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Usa, +353.000 di posti lavoro a dicembre, disoccupazione +3,7%

Usa, +353.000 di posti lavoro a dicembre, disoccupazione +3,7%New York, 2 feb. (askanews) – Rapporto sull’occupazione di gennaio molto superiore alle stime, negli Stati Uniti. Il mese scorso sono stati creati 315.000 posti di lavoro (escluso il settore agricolo) rispetto al mese precedente, mentre gli analisti attendevano un aumento di 185.000 posti. La disoccupazione è rimasta invariata al 3,7%, contro attese per un aumento al 3,8%.


I salari orari medi sono aumentati di 19 centesimi, lo 0,55%, a 34,55 dollari; rispetto a un anno prima, sono aumentati del 4,48%. La settimana media lavorativa è scesa di 0,2 ore a 34,1 ore. La partecipazione della forza lavoro è stata pari al 62,5%, come in dicembre. Rivisti i dati di dicembre passati da +216.000 a +333.000, mentre quelli di novembre sono passati da +173.000 a +182.000. Non rivisto il dato sulla disoccupazione di dicembre che resta confermato a 3,7%.

Cina, Fmi vede “squilibri e vulnerabilità”, faro sull’immobiliare

Cina, Fmi vede “squilibri e vulnerabilità”, faro sull’immobiliareRoma, 2 feb. (askanews) – Il Fondo monetario internazionale prevede che la crescita economica della Cina mostri una continua attenuazione negli anni a venire. Mentre nel rapporto annuale sull’economia del Paese, pubblicato oggi, l’istituzione di Washington parla di “squilibri e associate vulnerabilità” che creano un contesto di “elevata incertezza” sulle prospettive del gigante asiatico.


“Una contrazione più grave del previsto nel settore immobiliare potrebbe pesare ulteriormente sulla domanda e peggiorare la fiducia, amplificando le tensioni delle autorità locali sui conti pubblici e portando a pressioni disinflazionistiche e spirali macro finanziarie avverse”, sostiene lo studio, secondo quanto riporta un comunicato. Parallelamente il Fmi ha pubblicato un rapporto di analisi sul settore immobiliare cinese che per decenni è stato un motore della crescita economica e che pesa per circa il 20% dell’attività nell’economia.


Ma dal 2020 il comparto ha iniziato a subire una contrazione e secondo lo studio si tratta di una tendenza di lungo termine, perché nei prossimi 10 anni gli investimenti sul settore immobiliare dovrebbero calare tra il 30 e il 60%, rispetto ai livelli del 2022. Nelle fasi più recenti la ripresa economica della Cina è stata sostenuta dai consumi interni. Guardando più a medio e lungo termine secondo il Fmi la crescita dovrebbe smorzarsi a riflesso di una moderazione della produttività e dell’invecchiamento della popolazione.


Per quest’anno è prevista una crescita del Pil del 4,6%, sul prossimo del 4%, poi nel 2026 del 3,8%, nel 2027 del 3,6% e nel 2028 del 3,4%.

Lavoro, svolta nella Uil: sì legge per misurare rappresentanza

Lavoro, svolta nella Uil: sì legge per misurare rappresentanzaRoma, 2 feb. (askanews) – La Uil apre a una legge per misurare la rappresentanza. Un cambiamento che nella confederazione di via Lucullo definiscono “copernicano, epocale”. A imprimere la svolta è stato l’esecutivo nazionale, convinto che un eventuale intervento legislativo di sostegno a quanto definito negli accordi interconfederali del 14 gennaio 2016, sottoscritti da Confindustria e sindacati, “possa dare un ulteriore impulso al sistema”.


Questo, è stato spiegato nel corso di una conferenza stampa, per vincolare tutte le parti contraenti al rispetto e alla puntuale applicazione degli accordi, evitando allo stesso tempo di ingessare eccessivamente procedure che devono poter cogliere un sistema di relazioni sindacali vario e multiforme che assume specifici connotati a seconda dei diversi settori merceologici, della natura giuridica dei rapporti di lavoro e delle diverse tipologie di aziende. “Una norma di legge – spiega la Uil – seppur di sostegno all’attività delle parti sociali deve necessariamente tener conto della necessità di misurare anche la rappresentanza delle organizzazioni datoriali al fine di offrire un quadro normativo di riferimento che possa dare concreta attuazione ai rimandi costituzionali in merito e sconfiggere il fenomeno del dumping contrattuale”.


In questa ottica la confederazione guidata da Pierpaolo Bombardieri sostiene “un intervento legislativo sulla rappresentanza e rappresentatività di sostegno ai contenuti degli accordi interconfederali; una misurazione della rappresentanza di tutti i soggetti, incluse le organizzazioni datoriali; un intervento normativo che preveda l’obbligatorietà per le aziende di comunicare coloro che sono iscritti alle organizzazioni sindacali; un sistema legislativo che stabilisca che nelle aziende al sotto dei 15 dipendenti si costituisca una rappresentanza dei lavoratori, prediligendo le Rsu alle Rsa, e nelle realtà polverizzate di avere la elezioni/nomina di una figura come il delegato di bacino; un regolamento che stabilisca i principi e le regole per le elezioni telematiche delle rappresentanze sindacali”.

Stellantis, Bombardieri: governo confuso, servono scelte chiare

Stellantis, Bombardieri: governo confuso, servono scelte chiareRoma, 2 feb. (askanews) – La Uil esprime “preoccupazione” sulla vicenda Stellantis e chiede al governo “scelte chiare” di politica industriale a tutela dei livelli occupazionali. Lo ha detto il segretario generale Pierpaolo Bombardieri nel corso di una conferenza stampa sottolineando che “questo governo ha poche idee e confuse sulla politica industriale. Come si fa a sostenere che vendiamo un pezzo di Poste e di Eni e poi compriamo un pezzo di Stellantis?”.


Bombardieri si è poi detto contrario agli incentivi per l’acquisto di nuove auto. Sarebbe più utile legarli alla produzione in Italia. “Incentivi a chi? – si è chiesto – a chi compra le auto o alla produzione? Sono rimasto all’anno scorso quando Urso disse che avrebbe portato Stellantis a produrre un milione di veicoli. Non va detto a Stellantis ‘dimmi se vuoi che lo Stato partecipi’. Sarebbe un fatto positivo se avesse un obiettivo, ma partecipare per fare cosa? Aspettiamo che il governo apra un tavolo di confronto per affrontare il piano industriale. In Europa gli incentivi all’acquisto sono spariti, sì a quelli sulla produzione. La presenza di un’altra casa non ci scandalizza. Ma voglio seguire le dichiarazioni di Urso. Ne abbiamo sentito tante, vorremmo scelte precise di politica industriale”.

Meloni a Tokyo, passaggio di consegne al G7 e relazioni bilaterali

Meloni a Tokyo, passaggio di consegne al G7 e relazioni bilateraliTokyo, 2 feb. (askanews) – Dall’inviato Alberto Ferrarese. Passaggio del testimone della presidenza G7, consolidamento dei rapporti bilaterali, ma anche attrazione degli investimenti. Sono questi i temi al centro della visita in Giappone della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che sarà a Tokyo da domenica 4 a martedì 6 febbraio.


Lunedì 5 febbraio alle 18.30 ora locale (le 10.30 in Italia) Meloni incontrerà il primo ministro Kishida Fumio a cui ribadirà – viene spiegato – “la volontà dell’Italia di rafforzare ulteriormente l’eccellente andamento dei rapporti bilaterali e il carattere strategico e multidimensionale del partenariato bilaterale”, con azioni “concrete” dopo l’avvio del Partenariato Strategico bilaterale del 10 gennaio 2023. Per Meloni e Kishida è il quarto incontro, segno del “forte slancio” nei rapporti che riflette un “interesse strategico prioritario”, testimoniati anche dai progressi in ambito GCAP (Global Combat Air Programme). L’incontro sarà l’occasione per affrontare alcune tematiche in continuità fra la Presidenza giapponese e quella italiana del G7. Tokyo, viene spiegato, guarda con attenzione alle iniziative promosse dall’Italia, in particolare alla volontà di dare seguito al processo di Hiroshima sull’intelligenza artificiale generativa, approfondendo la questione dei principi guida e del codice di condotta per le imprese che sviluppano questa tecnologia. Entrambi condividono l’importanza di porre le questioni etiche al centro del dibattito sull’IA. Altra priorità condivisa è la stabilità dell’Indo-Pacifico. La Presidenza del G7 nel 2023 ha offerto al Giappone un’importante vetrina per valorizzare l’accresciuto impegno in politica estera, contribuendo fortemente a spostare il baricentro dell’attenzione verso l’Indo-Pacifico, anche in chiave di sicurezza economica e contrasto al fenomeno della coercizione economica. L’incontro con Kishida rappresenta per l’Italia l’occasione per rimarcare il ruolo cruciale del Giappone per il mantenimento della stabilità nell’Indo-Pacifico e l’”accresciuta attenzione” anche di Roma verso questa regione. Nel corso della riunione (seguita da una cena di lavoro) i due leader affronteranno anche il tema dei rapporti con le nazioni in via di sviluppo e le economie emergenti e i dossier più rilevanti di carattere internazionale: la crisi a Gaza, la situazione nel Mar Rosso, l’Afghanistan e la guerra in Ucraina.


Nel pomeriggio del 5 febbraio, prima del bilaterale, è in programma un incontro con i vertici di alcune fra le più importanti aziende giapponesi, con l’obiettivo di promuovere collaborazioni industriali e attrarre investimenti in Italia. Sul fronte economico, l’Italia ha in Giappone una solida presenza imprenditoriale (oltre 160 aziende), in settori tradizionali (agro-industria, tessile, abbigliamento e gioielleria) e ad alto contenuto tecnologico (chimica, farmaceutica, macchinari, automotive, trasporti ferroviari, impianti per energia verde e acciaio). Roma ha però un forte interesse nello sviluppo di collaborazioni industriali, in particolare nei settori della microelettronica (le aziende giapponesi sono fra i leader mondiali nella filiera dei semiconduttori), dell’intelligenza artificiale, della transizione energetica, dell’aerospazio, della biomedicina e della robotica. Il Giappone ha in Italia 430 imprese, che occupano circa 50 mila dipendenti. I rapporti sono sostenuti anche dall’Italy-Japan Business Group (IJBG), piattaforma per la promozione delle collaborazioni industriali e degli investimenti, la cui 33° Assemblea si è svolta a Tokyo lo scorso novembre. La prossima sessione avrà luogo in Italia nel 2024. È stata inoltre firmata il 12 dicembre 2023 una dichiarazione congiunta fra Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e il suo omologo giapponese per promuovere sinergie industriali e investimenti nelle nuove tecnologie.

”Non sono sogni”, esce l’ultimo brano inedito di Nilla Pizzi

”Non sono sogni”, esce l’ultimo brano inedito di Nilla PizziRoma, 2 feb. (askanews) – Dal 6 febbraio sarà disponibile sulle piattaforme digitali di streaming “Non sono sogni”, l’ultimo brano inedito di Nilla Pizzi.


È l’ultimo brano registrato nelle settimane precedenti alla sua scomparsa, il 12 marzo 2011, e vuole essere un omaggio alla carriera della grande artista vincitrice dei primi Festival di Sanremo (partecipò sette volte, presentando complessivamente trentuno brani, e presenziò altre tre volte come ospite e una come presentatrice: ha ottenuto due primi posti, quattro secondi posti, due terzi posti – tra cui un intero podio – e tre Premi alla Carriera nel 2000, 2003, 2010), e del primo Festival della Canzone di Napoli.

Giulia Cecchettin, a Padova al via consegna laurea alla memoria

Giulia Cecchettin, a Padova al via consegna laurea alla memoriaPadova, 2 feb. (askanews) – E’ iniziata all’ateneo di Padova la cerimonia di conferimento della laurea alla memoria in ingegneria biomedica di Giulia Cecchettin uccisa lo scorso novembre. “È un’emozione grandissima, io qua non c’ero mai stata, e allo stesso tempo mi emoziona che non ci sia più la mia bambina e non sia qui a godersi questa cerimonia. Faccio fatica a pensarlo” ha commentato Carla Gatto, la nonna di Giulia. Sono presenti la famiglia della giovane e il ministro dell’Istruzione, Anna Maria Bernini


“E’ con grande pudore che provo a chiedere a Giulia un sorriso” ha detto la rettrice Daniela Mapelli introducendo la cerimonia, dopo la lettura del messaggio del presidente della Regione, Luca Zaia.

Arrestato in Corsica il boss evaso Raduano, Piantedosi: duro colpo alle mafie

Arrestato in Corsica il boss evaso Raduano, Piantedosi: duro colpo alle mafieRoma, 2 feb. (askanews) – I carabinieri hanno arrestato in Francia (in Corsica) il boss della mafia garganica Marco Raduano – evaso nel 2023 da un carcere di massima sicurezza in Sardegna – e in Spagna Gianluigi Troiano, considerato dagli inquirenti il braccio destro di Raduano.


Per il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, “la cattura all’estero dei due pericolosi latitanti rappresenta un altro duro colpo inferto alla criminalità organizzata. Grazie alle capacità investigative delle nostre Forze dell’ordine e alla cooperazione con le autorità francesi e spagnole, è stato possibile chiudere il cerchio sui due criminali, assicurandoli alla giustizia”, ha aggiunto il titolare del Viminale. “Proseguono, con i due arresti, gli importanti risultati fatti segnare da questo Governo nel contrasto alla criminalità organizzata ed ai suoi collegamenti internazionali grazie ad una intensa e proficua collaborazione di polizia”, ha concluso Piantedosi.

Urso: se VW vende di più è un problema di Stellantis non del governo

Urso: se VW vende di più è un problema di Stellantis non del governoRoma, 2 feb. (askanews) – “Dobbiamo intenderci e non so con quale lingua parlare. Se a dicembre la Volkswagen ha superato nelle vendite in Italia Stellantis cosa che non accadeva da 98 anni. Se i cittadini italiani hanno preferito acquistare una auto prodotta all’estero piuttosto che prodotta in Italia, a fronte di condizioni di mercato simili e incentivi simili, il problema non è del governo, è dell’azienda non del governo. Sarà un problema di marketing, sarà un problema di modelli?”. Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervenuto al convegno “Strategie e politiche industriali per lo sviluppo del paese”, organizzato dalla Camera di commercio di Trento.

“E’ un problema dell’azienda perchè il sorpasso storico a dicembre, a parità di condizioni, tra io che so che acquisto una auto orgoglio del Made in Italy e io che acquisto un’auto straniera è un problema dell’azienda che ha bisogno di rivedere politiche di marketing o di modelli, ma lo facessero”, ha aggiunto Urso.

Salis, Tajani: Salvini e Schlein sbagliano, serve silenzio

Salis, Tajani: Salvini e Schlein sbagliano, serve silenzioRoma, 2 feb. (askanews) – “Più si sta zitti e prima si risolve questa situazione”: lo ha detto il vicepremier Antonio Tajani, in un colloquio con il Fatto quotidiano sul caso di Ilaria Salis, la cittadina italiana detenuta in Ungheria e mostrata recentemente in catene durante un’udienza. “Io chiedo a tutti di fare silenzio e di parlare il meno possibile di questa questione, solo così si potrà risolvere come successo con Zaki e Alessia Piperno”. L’altro vicepresidente del Consiglio, fa notare il quotidiano, sta attaccando Salis ogni giorno: “Infatti mi riferisco anche a lui – ha aggiunto il ministro degli Esteri – in questo modo si sta facendo un danno alla Salis. Più si parla e più la si danneggia. Lo dico a Salvini ma anche alla segretaria del Pd Schlein”.

Secondo Tajani “il trattamento che sta ricevendo Salis è inumano, noi siamo sempre per la presunzione di innocenza quindi finché una persona non è condannata è innocente”. Posizione differente da quella del leader leghista: “Le ripeto quello che ho detto prima – ha commentato il segretario di Forza Italia – in questo modo si sta politicizzando una questione che non va politicizzata. Salvini commette un errore”. “Per il momento – ha spiegato ancora il ministro degli Esteri, secondo il riassunto della conversazione avvenuta alla Camera pubblicata dal Fatto – non possiamo chiedere gli arresti domiciliari fino a che l’avvocato della sua famiglia non lo fa e finora non lo ha fatto perché teme possibili ritorsioni da parte dei neo-nazisti ungheresi. Inoltre non possiamo chiedere di fare il carcere in Italia in attesa della sentenza perché non ha commesso reati nel nostro Paese. Quindi al momento non abbiamo alcun appiglio legale. La nostra idea è quella di chiedere all ‘Ungheria che il processo si faccia in tempi brevi – entro un mese – e poi riportare la donna in Italia. Possono concederci questo: una sentenza di condanna o assoluzione in 30 giorni e poi la riportiamo qui”.

“In Ungheria però – ha ribadito Tajani – la magistratura è indipendente dal governo come in Italia, quindi dobbiamo rispettare la parola di Orban e non possiamo farci molto. Sicuramente però i modi del premier ungherese non sono i miei…”