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La Fia boccia il ricorso Ferrari, in Australia Sainz resta 12esimo

La Fia boccia il ricorso Ferrari, in Australia Sainz resta 12esimoRoma, 18 apr. (askanews) – La Fia ha respinto il ricorso presentato dalla Ferrari relativo alla penalità inflitta a Carlos Sainz in occasione del GP d’Australia. Lo spagnolo, quarto al traguardo ma scivolato in dodicesima posizione dopo i 5″ scontati dopo la gara per un contatto con Alonso, resta dunque senza punti. “Non vi è alcun elemento di novità significativo e rilevante che non fosse disponibile per le parti richiedenti il riesame al momento della decisione in parola. L’Istanza va pertanto respinta”, si legge nel documento emesso da F1 e Fia. Bocciato dunque il “right of review” della Ferrari: l’investigazione sull’incidente tra Sainz e Alonso non verrà riaperta e non sarà necessaria una nuova udienza.

Fisco, la Precompilata 2023 sarà online dal pomeriggio del 2 maggio

Fisco, la Precompilata 2023 sarà online dal pomeriggio del 2 maggioRoma, 18 apr. (askanews) – Precompilata 2023 ai nastri di partenza. Dal pomeriggio di martedì 2 maggio le dichiarazioni già compilate dall’Agenzia delle Entrate potranno essere consultate, mentre da giovedì 11 maggio sarà possibile accettare, modificare e inviare il 730 e il modello Redditi. Lo comunica l’Agenzia in una nota.

Le dichiarazioni quest’anno saranno ancora più semplici da utilizzare, grazie anche alla possibilità, a partire dal prossimo 20 aprile, di delegare una persona di fiducia sia online che in videocall. Crescono ulteriormente i dati trasmessi all’Agenzia, che superano quest’anno quota 1 miliardo e 300 milioni (+8% rispetto al 2022). Di questi, oltre un miliardo (l’80% del totale) sono relativi a spese sanitarie. A seguire, premi assicurativi (99 milioni), certificazioni uniche di lavoratori dipendenti e autonomi (73 milioni), bonifici per ristrutturazioni (11 milioni), dati relativi agli interessi passivi sui mutui (8,5 milioni) e spese scolastiche (6,5 milioni). Saranno inoltre utilizzati nuovi dati: corsi post-diploma presso istituti statali di alta formazione e specializzazione artistica e musicale, spese per canoni di locazione, spese di intermediazione per l’acquisto di immobili adibiti a prima casa. Tutte informazioni che si aggiungono a quelle già presenti negli anni scorsi, come ad esempio i contributi previdenziali e assistenziali, quelli versati per i lavoratori domestici, le spese universitarie, per gli asili nido, le spese per gli interventi di ristrutturazione e di efficientamento energetico. La stagione dichiarativa si chiuderà il 2 ottobre per chi invia il 730 direttamente tramite l’applicazione web e il 30 novembre per chi invece utilizza il modello Redditi precompilato.

Tutte le regole relative alle modalità di accesso e alle deleghe sono definite in due provvedimenti firmati dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini. Dal prossimo 20 aprile basterà accedere all’area riservata sul sito dell’Agenzia per autorizzare un familiare o una persona di fiducia a gestire la propria dichiarazione precompilata (visualizzarla, accettarla o modificarla, inviarla) e a utilizzare gli altri servizi online nel proprio interesse. La novità è pensata per andare incontro a chi, pur avendo le credenziali per accedere all’area riservata – Spid, Carta d’identità elettronica (Cie) o Carta nazionale dei servizi (Cns) – ha poca dimestichezza con le funzionalità web o non può gestirle in prima persona. In alternativa, si può autorizzare la persona di fiducia tramite una videochiamata con un funzionario delle Entrate. Queste due modalità si aggiungono a quelle attive già dallo scorso anno, ovvero l’invio di una pec o la presentazione della richiesta presso un qualunque ufficio dell’Agenzia. Quanto alle domande via posta elettronica certificata, potranno essere inviate anche dalla casella pec della persona di fiducia (non solo quindi da quella del delegante). Viene estesa inoltre la durata della delega: su richiesta del contribuente, potrà infatti essere valida fino a tre annualità.

Per visualizzare e scaricare la dichiarazione occorre accedere alla propria area riservata tramite Spid, Carta d’identità elettronica (Cie) o Carta nazionale dei servizi (Cns). In linea generale, il 730 precompilato è predisposto per i contribuenti che hanno percepito, per l’anno d’imposta precedente, redditi di lavoro dipendente e assimilati. Dal 2 maggio 2023 (il 30 aprile è domenica e il 1° maggio è festivo), saranno disponibili i seguenti documenti: dichiarazione dei redditi precompilata riferita all’anno d’imposta precedente; elenco delle informazioni attinenti alla dichiarazione 730 precompilata disponibili presso l’Agenzia delle Entrate, con distinta indicazione dei dati inseriti e non inseriti e relative fonti informative. Il 730 precompilato dovrà essere inviato entro il 2 ottobre 2023, mentre il modello Redditi (e il modello Redditi correttivo del 730) entro il 30 novembre prossimo.

I preoccupanti dati dell’Iss sul consumo di alcolici in Italia

I preoccupanti dati dell’Iss sul consumo di alcolici in ItaliaRoma, 18 apr. (askanews) – Nel 2021 7,7 milioni di italiani di età superiore a 11 anni (pari al 20% degli uomini e all’8,7% delle donne) hanno bevuto quantità di alcol tali da esporre la propria salute a rischio. Tre milioni e mezzo di persone hanno bevuto per ubriacarsi e 750.000 sono stati i consumatori dannosi, coloro cioè che hanno consumato alcol provocando un danno alla loro salute, a livello fisico o mentale. E se è vero che molti valori sono diminuiti tornando ai livelli pre-pandemici, è altrettanto vero che questi erano comunque elevati e che i decrementi, registrati quasi sempre per gli uomini e non per le donne, sono distanti dal raggiungimento degli Obiettivi di salute sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. A scattare la fotografia è, come ogni anno, l’Osservatorio nazionale alcol (Ona) dell’Iss, che ha rielaborato i dati Istat in occasione dell’Alcohol prevention day (Apd). Dati che vengono illustrati domani, 19 aprile 2023, nel corso di un workshop internazionale in programma presso la sede dell’Iss. “I consumi di alcol in Italia evidenziano una situazione di ritorno ai livelli pre-pandemia Covid-19, anche se cresce l’esposizione al rischio da parte delle donne, tanto giovanissime, quanto anziane – afferma Emanuele Scafato, Direttore dell’Ona-Iss -. Al fine di delineare la roadmap di una prevenzione nazionale ma anche mirata, il più efficace possibile, è necessario intercettare tutti i consumatori a rischio, a sostegno oltretutto degli obiettivi delle strategie europee e globali”. Il quadro dei 36 milioni di consumatori di alcol in Italia – 20 milioni gli uomini e 16 le donne, pari al 77% dei maschi e al 56% delle femmine – è ricco di dettagli. Dieci milioni e mezzo di italiani sopra i 18 anni hanno bevuto alcol quotidianamente. Tra i consumatori a rischio, preoccupano soprattutto i giovani (circa 1.370.000 tra 11 e 25 anni, di cui 620.000 minorenni), le donne (circa 2,5 milioni, in crescita dal 2014, con punte massime di consumatrici a rischio del 29% tra le minorenni 16-17enni), gli anziani (2,6 milioni, di cui uno su 3 e quasi una su 10 over65 sono a rischio: eccedono su base quotidiana e consumano fuori pasto). Spiccano i 3,5 milioni di binge drinker, soprattutto maschi di tutte le età (83.000 sono minori). Anche qui si registra una diminuzione in direzione dei livelli del 2020, ma non per le donne che sono stabili, senza alcun accenno dunque al calo dei consumi tesi all’intossicazione. Inoltre, i consumatori dannosi di bevande alcoliche sono stati 750.000, anche qui in diminuzione rispetto agli 830.000 del 2020. Tuttavia a decrescere sono ancora una volta gli uomini ma non le donne, per le quali si continua a registrare un incremento che ha condotto a quota 300.000 le consumatrici con danno da alcol. Dei 750.000 consumatori dannosi con Disturbi da uso di alcol (Dua) in necessità di trattamento, solo l’8,5% è stato intercettato, per un totale di 63.490 alcoldipendenti in carico ai servizi del Sistema sanitario nazionale (Ssn), con costante e preoccupante decrescita. La situazione negli ospedali, infine, testimonia quanto descritto finora. Nel 2021, si sono registrati 35.307 accessi ai Pronto soccorso (Ps) – di cui il 10 % circa richiesto da minori, per le ragazze in proporzione doppia rispetto ai coetanei – e 45.270 dimissioni ospedaliere, causati entrambi dall’alcol, segnando in un anno un incremento, rispettivamente, del 20.2% e del 4.2%.

Dl Cutro, stop lavori in commissione. Partita si riapre in Aula

Dl Cutro, stop lavori in commissione. Partita si riapre in AulaRoma, 18 apr. (askanews) – La commissione Affari costituzionali del Senato non è riuscita a concludere l’esame del dl Cutro varato dal governo dopo la tragedia dei migranti sulle coste calabresi. A mezzogiorno, con una manciata di proposte di modifica votate sui circa 346 subemendamenti ai due maxi-emendamenti dell’esecutivo e senza neanche cominciare a dibattere del giro di vite sulla protezione speciale contenuta in un emendamento unitario del centrodestra, il presidente della commissione Alberto Balboni (Fdi) ha definito “inverosimile” poter concludere l’esame e ha riferito che si apprestava a chiedere l’approdo in Aula del decreto senza il mandato al relatore.

Il provvedimento è in calendario per le 16.30, prima con il voto sulle pregiudiziali presentate dalle opposizioni e poi con la discussione generale. In mattinata i lavori stavano procedendo un po’ più spediti rispetto a lunedì, ma le votazioni sono state poco più di una trentina e ora il cantiere delle modifiche verrà riaperto in Aula, come ha rimarcato lo stesso Balboni, il quale ha aggiunto di auspicare che quanto fatto in commissione possa essere “la base delle riflessioni” dei colleghi. Un finale annunciato dopo che il provvedimento, il cui iter è stato avviato oltre un mese fa, ha visto le prime votazioni a ridosso delle feste di Pasqua e solo sui tre articoli meno divisivi, mentre sulla parte più contestata dai gruppi di minoranza i pareri del governo sono arrivati con il contagocce: i due maxi-testi firmati ‘esecutivo’ sono giunti giovedì 13 aprile e solo lunedì è ricominciato il voto, ad oltranza, caratterizzato dall’ostruzionismo delle opposizioni.

Se il governo non porrà la fiducia sul decreto, dovrà gestire l’Aula, con votazioni emendamento per emendamento. Sul tavolo ci saranno i due maxi-testi che il governo aveva depositato in commissione (sul potenziamento dei centri di prima accoglienza, sulla stretta su chi domanda la protezione internazionale, sui trattenimenti nei Cpr e i rimatri), il testo unitario del centrodestra sul giro di vite sulla protezione speciale, un emendamento annunciato dal ministero della Salute per istituire una postazione del 118 a Lampedusa ma anche proposte della Lega, secondo quanto puntualizzato dal capogruppo leghista Massimiliano Romeo, perchè ci sono altri “temi che devono essere affrontati”. Oltre, ovviamente, alle modifiche che tornerà a sollecitare la minoranza che saranno anche di più, secondo quanto si apprende, di quelle depositate in commissione.

L’ultimo saluto a Julia Ituma

L’ultimo saluto a Julia ItumaRoma, 18 apr. (askanews) – “Non vergognatevi di avere paura del buio. Le paure vanno dette per poterle cacciare via. Le paure sono nelle tenebre ma quando sono messe nella luce scoppia la verità”. Sono le parole di don Ivan Bellini, parroco in San Filippo Neri, che cita Papa Francesco per dare l’ultimo saluto a Julia Ituma nel giorno del suo funerale. Don Bellini ricorda le parole del Papa che in piazza San Pietro a Roma, per l’incontro tra il Papa e gli adolescenti, “parlò in questo modo, riferendosi alla pandemia che ci stavamo lasciando alle spalle. Disse che la vita a volte ci fa sentire soli e toccare con mano la fragilità. Ma noi meritiamo di essere amati per come siamo, prima di ogni merito”. In tanti ai funerali della pallavolista 18enne della Igor Gorgonzola Novara morta nella notte tra il 12 e il 13 aprile precipitando dal sesto piano di un hotel a Istanbul, in Turchia, dove si trovava con la squadra dopo aver giocato in Champions League. Tra i presenti il ministro dello Sport, Andrea Abodi, il presidente della Lega Volley femminile, Mauro Fabris, e Francesca Piccinini, ex campionessa azzura e ora dirigente dell’UYBA. Con i pullman della squadra anche le giocatrici della Igor Novara, con tutto lo staff tecnico. Con loro suor Giovanna Saporiti, la presidente della società ed Enrico Marchioni, il direttore generale che fino all’ultimo era rimasto in Turchia ad attendere l’esito dell’autopsia. A Milano giunte anche delegazioni di altri club, tra cui Vero Volley (per cui gioca la sorella Vanessa, nella società satellite del Viscontini), Billa Volley e Chieri, Club Italia, altro team in cui ha militato Ituma.

Don Ivan Bellini ha anche ricordato un proverbio africano: “Per generare la vita bastano i genitori, ma per educare un bambino occorre un villaggio intero. La storia di Julia è stata per noi una buona notizia, la dimostrazione che i nostri ‘villaggi’ possono essere luoghi di integrazione e di educazione. Anche dopo il suo salto di qualità nelle grandi squadre l’abbiamo seguita e abbiamo tifato per lei, ed è diventata motivo di rinnovato entusiasmo nella nostra piccola realtà sportiva”. Infine ha aggiunto: “Vogliamo rivendicare anche il diritto di essere fragili, di sbagliare qualche volta. Julia, figlia nostra, grazie per ciò che sei stata per tutti noi. Continua a camminare con noi”. Rose bianche su una bara di legno chiaro, la salma di Julia è arrivata alla parrocchia 15 minuti prima dell’inizio della celebrazione. Tanta compostezza, un applauso, palloncini colorati, blu e giallo come i colori della parrocchia, e tante corone di fiori sul sagrato. Nelle prime file mamma Elizabeth, la sorella Vanessa e il fratellino Daniel. Presente anche la zia Ethel, che aveva accompagnato la mamma di Julia a Istanbul per il riconoscimento. Nel corso della cerimonia è stato letto un messaggio dell’arcivescovo da Milano, Mario Delpini, che ha parlato di “enigma incomprensibile della morte” davanti al quale tutti stanno vivendo “un momento di strazio”. “Si affollano tante domande – prosegue Delpini -. Perché la vita non ha mantenuto la sua promessa di felicità. Preghiamo per Julia: ne venga la consolazione per la famiglia trafitta da un dolore troppo grande”. L’unico intervento durante il funerale concordato con la madre Elizabeth è quello di un amico di famiglia. “Julia ha affascinato il mondo a cui appartengo, quello della ricerca, dell’Università e della medicina. Julia era una giovane donna studiosa e con un’intelligenza spiccata, curiosa di imparare e apprendere nel campo della nutrizione. Aveva delle caratteristiche molto rare, quelle del ricercatore curioso che non si sente mai soddisfatto. Una ricercatrice vera, un genio. Penso a tutti i progetti che si facevano con Julia dopo la maturità per prepararsi all ingresso all’Università, il grande vero progetto di Julia oltre allo sport. Quando uno ha tante dualità in diversi campi, allora è un genio”. Poi l’appello ai giovani e alle istituzioni: “Prego tutti voi giovani di coltivare la cultura, lo studio, queste sono le cose che vi danno la vera libertà di potervi esprimere. La costruzione di un progetto è la costruzione di una persona. Noi adulti dobbiamo aumentare i nostri recettori per intercettare, capire e voi giovani dovete cercare di allungare questa mano. Ma soprattutto vi prego di parlare al cuore. Bisogna permettere a queste persone, agli atleti di continuare a studiare, dobbiamo agevolarli al di là dei risultati sportivi. Perché studiare è difficile, si fa fatica e le soddisfazioni a volte ci mettono anni ad arrivare, ma quando arrivano ti rendono libero e questo Julia l’ha sempre sentito e aveva voglia di raggiungere questi desideri. Julia, genio. Julia, simply the best”.

Fisco, Entrate: Precompilata 2023 online dal pomeriggio del 2 maggio

Fisco, Entrate: Precompilata 2023 online dal pomeriggio del 2 maggioRoma, 18 apr. (askanews) – Precompilata 2023 ai nastri di partenza. Dal pomeriggio di martedì 2 maggio le dichiarazioni già compilate dall’Agenzia delle Entrate potranno essere consultate, mentre da giovedì 11 maggio sarà possibile accettare, modificare e inviare il 730 e il modello Redditi. Lo comunica l’Agenzia in una nota.

Le dichiarazioni quest’anno saranno ancora più semplici da utilizzare, grazie anche alla possibilità, a partire dal prossimo 20 aprile, di delegare una persona di fiducia sia online che in videocall. Crescono ulteriormente i dati trasmessi all’Agenzia, che superano quest’anno quota 1 miliardo e 300 milioni (+8% rispetto al 2022). Di questi, oltre un miliardo (l’80% del totale) sono relativi a spese sanitarie. A seguire, premi assicurativi (99 milioni), certificazioni uniche di lavoratori dipendenti e autonomi (73 milioni), bonifici per ristrutturazioni (11 milioni), dati relativi agli interessi passivi sui mutui (8,5 milioni) e spese scolastiche (6,5 milioni). Saranno inoltre utilizzati nuovi dati: corsi post-diploma presso istituti statali di alta formazione e specializzazione artistica e musicale, spese per canoni di locazione, spese di intermediazione per l’acquisto di immobili adibiti a prima casa. Tutte informazioni che si aggiungono a quelle già presenti negli anni scorsi, come ad esempio i contributi previdenziali e assistenziali, quelli versati per i lavoratori domestici, le spese universitarie, per gli asili nido, le spese per gli interventi di ristrutturazione e di efficientamento energetico. La stagione dichiarativa si chiuderà il 2 ottobre per chi invia il 730 direttamente tramite l’applicazione web e il 30 novembre per chi invece utilizza il modello Redditi precompilato.

Tutte le regole relative alle modalità di accesso e alle deleghe sono definite in due provvedimenti firmati dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini. Dal prossimo 20 aprile basterà accedere all’area riservata sul sito dell’Agenzia per autorizzare un familiare o una persona di fiducia a gestire la propria dichiarazione precompilata (visualizzarla, accettarla o modificarla, inviarla) e a utilizzare gli altri servizi online nel proprio interesse. La novità è pensata per andare incontro a chi, pur avendo le credenziali per accedere all’area riservata – Spid, Carta d’identità elettronica (Cie) o Carta nazionale dei servizi (Cns) – ha poca dimestichezza con le funzionalità web o non può gestirle in prima persona. In alternativa, si può autorizzare la persona di fiducia tramite una videochiamata con un funzionario delle Entrate. Queste due modalità si aggiungono a quelle attive già dallo scorso anno, ovvero l’invio di una pec o la presentazione della richiesta presso un qualunque ufficio dell’Agenzia. Quanto alle domande via posta elettronica certificata, potranno essere inviate anche dalla casella pec della persona di fiducia (non solo quindi da quella del delegante). Viene estesa inoltre la durata della delega: su richiesta del contribuente, potrà infatti essere valida fino a tre annualità.

Per visualizzare e scaricare la dichiarazione occorre accedere alla propria area riservata tramite Spid, Carta d’identità elettronica (Cie) o Carta nazionale dei servizi (Cns). In linea generale, il 730 precompilato è predisposto per i contribuenti che hanno percepito, per l’anno d’imposta precedente, redditi di lavoro dipendente e assimilati. Dal 2 maggio 2023 (il 30 aprile è domenica e il 1° maggio è festivo), saranno disponibili i seguenti documenti: dichiarazione dei redditi precompilata riferita all’anno d’imposta precedente; elenco delle informazioni attinenti alla dichiarazione 730 precompilata disponibili presso l’Agenzia delle Entrate, con distinta indicazione dei dati inseriti e non inseriti e relative fonti informative. Il 730 precompilato dovrà essere inviato entro il 2 ottobre 2023, mentre il modello Redditi (e il modello Redditi correttivo del 730) entro il 30 novembre prossimo.

Meloni: non servono più migranti ma più figli e lavoro femminile

Meloni: non servono più migranti ma più figli e lavoro femminileRho (Mi), 18 apr. (askanews) – Il problema demografico dell’Italia e le sue ripercussioni sul Pil si risolvono “non con i migranti” ma incentivando la natalità e aumentando il tasso di occupazione femminile. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, arrivando al Salone del Mobile di Milano.

“È oggettivo che in Italia abbiamo un problema nel nostro sistema economico e sociale che deriva dal fatto che per troppi anni non abbiamo investito sulla natalità e sulla demografia. Di fatto noi abbiamo sempre più persone da mantenere e sempre meno persone che lavorano. Al di là della valutazione però – ha precisato Meloni, rispondendo ad una domanda sull’osservazione fatta nel Def per cui i migranti aiutano il Pil – questo problema si risolve in vari modi e il modo in cui lavora il governo non è risolverlo con i migranti: è risolverlo con quella grande riserva inutilizzata che è il lavoro femminile perchè alzando il livello del lavoro femminile e portandolo alla media europea i nostri dati cambierebbero molto, e lavorando sulla demografia e quindi sull’incentivazione della possibilità delle famiglie di mettere al mondo figli. Questo è quello per cui il governo lavora”.

Gentiloni e Dombrovskis: per le riforme previste dai Pnrr la scadenza resta la fine del 2026

Gentiloni e Dombrovskis: per le riforme previste dai Pnrr la scadenza resta la fine del 2026Strasburgo, 18 apr. (askanews) – Anche se “nulla è impossibile”, la fine del 2026 resta la scadenza che gli Stati membri devono rispettare per l’attuazione delle riforme e degli investimenti previsti dai Piani nazionali (Pnrr) del Fondo Rrf (“Recovery and Resilience Facility”), nell’ambito del “NextGenerationEU”, perché una proroga è “improbabile” a causa delle complesse e difficili procedure che sarebbero necessarie per deciderla. Aggiustamenti parziali dei piani sono invece possibili se giustificati da ragioni oggettive. Lo hanno affermato il vicepresidente esecutivo della Commissione europea Valdis Dombrovskis e il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni durante una audizione in riunione congiunta, ieri sera a Strasburgo, delle commissioni Bilancio e Affari economici del Parlamento europeo, dedicata allo stato di avanzamento dell’attuazione dei Pnrr. “In circostanze eccezionali – ha ricordato Dombrovskis -, se uno Stato membro non raggiunge un traguardo parziale o un obiettivo finale in tempo, può comunque presentare una richiesta di pagamento e accettare un pagamento parziale”, come è avvenuto per esempio con la Lituania. a cui sono stati concessi altri sei mesi per completare gli ultimi due dei 33 traguardi e obiettivi che erano stati concordati. “Quando gli Stati membri fanno presenti delle circostanze obiettive che impediscono la realizzazione dei piani, c’è una possibilità di modifiche. Ma gli stati membri devono indicare chiaramente quali sono queste circostanze oggettive; e comunque il livello delle riforme non deve essere ridotto”, ha aggiunto Dombrovskis. Gentiloni, ha sottolineato che “finora c’è stato un buon livello di attuazione del Pnrr sia in Italia che in Spagna, i due paesi che sono i principali beneficiari” del Piano di Recovery “e i soli ad aver già inoltrato tre richieste di pagamenti” a Bruxelles”. Con questi due paesi, ha rilevato, “la cooperazione è ottima”. “E’ ovvio che ciò che è successo nell’ultimo anno e mezzo – ha continuato il commissario – con la guerra in Ucraina, la crisi energetica e l’inflazione, ci ha spinto a intervenire, e abbiamo aggiunto il capitolo ‘RePowerEU’” al Piano di Recovery. E questo “non per un solo paese ma per tutti. Finora la Finlandia, la Germania e il Lussemburgo hanno già cambiato i loro piani”, introducendo il nuovo capitolo, ma per tutti e tre questi paesi si tratta di “piani nazionali che non sono grandi, e magari sono arrivati per primi proprio per questo”. Comunque, “abbiamo accettato questi cambiamenti e siamo pronti a farlo anche per l’Italia e gli altri paesi, siamo pronti ad adattare i piani a circostanze che sono cambiate”. Riguardo all’ipotesi di una proroga per l’attuazione dei piani oltre il 2026 “nulla è impossibile ma ci vorrebbe l’approvazione da parte di 27 parlamenti”, ha avvertito Gentiloni. Dombrovskis è stato ancora più netto: “Cambiare questa data – ha ricordato – porterebbe a procedure farraginose per noi e per gli Stati membri”, perché “ci vuole una decisione unanime dei Ventisette, e poi occorrono procedure di ratifica in quasi tutti i paesi. Non penso – ha concluso il vicepresidente esecutivo della Commissione – che sia uno scenario probabile, e per questo invitiamo gli Stati membri a lavorare per l’attuazione entro il 2026”.

Confcommercio: è emergenza personale, servono 560mila lavoratori

Confcommercio: è emergenza personale, servono 560mila lavoratoriRoma, 18 apr. (askanews) – “Al Governo abbiamo chiesto buone regole, buoni investimenti, buone politiche a sostegno del terziario di mercato, per il commercio, per i servizi, per il turismo, per i trasporti e per il lavoro autonomo. Questo comparto rappresenta il settore che può dare il maggiore impulso alla nuova occupazione, soprattutto femminile, e irrobustire la crescita del nostro Paese”. Lo ha affermato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, nella conferenza stampa di presentazione del forum dell’associazione.

“Scorrendo i dati dell’osservatorio terziario e lavoro dell’ufficio studi – ha ricordato – negli ultimi due anni la crescita di tutti gli occupati in Italia è stata di quasi un milione e 800mila unità, di cui i tre quarti proprio nel terziario di mercato. In questo settore oggi c’è però una vera e propria emergenza rappresentata dalla carenza di personale. Solo nella filiera turistica e nel commercio quest’anno rispetto al 2022 c’è bisogno di circa 560mila lavoratori in più. E di questi il 40% potrebbero essere introvabili soprattutto per mancanza di competenze”. Secondo Confcommercio “per creare nuova occupazione servono più crescita e più produttività. E anche la costruzione di un compiuto sistema di politiche attive, utile per favorire l’incontro tra domanda e offerta. Sistema che però sconta ancora un considerevole ritardo. Guardiamo pertanto con favore alla riforma delle politiche per il lavoro, così come delineata dal Pnrr, che sembrerebbe tracciare un importante cambio di prospettiva. Un cambio di prospettiva rappresentato dalla stretta correlazione tra queste politiche e il sistema dei sostegni al reddito e dal ruolo centrale che assume la formazione. Un nuovo paradigma che si pone l’obiettivo di aumentare il tasso di occupazione – ha aggiunto Sangalli – e intervenire sulla distanza tra le professionalità formate dal sistema educativo e le opportunità offerte dal sistema produttivo”.

Gimbe denuncia: il Def non rilancia la Sanità pubblica, segnali di definanziamento

Gimbe denuncia: il Def non rilancia la Sanità pubblica, segnali di definanziamentoMilano, 18 apr. (askanews) – “Rispetto alle previsioni di spesa sanitaria sino al 2026 il Def 2023 certifica l’assenza di un cambio di rotta post-pandemia ignorando il pessimo ‘stato di salute’ del SSN, i cui princìpi fondamentali di universalità, uguaglianza ed equità sono minati da criticità che compromettono il diritto costituzionale alla tutela della salute. Interminabili liste di attesa costringono a ricorrere al privato, aumentano la spesa ‘out-of-pocket’ e impoveriscono le famiglie, sino alla rinuncia alle cure; diseguaglianze regionali e locali nell’offerta di servizi e prestazioni determinano migrazione sanitaria, inaccessibilità alle innovazioni, sino alla riduzione dell’aspettativa di vita”. Lo afferma in una nota Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, commentando il Documento di economia e finanza 2023 “che certifica per l’anno 2022 una spesa sanitaria di 131.103 milioni di euro, inferiore di quasi 3 milioni rispetto ai 133.998 milioni previsti dall’ultima Nota di aggiornamento Def 2022”.

Secondo le analisi sulle previsioni di spesa sanitaria della Fondazione bolognese, il rapporto spesa sanitaria-Pil nel 2023 scende a 6,7% rispetto al 6,9% del 2022, anche se in termini assoluti la previsione di spesa sanitaria è di 136.043 milioni di euro, ovvero 4.319 milioni in più rispetto al 2022 (+3,8%). “Tuttavia il roboante incremento di oltre quattro miliardi di euro nel 2023 – precisa Cartabellotta – è solo apparente: sia perché oltre due terzi (67%) costituiscono un mero spostamento al 2023 della spesa sanitaria prevista nel 2022 per il rinnovo contrattuale del personale dirigente, sia per l’erosione del potere di acquisto visto che secondo l’Istat ad oggi l’inflazione acquisita per il 2023 si attesta a +5%, un valore superiore all’aumento della spesa sanitaria che, invece, si ferma a +3,8%”. Nel triennio 2024-2026, a fronte di una crescita media annua del Pil nominale del 3,6%, il Def 2023 stima quella della spesa sanitaria allo 0,6%. Il rapporto spesa sanitaria-Pil si riduce dal 6,7% del 2023 al 6,3% nel 2024 al 6,2% nel 2025-2026. Rispetto al 2023, in termini assoluti la spesa sanitaria nel 2024 scende a 132.737 milioni di euro (-2,4%), per poi risalire nel 2025 a 135.034 milioni (+1,7%) e a 138.399 (+2,5%) nel 2026. “È del tutto evidente – spiega Cartabellotta – che il risibile aumento medio della spesa sanitaria dello 0,6% nel triennio 2024-2026 non coprirà nemmeno l’aumento dei prezzi, sia per l’erosione dovuta all’inflazione, sia perché l’indice dei prezzi del settore sanitario è superiore all’indice generale di quelli al consumo. In altri termini, le previsioni del DEF 2023 sulla spesa sanitaria 2024-2026 certificano evidenti segnali di definanziamento: in particolare il 2024, ben lungi dall’essere l’anno del rilancio, fa segnare un -2,4% che dissolve ogni speranza di nuove risorse per la sanità nella prossima Legge di Bilancio”. “Complessivamente le stime del Def 2023 confermano che la sanità rimane la cenerentola dell’agenda politica per almeno tre ragioni” continua la nota di Fondazione Gimbe, spiegando che “innanzitutto, il rapporto spesa sanitaria-Pil scende dal 6,9% del 2022 al 6,2% nel 2026, un valore inferiore a quello del 2019 (6,4%), confermando che dalla pandemia non è stato tratto alcun insegnamento; in secondo luogo, nel triennio 2024-2026 il Def stima una crescita media annua del Pil nominale del 3,6%, a fronte dello 0,6% di quella della spesa sanitaria; infine, il Def 2023 non fa alcun cenno alle risorse necessarie per abolire gradualmente il tetto di spesa per il personale sanitario e per approvare il cosiddetto ‘decreto tariffe’ sulle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale e di protesica: due priorità assolute per rilanciare le politiche del capitale umano e garantire a tutti i ‘nuovi’ Livelli essenziali di assistenza e l’accesso alle innovazioni”.

“Programmi e numeri del Def 2023 confermano che, in linea con quanto accaduto negli ultimi 15 anni, la sanità pubblica non rappresenta una priorità politica neppure per l’attuale Esecutivo” continua il presidente, evidenziando che “la sanità rimane un bancomat per la facile aggredibilità della spesa pubblica e nei rari casi di crescita economica i benefici per il SSN non sono mai proporzionali, rendendo impossibile rilanciare il finanziamento pubblico”. “Il Piano di Rilancio del SSN recentemente elaborato dalla Fondazione GIMBE – conclude Cartabellotta -rileva l’inderogabile necessità di aumentare il finanziamento pubblico per la sanità in maniera consistente e stabile, allineandolo entro il 2030 alla media dei paesi europei, al fine di garantire l’erogazione uniforme dei LEA, l’accesso equo alle innovazioni e il rilancio delle politiche del personale sanitario. Considerato che nel 2021 il gap con la media dei paesi europei era di quasi Ç 12 miliardi, il DEF 2023 non ha affatto posto le basi per colmarlo. Al contrario prosegue con la strategia di definanziamento pubblico della sanità che aumenterà la distanza dalla media dei paesi europei e porterà al collasso del SSN, compromettendo definitivamente il diritto costituzionale alla tutela della salute delle persone”.