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Violenza donne, Meloni: governo fatto molto ma ancora non basta

Violenza donne, Meloni: governo fatto molto ma ancora non bastaRoma, 24 nov. (askanews) – Contro la violenza sulle donne “Il governo ha fatto molto” ma “non basta c’è tanto altro da fare e penso vada fatto anche sul piano culturale”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nel corso dell’accensione della facciata di Palazzo Chigi in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne.

“Domani – ha aggiunto – si celebra la Giornata nazionale contro la violenza sulle donne. Assume un significato particolare in giorni cone questi. Le ricorrenze di solito servono a tenere acceso un riflettore ma quando una donna muore onbi tre giorni il riflettore è acceso continuamente. Il senso della Giornata di domani è continuare a fare sensibilizzazione su questo tema ma soprattutto serve a tutti quelli che possono fare qualcosa a fare i conti con il proprio lavoro, fare i conti con quello che è stato fatto e quello che può ancora essere fatto. Il governo ha fatto un lavoro molto importante, abbiamo aumentato i fondi per i centri antiviolenza a un livello mai visto prima, è stata approvata la legge contro la violenza all’unanimità – e devo ringraziare tutte le forze politiche perchè ci sono dei terreni sui quali si riesce ad andare oltre gli steccati – e quella legge rende gli strumenti piu efficaci e veloci perchè la velocità può salvare la vita di una persona. Abbiamo reso strutturale il contributo per le donne vittime di violenza che necessitano di sostegno economico. Non basta: c’è tanto altro che bisogna fare. Credo che vada fatto sul piano culturale, un lavoro che abbiamo fatto con campagne nelle scuole, che coinvolgono esponenti della cultura e stasera tanti campioni dello sport. Tutto quello che può servire a entrare nella coscienza delle persone. Forse serve anche una lettura più profonda della società nella quale viviamo, dell’impatto che la modernità, il Covid, hanno avuto sulla società, sui più giovani e andare a fondo di questi problemi per essere più efficaci nelle risposte sul piano psicologico e culturale”, ha concluso.

Bankitalia: da debito pubblico e Pil lento rischi sulla stabilità finanziaria

Bankitalia: da debito pubblico e Pil lento rischi sulla stabilità finanziariaRoma, 24 nov. (askanews) – Debolezza dell’economia globale, alto debito pubblico dell’Italia e timori che si ritorni a una situazione di bassa crescita strutturale: sono i fattori che in questa fase stanno pesando sui rischi per la stabilità finanziaria della Penisola. All’opposto, a contenere queste spinte contribuiscono il miglioramento delle condizioni nel sistema bancario italiano e il basso livello di indebitamento di famiglie e imprese. E’ la fotografia scattata dalla Banca d’Italia nell’ultimo Rapporto sulla stabilità finanziaria.

Lo studio rileva come l’economia globale stia rallentando e le prospettive di crescita siano condizionate dalle forti tensioni geopolitiche e dalla decelerazione dell’attività economica in Cina. L’inflazione nei paesi avanzati è in calo, ma ancora superiore agli obiettivi della politica monetaria, che permane restrittiva. La scorsa estate, ricorda Bankitalia, i timori di una restrizione monetaria più protratta del previsto hanno determinato un peggioramento delle condizioni dei mercati finanziari internazionali, in gran parte riassorbito nelle ultime settimane. E negli ultimi mesi i tassi sono fortemente aumentati sui mercati dei titoli di Stato a lungo termine, soprattutto negli Stati Uniti.

Il tutto mentre Bce e Eurosistema delle banche centrali proseguono la manovra di inasprimento quantitativo, non rinnovando i titoli acquistati con il piano App quando giungono a scadenza. Ma secondo Bankitalia la liquidità e il funzionamento del mercato secondario dei titoli di Stato non hanno risentito di questa manovra, più che compensata dall’aumento degli acquisti da parte delle famiglie. Seppure favorevoli, prosegue lo studio, le condizioni di liquidità sono comunque particolarmente sensibili alle notizie relative all’economia globale e alla politica di bilancio, oltre che alle decisioni di politica monetaria.

Nel frattempo in Italia i prezzi delle abitazioni hanno continuato a salire, benché a ritmi inferiori a quelli dello scorso anno e molto al di sotto dell’inflazione. E il rallentamento proseguirebbe nel 2024. Le compravendite sono risultate ancora in flessione, anche a seguito del peggioramento delle condizioni di accesso al credito. L’immobiliare italiano, comunque, anche per l’assenza di corse al rialzo eccessive negli anni scorsi, appare esposto a rischi di brusche correzioni al ribasso rispetto a quelli di altri Paesi Ue, in particolare la Germania.

I rischi provenienti dal settore delle famiglie rimangono contenuti. La loro ricchezza finanziaria è cresciuta nel primo semestre dell’anno, prosegue Bankitalia, a fronte dei bassi tassi di interesse sui depositi a vista le famiglie ne hanno ridotto le consistenze e hanno aumentato gli investimenti in attività finanziarie. Il rapporto tra indebitamento e reddito disponibile, già basso nel confronto internazionale, è sceso. Tuttavia è salito il tasso di deterioramento del credito, in particolare, si legge, nel comparto dei mutui a tasso variabile. Passando alle imprese, il rallentamento economico e l’incremento dei costi di finanziamento incidono sulla situazione finanziaria, la cui rischiosità si mantiene comunque nel complesso limitata, secondo Bankitalia. Il credito si è ridotto in modo significativo per effetto del maggiore costo, delle minori esigenze finanziarie per investimenti e dell’aumento dei rimborsi di prestiti assistiti da garanzia pubblica contratti durante la pandemia. L’indebitamento in rapporto al Pil ha continuato a flettere, rimanendo ben al di sotto della media dell’area dell’euro mentre la capacità di servizio del debito si conferma buona. Ma anche qui Bankitalia avverte: l’incremento del costo dei finanziamenti potrebbe determinare nel 2024 un aumento del tasso di deterioramento dei prestiti. Passando al sistema bancario della Penisola, secondo il Rapporto i principali rischi continuano a dipendere dalle deboli prospettive di crescita. Sebbene la qualità degli attivi abbia mostrato finora solo lievi segnali di deterioramento, la decelerazione dell’attività economica e l’elevato livello dei tassi di interesse potranno determinare un peggioramento della capacità dei debitori di fare fronte ai propri impegni. La redditività delle banche è fortemente aumentata, si legge, favorita dal buon andamento del margine di interesse, ma nel prossimo biennio risentirà del maggior costo della raccolta e di un più alto tasso di deterioramento dei prestiti. Il profilo di liquidità resta equilibrato; il rimborso, nel mese di giugno, di un importo rilevante delle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (Tltro3) non ha avuto ripercussioni di rilievo. I coefficienti patrimoniali sono migliorati. Uno stress test condotto sulle banche vigilate direttamente dalla Banca d’Italia mostra che queste sarebbero nel complesso in grado di sostenere l’impatto di scenari macroeconomici avversi, in linea con quanto già riscontrato per i gruppi maggiori nell’esercizio condotto nei mesi scorsi a livello europeo. Quanto alle assicurazioni, prosegue lo studio, nei primi nove mesi dell’anno la patrimonializzazione del comparto è cresciuta, beneficiando dell’aumento del valore degli investimenti. Nel primo semestre la redditività è migliorata, anche se continua a risentire delle minusvalenze non realizzate sui titoli in portafoglio. La posizione di liquidità si mantiene complessivamente buona, benché nel comparto vita siano proseguiti il calo della raccolta premi e le estinzioni anticipate dei contratti. Infine, la raccolta netta dei fondi comuni italiani è risultata negativa sia nel secondo sia nel terzo trimestre dell’anno, risentendo dell’incertezza connessa con la situazione macroeconomica e con il rialzo dei tassi di interesse; i deflussi sono riconducibili soprattutto a risparmiatori al dettaglio. I fondi hanno aumentato gli investimenti in titoli governativi e in obbligazioni con merito di credito elevato, riducendo le disponibilità liquide. I rischi del comparto rimangono contenuti. E generale La Banca d’Italia ha rivisto la metodologia di individuazione delle banche a rilevanza sistemica nazionale (O-SII) e di calibrazione della relativa riserva di capitale (buffer), designando sette O-SII per il 2024. Con l’introduzione dei nuovi buffer i requisiti macroprudenziali richiesti alle O-SII italiane si avvicinano a quelli mediamente applicati alle altre O-SII europee con profili di rischio simili.

Bankitalia: debito pubblico e Pil lento rischi su stabilità finanza

Bankitalia: debito pubblico e Pil lento rischi su stabilità finanzaRoma, 24 nov. (askanews) – Debolezza dell’economia globale, alto debito pubblico dell’Italia e timori che si ritorni a una situazione di bassa crescita strutturale: sono i fattori che in questa fase stanno pesando sui rischi per la stabilità finanziaria della Penisola. All’opposto, a contenere queste spinte contribuiscono il miglioramento delle condizioni nel sistema bancario italiano e il basso livello di indebitamento di famiglie e imprese. E’ la fotografia scattata dalla Banca d’Italia nell’ultimo Rapporto sulla stabilità finanziaria.

Lo studio rileva come l’economia globale stia rallentando e le prospettive di crescita siano condizionate dalle forti tensioni geopolitiche e dalla decelerazione dell’attività economica in Cina. L’inflazione nei paesi avanzati è in calo, ma ancora superiore agli obiettivi della politica monetaria, che permane restrittiva. La scorsa estate, ricorda Bankitalia, i timori di una restrizione monetaria più protratta del previsto hanno determinato un peggioramento delle condizioni dei mercati finanziari internazionali, in gran parte riassorbito nelle ultime settimane. E negli ultimi mesi i tassi sono fortemente aumentati sui mercati dei titoli di Stato a lungo termine, soprattutto negli Stati Uniti.

Il tutto mentre Bce e Eurosistema delle banche centrali proseguono la manovra di inasprimento quantitativo, non rinnovando i titoli acquistati con il piano App quando giungono a scadenza. Ma secondo Bankitalia la liquidità e il funzionamento del mercato secondario dei titoli di Stato non hanno risentito di questa manovra, più che compensata dall’aumento degli acquisti da parte delle famiglie. Seppure favorevoli, prosegue lo studio, le condizioni di liquidità sono comunque particolarmente sensibili alle notizie relative all’economia globale e alla politica di bilancio, oltre che alle decisioni di politica monetaria.

Nel frattempo in Italia i prezzi delle abitazioni hanno continuato a salire, benché a ritmi inferiori a quelli dello scorso anno e molto al di sotto dell’inflazione. E il rallentamento proseguirebbe nel 2024. Le compravendite sono risultate ancora in flessione, anche a seguito del peggioramento delle condizioni di accesso al credito. L’immobiliare italiano, comunque, anche per l’assenza di corse al rialzo eccessive negli anni scorsi, appare esposto a rischi di brusche correzioni al ribasso rispetto a quelli di altri Paesi Ue, in particolare la Germania.

I rischi provenienti dal settore delle famiglie rimangono contenuti. La loro ricchezza finanziaria è cresciuta nel primo semestre dell’anno, prosegue Bankitalia, a fronte dei bassi tassi di interesse sui depositi a vista le famiglie ne hanno ridotto le consistenze e hanno aumentato gli investimenti in attività finanziarie. Il rapporto tra indebitamento e reddito disponibile, già basso nel confronto internazionale, è sceso. Tuttavia è salito il tasso di deterioramento del credito, in particolare, si legge, nel comparto dei mutui a tasso variabile. Passando alle imprese, il rallentamento economico e l’incremento dei costi di finanziamento incidono sulla situazione finanziaria, la cui rischiosità si mantiene comunque nel complesso limitata, secondo Bankitalia. Il credito si è ridotto in modo significativo per effetto del maggiore costo, delle minori esigenze finanziarie per investimenti e dell’aumento dei rimborsi di prestiti assistiti da garanzia pubblica contratti durante la pandemia. L’indebitamento in rapporto al Pil ha continuato a flettere, rimanendo ben al di sotto della media dell’area dell’euro mentre la capacità di servizio del debito si conferma buona. Ma anche qui Bankitalia avverte: l’incremento del costo dei finanziamenti potrebbe determinare nel 2024 un aumento del tasso di deterioramento dei prestiti. Passando al sistema bancario della Penisola, secondo il Rapporto i principali rischi continuano a dipendere dalle deboli prospettive di crescita. Sebbene la qualità degli attivi abbia mostrato finora solo lievi segnali di deterioramento, la decelerazione dell’attività economica e l’elevato livello dei tassi di interesse potranno determinare un peggioramento della capacità dei debitori di fare fronte ai propri impegni. La redditività delle banche è fortemente aumentata, si legge, favorita dal buon andamento del margine di interesse, ma nel prossimo biennio risentirà del maggior costo della raccolta e di un più alto tasso di deterioramento dei prestiti. Il profilo di liquidità resta equilibrato; il rimborso, nel mese di giugno, di un importo rilevante delle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (Tltro3) non ha avuto ripercussioni di rilievo. I coefficienti patrimoniali sono migliorati. Uno stress test condotto sulle banche vigilate direttamente dalla Banca d’Italia mostra che queste sarebbero nel complesso in grado di sostenere l’impatto di scenari macroeconomici avversi, in linea con quanto già riscontrato per i gruppi maggiori nell’esercizio condotto nei mesi scorsi a livello europeo. Quanto alle assicurazioni, prosegue lo studio, nei primi nove mesi dell’anno la patrimonializzazione del comparto è cresciuta, beneficiando dell’aumento del valore degli investimenti. Nel primo semestre la redditività è migliorata, anche se continua a risentire delle minusvalenze non realizzate sui titoli in portafoglio. La posizione di liquidità si mantiene complessivamente buona, benché nel comparto vita siano proseguiti il calo della raccolta premi e le estinzioni anticipate dei contratti. Infine, la raccolta netta dei fondi comuni italiani è risultata negativa sia nel secondo sia nel terzo trimestre dell’anno, risentendo dell’incertezza connessa con la situazione macroeconomica e con il rialzo dei tassi di interesse; i deflussi sono riconducibili soprattutto a risparmiatori al dettaglio. I fondi hanno aumentato gli investimenti in titoli governativi e in obbligazioni con merito di credito elevato, riducendo le disponibilità liquide. I rischi del comparto rimangono contenuti. E generale La Banca d’Italia ha rivisto la metodologia di individuazione delle banche a rilevanza sistemica nazionale (O-SII) e di calibrazione della relativa riserva di capitale (buffer), designando sette O-SII per il 2024. Con l’introduzione dei nuovi buffer i requisiti macroprudenziali richiesti alle O-SII italiane si avvicinano a quelli mediamente applicati alle altre O-SII europee con profili di rischio simili.

Bankitalia: banche italiane hanno azzerato divario Npl ratio con Ue

Bankitalia: banche italiane hanno azzerato divario Npl ratio con UeRoma, 24 nov. (askanews) – Le banche italiane sono riuscite ad azzerare il divario sul rapporto tra crediti deteriorati e finanziamenti totali (Non Performing Loans Ratio) rispetto all’insieme delle banche europee significative. Lo rileva la Banca d’Italia, che nel rapporto semestrale sulla stabilità finanziaria riporta come nei primi sei mesi dell’anno le banche tricolori abbiano effettuato altre cessioni di crediti deteriorati per circa 3 miliardi di euro.

Le valutazioni dei mercati implicite nei principali indicatori non mostrano al momento particolari segnali di tensione sul settore bancario italiano, aggiunge Bankitalia. E nel primo semestre il rapporto medio tra il valore di mercato e quello contabile (price-to-book ratio) delle banche italiane è aumentato, anche per effetto del miglioramento della redditività; rimane comunque inferiore all’unità, in linea con quanto osservato per gli intermediari dell’area dell’euro. Secondo lo studio, i principali rischi per il sistema bancario continuano a dipendere dalle deboli prospettive di crescita, e dall’evoluzione della situazione geopolitica internazionale. La qualità degli attivi bancari si è mantenuta soddisfacente nei primi nove mesi dell’anno. Il tasso di deterioramento è salito in misura marginale, portandosi all’1,1 per cento.

Secondo Bankitalia l’incremento è imputabile in prevalenza al peggioramento per le famiglie (0,9 per cento, da 0,5 a dicembre del 2022); il dato relativo alle imprese è invece rimasto pressoché invariato (1,5 per cento). La rischiosità dei crediti assistiti da una garanzia pubblica legata all’emergenza pandemica è leggermente aumentata, ma si mantiene su livelli contenuti. Bankitalia riporta che nei primi sei mesi del 2023 dalle banche italiane sono state effettuate operazioni di cessione di crediti deteriorati (Npl) per circa 3 miliardi di euro. Il rapporto tra questi crediti e il totale dei finanziamenti (non- performing loans ratio, Npl ratio) al netto delle rettifiche si è mantenuto stabile all’1,4 per cento, riflettendo la concomitante riduzione dei prestiti in essere. Il divario tra i gruppi significativi italiani e il complesso degli intermediari soggetti alla supervisione diretta della Bce, si legge, si è sostanzialmente azzerato.

Nel frattempo l’incidenza dei prestiti in stadio 2 della classificazione Ifrs 9 sul totale dei prestiti in bonis al lordo delle rettifiche è ulteriormente diminuita (di 30 punti base), al 9,7 per cento. Il divario tra banche significative e quelle meno significative è quasi nullo. L’andamento degli indicatori anticipatori del deterioramento (ad es. i ritardi di pagamento dei prenditori in bonis) non evidenzia particolari segnali di peggioramento della qualità del credito; tuttavia gli effetti del rialzo dei tassi di interesse e del quadro macroeconomico meno favorevole, non ancora interamente dispiegati, potrebbero incidere sulla futura capacità di rimborso dei debitori con una quota rilevante di prestiti a tasso variabile.

Nella sua attività di vigilanza, la Banca d’Italia continua a seguire da vicino l’adeguatezza delle rettifiche di valore sui prestiti apportate dalle banche. E proiezioni dell’istituzione, coerenti con lo scenario macroeconomico pubblicato nel Bollettino economico di ottobre, indicano un graduale incremento del tasso di deterioramento del complesso dei prestiti a famiglie e imprese nel corso del prossimo biennio, che raggiungerebbe il 3,2 per cento nel 2025, guidato dall’aumento dell’onere del debito. Il tasso di deterioramento resterebbe comunque ben inferiore a quello registrato in passati episodi di crisi sia per le famiglie sia per le imprese.

Violenza donne, Calenda: Circo Massimo sta diventando corteo pro Hamas

Violenza donne, Calenda: Circo Massimo sta diventando corteo pro HamasRoma, 24 nov. (askanews) – Questa non è la piattaforma di una manifestazione contro la violenza sulle donne e per una società meno maschilista e più equa. Questa è la piattaforma di un collettivo di estrema sinistra antisraeliano e filo Hamas (notoriamente sostenitore dei diritti delle donne). Sorvolo sui restanti deliri veteromarxisti. Decine di migliaia di persone, tra cui tutta la mia famiglia dai nonni ai bambini, si preparavano ad andare ad una manifestazione che credevano organizzata per ragioni diverse. Strumentalizzare così un grande moto spontaneo di solidarietà e vicinanza alla causa femminista, non è giusto e non è corretto”. Lo denuncia via social il segretario di Azione Carlo Calenda.

Fratoianni alle opposizioni: manifestiamo insieme, si può fare

Fratoianni alle opposizioni: manifestiamo insieme, si può farePerugia, 24 nov. (askanews) – “Mi rivolgo ai leader e alle leader delle altre forze di opposizione: io penso che senza discutere dei contenuti non abbia senso consumarsi all’infinito sugli aggettivi con cui descrivere il ‘campo’, giusto, largo, lasciamolo lì. Ma mi pare altrettanto chiaro che senza una disponibilità e un impegno perché il confronto si avvii la destra continuerà ad avere gioco facile”. Lo ha detto il leader di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, nella sua relazione al terzo congresso del partito apertosi oggi a Perugia.

“Non è un caso – ha aggiunto – che il momento di massima difficoltà, questa maggioranza e il Governo l’abbiano vissuto attorno alla nostra proposta unitaria sul salario minimo. Certo, innanzitutto perché quella proposta è chiara, interviene sul lavoro povero, ma anche perché investe sulla contrattazione. Ma nessuno mi toglie dalla testa che quella proposta abbia guadagnato forza anche perché, per la prima volta, è stata percepita come una iniziativa unitaria, come l’indicazione su quella questione cruciale di una possibile alternativa. Una speranza insomma, che faremmo bene a non deludere”. “Allora avanzo qui – ha proseguito il leader di Si – una prima proposta, bene incrociarsi ciascuno alle manifestazioni degli altri, è un gesto di rispetto, va bene praticare convergenze. Si può fare di meglio incontriamoci, quando volete e dove preferite, organizziamo tutti insieme una grande mobilitazione nazionale. Si può anche salire sullo stesso palco insieme. Per il salario minimo, contro l’autonomia differenziata e il premierato”, ha concluso Fratoianni.

Pnrr,Meloni:governo fiero del lavoro fatto,ringrazio Commissione Ue

Pnrr,Meloni:governo fiero del lavoro fatto,ringrazio Commissione UeRoma, 24 nov. (askanews) – “Oggi abbiamo la conferma di aver fatto un lavoro di cui il Governo può essere molto fiero. Abbiamo fatto ciò che avevamo promesso che avremmo fatto, siamo scesi nel concreto, abbiamo verificato le criticità e le abbiamo superate, abbiamo fatto in modo che tutti i soldi del Pnrr venissero spesi nei tempi e quindi abbiamo concentrato le risorse sulla crescita e la modernizzazione della nazione e mi pare che il risultato, sul quale in pochi scommettevano, dice che non era una scelta sbagliata”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, concludendo il suo intervento in occasione dell’incontro con le associazioni datoriali.

“Ringrazio anche la Commissione europea – ha aggiunto – che è stata sicuramente rigida per certi versi, ma molto aperta alla possibilità che queste risorse fossero spese nel migliore dei modi. Quindi possiamo essere contenti che oltre a lavorare alla manovra incentrata a dare più risorse a lavoratori e famiglie, parallelamente lavoravamo a una revisione del Pnrr che invece concentrava le sue risorse soprattutto sulla competitività del nostro sistema e delle nostre imprese”.

Meloni:da modifiche Pnrr arriva una seconda manovra per crescita

Meloni:da modifiche Pnrr arriva una seconda manovra per crescitaRoma, 24 nov. (askanews) – Dalla rimodulazione del Pnrr arrivano più 21 miliardi, di fatto una “seconda manovra” tutta destinata alla crescita. Lo ha detto, secondo quanto si apprende, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nel corso dell’incontro con le parti sociali sulla manovra.

Meloni ha spiegato che il governo ha lavorato alla legge di Bilancio consapevole che parallelamente era in corso la trattativa con la Commissione europea per la revisione del Pnrr. L’ottica era quella di una “piena complementarità” tra le politiche ordinarie e il Pnrr, nell’ottica di un’unica strategia di politica economica. Il Pnrr approvato oggi dalla Commissione Ue rappresenta l’aggiornamento del piano pluriennale di investimenti e riforme che l’Italia è chiamata a realizzare entro il 2026. E la Legge di Bilancio 2024 ha lo stesso orizzonte temporale del Piano. I 122 miliardi di euro del PNRR, è stato il ragionamento della premier, sono risorse a debito che il Paese dovrà restituire, risorse che insieme ai 30 miliardi del fondo complementare incidono sui saldi a disposizione della Legge di Bilancio. In sostanza, molte delle misure indirizzate alla crescita, alle infrastrutture e al sostegno del tessuto produttivo – ha sottolineato – sono state contemplate negli interventi riformulati del Pnrr e non nella Legge di Bilancio che è per forza di cose seria, responsabile.

Le risorse sono il frutto della rimodulazione del piano in una ottica di “efficientamento”. Dunque, ha precisato, alcuni progetti “irrealizzabili” o “non ammissibili” sono stati modificati, alcuni progetti in particolare degli enti locali, che rischiavano di non essere realizzati nei tempi saranno finanziati tramite gli altri programmi europei e nazionali invece che con il Pnrr che ha tempistiche molto più stringenti. La sostenibilità dell’Italia – ha concluso – richiede di porre la crescita economica e la competitività al centro nel Pnrr e di tutte le manovre finanziarie senza sovrapposizioni, ma assicurando la “massima integrazione” e “coordinamento” a sostegno del progetto di sviluppo dell’Italia.

Afe.Lsa-Fgl

C’è l’ok della Commissione europea alle modifiche al Pnrr apportate dell’Italia

C’è l’ok della Commissione europea alle modifiche al Pnrr apportate dell’ItaliaRoma, 24 nov. (askanews) – Parere positivo della Commissione europea sulle modifiche al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) presentate dall’Italia, che includono anche un nuovo capitolo su RePowerEu, che anzi è il capitolo più consistente tra quelli adottati dalla Commissione su tutti i piani presentati da Paesi Ue. Secondo quanto riporta una nota, ora la decisione definitiva sul via libera spetta al Consiglio Ue.

Prossimamente è atteso anche il via libera sul pagamento della quarta rata del Pnrr.

Pnrr, parere positivo di Commissione Ue su piano Italia rivisto

Pnrr, parere positivo di Commissione Ue su piano Italia rivistoRoma, 24 nov. (askanews) – Parere positivo della Commissione europea sulle modifiche al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) presentate dall’Italia, che includono anche un nuovo capitolo su RePowerEu, che anzi è il capitolo più consistente tra quelli adottati dalla Commissione su tutti i piani presentati da Paesi Ue. Secondo quanto riporta una nota, ora la decisione definitiva sul via libera spetta al Consiglio Ue.

Prossimamente è atteso anche il via libera sul pagamento della quarta rata del Pnrr.