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Banche, Srb: piani risoluzione attuabili “con breve preavviso”

Banche, Srb: piani risoluzione attuabili “con breve preavviso”Roma, 13 feb. (askanews) – L’ente europeo che si occupa della gestione di fallimenti e crisi bancarie, il Single Resolution Board ha presentato la sua nuova strategia operativa per il periodo che si estende fino al 2028, elaborata dopo un anno di consultazioni con tutte le parti coinvolte nell’Unione bancaria. Il documento verrà discusso oggi nel corso di una conferenza organizzata dallo stesso Srb.


Secondo quanto riporta un comunicato, l’attivà di questo organismo vede aprirsi una nuova fase di lavoro che terrà conto del contesto operativo che sta cambiando, mentre le autorità di risoluzione nazionali si stanno muovendo sui preparativi degli elementi chiave dei piani di risoluzione, per includere nuove focalizzazione su simulazioni e preparazioni alle crisi. Questa nuova fase assicurerà che ogni piano e strategia privilegiata di risoluzione per ogni banca possa essere attuato “con breve preavviso – afferma il Srb – rendendoci anche più resilienti e preparati alle crisi”.


La strategia copre tre aree chiave: le attività principali delle banche (core business), i processi di governo degli istituti stessi e, terzo, le risorse umane. La strategia prevede una serie di obiettivi con 20 azioni da attuare da qui al 2028. Indicatori di performance specifici verranno inclusi nel piano pluriennale del Srb. I lavori avvengono in coordinamento con le autorità nazionali, con la Bce, con la Commissione europea e con rappresentanti del panorama bancario. “Le loro indicazioni ci aiuteranno a portare avanti efficienza, semplificazione diventare anche più trasparenti”, ha affermato il presidente del Srb, Dominique Laboureix.

Energia, Birol (Aie): transizione energia pulita non si può fermare

Energia, Birol (Aie): transizione energia pulita non si può fermareRoma, 13 feb. (askanews) – La transizione verso le tecnologie pulite è ormai “impossibile da fermare”, perché ormai insita nelle dinamiche di mercato e non più solamente nelle scelte politiche dei governi. L’ha affermato oggi il direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale per l’energia (Aie) Fatih Birol aprendo il forum sull’innovazione energetica dell’Aie, collegato alla riunione ministeriale di oggi e domani.


“Dobbiamo fare due lavori, per dirla con rudezza. Uno, specialmente tra ora e il 2030, una massiccia, massiccia estensione delle tecnologie pulite che sono già ottenibili commercialmente, spingendole con forza, per esempio il solare, il vento, le pompe di calore, auto elettriche, efficienza energetica, in alcuni paesi l’energia nucleare. Ma, come abbiamo rilevato, anche questa grande spinta non è abbastanza non è sufficiente per raggiungere la decarbonizzazione entro il 2050. Quindi abbiamo bisogno, a quanto abbiamo scoperto, di spingere le tecnologie che non sono ancora sul mercato ma sono in costruzione, siano parte del nostro mix energetico attorno al 2030. Di conseguenza, per il secondo lavoro da fare, la parola magica è ‘innovazione’”, ha sostenuto il direttore generale. Birol ha dato atto che le tecnologie verdi stanno procedendo “più velocemente di quanto molti non realizzino”. Nel 2001 “la quota di eolico più solare nella generazione elettrica globale era lo 0,25%; entro tre anni questa quota raggiungerà il 25%”, ha spiegato il direttore generale. “E’ una grande crescita”, ha detto ancora, affermando inoltre che un eventuale cambiamento di orientamento di uno o due governi sulla transizione non avrebbe effetti rilevanti sulla direzione di marcia, perché sono ormai le forze di mercato a dirigere la trasformazione. “In dieci anni la dimensione di mercato per la produzione di tecnologia a energia pulita raggiungerà 1.000 miliardi di dollari, e questo è il prossimo capitolo del settore industriale”, ha detto Birol, segnalando come la produzione con energia pulita sta diventando un fattore di competizione tra i paesi. “Quindi – ha precisato – certamente un cambiamento politico in questo o quel paese incide, ma io credo che la transizione energetica sia ormai impossibile da fermare”.

Renzi: Conte è una banderuola, oggi con Landini domani con l’Ugl

Renzi: Conte è una banderuola, oggi con Landini domani con l’UglRoma, 13 feb. (askanews) – “Conte è una banderuola, è stato premier con Salvini poi è diventato il magnifico punto di riferimento del progressismo grazie a Zingaretti e Bettini, poi è tornato indietro, avanti… E’ una persona che non ha idee e le cambia a seconda del momento. Oggi è con Landini domani lo trovi con l’Ugl”. Lo ha detto il leader di Italia Viva Matteo Renzi intervistato a Sky Tg24.


“Lui fa il suo la questione è cosa vuole fare il Pd da grande… Elly fa bene a candidarsi alle Europee contro Giorgia Meloni o forse Arianna Meloni, lo scopriremo vivendo” ha concluso Renzi. 

Ismu: nel 2023 157mila sbarchi di migranti, +67% sul 2022 e +133% sul 2021

Ismu: nel 2023 157mila sbarchi di migranti, +67% sul 2022 e +133% sul 2021Milano, 13 feb. (askanews) – Gli sbarchi registrati sulle coste italiane nel 2023 hanno raggiunto volumi simili a quelli del periodo 2014-2017, gli anni della cosiddetta crisi dei rifugiati. In particolare, tra l’1 gennaio e il 31 dicembre 2023 gli sbarchi ammontano a 157mila, con una crescita del 67,1% rispetto allo stesso periodo del 2022 e del 133,6% rispetto al 2021. I decessi nel tentativo di attraversare il Mediterraneo centrale sono in crescita da 1.417 a 2.498, pari rispettivamente a 9 e 13 ogni mille tentati attraversamenti. Il numero complessivo di persone decedute dal 2014 è oltre 22mila, di cui 485 bambini. Sono alcuni dei principali dati del XXIX Rapporto sulle migrazioni 2023, elaborato da Fondazione ISMU ETS (Iniziative e Studi sulla Multietnicità), presentato il 13 febbraio alla Camera di Commercio a Milano.


Nel 2023 sono aumentati i flussi dalla Tunisia (+200% nei primi 10 mesi rispetto al dato complessivo 2022) e leggermente diminuiti quelli dalla Libia (-2.4%). Se si considerano i Paesi d’origine delle persone sbarcate nel 2023 è cresciuto il numero di cittadini originari della Guinea (l’11,6% del totale) seguiti da quelli di Tunisia (11%), Costa d’Avorio, (10,2%), Bangladesh (7,7%) ed Egitto (7%). Sempre secondo il rapporto Ismu, sono in crescita anche gli arrivi alle frontiere terrestri: nel 2022 alla frontiera con la Slovenia erano stati 13.500 (+44% rispetto al 2021), prevalentemente da Pakistan, Afghanistan, Bangladesh, India e Nepal. Nel 2023 gli ingressi tra gennaio e novembre sono stati oltre 11mila, ancora prevalentemente da Pakistan, Afghanistan, Bangladesh.


Passando alle richieste d’asilo, va precisato che solo una parte delle persone entrate irregolarmente in Italia fanno domanda. Inoltre, non tutte derivano dagli sbarchi, ma anche da ingressi via terra, corridoi umanitari, ingressi alla frontiera aeroportuale, ingressi ai sensi del regolamento di Dublino. Nel 2022 le richieste d’asilo sono state 84.289 (di cui 7.090 reiterate), con una crescita del 57% rispetto al 2021, quando le domande erano state 53.609. Nel 2023 le richieste d’asilo verso l’Italia sono state invece 135.820, presentate primariamente da cittadini del Bangladesh (17,3%), dell’Egitto (13,5%) e del Pakistan (12,6%). Fondazione ISMU ETS stima inoltre che al 1 luglio 2023 la maggioranza assoluta della popolazione straniera residente in Italia sia di religione cristiana (53,1%). Gli immigrati ortodossi, tra cui è ricompresa la maggior parte degli ucraini, sono saliti al 29,2%. I cattolici si attestano al 17,0%. Gli evangelici sono scesi al 2,7%, mentre i copti e gli altri cristiani rimangono sostanzialmente invariati (rispettivamente 1,6% e 2,6%). I musulmani rappresentano il 29,7%, seguiti da buddisti (3,3%), induisti (2,1), sikh (1,7%) e altre religioni (0,4%). Gli atei o agnostici sono il 9,7%. In termini assoluti, includendo nei conteggi anche i minori di qualsiasi età, si stima che in Italia al 1° luglio 2023 ci siano circa un milione e 521mila musulmani, un milione e 499mila ortodossi e 870mila cattolici.

Costruire la realtà: Jeff Wall alla Fondation Beyeler a Basilea

Costruire la realtà: Jeff Wall alla Fondation Beyeler a BasileaBasilea, 13 feb. (askanews) – C’è un momento nel quale la fotografia diventa in modo clamorosamente manifesto arte contemporanea. Quel momento ha un nome, ed è quello del canadese Jeff Wall, artista colto e consapevole, che ha saputo ottenere dalla fotografia risultati straordinari all’insegna di un concetto semplice nella sua impossibilità: creare una realtà fotografica profondamente vera utilizzando la costruzione e, nei fatti la finzione. La Fondation Beyeler, celebre museo di Basilea, gli dedica ora una grande mostra antologica che ripercorre tutta la carriera e tutte le diverse tipologie di opere di Wall. A curarla è stato chiamato Martin Schwander: “Jeff Wall – ha detto ad askanews – è uno dei più importanti artisti contemporanei e il suo metodo è quello di produrre immagini che sembrano reali, ma che spesso non lo sono. Nel senso che lui costruisce le immagini, in modi diversi, ma il risultato è un ‘simulacro’ della realtà. Al tempo stesso però lui realizza anche fotografia tradizionale, o di documentazione. Insomma, Jeff Wall utilizza tutte le opzioni che il medium fotografico gli consente come artista”.


Opzioni che hanno una potenza narrativa sorprendente e hanno un potere visionario così forte da apparire talvolta quasi banali, come nel gioco di sguardi tra due uomini nella luce del tramonto, oppure nella scena collettiva di fronte a un nightclub. Ma questa, se volete, semplicità, ha in sé in realtà la natura profonda delle cose, il modo in cui noi vediamo il mondo: quindi le immagini risuonano al massimo grado nella nostra percezione di spettatori. Come un dipinto – e sono evidenti le citazioni della Colazione sull’erba di Manet, così come di un Trittico di Francis Bacon conservato proprio alla Beyeler – o un romanzo, opere insomma che sembrano più vere del vero, “larger than life”, come dicono gli anglosassoni. E altrettanto chiara è la sensazione di stare guardando “arte”. “Ha a che fare anche con la scala – ha aggiunto Schwander – perché sono fotografie molto grandi, che hanno la stessa dimensione dei grandi dipinti del XIX secolo per esempio. Al tempo stesso Wall conosce benissimo la storia dell’arte e conosce il modo in cui si compongono i dipinti e tutto ciò converge nelle sue immagini molto sofisticate, molto elaborate e molto ricche”.


E poi ci sono le immagini impossibili, sia che siano ispirate alla guerra sovietica in Afghanistan, o a un ragazzino che cade da un albero o a una delle fotografie simbolo dell’esposizione alla Beyeler: “Un’improvvisa folata di vento”, ispirata a Hokusai. Jeff Wall ferma letteralmente il tempo e attraverso la costruzione e il lavoro a più livelli di immagine riscrive completamente il senso di “istante decisivo” caro al fotogiornalismo classico. È come se per la fotografia facesse quello che Cervantes ha fatto per il romanzo con il suo “Don Chisciotte”, cioè aggiungesse proprio la letteratura consapevole di se stessa. E in questo intreccio di piani si gioca la partita vera, quella che ci fa dire che non è la fotografia di Wall che somiglia al mondo, ma è il mondo che prova a somigliare al lavoro del fotografo canadese. (Leonardo Merlini)

Il ministro della Difesa Guido Crosetto ricoverato in ospedale per forti dolori al petto

Il ministro della Difesa Guido Crosetto ricoverato in ospedale per forti dolori al pettoRoma, 13 feb. (askanews) – Il ministro della Difesa Guido Crosetto è stato ricoverato d’urgenza nella notte. A seguito di un dolore perdurante da ieri mattina, si apprende da una nota, il ministro Crosetto si è presentato (solo ed a piedi) al pronto soccorso del San Carlo di Nancy, con forti dolori al petto. È stato immediatamente monitorato e poi sottoposto ad una coronarografia. Non ci sono notizie sulle cause ma fonti ospedaliere dicono potrebbe trattarsi di unaápericardite, si legge.

Confindustria, corsa a 4: Orsini, Gozzi, Garrone e Marenghi i candidati

Confindustria, corsa a 4: Orsini, Gozzi, Garrone e Marenghi i candidatiRoma, 12 feb. (askanews) – E’ corsa a quattro per la presidenza di Confindustria. In pista per la successione a Carlo Bonomi ci sono Alberto Marenghi, Emanuele Orsini, Edoardo Garrone e Antonio Gozzi. Ai saggi della Commissione di Designazione, Mariella Enoc, Andrea Moltrasio e Ilaria Vescovi, sarebbero arrivate, secondo quanto si apprende, le candidature di tutti e quattro gli imprenditori.


Il nuovo leader di Confindustria verrà designato, a scrutinio segreto e a maggioranza assoluta dei votanti, il 4 aprile dai 184 membri del Consiglio generale e sarà poi eletto dall’assemblea dei delegati in programma per il 23 maggio. La gara parte, dunque, affollata. Nel giro di poche settimane, però, i candidati potrebbero ridursi se, come nella tradizione confindustriale, si cercheranno alleanze in nome dell’unità del sistema. Anche il lavoro dei saggi potrebbe spingere in questa direzione. Difficile che si arrivi ad un candidato unico, più probabile che anche questa volta la sfida sia a due.


Gozzi, nato a Chiavari nel 1954, è presidente del gruppo Duferco, della Virtus Entella e di Federacciai. Laureato in Economia e Commercio presso l’Università di Genova, si è sempre occupato di attività e temi riguardanti l’industria, l’energia e lo shipping. È inoltre presidente di Interconnector Energy Italia, il consorzio che organizza le prime 80 imprese italiane energivore nei settori dell’acciaio, della chimica del cemento e della carta. E’ membro del Consiglio Generale di Confindustria e dell’Esecutivo dell’Aspen Institute. Fa parte, poi, del Comitato Tecnico Energia di Confindustria, occupandosi, in particolare, dei complessi problemi tecnologici e finanziari che il processo di decarbonizzazione del sistema manifatturiero comporta. Marenghi, casse 1976, di Mantova, è amministratore delegato di Cartiera Mantovana. L’azienda è stata fondata da un suo antenato nel 1615 e Marenghi ne rappresenta la 17ma generazione. Nel 2010 fonda Cartiera Galliera, di cui è presidente e amministratore delegato, con sede a Padova e successivamente nel 2013 Sumus Italia, di cui è vicepresidente, con sede a Milano. Quanto alla ‘carriera’ in Confindustria, nel 2001 viene eletto presidente regionale dei Giovani Imprenditori della Lombardia e nel 2008 vicepresidente nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria. Nel 2014, all’età di 37 anni, viene eletto presidente di Confindustria Mantova. Da maggio 2020, con la presidenza Bonomi, è vicepresidente nazionale di Confindustria con delega all’Organizzazione, Sviluppo Associativo e Marketing.


Anche Orsini è nella squadra di Bonomi come vicepresidente con la delega al Credito, alla Finanza e al Fisco. Emiliano, classe 1973, è amministratore delegato di Sistem Costruzioni, e di Tino Prosciutti. Inoltre è presidente di Maranello Residence, consigliere delegato di Sistem Cubiertas Iberica Sl e consigliere di amministrazione di Afi – Associazione Forestale Italiana. Garrone, nato a Genova nel 1961, è presidente del Consiglio di Amministrazione di San Quirico, la Holding finanziaria del Gruppo Garrone-Mondini, ed è presidente del Gruppo Erg. Inoltre riveste il ruolo di presidente del Consiglio di Amministrazione de Il Sole 24 Ore. Lunga la sua esperienza confindustriale. Dal 2000 al 2002 è stato presidente nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria. Da maggio 2008 ad aprile 2012 è stato vicepresidente di Confindustria per l’Organizzazione e il Marketing Associativo. Da maggio 2014 ad aprile 2016, Garrone è stato componente del Comitato di Presidenza di Confindustria, con delega per l’Internazionalizzazione associativa. Da maggio 2012 ad aprile 2014 ha rivestito il ruolo di presidente del Comitato tecnico per l’Ambiente e Internazionalizzazione del Sistema associativo.


Secondo l’articolo 12 dello statuto di Confindustria, i tre saggi sono ora chiamati a tutte le verifiche sui candidati. Un lavoro da svolgere insieme al Consiglio etico e al Collegio speciale dei Probiviri confederali. In settimana partirà, poi, il “tour” nazionale di Enoc, Moltrasio e Vescovi. I tre apriranno le consultazioni con la base imprenditoriale giovedì 15, a Milano, nelle sede di Federchimica. Seconda tappa sarà Bologna il 16 febbraio. Poi i tre si sposteranno a Torino il 23 febbraio. Il 28 e 29 febbraio saranno a Roma nella sede di Confindustria. Il primo marzo di nuovo a Milano, questa volta in Assolombarda. Il 9 marzo a Padova e come tappa finale ci sarà Napoli l’11 marzo. Al termine delle consultazioni, i saggi individueranno i nominativi dei candidati che saranno chiamati ad ufficializzare l’accettazione della candidatura e ad illustrare il proprio programma in occasione del Consiglio Generale del 21 marzo.

Salvini punge Meloni su trattori,fondi per Irpef in arrivo

Salvini punge Meloni su trattori,fondi per Irpef in arrivoRoma, 12 feb. (askanews) – Il vento (leghista) delle europee soffia sul fuoco della protesta dei trattori, segmento rilevante dell’elettorato di centrodestra. Il leader del Carroccio e vicepremier Matteo Salvini oggi ha convocato in video conferenza i dirigenti del partito e la dichiarazione che ne è uscita è stato un chiaro messaggio a Giorgia Meloni: sul ripristino dell’esenzione Irpef non basta limitarsi ai redditi sotto i 10 mila euro, il governo deve fare di più.


Sull’esenzione Irpef, ha detto Salvini nel pomeriggio, “vogliamo coinvolgere un numero sempre maggiore di imprenditori agricoli, aggiungendo altre risorse rispetto a quanto già ipotizzato”. La proposta della Lega era quella di estenderla al di sopra della fascia dei 10 mila euro. Tra le altre proposte del Carroccio figurano l’approvazione della proposta sul controllo dei prezzi e costi di produzione e l’accelerazione dei provvedimenti per limitare i danni provocati dalla fauna selvatica, oltre a un secco “no” all’intesa con i Paesi del Mercosur a cui sta lavorando Bruxelles. Per l’Irpef – la vera partita – il problema sono le risorse. Al lavoro su questo si sono messi ormai da giorni il ministro leghista dell’Economia Giancarlo Giorgetti e il suo vice (Fdi) Maurizio Leo, in stretto contatto con il ministro Francesco Lollobrigida, che ieri aveva incontrato alcuni manifestanti al presidio sulla Nomentana a Roma. E dalle pieghe del bilancio, non senza fatica, in serata sono uscite alcune risorse aggiuntive, alla base di un emendamento governativo che sarà presentato al Milleproroghe. “La norma – spiegano fonti parlamentari – prevede, oltre alla franchigia per esentare dal pagamento i redditi agrari e dominicali fino a 10.000 euro, anche una riduzione del 50% dell’importo da pagare per i redditi tra i 10.000 e i 15.000 euro”. Un intervento che, per le fonti, dimostra il “massimo impegno” del governo per il comparto. “In Italia abbiamo investito molto sull’agricoltura, le risorse sono aumentate”, ha assicurato Meloni al Tg5, dicendo di “capire” le proteste degli agricoltori e attaccando le “follie” europee “di quella che dicevano fosse una transizione ecologica ma in realtà era una transizione ideologica”. Da parte sua la Lega esprime “grande soddisfazione” per l’aumento delle risorse per l’Irpef, un esito – rivendica – “richiesto sin dalla scorsa settimana da Matteo Salvini”.


Tensione rientrata, dunque, ma anche se per la premier la maggioranza è “compatta” al di là delle “sfumature”, è evidente che quello degli agricoltori è solo uno dei terreni di scontro interni al governo e alla maggioranza (tra gli altri si possono inserire la coppia premierato-autonomia; la giustizia; i balneari, tanto per fare alcuni esempi) su cui da qui al voto di giugno si giocherà la ‘competition’ tra le forze di centrodestra.Per Bruxelles, ma sopratutto per i rapporti di forza in Italia.

Convergenza complicata opposizioni su mozioni M.O,Pd valuta domani

Convergenza complicata opposizioni su mozioni M.O,Pd valuta domaniRoma, 12 feb. (askanews) – Le opposizioni arrivano di nuovo in ordine sparso al voto sulle mozioni sul Medio oriente, ogni partito di opposizione presenta un proprio documento e solo domattina si capirà se sarà possibile almeno arrivare a qualche sostegno incrociato sui rispettivi documenti. Il Pd ha fissato la sua linea già a gennaio, scrivendo una mozione che ha messo d’accordo tutte le anime del partito, ma su questo non c’erano stati problemi nemmeno quando si è votato sull’Ucraina. Anche alIora i problemi nacquero, appunto, quando si trattò di decidere come comportarsi sui documenti degli altri partiti e lì ci furono delle smagliature, un pezzo di Pd votò anche una parte della mozione del governo nonostante la linea del partito fosse l’astensione sulle altre mozioni.


Questa volta i democratici sembrano orientati a orientato a votare solo il proprio documento, ma si valuterà domattina se astenersi o non partecipare proprio al voto sugli altri testi. L’ala più moderata del partito ha già mosso critiche su almeno due passaggi del testo di Verdi e Sinistra, in particolare su due punti: innanzitutto, la parte in cui si impegna il governo a lavorare per “un cessate il fuoco immediato ed incondizionato a Gaza”. Quell’ “incondizionato” non piace alla minoranza Pd, che vorrebbe comunque legare la richiesta del cessate il fuoco alla liberazione degli ostaggi israeliani, come scritto nella mozione dem. Inoltre, viene giudicato inaccettabile che Verdi e Sinistra chiedano al governo di sostenere l’iniziativa del Sud Africa contro Israele – accusata di “genocidio” – presso la Corte internazionale dell’Aja. Sul testo M5s, invece, non c’è ancora un giudizio compiuto nel Pd. I 5 stelle hanno aggiornato la mozione presentata già lo scorso novembre e nel nuovo documento chiederanno a loro volta una cessate il fuoco, un percorso negoziale centrato sulla linea dei ‘Due popoli, due stati, con lo Stato Palestina disegnato secondo i confini 1967. Inoltre, si sollecita una missione di interposizione a Gaza sotto l’egida dell’Onu e si chiede di fare luce su Unrwa e sulle voci che parlano di un coinvolgimento di alcuni dipendenti nell’attacco del 7 ottobre a Isarele, sostenendo però la salvaguardia dei finanziamenti all’Agenzia per supportare i rifugiati palestinesi. Inoltre, vengono chieste sanzioni mirate contro i coloni israeliani estremisti in Cisgiordania e la sospensione delle attività dell’Eni al largo di Gaza.


Inoltre – e questo punto è una novità – M5s impegna il governo ad attivarsi immediatamente, sia in seno all’Unione europea che insieme agli alleati e alle organizzazioni internazionali, al fine di scongiurare l’iniziativa militare israeliana nella zona di Rafah, compresa una nuova incursione di terra. Questo ultimo impegno, sottolineano dai 5 stelle, è stato aggiunto nella mozione per rispondere agli ultimi eventi sul terreno e all’allarme dell’Onu che ha parlato di potenziale “catastrofe” a proposito di Rafah. Il Pd farà il punto domattina, con gli altri alleati ci si sentirà nelle stesse ore. Luana Zanelli, Verdi-Sinistra, si augura almeno un voto per parti separate, in modo da poter condividere almeno i punti sui quali le posizioni collimano: “Le mozioni che coincidono con la nostra le voteremo. Ci sarà reciprocità almeno per tutte le parti che coincidono. Peccato che non si riesca ad avere una convergenza di tutta l’opposizione su unte ma così decisivo, ma man mano ci avviciniamo, spero. Si faranno votazioni per parti separate e cercheremo di convergere il più possibile”. Ma, appunto, il Pd sta valutando l’ipotesi di votare solo il proprio testo. Si vedrà domattina quale soluzione verrà scelta, anche perché i democratici devono anche decidere come comportarsi sul testo della maggioranza. Elly Schlein aveva annunciato ieri una telefonata a Giorgia Meloni per provare a chiedere un’azione unitaria per il cessate il fuoco, ma allo stato non sono arrivate novità su questo punto.

Protesta trattori,Lega: accolte nostre proposte,ora battaglia in Ue

Protesta trattori,Lega: accolte nostre proposte,ora battaglia in UeMilano, 12 feb. (askanews) – “L’emendamento del governo al decreto Milleproroghe sull’Irpef agricola accoglie lo spirito delle proposte che la Lega avanza da giorni a tutela dei lavoratori agricoli. Il dimezzamento delle tasse da pagare per i redditi dominicali e agrari tra 10 mila e 15 mila euro amplia il perimetro dei beneficiari, come da subito ha chiesto la Lega”. Lo rivendicano fonti della Lega. “Ora avanti con le battaglie in Europa, dopo i troppi danni della Commissione Ue”, aggiungono le stesse fonti.