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Carne coltivata, Italia, Francia, Austria chiedono dibattito Ue

Carne coltivata, Italia, Francia, Austria chiedono dibattito UeBruxelles, 22 gen. (askanews) – L’Italia, l’Austria e la Francia, con il sostegno di di Repubblica Ceca, Cipro, Grecia, Lussemburgo, Lituania, Malta, Romania, Slovacchia e Ungheria, hanno presentato il 18 gennaio un documento comune contro l’autorizzazione in Europa della carne coltivata in laboratorio, affinché sia discusso durante il Consiglio Agricoltura di domani, a Bruxelles.

Negli ultimi anni, si legge nel documento, “alcune nuove pratiche di produzione alimentare basate su cellule artificiali coltivate in laboratorio sono emerse in tutto il mondo. Tuttavia, queste pratiche rappresentano una minaccia agli approcci primari basati sull’agricoltura e ai metodi di produzione alimentare genuina che sono al centro del modello agricolo europeo”. “Lo sviluppo di questa nuova produzione alimentare coltivata in laboratorio – rileva il documento – solleva molte domande che devono essere discusse approfonditamente tra gli Stati membri, la Commissione, le parti interessate e il pubblico in generale”.

“Queste domande sono essenziali per la società futura che vogliamo costruire in Europa e dovrebbero pertanto far parte di un rinnovato e ampio dibattito nell’Ue, specifico sulla carne coltivata in laboratorio”. Dopo aver indicato più nel dettaglio quali sono le questioni aperte (etiche, enconomiche, sociali, relative alla sostenibilità, alla trasparenza, alla salute pubblica e agli aspetti giuridici) a cui va data una risposta, i firmatari del documento chiedono “un approccio più ampio alla produzione di carne basata su cellule, al fine di tenere conto di queste domande e dei risultati delle discussioni che si terranno con gli Stati membri e la società civile europea, prima di prendere qualsiasi decisione sull’autorizzazione l’immissione in commercio”.

“Ricordiamo che finora l’Ue non ha mai rilasciato alcuna autorizzazione su prodotti di origine animale basati su tecniche di coltivazione cellulare. Pertanto, è necessario un approccio trasparente, scientifico e globale per valutare lo sviluppo della produzione di carne basata su cellule artificiali, che a nostro avviso non costituisce un’alternativa sostenibile alla produzione primaria basata sugli allevamenti”, conclude il documento. ​

Benedizioni gay, il cardinale Zuppi: sono una risorsa, non legittimano nulla

Benedizioni gay, il cardinale Zuppi: sono una risorsa, non legittimano nullaRoma, 22 gen. (askanews) – La “misericordia” e “lo sguardo amorevole della Chiesa su tutti i figli di Dio” è la giusta interpretazione della Dichiarazione del dicastero della Dottrina della Fede, Fiducia supplicans, che ammette la possibilità di concedere la benedizione alle coppie irregolari e alle coppie omosessuali. Lo ha detto il cardinale Matteo Zuppi, aprendo i lavori del Consiglio Episcopale Permanente.

“Un documento – sottolinea Zuppi – che si pone nell’orizzonte della misericordia, dello sguardo amorevole della Chiesa su tutti i figli di Dio, senza tuttavia derogare dagli insegnamenti del Magistero”. Il cardinale Zuppi ricorda che “non vi è alcuna messa in discussione del significato del Sacramento del matrimonio” e, facendo sua una riflessione del cardinale Giuseppe Betori, sottolinea come “le benedizioni sono ‘una risorsa pastorale piuttosto che un rischio o un problema’, un gesto che ‘non pretende di sancire né di legittimare nulla’”.

“Dio vuole che tutti siano salvi – conclude Zuppi – è quindi compito della Chiesa interessarsi di tutti e di ciascuno. Non possiamo dimenticare che tutti i battezzati godono della piena dignità dei ‘figli di Dio’ e, come tali, sono nostri fratelli e nostre sorelle”.

Malore per Gigi Riva, in ospedale per accertamenti

Malore per Gigi Riva, in ospedale per accertamentiRoma, 22 gen. (askanews) – C’è apprensione per le condizioni di salute di Gigi Riva. Come raccontato dal quotidiano La Nuova Sardegna, nella giornata di sabato l’ex bomber si è sentito male improvvisamente nella sua casa a Cagliari. Riva è stato ricoverato all’ospedale Brotzu: adesso sta meglio e la situazione sembra sotto controllo. Riva, 80 anni, presidente onorario del Cagliari con il quale vinse lo scudetto nel 1970 sarà sottoposto prossimamente ad un piccolo intervento al cuore ed ha svolto già tutti i controlli preliminari.

Energia, Terna: in calo del 2,8% i consumi elettrici nel 2023

Energia, Terna: in calo del 2,8% i consumi elettrici nel 2023Roma, 22 gen. (askanews) – Secondo le rilevazioni di Terna, la società che gestisce la rete elettrica di trasmissione nazionale, nel corso del 2023, i consumi elettrici italiani sono diminuiti del 2,8% rispetto al 2022, attestandosi a 306,1 miliardi di kWh. Positivo il dato relativo alle fonti rinnovabili, che lo scorso anno hanno coperto complessivamente il 36,8% della domanda, rispetto al 31% del 2022. Il valore è in aumento grazie al contributo tendenziale positivo di tutte le fonti e, in particolare, della produzione idroelettrica, tornata in linea con i valori storici.

Anche i consumi industriali risultano in flessione tendenziale. L’indice IMCEI elaborato da Terna, che prende in esame i consumi industriali di circa 1.000 imprese “energivore”, registra una variazione negativa del 3,9% rispetto al 2022. La contrazione tendenziale della domanda elettrica annuale (-2,8%) è il risultato di forti variazioni negative nella prima metà dell’anno che hanno progressivamente lasciato spazio a moderate variazioni positive a partire dal mese di settembre. Tale andamento è però conseguenza del confronto con l’anno passato, che era stato caratterizzato da una riduzione significativa della domanda nel secondo semestre come conseguenza della crisi energetica. Analizzando l’andamento temporale della domanda è quindi evidente che la riduzione osservata a partire dalla seconda metà del 2022 si è mantenuta sostanzialmente invariata sino a oggi, attestandosi su livelli costantemente inferiori rispetto al trend storico precedente. Relativamente all’offerta, nel 2023 non solo si è registrata una crescita rilevante della produzione rinnovabile (+15,4%), ma anche un importante aumento del saldo netto con l’estero (+19,2%) come conseguenza di una forte diminuzione dell’export (-24,4%) e di un aumento dell’import (+15,2%). Rilevante per tale aumento il ruolo delle interconnessioni, come strumento di efficienza e sicurezza per il sistema elettrico. Tutto ciò ha necessariamente comportato una conseguente contrazione della produzione termoelettrica (-17,4%) e, in particolare, di quella a carbone (-41,7%). La contrazione della produzione a carbone è anche conseguenza della interruzione, nel corso del 2023, delle iniziative di massimizzazione dell’utilizzo delle centrali a carbone messe in atto durante il periodo più critico della crisi gas. Relativamente alla contrazione della produzione termoelettrica, nel 2023 si è registrato anche un risparmio di gas rispetto allo scorso anno di circa 4 miliardi standard metri cubi. A livello territoriale la variazione della domanda elettrica è risultata ovunque in diminuzione: -4% al Nord, -2% al Centro e -0,9% al Sud e nelle Isole. La domanda di energia elettrica italiana nel 2023 è stata soddisfatta per l’83,3% con produzione nazionale e per la quota restante (16,7%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. La produzione nazionale netta (257 miliardi di kWh) è risultata in diminuzione del 6,4% rispetto al 2022 con la seguente articolazione per fonti: in crescita l’idrico (+36,1), l’eolico (+15,1%) e il fotovoltaico (+10,6%); in flessione il termico (-17,4%) e geotermico (-1,9%).

Secondo le rilevazioni Terna illustrate nel report mensile, considerando tutte le fonti rinnovabili, nel 2023 ci sono state nuove attivazioni per circa 5,8 GW, valore superiore di circa 2,7 GW rispetto al 2022. Il dato sottolinea l’accelerazione nello sviluppo delle rinnovabili: infatti si è passati dalle nuove attivazioni pari a 1 GW nel 2021, ai circa 3 GW del 2022. In aggiunta, secondo i dati Terna aggiornati al 31 dicembre 2023, risultano circa 6 GW che hanno ottenuto la Soluzione Tecnica Minima Definitiva di connessione alla rete elettrica nazionale. Passando all’analisi del mese di dicembre, la domanda elettrica ha registrato una variazione positiva tendenziale (+0,8%) nonostante la presenza di due giorni lavorativi in meno (18 invece di 20) e una temperatura media mensile sostanzialmente stabile (-0,1°C) rispetto a dicembre del 2022. Positivo anche il dato destagionalizzato e corretto dall’effetto della temperatura e del calendario (+1,9%). Tale crescita non è tuttavia sufficiente a far ritornare la domanda sui valori precrisi. Positiva anche la variazione in termini congiunturali: il valore della richiesta elettrica di dicembre, destagionalizzato e corretto dall’effetto temperatura e del calendario, risulta in aumento rispetto a novembre (+0,8%).

A livello territoriale, la variazione di dicembre 2023 è risultata negativa al Nord (-0,8%), positiva al Centro (+1,2%) e al Sud e Isole (+4%). La domanda è stata soddisfatta per l’81,8% con produzione nazionale e per la quota restante (18,2%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. Le fonti rinnovabili hanno coperto il 34,5% del fabbisogno mensile (27,6% a dicembre 2022). La produzione nazionale netta (20,5 miliardi di kWh) è risultata in diminuzione del 7,7% rispetto a dicembre 2022 con la seguente articolazione per fonti: eolico (+42,1%), fotovoltaico (+41,1%), idrico (+40,3%), termico (-22,1%) e geotermico (-0,4%). Per quanto riguarda il saldo import-export, il dato è in aumento del 69,9% per effetto di un aumento dell’import (+48,3%) e una diminuzione dell’export (-39%). L’indice IMCEI relativo ai consumi industriali ha fatto registrare nel mese di dicembre 2023 una variazione del +2,1% rispetto a dicembre 2022: i settori in crescita risultano essere la meccanica, cemento calce e gesso, siderurgia, cartaria e mezzi di trasporto; in flessione i metalli non ferrosi, ceramiche e vetrarie, alimentari e chimica. Il dato destagionalizzato e corretto dagli effetti di calendario segna viceversa una flessione congiunturale pari a -2,3% rispetto al mese precedente.

Cultura,Segre:i giovani scelgano i libri e non telefonino idiota

Cultura,Segre:i giovani scelgano i libri e non telefonino idiotaMilano, 22 gen. (askanews) – “In 30 anni ho sempre consigliato ai miei nipoti ideali, quei ragazzi meravigliosi delle scuole, di staccarsi dall’amore per quel telefonino idiota che li porta a mondi sconosciuti, che non sono per loro ma contro di loro, di fare la scelta”. Lo ha detto la senatrice a vita Liliana Segre durante la presentazione a Palazzo Marino delle iniziative del Comune di Milano per il Giorno della memoria.

“La scelta è di ogni minuto, è quella di quale libro scegliere, di leggere assolutamente visto che la cultura è cosi importante, di come rivolgersi ai propri genitori. Oggi qualcuno li chiama per nome, togliendo loro quel ruolo biblico che hanno” ha aggiunto. “Temo sempre di essere quella nonna noiosa che sono, ma vorrei, nel pessimismo che mi pervade, coltivare almeno” una speranza, cioè “che giovani di oggi siano capaci di fare la scelta”.

Fine vita, la Corte Costituzionale chiamata di nuovo a pronunciarsi (sette anni dopo il caso dj Fabo)

Fine vita, la Corte Costituzionale chiamata di nuovo a pronunciarsi (sette anni dopo il caso dj Fabo)Roma, 22 gen. (askanews) – Sette anni dopo la disobbedienza civile di Marco Cappato per Fabiano Antoniani, viene sollevata nuovamente la questione di legittimità costituzionale, questa volta dal Tribunale di Firenze per l’aiuto al suicidio di Massimiliano (MIB) fornito, dal Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni insieme a Felicetta Maltese e Chiara Lalli. Nell’inerzia del Parlamento, la Consulta inteverrà per la terza volta sul cosiddetto “suicidio assistito”, dopo l’ordinanza e la sentenza “DjFabo/Cappato” che attualmente norma il tema.

Dei requisiti richiesti al malato, si esprimerà su quello che si presta a interpretazione più ambigua e dalle conseguenze potenzialmente discriminatorie: “Il trattamento di sostegno vitale”, per cui tanti italiani come Massimiliano (Toscana), Elena (Veneto), Romano e Margherita Botto (Lombardia), Paola (Emilia Romagna), Sibilla Barbieri (Lazio) sono stati costretti ad andare in Svizzera per poter avere accesso al suicidio assistito. “Siamo fiduciosi – afferma nel darne notizia Filomena Gallo, la segretaria dell’associazione Coscioni Filomena Gallo- sul lavoro dei giudici della Consulta. Il trattamento di sostegno vitale, se interpretato in senso restrittivo, è un requisito discriminatorio in quanto non incide sulla capacità di prendere decisioni, sulla irreversibilità della malattia, né sulle sofferenze intollerabili”. L’ordinanza di rimessione alla Corte costituzionale riguarda l’aiuto che, a dicembre 2022, Felicetta Maltese e Chiara Lalli avevano fornito a Massimiliano, 44enne toscano di San Vincenzo (Livorno) affetto da sclerosi multipla, accompagnandolo in Svizzera per poter ricorrere al suicidio medicalmente assistito.

Il giorno successivo alla sua morte, Felicetta Maltese e Chiara Lalli si erano autodenunciate, presso la stazione dei carabinieri di Firenze insieme a Marco Cappato in qualità di legale rappresentante dell’Associazione Soccorso Civile che aveva organizzato e finanziato il viaggio di Massimiliano. I tre si erano autodenunciati per aver aiutato a ottenere la morte volontaria una persona priva del requisito inteso in senso restrittivo del “trattamento di sostegno vitale” richiesto dalla Corte costituzionale per poter accedere legittimamente in Italia al suicidio assistito. A seguito di una richiesta di archiviazione, lo scorso 23 novembre si era tenuta l’udienza dinanzi alla GIP, che il 17 gennaio scorso ha emesso un’ordinanza di rimessione della questione alla Corte costituzionale. La GIP ha ritenuto di non poter accogliere la richiesta di archiviazione formulata dal Pubblico Ministero e dai difensori degli indagati perché la condotta degli indagati non ricade nelle ipotesi di non punibilità introdotte dalla sentenza Cappato-Antoniani della Corte costituzionale poiché Massimiliano non aveva un trattamento di sostegno vitale. Quindi risultano soddisfatte tre condizioni su quattro del giudicato costituzionale.

“Nel caso di specie sussistono tutti gli elementi costitutivi del titolo di reato in origine ipotizzato dal pubblico ministero”. Ovvero, è configurabile il reato di aiuto al suicidio – mentre viene esclusa l’ipotesi di istigazione avendo Massimiliano autonomamente deciso. In caso di giudizio con condanna gli indagati rischiano dai 5 ai 12 anni di carcere. La giudice per le indagini preliminari, Agnese De Girolamo, ha pertanto “dichiarato rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell’art. 580 codice penale, come modificato dalla sentenza n. 242 del 2019 della Corte costituzionale, nella parte in cui richiede che la non punibilità di chi agevola l’altrui suicidio sia subordinata alla che l’aiuto sia prestato a una persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale, per contrasto con gli artt. 2, 3, 13, 32 e 117 Cost., quest’ultimo in riferimento agli artt. 8 e 14 della Convenzione EDU”.

Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, difensore e coordinatrice del collegio legale di studio e difesa, dichiara: “Dopo il caso Dj Fabo, concluso con la storica sentenza della Consulta 242 del 2019 ‘Cappato-Antoniani’ che attualmente norma il tema della morte volontaria assistita in Italia afferma ancora Gallo che è anche difensore e coordinatrice del collegio legale di studio e difesa- la Corte costituzionale è chiamata a esprimersi nuovamente sulla costituzionalità dell’articolo 580 del codice penale nella versione vigente a seguito della decisione del 2019, assunta sulla base delle specifiche condizioni di salute di Fabiano Antoniani, che era effettivamente dipendente dalla respirazione artificiale e dall’assistenza continuativa. Il requisito della dipendenza da trattamenti di sostegno vitale non è previsto in nessuna norma straniera sul fine vita, ed è un requisito discriminatorio se interpretato in senso restrittivo, in quanto non incide sulla capacità di prendere decisioni, sulla irreversibilità della malattia, né sulle sofferenze intollerabili. I Giudici della Consulta con questo nuovo dubbio di costituzionalità sollevato sono chiamati a decidere dinanzi alla realtà di una delle tante persone malate che hanno una condizione diversa da quella che era di Fabiano Antoniani, pur essendo affetti da malattie irreversibili che producono sofferenze intollerabili e che nella completa capacità di autodeterminarsi scelgono convintamente di accedere alla morte volontaria. Siamo fiduciosi nel lavoro della Corte costituzionale”.

Pat Rafter innamorato del padel: “Ammiro complessità del gioco”

Pat Rafter innamorato del padel: “Ammiro complessità del gioco”Roma, 22 gen. (askanews) – Il padel è la seconda vita di Pat Rafter. Due tornei di fila (Fip Rise Australian Open e Fip Promotion Melbourne) gli sono bastati per tornare a respirare l’atmosfera delle competizioni. Rafter, a 26 anni, è diventato numero 1 al mondo nel tennis: ora, a 52, si diverte con il padel, come giocatore ma anche – racconta una nota – come ambasciatore fondatore di Padel Australia.

“Ho sentito parlare per la prima volta del padel circa quindici anni fa ma inizialmente non pensai a giocare. Circa un anno fa un mio amico mi ha detto che avrei dovuto provarci davvero, così l’ho fatto – ha dichiarato in un’intervista alla FIP -. All’inizio ero piuttosto negato, ma ho imparato in fretta le basi. Sono molto fortunato ad avere un vicino che ha un campo da padel: è Matt Barrelle, che ha contribuito a portare il padel in Australia. Qui non ci sono ancora molti campi, ma l’interesse sta crescendo”. A Rafter piace molto il padel: “Ammiro la complessità del gioco, è un incrocio tra squash e tennis ma, come sto vedendo, è più importante avere abilità difensive che di attacco e questo lo devo imparare. Onestamente pensavo che avrei spazzato via un giocatore di padel con forti volée e smash, ma mi sbagliavo”.

Il padel sta crescendo di giorno in giorno in Australia, anche grazie a Rafter e alla sua popolarità. “Sono davvero interessato nel vedere i progressi di questo sport. È ancora agli inizi, sono desideroso di essere coinvolto per vedere se posso aiutare questo sport a crescere ed eventualmente investire nella creazione di uno o due centri”. Anche i fan australiani si sono interessati agli ultimi due tornei, perché sono stati molto felici di rivedere Rafter in campo: la domanda è d’obbligo, Pat giocherà ancora nel Cupra Fip Tour? “Sto tenendo aperte tutte le porte per capire dove mi porterà questo sport. Forse giocherò qualche evento con i veterani australiani, ma non lo so ancora”. Passare dal tennis al padel è stato difficile anche per l’ex numero uno del mondo: “Ognuno avrà i suoi punti di forza e di debolezza nel padel. I tennisti sono la maggior parte dei cross-over in Australia verso questo sport, giocare colpi da tennis è una cosa molto difficile da disimparare, la palla facile nel tennis non è necessariamente facile nel padel. E poi le abilità difensive sono difficili, questa cosa devo davvero impararla e ci vorrà del tempo. Capire le pareti, le rotazioni e il ritmo di palla è complicato”.

Come Rafter, molti australiani sono sempre più coinvolti nel movimento del padel, che può crescere ancora nei prossimi anni: “Ovviamente quelli dei costi dell’allestimento delle strutture e dell’affitto dei campi qui in Australia sono temi da affrontare, ma il feeling che c’è tra gli australiani mi fa pensare a una rapida crescita. Uno dei vantaggi è che l’approccio al padel è più immediato e facile rispetto al tennis: la racchetta è più corta e le palline non rimbalzano così tanto, il movimento è più breve e le palline tornano sempre ai piedi. Ci sono molte cose che mi piacciono del padel e vediamo cosa succederà nei prossimi 10 anni in Australia, non vedo l’ora di vederne la crescita”.

Incidenti nucleari e dighe crollate: al via i nuovi test “IT-alert”, il calendario dei disastri (simulati)

Incidenti nucleari e dighe crollate: al via i nuovi test “IT-alert”, il calendario dei disastri (simulati)Roma, 22 gen. (askanews) – La protezione civile continua la sperimentazione del sistema di allarme pubblico IT-alert, relativa alla fase dedicata a scenari di rischio specifici e su porzioni ridotte e circoscritte di territorio. La prima fase di test del 2024 si svolgerà da oggi 22 gennaio al 26 e verranno effettuati i test di invio del messaggio in parte dei territori di dodici regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Toscana, Valle D’Aosta e Provincia Autonoma di Bolzano.

Gli scenari di rischio saranno tre: – Collasso di una grande diga in Campania, Sicilia, Valle D’Aosta e Provincia Autonoma di Bolzano; – Incidente rilevante in stabilimenti industriali soggetti alla Direttiva Seveso in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli – Venezia Giulia, Sardegna e Toscana; – Incidente nucleare in Piemonte. L’attività di sperimentazione che sarà messa in campo, spiega la Protezione civile, ha un doppio obiettivo: sperimentare IT-alert su porzioni ridotte e circoscritte di territorio e incentivare la familiarizzazione con la ricezione del messaggio con testo declinato in base al rischio specifico e all’area interessata. Il tutto si inserisce nella cornice più ampia del processo di avvicinamento alla possibile messa in operatività del sistema di allarme pubblico, come previsto dalla Direttiva del 7 febbraio 2023.

Per lo scenario di incidente rilevante in uno stabilimento industriale soggetto alla direttiva Seveso il testo della notifica che la popolazione coinvolta riceverà sarà il seguente: “TEST TEST Questo è un MESSAGGIO DI TEST IT-alert. Stiamo SIMULANDO un incidente industriale nella zona in cui ti trovi. Per conoscere quale messaggio riceverai in caso di reale pericolo per un incidente industriale vai su www.it-alert.gov.it TEST TEST”. Mentre per lo scenario di collasso di una grande diga sarà: “TEST TEST Questo è un MESSAGGIO DI TEST IT-alert. Stiamo SIMULANDO il collasso di una diga nella zona in cui ti trovi. Per conoscere quale messaggio riceverai in caso di reale pericolo per il collasso di una diga vai su www.it-alert.gov.it TEST TEST”.

Infine per lo scenario di incidente nucleare sarà: “TEST TEST Questo è un MESSAGGIO DI TEST IT-alert. Stiamo SIMULANDO un incidente nucleare in un impianto sito in paese estero con potenziali ripercussioni nella zona in cui ti trovi. Per conoscere quale messaggio riceverai in caso di reale pericolo per un incidente nucleare vai su www.it-alert.gov.it TEST TEST”. Nei giorni dei test, dall’homepage del sito si accederà a una pagina dedicata dove sarà possibile visionare il testo del messaggio che i cittadini riceverebbero in caso di pericolo reale per quel determinato rischio e le informazioni sul caso specifico. Sull’homepage sarà presente anche il link al questionario che, come per i precedenti test, tutti coloro che si troveranno nei territori coinvolti saranno invitati a compilare per contribuire a implementare il sistema. Coloro che, pur trovandosi nell’area interessata dal test, non dovessero ricevere alcuna notifica di IT-alert, potranno compilarlo ugualmente per segnalare tale mancanza.

Il messaggio di test arriverà sui cellulari accesi e con connessione telefonica di coloro che si troveranno nelle aree target, secondo il seguente calendario: 22 gennaio, ore 12:00 Incidente nucleare: – Regione Piemonte – Città metropolitana di Torino 23 gennaio, ore 14:30 Incidente rilevante in stabilimenti industriali: – Regione Toscana – TOSCOCHIMICA, Prato (PO) e Campi Bisenzio (FI) 24 gennaio, ore 12:00 Incidente rilevante in stabilimenti industriali – Regione Calabria – BUTANGAS, Montalto Uffugo, Luzzi, Rende, Rose (CS) – Regione Campania – GAROLLA S.R.L., Napoli – Regione Emilia-Romagna – SCAM S.P.A., Modena – Regione Sardegna – FIAMMA 2000 S.P.A., Serramanna (SU) e Villasor (SU) 25 gennaio, ore 12:00 Incidente rilevante in stabilimenti industriali: – Regione Basilicata – ENI S.P.A., Viggiano, Grumento Nova (PZ) – Regione Friuli-Venezia Giulia – RIR-GALA LOGISTICA S.R.L., Visco, Aiello del Friuli, Palmanova, San Vito al Torre (UD) Collasso grandi dighe: – Regione Campania – Diga di Presenzano – Amorosi, Dugenta, Faicchio, Limatola, Melizzano, Puglianello (BN); Ailano, Alife, Alvignano, Baia e Latina, Bellona, Caiazzo, Capua, Castel Campagnano, Castel Morrone, Dragoni, Gioia Sannitica, Piana di Monte Verna, Pietravairano, Pontelatone, Pratella, Presenzano, Raviscanina, Ruviano, Sant’Angelo d’Alife e Vairano Patenora (CE) – Provincia Autonoma di Bolzano – Diga di Monguelfo – Brunico, Chienes, Monguelfo-Tesido, Perca, Rasun-Anterselva, San Lorenzo di Sebato, Valdaora. 26 gennaio, ore 12:00 Incidente rilevante in stabilimenti industriali: – Regione Abruzzo – GPL SODIFA S.R.L., L’Aquila Collasso grandi dighe: – Regione Sicilia – Diga di Ancipa – Centuripe, Troina (EN); Cesarò, San Teodoro (ME); Adrano, Belpasso, Biancavilla, Bronte, Catania, Motta, Paternò, Randazzo, Sant’Anastasia (CT) – Regione Valle D’Aosta – Diga di Beauregard – Arvier, Valgrisenche e Villeneuve. Le date dei test potrebbero subire variazioni nel caso in cui i sistemi di protezione civile regionali si dovessero trovare impegnati in attività per eventuali allerte meteo-idro in atto o per situazioni di emergenza.

Rapporto sull’economia italiana dell’Ocse: intervenire sulle pensioni, tassare immobili e successioni e non il lavoro

Rapporto sull’economia italiana dell’Ocse: intervenire sulle pensioni, tassare immobili e successioni e non il lavoroRoma, 22 gen. (askanews) – In Italia la crescita economica si è dimostrata “resiliente”, ma ora “sta attraversando una fase di rallentamento. L’attività ha superato bene le crisi recenti, ma la crescita sta attualmente rallentando in un contesto di irrigidimento delle condizioni finanziarie”. E’ la fotografia scattata dall’Ocse in un rapporto sull’economia Italiana. Secondo l’ente parigino, dato l’elevato livello del debito “occorre consolidare le finanze pubbliche”.

Nello studio l’Ocse ha ripreso le stime che erano state diffuse lo scorso 29 novembre, in occasione dell’aggiornamento del suo Economic Outlook: il Pil italiano dovrebbe segnare una crescita dello 0,7% quest’anno, analoga a quella del 2023, e una lieve accelerazione al più 1,2% nel 2025. L’indebolimento della crescita è stato causato dalla crisi energetica, che “ha innescato un rallentamento dell’attività. L’ampio sostegno fiscale e l’aumento della competitività hanno contribuito a riportare il Pil reale al livello precedente la pandemia entro la metà del 2021 – prosegue l’Ocse – e la disoccupazione a livelli storicamente bassi. Tuttavia, l’aumento dell’inflazione in seguito alla crisi energetica ha eroso i redditi reali delle famiglie e l’inasprimento della politica monetaria della zona euro ha condotto a un rapido aumento dei costi di finanziamento per le famiglie, le imprese e le amministrazioni pubbliche”. Secondo l’ente parigino l’irrigidimento delle condizioni finanziarie causato dalla stretta monetaria decisa dalla Bce per tutta la zona euro “è stato considerevole. Dal secondo semestre del 2022, i tassi sui prestiti alle famiglie e alle imprese sono aumentati di circa 3 punti percentuali. La crescita del credito è diventata negativa – si legge – e il mercato immobiliare si è indebolito”. Nel frattempo, la politica di bilancio nel Belpaese “ha assunto un orientamento neutrale. Il sostegno pubblico connesso alla crisi energetica è stato in parte revocato e dovrebbe giungere a termine, ma il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e i tagli mirati alle imposte sul reddito sostengono la domanda. Qualora i prezzi dell’energia aumentassero nuovamente in maniera considerevole – avverte l’Ocse – occorrerebbe reintrodurre esclusivamente misure che siano destinate alle famiglie più indigenti”.

L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico prevede una crescita contenuta sul biennio in corso (2024-2025). “L’inflazione dovrebbe diminuire gradualmente, poiché lo shock dei beni energetici ha determinato pressioni più ampie sui prezzi, che richiederanno tempo per dissiparsi. I rischi sono orientati al ribasso e la presenza di condizioni finanziarie più rigide del previsto ridurrebbe ulteriormente la domanda interna”. All’opposto, un fattore che potrebbe sostenere la crescita potrebbe essere l’accelerazione della spesa dei fondi del Pnrr, “anche mediante il riorientamento del Piano verso progetti di investimento di grandi dimensioni gestiti a livello centrale, come pianificato dal Governo e approvato dalla Commissione europea: potrebbe stimolare gli investimenti”. Nel rapporto inoltre si raccomandano alcune azioni mirate, in particolare riguardo alle pensioni e al sistema delle tasse. In Italia le pensioni “rappresentano una quota cospicua” della spesa pubblica complessiva, su cui secondo l’Ocse bisogna intervenire per mettere la traiettoria del debito/Pil su un percorso più prudente”. E nel rapporto sull’economia italiana pubblicato oggi, l’ente parigino raccomanda che sul breve periodo la spesa pensionistica “potrebbe essere contenuta eliminando gradualmente i regimi di pensionamento anticipato”. Inoltre, sempre nel breve termine, “sarebbe opportuno mantenere la parziale deindicizzazione delle pensioni elevate, per poi sostituirla nel medio termine con un’imposta sulle pensioni elevate – afferma l’Ocse – che non siano correlate ai contributi pensionistici versati. Il contributo di solidarietà potrebbe essere mantenuto finché il reddito relativo dei pensionati sarà allineato alla media dell’Ocse”. Inoltre, in Italia “lo spostamento dell’imposizione dal lavoro alle successioni e ai beni immobili renderebbe il mix fiscale più favorevole alla crescita, consentendo al contempo di incrementare le entrate”: questa è una delle raccomandazioni ripetute dell’Ocse nel suo rapporto sull’economia Italiana, un tema che l’ente parigino sostiene da molti anni. “Sarebbe altresì necessario – aggiunge l’Ocse – aggiornare i parametri per il calcolo della base imponibile dell’imposta sugli immobili, tenendo conto dei relativi effetti distributivi”.

In generale, l’Ocse raccomanda all’Italia di intervenire per “consolidare le finanze pubbliche”, tenuto conto dell’elevato livello del debito e della la sua traiettoria, “che in assenza di cambiamenti nelle politiche prevede un incremento”. “Il debito pubblico, quale percentuale del Pil, è tra i più elevati dell’Ocse. Viste le forti pressioni sul bilancio all’orizzonte, occorrono riforme fiscali e della spesa per contribuire a portare il debito su un percorso più prudente”, afferma l’ente parigino nel rapporto sulla Penisola pubblicato oggi. “In assenza di variazioni delle politiche, il rapporto debito pubblico/Pil andrà ad aumentare. Tra il 2023 e il 2040, la spesa pubblica per i costi connessi all’invecchiamento della popolazione e al servizio del debito dovrebbe aumentare di circa il 4,5 % del Pil. È probabile che l’accelerazione della transizione climatica e l’adattamento ai cambiamenti climatici – si legge – generino ulteriori pressioni sulla spesa”. “Per riportare il rapporto debito/Pil su un percorso più prudente, sostenere i costi futuri e rispettare le regole fiscali europee, sarà necessario un duraturo aggiustamento di bilancio. È necessario risparmiare sulla spesa pubblica – afferma l’Ocse -. Le prossime revisioni della spesa, che attualmente mirano a realizzare risparmi di bilancio annuali pari a circa lo 0,2 % del Pil, dovranno divenire più ambiziose”.

Sud, presentato l’esposto-denuncia Regione Campania contro Fitto

Sud, presentato l’esposto-denuncia Regione Campania contro FittoNapoli, 22 gen. (askanews) – Allo scadere dei 30 giorni previsti nella precedente diffida, è stato presentato oggi, come annunciato dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, l’esposto-denuncia contro il ministro Raffaele Fitto in relazione al blocco da parte del ministero della Coesione – da oltre un anno e mezzo – dei fondi di sviluppo e coesione (Fsc), destinati al Sud. La denuncia è stata presentata in sede di giustizia amministrativa, contabile e penale al Tar Campania, alla procura contabile e alla procura della Repubblica. Il governatore, ribadisce Palazzo Santa Lucia, rinnova al ministro Fitto l’invito a un confronto pubblico.