senso istituzionale di chi governa oggi il Paese e non si assume le proprie responsabilità”. Non solo: “Ho l’impressione che davvero ci sia al governo chi strumentalizza le situazioni per alimentare un clima di tensione politica che non fa bene al nostro Paese”.


Il presidente del M5s Giuseppe Conte aveva parlato poco prima della nota del Quirinale, sottolineando il silenzio di Meloni: “Ancora una volta mette la testa sotto la sabbia”, su una questione che riguarda non solo Piantedosi ma “l’intero governo”. Dopo le parole di Mattarella, è Roberto Fico a chiedere che il ministro dell’Interno “valuti le dimissioni”. Anche da Italia Viva ne sottolineano “l’incapacità a gestire il mnistero”. Il verde Bonelli e il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni rimarcano anche loro il “mutismo” di Meloni, e l’esponente di SI auspica un intervento della premier anche sul suo partito, che con la nota contro la sinistra dimostra di “aver perso la testa”.

Sicurezza, Donzelli (Fdi): Forze ordine non sono e non resteranno sole

Sicurezza, Donzelli (Fdi): Forze ordine non sono e non resteranno soleRoma, 24 feb. (askanews) – “Le forze dell’ordine non sono e non resteranno sole. Le donne e gli uomini che con la divisa difendono e rappresentano tutti i giorni gli italiani, al di là della dinamica specifica di singoli casi e di eventuali errori sui quali verrà fatta chiarezza come già assicurato, non resteranno senza il pieno sostegno delle Istituzioni”. Lo dichiara il responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli.


“Sarebbe pericoloso e sbagliato – avverte Donzelli. lasciarli da soli esposti a sputi, spinte, aggressioni e insulti di estremisti vari di collettivi e centri sociali. Dispiace vedere forze politiche che si fregiano di autochiamarsi democratiche essere prontissime a mettere sotto processo polizia e carabinieri e molto lente a condannare le continue violenze fisiche e verbali a cui questi sono sottoposti”.

Tajani eletto segretario Fi promette unità. Ma evita conta su vice

Tajani eletto segretario Fi promette unità. Ma evita conta su viceRoma, 24 feb. (askanews) – Le dodici cabine elettorali allestite di tutto punto restano inesorabilmente deserte, i nastri che transennano l’area inutilmente ferme al loro posto. Antonio Tajani diventa ufficialmente il primo segretario di Forza Italia per alzata di mano. Buona parte del discorso pronunciato un secondo dopo la proclamazione ha come sottotesto l’impegno a non gestire il partito con la logica dell’uomo solo al comando.


“Qui – dice – non c’è un segretario, non ci sono quattro vicesegretari e tre capigruppo, ma una classe dirigente nazionale che è in grado di essere punto di riferimento, che è in grado di assumersi in questo momento l’impegno di guidare il Paese”. Allo stesso tempo chiede al partito di rendere omaggio a Silvio Berlusconi evitando divisioni “per piccole ambizioni, per piccole ricerche di soddisfazione personale”. Per se stesso adotta il mood della modestia. “Non è facile indossare la fascia di capitano quando l’ha indossata Silvio Berlusconi. Non sarò Maradona, ma ce la metterò tutta”. E’ un tentativo di difesa dell’equilibrio interno raggiunto guardando a quelle Europee che dovevano essere il test della sopravvivenza e si sono trasformate nel sogno di un sorpasso sulla Lega.


In tanti nei loro interventi dal palco del congresso dell’Eur definiscono l’appuntamento come l’inizio di una storia nuova per il partito. Di certo, però, la scelta di non andare alla conta è decisamente in continuità con l’era berlusconiana, quella in cui le regole le faceva il capo e le decisioni avvenivano tutte “per acclamazione”. E’ lo Statuto a prevedere questa opzione nel momento in cui le candidature sono nello stesso numero delle cariche da ricoprire.Ma se per l’elezione del segretario uno scrutinio vecchio stile probabilmente non avrebbe fatto nessuna differenza, altrettanto non si può dire nel caso dei quattro vice. Proprio per sminare il terreno da tensioni interne che già cominciavano a serpeggiare, alla vigilia della due giorni si è deciso che non ci sarebbe stato nessun vicario. E, tuttavia, le stesse regole congressuali prevedevano un ruolo comunque di primus inter pares per chi avesse ottenuto più voti, o in caso di parità, al più anziano. A spingere perché si votasse è stato il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, che legittimamente ambiva a a fare il pieno di consensi. La decisione di evitare la conta – fortemente voluta da Tajani e approvata dall’assemblea nell’avvio della seconda giornata dei lavori – porterà invece sul gradino più alto Deborah Bergamini.


Nessuno dei quattro vice (ci sono anche Stefano Benigni in quota Fascina e il governatore del Piemonte Alberto Cirio) è diretta rappresentanza della minoranza interna, quella che fa riferimento alla senatrice Licia Ronzulli. La necessità di costruire un futuro post berlusconiano ha portato a una tregua che per ora regge e i sondaggi favorevoli con cui Tajani si è presentato all’appuntamento di certo sono un forte collante per un partito che nove mesi si è sentito a un passo dalla dissoluzione. E, tuttavia, non mancano le punzecchiature. Come quella del vice presidente della Camera, Giorgio Mulè, che non risparmia frecciatine sulle “api della politica” che prima sono andate via e ora sono tornate in Forza Italia ottenendo anche ruoli di vertice. Non fa nomi, ma il riferimento a Letizia Moratti (ora a capo della Consulta del segretario) e a Stefano Benigni sono chiari. “Noi siamo rimasti quelli di Silvio Berlusconi, non siamo cambiati”, dice. La vice presidente del Senato, Licia Ronzulli, chiede invece al segretario di rispettare anche la minoranza, “di dare valore a tutte le sensibilità di questa comunità, assumere decisioni coraggiose e ascoltare anche le voci più critiche di questa comunità ma sempre in un ottica costruttiva”. Insomma, che il movimento premi “la militanza, la coerenza, la lealtà, la fedeltà a un ideale”.