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Mps: utile 2023 oltre 2 miliardi, dopo 13 anni torna il dividendo

Mps: utile 2023 oltre 2 miliardi, dopo 13 anni torna il dividendoMilano, 7 feb. (askanews) – Mps chiude il 2023 con un utile netto pari a 2,052 miliardi di euro, rispetto a una perdita di 178 milioni del 2022, e ritorna dopo 13 anni al dividendo, in anticipo di due anni rispetto al target di piano. Prevista una cedola di 0,25 euro per azione, per un totale di 315 milioni. L’ultima volta che Rocca Salimbeni aveva distribuito i dividendi risale al 2011.


La proposta del dividendo, previa autorizzazione della Bce e approvazione dell’assemblea dei soci, “è conforme al commitment sul ‘dividend ban’ imposto dalla Commissione europea – sottolinea la banca -, in quanto i ratios patrimoniali di Mps risultano ampiamente superiori ai parametri fissati dalla Commissione stessa per consentire il pagamento di dividendi”. L’utile del solo quarto trimestre – inclusivo di 466 milioni di rilasci netti di accantonamenti su fondi rischi e oneri e di un positivo effetto netto delle imposte per 339 milioni – è stato pari a 1,12 miliardi. Nell’ultima parte dell’anno sono arrivate le sentenze di assoluzione degli ex vertici Mussari-Vigni e Viola-Profumo che hanno permesso di liberare risorse utili al rafforzamento patrimoniale della banca. La solidità patrimoniale è infatti ai vertici del sistema, sottolinea Mps: a fine 2023, il Cet1 ratio fully loaded è al 18,1%, in crescita di 248 punti base su anno e post distribuzione di dividendi. L’ammontare del petitum per rischi legali straordinari si è ridotto a fine 2023 a circa 890 milioni, non considerando la causa promossa dai Fondi Alken (450 mln), riguardo cui, a seguito della già positiva sentenza di primo grado, a dicembre è stata emessa una sentenza conforme a favore della banca da parte della Corte d’Appello di Milano.


Nel 2023, il gruppo Mps ha realizzato ricavi complessivi per 3,79 miliardi, in aumento del 21,7% rispetto all’anno precedente, con il margine di interesse a 2,292 miliardi (+49,3%). Il risultato operativo lordo è pari a 1,954 miliardi, quasi raddoppiato rispetto al 31 dicembre 2022. I risultati 2023 beneficiano anche degli interventi strutturali di efficientamento dei costi operativi (-12,6% su anno) con un cost/income al 49%, in forte riduzione rispetto a fine 2022 (68%).

Sanremo prima serata: Mengoni mattatore, Bertè infiamma e guida classifica

Sanremo prima serata: Mengoni mattatore, Bertè infiamma e guida classificaSanremo, 7 feb. (askanews) – Cala il sipario sulla prima serata del Festival di Sanremo, nel segno di una co-conduzione perfetta di Marco Mengoni, che ha affiancato Amadeus. Loredana Bertè con “Pazza” chiude al primo posto nella classifica provvisoria. Nella serata con il voto riservato alla stampa, la rocker – che ha trascinato il pubblico dell’Ariston – guida la classifica, seguita al secondo posto da Angelina Mango, al terzo da Annalisa, al quarto da Diodato e al quinto Mahmood.


Marco Mengoni è il vero protagonista della prima serata del Festival di Sanremo. Il cantante, vincitore della scorsa edizione, nella veste di co-conduttore, ha infiammato il Teatro Ariston con le sue esibizioni: dal brano “Due vite” fino a un medley che ha trascinato il pubblico sulle note del brano “L’essenziale”, con cui ha vinto il suo primo Festival. Per lui standing ovation. E’ stato proprio lui ad aprire ufficialmente la 74esima edizione della kermesse sanremese. Ha cantato, ha presentato i suoi “colleghi”, ha scherzato con Amadeus lanciando il “preserbacino”, una sorta di separatore per evitare baci in bocca tra ‘sconosciuti’, a richiamare il bacio di Rosa Chemical con Fedez dello scorso anno.


Poi spazio alla musica. Nella prima serata si sono esibiti tutti i 30 artisti in gara. La prima a scendere le scale dell’Ariston è stata Clara. Fiorella Mannoia si è esibita a piedi nudi, indossando un elegante abito bianco con pizzo; il pezzo rock di Loredana Bertè ha trascinato il pubblico del Teatro; La Sad ha portato sul palco il tema del suicidio, mostrando alcuni cartelli sul fenomeno: “Non parlarne è un suicidio”, “Io so solo che non voglio più soffrire” e “La musica ci ha salvato la vita”. Sul palco una travolgente Angelina Mango con la sua “Noia” (un brano che ha tutt’altro che annoiato), una commossa Alessandra Amoroso con un brano autobiografico con cui si è messa a nudo, riprendendosi la vita dopo l’odio social che l’ha invasa nell’ultimo anno. Ed ancora: Annalisa, tra le favorite per i bookmakers, i The Kolors con un brano che è già tormentone. Big Mama porta la body positivity all’Ariston e si commuove. Due ospiti sportivi nella prima serata: il primo, rimasto segreto fino all’ultimo, Zatlan Ibrahimovic, che ha scherzato con Amadeus: “Ho 42 anni, ho smesso perché ho ascoltato il mio corpo”, ha detto il campione di calcio. La seconda superospite è la sciatrice e campionessa del mondo Federica Brignone. “Sciare è musica, e tanta adrenalina”, ha detto.


C’è spazio, sul palco dell’Ariston, per ricordare Giogiò Cutulo, il 24enne musicista ucciso durante una rissa per uno scooter parcheggiato male, nel napolatano. Un messaggio commosso da parte della madre Daniela: “”Proprio perché l’amore è il contrario della morte – ha detto commossa la mamma – tu stasera vivi grazie alla musica. Tutta Italia sta ascoltando il talento e le note del maestro Giovan Battista Cutolo”. Non mancano le gag di Amadeus con Fiorello. “Ama pensati libero… È l’ultimo”, è lo striscione mostrato dallo showman, richiamando simpaticamente lo slogan che aveva messo in mostra Chiara Ferragni l’anno scorso.


Di Serena Sartini

Mengoni super co-conduttore alla prima serata del Festival

Mengoni super co-conduttore alla prima serata del FestivalSanremo, 7 feb. (askanews) – E’ Marco Mengoni il vero protagonista della prima serata del Festival di Sanremo. Il cantante, vincitore della scorsa edizione, nella veste di co-conduttore, ha infiammato il Teatro Ariston con le sue esibizioni: dal brano “Due vite” fino a un medley che ha trascinato il pubblico sulle note del brano “L’essenziale”, con cui ha vinto il suo primo Festival. Per lui standing ovation.


E’ stato proprio lui ad aprire ufficialmente la 74esima edizione della kermesse sanremese. Ha cantato, ha presentato i suoi “colleghi”, ha scherzato con Amadeus lanciando il “preserbacino”, una sorta di separatore per evitare baci in bocca tra ‘sconosciuti’, a richiamare il bacio di Rosa Chemical con Fedez dello scorso anno. Poi spazio alla musica. Nella prima serata si sono esibiti tutti i 30 artisti in gara. La prima a scendere le scale dell’Ariston è stata Clara. Fiorella Mannoia si è esibita a piedi nudi, indossando un elegante abito bianco con pizzo; il pezzo rock di Loredana Bertè ha trascinato il pubblico del Teatro; La Sad ha portato sul palco il tema del suicidio, mostrando alcuni cartelli sul fenomeno: “Non parlarne è un suicidio”, “Io so solo che non voglio più soffrire” e “La musica ci ha salvato la vita”. Sul palco una travolgente Angelina Mango con la sua “Noia” (un brano che ha tutt’altro che annoiato), una commossa Alessandra Amoroso con un brano autobiografico con cui si è messa a nudo, riprendendosi la vita dopo l’odio social che l’ha invasa nell’ultimo anno. Ed ancora: Annalisa, tra le favorite per i bookmakers, i The Kolors con un brano che è già tormentone.


Due ospiti sportivi nella prima serata: il primo, rimasto segreto fino all’ultimo, Zatlan Ibrahimovic, che ha scherzato con Amadeus: “Ho 42 anni, ho smesso perché ho ascoltato il mio corpo”, ha detto il campione di calcio. La seconda superospite è la sciatrice e campionessa del mondo Federica Brignone. “Sciare è musica, e tanta adrenalina”, ha detto. C’è spazio, sul palco dell’Ariston, per ricordare Giogiò Cutulo, il 24enne musicista ucciso durante una rissa per uno scooter parcheggiato male, nel napolatano. Un messaggio commosso da parte della madre Daniela: “”Proprio perché l’amore è il contrario della morte – ha detto commossa la mamma – tu stasera vivi grazie alla musica. Tutta Italia sta ascoltando il talento e le note del maestro Giovan Battista Cutolo”.


E poi non mancano le gag di Amadeus con Fiorello. “Ama pensati libero… È l’ultimo”, è lo striscione mostrato dallo showman, richiamando simpaticamente lo slogan che aveva messo in mostra Chiara Ferragni l’anno scorso.

Il 74esimo Festival, Mengoni: nulla sarà più come prima. Amadeus: Sanremo si ama

Il 74esimo Festival, Mengoni: nulla sarà più come prima. Amadeus: Sanremo si amaSanremo, 6 feb. (askanews) – Dopo la Fanfara del quarto Reggimento a cavallo dei carabinieri che, schierata davanti al Teatro Ariston, diretta dal luogotenente Fabio Tassinari, ha eseguito la “Fedelissima”, Marco Mengoni ha aperto ufficialmente la 74esima edizione del Festival di Sanremo. E’ il vincitore dell’ultima edizione, con il brano “Due vite”, a scendere le scale dell’Ariston per primo e a dare il via ufficiale alla kermesse, acclamato dal pubblico. Mengoni è per questa sera il coconduttore del Festival, accanto ad Amadeus, giunto alla sua quinta (e probabilmente ultima) conduzione.


“Che abbia inizio la 74esima edizione del Festival di Sanremo”, così Mengoni ha annunciato ufficialmente l’avvio del Fetival di Sanremo. “Manca pochissimo e poi nulla sarà più come prima. Tra un attimo ascolteranno le 30 nuove canzoni – ha aggiunto – qualcuna la ameremo, qualcuno non ci piacerà, ci sarà quella che ricorderemo per sempre. E forse quella che urleremo a un concerto, in qualche modo cominceremo a far parte delle nostre giornate”. Poi è stata la volta di Amadeus. Il segno della croce (come gli altri anni), un bacio alla moglie Giovanna e al figlio Josè, e l’avvio del Festival di Sanremo. “Sanremo si ama”, dice Amadeus aprendo la kermesse al Teatro Ariston.


Dopo un breve saluto di Mengoni e di Amadeus si è aperta la gara musicale del Festival di Sanremo con Clara che si è esibita nel pezzo “Diamanti grezzi”. “E’ bellissimo, mi batte forte il cuore”, ha detto l’artista. Sangiovanni è stato il secondo artista in gara, con il brano “Finiscimi”. In total white, l’artista si è esibito per la seconda volta sul palco dell’Ariston. L’anno scorso si esibì come ospite insieme a Gianni Morandi. La terza cantante in gara Fiorella Mannoia, pizzo a sirena, abito con pizzo di Luisa Spagnoli totalmente bianco. E scalza. Così si è presentata sul palco del Teatro Ariston. Che effetto fa? Gli domanda Amadeus. “Bellissimo, come sempre”, ha detto l’artista che si è esibita con il brano Mariposa.


E a sorpresa poi si è presentato Zlatan Ibrahimovic: è il superospite rimasto segreto fino all’ultimo minuto nella prima serata del Festival di Sanremo.

Schlein: protesta trattori è per scelte governo, non contro Ue

Schlein: protesta trattori è per scelte governo, non contro UeBruxelles, 6 feb. (askanews) – La soddisfazione espressa dalla destra e dalla premier Giorgia Meloni per l’annuncio dato della presidente della Commissione Ursula von der Leyen che verrà ritirata la proposta di regolamento Ue per la riduzione dei pesticidi “fa ridere”, come fa ridere il tentativo di questo governo di “intestarsi” la protesta degli agricoltori, dicendo che sono dirette contro l’Europa, mentre dipende dalle scelte dello stesso governo. E’ quanto ha affermato da Strasburgo la segretaria del Pd Elly Schlein, incontrando i giornalisti durante la sua visita al Parlamento europeo.


“Devo dire – ha detto Schlein – che mi ha fatto ridere vedere Giorgia Meloni rivendicare a sé questa scelta, che è stata presa oggi, di ritirare una proposta che, forse lei non lo sapeva, era stata già bocciata da quest’Aula”. La plenaria del Parlamento europeo, in effetti, aveva respinto in prima lettura il 22 aprile scorso la proposta di regolamento per la riduzione dei pesticidi, dopo che gli emendamenti del centro destra l’avevano svuotata stravolta”. “Mi fa ridere – ha continuato la segretaria del Pd – perché è lo stesso governp che in realtà ha sostenuto la Pac contro cui si muove questa protesta” del mondo agricolo, “è lo stesso governo che ha non ha prorogato l’esenzione Irpef, un altro motivo per cui gli agricoltori stanno protestando; e soprattutto ha tolto il supporto ai giovani agricoltori. Continuano a dire che la protesta è contro altri, è contro l’Europa non è contro di loro; ma come al solito non si assumono le loro responsabilità di avere voltato le spalle al settore agricolo”.


E questo, ha puntualizzato Schlein, “l’hanno fatto con atti concreti: vorrei ricordare che questa destra, che nega i cambiamenti climatici, ne sta negando anche gli effetti che mettono in difficoltà proprio gli agricoltori. Pensate alla siccità: che cosa ha fatto questo governo? Niente. Pensate agli eventi estremi che hanno colpito duramente il settore agricolo, e non soltanto in Italia, alle alluvioni in Emilia Romagna e in Toscana. Ecco, quelle imprese stanno ancora aspettando i ristori promessi da Giorgia Meloni, che non arrivano”. “Questa – ha osservato la segretaria del Pd – è una destra che, mentre fa propaganda per negare l’emergenza climatica, lascia da soli gli agricoltori esposti ai danni già fortissimi che quella stessa emergenza climatica produce in un paese fragile come il nostro. Per noi, la strada deve essere invece quella di pretendere piani europei e un bilancio europeo con molte più risorse, per sostenere gli agricoltori nelle trasformazioni che sono necessarie. Altrimenti – ha avvertito – il rischio, che si sta già concretizzando, è che saremo travolti da quello che sta accadendo. Perché quando colpiscono le alluvioni, e abbiamo visto in Emilia-Romagna degli alberi da frutto che crescono in 5-6 anni essere letteralmente spazzati via, quello è un danno molto concreto, e serve un grande supporto non solo da parte europea, ma anche da parte del governo, che invece cerca di intestarsi una protesta che è anche contro lo stesso governo”.


Infine, Schlein ha ricordato la questione, stranamente poco presente nelle proteste di questi giorni, dell’accaparramento del valore aggiunto dei prodotti agricoli da parte della grande distribuzione, che a volte costringe gli agricoltori a vendere sottocosto i loro prodotti. “Volevo aggiungere una cosa, c’è un’altra questione che mi preme – ha detto la segretaria del Pd -, su quanto il governo italiano fa propaganda: ora cerca maldestramente di cavalcare questa protesta, ma non si assume le responsabilità dei suoi errori e delle sue mancanze. Non si parla mai abbastanza”, e il governo “non ha mai riunito il mondo agricolo per riflettere sul fatto che spesso gli agricoltori si trovano a vendere a un prezzo che è più basso del loro costo di produzione”, ha rilevato. “Qui c’è una grande riflessione da fare – ha sottolineato Schlein – su come funziona tutta la filiera agroalimentare, su come arriva la grande distribuzione, su chi fa grandi margini di profitti e chi invece come gli agricoltori, sottoposti a enorme stress, hanno visto sempre più ridotti i loro guadagni, fino a che diventa quasi insostenibile produrre”.


“Io penso – ha concluso Schlein – che non dobbiamo rinunciare ad affrontare l’emergenza climatica perché altrimenti, a partire proprio da quel settore, saremmo comunque travolti”.

Premierato, maggioranza pronta a cambiare (ancora) anti-ribaltone

Premierato, maggioranza pronta a cambiare (ancora) anti-ribaltoneRoma, 6 feb. (askanews) – Che l’accordo trovato in extremis fosse tutt’altro che definitivo, nella maggioranza era chiaro sin dal momento in cui gli emendamenti sono stati depositati dal governo lunedì pomeriggio. Nonostante il ‘sigillo’ messo dal Giappone direttamente dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, dunque, il testo del ddl sul premierato è destinato a cambiare ancora una volta. O meglio, lo è la controversa norma anti ribaltone, quella fortemente voluta dalla Lega ma che, soprattutto nella versione originale, per Fratelli d’Italia non dava al premier eletto un potere fondamentale: quello di portare allo scioglimento della legislatura.


Ed ora è la ministra per le Riforme, Elisabetta Casellati, che pure ha firmato l’ultima riformulazione, a dire in chiaro che il testo potrebbe essere cambiato. Tutto questo, mentre ancora non sono scaduti nemmeno i termini per la presentazione dei subemendmenti che le opposizioni hanno chiesto e ottenuto di far slittare a mercoledì alle 10. Il problema resta sostanzialmente quello sollevato da Marcello Pera e da vari costituzionalisti: che cosa accade se dovesse venire a mancare la fiducia al governo su un provvedimento? Il testo non contempla esplicitamente questo caso e fonti di maggioranza fanno notare che, d’altra parte, nemmeno nella Costituzione com’è ora se ne parla. C’è chi sostiene che in quel caso si rientra nel novero delle dimissioni volontarie, e dunque nei casi previsti dalla norma, ossia: chiedere lo scioglimento o tentare il reincarico oppure procedere alla “staffetta” con il famoso secondo premier. Molti esperti, e lo stesso Pera che pure è senatore di Fdi, ritengono invece che in questo caso le dimissioni sarebbero dovute, aprendo quindi a uno scenario diverso da quello fissato dal testo attuale.


Ed è per questo che una delle ipotesi di modifica è proprio quello di eliminare l’aggettivo “volontarie” dal testo. Lo ammette la stessa Casellati. A suo giudizio la norma è “chiara” così com’è, “ma se deve dar luogo a troppi dubbi interpretativi uno toglie ‘volontarie’ e ricomprende tutti. La parola ‘volontarie’ dal mio punto di vista allarga, non stringe. Però se dovesse dar luogo a una interpretazione, non c’è nulla di immodificabile nella vita”. Per Fratelli d’Italia, che aveva come punto di partenza quello del presidenzialismo, qualsiasi modifica deve avere un unico scopo: quello di dare più poteri al premier eletto, di certo di più di quanti ne abbia il secondo. In questo senso la riformulazione presentata, e ancora di più l’eventuale decisione di eliminare l’aggettivo volontarie, viene considerato fatto positivo. Tuttavia, finché resta la previsione di un sostituto, come vuole il Carroccio, questi avrà sempre dalla sua il ‘vantaggio’ di essere l’ultima chance, pena la fine della legislatura e il tutti a casa che nessun eletto gradisce mai. Sarà anche per questo che un senatore del Pd oggi ironizzava: “La Lega è riuscita ad averla vinta anche questa volta”. Ed è per questo che fonti del partito di Salvini fanno sapere di essere poco propense a ulteriori ritocchi.

Centrosinistra, Conte: lavorare per pace non per posizione unitaria

Centrosinistra, Conte: lavorare per pace non per posizione unitariaRoma, 6 feb. (askanews) – Fra le forze di sinistra e progressiste non si trova una sintesi unitaria sui temi delle guerre? “No, no, noi – ha risposto ai cronisti il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte – invece confidiamo che col dialogo si possa arrivare a una posizione che sia assolutamente… ma più che unitaria ci interessa una soluzione, una posizione che possa rafforzare chi sta lavorando a una exit strategy, una via d’uscita sia per quanto riguarda il conflitto russo-ucraino sia per quanto riguarda l’attuale carneficina cui stiamo assistendo, che si sta compiendo a Gaza”.


Secondo l’ex premier “non è tanto il problema di una posizione unitaria, dobbiamo lavorare perché maturi una posizione, si rafforzino ovviamente le istanze a favore di negoziati assolutamente di pace, sia in un conflitto che nell’altro”. Conte ha parlato a margine di un convegno sulle guerre organizzato dal Comitato per la democrazia costituzionale, nel corso del quale era atteso un suo intervento: essendo giunto sul posto in ritardo, il presidente del M5S ha comunque raggiunto la sala per un saluto con gli organizzatori, ai quali ha espresso “apprezzamento” per l’iniziativa che si era appena conclusa.

Ue, Schlein: non ci sarà maggioranza di centro-destra dopo europee

Ue, Schlein: non ci sarà maggioranza di centro-destra dopo europeeBruxelles, 6 feb. (askanews) – Non ci sarà una maggioranza di centro-destra al Parlamento europeo dopo le elezioni di giugno, come vorrebbero i Conservatori, la Lega e l’estrema destra. Lo ha affermato a Strasburgo la segretaria del Pd Elly Schlein, incontrando i giornalisti durante la sua visita al Parlamento europeo.


“Non ci sarà una maggioranza di questo tipo, perché noi siamo convinti che, anche grazie al nostro contributo, ci sarà un fortissimo risultato di successo del Partito socialista europeo a queste elezioni”. Sarà, ha detto Schlein, “l’unico vero argine per evitare che ci sia anche in questo Parlamento una maggioranza tra destra ed estrema destra. Ormai – ha rilevato – le differenze sono sempre più sfumate: io penso che sia veramente vergognoso vedere i Popolari, con la loro tradizione di famiglia politica e cultura politica che ha contribuito a fondare l’Unione europea, correre ora dietro ai nazionalisti e agli antieuropeisti. Mi sembra un tradimento della loro stessa storia”. “Noi siamo l’argine – ha insistito Schlein – rispetto a questa deriva, che si sta già traducendo proprio in Italia nel vero volto della destra. Da quando sono al governo hanno iniziato colpendo le fasce più fragili della nostra società: hanno iniziato togliendo l’unico strumento di supporto contro la povertà, hanno iniziato colpendo i migranti, mettendo in discussione i diritti fondamentali delle persone LGBTQ-plus. E torno a ribadirlo, oggi che c’è stato un pronunciamento serve una legge per il riconoscimento dei figli e delle figlie delle coppie omogenitoriali, e su questo noi continueremo a batterci in Parlamento”.


Dal punto di vista economico, la Destra, ha continuato Schlein, “manca completamente di un piano industriale per l’Italia: vediamo vertenze molto gravi aperte sulla pelle di lavoratrici e lavoratori, e il governo sostanzialmente è fermo e da un anno ci propina solo delle piccole bandiere identitarie che ficca tra gli occhi dei più fragili. La stessa cosa abbiamo visto con i tagli alla sanità pubblica, con i tagli alle pensioni, e in particolare alle pensioni delle donne. Quindi davanti a tutto questo siamo qui” in Europa “anche per lavorare con il gruppo socialdemocratico” del Parlamento europeo. “Lo incontrerò a breve per mettere a punto la nostra grande battaglia per l’Europa che vogliamo, che passa per la giustizia sociale, che passa per un’Europa della salute, del lavoro; per la battaglia di cui si è fatta sul salario minimo, sui diritti di lavoratrici e lavoratori delle piattaforme, per l’abolizione degli stage gratuiti. Battaglie con cui il Partito democratico si sta presentando anche in tutto il territorio italiano”. “Così come continueremo a batterci – ha aggiunto la segretaria del Pd -per una conversione ecologica che prenda per mano le persone più fragili e spaventate, le aziende, gli agricoltori naturalmente, le famiglie che hanno paura di non riuscire a permettersi quello che accade con questa svolta. Noi saremo lì al loro fianco per pretendere che l’Unione europea vada avanti con la grande intuizione del ‘Nextgeneration.EU’, il più grande piano di investimenti comuni della storia europea, esattamente quello che serve e che la Destra oggi non vuole chiedere perché non ci crede e non ci ha mai creduto”.


“Noi siamo quella forza socialdemocratica che invece vuole portare avanti questa giusta intuizione, perché finalmente in Italia – ha concluso Schlein – si è visto il volto sociale dell’Europa che prende per mano chi è più in difficoltà”.

L’orso M90 è stato abbattuto in Trentino, l’Oipa: eseguita la sentenza di condanna di Fugatti

L’orso M90 è stato abbattuto in Trentino, l’Oipa: eseguita la sentenza di condanna di FugattiMilano, 6 feb. (askanews) – “L’orso M90 è stato ucciso. È stata eseguita oggi pomeriggio la sentenza di condanna a morte decretata dal presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti”. Così l’Organizzazione internazionale protezione animali che si era fino all’ultimo appellata per tutela della vita e della libertà del giovane plantigrado.


“Una politica miope e nemica degli animali quella della Pat, che non tutela la biodiversità – commenta l’Oipa -. Abbiamo sperato fino all’ultimo in un ripensamento, in considerazione della speciale protezione di cui gode la specie anche a livello europeo e nel rispetto dell’articolo 9 della Costituzione che tutela la biodiversità, ma il presidente Fugatti è stato sordo anche alle istanze dell’opinione pubblica che vorrebbe un Trentino amico degli animali”. L’Oipa presenterà nelle prossime ore una richiesta di accesso agli atti per conoscere i dettagli della vicenda, anche perché nella scarna nota della Provincia non viene spiegato come abbiano eseguito la sentenza, se con armi da fuoco o con l’intervento di un veterinario. “M90 – evidenzia l’associazione animalista – era un giovane orso colpevole di essere stato avvistato qualche volta nei pressi di zone abitate e, come si legge sito della Provincia dedicato al monitoraggio dei grandi carnivori M90, è indicato come responsabile solamente di un danneggiamento a una recinzione agricola e a un cassonetto dell’organico in Val di Sol. Il povero M90 fu investito il 14 ottobre sulla strada statale 42 all’altezza di Mezzana e, secondo quanto affermato dalla Pat, avrebbe inseguito nei giorni scorsi per 800 metri una coppia di escursionisti lungo la strada forestale sopra l’abitato di Ortisè”, conclude l’Oipa.

Popolare Sondrio: utile 2023 record a 461 milioni, raddoppia cedola

Popolare Sondrio: utile 2023 record a 461 milioni, raddoppia cedolaMilano, 6 feb. (askanews) – Banca Popolare di Sondrio chiude l’esercizio 2023 con un utile netto di 461,2 milioni, in aumento dell’83,5% rispetto all’anno precedente, miglior risultato di sempre per il gruppo. L’istituto raddoppia il dividendo unitario a 0,56 euro, con il payout rivisto in rialzo al 55% rispetto al 50% del piano.


A fine 2023, il Roe del gruppo è al 13,8%, con una crescita record del margine di interesse a 937 milioni (+37,6%). Sul fronte patrimoniale, il Cet1 ratio è al 15,4%1, il Total capital ratio al 17,7%. “Abbiamo archiviato il 2023 con ottimi risultati. L’attività del quarto trimestre ha rafforzato il trend positivo dei mesi precedenti, permettendoci di conseguire complessivamente 461,2 milioni di utile netto, il più alto mai registrato in oltre 150 anni di storia, quindi di proporre un raddoppio del dividendo per azione”, ha sottolineato Mario Alberto Pedranzini, Consigliere delegato e Direttore generale della banca. “Il rilevante incremento dell’attività bancaria caratteristica, garanzia di solidità dei risultati, è sostenuto da una rete commerciale in crescita, sempre prossima alla clientela, e da strutture centrali su cui continuiamo a investire per lo sviluppo delle competenze e delle dotazioni tecnologiche, a supporto dell’innovazione. Proseguiremo nel nostro percorso di sviluppo, convinti – ha concluso – di poter generare ancor più valore tramite la crescita del business commissionale, l’espansione nel nord-est del Paese, il sostegno alle imprese italiane, in specie quelle che operando nei mercati internazionali sono in grado di trarre vantaggio pure dai nuovi contesti, compresi gli equilibri geopolitici”.