Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Salvini a Firenze all’incontro dei sovranisti: no inciuci popolari-socialisti in Ue

Salvini a Firenze all’incontro dei sovranisti: no inciuci popolari-socialisti in UeFirenze, 3 dic. (askanews) – “Leggevo l’intervista di oggi di Paolo Gentiloni e vedo che già si prepara il rinnovo dell’inciucio” tra Popolari e socialisti per la maggioranza nelle istituzioni europee. Lo afferma il leader della Lega Matteo Salvini parlando con i giornalisti prima dell’inizio a Firenze dell’incontro “Free Europe”, organizzato dal gruppo Identità e democrazia. Le posizioni filo-russe di alcuni partiti della destra europea presenti anche al rassemblement di Firenze? “La Lega ha avuto una posizione nettissima rispetto all’Ucraina – ha risposto Salvini -… Mi preoccupano i filopalestinesi e i filo-Hamas…”.

E inoltre: “Vedo ancora troppa tolleranza nei confronti del terrorismo islamico” e “mi stupisce che ancora qualcuno a sinistra non riesca, anche semanticamente, a riconoscere il diritto a esistere di Israele”. “La nostra idea – così sempre Salvini – è diversa da certa sinistra rabbiosa che vuole decidere chi può visitare i musei. Io sono per il confronto. Mi spiace che un sindaco che rappresenta tutti i cittadini di Firenze si permetta di dire chi può visitare i musei italiani e chi no. E’ stata una caduta di stile”. Così, parlando delle posizioni espresse dal sindaco di Firenze Dario Nardella sulla convention e sul fatto che una delegazione di Id con Salvini fosse andata ieri a visitare gli Uffizi. “E’ stata una caduta di stile che da una persona come Nardella non ci si aspettava”, “distinguere tra buoni e cattivi è figlio della presunta superiorità intellettuale della sinistra”, ha concluso Salvini.

Atletica, Sofiia Yaremchuk record italiano maratona a Valencia

Atletica, Sofiia Yaremchuk record italiano maratona a ValenciaRoma, 3 dic. (askanews) – Splendida giornata per gli azzurri alla maratona di Valencia. Nella gara femminile Sofiia Yaremchuk (foto Fidal.it) migliora il record italiano con 2h23:16 e dopo oltre undici anni toglie quasi mezzo minuto al primato di Valeria Straneo, stabilito con 2h23:44 a Rotterdam nel 2012. La portacolori dell’Esercito riesce a cogliere l’obiettivo correndo a ritmo costante intorno a 3:24-3:25 ogni mille metri, con un parziale di 1h11:44 alla mezza e una seconda metà più veloce grazie a un finale in crescendo, piazzandosi al nono posto. Quest’anno la 29enne nata in Ucraina, seguita a Roma dal tecnico Fabio Martelli, era già scesa a 2h24:02 in primavera sulle strade di Londra dove aveva staccato il pass per le Olimpiadi.

Tripletta dell’Etiopia al femminile con Worknesh Degefa (2h15:51) davanti ad Almaz Ayana (2h16:22) e Hiwot Gebrekidan (2h17:59). Tra gli uomini sensazionale progresso di Nekagenet Crippa con 2h07:35 per diventare il quarto azzurro di sempre sui 42,195 chilometri, a soli 19 secondi dal record italiano siglato nel mese di marzo da Iliass Aouani. È un salto di qualità che porta il trentino classe 1994, recente vincitore del titolo tricolore nella mezza, ad abbattere il primato personale di oltre quattro minuti e mezzo rispetto al tempo di 2h12:11 ottenuto a Roma in questa stagione. L’atleta dell’Esercito, allenato da Piero Incalza e Najibe Marco Salami a Modena, arriva ventunesimo al traguardo e realizza lo standard per i prossimi Giochi di Parigi fissato a 2h08:10. Cresce anche il molisano Giovanni Grano (Nuova Atl. Isernia) con 2h13:18 al 58° posto.

Vince l’etiope Sisay Lemma in 2h01:48, quarto di ogni epoca con il record della gara, davanti al keniano Alexander Mutiso (2h01:48) che precede gli etiopi Dawit Wolde (2h03:48) e Kenenisa Bekele, 2h04:19 a 41 anni di età.

Cinema, Time incorona film dell’anno “Fallen Leaves” di Kaurismaki

Cinema, Time incorona film dell’anno “Fallen Leaves” di KaurismakiMilano, 3 dic. (askanews) – La rivista Time Magazine ha nominato il film “Dead Leaves”, diretto dal finlandese Aki Kaurismaki, come il migliore film dell’anno. Time descrive Aki Kaurismäki come un maestro della commedia umanista. “Una storia d’amore provvisoria tra una donna che sta traendo il meglio dalla triste vita quotidiana (Alma Poysti) e un operaio metallurgico la cui perpetua ubriachezza lo mantiene sottoccupato (Jussi Vatanen), oltre a un cane che aiuta il suo umano a colmare il divario tra la solitudine e l’appagamento della solitudine” lo descrive la pubblicazione. Il film è stato tradotto in inglese anche come “Fallen Leaves” (in finlandese è Kuolleet lehdet, foglie morte).

Nell’articolo il Time elenca i dieci migliori film dell’anno in corso. Secondo classificato “Maestro” di Bradley Cooper, terzo “The Zone of Interest” scritto e diretto da Jonathan Glazer. Nella lista e nelle menzioni d’onore apparentemente nessun film italiano. Time spiega che “un film visto al cinema, in compagnia di altri esseri umani, occupa lo spazio in modo diverso. Mentre vai via, o vai verso l’autobus o la metropolitana, un film fantastico, o anche uno terribile, ti segue. Si espande per riempire l’aria, invece di restringersi in una piccola scatola. Questo è lo spazio in cui la sua grandezza, o la forza travolgente della sua mediocrità, ti si rivela pienamente”. Lo spiega Stephanie Zacharek, critica cinematografica di Time. Ha “Questi sono i film che mi hanno seguito sino a casa. Zacharek ha ricevuto il premio Newswomen’s Club of New York ed è stata finalista al Premio Pulitzer 2015.

”Frà San Francesco”, superstar del medioevo a Teatro con Scifoni

”Frà San Francesco”, superstar del medioevo a Teatro con ScifoniRoma, 3 dic. (askanews) – Giovanni Scifoni porta in scena, alla Sala Umberto di Roma, dal 5 al 23 dicembre, “Fra’ – San Francesco superstar del Medioevo”, monologo sul poverello di Assisi.

“Come si fa a parlare di San Francesco D’Assisi senza essere mostruosamente banali? Come farò a mettere in scena questo spettacolo senza che sembri una canzone di Jovanotti? Se chiedo a un ateo anticlericale “dimmi un santo che ti piace” lui dirà: Francesco. Perché tutti conoscono San Francesco? Perché sono stati scritti decine di migliaia di testi su di lui? Perché è così irresistibile? E perché proprio lui? Non era l’unico a praticare il pauperismo. In quell’epoca era pieno di santi e movimenti eretici che avevano fatto la stessa scelta estrema, che aveva di speciale questo che oggi potremmo definire un “frikkettone” che lascia tutto per diventare straccione? Aveva di speciale che era un artista. Forse il più grande della storia. Le sue prediche erano capolavori folli e visionari. Erano performance di teatro contemporaneo. Giocava con gli elementi della natura, improvvisava in francese, citando a memoria brani dalle chanson de geste, stravolgendone il senso, utilizzava il corpo, il nudo, perfino la propria malattia, il dolore fisico e il mutismo.

Il 24 dicembre celebreremo gli 800 anni del presepe di Greccio, la più geniale (e più copiata) invenzione di Francesco. Il monologo, orchestrato con le laudi medievali e gli strumenti antichi di Luciano di Giandomenico, Maurizio Picchiò e Stefano Carloncelli, si interroga sull’enorme potere persuasivo che genera su noi contemporanei la figura pop di Francesco, e percorre la vita del poverello di Assisi e il suo sforzo ossessivo di raccontare il mistero di Dio in ogni forma, fino al logoramento fisico che lo porterà alla morte.

Dalla predica ai porci fino alla composizione del Cantico delle creature, il primo componimento lirico in volgare italiano della storia, Francesco canta la bellezza di frate sole dal buio della sua cella, cieco e devastato dalla malattia. Nessuno nella storia ha raccontato Dio con tanta geniale creatività. Francesco sapeva incantare il pubblico, folle sterminate, sapeva far ridere, piangere, sapeva cantare, ballare. Il vero problema con cui mi sono dovuto scontrare preparando questo spettacolo è che Francesco era un attore molto più bravo di me. E poi il gran finale, la morte, il rapporto di fratellanza, quasi di amore carnale che aveva Francesco con “Sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò scappare”.

E neanche il pubblico potrà scappare da questo finale, incatenati sulle poltrone del teatro saranno costretti anche loro ad affrontare il vero, l’ultimo, grande tabù della nostra contemporaneità: non siamo immortali.

Una pittura misteriosa e naturale: Cy Gavin da Gagosian

Una pittura misteriosa e naturale: Cy Gavin da GagosianRoma, 3 dic. (askanews) – Dalle alghe alle stelle, con una pittura che è gesto, ma anche densità e disturbo. Gagosian presenta nella sua galleria di Roma i “New Paintings” dell’artista di Pittsburgh Cy Gavin, che così ci è stato introdotto dalla direttrice Pepi Marchetti Franchi: “Cy Gavin – ha detto ad askanews – è una delle voci più interessanti nel panorama pittorico internazionale ed è alla sua prima mostra in Italia. Gagosian lo ha già presentato a New York con molto successo”.

Lo spazio di via Crispi è perfetto per accogliere dipinti di grandi dimensioni, che fanno risuonare l’ambiente espositivo insieme alle opere. E la pittura diventa in questo caso una sorta di racconto alternativo, che va dalle più piccole manifestazioni naturali fino al cosmo e a una coppia di stelle binarie. Il tutto, ed è probabilmente la cosa più interessante, senza retorica tecnica o narrativa. “Cy Gavin – ha aggiunto la direttrice della galleria – è sicuramente un pittore misterioso, con uno sguardo molto originale, che ciò trasmette la sua ricerca per l’inusuale, per l’inaspettato che spesso e volentieri ci circonda, ma che non riusciamo a vedere. È uno sguardo che, attraverso la sua pittura, racconta in maniera un po’ cinematografica, quasi fosse un zoom, la realtà che ci circonda, spesso anche la natura che si insinua anche in luoghi meno ovvi, anche per esempio nella città”.

Questa ricerca dell’imprevisto, del clandestino, potremmo dire, sembra dare la cifra all’esposizione, che mette insieme soggetti noti e altri più strani, larghi panorami e dettagli apparentemente trascurabili. E che racconta della pittura e di come ancora sia un medium che offre un contributo suo alla nostra visione del mondo.

Schlein a Crosetto: indipendenza magistratura è base democrazia

Schlein a Crosetto: indipendenza magistratura è base democraziaRoma, 2 dic. (askanews) – “Il ministro Crosetto, ieri, anziché ritirare le sue gravi affermazioni, ha rincarato la dose leggendo in aula alcune dichiarazioni che il segretario di Magistratura Democratica aveva reso durante un incontro pubblico a Palermo, in cui si sosteneva che la magistratura ha la sua autonomia e deve difendere i diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione, anche quando è la maggioranza ad attaccarli. Crosetto l’ha riferito come se fosse una cosa grave. Ma è la base di una democrazia: che non è la dittatura della maggioranza, ma si misura proprio nella tutela che garantisce ai diritti delle minoranze”. Lo scrive in una nota Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico.

Riforme, La Russa: sarebbe errore giustizia e premierato insieme

Riforme, La Russa: sarebbe errore giustizia e premierato insiemeNapoli, 2 dic. (askanews) – “La prima riforma che si sta provando a fare, tra quelle importanti, è quella che dà al popolo maggiore peso, quella della democrazia diretta. Sarebbe un errore avviare, contemporaneamente, qualcosa di più di una semplice apertura di dibattito sulla riforma della giustizia”. Così il presidente del Senato, Ignazio La Russa, intervistato nel corso della prima giornata de Il Riformista, in corso a Napoli.

“Non c’è da accelerare, c’è da avviare perlomeno un dibattito attorno alle riforme. Credo che sia saggio il proposito del Governo di non correre, di non dover soddisfare esigenze, dire diamo a qualcuno ‘La riforma della democrazia diretta’, all’altro ‘La giustizia’ e all’altro ‘L’autonomia’. Sarebbe un errore clamoroso”, ha concluso la seconda carica dello Stato.

Calcio, Mourinho contro Var, arbitro e Berardi

Calcio, Mourinho contro Var, arbitro e BerardiRoma, 2 dic. (askanews) – “La prima insidia che nasconde il match con il Sassuolo è il Sassuolo. Bravi giocatori, bravo allenatore, bel progetto. Poi sono onesto e dico che l’arbitro (Marcenaro di Genova, ndr) mi preoccupa: lo abbiamo avuto tre volte come quarto arbitro e la sensazione è che non abbia la stabilità emozionale per una gara così importante. La gente dirà “è solo Sassuolo-Roma’: non è così, la Roma è a 3 punti dal quarto posto e questa è una gara super importante per noi. Il profilo dell’arbitro non mi lascia tranquillo. E non mi lascia tranquillo nemmeno il Var (Di Bello, ndr), un arbitro con cui abbiamo sempre avuto sfortuna”. Parola di José Mourinho alla vigilia del match di campionato con il Sassuolo. Ma Mourinho aggiunge: “Poi c’è un giocatore come Berardi: mi spiace nominarlo, è un giocatore assolutamente fantastico, che amo. Però bisogna avere un po’ più di rispetto. Per gli avversari e per il calcio, perché è troppo quello che fa per destabilizzare il gioco: prende falli, gialli, rigori inesistenti. Così è troppo: io lo amo, ma allo stesso tempo lo adio. Se fosse un mio giocatore avrebbe un problema con me con quell’atteggiamento”. La Roma dovrebbe avere la mentalità di Jannik Sinner: “Nello sport individuale sei da solo e quando sei da solo non puoi condividere responsabilità con nessuno. Per questo mi piacciono tanti sport individuali come il tennis: perché serve coraggio, personalità. Bisogna stare lì dall’inizio alla fine, e quando perdi, non ti puoi guardare intorno. E’ un esempio da seguire per gli sport di squadra. Ma se pensate che io faccia i nomi dei giocatori a cui mi riferivo giovedì dopo il Servette, state perdendo tempo. Internamente sì: ho avuto una conversazione con i giocatori. Quando c’è empatia e amore, poi è più facile tornare alla normalità. Io ho detto quello che pensavo, ma il rapporto con la squadra è molto buono. E ora siamo di nuovo insieme per andare in casa del Sassuolo a prendere il risultato. Una partita che, per diversi motivi, non mi lascia tranquillo”.

Giustizia, Meloni: no scontro con toghe ma piccola parte contrasta leggi

Giustizia, Meloni: no scontro con toghe ma piccola parte contrasta leggiDubai, 2 dic. (askanews) – Non c’è uno “scontro” tra governo e magistratura, ma c’è una “piccola parte” delle toghe che contrasta i provvedimenti del governo, con una visione ‘politica’. Da Dubai la presidente del Consiglio Giorgia Meloni affronta il tema del rapporto con i magistrati per la prima volta dopo le polemiche dei giorni scorsi sulle dichiarazioni del ministro della Difesa Guido Crosetto – che in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ aveva adombrato l’esistenza di una “opposizione giudiziaria” contro l’esecutivo – e sul rinvio a giudizio del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro per il ‘caso’ Cospito. E le sue parole non sembrano destinate a riportare il sereno.

Per quanto riguarda le affermazioni di Crosetto, Meloni dice di ritenere che “non ci sia uno scontro tra politica e magistratura”, anche perchè “per chi viene da destra chi serve lo Stato è sempre un punto di riferimento”. Questo però, aggiunge, “non significa non segnalare che in ogni ambito ci sono dei problemi e il problema è che una piccola parte della magistratura ritiene che i provvedimenti di alcuni governi che non sono in linea con una certa visione del mondo debbano essere contrastati, come è accaduto ad esempio sull’immigrazione”. Il riferimento è alla giudice di Catania Iolanda Apostolico, che lo scorso ottobre aveva annullato il trattenimento di alcuni migranti perchè in contrasto con le norme Ue. Per Meloni il governo ha fin dall’inizio “lavorato per rafforzare la magistratura nel fare il proprio lavoro, nella lotta alla mafia” e lei è “schierata con la stragrande maggioranza dei magistrati che pensa che il lavoro sia questo e non contestare le scelte della politica”. Un altro esempio di contestazione “fuori misura”, per lei, è quella sulle riforme costituzionali e, in particolare, su quella per il premierato da poco varata dal governo. Nei giorni scorsi, tra gli altri, era stato il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia a segnalare “uno sbilanciamento e uno squilibrio a favore del potere esecutivo”. Per la premier è “fuori dalle righe” dire che la riforma “ha una deriva anti-democratica”, si tratta di “dichiarazioni che vanno bene per la politica” e non per dei magistrati. Questo non vuol dire che non si possa criticare la riforma. Ad esempio “le parole di Gianni Letta non le ho viste come parole di contrasto, come a voler creare dei problemi”, anche se i rilievi dell’ex braccio destro di Berlusconi “in parte sono condivisibili e in parte no”. Sicuramente, spiega, Letta sbaglia sull’eventuale limitazione dei poteri del capo dello Stato, perchè la riforma “è stata scritta in maniera tale da non toccare i poteri del presidente”. Comunque, conclude, “gli italiani ci diranno se la condividono o no”.

Meloni, incalzata dai cronisti, difende poi Delmastro, rinviato a giudizio con l’accusa di aver fornito documenti riservati del Dap sull’anarchico Alfredo Cospito al collega di partito Giovanni Donzelli, che ne ha poi parlato in Parlamento. Le opposizioni chiedono le dimissioni del sottosegretario, una richiesta che per la presidente del Consiglio va respinta al mittente: “Il giudice – puntualizza – ritiene che Delmastro debba essere rinviato a giudizio, il pm per due volte si è espresso per l’archiviazione”, dunque per chiedere le dimissioni “è il caso di aspettare una sentenza di condanna passata in giudicato, eventualmente, per ritenerlo colpevole”.

Meloni: transizione sì ma non idelogica. No preclusioni su nucleare

Meloni: transizione sì ma non idelogica. No preclusioni su nucleareDubai, 2 dic. (askanews) – Sì all’uscita dai combustibili fossili, ma con “tempi sostenibili”; sì alla transizione verde, a patto che sia “ecologica e non ideologica”; apertura “pragmatica” al nucleare, anche se la “sfida” in questo campo è soprattutto quella della fusione. Questa la linea che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha portato alla Cop 28 di Dubai, da dove ripartirà domani mattina per una missione “lampo” a Belgrado.

Dopo la partecipazione, ieri, a due sessioni tematiche, la premier questa mattina è intervenuta nell’assemblea plenaria. “E’ un momento chiave del nostro sforzo per contenere la crescita delle temperature entro 1,5 gradi. Anche se ci sono ragioni per essere ottimisti – ha detto – l’obiettivo è lontano, la Cop 28 deve essere una svolta”. L’Italia, ha garantito, “sta facendo la sua parte nel processo di decarbonizzazione, lo fa in modo pragmatico, con un approccio di neutralità tecnologica, libero dal radicalismo”. Questo perchè “se vogliamo essere efficaci” serve “una sostenibilità ambientale che non comprometta la sfera economico-sociale: serve una transizione ecologica, non ideologica”. A Dubai la premier ha annunciato che l’Italia contribuirà con 100 milioni al fondo ‘Loss and damages’ destinato ai Paesi più esposti alle conseguenze dei cambiamenti climatici e confermato l’attenzione all’Africa, a cui sarà destinato il 70% dei 4 miliardi del Fondo clima italiano. In questi due giorni, ha detto, “si sono fatti importanti passi in avanti”, con “senso di responsabilità”, ricordando che gli sforzi di oggi vengono fatti “non per noi ma per quelli che verranno dopo di noi”, perchè come diceva Warren Buffet, “c’è qualcuno seduto all’ombra oggi perchè qualcun altro ha piantato un albero molto tempo fa”. Parlando con i giornalisti, Meloni ha poi assicurato che l’uscita dai combustibili fossili è “un obiettivo che dobbiamo continuare a centrare”. Però, ha aggiunto, “la tempistica deve essere sostenibile: la sostenibilità climatica-ecologica deve camminare insieme alla sostenibilità sociale e alla sostenibilità economica altrimenti ci porta dritti alla deindustrializzazione”.

Alla Cop 28 si è affacciato anche il tema del nucleare con 22 Paesi (tra cui Usa, Francia, Giappone, Canada, Regno Unito) che hanno chiesto di triplicare la produzione di energia atomica entro il 2050 per raggiungere gli obiettivi di zero emissioni. Una posizione che, da Roma, è stata salutata oggi con favore da Forza Italia, mentre Matteo Salvini si è da sempre dichiarato favorevole. A chi le chiede se dunque l’Italia potrà imboccare nuovamente la strada del nucleare, Meloni risponde che non ha “preclusioni su nessuna tecnologia che possa essere sicura e possa aiutarci a diversificare la nostra produzione energetica”, però “non sono certa che cominciando da capo oggi l’Italia non si troverebbe indietro. Ma se ci sono evidenze del fatto che si possa invece avere un risultato positivo sono sempre disposta a parlarne”. Per la premier, però, la “grande sfida” è quella della fusione che potrebbe risolvere “tutti i problemi energetici” e su questo “l’Italia è piu avanti di altri”. A proposito di energia, rispondendo ai giornalisti la presidente del Consiglio parla anche della fine del mercato tutelato. Il governo, garantisce, cerca “di capire soprattutto come si fa a impedire che le bollette aumentino”, ma la ‘colpa’, accusa, è di altri. “Prima del mio alleato Salvini – attacca – mi hanno chiesto di fare qualcosa quelli che ce l’hanno messa la riforma del mercato tutelato. La fine del mercato tutelato è stata stabilita dai governi Renzi e Gentiloni e votata dall’allora maggioranza del governo Draghi, io ho votato contro e contestato apertamente la fine del mercato tutelato mentre gli altri la votavano. Dopodiché, per blindarla, è stata inserita nel Pnrr e nella terza rata del Pnrr, che era un obiettivo già centrato quando siamo arrivati. Posso capire che il Pd abbia deciso che ha fatto una cosa sbagliata ma prima di spiegare a me come la risolvo perchè non chiedono scusa?”.