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La mobilitazione di Uil e Cgil, chi si ferma. Landini: il governo sta portando a sbattere il Paese

La mobilitazione di Uil e Cgil, chi si ferma. Landini: il governo sta portando a sbattere il PaeseRoma, 17 nov. (askanews) – “Siamo qui perché rappresentiamo la maggioranza del Paese, quelli che pagano le tasse, quelli che con il lavoro tengono in piedi questo Paese o l’hanno tenuto in piedi perché sono pensionati. La maggioranza che lavora, paga le tasse, tiene in piedi il Paese e che non viene ascoltata dal Governo, che in questo modo sta portando a sbattere Paese”. Così il leader della Cgil, Maurizio Landini in piazza del Popolo.

E’ il giorno dello sciopero e le manifestazioni di Cgil e Uil contro la manovra economica del governo Meloni. In programma otto ore o intero turno di sciopero per tutte le lavoratrici e i lavoratori delle regioni del Centro. A fermarsi, sempre per otto ore o intero turno, ma su tutto il territorio nazionale, anche le categorie del pubblico impiego, della conoscenza e gli addetti di Poste Italiane. I settori dei trasporti, escluso quello aereo, e il personale operativo del Corpo dei vigili del fuoco, scioperano dalle ore 9 alle ore 13. Quella di oggi è la prima tappa della mobilitazione proclamata da Cgil e Uil: cinque giornate con scioperi e manifestazioni in 58 piazze, con oltre 100 presidi su base territoriale e regionale, che coinvolgeranno le regioni del Nord il 24 novembre e quelle del Sud il primo dicembre. Sicilia e Sardegna si fermeranno rispettivamente il 20 e il 27 novembre.

Sono i lavoratori di Lazio, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo e Molise i primi a incrociare le braccia insieme a quelli dei trasporti, del pubblico impiego e della conoscenza, che si astengono dal lavoro in tutta Italia. Manifestazioni in programma a Firenze, Perugia, Ancona, Ascoli Piceno, Pesaro, Fermo, Macerata, Lanciano, Campobasso e Roma. Nella capitale, l’appuntamento centrale è l’intervento dal palco di Piazza del Popolo dei segretari generali di Cgil e Uil, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, di sei lavoratrici e lavoratori e di due studenti.

La mobilitazione è stata promossa dalle due Confederazioni “per alzare i salari, per estendere i diritti e per contrastare una legge di bilancio che non ferma il drammatico impoverimento di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati e non offre futuro ai giovani. A sostegno di un’altra politica economica, sociale e contrattuale, che non solo è possibile ma necessaria e urgente. Adesso basta!”.

Sciopero, Bombardieri: la piazza è la risposta democratica a chi fa il bullo istituzionale

Sciopero, Bombardieri: la piazza è la risposta democratica a chi fa il bullo istituzionaleRoma, 17 nov. (askanews) – La piazza di Cgil e Uil è “una risposta democratica di persone che soffrono, che hanno pagato oggi per stare qui. Una risposta di democrazia a chi fa il bullo istituzionale”. Lo ha detto il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri, arrivando in piazza del Popolo.

Piazza del Popolo, si riempie di manifestanti nel giorno dello sciopero generale contro la manovra indetto da Cgil e Uil. “Meloni, il popolo ha fame. Dategli una manovra sbagliata”, “Altre cose devono scendere: le bollette, il caro vita, gli over 60 dai ponteggi”, sono alcuni degli slogan sugli striscioni in una piazza piena di palloncini rossi e blu, i colori dei due sindacati. Da Piazza Barberini sono arrivati anche gli studenti. Sul palco la scritta “Adesso basta!”, dei leader di Cgil e Uil, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri.

Sciopero, Bombardieri a Salvini: abbia rispetto per i lavoratori

Sciopero, Bombardieri a Salvini: abbia rispetto per i lavoratoriRoma, 17 nov. (askanews) – “Bisogna avere rispetto dei lavoratori. Non è mai successo nella storia della Repubblica che chi fa sciopero venga insultato. Bisogna avere rispetto di queste persone. Non delle Cgil o della Uil”. Il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri, non fa retromarcia sulle parole utilizzate contro il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini (squadrismo istituzionale, ndr).

“Le persone oggi hanno pagato per stare in piazza – ha detto – stiamo studiando con i legali la possibilità di impugnare quel documento, che dice che oggi creiamo problemi al turismo”.

Libri, esce “Il cibo ti cura!” di Vira Carbone

Libri, esce “Il cibo ti cura!” di Vira CarboneRoma, 17 nov. (askanews) – Mangiare bene per vivere in buona salute e a lungo. Un’alimentazione sana e una dieta equilibrata sono essenziali per dare giorno dopo giorno al corpo e allo spirito una reale prospettiva di benessere. “Il cibo ti cura!” accompagna il lettore a scoprire la funzione degli alimenti, i loro principi nutritivi, come abbinarli per potenziarne gli effetti. Perché mangiare bene non aiuta solo a perdere peso, a farci sentire a nostro agio con noi stessi, ma a prevenire l’insorgenza di molte malattie, nonché a migliorare la qualità della nostra vita. Un manuale di nutrizione strategica che raccoglie il sapere e i consigli degli specialisti del programma di Rai 1 “Buongiorno Benessere”, eccellenze nel campo medico, che hanno risposto alle domande di Vira Carbone e Marzia Valitutti. Dal cuore al sistema muscolo-scheletrico, dalla pelle all’intestino e alla tiroide, la prevenzione comincia a tavola.

“Il cibo ti cura” di Vira Carbone con Marzia Valitutti, edito da Rai Libri, è in vendita nelle librerie e negli store digitali dal 17 novembre 2023. Vira Carboneè giornalista professionista e conduttrice televisiva. Ha collaborato a diverse trasmissioni ed è stata per cinque anni inviata di “Porta a Porta” di Bruno Vespa. Tra i programmi da lei condotti ricordiamo: “Sabato, domenica &”, “Il dolce e l’amaro”, “Un pensiero stupendo”, diverse edizioni del festival della canzone d’autore Musicultura su Rai 2. Dal 2014 è autrice e conduttrice del programma di Rai 1, da lei ideato, “Buongiorno Benessere”. Con la Rai ha pubblicato: La bellezza a fior di pelle (2015), Bellezza da bere (2016), Il tuo corpo ti parla (2018, con Sara Farnetti e Claudia Manari) e Il grande libro della longevità (2022, con Marzia Valitutti).

Marzia Valitutti è giornalista Rai e co-autrice de Il grande libro della longevità.

Sciopero, Cgil e Uil in piazza a Roma: “Adesso basta”, “Popolo ha fame”

Sciopero, Cgil e Uil in piazza a Roma: “Adesso basta”, “Popolo ha fame”Roma, 17 nov. (askanews) – Piazza del Popolo, a Roma, si sta riempiendo di manifestanti nel giorno dello sciopero generale contro la manovra indetto da Cgil e Uil. “Meloni, il popolo ha fame. Dategli una manovra sbagliata”, “Altre cose devono scendere: le bollette, il caro vita, gli over 60 dai ponteggi”, sono alcuni degli slogan sugli striscioni in una piazza piena di palloncini rossi e blu, i colori dei due sindacati.

L’affluenza è continua e, da Piazza Barberini, stanno giungendo anche gli studenti. A metà mattinata è previsto l’intervento dal palco, dove campeggia la scritta “Adesso basta!”, dei leader di Cgil e Uil, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri. In programma otto ore o intero turno di sciopero per tutte le lavoratrici e i lavoratori delle regioni del Centro. A fermarsi, sempre per otto ore o intero turno, ma su tutto il territorio nazionale, anche le categorie del pubblico impiego, della conoscenza e gli addetti di Poste Italiane. I settori dei trasporti, escluso quello aereo, e il personale operativo del Corpo dei Vigili del Fuoco, scioperano dalle ore 9 alle ore 13, dopo la precettazione arrivata dal ministro dei Trasporti, Matteo Salvini.

Quella di oggi è la prima tappa della mobilitazione proclamata da Cgil e Uil: cinque giornate con scioperi e manifestazioni in 58 piazze, con oltre 100 presidi su base territoriale e regionale, che coinvolgeranno le regioni del Nord il 24 novembre e quelle del Sud il primo dicembre. Sicilia e Sardegna si fermeranno rispettivamente il 20 e il 27 novembre. Sono i lavoratori di Lazio, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo e Molise i primi a incrociare le braccia insieme a quelli dei trasporti, del pubblico impiego e della conoscenza, che si astengono dal lavoro in tutta Italia. Manifestazioni in programma a Firenze, Perugia, Ancona, Ascoli Piceno, Pesaro, Fermo, Macerata, Lanciano, Campobasso e Roma.

In libreria, tutti i racconti di Leonard Michels

In libreria, tutti i racconti di Leonard MichelsRoma, 17 nov. (askanews) – Susan Sontag lo definiva «Lo scrittore americano più notevole che sia apparso sulla scena negli ultimi anni.». Leonard Michels nella sua vita ha pubblicato solo due romanzi e diversi racconti che ora vengono raccolti da “Racconti edizioni” col titolo “Potendo li avrei salvati”. Il libro sarà disponibile dall’8 dicembre.

Si considerava un artista serio, è al racconto che si dedica di più per tutta la sua carriera. Attraverso questa inedita raccolta completa, si tratteggia un ritratto puntuale dello scrittore, illuminando tutte le sue sfaccettature di uomo e di artista. Dai racconti più sperimentali, a quelli più intimi; dal personaggio di Phillip Liebowitz, chiaro alter-e- go dello scrittore, al matematico ebreo Nachman, conosciuto solo con il cognome. Trentotto racconti che mettono in scena amori commo- venti, rapporti sessuali che sfidano il senso comune, amicizie violente e relazioni tossiche mentre il movimento febbrile di Manhattan dà ritmo e colore alle storie. Uomini fatti di parole alle prese col miste- ro indecifrabile ed elusivo del femminile e con l’ultimo, inevitabile spoiler, quello di un finale annunciato.

Il genio di Michaels miscela la sua tormentata biografia con stralci di metaletteratura e dappertutto si riconosce la sua lingua, ricca di retaggio yiddish, che molti hanno individuato come il vero tratto unico dell’autore. Potendo, li avrei salvati è un testamento che ci permette di scoprire Leonard Michaels, uno scrittore degno di stare tra i più grandi del Novecento americano. Leonard Michaels (New York, 1933 – Berkeley, 2003) ha scritto solo due romanzi: Sylvia (Adelphi), ispirato al suo primo matrimonio culminato col suicidio della moglie, e Il club degli uomini (Einaudi), da cui è stato tratto un film con Roy Scheider e Harvey Keitel.

Per la prima volta in italiano, Potendo, li avrei salvati racchiude tutto il resto della sua produzione let- teraria, composta da cinque raccolte di short stories. Secondo il Boston Globe: «in tutta la sua carriera Leonard Michaels non ha scritto una sola frase noiosa», e non è un caso che sia considerato fra i più grandi scrittori ameri- cani del Novecento.

Il mito della Callas riletto in chiave contemporanea alla Scala

Il mito della Callas riletto in chiave contemporanea alla ScalaMilano, 17 nov. (askanews) – Il mito e il contemporaneo: cinque protagonisti della scena culturale di oggi raccontano Maria Callas all’interno del Teatro alla Scala di Milano. “Fantasmagoria Callas” è una mostra raffinata, capace di fare cambiare passo perfino a un luogo sacro e tradizionalista come il tempio della lirica e di rinnovare la storia del soprano più celebre di sempre attraverso opere di Giorgio Armani, Alvin Curran, Latifa Echakch, Mario Martone e Francesco Vezzoli. E la fantasmagoria del titolo si declina soprattutto nella molteplicità dei mezzi espressivi scelti: dalla scultura alla moda, dal cinema al suono, fino alla fotografia ricamata. A curare il progetto è Francesco Stocchi a cui abbiamo chiesto come lo abbia pensato.

“Ho immaginato – ha detto ad askanews – partendo da un assunto molto semplice, che Callas è una di quelle rare figure che non è stata ma è, e quindi anche sarà. Perciò abbiamo pensato di lavorare non tanto in maniera retrospettiva, non tanto partendo dagli archivi, così come è solito lavorare in modo eccellente il Museo del Teatro a Scala, ma evocandola. Evocandola innanzitutto oggi per raccontare che cos’è per certe figure creative Maria Callas, e che cos’è per tutti noi e poi anche evocandola nella sua complessità”. L’esposizione è intensa, l’allestimento di Margherita Palli funziona e sottolinea l’unicità delle opere, ma permette anche di creare ambienti adatti ad ospitare video e suoni. E la sensazione è che le scelte di Stocchi abbiano anche la valenza di un ragionamento sui diversi modi interdisciplinari che fanno oggi quella cosa che chiamiamo arte contemporanea. Ma a prevalere poi è il mito stesso, la rievocazione rituale di un personaggio che, come ci ha detto Francesco Vezzoli, aveva qualità anche simboliche straordinarie.

“Rappresenta l’ossessione prima di tutto per la perfezione – ha raccontato l’artista -. L’ossessione per la perfezione tecnica, ma anche per la perfezione della propria immagine pubblica, che mi sembrano due binari molto importanti. Diciamo che viviamo in un mondo in cui c’è chi accelera nella tecnica, ma magari non è proprio impeccabile nel profilo Instagram e poi abbiamo profili Instagram meravigliosi, ma di persone completamente prive di sostanza. Quando invece qualcuno riesce a camminare su questi due binari con uguale forza, con uguale stamina, con uguale energia, riesce a creare il mistero di un mito e la Callas c’è riuscita”. Non serve essere melomani per restare intrappolati nel meccanismo narrativo della mostra: Maria Callas, attraverso le opere d’arte, va oltre perfino se stessa. E la sua storia esce anche fisicamente dalla Scala per arrivare alle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, dove una mostra di fotografie dell’Archivio Publifoto racconta la cantante e la sua vita eccezionale attraverso i ritratti.

Tennis, Sinner batte anche Rune e vola in semifinale

Tennis, Sinner batte anche Rune e vola in semifinaleRoma, 16 nov. (askanews) – Jannik Sinner vince con qualche difficoltà anche il terzo match del suo girone contro Holger Rune 6-2, 5-7, 6-4 (univo Top10 finora mai battuto) e passa come primo in semifinale alle Nitto Atp Finals a Torino. Domani si conoscerà l’avversario dell’altoatesino. Una partita dominata nel primo set, in equilibrio nel secondo e in gran parte del terzo risolto solo nel finale con il break al nono gioco ed il match al decimo.

Vola in avvio Jannik Sinner nel delirio del PalaAlpitour. Subito 4-0 contro Rune con due break. Il danese allenato da Boris Becker non riesce ad entrare in partita e entra in gioco solo al quinto gioco. Il set è andato e si chiude 6-2 in 32′ di gioco. Secondo set molto più equilibrato. Sinner salva un break al quarto game; Rune al quinto. Sul 3-2 per Sinner ginocchio sinistro fasciato dal fisioterapista per Rune, che rientra subito in campo. All’ottavo gioco (4-3 Sinner) malore in tribuna per uno spettatore: gioco interrotto qualche secondo per prestare soccorso. Si riprende subito tra il massimo equilibrio. Al nono gioco Rune sale 30-0, Jannik disegna uno splendido pallonetto per il 30-15 ma con il servizio il danese resta avanti. Sinner serve per allungare il set e ci riesce (5-5). Il dodicesimo gioco è determinante per l’andamento del secondo set. Apre con un rovescio sbilenco Jannik, figlio con ogni probabilità del problema alla schiena. Va sotto 0-30, ancora con un errore di rovescio. Il terzo errore lo manda sotto 0-40, poi parla con il suo box, sicuramente a causa del problema alla schiena. Al terzo set point, Rune va a segno e vince 7-5 il 2° parziale in 59′ di gioco.

Terzo set decisivo. L’equilibrio regna sovrano. Al terzo gioco un errore di Rune regala a Sinner la palla break, cancellata da danese che polemizza con il giudice di sedia per un ‘falco’, viene beccato dal pubblico e risponde provocando i tifosi. Rune cancella la seconda palla break con l’ace, ancora con l’ace n°11 chiude un game infinito (2-1). Al quinto game Rune salva una palla break, 3-2 con Sinner. Ottavo game delicatissimo: Sinner sale 30-0, due risposte profonde consentono a Rune di risalire fino alla parità a 30. Si va ai vantaggi, dove l’ennesimo rovescio sbagliato costringe Jannik a fronteggiare palla break, annullata. Sinner si carica e tiene questo complicatissimo turno (4-4). Il game recuperato da Sinner manda fuori giri Rune che prima va sotto 0-40, poi recupera due punti ma piazza la stop volley vincente per il break: 5-4. Nel gioco decisivo Sinner con il dritto in avanzamento sale 30-15, poi con il rovescio al salto si guadagna il match point: chiude e conquista il 3° successo nel girone. Chiude 1° con Djokovic che ringrazia e si qualifica alla semifinale da 2°

Stretta Ue sui crimini ambientali, nuovi reati e nuove sanzioni

Stretta Ue sui crimini ambientali, nuovi reati e nuove sanzioniBruxelles, 16 nov. (askanews) – I negoziatori del Parlamento europeo, della presidenza di turno spagnola del Consiglio Ue e della Commissione europea hanno raggiunto un accordo provvisorio, nel pomeriggio a Bruxelles, sulla revisione della direttiva Ue sui crimini ambientali, che comprende disposizioni per migliorare le indagini, la definizione di nuove tipologie di reati, e il rafforzamento e l’armonizzazione delle sanzioni non solo contro gli individui, ma per la prima volta anche contro le persone giuridiche nell’Unione.

L’accordo dovrà ora essere confermato dal Parlamento europeo, con un voto della plenaria dopo un passaggio in commissione Affari giuridici, e dal Consiglio Ue. La direttiva entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea. Le nuove norme sostituiscono la precedente direttiva del 2008, divenuta obsoleta di fronte agli sviluppi del diritto ambientale dell’Ue. A seguito di una valutazione nel 2019-2020, la Commissione europea ha concluso che gli effetti della direttiva erano stati limitati, poiché il numero di casi indagati con successo e conclusi le penalità previste è rimasto limitato. Inoltre, i livelli di sanzioni imposti erano troppo bassi per essere dissuasivi e la cooperazione transfrontaliera non veniva effettuata in modo sistematico. Il 15 dicembre 2021 la Commissione ha presentato perciò una proposta di revisione per migliorare l’efficacia della direttiva.

L’accordo raggiunto oggi dai co-legislatori sulla proposta della Commissione prevede di aumentare da nove a 18 il numero di reati attualmente previsti dal diritto penale dell’Ue. Tra i nuovi reati figurano il traffico di legname, che è una delle principali cause di deforestazione in alcune parti del mondo, il riciclaggio illegale di componenti inquinanti delle navi, gravi violazioni della legislazione sulle sostanze chimiche, l’importazione e l’uso di mercurio e gas fluorurati a effetto serra, l’importazione di specie invasive, l’esaurimento illegale delle risorse idriche e l’inquinamento causato dalle navi. Il Consiglio e il Parlamento europeo hanno inoltre concordato una definizione di “reato aggravato”, con sanzioni più severe, per tutte le violazioni della legge, commesse intenzionalmente, che causano distruzione o danni particolarmente gravi all’ambiente (irreversibili, di lunga durata, diffusi e consistenti con impatto su un ecosistema di notevoli dimensioni o valore ambientale, o su un habitat naturale all’interno di un sito protetto, o sulla qualità dell’aria, del suolo o dell’acqua). Tra questi figurano reati paragonabili all’ecocidio con risultati catastrofici, come l’inquinamento diffuso o gli incendi boschivi su larga scala.

Per le persone fisiche, compresi i rappresentanti delle aziende, che commettono uno dei reati previsti dalla direttiva, è prevista la reclusione massima non inferiore a dieci anni in caso di delitti dolosi che causano la morte di una persona; non inferiore a otto anni in casi di reato aggravato con risultati catastrofici per l’ambiente; non inferiore a cinque anni per i reati commessi con negligenza grave che abbia causato la morte di una persona; e una pena detentiva massima fra i tre e i cinque anni per altri reati intenzionali inclusi nella legislazione, a seconda di fattori quali la durata, la gravità o la reversibilità del danno. Riguardo alle persone giuridiche è prevista una sanzione pecuniaria massima pari al 5% del fatturato complessivo mondiale dell’impresa, o in alternativa una multa da 40 milioni di euro per i reati più gravi, e per tutti gli altri reati una sanzione pecuniaria massima pari al 3% del fatturato complessivo mondiale della persona giuridica, o in alternativa una multa da 24 milioni di euro.

Possono inoltre essere adottate misure aggiuntive, come l’obbligo per i trasgressori di ripristinare l’ambiente danneggiato o di risarcire il danno causato, l’esclusione dall’accesso a finanziamenti pubblici e la revoca di permessi o autorizzazioni. Le persone e le associazioni che denunciano reati ambientali e collaborano con le autorità esecutive beneficeranno di misure di sostegno nell’ambito del procedimento penale. L’individuazione e la sanzione dei crimini ambientali richiede un’efficace catena di azioni che coinvolga la giustizia e le forze dell’ordine. Gli operatori che lavorano sul campo, compresi ispettori, agenti di polizia, pubblici ministeri e giudici, dovranno beneficiare di risorse sufficienti, sia finanziarie e che in termini di personale adeguato, e di una formazione specializzata regolare, nonché di strumenti efficaci per l’applicazione delle norme, il coordinamento, la cooperazione e la raccolta dei dati. Gli Stati membri dovranno organizzare anche delle campagne di sensibilizzazione per ridurre la criminalità ambientale, e saranno inoltre tenuti a preparare strategie nazionali di lotta alla criminalità ambientale e a raccogliere i relativi dati statistici, mentre la Commissione europea dovrà aggiornare regolarmente l’elenco dei reati penali. Dato che la criminalità ambientale è un fenomeno globale complesso che richiede l’impegno di diverse autorità e spesso ha effetti transfrontalieri, la nuova direttiva faciliterà la cooperazione e il coordinamento delle autorità nell’Ue e a livello internazionale. Nei casi di reati transfrontalieri, le autorità nazionali saranno tenute a cooperare tra loro e con altri organismi competenti, come Eurojust, Europol o la Procura europea. La Commissione europea ha accolto con favore l’accordo provvisorio, sottolineando in una nota che la nuova direttiva migliorerà l’efficacia dell’applicazione del diritto penale ai reati ambientali più gravi che possono avere effetti devastanti sia sull’ambiente che sulla salute umana, e contribuirà a raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo. “Una volta entrata in vigore la nuova direttiva, gli Stati membri dovranno includere nelle loro leggi penali una maggiore precisione nella definizione delle categorie di reati ambientali, nonché efficaci sanzioni dissuasive per i trasgressori. Il nuovo quadro giuridico contribuirà a garantire che gravi reati ambientali non rimangano impuniti”, rileva la nota. “La criminalità ambientale provoca danni devastanti al nostro ambiente, nuoce alla nostra salute e alla nostra economia. Per troppo tempo i criminali hanno tratto profitto dalla debolezza delle sanzioni e dalla mancanza di applicazione delle norme”, ha commentato Virginijus Sinkevicius, commissario per l’Ambiente. La nuova direttiva, ha aggiunto, “garantirà meglio che le violazioni più gravi delle norme ambientali siano considerate crimini, che le forze dell’ordine siano più efficaci sul campo e che i difensori dell’ambiente siano più protetti e riconosciuti”. La criminalità ambientale è la quarta attività criminale più importante al mondo ed è considerata una delle principali fonti di reddito per la criminalità organizzata insieme alla droga, alle armi e al traffico di esseri umani. E’ difficile da individuare, perseguire e punire e ha un impatto notevole non solo sull’ambiente ma anche sulla salute umana. Secondo la Commissione, il fenomeno sta crescendo a tassi annuali compresi tra il 5% e il 7% a livello globale, creando danni duraturi agli habitat, alle specie, alla salute delle persone e alle entrate fiscali dei governi e delle imprese. Secondo le stime dell’Unep e dell’Interpol, pubblicate nel giugno 2016, le perdite economiche annuali causata dalla criminalità ambientale sono comprese tra i 91 e i 258 miliardi di dollari.

Tensione alle stelle sul salario minimo, arriva delega che lo affonda

Tensione alle stelle sul salario minimo, arriva delega che lo affondaRoma, 16 nov. (askanews) – Tensione alle stelle sul salario minimo tra maggioranza e opposizione. Alla fine è arrivato in commissione Lavoro della Camera l’emendamento del centrodestra che, di fatto, affonda definitivamente la proposta delle opposizioni. E la minoranza annuncia un’opposizione “durissima e senza sconti”. Il testo è atteso in Aula il 28 novembre, dopo i rinvii di questi mesi.

La ricetta del centrodestra, messa nero su bianco, punta ad una retribuzione “equa” da costruire, categoria per categoria, nei tempi di una legge delega “in materia di retribuzione dei lavoratori e contrattazione collettiva”, con decreti legislativi da varare entro sei mesi, che certifica quindi il ‘no’ ad un salario minimo per legge su cui i gruppi di minoranza negli ultimi mesi hanno trovato la convergenza producendo il loro progetto di legge unitario (tranne Italia Viva) e su cui hanno raccolto le firme nel Paese. L’esecutivo, “dopo aver buttato la palla in tribuna rivolgendosi al Cnel sgonfierà la palla e umilierà il Parlamento”, attacca il presidente M5S Giuseppe Conte, che aggiunge: con un “decreto legislativo cercheranno di fermare l’onda perché hanno visto che stavamo ancora raccogliendo le firme. Si stanno industriando in tutti i modi per cercare di allontanare questa norma di civiltà”. Arturo Scotto (capogruppo Pd in commissione Lavoro) parla di “colpo di mano” che “trasforma una legge delle opposizioni in una delega”. Si “cancella la battaglia del salario senza mai nominarlo”, per Angelo Bonelli (co-portavoce di Europa Verde e deputato di Verdi e Sinistra). E il segretario di Sinistra italiana Fratoianni: il governo è “contro in lavoratori poveri”.

In un passaggio dell’emendamento, interamente sostitutivo della pdl sul salario minimo, si legge che si dovranno “prevedere strumenti di incentivazione” per “favorire lo sviluppo progressivo della contrattazione di secondo livello” anche “per fare fronte alle diversificate necessità correlate all’incremento del costo della vita e alle differenze dei costi su base territoriale”. Immediata la protesta del Pd contro quelle che secondo i Dem sono “gabbie salariali”. Stesso giudizio dai Cinque Stelle: è “il ritorno di un principio, pericoloso e anacronistico, che, se già non bastasse l’Autonomia differenziata, provocherà ulteriori spaccature fra Nord e Sud”. A stretto giro, il presidente della commissione Lavoro, Walter Rizzetto (Fdi), risponde affermando che si tratta di “reazioni scomposte da chi si sente spogliato di un tema che pensava fosse esclusivo” e puntualizza che il testo non contempla le ‘gabbie salariali’, “piuttosto” la “contrattazione di secondo livello”, invitando a “leggere” meglio. “Invece no – replica Giuseppe Conte – all’articolo 1, secondo comma, lettera D del loro emendamento parlano di salari differenziati in relazione alle varie aree d’Italia, quindi significa tra nord e sud. Una prospettiva scellerata che reintroduce le gabbie salariali che pensavamo di aver superato una volta per tutte”.

“E’ una grave scorrettezza – osserva Matteo Richetti (Azione) – snatureranno il provvedimento, senza alcuna previsione di una soglia minima. Avremo cioè una proposta sul salario minimo che non ha un compenso minimo: è una presa in giro alla quale ci opporremo in Parlamento”. Maria Cecilia Guerra, responsabile lavoro Dem, si sofferma su un altro punto che definisce “pericoloso”: la “maggioranza ha tirato finalmente fuori il coniglio dal cilindro: il contratto collettivo nazionale maggiormente applicato”, ossia “non ancorato ad alcun criterio di rappresentatività dei soggetti che lo firmano” e che “favorisce paradossalmente i contratti pirata”, tagliando fuori le “associazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative”.

Sinora sul tavolo c’era stato, oltre alla pdl delle opposizioni, un emendamento di Forza Italia. Che, spiegano fonti parlamentari, per il momento lì resta. Un testo che, secondo il ministro degli Esteri Antonio Tajani arginerà anche i contratti pirata. Spulciando tra le proposte arrivate in commissione Lavoro, ce n’è anche una di Italia Viva che cancella il riferimento dal testo dei “9 euro” chiedendo che sia una futura commissione a stabilirlo. La ministra del Lavoro, Marina Calderone, aveva ribadito che il governo guarda ad una “equa retribuzione, nell’ambito della contrattazione collettiva” da ricavare “da tutta una serie di fattori”. Così nell’emendamento depositato, che verrà messo ai voti la prossima settimana, c’è la delega al governo per “garantire l’attuazione del diritto di ogni lavoratore e lavoratrice a una retribuzione proporzionata e sufficiente, come sancito dall’articolo 36 della Costituzione, rafforzando la contrattazione collettiva e stabilendo i criteri che riconoscano l’applicazione dei trattamenti economici complessivi minimi dei contratti collettivi nazionali maggiormente applicati”. Tra gli “obiettivi” esplicitati la lotta al dumping e al lavoro “sottopagato”. Nel caso di contratti scaduti e non rinnovati in tempi congrui si punta all’intervento del ministro ma “a valere sui soli trattamenti economici minimi complessivi, tenendo conto delle peculiarità delle categorie di riferimento e, se del caso, considerando i trattamenti economici minimi complessivi previsti da contratti collettivi più applicati vigenti in settori affini”.