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Gimbe: nelle ultime tre settimane raddoppiati i casi di Covid-19

Gimbe: nelle ultime tre settimane raddoppiati i casi di Covid-19Roma, 5 dic. (askanews) – Dopo circa un mese di sostanziale stabilità del numero dei nuovi casi settimanali di Covid-19, da 3 settimane consecutive si rileva la progressiva ripresa della circolazione virale. Infatti, dalla settimana 2-8 novembre a quella 23-29 novembre il numero dei nuovi casi settimanali è aumentato da 26.855 a 52.175 (+94,3%), il tasso di positività dei tamponi dal 13,6% al 18,8%, l’incidenza settimanale da 46 casi per 100 mila abitanti ha raggiunto 89 casi per 100 mila abitanti, la media mobile a 7 giorni da 3.469 casi/die il 2 novembre è salita a 7.454 casi/die il 29 novembre. “Rispetto all’effettiva circolazione virale – commenta Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe – il numero dei contagi è largamente sottostimato perché il sistema di monitoraggio, dopo l’abrogazione dell’obbligo di isolamento per i soggetti positivi, poggia in larga misura su base volontaria. Infatti, da un lato la prescrizione di tamponi nelle persone con sintomi respiratori è ormai residuale (undertesting), dall’altro con l’utilizzo diffuso dei test antigenici fai-da-te la positività viene comunicata ai servizi epidemiologici solo occasionalmente (under-reporting)”. Nella settimana 23-29 novembre l’incidenza dei nuovi casi oscilla da 1 caso per 100 mila abitanti della Sicilia a 183 del Veneto. Rispetto alla settimana precedente i nuovi casi aumentano in 15 Regioni: dal +3,7% del Veneto al +43,4% della Sardegna. In calo le restanti 6 Regioni: dal -3,5% della Provincia Autonoma di Trento al -32,3% dell’Umbria. In 80 Province si registra un aumento dei nuovi casi: dal +1,5% di Trieste al +60% di Matera. Nelle restanti 21 Province si rileva una diminuzione dei nuovi casi (dal -0,2% di Salerno al -50% di Messina); stabili le Province di Cagliari, Catanzaro, Enna, Oristano, Siracusa, Sud Sardegna con una variazione dello 0%.

Secondo l’ultimo Aggiornamento nazionale dei dati della Sorveglianza Integrata COVID-19 dell’Istituto Superiore di Sanità, rispetto alla distribuzione per fasce di età, fatta eccezione per la fascia 0-9 anni in cui si registrano 20 casi per 100 mila abitanti, l’incidenza aumenta progressivamente con le decadi: da 16 casi per 100 mila abitanti nella fascia 10-19 anni a 177 per 100 mila abitanti nella fascia 80-89 anni, fino a 221 per 100 mila abitanti negli over 90. “Una distribuzione – spiega il Presidente della fondazione Gimbe – che riflette la maggiore attitudine al testing con l’aumentare dell’età, confermando la sottostima della circolazione virale”. Tutte le varianti circolanti appartengono alla ‘famiglia’ Omicron. Nell’ultimo report dell’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) del 1 dicembre 2023 non vengono segnalate ‘varianti di preoccupazione’, ma solo ‘varianti di interesse’. In Italia, l’ultima indagine rapida dell’ISS, effettuata su campioni notificati dal 13 al 19 novembre 2023, riporta come prevalente (52,1%) la variante EG.5 (cd. Eris) e rileva, analogamente a quanto segnalato da altri paesi, un aumento (dall’1,3% al 10,8%) della variante BA.2.86 (cd. Pirola). “Secondo i report dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – spiega Cartabellotta – relativi ai profili di rischio delle due varianti, Eris e Pirola hanno una moderata capacità evasiva alla risposta immunitaria, da vaccinazione o infezione naturale, che ne favorisce la rapida diffusione. Per nessuna delle due varianti ci sono evidenze sul maggior rischio di malattia grave”.

Dopo un mese di stabilità, anche i posti letto occupati da pazienti COVID-19 dal 2 novembre al 29 novembre sono aumentati in area medica da 3.632 fino a 5.741 (+58,1%) e in terapia intensiva da 99 a 170 (+71,7%). Al 29 novembre il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID è del 9,2% in area medica (dall’1,8% della Basilicata al 10,1% dell’Umbria) e dell’1,9% in area critica (dallo 0% di Basilicata, Marche, Provincia Autonoma di Bolzano e Valle d’Aosta al 2,8% dell’Emilia-Romagna). “Se in terapia intensiva – spiega Gimbe – i numeri sono esigui dimostrando che oggi l’infezione da SARS-CoV-2 solo raramente determina quadri severi, l’incremento dei posti letto occupati in area medica conferma che nelle persone anziane, fragili e con patologie multiple può aggravare lo stato di salute richiedendo ospedalizzazione e/o peggiorando la prognosi delle malattie concomitanti”. Infatti, il tasso di ospedalizzazione in area medica cresce con l’aumentare dell’età: in particolare, passa da 39 per milione di abitanti nella fascia 60-69 anni a 112 per milione di abitanti nella fascia 70-79 anni, a 271 per milione di abitanti nella fascia 80-89 anni e a 421 per milione di abitanti negli over 90. Anche i decessi sono raddoppiati nelle ultime 4 settimane: da 148 nella settimana 26 ottobre-1 novembre a 291 nella settimana 23-29 novembre (figura 5), per un totale di 881 decessi. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, i decessi risultano quasi esclusivamente a carico degli over 80. Infatti, a fronte di un tasso di mortalità di 3 decessi per milione di abitanti, sono 23 per milione di abitanti nella fascia 80-89 anni e 46 per milione di abitanti negli over 90.

Ma la campagna vaccinale langue anche per gli over 60 e 80. Dal 20 novembre 2023 sulla dashboard del Ministero della Salute sono rendicontate esclusivamente le somministrazioni effettuate dal 26 settembre 2023, relative alla campagna vaccinale 2023-2024. L’ultimo aggiornamento della platea di riferimento rimane quello del 17 febbraio 2023, distinto solo per fasce di età e non per categoria vaccinale. Di conseguenza è possibile solo calcolare i tassi di copertura per le fasce 60-69 anni, 70-79 anni e per gli over 80. Al 30 novembre sono state somministrate 1.042.541 dosi così suddivise: 190.467 (18,3% del totale) agli under 60 anni, 183.901 (17,6%) alla fascia 60-69 anni, 327.340 (31,4%) alla fascia 70-79 anni e 340.833 (32,7%) agli over 80. La media mobile a 7 giorni è pari a 23.854 somministrazioni al giorno, in calo rispetto alle 27.380 della settimana precedente (-12,9%). Facendo riferimento all’ultimo aggiornamento della platea ufficiale, il tasso di copertura nazionale per gli over 60 è del 4,9% (dallo 0% dell’Abruzzo al 12% della Toscana). Quello degli over 80, la fascia di età più suscettibile a ricoveri e decessi, del 7,4% (dallo 0% dell’Abruzzo al 17% della Toscana).

Morti su lavoro, Mattarella: accrescere sicurezza dovere istituzioni

Morti su lavoro, Mattarella: accrescere sicurezza dovere istituzioniRoma, 5 dic. (askanews) – “Celebriamo oggi i 100 anni della Stella al merito del Lavoro. Un secolo è davvero una ricorrenza, un traguardo da sottolineare con grande rispetto e ammirazione. Rivolgo un benvenuto ai nuovi Maestri del Lavoro che hanno ricevuto oggi la Stella al merito e che, dopo una vita di dedizione e impegno, continuano a farsi testimoni di quell’etica civile che ha ispirato la loro vita professionale. Un saluto molto intenso, rinnovando un un forte sentimento di vicinanza, alle famiglie dei lavoratori cui è stata consegnata la Stella alla memoria”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando al Quirinale in occasione della cerimonia di celebrazione del centenario dell’istituzione della “Stella al Merito del Lavoro”.

“Di fronte alle morti sul lavoro o a causa del lavoro, lo ha ricordato poc’anzi il ministro Calderone, le istituzioni della Repubblica, a ogni livello, sono chiamate – ha osservato il capo dello Stato – al dovere di accrescere sempre più i livelli di sicurezza e di porre in essere tutte le azioni possibili al fine di ridurre i rischi e promuovere la cultura della prevenzione. La dignità del lavoro e la cura della vita devono prevalere su ogni altro interesse”.

Padova, ai funerali di Giulia Cecchettin migliaia di persone. Applausi per l’arrivo della salma

Padova, ai funerali di Giulia Cecchettin migliaia di persone. Applausi per l’arrivo della salmaPadova, 5 dic. (askanews) – È arrivata nel silenzio la salma di Giulia Cecchettin, in una bara bianca salutata da un applauso delle molte persone, migliaia, arrivate nella Basilica di Santa Giustina a Padova, per dare l’ultimo saluto alla giovane uccisa dall’ex fidanzato, reo confesso. Ad attendere la bara bianca c’erano il papà Gino, la sorella Elena e il fratello Davide. Nella compostezza di una famiglia che solo un anno ha salutato la mamma di Giulia, scomparsa per una malattia. La funzione è officiata dal vescovo di Padova Claudio Cipolla.

Gino Cecchettin, il papà di Giulia, ha voluto una chiesa grande per un messaggio grande, quello contro la violenza sulle donne e la scelta è caduta sulla Basilica di Santa Giustina a Padova, la seconda chiesa più grande d’Italia, che fu nell’anno mille un monastero benedettino e che conserva le spoglie di Giustina, martire cristiana, e anche di un’altra importante donna Elena Cornerò Piscopia, prima Laureata nel mondo. Anche Giulia è stata uccisa a pochi giorni dalla laurea in ingegneria biomedica nell’ateneo di Padova, dall’ex fidanzato Filippo Turetta. Sulla facciata della basilica è stata posta una gigantografia di Giulia si legge ” Giulia ti vogliamo bene!”.

Gino Cecchettin non ha scelto a caso Prato della Valle, la seconda piazza più grande d’Europa dopo la piazza rossa di Mosca, 88.620 metri quadrati, per contenere tutti coloro che volevano dare un ultimo saluto. All’interno della Basilica, 40 familiari stretti, 360 tra amici e conoscenti, i membri dei consigli pastorali di Vigonovo e Saonara (30), i compagni di scuola di Davide, il fratello di Giulia, della 4C dell’Istituto Fermi (20 studenti, 8 professori, il preside, 2 vicepresidi). Le persone che non sono potute entrare, seguono la cerimonia dal maxi schermo posto all’esterno della Basilica. La piazza è stata transennata.

L’omicidio di Giulia Cecchettin è diventato “un caso simbolo” del femminicidio non solo in Veneto ma in tutt’Italia e anche all’estero come ha ricordato lo stesso presidente del Veneto, Luca Zaia, che per oggi ha decretato il lutto regionale. Sono oltre 10mila le persone in piazza e almeno un migliaio quelle all’interno della Basilica di Santa Giustina.

Usa, Mariah Carey battuta da 78enne Brenda Lee in Hot 100 natalizia

Usa, Mariah Carey battuta da 78enne Brenda Lee in Hot 100 nataliziaMilano, 5 dic. (askanews) – Una vera rivoluzione. “Rockin’ around the Christmas tree” è arrivata in cima alle classifiche di Billboard negli Stati Uniti, nella Hot 100 natalizia. Un evento storico per la musica, in primo luogo perché 65 anni dopo la sua prima pubblicazione “Rockin’” è prima, ma anche perché di solito negli ultimi anni ad arrivare sul gradino più alto del podio era sempre la stessa musica: “All I wish for Christmas is you” di Mariah Carey.

Brenda Lee, 78 anni, voce della canzone, dice alla rivista di essere così felice che potrebbe “saltare fuori dai suoi vestiti”. “Ho dei fan meravigliosi, meravigliosi che sono stati con me dalla prima volta che ho aperto la bocca per cantare. Sono stati con me tutto il tempo e sono più felice per loro che per me stessa. Non puoi far star zitta una bella canzone”, dice. La canzone è nota a molti grazie al film natalizio “Mamma ho perso l’aereo” del 1990. “Lee, il cui spirito indomabile e la cui voce potente, fin da bambina, le hanno fatto guadagnare il soprannome di “Little Miss Dynamite”, ha registrato “Rockin’” quando aveva solo 13 anni” spiegano dalla rivista. Eppure, mai come in questo caso, meglio tardi che mai.

Pil, Istat: crescita in rallentamento, +0,7% nel 2023 e nel 2024

Pil, Istat: crescita in rallentamento, +0,7% nel 2023 e nel 2024Roma, 5 dic. (askanews) – Il Pil italiano è atteso in crescita dello 0,7% sia nel 2023 sia nel 2024, in rallentamento rispetto al 2022. Lo ha reso noto l’Istat che ha diffuso le prospettive per l’economia italiana.

Nel biennio di previsione, l’aumento del Pil verrebbe sostenuto principalmente dal contributo della domanda interna al netto delle scorte (+0,8 punti percentuali nel 2023 e +0,7 p.p. nel 2024) a fronte di un contributo della domanda estera netta marginalmente negativo nel 2023 (-0,1 p.p.) e nullo nel 2024. Il contributo delle scorte è, invece, previsto nullo in entrambi gli anni.

Scuola, occupati da studenti nella notte diversi licei a Roma

Scuola, occupati da studenti nella notte diversi licei a RomaRoma, 5 dic. (askanews) – Occupazione nella notte a Roma da parte di gruppi di studenti di diversi licei pubblici statali della capitale. Le prime comunicazioni ufficiali riguardo i licei Tasso, Mamiani, Morgagni, Vittoria Colonna. Interessati sarebbero almeno una dozzina di scuole pubbliche superiori della capitale. Le occupazioni, comunicate stamani dai rispettivi dirigenti scolastici alle famiglie , sono avvenute tutte in contemporanea fra le 2 e le 3 di notte.

I dirigenti scolastici hanno comunicato essere in procinto di presentare esposto-denuncia a Carabinieri e Polizia contro le occuopazioni. In alcuni dei licei nei giorni scorsi erano state deliberati dagli organismi scolastici settimane di sospensione della didattica con lezioni autogestite dagli studenti su temi di attualità. Non condivise da alcuni collettivi studenteschi dei licei occupati che hanno votato per l’occupazione.

Economia, presentata anteprima Osservatorio Angi Ricerche

Economia, presentata anteprima Osservatorio Angi RicercheRoma, 4 dic. (askanews) – All’interno della splendida cornice dello Europe Experience del Parlamento Europeo si è tenuta lo scorso martedì la conferenza stampa della sesta edizione degli Oscar dell’innovazione – Premio ANGI 2023. A fare gli onori il Presidente Gabriele Ferrieri dell’ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori. Il Premio ANGI punta a dare un riconoscimento meritocratico al dream team dell’innovazione italiana che in occasione delle celebrazioni del 6 dicembre vedrà la presenza anche di alcune delle più importanti istituzioni italiane ed europee, nonché di importanti aziende italiane ed internazionali in ottica di open innovation. Momento topic e centrale la premiazione e l’intervento del direttore d’orchestra e musicista Beatrice Venezi, consulente al Ministero della Cultura e già menzionata tra i ForbesU30 più influenti d’Italia Nel corso della conferenza stampa sono stati presentati inoltre i dati di anteprima dell’Osservatorio Nazionale sullo stato della transizione ecologica e digitale in Italia promosso da ANGI Ricerche in collaborazione con Lab21.01. A presentare i dati il prof. Baldassari direttore del comitato scientifico ANGI e DG di Lab21.01: “Per i giovani under 35 italiani gli elementi fondanti del rapporto tra grandi aziende e Open Innovation vedono al primo posto con il 36% la ricerca e lo sviluppo; al secondo posto con il 23% call for ideas seguito, ad un punto di distanza dai giovani talenti, subito con il 16% centri di ricerca e università chiude con il 3% la formazione continua. Tra le principali difficoltà a trovare lavoro vengono individuate dai giovani italiani su tutte con il 67% la mancanza di esperienza, in seconda posizione con il 58% la scarsa propensione ad assumere, in terza posizione troviamo laureati troppo qualificati con il 29% a seguire offerte poco gratificanti 26% conclude questa classifica con il 20% i settori saturi o bloccati. Ma quali sono secondo i giovani innovatori gli elementi fondanti per un’impresa innovativa? In prima posizione troviamo con il 41% l’investimento in tecnologie all’avanguardia, in seconda posizione con il 36% l’utilizzo di strumenti digitali in fine troviamo con il 23% un gruppo dirigenziale giovane. La trasformazione tecnologica e digitale ha degli elementi fondanti che i giovani innovatori hanno individuato negli investimenti pubblici e privati in alta formazione digitale con il 29%, con il 27% l’aumento del livello di competitività economica italiana rispetto agli altri paesi EU, in terza posizione con il 19% abbiamo le politiche per l’arresto della fuga di cervelli italiani, mentre nelle ultime due posizioni ma non meno importanti troviamo al 17% gli incentivi al rinnovo tecnologico e con l’8% la diminuzione del digital divide. L’ultimo dato mostrato si concentra su quali sono i mega trend dell’innovazione nel 2023. I nostri giovani innovatori ci hanno risposto in maniera unanime evidenziando con il 42% l’uso ormai sempre più comune dell’intelligenza artificiale, il 38% opta per una maggiore integrazione e utilizzo della realtà aumentata, chiude il podio in 3 posizione la blockchain con il 20%”.

Il resto dell’osservatorio sarà presentato nel corso della cerimonia del 6 dicembre alla sala del Tempio di Vibia Sabina e Adriano con il gotha delle istituzioni italiane ed europee e delle imprese nazionali ed estere.

Mattarella: l’uguaglianza di genere è un elemento chiave per prevenire la violenza contro le donne

Mattarella: l’uguaglianza di genere è un elemento chiave per prevenire la violenza contro le donneRoma, 4 dic. (askanews) – L’uguaglianza di genere è “un elemento chiave per prevenire la violenza contro le donne” e la Convenzione di Istanbul è uno degli “strumenti per contrastare le discriminazioni”. Lo ha detto il capo dello Stato Sergio Mattarella, incontrando i membri del Comitato di monitoraggio dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa.

L’uguaglianza di genere, ha sottolineato il presidente, è un “tema che rientra nella protezione e promozione dei diritti umani. Tra gli strumenti di cui si è dotato il Consiglio d’Europa, per contrastare le discriminazioni nei confronti delle donne e per valorizzare il loro ruolo nella società, spicca la Convenzione di Istanbul alla base della quale vi è la convinzione che il raggiungimento dell’uguaglianza di genere ‘de jure e de ‘facto’ costituisca un elemento chiave per prevenire la violenza contro le donne”. Ha aggiunto il capo dello Stato: “La Convenzione, nel suo preambolo, riconosce che ‘la violenza contro le donne è una manifestazione dei rapporti di forza storicamente diseguali tra i sessi, che hanno portato alla dominazione sulle donne e alla discriminazione nei loro confronti da parte degli uomini e impedito la loro piena emancipazione’”.

“Purtroppo – ha concluso – le notizie dei femminicidi che ci giungono così frequentemente, anche negli ultimi giorni, sono un triste promemoria di quanto intenso sia lo sforzo ancora da compiere per realizzare un cambiamento radicale di carattere culturale. Cambiamento che chiama in causa le famiglie, l’intera società e gli stessi governi”.

A Udine la migliore qualità vita, sul podio anche Bologna e Trento

A Udine la migliore qualità vita, sul podio anche Bologna e TrentoBologna, 4 dic. (askanews) – Per la prima volta in 34 anni l’indagine annuale sulla qualità della vita del Sole 24 Ore, basata su 90 parametri non solo economici, assegna alla provincia di Udine il primo posto in classifica, seguita sul podio da Bologna e Trento. Un risultato che premia il balzo in avanti della città friulana, dodicesima nella scorsa edizione, dopo che dal 1990 ad oggi si era piazzata tra le migliori dieci solamente tre volte, cioè nel 2016, nel 2020 e nel 2021. Suonano invece più come delle conferme il secondo e il terzo posto. La città emiliana aveva infatti vinto l’edizione 2022 spinta dai livelli d’istruzione sempre elevati, che anche quest’anno la vedono in testa nella categoria “Demografia, salute e società”, mentre Trento ha vinto l’Indice della sportività e di Ecosistema Urbano 2023.

Bergamo, quest’anno capitale della cultura insieme a Brescia, sale al quinto posto della classifica dei territori più vivibili, dove solamente nel 1990 aveva occupato l’ottavo posto, e conquista il primato nella classifica tematica di “Ambiente e servizi”. Anche Modena, settima, torna in una top ten che aveva raggiunto solo due volte: nel 1999 e nel 2022. Più solido, invece, il piazzamento nella parte alta della graduatoria della provincia di Aosta, al quarto posto. Si confermano nella top ten anche Milano, stabile all’ottavo posto rispetto allo scorso anno e prima nella categoria “Affari e lavoro”, e Firenze che, dopo aver occupato il podio nel 2022, quest’anno è sesta. Tra le prime dieci anche Monza e Brianza che conquista 14 posizioni e il primato nella categoria “Ricchezza e consumi” grazie a buoni risultati nella spesa media delle famiglie per l’acquisto di beni durevoli e ai dati immobiliari. Se a chiudere la classifica delle migliori dieci c’è Verona, che l’aveva guidata sia nel 2020 sia nel 2021, si notano particolarmente le assenze di Trieste e Bolzano, scese rispettivamente in dodicesima e tredicesima posizione.

Quanto alle ultime venti posizioni appartengono tutte al Mezzogiorno con Foggia che torna a vestire la maglia nera dopo dodici anni (era stata ultima nel 2011 e nel 2002). Tra le ultime cinque classificate anche Siracusa e Napoli (105 , perde 7 posizioni). Restano sostanzialmente immobili, invece, le altre grandi aree metropolitane con Roma 35ma (-4 gradini), preceduta da Venezia (-12) e seguita da Torino (36ma) e Genova (47ma, in calo di 20 posizioni). Quello di Udine è “un risultato straordinario” e “inatteso” che “viene da lontano”, ha commentato il primo cittadino del capoluogo friulano Alberto Felice De Toni, in carica da otto mesi. “Ci ha molto gratificati, in particolare, essere arrivati primi nella qualità della vita delle donne. Questo dimostra, in un periodo in cui si parla molto di femminicidi, che avere un sistema di valori molto forte paga” ha aggiunto.

Il secondo posto di Bologna, ha osservato il suo sindaco Matteo Lepore, è “una conferma importante”, ma “la posizione la si può mantenere nel tempo solo migliorando ogni anno, ascoltando le critiche dei cittadini sul welfare e l’ambiente”. La vice sindaca di Trento, Elisabetta Bozzarelli, ha invece evidenziato il diffuso impegno dei suoi concittadini nel volontariato, “un modo di prendersi cura l’uno dell’altro, della comunità, e su questo Trento ha poggiato la sua identità, la sua vocazione e anche la sua aspirazione”.

A Udine la migliore qualità vita, sul podio anche Bologna e Trento

A Udine la migliore qualità vita, sul podio anche Bologna e TrentoBologna, 4 dic. (askanews) – Per la prima volta in 34 anni l’indagine annuale sulla qualità della vita nelle città italiane del Sole 24 Ore, basata su 90 parametri non solo economici, assegna alla provincia di Udine il primo posto in classifica, seguita sul podio da Bologna e Trento. Un risultato che premia il balzo in avanti della città friulana, dodicesima nella scorsa edizione, dopo che dal 1990 ad oggi si era piazzata tra le migliori dieci solamente tre volte, cioè nel 2016, nel 2020 e nel 2021. Suonano invece più come delle conferme il secondo e il terzo posto. La città emiliana aveva infatti vinto l’edizione 2022 spinta dai livelli d’istruzione sempre elevati, che anche quest’anno la vedono in testa nella categoria “Demografia, salute e società”, mentre Trento ha vinto l’Indice della sportività e di Ecosistema Urbano 2023.

Bergamo, quest’anno capitale della cultura insieme a Brescia, sale al quinto posto della classifica dei territori più vivibili, dove solamente nel 1990 aveva occupato l’ottavo posto, e conquista il primato nella classifica tematica di “Ambiente e servizi”. Anche Modena, settima, torna in una top ten che aveva raggiunto solo due volte: nel 1999 e nel 2022. Più solido, invece, il piazzamento nella parte alta della graduatoria della provincia di Aosta, al quarto posto. Si confermano nella top ten anche Milano, stabile all’ottavo posto rispetto allo scorso anno e prima nella categoria “Affari e lavoro”, e Firenze che, dopo aver occupato il podio nel 2022, quest’anno è sesta. Tra le prime dieci anche Monza e Brianza che conquista 14 posizioni e il primato nella categoria “Ricchezza e consumi” grazie a buoni risultati nella spesa media delle famiglie per l’acquisto di beni durevoli e ai dati immobiliari. Se a chiudere la classifica delle migliori dieci c’è Verona, che l’aveva guidata sia nel 2020 sia nel 2021, si notano particolarmente le assenze di Trieste e Bolzano, scese rispettivamente in dodicesima e tredicesima posizione.

Quanto alle ultime venti posizioni appartengono tutte al Mezzogiorno con Foggia che torna a vestire la maglia nera dopo dodici anni (era stata ultima nel 2011 e nel 2002). Tra le ultime cinque classificate anche Siracusa e Napoli (105 , perde 7 posizioni). Restano sostanzialmente immobili, invece, le altre grandi aree metropolitane con Roma 35ma (-4 gradini), preceduta da Venezia (-12) e seguita da Torino (36ma) e Genova (47ma, in calo di 20 posizioni). Quello di Udine è “un risultato straordinario” e “inatteso” che “viene da lontano”, ha commentato il primo cittadino del capoluogo friulano Alberto Felice De Toni, in carica da otto mesi. “Ci ha molto gratificati, in particolare, essere arrivati primi nella qualità della vita delle donne. Questo dimostra, in un periodo in cui si parla molto di femminicidi, che avere un sistema di valori molto forte paga” ha aggiunto.

Il secondo posto di Bologna, ha osservato il suo sindaco Matteo Lepore, è “una conferma importante”, ma “la posizione la si può mantenere nel tempo solo migliorando ogni anno, ascoltando le critiche dei cittadini sul welfare e l’ambiente”. La vice sindaca di Trento, Elisabetta Bozzarelli, ha invece evidenziato il diffuso impegno dei suoi concittadini nel volontariato, “un modo di prendersi cura l’uno dell’altro, della comunità, e su questo Trento ha poggiato la sua identità, la sua vocazione e anche la sua aspirazione”.