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Epiqa presenta speciale tv “Io sono Varenne, il figlio del Vento”

Epiqa presenta speciale tv “Io sono Varenne, il figlio del Vento”Roma, 19 feb. (askanews) – Il fruscìo delle foglie mosse dal vento, il rumore in lontananza dello scalpitìo di un cavallo, una voce profonda che ti proietta nel mondo di un campione, dell’unico cavallo capace di conquistare non solo l’Italia, ma il mondo intero. Epiqa presenta “Io sono Varenne, il figlio del Vento”, una produzione esclusiva dell’emittente televisiva del Masaf, visibile sul canale 151 del digitale terrestre, sulle piattaforme di Sky canale 220 e su quella di tivùsat al canale 51. “Questo speciale su Varenne è la prima produzione originale televisiva di EQUtv – ha commentato in una nota Eugenio De Paoli, Responsabile Operation e Prodotto di Epiqa e curatore del documentario -; e vuole porsi come esempio di valorizzazione non solo del canale EQUtv e di tutte le professionalità che lavorano per l’emittente tv, ma anche del patrimonio dell’ippica. Vorrei ringraziare Varenne Futurity ed Enzo Giordano per la preziosa collaborazione, senza la quale questo progetto non avrebbe potuto vedere la luce. Un ringraziamento speciale anche a Luca Ward, che con la professionalità che lo contraddistingue, ha dato “voce” in maniera magistrale a quelli che ho immaginato essere i pensieri di Varenne”.


Dal mantello Baio, color scuro-tabacco con la caratteristica macchia bianca tra gli occhi, nel corso della sua carriera è stato soprannominato ‘Il Capitano’, entrando di diritto nel cuore di tutti gli appassionati delle competizioni equestri e non. Un punto di vista inedito, quello del campione Varenne che, grazie alla voce di Luca Ward, racconta dei suoi successi e delle sue cadute, dalla sua prima corsa a Bologna, il 4 aprile del 1998, quando ruppe di galoppo e fu squalificato, fino alla stagione 2001, quella della consacrazione a dominatore del trotto mondiale. Un viaggio poetico nel passato, grazie alle telecronache delle sue imprese, e nel presente, quello della sua residenza attuale, presso la ‘Tenuta il Cigno’, nel paese di Villanterio, in provincia di Pavia, accudito come sempre dalla sua lad Daniela Zilli, dove sono state girate le riprese del documentario. La storia di Varenne è stata realizzata grazie alle riprese e all’archivio storico di EQUtv; sarà trasmessa sull’emittente televisiva in anteprima lunedì 26 febbraio alle ore 21 e, in replica allo stesso orario, il 19 di marzo, il 19 aprile e il 19 maggio, quando – concluda la nota – ricorrerà il suo ventinovesimo anno di nascita.

Fiaccolata al Campidoglio per Navalny. Lega contestata: “Vergogna!”

Fiaccolata al Campidoglio per Navalny. Lega contestata: “Vergogna!”Roma, 19 feb. (askanews) – Urla e contestazioni contro la Lega alla fiaccolata bipartisan organizzata a piazza del Campidoglio per ricordare il dissidente russo Aleksej Navalny morto il 16 febbraio. All’indirizzo del capogruppo al Senato del Carroccio Massimiliano Romeo, capo delegazione della Lega, diversi partecipanti hanno urlato “Vergogna, vergogna!”, “Tornatene in Russia”, in riferimento a manifestazioni di simpatia per il presidente russo Vladimir Putin espresse più volte in passato dal leader del Carroccio Matteo Salvini.


“Siamo qui – ha spiegato Romeo ai giornalisti che gli chiedevano conto delle responsabilità di Putin nella morte di Navalny – perché il sospetto ce l’abbiamo” ma “la certezza non ce l’ho. Noi difendiamo la libertà e chiediamo che la comunità internazionale accerti” le responsabilità “e faccia pagare per questo crimine”, ha sottolineato Romeo. Parole che hanno esacerbato ancora di più gli animi dei presenti, che hanno continuato con i cori “Vergogna!”, “Ipocrita”. “Ecco i democratici, viva la democrazia!”, ha ribattuto Romeo.


Contestazioni che hanno irritato il partito di Salvini che poi, in una nota, ha commentato: “Chi ha usato la piazza di Roma per insultare e attaccare la delegazione della Lega non ha capito la lezione di Navalny che ha dedicato la propria vita alla libertà”. Promotore della fiaccolata era stato il leader di Azione Carlo Calenda, il quale, arrivando in piazza, si era detto “contento che tutte le forze politiche siano qui. Non è una cosa comune per l’Italia. È un segnale importante di solidarietà per chi muore per la libertà – aveva sottolineato Calenda -. I dissidenti russi combattono per la libertà che è un valore universale e non è limitato al Paese per cui si combatte. Noi siamo qui per questa ragione”.


La fiaccolata ha rappresentato “un forte segnale di unità di tutto il paese e della comunità internazionale”, ha detto il sindaco di Roma Roberto Gualtieri esprimendo “sdegno e condanna più forti per la morte di Alexei Navalny, risultato di una lunga deliberata feroce persecuzione politica”. Sulla stessa linea la segretaria del Pd Elly Schlein, secondo la quale per la morte di Aleksei Navalny c’è “un solo responsabile: il regime russo di Putin”. Quella di stasera, ha spiegato Schlein, è stata “una serata contro un regime che non tollera il dissenso e che uccide la libertà. Dei democratici come noi – ha aggiunto la segretaria del Pd – non possono tollerare in nessun paese una compressione costante dei diritti fondamentali democratici”.


In rappresentanza del M5s c’era il capogruppo al Senato Stefano Patuanelli, il quale ha sottolineato come fosse “giusto essere qui a fianco di chi ha dato la vita per la libertà di informazione e o libertà di opporsi al regime”. Tra gli altri esponenti politici presenti anche il segretario di Avs, Nicola Fratoianni, con Angelo Bonelli, il ministro dello Sport, Andrea Abodi, il segretario di +Europa, Riccardo Magi, e il deputato di FdI Giovanni Donzelli.

Ex Ilva, Urso: interessati numerosi investitori italiani ed esteri

Ex Ilva, Urso: interessati numerosi investitori italiani ed esteriRoma, 19 feb. (askanews) – Per entrare nel capitale dell’ex Ilva “già si sono affacciati numerosi investitori italiani e stranieri”. Lo ha annunciato ai sindacati il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, sottolineando che dovrà esserci una gara “nel minor tempo possibile”.


L’amministrazione straordinaria, ha poi affermato, “prevale su ogni altra procedura” e sarà realizzata nelle prossime ore. “Si partità da un commissario – ha proseguito – e per quanto riguarda le caratteristiche che dovrà avere, dovrà essere una persona che conosce bene l’azienda e che abbia competenze nel settore siderurgico per rilanciarla subito”. Il Governo metterà inoltre a disposizione della Regione Puglia un miliardo di euro per sostenere i lavoratori dell’indotto dell’ex Ilva, ha concluso Urso aggiungendo che si sta mettendo a punto un emendamento.

Ex Ilva, il Governo ha deciso per l’amministrazione straordinaria

Ex Ilva, il Governo ha deciso per l’amministrazione straordinariaRoma, 19 feb. (askanews) – Entro pochi giorni per l’ex Ilva si procederà alla nomina dei commissari, una soluzione “unica e obbligata” rispetto a quanto avvenuto con le richieste del Governo che “non hanno avuto seguito”. Lo ha annunciato ai sindacati il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Alfredo Mantovano, che, aprendo la riunione nella sala monumentale in Largo Chigi, ha ripercorso quanto avvenuto in queste settimane, a partire dall’istanza del socio privato per la negoziazione della crisi.


Mantovano ha confermato ai sindacati che ieri sera Invitalia ha presentato al Mimit istanza di amministrazione straordinaria. I commissari, dunque, saranno nominati nei prossimi giorni e ci sarà la presa in carico dell’azienda per garantire continuità produttiva e rilancio degli impianti. L’amministrazione straordinaria “prevale sul concordato, si va verso l’amministrazione straordinaria nei prossimi giorni verranno nominati i commissari”, ha confermato il presidente di Confindustria Taranto, Pasquale Di Napoli, al termine del dell’incontro tra il governo e l’indotto del polo siderurgico tarantino, che ha preceduto la riunione con i sindacati. Ai due tavoli il governo era rappresentato oltre da cha Mantovano dai ministri dell’Economia, Giancarlo Giorgetti; delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso; del Lavoro, Marina Elvira Calderone; e in videocollegamento dal responsabile degli Affari europei, Raffaele Fitto. Le aziende dell’indotto, ha detto il presidente dell’Aigi, Fabio Greco, non vogliono la cassa integrazione, ma chiedono di poter lavorare.


“Non sappiamo quando e quante saranno le aziende (appalto e subappalto) che potranno accedere allo strumento, il fondo occupazione dove sono stati messi 10 milioni di euro. Dovremmo fare una mappatura per capire come intervenire”, ha detto ai sindacati il ministro del Lavoro, Marina Calderone.

Schlein prova a disinnescare ‘terzo mandato’, sindaci Pd insistono

Schlein prova a disinnescare ‘terzo mandato’, sindaci Pd insistonoRoma, 19 feb. (askanews) – Elly Schlein prova a disinnescare la bomba del terzo mandato per i sindaci, la segretaria Pd mette a punto un percorso che prende tempo ed evita una conta sulla questione che divide i democratici – come del resto la maggioranza di governo – e affida la discussione ad un “tavolo di confronto” interno al Pd, lasciando che per ora sia il centrodestra a dividersi. In direzione la leader del partito fa appello all’”ascolto reciproco”, anche se i sindaci – da Matteo Ricci ad Antonio Decaro – non rinunciano a ribadire il loro sostegno all’idea del terzo mandato. Ma la mediazione studiata anche con Stefano Bonaccini alla fine un risultato lo ottiene, perché appunto evita un voto che avrebbe diviso il ‘parlamentino’ Pd.


E’ la stessa segretaria ad ammettere, durante il suo intervento, che il voto in commissione fissato per giovedì sull’emendamento della Lega è “un passaggio delicato”. Perché, appunto, i sindaci Pd – ma lo stesso val per Bonaccini per i presidenti di regione – sono favorevoli ad un terzo mandato, mentre la segretaria – che non si è espressa sul merito – è piuttosto contraria. Ma, è stato il ragionamento di Schlein, perché dividere il Pd quando è il centrodestra che ancora deve decidere se davvero procedere su questa strada? “Loro sono spaccati in maniera evidente – ha detto Schlein – e sappiamo che anche al nostro interno convivono sensibilità diverse. Ma noi a differenza deli altri siamo abituati a discutere”. Tocca poi a Davide Baruffi, responsabile enti locali e uomo vicino a Bonaccini, illustrare la strada da seguire: appunto, un tavolo di dialogo interno, “un confronto di merito, non schiacciato sul tema dei mandati ma che deve contemperare pesi e contrappesi. Con la possibilità di rafforzare il ruolo delle assemblee elettive, altrimenti si procede in modo scomposto”.


Il tavolo lo accettano tutti, anche i sindaci che pure oggi ribadiscono il sì al terzo mandato. Ma le posizioni restano le stesse, Ricci dice che sarebbe un errore se il Pd non si schierasse, proprio perché il centrodestra è diviso e sostenere il terzo mandato farebbe esplodere le contraddizioni della maggioranza. Decaro, poi, ricorda che in Europa non esiste il limite alla rielezione dei sindaci. Replica Andrea Orlando, chiedendo di non usare argomenti che potrebbero indebolire la campagna contro l’elezione diretta del premier. Marco Sarracino, poi, ribalta il ragionamento di Ricci: nella maggioranza, afferma, ci sarebbe un “effetto domino” se non passasse l’emendamento della Lega e in Europa non ci sono limiti ai mandati “perché non c’è l’elezione diretta”. Semmai, aggiunge, serve una riflessione proprio “sull’elezione diretta del premier”. Affermazione che spinge Bonaccini a ribattere a sua volta: “Evitiamo che passi idea che siamo contro l’elezione diretta dei sindaci quando chi vive in una comunità apprezza di poter scegliere il sindaco o la sindaca che lo amministra”.


“Confido che con questo tavolo di lavoro riusciremo insieme a fare un passo avanti”, conclude Schlein. Ma proprio il dibattito di oggi conferma che le questioni sono tutt’altro che risolte e un esponente della segreteria confessa l’irritazione: “I sindaci prima accettano il tavolo e poi rilanciano sul terzo mandatoà Ma allora che mediazione è?”. E’ evidente che la discussione riprenderà proprio al tavolo. La vera speranza, appunto, è che nel frattempo sia il centrodestra a risolvere il problema, accantonando l’emendamento della Lega o – almeno – rinviando la questione. In questo caso non ci sarebbe nemmeno da dover definire una linea da tenere in Parlamento giovedì. Ma se il voto sul terzo mandato fosse confermato il “tavolo” dovrà trovare quella mediazione che finora non si è riusciti a trovare. Un’ipotesi che circola sarebbe quella di non far partecipare al voto i parlamentari Pd, ma i sindaci hanno già ribadito che per loro al terzo mandato bisogna dire sì.

Enav, Ad Monti da Meloni: focus su incremento record traffico aereo

Enav, Ad Monti da Meloni: focus su incremento record traffico aereoMilano, 19 feb. (askanews) – “Oggi, come amministratore delegato di Enav, ho avuto l’onore di essere ricevuto a Palazzo Chigi dal Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni. L’incontro ha rappresentato l’occasione per tracciare un bilancio delle attività dell’azienda con un focus sull’incremento record del traffico aereo gestito nei cieli italiani e sulle strategie di crescita di Enav, un gruppo sempre più orientato ad investire in tecnologia ed innovazione con grande attenzione ai temi della sostenibilità”. Lo ha scritto sui social l’amministratore delegato di Enav, Pasqualino Monti, in un post dopo l’incontro a Palazzo Chigi.


“La centralità del ruolo che l’Italia sta acquisendo a livello internazionale ha effetti positivi nel processo di esportazione del modello Enav sui mercati esteri, in particolare in aree strategiche come quella del Medio Oriente”, ha sottolineato il top manager della società.

Navalny, Schlein: regime di Putin unico responsabile della morte

Navalny, Schlein: regime di Putin unico responsabile della morteRoma, 19 feb. (askanews) – Per la morte di Aleksei Navalny c’è “un solo responsabile, il regime russo di Putin”. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein a margine della manifestazione in Campidoglio. “Una serata contro un regime che non tollera il dissenso e che uccide la libertà. Solidarietà a tutti quei cittadini russi che stanno protestando pacificamente, manifestando il loro dissenso e per questo vengono arrestati. I democratici come noi non possono tollerare in nessun paese una compressione costante dei diritti fondamentali democratici. E quindi è importante essere qui, dopo l’uccisione politica di Navalny in cui c’è un solo responsabile: il regime russo di Putin”.

Navalny, Conte: coraggioso, sfidò Putin. Ma non dimenticare Assange

Navalny, Conte: coraggioso, sfidò Putin. Ma non dimenticare AssangeRoma, 19 feb. (askanews) – “Un inno alla libertà di stampa” è il titolo del post su Facebook del presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, nel quale oltre a rendere omaggio alla figura dell’oppositore russo ricorda anche il giornalista Jamal Kashoggi, ucciso da una squadra di sicari sauditi (poi condannati in patria in un processo che non ha chiarito le responsabilità dei mandanti) in una sede diplomatica del regno arabo a Istanbul, e Julian Assange, il fondatore di Wikileaks detenuto da anni nel Regno Unito e a rischio di estradizione negli Stati Uniti.


“Oggi – ha scritto Conte – il Movimento 5 stelle prenderà parte alla fiaccolata dedicata ad Aleksej Naval’nyj, noto attivista, blogger, tra i più tenaci oppositori di Putin. Avevamo chiesto giustizia nei suoi confronti già nel 2020, quando era stato ricoverato in gravi condizioni per l’avvelenamento tramite l’agente nervino Novichok. Ancora più forte risuona la nostra richiesta di giustizia ora che è deceduto in una sperduta colonia penale russa, in circostanze oscure, mentre era in attesa dell’ennesimo processo. Non potremmo condividere tutte le sue posizioni politiche, in particolare quelle ispirate a un nazionalismo radicale, ma ci inchiniamo di fronte alle sue battaglie per la libertà di opinione, alle sue campagne contro la corruzione, al suo coraggio nella sfida contro il regime putiniano”. “Oggi il Movimento 5 stelle – ha sottolineato l’ex presidente del Consiglio – ricorda pure che siamo alla vigilia di un appuntamento importante. Già per domani è attesa la pronuncia della High Court del Regno Unito sull’appello che Julian Assange, fondatore di Wikileaks, ha promosso contro l’estradizione negli Stati Uniti. Ad Assange viene contestato di avere violato l’Espionage Act, una legge del 1917, pubblicando oltre 700 mila documenti segreti del governo americano. Per questa ragione rischia 175 anni in una prigione di massima sicurezza. È la prima volta che un giornalista che rende pubbliche informazioni anche scomode su crimini e torture viene posto sullo stesso piano di una qualsiasi spia, che tradisce il proprio paese passando documenti al nemico. Su questo punto, l’atteggiamento del Governo americano non ha registrato mutamenti, passando dall’amministrazione Trump a quella di Biden”.


“Sono due casi – ha precisato Conte – completamente diversi. Nel caso di Assange non si registrano avvelenamenti di sorta, a tacer di altre differenze. Spero davvero che qualche spirito debole, amante delle più sciocche polemiche, non ci imputi di volerli mettere sullo stesso piano. E preciso che non ci sfuggono affatto le differenze tra un sistema democratico e un sistema autocratico. A voler essere ancora più chiari, non vi sono ragioni per ritenere che ad Assange, in caso di estradizione, non verranno applicate tutte le garanzie della ‘Rule of Law’ e del ‘due process’. Insomma, nel caso di Assange parliamo degli Stati Uniti, un Paese nostro ‘amico’, fondato su regole democratiche, che peraltro vanta la tradizione di affidare alla giuria popolare il verdetto finale, nella convinzione che questo coinvolgimento popolare sia la migliore garanzia per rafforzare la tenuta democratica contro possibili arbitrii e soprusi. Ma noi, ciononostante, ci auguriamo che l’estradizione di Assange non sia concessa. Condividiamo con tutto il cuore questa esortazione, espressa – tra gli altri – dal Consiglio d’Europa nel 2020 e, da ultimo, dalla relatrice speciale Onu sulla tortura, Alice Jill Edwards. Non perché siamo nemici degli Stati Uniti. Non perché riteniamo la loro democrazia di scarsa qualità. È un discorso, questo, che non intendiamo neppure accennare, avendo già così tanti problemi alle prese con le patologie della nostra democrazia”. “Il nostro augurio – ha spiegato ancora il leader del M5S – è un inno alla libertà di stampa. Un inno che non deve conoscere né limitazioni né confini. Un inno che vale ovunque. Un inno per noi sacro, che ho difeso con forza anche con il principe Mohammad bin Salman, al quale, quando ero Presidente del Consiglio, durante il G20 in Argentina, nel 2018, rivendicai la necessità di un giusto processo, con osservatori internazionali, per accertare le responsabilità per il truce assassinio del giornalista Jamal Kashoggi. Questo inno è sacro perché, a ogni latitudine del mondo, i politici dimostrano allergia per chi spiffera i segreti del potere, soprattutto se inconfessabili. È un inno che ci dovrebbe unire tutti”.

Aeroporto Dubai International, 2023 record a 87 mln passeggeri (+31%)

Aeroporto Dubai International, 2023 record a 87 mln passeggeri (+31%)Roma, 19 feb. (askanews) – L’aeroporto Dubai International (DXB) ha concluso un anno record di risultati e crescita straordinaria accogliendo 87 milioni di ospiti nel traffico annuale nel 2023, superando non solo le previsioni annuali degli aeroporti di Dubai, ma anche i livelli di traffico pre-pandemia.


Nel 2023, DXB ha assistito a un aumento del numero di ospiti, raggiungendo un totale di 86.994.365, un impressionante aumento su base annua del 31,7%. Poco meno di un percento in più rispetto al numero di ospiti registrato nel 2019 (86,4 milioni), i numeri sono stati trainati dalla robusta crescita nella seconda metà dell’anno durante la quale l’aeroporto ha registrato un totale di 45,4 milioni di ospiti. Con 7,8 milioni di ospiti, dicembre è stato il mese più trafficato del quarto trimestre durante il quale l’aeroporto ha accolto un totale di 22,4 milioni di ospiti, con una crescita anno su anno del 13,8% rispetto al quarto trimestre dello scorso anno. Il terzo trimestre è rimasto il trimestre con il traffico più elevato dal 2019 con 23 milioni di ospiti, mentre agosto, con 7,9 milioni di ospiti, è stato il mese con il traffico più elevato.


A partire dagli ultimi dati per il 2023, DXB è attualmente collegato a 262 destinazioni in 104 paesi attraverso 102 vettori internazionali. Lo sceicco Hamdan bin Mohammed bin Rashid Al Maktoum, principe ereditario di Dubai e presidente del Consiglio esecutivo di Dubai, ha dichiarato: “La spettacolare performance di DXB nel 2023 è una testimonianza clamorosa della leadership visionaria e della determinazione di Sua Altezza lo sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum, Vice Presidente e Primo Ministro degli Emirati Arabi Uniti e Sovrano di Dubai, per raggiungere la crescita e l’eccellenza in tutti i settori, superando tutte le sfide lungo la strada”.


Paul Griffiths, CEO di Dubai Airports, ha dichiarato: “Sono incredibilmente orgoglioso di tutti alla Dubai International, per la loro dedizione e la ricerca incessante dell’eccellenza, che ci ha spinto a battere molti dei nostri record. Il 2023 è stato un anno eccezionale ed è una testimonianza del nostro costante impegno per l’innovazione, l’efficienza e l’offerta di un’esperienza esemplare agli ospiti”. DXB ha smaltito un totale di 77,5 milioni di bagagli nel 2023, rendendolo il più alto volume di bagagli gestiti durante un anno solare in aeroporto. Nonostante l’aumento del 24,6% su base annua del volume dei bagagli, DXB ha mantenuto il suo ineguagliato tasso di successo del 99,8%, con solo 2,4 bagagli mal gestiti per 1.000 passeggeri.


Oltre il 95% degli ospiti ha sperimentato meno di sette minuti di attesa al controllo passaporti di partenza, mentre il tempo medio di attesa al controllo di sicurezza sulle partenze è stato inferiore a quattro minuti per il 97,5% degli ospiti. Nel programma Airport Service Quality (ASQ) di ACI World, riconosciuto a livello mondiale, DXB ha ottenuto un punteggio di 4,5, il più alto risultato raggiunto dall’aeroporto fino ad oggi, riflettendo l’impegno dell’hub a migliorare continuamente la soddisfazione degli ospiti, le prestazioni aziendali e la qualità del servizio aeroportuale. L’India ha conquistato il primo posto tra i paesi di destinazione con un traffico totale di 11,9 milioni di ospiti, seguita dall’Arabia Saudita con 6,7 milioni di ospiti e dal Regno Unito con 5,9 milioni di ospiti. Altri mercati nazionali degni di nota includono il Pakistan (4,2 milioni), gli Stati Uniti (3,6 milioni), la Russia (2,5 milioni) e la Germania (2,5 milioni). Londra ha mantenuto la sua posizione di prima destinazione con 3,7 milioni di ospiti, seguita da Riyadh con 2,6 milioni di ospiti, Mumbai con 2,5 milioni di ospiti. Nel 2023, DXB ha movimentato un totale di 1.805.898 tonnellate, registrando un lieve calo del 4,5% rispetto all’anno precedente. I volumi di carico hanno registrato una crescita del 20,4% su base annua nel quarto trimestre per raggiungere le 506.018 tonnellate. L’aumento a due cifre del numero di ospiti durante l’anno ha continuato a riflettere i movimenti di volo presso l’hub che sono stati pari a 416.405 nel 2023, i più alti movimenti totali mai registrati a DXB e in crescita del 21,3% su base annua. Le previsioni iniziali indicano che nel 2024, DXB dovrebbe ricevere 88,8 milioni di ospiti, mettendo l’hub a breve distanza dal suo precedente record di 89,1 milioni di ospiti stabilito nel 2018. (fonte: Wam)

Tennis, Sinner n.3 al mondo, scavalcato Medvedev

Tennis, Sinner n.3 al mondo, scavalcato MedvedevRoma, 19 feb. (askanews) – E’ il giorno di Jannik Sinner. L’altoatesino, primo giocatore nato negli anni 2000 a raggiungere le 200 vittorie ATP, è il primo italiano nell’era Open a salire tra i primi tre giocatori nel ranking ATP.


Grazie al trionfo a Rotterdam, nel primo torneo giocato dopo il primo trofeo Slam conquistato all’Australian Open, Sinner ha eguagliato il miglior ranking di sempre per un italiano nella storia del tennis maschile. L’Italia può contare questa settimana su sei giocatori tra i primi 100 del mondo. Oltre ai primati di Jannik Sinner, può festeggiare anche Flavio Cobolli che a Delray Beach ha centrato i quarti di finale per la terza volta nel circuito ATP e grazie a questo risultato è entrato per la prima volta tra i primi 70 del mondo. Sale anche Luca Nardi, nuimero 8 d’Italia alle spalle di Fabio Fognini. Il marchigiano ritocca il best ranking alla posizione numero 106. Nella top ten, oltre a quello di Sinner si registra solo la novità De Minaur che entra in top ten. 1 (=0) Novak Djokovic (SRB) 9.855 punti 2 (=0) Carlos Alcaraz (ESP) 9.105 3 (+1) Jannik Sinner (ITA) 8.270 4 (-1) Daniil Medvedev 8.265 5 (=0) Andrey Rublev 5.105 6 (=0) Alexander Zverev (GER) 5.030 7 (=0) Holger Rune (DEN) 3.700 8 (=0) Hubert Hurkacz (POL) 3.600 9 (+2) Alex de Minaur (AUS) 3.210 10 (-1) Taylor Fritz (USA) 3.065