Camera,Montecitorio: stage offerti in linea con quelli altre IstituzioniRoma, 6 nov. (askanews) -“La Camera dei deputati non può che rammaricarsi che un’iniziativa di formazione, perfettamente in linea con i criteri stabiliti dalla legge per i tirocini curriculari, sia rappresentata in modo distorto rispetto alla sua finalità. Non si tratta affatto di lavoro non retribuito. È un’iniziativa di formazione, già in corso da diversi anni sulla base di una convenzione con la Conferenza dei Rettori delle Università italiane – analogamente a quanto avviene per altre Istituzioni pubbliche -, nata dalla volontà di corrispondere a richieste provenienti dalle stesse Università”. LO precisa l’ufficio stampa della Camera.
“Si offre agli studenti meritevoli – afferma Montecitorio- la possibilità di affinare il processo formativo e di apprendimento, di svolgere un’esperienza di conoscenza delle dinamiche istituzionali estremamente qualificante anche ai fini delle future scelte professionali, favorendo la conoscenza di procedure e funzioni degli organi parlamentari e delle strutture amministrative a supporto di quest’ultimi.Al termine di tale periodo, durante il quale è previsto l’accesso gratuito ai servizi di ristorazione della Camera, si richiede agli studenti di elaborare un documento che sintetizzi le esperienze maturate durante il tirocinio.L’iniziativa non discende, quindi, certo dall’esigenza della Camera di reperire forza-lavoro. Per lavorare alla Camera, come noto, occorre superare un concorso e, a questo scopo, l’Istituzione delibera appositi bandi pubblici. Si tratta invece di un percorso curriculare che negli anni ha raccolto consolidati riscontri positivi da parte degli studenti, in linea con le norme di legge e che fa parte di un più ampio programma dell’Istituzione parlamentare di apertura all’esterno e di supporto a progetti che hanno come finalità la più ampia informazione dei meccanismi di funzionamento delle Istituzioni”.
Meloni firma intesa, centri italiani per clandestini in AlbaniaRoma, 6 nov. (askanews) – L’Italia realizzerà due centri per migranti in Albania per poter gestire, a regime, fino a 39 mila casi all’anno. E’ quanto prevede un protocollo di intesa siglato oggi dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal premier albanese Edi Rama. L’intesa, secondo quanto fanno sapere fonti di Palazzo Chigi, era stata di fatto chiusa a Ferragosto, quando la premier aveva passato un paio di giorni ospite di Rama nel Paese delle Aquile (dunque non era né “vacanza” né “aperitivi” come era stato scritto, rivendicano dall’entourage di Meloni).
L’intesa “politica” sarà adesso tradotta in atti normativi e ratificata e i due centri, realizzati a spese dell’Italia, saranno “operativi” entro la primavera del 2024. Nel porto di Shengjin, ha spiegato Meloni, le autorità italiane si occuperanno di sbarco e identificazione con un centro di “prima accoglienza” e per lo “screening”. Un secondo centro, a Gjader, sarà più simile a un Cpr per le successive procedure. La “giurisdizione” nei centri sarà italiana mentre l’Albania (per cui non sono previste compensazioni) collaborerà con le sue forze di polizia per la sicurezza e la sorveglianza esterna. I due centri non accoglieranno gli immigrati che giungono sulle coste e sul territorio italiani ma solo quelli salvati in mare da navi “ufficiali” dell’Italia (dunque non delle Ong). Inoltre non potranno ospitare minori, donne in gravidanza e soggetti vulnerabili. I migranti – ha spiegato Meloni – resteranno nei centri “il tempo necessario per espletare rapidamente le procedure per le domande di asilo”. Potranno accogliere “3 mila persone contestualmente” ma “con le procedure accelerate che grazie a questo governo consentono di processare le richieste in 28 giorni” tale cifra potrà essere mensile. L’obiettivo di Palazzo Chigi è duplice: di “dissuasione” delle partenze e di “deterrenza” rispetto al traffico di esseri umani. “Sono molto soddisfatta del lavoro fatto. Considero questo un accordo di respiro europeo, dimostra che si può collaborare sulla gestione dei flussi a 360 gradi. L’immigrazione illegale di massa è un un fenomeno che l’Ue e gli Stati membri non possono affrontare da soli e la cooperazione con i Paesi, per ora, non dell’Ue può essere decisiva. E’ una soluzione innovativa che dimostra che dalla cooperazione e dall’amicizia possono nascere idee nuove e confido che possa diventare un modello e un esempio da seguire”, ha detto Meloni, confermando il “sostegno” italiano all’ingresso nell’Ue dell’Albania e dei Paesi dei Balcani occidentali. “L’Albania – ha sottolineato – si conferma nazione amica dell’Italia e dell’Ue perchè anche se non fa formalmente parte dell’Ue si comporta come se fosse già un Paese membro di fatto dell’Unione”.
“Questo protocollo di intesa è frutto di una lunga discussione per fare le cose bene, non è una scappatoia, lo facciamo perchè ci crediamo”, ha detto Rama, rimarcando che “l’Albania ha una storia di ospitalità”. Della firma dell’accordo è stata informata l’Unione europea.
Inarrestabile Angelina Mango, sul podio della classifica FIMIMilano, 6 nov. (askanews) – Con oltre 9 milioni di stream, “Che t’o dico a fa’” (LaTarma Records/BMG), il singolo di Angelina Mango, è oggi certificato disco d’oro. Dopo aver conquistato il doppio disco di platino con la hit dell’estate “Ci pensiamo domani”, il disco d’oro con l’album “Voglia di vivere” e con la title track, Angelina Mango conquista una nuova certificazione con il brano che ha segnato il miglior debutto femminile solista dell’anno con oltre 197 Mila stream in 24 ore. Il brano è disponibile su tutte le piattaforme digitali e in radio.
Scritta da Angelina Mango con Alessandro La Cava e prodotto da Antonio Cirigliano, E.D.D. e Zef, “Che t’o dico a fa’” è il manifesto della cifra stilistica di Angelina, che vive la sua giovinezza in un tempo scandito dalla musica. Con il racconto di una notte di fuga tra le vie di Spaccanapoli, il brano è una presa di coscienza su quanto a volte l’unica soluzione per vivere senza pensare ai rimpianti sia scappare dalla realtà. Partendo da una melodia lenta, il pezzo esplode in un sound che richiama la tradizione vestita di modernità e travolge chiunque l’ascolti, così come fa l’amore quando arriva all’improvviso senza chiedere il permesso. È una conferma di Angelina della “voglia di vivere” che la caratterizza e della necessità di godersi l’attimo.
Angelina Mango sarà inoltre ospite in apertura alla Milano Music Week e si esibirà il 20 novembre in occasione della festa di apertura presentata da TicketOne. Il 25 novembre sarà protagonista di un talk in cui racconterà il suo viaggio musicale ricco di successi da “Ci pensiamo domani” al suo ultimo singolo “Che t’o dico a fa’” . Dopo aver incantato il suo pubblico in tutta Italia per la prima volta con un tour tutto sold out nei club fatto di una vincente combinazione tra atmosfere spensierate e frizzanti e momenti più riflessivi, Angelina è pronta a tornare live con “Pare una pazzia”, un imperdibile concerto che si terrà il 17 aprile al Fabrique, uno dei locali più importanti della sua Milano, prodotto e organizzato da Live Nation. “Pare una pazzia” sarà un evento unico: la cantautrice ha sorpreso i fan durante una diretta Instagram dal palco dei Magazzini Generali durante la data milanese del “Voglia di vivere tour” ed è pronta a portare on stage, ancora una volta, un’esplosione di energia e condivisione, di ottimismo e spensieratezza.
Meloni: l’Albania ospiterà due centri italiani per i migranti, firmato un accordo “innovativo”Roma, 6 nov. (askanews) – Con l’Albania “firmiamo un importantissimo protocollo di intesa nella gestione del flussi migratori. L’accordo si pone tre obiettivi: contrastare il traffico illegale; prevenire i flussi irregolari e accogliere chi ha diritto davvero alla protezione. L’Albania darà la possibilità di utilizzare alcune aree in cui l’Italia potrà realizzare a proprie spese e sotto la propria giurisdizione due centri per la gestione dei migranti illegali. Inizialmente potranno accogliere fino a tremila persone”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in conferenza stampa con il premier albanese Edi Rama a Palazzo Chigi, spiegando poi che nei due centri per la gestione dei migranti che l’Italia potrà realizzare in Albania, “a regime” ci potrà essere un “flusso annuale di 36mila”. Le due strutture comunque non accoglieranno “i minori, le donne in gravidanza e i soggetti vulnerabili”.
“Sono molto soddisfatta del lavoro fatto. Considero questo un accordo di respiro europeo, dimostra che si può collaborare sulla gestione dei flussi a 360 gradi e in particolare con quelle nazioni che europee sono. E’ una soluzione innovativa che dimostra che dalla cooperazione e dall’amicizia possono nascere idee nuove e confido che possa diventare un modello ed un esempio da seguire”, ha sottolineato Meloni. “L’Albania – ha aggiunto Meloni – si conferma nazione amica dell’Italia e dell’Ue perché anche se non fa formalmente parte dell’Ue si comporta come se fosse già un Paese membro di fatto dell’Unione. Questa è una delle ragioni, non la sola, per le quali l’Italia da sempre è stata uno dei grandi sostenitori dell’ingresso dell’Albania e dei Paesi dei Balcani occidentali nell’Ue. I Balcani occidentali e l’Albania sono a tutti gli effetti Paesi europei e per questo abbiamo sostenuto il processo di riunificazione”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in conferenza stampa con il premier albanese Edi Rama a Palazzo Chigi. “Noi non avremmo fatto questo accordo con nessun altro Stato Ue”: è quanto ha detto dal canto suo il premier albanese, Edi Rama, commentando l’accordo sui migranti sottoscritto oggi a Roma con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
“Con tutto il rispetto, ma c’è una differenza importante, di natura storica, culturale, ma anche emozionale che lega l’Albania all’Italia e gli albanesi agli italiani”, ha spiegato Rama, parlando in italiano. “Noi non credo che saremo in grado di pagare il debito verso l’Italia, verso il popolo italiano per quello che hanno fatto per noi dal primo giorno in cui siamo arrivati su questa sponda del mare per cercare rifugio, scappare dall’inferno e poter immaginare una vita migliore. Questo debito non si paga. Ma, come già detto in altre occasioni, se l’Italia chiama l’Albania c’è”.
Marco Mengoni sarà superospite a Sanremo e co-conduttore 2024Milano, 6 nov. (askanews) – Continua l’anno d’oro di Marco Mengoni che sarà superospite della prima serata del prossimo Festival di Sanremo e co-conduttore della kermesse, come annunciato Amadeus alla prima puntata di “Viva Rai2” di Fiorello.
“Essendo stato il vincitore dell’ultima edizione – ha detto Amadeus – Marco Mengoni sarà il super ospite musicale della prima puntata, ma c’è molto di più: Marco Mengoni sarà il co-conduttore” dell’edizione 2024. Una ennesima conferma per l’artista che festeggia 14 anni di carriera, in cui è stato protagonista delle classifiche streaming, radiofoniche e di vendita con 78 dischi di platino, 2.2 miliardi di streaming, 8 album in studio e 10 tour live. Ha poi appena concluso il suo nuovo tour europeo, per la prima volta nei grandi palazzetti e arene in Europa, di cui sono stati venduti 45mila biglietti. Ha trionfato alla 73esima edizione del Festival di Sanremo con “Due Vite” (230 milioni di stream audio e video, 4 platini in Italia e 1 platino in Svizzera e oltre 93 milioni di visualizzazioni per il video ufficiale), dopo 10 anni dalla vittoria con l’Essenziale. A Sanremo ha vinto anche la serata delle cover con una versione gospel di Let it be accompagnato dal Kingdom Choir e il premio Giancarlo Bigazzi, assegnato dall’orchestra alla miglior composizione musicale. Con Due Vite ha incantato nuovamente tutta Europa – dopo la sua prima volta nel 2013 – all’Eurovision conquistando il 4° posto e il premio per la miglior composizione. Il cantautore ha calcato il palco del teatro Ariston anche nel 2010 con il brano “Credimi ancora”, classificandosi terzo.
“E’ tutto inaspettato, bisogna essere pronti a tutto come fosse un test di cultura generale” ha detto Mengoni al Tg1.
Meloni: accordo per due centri italiani per migranti in AlbaniaRoma, 6 nov. (askanews) – Con l’Albania “firmiamo un importantissimo protocollo di intesa nella gestione del flussi migratori. L’accordo si pone tre obiettivi: contrastare il traffico illegale; prevenire i flussi irregolari e accogliere chi ha diritto davvero alla protezione. L’Albania darà la possibilità di utilizzare alcune aree in cui l’Italia potrà rrealizzare a proprie spese e sotto la propria giurisdizione due centri per la gestione dei migranti illegali. Inizialmente potranno accogliere fino a 3 mila persone”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in conferenza stampa con il premier albanese Edi Rama a Palazzo Chigi.
AGIS Lazio presenta proposte a beneficio dello spettacolo dal vivoRoma, 6 nov. (askanews) – La nuova AGIS Lazio (Associazione Generale Italiana dello Spettacolo), durante l’incontro che si è svolto stamattina a Roma a Palazzo Valentini, ha messo sul tavolo delle Istituzioni locali – Regione, Città Metropolitana e Roma Capitale – quattro precise e specifiche proposte di intervento immediato a beneficio dello spettacolo dal vivo e più precisamente degli operatori del settore privato, di cui troppo spesso non viene pienamente premiato il fondamentale ruolo che comunque svolgono quali presidi culturali del territorio.
In particolare, AGIS Lazio ha sollecitato la Regione a inserire direttamente nella prossima Finanziaria regionale due norme. La prima che destina risorse alle spese per investimento – esclusa ovviamente la manutenzione ordinaria – sostenute da teatri, auditorium e centri residenziali e permanenti di produzione di spettacolo dal vivo appartenenti al settore privato. La seconda che reintroduce attraverso l’aggiornamento del concetto di “Grande Evento” un prezioso strumento di coprogrammazione con gli operatori privati e con le amministrazioni dei piccoli comuni in rete. Per quanto riguarda Roma Capitale, AGIS Lazio ha sollecitato l’adozione di un adeguato strumento di sostegno a beneficio di società, imprese sociali ed enti privati che detengono e gestiscono spazi di programmazione sistematica di spettacolo dal vivo sul territorio della città di Roma, con particolare attenzione ai teatri e anche ai centri residenziali e stabili di produzione di arti performative.
Infine, il Presidente di AGIS Lazio, Francesco Carducci, ha sottolineato la necessità di dotare quanto prima il territorio di un Osservatorio sullo Spettacolo dal Vivo, in quanto è evidente che qualunque efficace politica di sostegno e sviluppo del settore ha bisogno di dati, numeri, statistiche e flussi. Il Presidente ha specificato che, avendo già acquisito la disponibilità da parte della Consigliera Delegata della Città metropolitana di Roma Tiziana Biolghini, AGIS Lazio è pronta a fare la sua parte in piena collaborazione con le Istituzioni.
Bankitalia, mostra “L’avventura della moneta” a Palazzo EsposizioniRoma, 6 nov. (askanews) – Un percorso sulla “avventura” della moneta, dalle sue antichissime origini ai suoi sviluppi più attuali, accompagnando il visitatore in maniera immersiva su varie tappe storiche e sugli aspetti più rilevanti, in modo da incuriosire e stimolare l’interesse su questo elemento chiave delle nostre società e sulla sua concreta applicazione nella finanza. E’ la mostra “L’Avventura della moneta”, organizzata dalla Banca d’Italia in collaborazione con l’Azienda Speciale Palaexpo e l’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale.
L’iniziativa, allestita presso il Palazzo delle Esposizioni a Roma, è visitabile fino al 28 aprile del prossimo anno (salvo i lunedì) ed è stata presentata oggi con una conferenza stampa. Prelude a un vero e proprio museo della moneta (Musem), che Bankitalia sta preparando a Villa Huffer, in Via Nazionale, e che si spera di completare per la seconda metà del 2025. Con questa mostra Bankitalia vuole incoraggiare la diffusione della cultura finanziaria, “perché se fatte bene, se efficaci e accattivanti queste iniziative possono contribuire ad accrescere la consapevolezza del pubblico su economia e finanza, mentre sono in corso rapidi cambiamenti, ad esempio anche sulle tecnologie di pagamenti”, ha spiegato Luigi Federico Signorini, direttore generale della Banca d’Italia e presidente dell’Ivass.
La mostra è stata curata da Paco Lanciano e Giovanni Carrada. “Spero che in questa mostra si aprano delle porte, per far capire che alcuni argomenti sono da un lato interessanti e dall’altro comprensibili, accessibili a tutti – ha detto il fisico – anche ai bambini, usando un racconto fiabesco, per essere cittadini più consapevoli nelle nostre scelte”. La mostra è articolata su nove sale multimediali, che si visitano utilizzando un sistema di audioguide e iniziano con “Il sistema invisibile” in cui si spiega quanti meccanismi e aspetti si muovano dietro la produzione e la compravendita di un comune oggetto, così come sulla complessa rete che compone il sistema finanziario. Si prosegue con l’Antica Mesopotamia, dove trovano spazio le tavolette di terracotta utilizzate nelle città Sumere come documenti contrattuali. La mostra prosegue con il mondo classico e greco romano e la nascita delle monete coniate. Poi, nella quarta sala si passa a Basso Medioevo e Rinascimento, con la nascita delle banche, proprio in Italia. La quinta sala è dedicata alla nascita del mondo moderno e a benefici e rischi delle nuove tecnologie industriali e finanziarie.
La sesta sala è dedicata al Novecento e alla nascita della politica monetaria, la settima è una sorta di “macchina del tempo” che spiega alcuni meccanismi chiave delle più diffuse operazioni come prestiti e investimenti; l’ottava sala è dedicata alla finanza globale e l’ultima sala spiega a cosa serva una banca centrale. Secondo Signorini, i continui sviluppi sul versante della finanza “richiedono una sforzo in piu sulla formazione, sulla diffusione delle competenze, affinché le persone possano fare valutazioni corrette dei rischi”.
Di fondo, ha proseguito il banchiere centrale, gli aspetti più essenziali di moneta e finanza “non sono molto cambiati nel corso tempo, servono a pagare, a risparmiare, a fare di conto e a affrontare un futuro incerto. Vedere la moneta al momento della sua nascita può aiutare a mettere a fuoco e a capire in che modo moneta e finanza possono agevolare la crescita economica”. C’è anche un altro motivo che ha spinto Bankitalia su questa iniziativa, quello di valorizzare presso il pubblico “e rendere fruibile il patrimonio” storico dell’istituzione, che possiede tra le monete più antiche, ma anche una serie di preziose tavolette sumeriche, che recano “elementi simili ai contratti bancari di oggi”, ha spiegato ancora Signorini. Peraltro ricordando che la storia della finanza e della monetazione è una parte non piccola della storia italiana, visto che il sistema bancario come lo si intende oggi è di fatto nato proprio nella Penisola. “E poi ci sta un principio semplice, secondo cui nostri sforzi di educazione, per quanto chiari, sono inutili se non riusciamo a essere anche coinvolgenti – ha concluso Signorini – e a a far capire che le cose di cui si parla sono importanti anche per ognuno di noi”. Il futuro museo della moneta conterrà oltre alcuni dei lingotti d’oro delle riserve auree di Bankitalia, di cui uno sarà anche “toccabile e sollevabile” dal pubblico.
Musica, fuori il videoclip di “odio”: nuovo singolo di Michele BraviRoma, 6 nov. (askanews) – Fuori ora il videoclip ufficiale di “odio”, il nuovo singolo di Michele Bravi disponibile su tutte le piattaforme digitali e in radio dal 27 ottobre.
Il videoclip ufficiale, scritto dal giovane cantautore, fotografa l’intimità e l’intreccio di una relazione disfunzionale all’interno delle mura domestiche. La dipendenza dal corpo dell’altro, declinazione più ossessiva del racconto d’amore, è protagonista delle immagini in bianco e nero. Il veleno nel rapporto di coppia, creato dal sentimento di odio, è reso visivamente dalla sottrazione di colore. “odio”, anticipazione del prossimo progetto discografico di Michele Bravi, è stato firmato dallo stesso artista e prodotto dai Room9.
L’attrice e regista Sibilla Barbieri è morta in Svizzera con il suicidio assistito (dopo il no della Asl)Roma, 6 nov. (askanews) – Dopo essersi autosomministrata il farmaco letale in una clinica svizzera la regista Sibilla Barbieri ‘ha potuto vedere le sue volontà rispettate’. L’autrice, di 58 anni – si spiega in una nota – ‘era paziente oncologica terminale e consigliera generale dell’associazione ‘Luca Coscioni’, dopo il diniego della sua Asl – si sottolinea ‘era stata costretta ad andare all’estero per poter ricorrere all’aiuto medico alla morte volontaria. La richiesta alla Azienda sanitaria locale di Roma era stata inviata ad agosto perché Barbieri aveva tutti i requisiti previsti dalla sentenza n. 242/19 della Corte costituzionale e quel diniego è ingiusto e crudele per potersi addormentare nella sua casa’ della Capitale. Ma ‘dopo le verifiche effettuate a metà settembre’ in seguito ad una diffida, l’Asl ha ‘comunicato alla donna il diniego motivato dal fatto che non possedeva tutti e 4 i requisiti previsti dalla sentenza CappatoAntoniani della Corte costituzionale per poter accedere legalmente alla morte volontaria assistita (1. che la persona sia capace di autodeterminarsi, 2. affetta da patologia irreversibile, 3. che tale malattia sia fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che la persona reputi intollerabili e 4. che sia dipendente da trattamenti di sostegno vitale)’.
Quindi si spiega: ‘In particolare l’équipe medica ha ritenuto che alla donna mancasse il requisito della dipendenza da trattamento di sostegno vitale. Sibilla Barbieri era invece dipendente da ossigenoterapia e da farmaci per il dolore che, se interrotti, avrebbero portato velocemente a una morte dolorosa’. Sibilla Barbieri è stata accompagnata in Svizzera dal figlio e da Marco Perduca, già senatore radicale, dell’associazione Luca Coscioni e iscritto all’associazione Soccorso Civile – si spiega in un comunicato – che a oggi conta oltre 50 persone pronte ad assumersi il rischio di conseguenze penali per aiutare persone malate a porre fine alle proprie sofferenze. ‘Il figlio e Perduca rischiano fino a 12 anni di carcere’.
Domani mattina si autodenunceranno ai carabinieri (Comando Stazione Roma Vittorio Veneto, Via Barberini, 1) alle ore 10.30 circa. Anche Marco Cappato, si autodenuncerà in quanto legale rappresentante dell’associazione Soccorso Civile che ha organizzato e sostenuto il viaggio di Sibilla Barbieri. Ad accompagnarli Filomena Gallo, legale difensore e segretario nazionale dell’associazione Luca Coscioni e coordinatrice del collegio legale di studio e difesa. L’avvocato Gallo ha detto: ‘Con il team legale che coordino abbiamo seguito Sibilla Barbieri sollecitando l’ASL Roma 1 a effettuare le verifiche sullo stato di salute della nostra assistita e a procedere come indicato dalla sentenza di incostituzionalità della Corte costituzionale sul caso Cappato/Antoniani. I dirigenti dell’azienda sanitaria hanno predisposto le verifiche e inviato un diniego di accesso all’aiuto alla morte volontaria perché, secondo una Commissione Aziendale istituita ad hoc, la persona malata non dipendeva da trattamenti di sostegno vitale’. Al diniego della commissione medica nei confronti di Sibilla Barbieri – secondo l’avvocato Gallo – ‘non era allegata la relazione medica e neppure il parere del Comitato etico competente, documenti che avevamo richiesto’. Così ‘dopo avere verificato con il dottor Mario Riccio la documentazione medica che Sibilla Barbieri aveva prodotto, è emerso che invece’ la stessa ‘era sottoposta a plurime forme di sostegno vitale. Motivo per cui abbiamo presentato opposizione al diniego, informando i dirigenti dell’azienda sanitaria che la nostra assistita aveva intrapreso anche la procedura per andare in Svizzera, ma che avrebbe voluto concludere i suoi pochi giorni con i suoi cari in Italia’. Ma non c’è stata nessuna risposta da parte dei dirigenti Asl. ‘Solo venerdì 3 novembre (quando Barbieri era già morta), abbiamo ricevuto il parere del Comitato etico che conferma la sussistenza per Sibilla Barbieri dei requisiti indicati dalla Corte costituzionale mentre apprendiamo dal verbale della Commissione Aziendale che non possono aderire al parere positivo del Comitato Etico in quanto ritengono che non vi sia il trattamento di sostegno vitale e spiace e mortifica leggere perfino ‘che le condizioni attuali non sono coerenti con sofferenze fisiche intollerabili’. Sibilla Barbieri ha deciso di andare in Svizzera per porre fine alle sue sofferenze’.
Dall’associazione ‘Luca Coscioni’ si ricorda che ‘in assenza di una legge nazionale che regolamenti l’aiuto alla morte volontaria, ovvero l’accesso al suicidio assistito, in Italia questa scelta di fine vita è regolamentato dalla sentenza numero 242 del 2019 della Corte costituzionale sul caso CappatoAntoniani, che ha legalizzato l’accesso alla procedura ma solo a precise condizioni di salute delle persone da verificare con modalità indicate dalla Corte, in assenza delle quali si applica il precetto penale senza le modifiche introdotte dal giudicato costituzionale’. Poi ‘la Consulta ha disposto, con una sentenza di incostituzionalità parziale dell’articolo 580 del codice penale, che la persona malata che vuole accedere all’aiuto alla morte volontaria (suicidio assistito) deve essere in possesso di determinati requisiti: che sia capace di autodeterminarsi, affetta da patologia irreversibile, che tale malattia sia fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che la persona reputi intollerabili e che sia dipendente da trattamenti di sostegno vitale’. E ‘questi requisiti, insieme alle modalità per procedere, devono essere verificati dal Servizio Sanitario Nazionale con le modalità previste dalla legge sulle Dat agli articoli 1 e 2 (Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento, 219/17), previo parere del comitato etico territorialmente competente’.
Insomma ‘nonostante la possibilità di ottenere questo tipo di aiuto, il Servizio Sanitario non garantisce tempi certi per effettuare le verifiche e rispondere alle persone malate che hanno diritto di porre fine alla propria vita. Così le persone che intendono interrompere la propria vita rimangono in attesa di Asl e Comitati Etici territoriali che, per svolgere le loro funzioni di verifica delle condizioni, possono impiegare mesi. Un tempo che molte persone che hanno bisogno di essere aiutate a morire non hanno’. Per questo – si aggiunge – nel rispetto delle competenze territoriali, l’associazione Luca Coscioni ha promosso a livello nazionale la campagna ‘Liberi Subito’ con raccolta firme per proposte di legge regionali che garantiscano il percorso di richiesta di suicidio medicalmente assistito e i controlli necessari in tempi certi, adeguati e definiti. Finora le regioni Abruzzo, Veneto, Emilia Romagna e Toscana, hanno ritenuto che le norme contenute nella proposta di legge sostenuta dall’associazione ‘Luca Coscioni’ rientrino nelle loro competenze e siano rispettose della Costituzione italiana. Oltre a queste anche Sardegna, Puglia e Marche hanno depositato la pdl, ma tramite l’iniziativa di alcuni consiglieri regionali, così da rendere non necessaria la raccolta firme. Analoga proposta verrà depositata in Basilicata e Lazio, grazie all’azione dei Comuni. Piemonte e Friuli Venezia Giulia invece hanno visto il deposito della proposta popolare ma attendono ancora l’ammissibilità. Nelle prossime settimane raccolte firme analoghe partiranno in Toscana e Lombardia. La morte in Svizzera della regista Sibilla Barbieri non esaurisce la vicenda del suicidio assistito. Perché sono tante le persone che in Italia si sentono discriminate – spiega l’associazione ‘Luca Coscioni’ – e pronte a disobbedire. Come ‘Anna’, affetta da sclerosi multipla dal 2010, dopo undici mesi di attesa può accedere alla morte volontaria assistita. È la prima cittadina friulana, la quinta persona nel nostro Paese. Gli altri che hanno ricevuto il via libera per la morte volontaria assistita in Italia con il supporto della ‘Luca Coscioni’ sono: ‘Federico Carboni (nelle Marche) e la signora Gloria (in Veneto), che in seguito hanno confermato la propria volontà ricorrendo alla tecnica. Mentre Stefano Gheller (in Veneto) e ‘Antonio’ (sempre nelle Marche) e la signora ‘Anna’ (in Friuli Venezia Giulia) dopo il ‘semaforo verde’ da parte del Comitato etico sono ora liberi di scegliere il momento più opportuno per confermare le proprie volontà o eventualmente attendere o modificare le proprie intenzioni iniziali’. Oltre a loro, ‘numerosi invece, perché potenzialmente discriminati dalla sentenza della Corte costituzionale, sono i connazionali ancora costretti a emigrare in Svizzera, tra quelli assistiti da Marco Cappato e i ‘disobbedienti civili’ iscritti a Soccorso Civile. Oltre a Sibilla Barbieri si ricordano Elena (Veneto), Romano (Lombardia), Massimiliano (Toscana) e Paola (Emilia Romagna), le cui condizioni di ‘dipendenza da trattamenti classici intesi di sostegno vitale’ potrebbero essere potenzialmente riconducibili a una interpretazione restrittiva della sentenza della Consulta’. Motivo per cui ‘dopo l’aiuto fornito da Marco Cappato, Felicetta Maltese, Chiara Lalli, Virginia Fiume, assistiti dall’Avvocata Filomena Gallo e dal collegio legale dell’Associazione Luca Coscioni, hanno esposto i fatti alle autorità competenti, affinché la magistratura chiarisca se l’aiuto fornito a queste persone malate rientra nell’area di non punibilità previsto dalla Corte costituzionale con la sentenza Cappato’. Ed ‘i tribunali coinvolti stabiliranno se la condizione di queste persone malate siano elementi che rientrano nell’area di non punibilità definita con sentenza 242/19 della Corte costituzionale’. Perché altri ‘vorrebbero accedere alla morte volontaria assistita e sono in attesa della verifica delle condizioni, ma son finiti intrappolati nelle sabbie mobili delle lungaggini burocratiche e vittime del reato di ‘tortura’ da parte dello Stato (attualmente è nota la vicenda di Laura Santi in Umbria) e costretti a un interminabile percorso nei tribunali contemporaneo e direttamente proporzionale a un peggioramento delle condizioni di salute’. Si ricordano le vicende, quindi, di Fabio Ridolfi e Giampaolo ‘costretti a rinunciare al lungo e faticoso percorso scegliendo loro malgrado il ricorso alla sospensione delle terapie e una lenta morte sotto sedazione profonda con distacco della nutrizione e dell’idratazione, un epilogo che non avrebbero desiderato’.