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Il mistero dietro il realismo, Ron Mueck in Triennale Milano

Il mistero dietro il realismo, Ron Mueck in Triennale MilanoMilano, 4 dic. (askanews) – Un artista misterioso pur nell’evidenza dei suoi soggetti, un realista che si muove in realtà su terreni invisibili, una scultura che coinvolge direttamente nella narrazione lo spettatore. Triennale Milano e Fondation Cartier pour l’art contemporain presentano la settima mostra della loro collaborazione dedicata a Ron Mueck. Sei opere che portano lo spettatore in un mondo che è il nostro, ma che al tempo stresso è molto diverso, incerto, come lo sguardo della donna in un letto che accoglie il visitatore a inizio mostra.

“Quello che è veramente convincente e coinvolgente nelle sculture – ha detto ad askanews Charlie Clarke, co-curatore della mostra – è che in certo senso sono in grado di catturare la presenza di una persona. Non sta solo descrivendoci i dettagli del loro aspetto, noi crediamo che stiano davvero pensando, che siano persone reali alle quali ci sentiamo legati: è come se scolpisse quello che non può essere visto”. Al cuore dell’esposizione milanese c’è un’opera potente, sconvolgente per certi versi, che può rimandare alla storia e ai suoi incubi, come il colonialismo, oppure ai “memento mori”, o ancora al dilemma del principe Amleto. Ma l’opera in sé non offre risposte, solo domande.

La direttrice delle collezioni della Fondazione Cartier, Grazia Quaroni, l’ha inquadrata nella più generale relazione tra la mostra e gli spazi espositivi: “Si adatta all’architettura e alla situazione e presenta questa opera straordinaria, ‘Mass’, che viene dalla National Gallery of Victoria di Melbourne ed è una prima assoluta in Europa che sarà molto difficile rivedere. È un’opera molto insolita nel corpo di opere di Ron Mueck, è un’opera molto impressionante che l’architettura della Triennale ha saputo esaltare in maniera incredibile”. L’ultima sala della mostra mette in evidenza come Mueck – nato in Australia, ma poi trasferitosi in Gran Bretagna – usi le dimensioni delle opere come ulteriore elemento di mistero e se i lavori di piccole dimensioni sono ricchissimi di rimandi e suggestioni, i tre grandi cani che custodiscono l’uscita sono tanto spaventosi quanto spaventati, e la mitologia si ribalta nella quotidianità. E poi ci sono i film di Gautier Deblonde, che sono parte essenziale del progetto e ci restituiscono anche la presenza di Ron Mueck. “È un artista che non ha bisogno di parlare del lavoro – ci ha detto il regista -. E pure io come filmaker non ho avuto bisogno di parlare troppo. Mi è stato possibile essere lì e filmare il tempo della creazione”.

Un tempo che le opere di Mueck in Triennale ci restituiscono rielaborato, ripensato. Forse anche con la possibilità di comprenderlo meglio. (Leonardo Merlini)

Mattarella: l’Europa non sia solo spazio economico e geo-politico

Mattarella: l’Europa non sia solo spazio economico e geo-politicoRoma, 4 dic. (askanews) – L’Europa non può essere solo “uno spazio geo-politico ed economico”, ma “anzitutto” un “luogo dove si condividono valori che pongono al centro la dignità della persona umana”. Lo ha detto il capo dello Stato Sergio Mattarella incontrando i i membri del Comitato di monitoraggio dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa.

Il presidente ha ribadito il suo “profondo convincimento che l’Europa non sia semplicemente uno spazio geo-politico ed economico di collaborazioni proficue più o meno approfondite tra Stati. Essa si conferma, piuttosto e anzitutto, come luogo dove si condividono valori che pongono al centro la dignità della persona umana”. Ha ricordato Mattarella: “Nel dopoguerra, segnato da lutti e distruzioni, mentre il continente portava ancora le ferite profonde del conflitto mondiale, il Consiglio d’Europa ebbe a riconnettere i popoli europei alle loro radici fondamentali, alle radici comuni, facendo di questa condivisione di valori il suo tratto distintivo”.

Il caso del generale Vannacci, la ricostruzione del ministro della Difesa Crosetto

Il caso del generale Vannacci, la ricostruzione del ministro della Difesa CrosettoRoma, 4 dic. (askanews) – “Nello scusarmi, in premessa, per il tono burocratico che userò in questo mio comunicato, mi preme sottolineare che il polverone che ogni singola notizia sul tema che riguarda la posizione del generale dell’Esercito italiano, Roberto Vannacci, solleva, richiede, purtroppo, espressioni e formulazioni formali, come si confà a una organizzazione complessa e regolata da regole e regolamenti specifici come e’ la Difesa, il cui unico fine è preservare l’integrità, la correttezza e il dovere che ogni militare, chiamato a giurare sulla Costituzione repubblicana, assolve nell’esercizio delle sue funzioni, dal primo dei generali all’ultimo dei soldati, compreso, evidentemente, il Ministro della Difesa pro tempore, ruolo che oggi ricopro”: esordisce così, in una nota alla stampa, il Ministro alla Difesa, Guido Crosetto, per spiegare l’ennesimo capitolo del caso Vannacci, neo capo di Stato maggiore del Comfoter, il Comando delle Forze operative terrestri, e autore del controverso libro “Il mondo al contrario”, che gli è costato l’avvio di un procedimento disciplinare.

“Ma veniamo ai fatti – scrive Crosetto – oggi, 4 dicembre, il Generale di corpo d’armata Mauro D’Ubaldi, in base alle conclusioni dell’inchiesta sommaria (articolo 552 e seguenti del Testo Unico dell’Ordinamento Militare), ha notificato al Generale di Divisione Roberto Vannacci l’avvio dell’inchiesta formale (disciplinare) prevista dall’articolo 1377 del Codice dell’Ordinamento militare. L’inchiesta sommaria era stata disposta dal capo di stato maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Pietro Serino, il 18 agosto e si è conclusa il 16 ottobre. Al termine, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, visti gli esiti dell’inchiesta sommaria, ha proposto al Ministro della Difesa l’apertura di un’inchiesta formale per accertare eventuali infrazioni disciplinari”. Quindi, “anche sulla base della relazione della Direzione Generale del Personale Militare, ho accolto la sua richiesta, lo scorso I dicembre, nominando contestualmente l’Ufficiale inquirente, il Generale di Corpo d’Armata Mauro D’Ubaldi”. “Inoltre – prosegue il ministro – con lo stesso atto del I dicembre, ho individuato l’eventuale ufficiale difensore d’ufficio, qualora il Generale Vannacci non intenda avvalersi di un suo difensore di fiducia e/o di un avvocato del libero foro, come pure è sua facoltà”.

“Il Generale Vannacci – si spiega ancora – era stato avvicendato, e non ‘rimosso’, come continuano a scrivere molti organi di stampa, nonostante le mille successive precisazioni, il 21 agosto 2023, per una esplicita decisione del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito. Al Generale Vannacci, dirigente generale della Pubblica Amministrazione, è stato dunque assegnato un incarico adeguato al suo ruolo, nella sede di Roma, non essendoci, al momento, alcun provvedimento disciplinare nei suoi confronti. Con l’incarico di Capo dello Stato Maggiore del Comando delle Forze Operative Terrestri, il Generale di Divisione Roberto Vannacci sarà il Capo dello Staff in supporto al Comandante e al Vicecomandante del suddetto Comando”. Infine, precisa Crosetto, “il Gen. Vannacci, già la settimana scorsa, il 28 novembre, aveva ricevuto l’ordine di trasferimento e ne era stato preavvisato il 22 novembre scorso. In quella stessa data, il Generale Vannacci ha chiesto una licenza ‘per motivi familiari’, e non oggi, come hanno scritto alcuni organi di stampa”.

E “questa fuga di notizie mi consente di ribadire la rigorosa necessità di riservatezza dell’inchiesta, prevista tra l’altro dall’art.1050 del Testo Unico dell’Ordinamento Militare, necessita’ indispensabile in casi come questi. Ho trovato molto grave la fuga di notizie che ha anticipato anche il mio comunicato ufficiale e sono particolarmente amareggiato non soltanto di questo fatto, ma anche di tutte le illazioni che sono circolate da agosto ad oggi su questa vicenda”. Come se non bastasse, a far discutere oggi anche le parole del generale Vannacci sul femminicidio in un’intervista a La Stampa. “Il paradosso è che pensare che la responsabilità di quella che chiamiamo cultura patriarcale sia di uomini forti e prevaricatori: è il contrario. Sono gli uomini deboli a fare del male alle donne. Noi educhiamo uomini deboli, non uomini forti. Quelli che ammazzano le donne sono uomini che non sanno stare da soli, che sono dipendenti da loro e che, quando temono di venire abbandonati, perdono la testa. Altro che maschi patriarcali: sono mollaccioni smidollati che abbiamo prodotto noi abolendo le punizioni”, ha detto il generale. E, in particolare, riguardo il caso di Giulia Cecchettin, “prima di tutto non mi piace chiamarlo femminicidio, perché chiamare l’omicidio di una donna in modo diverso? Mi sembra più importante evidenziare – prosegue Vannacci – che siamo tutti uguali davanti alla violenza. Dobbiamo insegnare ai nostri ragazzi, maschi e femmine, che la vita è una lotta e che per andare avanti bisogna avere fiducia nella possibilità di rialzarsi”.

Mattarella: Convenzione Istanbul strumento per uguaglianza genere

Mattarella: Convenzione Istanbul strumento per uguaglianza genereRoma, 4 dic. (askanews) – L’uguaglianza di genere è “un elemento chiave per prevenire la violenza contro le donne” e la Convenzione di Istanbul è uno degli “strumenti per contrastare le discriminazioni”. Lo ha detto il capo dello Stato Sergio Mattarella, incontrando i membri del Comitato di monitoraggio dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa.

L’uguaglianza di genere, ha sottolineato il presidente, è un “tema che rientra nella protezione e promozione dei diritti umani. Tra gli strumenti di cui si è dotato il Consiglio d’Europa, per contrastare le discriminazioni nei confronti delle donne e per valorizzare il loro ruolo nella società, spicca la Convenzione di Istanbul alla base della quale vi è la convinzione che il raggiungimento dell’uguaglianza di genere ‘de jure e de ‘facto’ costituisca un elemento chiave per prevenire la violenza contro le donne”. Ha aggiunto il capo dello Stato: “La Convenzione, nel suo preambolo, riconosce che ‘la violenza contro le donne è una manifestazione dei rapporti di forza storicamente diseguali tra i sessi, che hanno portato alla dominazione sulle donne e alla discriminazione nei loro confronti da parte degli uomini e impedito la loro piena emancipazione’”.

“Purtroppo – ha concluso – le notizie dei femminicidi che ci giungono così frequentemente, anche negli ultimi giorni, sono un triste promemoria di quanto intenso sia lo sforzo ancora da compiere per realizzare un cambiamento radicale di carattere culturale. Cambiamento che chiama in causa le famiglie, l’intera società e gli stessi governi”.

Salario minimo, Schlein: governo vergognoso ma domani dovranno votare

Salario minimo, Schlein: governo vergognoso ma domani dovranno votareMilano, 4 dic. (askanews) – “È vergognoso il tentativo che sta facendo il governo di Giorgia Meloni di sfilare dal Parlamento la discussione, domani, sul salario minimo e sulla proposta unitaria delle opposizioni. Il Parlamento ha il diritto di discutere e di votare quella proposta. Stanno cercando di toglierla dal Parlamento, noi domani li costringeremo a votare e a prendere finalmente posizione perchè non possono continuare a voltare la faccia dall’altra parte rispetto a 3 milioni e mezzo di lavoratori poveri. Domani si voterà e capiremo finalmente se questo governo sta dalla parte di chi lavora e prende 5 europ all’ora o di chi il lavoro lo vuole sfruttare”. Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein a Civitavecchia per un incontro alla Compagnia dei portuali con il commissario europeo al Lavoro Nicolas Schmit.

Mattarella: abbiamo il dovere di non arrenderci alla guerra

Mattarella: abbiamo il dovere di non arrenderci alla guerraRoma, 4 dic. (askanews) – “Abbiamo il dovere di non arrenderci alla guerra. Di non disperdere il patrimonio accumulato, di non rinunciare alla tutela dei diritti umani, anzitutto di quello alla vita, e all’affermazione dello Stato di diritto”. Lo ha detto il capo dello Stato Sergio Mattarella incontrando i membri del Comitato di monitoraggio dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa.

“Di fronte a una violenza che non si arresta – ha aggiunto – trovare una via d’uscita appare, a tratti, impresa quasi disperata. Ma questa ricerca non deve essere abbandonata e può essere coronata da successo se sapremo dare valore alla collaborazione e al dialogo nell’ambito delle istituzioni multilaterali”.

Mattarella: tutelare la montagna, non è un parco giochi per turisti

Mattarella: tutelare la montagna, non è un parco giochi per turistiMilano, 4 dic. (askanews) – Tutelare le aree montane del Paese, contrastarne lo spopolamento garantendo agli abitanti la piena fruizione di tutti i diritti, anche con misure a favore di quelle zone. Perchè è “interesse nazionale” e perché la montagna “è fatta di persone”, e non può essere considerata alla stregua di un “immenso parco giochi” per i turisti. Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ricevendo al Quirinale una rappresentanza dell’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani, guidata dal Presidente dell’UNCEM, Marco Bussone.

Il capo dello Stato ha ricordato come nel passato la questione montana “veniva ridotta a questione di gestione del patrimonio agro-silvo-pastorale. Una visione davvero riduttiva. Impulso che si riaffaccia periodicamente, insieme, oggi, alla tentazione di considerare la montagna un immenso parco giochi a consumo dei flussi turistici. Ma la regione di montagna è fatta di persone”. Ma il compito di curare le zone montane, “prezioso anche per l’equilibrio dell’intero sistema nazionale, non può ricadere esclusivamente sulle spalle di coloro che vivono in quei territori. Si tratta di un’osservazione di buon senso che si aggiunge al dovere di applicare, a tutti i territori, il principio di eguaglianza dell’articolo 3 della nostra Costituzione”. A questo scopo, “è lecito interrogarsi su quali debbano essere gli strumenti più opportuni per affrontarle e, insieme, per fornire risposta alle possibilità di inverare il dettato costituzionale circa la specificità riconosciuta in Costituzione alla montagna. Una peculiarità suffragata anche da numerose recenti sentenze della Corte costituzionale, che indicano come la condizione di svantaggio della montagna italiana giustifichi ampiamente misure a suo favore. È, dunque, auspicabile che le iniziative legislative avviate dal Governo – e da quello che lo ha preceduto – vengano prese in esame e in considerazione dal Parlamento, in attuazione della norma costituzionale. È, del resto, dai tempi del Ministro delle finanze Ezio Vanoni – che lei, poc’anzi, ricordava, Presidente – che la questione della fiscalità per le zone montane è stata affermata in linea di principio e, tuttavia, ha trovato difficoltà applicative”.

Anche le finalità “sono state individuate in modo puntuale: si tratta di fruizione di diritti; si tratta, nell’interesse nazionale, di predisporre incentivi utili a impedire un ulteriore spopolamento di aree sensibili”. Dunque, ha sottolineato Mattarella, “è certamente una priorità nazionale rilanciare la Strategia per la Montagna Italiana”, garantendo diritti come “la sanità, la scuola, il superamento del divario digitale – fondamentale per rendere operative opportunità occupazionali -, l’accessibilità ai servizi e i trasporti pubblici, a partire dalla rete ferroviaria, nelle aree interne tanto carente, quando non addirittura sottratta”. Le Regioni, ha rimarcato Mattarella, “sono state chiamate a essere attrici in questo processo. E si tratta di far sì che i protagonisti siano i territori e le popolazioni montane, coinvolte, insieme alle loro istituzioni, nell’eliminazione degli squilibri socio-economici con il resto del territorio nazionale”.

Franco Cuomo International Award, Premio alla carriera a Pupi Avati

Franco Cuomo International Award, Premio alla carriera a Pupi AvatiRoma, 4 dic. (askanews) – L’Europa al centro al Premio Franco Cuomo 2023. L’introduzione portata avanti dal professor Fabio Zucca aveva come titolo “Stati uniti d’Europa. Una risposta alla crisi globale?”. Ed è l’attualità ad avere la meglio in questa edizione anche attraverso le parole di un premiato Valerio Nicolosi, sezione Ecpd Università della Pace che ha voluto mettere in luce la tragedia che sta avvenendo a Gaza. Con lui è stata premiata sempre per la sezione Giornalismo Stefania Palma corrispondente da Washington del Financial Times, una dei tanti “cervelli in fuga “dal nostro Belpaese.

Non è mancato l’omaggio a Giulia Cecchettin, vittima del femminicidio che ha scosso l’Italia nell’ultimo periodo, raccontata dalla giurata, la giornalista Emilia Costantini. Quest’anno, nella sezione spettacolo il Premio alla Carriera è doppio per il Cinema e la Narrativa e è andato a Pupi Avati, non solo grande regista ma anche scrittore i cui romanzi spesso sono l’altra faccia della medaglia dei suoi film.  Pupi Avati ha raccontato con grande divertimento il suo passato di ragazzo di provincia “atterrato” nella Capitale dove la cultura del cinema era profonda e accurata: ha citato “8 e 1/2” di Fellini e il suo rapporto con il giornalista e scrittore Franco Cuomo che gli ha fatto capire il valore e l’importanza dell’approfondimento e della cultura. Ha raccontato poi con ironia del suo passato di musicista in competizione con il “piccolo grande Lucio Dalla”.

Per il teatro i riconoscimenti sono andati a Paola Gassman, figlia d’arte, che ha iniziato la sua carriera con Luca Ronconi nell’Orlando furioso e ha creato sodalizio artistico e privato con un altro importante attore Ugo Pagliai e Massimo De Rossi attore e regista, formatosi alla Scuola del Piccolo di Milano, che ha lavorato con i grandi del teatro tra cui Luca Ronconi a Giorgio Strehler, e lo stesso Franco Cuomo in “Una notte di Casanova” e il “Nerone”. Il Premio speciale per lo spettacolo è stato assegnato a Gaia Riposati per la capacità di intrecciare diversi linguaggi dell’arte tra teatro, musica, arte e letteratura, nonché le nuove tecnologie. Per la sezione Arte i premi sono stati dati allo scultore Paolo Borghi e al pittore Marco Rossati.   Riconoscimenti sono stati anche attribuiti ad altri importanti intellettuali, che rappresentano l’eccellenza nei settori della Saggistica, del Giornalismo e della buona politica: Stefania Palma, Valerio Nicolosi giornalista premiato dall’ European Centre for Peace and Development – Università della Pace per il suo impegno nel narrare il dramma odierno delle migrazioni, Antonio Varsori tra i maggiori storici dell’Integrazione europea, il rettore dell’Università Roma tre Massimiliano Fiorucci per i suoi studi sulla sua pedagogia sociale e interculturale, il sindaco del comune Belgioioso Fabio Zucca, per la buona politica e la buona amministrazione.   I Premi speciali, selezionati insieme all’Associazione per il Meglio della Puglia, andranno a Giovanni Lo Storto, direttore generale della Luiss Guido Carli di Roma, per l’impegno nel “connettere” il capitale sociale del Sud, a Luigi Cantamessa, dal 2013 direttore generale Fondazione FS, per aver valorizzato l’enorme patrimonio delle Ferrovie dello Stato trasformandolo in una straordinaria opportunità, al  Comune  di Deliceto, provincia di Foggia, per la Sostenibilità, alla Consulta provinciale per la legalità di Foggia, per il sostegno alle iniziative di contrasto alla criminalità organizzata, a  Luciano Toriello produttore e regista per le tematiche umanitarie, legate ai cambiamenti sociali e culturali, che affronta nei suoi documentari. Infine il Premio alla Memoria quest’anno va a Padre Arcangelo Maira, per il suo impegno accanto ai rifugiati e ai più fragili del pianeta da Colonia, in Germania, passando per l’Africa fino alle campagne del foggiano.   Sono tutti questi i vincitori della IX Edizione del Franco Cuomo International Award, il premio intitolato allo scrittore, giornalista e drammaturgo scomparso nel 2007 e presieduto da Velia Iacovino e Alberto Cuomo. Un’iniziativa organizzata  collaborazione con l’Associazione Per il Meglio della Puglia, guidata da Piero Gambale, che si propone di valorizzare nuove forme di espressione culturale, sociale e umana nel segno dell’opera di Cuomo, intellettuale sensibile e raffinato che sapeva analizzare l’agire umano e il mondo da molteplici punti di vista e che ha raccontato il suo tempo, attraverso la cronaca, la storia, i suoi romanzi e le sue pièce teatrali.

Mattarella: tutelare la montagna,non è parco giochi per turisti

Mattarella: tutelare la montagna,non è parco giochi per turistiMilano, 4 dic. (askanews) – Tutelare le aree montane del Paese, contrastarne lo spopolamento garantendo agli abitanti la piena fruizione di tutti i diritti, anche con misure a favore di quelle zone. Perchè è “interesse nazionale” e perchè la montagna “è fatta di persone”, e non può essere considerata alla stregua di un “immenso parco giochi” per i turisti. Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ricevendo al Quirinale una rappresentanza dell’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani, guidata dal Presidente dell’UNCEM, Marco Bussone.

Il capo dello Stato ha ricordato come nel passato la questione montana “veniva ridotta a questione di gestione del patrimonio agro-silvo-pastorale. Una visione davvero riduttiva. Impulso che si riaffaccia periodicamente, insieme, oggi, alla tentazione di considerare la montagna un immenso parco giochi a consumo dei flussi turistici. Ma la regione di montagna è fatta di persone”. Ma il compito di curare le zone montane, “prezioso anche per l’equilibrio dell’intero sistema nazionale, non può ricadere esclusivamente sulle spalle di coloro che vivono in quei territori. Si tratta di un’osservazione di buon senso che si aggiunge al dovere di applicare, a tutti i territori, il principio di eguaglianza dell’articolo 3 della nostra Costituzione”. A questo scopo, “è lecito interrogarsi su quali debbano essere gli strumenti più opportuni per affrontarle e, insieme, per fornire risposta alle possibilità di inverare il dettato costituzionale circa la specificità riconosciuta in Costituzione alla montagna. Una peculiarità suffragata anche da numerose recenti sentenze della Corte costituzionale, che indicano come la condizione di svantaggio della montagna italiana giustifichi ampiamente misure a suo favore. È, dunque, auspicabile che le iniziative legislative avviate dal Governo – e da quello che lo ha preceduto – vengano prese in esame e in considerazione dal Parlamento, in attuazione della norma costituzionale. È, del resto, dai tempi del Ministro delle finanze Ezio Vanoni – che lei, poc’anzi, ricordava, Presidente – che la questione della fiscalità per le zone montane è stata affermata in linea di principio e, tuttavia, ha trovato difficoltà applicative”.

Anche le finalità “sono state individuate in modo puntuale: si tratta di fruizione di diritti; si tratta, nell’interesse nazionale, di predisporre incentivi utili a impedire un ulteriore spopolamento di aree sensibili”. Dunque, ha sottolineato Mattarella, “è certamente una priorità nazionale rilanciare la Strategia per la Montagna Italiana”, garantendo diritti come “la sanità, la scuola, il superamento del divario digitale – fondamentale per rendere operative opportunità occupazionali -, l’accessibilità ai servizi e i trasporti pubblici, a partire dalla rete ferroviaria, nelle aree interne tanto carente, quando non addirittura sottratta”. Le Regioni, ha rimarcato Mattarella, “sono state chiamate a essere attrici in questo processo. E si tratta di far sì che i protagonisti siano i territori e le popolazioni montane, coinvolte, insieme alle loro istituzioni, nell’eliminazione degli squilibri socio-economici con il resto del territorio nazionale”.

Mattarella: tutela ambiente centrale per sopravvivenza Paese

Mattarella: tutela ambiente centrale per sopravvivenza PaeseMilano, 4 dic. (askanews) – “Nuove sfide si aggiungono, imposte, oggi, dai mutamenti climatici, dalla struttura demografica del Paese; sfide che rilanciano la questione della tutela ambientale come centrale per la sopravvivenza e il progresso di tante parti d’Italia e dell’intero Paese. Le alluvioni continuano a rammentarcelo, con lutti e distruzioni”. Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrando al Quirinale l’Unione nazionale comuni comunità enti montani (Uncem).