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E’ morto Carles Falcón, motociclista spagnolo caduto alla Dakar

E’ morto Carles Falcón, motociclista spagnolo caduto alla DakarRoma, 15 gen. (askanews) – Parigi-Dakar in lutto. Dopo una settimana di battaglia, è morto il motociclista spagnolo Carles Falcón, vittima di una caduta nel corso delle seconda tappa del rally che si sta svolgendo in Arabia Saudita e che è appena entrato nella sua ultima settimana di gara. Falcon, in gara con una KTM privata del TwinTrail Racing Team, era finito a terra a soli quindici chilometri dalla conclusione di una prova speciale di quasi quattrocentocinquanta chilometri. Il quarantacinquenne pilota originario della città catalana di Tarragona era stato trasportato in aereo all’ospedale di Riyadh, capitale dell’Arabia Saudita, dove è rimasto in terapia intensiva e in coma indotto fino a quando non è stato rimpatriato in Spagna tre giorni fa, quando ormai le sue condizioni da gravi erano diventate critiche.

Con la scomparsa di Falcón, sono ormai un’ottantina le vittime della “Dakar” nei quarantasei anni (dal 1979 al 2024) di storia del rally avventura che ha lasciato nel 2009 il Nordafrica (dopo l’unica cancellazione del 2008 a causa dell’instabilità politica delle regioni attraversate) per trasferirsi in America Latina e poi ancora – cinque anni fa – nella Penisola Arabica. Falcón si era procurato anche fratture a cinque costole, clavicola e polso sinistro ed era trasferito in Spagna su un aereo medico per effettuare nuovi esami, con l’intento di salvargli la vita. Il danno neurologico causato dall’arresto cardiorespiratorio al momento dell’incidente si era però rivelato irreversibile.

Sanremo, ecco i 30 brani in gara – gli ascolti –

Sanremo, ecco i 30 brani in gara – gli ascolti -Roma, 15 gen. (askanews) –

Geolier – “I p’ me, tu p’ te” Canzone uptempo, con cassa dritta. Parla di una coppia che si ama troppo e riesce a capire che è il momento di riprendersi ognuno i propri spazi, pensare un po’ anche a se stessi e stare appunto “I p’ me, tu p’ te”. L’amore, quando finisce una storia, sta nell’accettarne anche la fine per rispetto dell’altro partner. Rose Villain – Click Boom! Brano sull’amore, ma anche di diffidenza, annullamento di sé, paura di soffrire, la paura di far stare male. Il brano racchiude il dualismo musicale e personale di Rose.

Clara – Diamanti grezzi E’ la giovane vincitrice di Sanremo Giovani. La rivelazione del palco, potrebbe sorprendere con il suo brano con violini intervallati da frasi rappate. Diodato – Ti muovi Una ballad in perfetto stile Diodato con al centro il tema dell’amore, che esalta la vocalità del cantautore Tarantino.

Mahmood – Tuta gold Amadeus lo ha fortemente voluto e lui ha risposto con una canzone profonda e avvincente. Sangiovanni – Finiscimi Un brano che traghetta Sangiovanni dopo un momento difficile verso il grande pubblico. Parla d’amore con il suo stile.

Fred de Palma – Il cielo non ci vuole Re dei tormentoni, punta a far ballare e a divertire, sa come si costruisce una hit, parlando d’amore. Santi francesi – L’amore in bocca Nata da una sessione improvvisata, si presenta come una sequenza di immagini e sensazioni senza meta o direzione precise, appesa costantemente al suo titolo. Romantica e sensuale allo stesso tempo. Renga-Nek – Pazzo di te Un sodalizio artistico oramai consolidato, due voci che si fondono e creano magia. Ghali – Casa mia Brano dall’impronta politica, affronta il tema dei migranti (“siamo tuti zombie col telefono in mano. Sogni che si perdono in mare”) ma anche dell’insicurezza nelle città (“mi manca il mio quartiere, adesso c’è una sparatoria, baby scappa via dal dancefloor”). E della guerra: “Con linee immaginarie bombardate un ospedale, per un pezzo di terra o per un pezzo di pane, non c’è mai pace”). La Sad – Autodistruttivo E’ la storia di un ragazzo, ma potrebbe essere la storia di qualsiasi persona che fa fatica a farsi accettare dalla sua famiglia, dai suoi amici e dalla società. La difficoltà nel sentirsi a proprio agio con gli altri si trasforma in una grande sofferenza e in una non-accettazione di se stesso. Una canzone per dar voce a chi la voce non ce l’ha, a chi non viene ascoltato, a chi si è sempre sentito fuori posto, deriso. Annalisa – Sinceramente Tra le favorite, presenta un pezzo sull’amore che è destinato a farsi sentire nei prossimi mesi. Dargen D’Amico – Onda alta “Sta arrivando, sta arrivando l’onda alta. Siamo più dei salvagenti sulla barca, sta arrivando l’onda alta”. E’ il secondo brano del Festival che affronta – seppure in un breve passaggio – il tema dei migranti, insieme a quello di Ghali. Il Tre – Fragili Uno degli outsider più attesi, velocissimo a rappate, punta a farsi strada tra i big della canzone Bnkr44 – Governo punk Sette ragazzi provenienti da Villanova, piccola frazione in provincia di Firenze, presentano un brano dal sound imprevedibile, lanciato ad alta velocità nel nuovo pop italiano.

Cenerentola al Teatro Olimpico di Roma dal 19 al 21 gennaio

Cenerentola al Teatro Olimpico di Roma dal 19 al 21 gennaioRoma, 15 gen. (askanews) – Il primo appuntamento con la danza nel 2024 per la stagione dell’Accademia Filarmonica Romana sarà al Teatro Olimpico da venerdì 19 gennaio (ore 20.30) con la Cenerentola del regista e coreografo Luciano Cannito, prodotta da Fabrizio di Fiore per Roma City Ballet Company, una delle più recenti formazioni italiane, composta esclusivamente da artisti selezionati con audizioni internazionali, e che ad oggi si è conquistata già un posto di rilievo nel panorama nazionale.

In scena fino a domenica 21 gennaio, il balletto in due atti, su musica di Sergej Prokof’ev, vede protagoniste nei ruoli principali le due stelle internazionali Iana Salenko e Dinu Tamazlacaru Principal Dancers del Teatro dell’Opera di Berlino, che si affiancano al Corpo di Ballo di Roma City Ballet e a Manuel Paruccini, primo ballerino del Teatro dell’Opera di Roma nel ruolo della matrigna “en travesti”. Firma regia e coreografia Luciano Cannito, già direttore artistico del Corpo di Ballo del Teatro San Carlo di Napoli, del Teatro Massimo di Palermo e del Balletto di Roma, che si avvale dei costumi di Giusi Giustino costumista e direttrice della sartoria del Teatro San Carlo di Napoli, e delle scene di Michele Della Cioppa, direttore degli allestimenti scenici del Teatro dell’Opera di Roma.

“Ciò che più mi premeva di rendere con la musica di Cenerentola – raccontava Prokof’ev – era l’amore poetico tra lei e il principe, la nascita e il fiorire del sentimento, gli ostacoli su questa via, la realizzazione di un sogno. Ho cercato di far sì che lo spettatore non rimanesse indifferente alla sventura e alla gioia. Ho composto Cenerentola nel solco della tradizione del balletto classico russo”. La favola più amata, a quasi ottant’anni dalla sua prima rappresentazione (era il 22 novembre 1945, al Teatro Bol’šoj di Mosca, per la coreografia di Rostislav Zakharov), continua ad appassionare il pubblico di ogni età, registrando sold out in ogni sua riedizione. La storia di Cenerentola parla di una fanciulla già orfana di madre, ridotta in povertà e angustiata dalle sorellastre e dalla matrigna alla morte del padre. Ma lei non smette di sognare, aspettando il suo principe azzurro che alla fine troverà e sposerà. Con l’aiuto della fata e di un pizzico di magia il sogno diventa realtà. Nella versione di Luciano Cannito, coreografo particolarmente attento alla struttura narrativa del balletto, la storia si arricchisce di un pizzico di follia, comicità e divertimento senza tralasciare la spettacolarità, soprattutto nelle scene del secondo atto con il grande salone da ballo. “I grandi Balletti, anzi, i grandi titoli di balletto classico – racconta Cannito -, affascinano e stimolano l’immaginazione, ci riportano a mondi fatti di magia, di sogno, di fantasia. Il balletto della storia universale di Cenerentola aggiunge al fantastico del racconto attraverso le immagini e la grande danza, il fantastico del desiderato da tutti: realizzare i nostri sogni nei momenti più bui della nostra vita e soprattutto realizzarli quando non ce lo aspettavamo più”.

Fedez si scaglia contro un hater, ma mostra la foto sbagliata e rischia la querela

Fedez si scaglia contro un hater, ma mostra la foto sbagliata e rischia la querelaRoma, 15 gen. (askanews) – Un hater lo attacca, lui mostra la foto. Peccato che sbagli persona e che l’uomo nella foto sia ora pronto a sporgere querela. Brutta avventura per Fedez che scivola durante il suo podcast “Mucchio selvaggio” e rischia di ritrovarsi ora in tribunale per aver messo alla gogna la persona sbagliata. Tutto è avvenuto durante la puntata del suo podcast in cui sono stati ospiti David Parenzo e ‘il Gabbrone’. Dopo aver rivangato tutta la faccenda legata all’hater che aveva preso di mira le foto del figlio in campo tra i calciatori, allo stadio San Siro, Fedez è passato ad un altro hater, un certo “Davidone” che avrebbe già “goduto”, come spiega Fedez riferendosi ai post, per la morte del suo cane, e ironizzato sul suo problema di salute al pancreas. E “Davidone” esce allo scoperto: “Eccomi, ci metto la faccia così posso finalmente dire assumendomi tutta la responsabilità che godo per il problemino al pancreas di Fedez”, il rapper mostra la foto pubblicata, invitandolo a fornire nome e cognome. Il problema è che la foto mostrata non è quella di “Davidone” ma di un altro utente, un tifoso dell’Inter noto su “Twitter calcio” e identificato dal nickname Wazza. Dal quale arriva immediata la risposta a Fedez. “Mi sa che abbiamo un problema…”, dice Wazza, che avrebbe già provveduto a querelare “Davidone” per aver utilizzato la sua foto, ma che se la prende soprattutto con Fedez: “Ho già provveduto a querelare tal Davidone, ma mi sa che quella non è la sua faccia da c…o, ma la mia. Fedez è riuscito a farmi diventare simpatico a tutto il Twitter Calcio (…) Grazie, grazie a Fedez che non verifica le fonti e mi mette alla pubblica gogna…”. Poi in un video annuncia così la possibile querela: “Meme a parte, ragazzi, quello che ha fatto il signor Fedez e la trasmissione Muschio Selvaggio è di una gravità pazzesca. C’è chi non regge il peso della pubblica gogna… ci siamo capiti. Ovviamente mi muoverò nelle sedi opportune, ma sono molto turbato dalla cosa” e conclude: “Io adesso avrò paura a uscire di casa, perché chiunque mi incrocia potrebbe farmi del male. Come si risolve questa cosa qua?”.

 

Cdm, bozza Dl: sì terzo mandato in Comuni fino 15mila abitanti

Cdm, bozza Dl: sì terzo mandato in Comuni fino 15mila abitantiRoma, 15 gen. (askanews) – Lo schema di decreto legge che, con tutta probabilità, sarà all’esame del Consiglio dei ministri di domani, e che reca “Disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali dell’anno 2024 e in materia di revisione delle anagrafi della popolazione residente e di determinazione della popolazione legale”, composto di 6 articoli, innalzerà il limite da due a tre mandati per i sindaci degli “enti che si collocano nella fascia demografica da 5.001 a 15.000 abitanti eliminando, al contempo, ogni limite di mandato per i comuni fino a 5.000 abitanti”. E’ quanto si legge in una bozza del provvedimento.

Questo il testo del passaggio in questione: “L’articolo 4 (Disposizioni in materia di elezione del sindaco e del consiglio comunale), al comma 1, modifica l’articolo 51, comma 2, del T.U.O.E.L., dettando una nuova disciplina in tema di terzo mandato consecutivo del sindaco per i comuni con popolazione sino a 15.000 abitanti. La norma, così come di recente innovata (cfr. articolo 3, comma 1, lettera a), numeri 1) e 2), della legge 12 aprile 2022, n. 35), dispone che ‘Chi ha ricoperto per due mandati consecutivi la carica di sindaco e di presidente della provincia non è, allo scadere del secondo mandato, immediatamente ricandidabile alle medesime cariche’. Per i sindaci dei comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti, tale limite si applica allo scadere del terzo mandato. Sennonché – si spiega nella bozza -, nei comuni di minore dimensione demografica risulta di fatto spesso problematico individuare candidature per la carica di primo cittadino, per cui il divieto di rielezione per un terzo mandato comporta rilevanti criticità. Il comma in esame intende innalzare il limite da due a tre mandati per gli enti che si collocano nella fascia demografica da 5.001 a 15.000 abitanti eliminando, al contempo, ogni limite di mandato per i comuni fino a 5.000 abitanti. Rimane peraltro ferma la disposizione di cui al comma 3 dell’articolo 51 del T.U.O.E.L. Conseguentemente, nei comuni con più di 15.000 abitanti, sarà comunque consentito un terzo mandato consecutivo se uno dei due mandati precedenti ha avuto durata inferiore a due anni, sei mesi e un giorno, per causa diversa dalle dimissioni volontarie”.

Sanremo, Amadeus: Celentano superospite? Sarebbe un sogno

Sanremo, Amadeus: Celentano superospite? Sarebbe un sognoRoma, 15 gen. (askanews) – Il superospite al Festival di Sanremo, straniero, ci sarà e porta il nome di Russel Crowe. “Abbiamo scoperto avere origini italiane, mi ha scritto una lettera molto carina, di grande affetto verso Sanremo e mi ha detto che aveva piacere di venire al Festival a cantare il suo blues – ha annunciato Amadeus al termine degli ascolti riservati alla stampa dei 30 brani sanremesi -. Ho pensato di portarlo sul palco. Viene in Italia proprio due giorni prima, viene praticamente gratis, a sue spese, il 7 è a Sanremo, e l’8 sul palco. E’ un attore che amo, stimo tantissimo, e fa dell’ottimo blues”, ha aggiunto il quinte volte conduttore della kermesse.

Amadeus ha poi annunciato altri ospiti musicali. “C’è tanta musica quest’anno – ha detto – e abbiamo scelto tre canzoni che all’Ariston festeggeremo con gli interpreti rispettivamente per i 30, i 40 e i 60 anni di storia. Ho chiesto a Giorgia di interpretare, mercoledì, ‘E poi’ per i 30 anni, a Eros Ramazzotti, giovedì, ‘Terra promessa’ per i 40 anni, e a Gigliola Cinquetti, con ‘Non ho l’età’ per i 60 anni, venerdì o sabato. Tre canzoni simbolo della canzone italiana, sono felicissimo di festeggiare questi tre compleanni a Sanremo”. Ci sarà anche un omaggio a Toto Cutugno? “Sicuramente, anche se non escludo che qualche artista possa sceglierlo nella serata delle cover”. Era girata la voce di Adriano Celentano per interpretare “L’Italialo”. “No, in questo momento questa ipotesi non c’è. Magari, vorrei poter invitare ufficialmente Celentano, sarebbe un sogno per me, per per tutti”.

E ospiti sportivi? “Calciatori li abbiamo avuti ma poi se non segnano la partita successiva è colpa del festival e quindi è difficile averli. Non escludo però qualche sorpresa da altri sportivi”, ha concluso Amadeus. E chissà che Jannik Sinner, se libero da impegni tennistici, possa salire sul palco dell’Ariston. Lui, lo ha già detto, l’invito lo accetterebbe.

Sanremo, ecco i 30 brani in gara. Sarà l’anno di una donna? Decisivi saranno i voti delle radio

Sanremo, ecco i 30 brani in gara. Sarà l’anno di una donna? Decisivi saranno i voti delle radioRoma, 15 gen. (askanews) – E’ un Festival molto radiofonico quello in programma dal 6 al 10 febbraio, il quinto targato Amadeus. Trenta i brani in gara, che askanews ha potuto ascoltare in anteprima nella giornata dedicata ai giornalisti. Brani molto orecchiabili, molta discoteca, tanto rap e urban, zero rock (ad esclusione della Bertè). Brani che diventeranno molto probabilmente tormentoni e che sicuramente funzionano in radio. Difficile dire chi salirà sul gradino più alto della 74esima edizione della kermesse più discussa e dibattuta dell’anno. Diversi i brani candidati a vincere il Festival. E potrebbero esserci anche tante sorprese. Di sicuro dipenderà anche dal voto del pubblico e dal voto delle radio; quest’anno, infatti, per la prima volta al posto della giuria demoscopica saranno le radio a ricoprire la terza parte dei voti (insieme al pubblico e alla sala stampa).

Se dunque c’è chi scommette che a vincere sarà un “tradizionale pezzo sanremese”, una ballad melodica, e c’è chi invece è pronto a dire che potrebbe essere l’anno di un pezzo elettronico-rap. E chi punta su un Sanremo donna. Quest’anno infatti potrebbe essere una cantante a conquistare il gradino più alto. L’ultima fu Arisa nel 2014. Ma anche qui se ne vedranno delle belle. “Le radio per me sono molto importanti – ha sottolineato Amadeus – perché come ho detto spesso, il successo di un brano è il fatto di sentirlo in radio anche dopo tanto tempo. Le radio sono il polso della discografia italiana. Ho ricevuto oltre 400 brani – ha aggiunto il conduttore – non si sono presentati brani di band rock, dopo i Maneskin non ho ricevuto proposte interessanti. Potrei dire che il pezzo della Bertè è rock. Quanti sono stati gli artisti a cui ho chiesto direttamente io? Una decina, tra loro Amoroso e Mahmood – confessa Ama – e un paio me li sono conservati dallo scorso anno, tra questi Maninni”.

Il fil rouge dei 30 brani è l’amore; amore perso, amore autobiografico, amore finito, amore trovato. Solamente due cantanti in gara affrontano temi più attuali, quello dei migranti e della guerra, come Dargen D’Amico e Ghali; due con temi a impatto sociale e femminile, come quella di Big Mama, una delle poche rapper donna italiana, e Fiorella Mannoia. Una in napoletano, quella di Geolier, dal titolo “I p’me, tu p’te”. “Oggi tutti i ragazzi, da nord a sud, sono di livello nazionale – commenta Amadeus – sono ascoltati da qualsiasi parte d’Italia. Ecco perché ho aperto le porte alla canzone napoletana senza il minimo dubbio”. “A me non interessa il tema sociale di per sé – ha spiegato il conduttore e direttore artistico – a me interessa che il tema sia abbinato a un brano forte, che funziona. Se è un tema sociale importante ma poi ti accorgi che il brano ti stanca, non lo scelgo, farei un danno al tema sociale e a Sanremo stesso”.

Amadeus, dunque, guarda al testo, al ritmo, a quanto “funziona” il pezzo in radio, a quanto può prendere un pubblico il più trasversale possibile: dai più giovani (negli ultimi anni siamo passati dal 30% di interesse dei giovani a Sanremo al 90%), ai più anziani. “La famosa canzone sanremese, a volte studiata persino a tavolino, non c’è più. Adesso non si scrive più la canzone per Sanremo – sottolinea Amadeus – adesso presenti un brano che può andar bene per qualsiasi periodo dell’anno. E questo è vincente”. E’ forse anche per questo che si sono quasi capovolte le tradizioni, così da trovare una Emma coraggiosa con un ritmo tecno-anni Novanta e dei Ricchi e Poveri uptempo in versione elettropop.

“Non faccio distinzioni tra generi musicali, il mio obiettivo era quello di portare l’attualità discografica a Sanremo, cioè fare in modo che le canzoni di Sanremo rispettassero i gusti del pubblico – ha spiegato Amadeus -. Non ho mai cambiato il testo di nessuna canzone in 5 anni, per me la canzone è un’opera d’arte e cambiarla sarebbe un sacrilegio”. Colpiscono i brani di Alessandra Amoroso, Emma, Negramaro, Il Volo, Loredana Bertè. Attenzione a The Kolors, Angelina Mango e Annalisa che potrebbero scalare la classifica e agli outsider Rose Villain e Maninni. Ma ogni brano ha un motivo più che valido per essere stato scelto dal direttore artistico. Gli esordienti come Il Tre, I Santi Francesi, Alfa, La Sad portano una ventata di freschezza e di novità, anche se non tutti saranno dei successi. La rivoluzione di Amadeus è proprio questa, dare spazio a chi non lo avrebbe in un contesto tradizionale ma che si afferma attraverso le piattaforme digitali e i social. Ci sono poi i grandi veterani come Renga e Nek che forti della loro storia portano avanti un progetto comune, o i trionfatori degli anni scorsi come Diodato e Mahmood che si mettono di nuovo in gioco. Insomma un festival tutto da seguire e da ascoltare e riascoltare. (di Serena Sartini)

Sanremo, ecco i 30 brani in gara – gli ascolti

Sanremo, ecco i 30 brani in gara – gli ascoltiRoma, 15 gen. (askanews) – Trenta i brani in gara al Festival di Sanremo, in programma dal 6 al 10 febbraio. Eccoli, con una personale impressione dopo il primo ascolto.

Fiorella Mannoia – Mariposa Dal ritmo gipsy, il brano è un manifesto di donne. Le donne sottomesse e le donne protagoniste del tempo si uniscono tra i versi di Mariposa e gridano insieme l’identità eterna e inviolabile di ognuna di loro. Emma – Apnea Brano tecno anni ’90, l’artista si presenta in una veste inedita. L’Apnea è l’apice di un’emozione.

Irama – Tu no Pezzo emotivo e dal testo profondo, molto intimo e in continuità con l’ultima partecipazione a Sanremo. Parla di una mancanza. Negramaro – Ricominciamo tutto Una super ballad alla Coldplay. Un climax che vede il sound della band espandersi in un crescendo di esplosioni sonore.

Big Mama – La rabbia non ti basta Una dedica alla Marianna piccola e un messaggio universal. Bullismo, violenza, buio interiore, ma anche forza e riscatto: un invito a cercare coraggio e forza nella proiezione e nell’idea che si ha di se stessi, non nelle parole degli altri. Maninni – Spettacolare Eclettico songwriter pronto a fare suo esordio a Sanremo. Il brano racchiude i momenti fragili e gli ostacoli che la vita ti mette davanti.

Mr. Rain – Due altalene Il brano racconta la storia, tragicamente vera, di una perdita, una delle più forti ed emotivamente difficili da vivere e superare, un genitore che perde i propri figli, ma racchiude in sé anche molte altre storie, di speranza, di dolore e e volte di perdita. Il Volo – Capolavoro Il Volo che non ti aspetti, profondi e maturi, ma allo stesso tempo con una freschezza che nelle cover dei grandi capolavori che hanno interpretato non emergeva. Da podio Alessandra Amoroso – Fino a qui Il brano parla delle ‘cadute’ che nella vita ci si trova a dover affrontare e di come si decida di rialzarsi, e di come inevitabilmente ci si rialzi vedendo tutto con una prospettiva nuova. Fino a qui è un abito che l’artista si è cucita addosso per raccontare un percorso preciso e il suo riavvicinamento con la musica, ma che in realtà può essere indossato da chiunque. Da podio. Angelina Mango – La noia L’impronta di Madame è chiara. Dallo stile “cumbia”, variante della musica folk colombiana. Molto ritmata. Da podio. Alfa – Vai! Un brano orecchiabile e vitale, con sonorità folk ma senza dimenticare le origini del giovane cantautore genovese. Un ritornello tutto da cantare. The Kolors – Un ragazzo una ragazza La hit che farà ballare tutti per l’intero 2024. Un tormentone che segue la scia di Italodisco. Potrebbe riservare sorprese sul podio. I Ricchi e Poveri – Ma non tutta la vita I Ricchi e Poveri davvero originali. Elettro-pop del momento, farà breccia tra i giovani e i meno giovani. Da ballare. Loredana Bertè – Pazza Titolo che ben la rappresenta. Autobiografica, dal sound rock, funziona in radio e ha presa tra i giornalisti. Applaudita in studio tra la stampa. Gazzelle – Tutto qui Il brano parla di di amore principalmente, però anche di persone che non ci sono più e di nostalgia per certe cose che nelle vita non abbiamo vissuto. (Segue)

La Russa con Segre al Binario 21 della stazione di Milano: “La Shoah male assoluto”

La Russa con Segre al Binario 21 della stazione di Milano: “La Shoah male assoluto”Milano, 15 gen. (askanews) – Se dieci mesi fa, durante una visita a Gerusalemme, Ignazio La Russa non rispose alla domanda se si riconoscesse o meno nelle parole di Gianfranco Fini che vent’anni prima da lì definì il fascismo “male assoluto”, oggi il presidente del Senato, visitando il Memoriale della Shoah di Milano, ha usato quella stessa definizione, associata però allo sterminio nazista degli ebrei. “Ciò che è avvenuto è stato senza ombra di dubbio il male assoluto, quindi grazie per averci dato questa testimonianza viva che vale più di qualunque altro modo di ricordare quei drammatici eventi” ha detto rivolto alla senatrice a vita Liliana Segre, che l’ha accompagnato nelle viscere del Binario 21 della Stazione Centrale, dal quale venne deportata il 30 gennaio 1944.

Varcando la soglia del Memoriale “non sono più la vecchia che sono adesso, sono quella che è entrata qui per essere deportata, non l’ho mai dimenticato” ha detto Segre prima di guidare la seconda carica dello Stato insieme ai membri della Commissione straordinaria intolleranza, razzismo, antisemitismo, istigazione all’odio e alla violenza di Palazzo Madama, che presiede. La Russa le ha donato una targa con inciso l’articolo 3 della Costituzione, quello che equipara i cittadini, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche e condizioni personali e sociali. “Credo che la vittoria contro il male parta da queste parole che dobbiamo sempre conservare come un vademecum del dritto cammino e cercare di esserne degni, ogni giorno” ha detto il presidente di Palazzo Madama ringraziando la senatrice “per l’invito che mi ha onorato e che mi ha emozionato”. Parole che non hanno però indotto il presidente del Senato a prendere le distanze in modo inequivocabile, come fece Fini, dalla dittatura di Benito Mussolini. “Non svilire questo occasioni con queste cose” ha infatti risposto a chi gli ha chiesto se si sentisse o meno, in questa occasione, “un po’ antifascista”. D’altra parte, ha osservato il presidente della Comunità ebraica di Milano, Walker Meghnagi, “oggi come oggi sono certo che al governo non ci siano dei fascisti” e i veri nostalgici del ventennio, come quelli che hanno partecipato nei giorni scorsi a Roma al raduno di Acca Larentia, “sono pochi, sono sempre meno. Io non darei loro importanza”.

La Russa ha anche auspicato che luoghi come il Memoriale siano visitati il più possibile, in particolare dai giovani, come “monito perché questo non possa ripetersi”. Ha registrato infine “l’interessamento” del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e del sindaco di Milano Giuseppe Sala affinché queste visite siano incentivate. “Il mio auspicio è quello di poter accogliere tutti i ragazzi delle scuole gratuitamente, ma ovviamente ci vuole l’aiuto di qualcuno” ha replicato il presidente del Memoriale della Shoah, Roberto Jarach, facendo appello al ministero dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, che incontrerà nei prossimi giorni durante una visita ad Auschwitz.

Meloni festeggia (i 47 anni) in radio: farò anche i 50 anni a Palazzo Chigi. E rivela: un regalo? Dormire

Meloni festeggia (i 47 anni) in radio: farò anche i 50 anni a Palazzo Chigi. E rivela: un regalo? DormireRoma, 15 gen. (askanews) – “Me ne sento 47, ma forse anche 48-49 in questo momento e dopo le feste me ne sento qualcuno in più… quando sali sulla bilancia ci sono queste dinamiche qua…”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in collegamento telefonico con “Un giorno da pecora” su Rai Radio Uno nel giorno del suo 47esimo compleanno.

Alla domanda se pensa di trascorrere a Palazzo Chigi anche il suo 50esimo compleanno (a gennaio 2027), la premier, visto che la legislatura scadrà a ottobre di quell’anno, ha risposto: “Per forza, ci tocca”, anche se “una legislatura intera” trascorrere “un anno a Palazzo Chigi li fa”, nel senso che “un anno sembrano cinque”. “Non lo so se la Schlein mi ha fatto gli auguri, me li ha fatti Giuseppe Conte”, il suo è stato “tra i primi che ho letto”, ma ho ancora “1400 sms inevasi”, ha poi risposto la premier ad un’altra domanda. Infine sul regalo che vorrebbe ricevere Meloni ha rivelato: “Dormire”.