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Ue, Mattarella: riforme istituzionali necessarie per affrontare le nuove sfide

Ue, Mattarella: riforme istituzionali necessarie per affrontare le nuove sfideRoma, 15 dic. (askanews) – “L’Unione Europea dovrà mettere mano a quel complesso di riforme istituzionali necessarie per renderla in grado di affrontare, con efficacia e tempestività, le sfide del nostro tempo, offrendo l’esempio di una comunità che, attraverso il dialogo e il negoziato, contribuisce in maniera ancora più rilevante alla causa della pace e della collaborazione internazionali”. Ne è convinto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che nel suo discorso al corpo diplomatico per il tradizionale scambio di auguri al Quirinale ha ribadito anche il valore che nel quadro internazionale rappresenta l’allargamento dell’Unione europea.

Quello dell’allargamento dell’Unione europea è stato “un percorso a volte impervio, ma il cui profondo significato storico e politico riveste grande rilievo. Allargamento significa inclusione, accettazione delle differenze, solidarietà, valori agli antipodi rispetto alle pulsioni neo-imperialiste che provengono, in questo periodo, da Mosca”, ha sottolineato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo discorso agli ambasciatori in Italia, assenti anche quest’anno come dall’inizio del conflitto in Ucraina i rappresentanti diplomatici di Russia e Bielorussia.

Anselm Kiefer a Palazzo Strozzi con i suoi Angeli caduti

Anselm Kiefer a Palazzo Strozzi con i suoi Angeli cadutiMilano, 15 dic. (askanews) – Dal 22 marzo al 21 luglio 2024 Palazzo Strozzi ospita una mostra dedicata a uno dei più grandi nomi dell’arte tra XX e XXI secolo, Anselm Kiefer. Celebre per le sue opere di forte impatto che attraverso pittura, scultura e installazione investigano i temi della memoria, del mito, della guerra e dell’esistenza, Anselm Kiefer presenta a Palazzo Strozzi un percorso attraverso opere storiche e nuove produzioni, in un dialogo originale con l’architettura del Rinascimento.

A cura di Arturo Galansino, la mostra di Palazzo Strozzi si propone di restituire la complessità dell’arte di Kiefer, celebrandone l’intreccio tra figura e astrazione, natura e artificialità, creazione e distruzione, in un progetto che coinvolge gli spettatori sia nello spazio fisico che in quello concettuale delle sue opere. Ogni produzione artistica di Anselm Kiefer esprime il rifiuto del limite, nella monumentalità e nella potenza della materialità, ma soprattutto nell’infinita ricchezza di risorse con le quali sonda le profondità della memoria e del passato. Ha esordito nella scena artistica tedesca alla fine degli anni Sessanta con opere che, tra le prime, hanno segnato una riflessione sulla storia della Seconda guerra mondiale e sull’eredità emotiva e culturale della Germania. Da qui è iniziato un percorso artistico in cui si uniscono e confondono mito, religione, misticismo, poesia, filosofia.

L’espressione “angeli caduti” indica gli angeli cacciati dal Paradiso a seguito della loro ribellione contro Dio. Quest’immagine simbolica, rappresentazione dell’intera umanità, diventa punto di partenza della mostra a Palazzo Strozzi: un viaggio attraverso allegorie, figure e forme che riflettono sull’identità, la storia, la letteratura e la filosofia. Utilizzando pittura, scultura, installazione e fotografia, l’arte di Kiefer propone un percorso di introspezione sull’essere umano, esplorando in modo complesso le connessioni tra passato, presente e futuro.

Il magazine di Le Monde celebra la nuova età dell’oro di Cinecittà

Il magazine di Le Monde celebra la nuova età dell’oro di CinecittàRoma, 15 dic. (askanews) – “Cinecittà, una rinascita italiana” è il titolo del magazine di Le Monde che dedica agli Studi di via Tuscolana la copertina del numero che esce oggi. La nuova età dell’oro di Cinecittà, come la definisce Le Monde, era già finita al centro della scena mediatica internazionale con le prime pagine del New York Times, di El Pais e articoli su testate come il Guardian, il Sunday Times e la Vanguardia.

“I leggendari studi romani hanno ritrovato l’effervescenza anni ’50 e ’60, quando erano chiamati ‘Hollywood sul Tevere’ – scrive il giornalista Aureliano Tonet – dopo decenni difficili, in cui ha rischiato di finire in un parco divertimenti, la struttura pubblica beneficia a pieno dello sviluppo dello streaming e sta per aprire altri cinque studi. È difficile immaginare che solo dieci anni fa, nello stesso punto i dipendenti rifiutavano il destino promesso loro dagli allora proprietari: diventare solo un’altra tappa sulla strada che porta tanti turisti a Roma”, osserva Le Monde. “In meno di tre anni, siamo passati da un tasso di occupazione medio del 30% a quasi l’80% di occupazione media dei nostri studi. E, dopo anni di perdite, siamo finalmente tornati in attivo. 1,8 milioni entro il 2022 – dice al settimanale Nicola Maccanico, ad di Cinecittà – l’aumento della durata delle produzioni legato al boom delle serie, sta giocando a nostro favore. Abbiamo appena festeggiato la fine della serie Those About to Die, un peplum con Anthony Hopkins, dopo nove mesi di riprese. Tra il trascorrere tutto quel tempo nell’Europa dell’Est o Roma, rinomata per la sua ricca cultura, la sua ospitalità e il suo clima, gli artisti non esitano a lungo”. Nel lungo articolo di nove pagine, il magazine dà la parola a registi tra cui Joe Wright (“So quanto sia difficile mantenere gli studios in funzione, tanto dipendono dalle bizzarrie del sistema fiscale. Gli artigiani di Cinecittà continuano a distinguersi dalla massa”), Luca Guadagnino (“Sono venuto a Cinecittà per trovare quello che Jean-Luc Godard ha trovato lì quando ha girato Le Mépris: un altrove”), Ridley Scott, Wes Anderson (“Cinecittà ha personalità in misura quasi eccessiva. Mussolini, Cleopatra, Fellini. L’eccellenza dell’artigianato, la vicinanza delle rovine… In un certo senso, ci si sente legati all’antichità”), Alice Rohrwacher (“Quando sono andata a cercare in tutta Italia scultori autentici per il mio film, li ho trovati solo a Cinecittà), Monica Bellucci, Saverio Costanzo (“Una mattina, sul set, ho guardato le mie comparse, giovani ragazze di periferia vestite di tutto punto, come donne egiziane. Erano le stesse facce di quelle filmate da Pasolini nella periferia di Roma cinquant’anni fa. In quel momento ho capito che Cinecittà siamo noi”).

Cinecittà, scrive ancora Le Monde, sta vedendo una miriade di star andare e venire: Stanley Tucci, Angelina Jolie, Adam Driver, Lady Gaga, Penelope Cruz, Charlize Theron, Willem Dafoe, Uma Thurman. Ma è proprio il ruolo delle maestranze in primo piano sul magazine: “Nessuno incarna quest’anima meglio dei falegnami, dei pittori e degli altri decoratori. Computer ad alta tecnologia siedono fianco a fianco con strumenti di un’altra epoca, come se fossero Rinascimento. La forza lavoro è mista e intergenerazionale, in modo da assicurare la trasmissione di competenze e tecniche”.

Ue, Meloni: Orban? Italia ha ruolo perchè dialoga con tutti

Ue, Meloni: Orban? Italia ha ruolo perchè dialoga con tuttiBruxelles, 15 dic. (askanews) – “Io ho fatto quello che avevo detto che avrei fatto: si è molto più utili quando si ha la facoltà di parlare con tutti e quando si cerca un punto di incontro. Se non riusciamo a fare questo non riusciamo ad arrivare agli obiettivi, bisogna avere una capacità di dialogo e di mediare”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al termine del Consiglio europeo, a chi le chiedeva del suo colloquio di ieri con Viktor Orban.

“Questo – ha aggiunto – ha consentito all’Italia di avere un ruolo da protagonista per i risultati che abbiamo ottenuto, non siamo riusciti in tutti gli intenti ma dobbiamo continuare a lavorare. Questo è il modo più serio di arrivare a obiettivi utili per tutti e per la credibilità dell’Ue. In particolare in questa fase, con le crisi in corso, dobbiamo cercare di unire e non di divaricare ultertiormente perchè ci indeboliamo ancora di più”.

Rally titoli di Stato eurozona “sfida” l’intransigenza della Bce

Rally titoli di Stato eurozona “sfida” l’intransigenza della BceRoma, 15 dic. (askanews) – Quasi a “sfidare” la linea risoluta mostrata ieri dalla Bce, scatta il rally sui mercati dei titoli di Stato dell’area euro, con i rendimenti che calano ai minimi da nove mesi a questa parte. E anche di più sui Btp dell’Italia: al 3,70% nel corso della seduta i tassi retributivi sulla scadenza decennale sono scesi ai minimi da un anno a questa parte.

Gli acquisti si sono paradossalmente moltiplicati dopo che le indagini sull’attività delle imprese nell’Unione valutaria (indici Pmi) hanno riportato un’ulteriore peggioramento a dicembre, con valori sempre più vicini al rischio di recessione. In un articolo di analisi, il Financial Times rileva come gli sviluppi dell’economia appaiano in strindente contrasto con l’intransigenza mostrata dalla presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, che ieri, al termine del Consiglio direttivo dell’istituzione, ha riferito che di tagli ai tassi “non se ne è assolutamente parlato”.

I rendimenti sui titoli di Stato decennali della Germania sono scesi fino al 2,04%, sui minimi da marzo, con un calo di 9 punti base rispetto ai livelli di ieri. Nel pomeriggio i rendimenti dei Btp a 10 anni ritracciano lievemente ma al 3,74%, secondo Mts, restano in calo di 4 punti base rispetto a ieri e lo spread, il differenziale rispetto ai tassi dei Bund tedeschi si stringe a 170 punti base. E questo nonostante il fatto che ieri proprio la Bce, a sorpresa, abbia annunciato che da luglio intende avviare una riduzione anticipata degli stock di titoli, prevalentemente pubblici, anche sul programma di acquisti anticrisi Covid Pepp, mentre una manovra di questo genere è già in corso da mesi sul piano di acquisti App.

“Chiaramente gli sforzi della Bce per respingere i recenti allentamenti delle condizioni finanziarie sono andati a vuoto”, afferma Richard McGuire, direttore della strategia sui tassi di interesse a Rabobank citato dal quotidiano finanziario. “I mercati sentono che è aperta la porta in termini di reazione alla debolezza dei dati”. Secondo Mike Riddell, gestore di portafogli obbligazionari alla Allianz Global Investors “la Bce dice che i tassi resteranno alti o che potrebbero anche andare più in alto ma i mercati semplicemente non ci credono più”.

L’analista rileva che le banche centrali in tutto il mondo sono in affanno sulla loro credibilità. E secondo il FT la Bce in particolare si trova spiazzata dopo che il giorno prima del Consiglio direttivo il presidente della Federal Reserve, Jay Powell ha inviato messaggi più possibilisti verso un ammorbidimento dei tassi sul dollaro.

Mes, Meloni: non c’è nessun ricatto sul Patto di stabilità

Mes, Meloni: non c’è nessun ricatto sul Patto di stabilitàBruxelles, 15 dic. (askanews) – Quello tra Patto di stabilità e ratifica del Mes “è un link che vedo solo nel dibattito italiano. Sicuramente per noi fa la differenza sapere quali sono gli strumenti del Patto, ma non c’è una dimensione di ricatto. Non l’ho vista, nessuno ha mai posto la questione così”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al termine del Consiglio europeo.

L’Italia potrebbe mettere il veto sul Patto si stabilità? “Non la voglio mettere così. Io dico che non posso dare il mio ok a un Patto che non io ma nessun governo potrebbe rispettare, sarebbe ingiusto e inutile per noi. Dire ‘mettete il veto’ non è un buon modo per cercare una sintesi”, ha detto Meloni. “Cerco – ha aggiunto – di trovare le condizioni di fare seriamente il mio lavoro, non chiediamo la modifica per gettare soldi dalla finestra ma fare quel che è giusto fare senza essere colpiti. Sarebbe miope non per l’Italia ma per l’Europa. Cerchiamo di coinvolgere più Paesi possibile”.

Bankitalia taglia le stime dell’inflazione: nel 2023 al 6%, nel 2024 drastico calo all’1,9%

Bankitalia taglia le stime dell’inflazione: nel 2023 al 6%, nel 2024 drastico calo all’1,9%Roma, 15 dic. (askanews) – La Banca d’Italia ha rivisto al ribasso le previsioni di inflazione sulla Penisola, che ora fin dal prossimo anno viene stimata a livelli inferiori al valore obiettivo della Bce (2% simmetrico, posto che quest’ultimo è relativo alla media dell’eurozona e non solo all’Italia). Ora per quest’anno l’istituzione di via Nazionale pronostica un caro vita al 6%, sul 2024 un drastico calmieramento all’1,9%, sul 2025 1,8% e sul 2026 1,7%.

Per l’inflazione di fondo, l’indice al netto di energia e alimentari, Bankitalia prevede 4,5% di crescita sulla media di quest’anno, 2,2% il prossimo, 1,9% del 2025 1,8% del 2026. Le previsioni sono state elaborate in coordinamento con l’Eurosistema delle banche centrali e Bce, che ieri ha pubblicato i dati per la media dell’area euro. Vengono aggiornate ogni tre mesi e lo scorso settembre Banca d’Italia stimava l’inflazione 2023 al 6,1%, sul 2024 2,4% e sul 2025 1,9%.

Se per la crescita economica i rischi restano sbilanciati verso l’indebolimento, secondo l’istituzione sull’inflazione “sono più bilanciati. Pressioni al rialzo potrebbero provenire da nuovi aumenti dei prezzi delle materie prime. Per contro, la possibilità di un deterioramento dello scenario internazionale e di un impatto più marcato della restrizione monetaria rispetto a quanto stimato nello scenario di base – si legge – potrebbero tradursi in un andamento più contenuto di salari, margini di profitto e inflazione al consumo”.

Ue, Meloni: veto su Patto? Cerco intesa, no ok se non rispettabile

Ue, Meloni: veto su Patto? Cerco intesa, no ok se non rispettabileBruxelles, 15 dic. (askanews) – L’Italia potrebbe mettere il veto sul Patto si stabilità? “Non la voglio mettere così. Io dico che non posso dare il mio ok a un Patto che non io ma nessun governo potrebbe rispettare, sarebbe ingiusto e inutile per noi. Dire ‘mettete il veto’ non è un buon modo per cercare una sintesi”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al termine del Consiglio europeo.

“Cerco – ha aggiunto – di trovare le condizioni di fare seriamente il mio lavoro, non chiediamo la modifica per gettare soldi dalla finestra ma fare quel che è giusto fare senza essere colpiti. Sarebbe miope non per l’Italia ma per l’Europa. Cerchiamo di coinvolgere più Paesi possibile”.

Usa, Produzione industriale +0,2% in novembre, sotto le stime

Usa, Produzione industriale +0,2% in novembre, sotto le stimeNew York, 15 dic. (askanews) – In novembre, la produzione industriale negli Stati Uniti è salita dello 0,2% rispetto al mese precedente a 102,7 punti, secondo l’indice della Federal Reserve, contro attese per un dato in rialzo dello 0,3%; il dato di ottobre è stato rivisto da -0,6% a -0,9%.

La produzione manifatturiera ha registrato un rialzo dello 0,3%, come anche quella mineraria in rialzo anch’essa dello 0,3%. L’utilizzo della capacità degli impianti – che misura la produzione industriale rispetto al potenziale – è salito di 0,1 punti al 78,8%, con le attese al 79,1%. Il dato di ottobre sulla capacità degli impianti è stato rivisto da 78,8% a 79,1%.

Bankitalia taglia stima crescita Pil 2024 a 0,6%, alza 2025 a 1,1%

Bankitalia taglia stima crescita Pil 2024 a 0,6%, alza 2025 a 1,1%Roma, 15 dic. (askanews) – La Banca d’Italia ha confermato la previsione di crescita e economica sull’insieme di quest’anno allo 0,7%, ma ha rivisto al ribasso la stima sul 2024 allo 0,6%, ha leggermente alzato quella sul 2025 all’1,1% e pronostica un livello di espansione analogo anche sul 2026.

Le nuove cifre sono state pubblicate dall’istituzione di via Nazionale nell’ambito delle proiezioni elaborate in coordinamento con l’Eurosistema delle banche centrali e la Bce, che ieri ha pubblicato le cifre aggiornate per la media dell’area euro. Si basano sui dati congiunturali disponibili fino al 30 novembre, secondo quanto riporta un comunicato. Queste previsioni vengono aggiornate ogni tre mesi e lo scorso settembre Banktalia stimava la crescita 2023 allo 0,7%, quella sul 2024 allo 0,8% e quella sul 2025 all’1%.

“Dopo il leggero aumento nei mesi estivi, le informazioni congiunturali più recenti segnalano che il Pil avrebbe ristagnato nel trimestre in corso – afferma Bankitalia -. Il prodotto tornerebbe a espandersi gradualmente dall’inizio del prossimo anno, sostenuto dalla ripresa del reddito disponibile e della domanda estera”. L’istituzione avverte che queste proiezioni “sono circondate da un’incertezza elevata, con rischi per la crescita orientati prevalentemente al ribasso. Il contesto geo-politico rimane uno dei principali fattori di instabilità, da cui possono scaturire nuovi rincari delle materie prime e un deterioramento della fiducia di famiglie, imprese e investitori. Rischi non trascurabili sono anche connessi con l’evoluzione dell’attività economica globale – si legge – che potrebbe risentire in misura maggiore delle difficoltà dell’economia cinese e dell’incertezza legata alle tensioni internazionali”.

A frenare la crescita potrebbe contribuire anche un eventuale peggioramento, più marcato del previsto, delle condizioni di finanziamento.