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Pnrr, Bonomi: scegliere i progetti essenziali

Pnrr, Bonomi: scegliere i progetti essenziali



Pnrr, Bonomi: scegliere i progetti essenziali – askanews.it


Pnrr, Bonomi: scegliere i progetti essenziali – askanews.it




















Roma, 1 apr. (askanews) – “Sul Pnrr era evidente che c’era un problema, ma il problema c’era fin dall’inizio. Siamo davanti a un bivio: scegliere i progetti essenziali per il Paese o fare una marea di interventi”. Lo ha detto il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi in videocollegamento con l’evento di Sky a Napoli. “Questo è un paese che ha poca memoria – ha sottolineato Bonomi -. Confindustria già al governo Conte, quando si discuteva della presentazione del progetto, aveva detto che era molto critica e l’abbiamo ribadito anche con il governo Draghi. Il problema è a monte, il governo Draghi è arrivato e ha dovuto chiudere il tutto in 40 giorni perché c’era una scadenza. Sono stati fatti una serie di provvedimenti a pioggia e non si sono concentrate le risorse su quei progetti che servivano davvero al paese. Per le opere pubbliche sopra i 100 milioni ci mettiamo in media 5,7 anni ed ora siamo di fronte ad un bivio: bisogna scegliere quei progetti che sono essenziali per il paese e creano Pil potenziale oppure fare una marea di interventi, ricordandoci però che non sono soldi gratis. Questo è un debito la cui ultima rata sarà pagata da un diciottenne che non è ancora nato. Così stiamo gravando le nuove generazioni”.

Cam

Cgia: sprechi e cattiva burocrazia ci costano 225 miliardi l’anno

Cgia: sprechi e cattiva burocrazia ci costano 225 miliardi l’anno



Cgia: sprechi e cattiva burocrazia ci costano 225 miliardi l’anno – askanews.it


Cgia: sprechi e cattiva burocrazia ci costano 225 miliardi l’anno – askanews.it



















Roma, 1 apr. (askanews) – Il cattivo funzionamento della nostra macchina pubblica grava su famiglie e imprese per almeno 225 miliardi di euro all’anno. Le regole tortuose e complicate della nostra burocrazia statale, i mancati pagamenti della Pubblica Amministrazione (PA), la lentezza della giustizia civile, lo spaventoso deficit infrastrutturale, gli sprechi nella sanità e nel trasporto pubblico locale sono da tempo una spina nel fianco dell’economia del nostro Paese. Sono le stime dell’Ufficio studi della Cgia, secondo cui se è “sbagliato generalizzare, visto che anche la nostra PA può contare su punte di eccellenza centrali e locali che ci sono invidiate in molti paesi europei, gli sprechi, gli sperperi e le inefficienze presenti nella nostra burocrazia pubblica sono una amara realtà che, purtroppo, hanno e continuano a ostacolare la modernizzazione del Paese”.

Cam

Pnrr, Gentiloni: non preoccupato, da Governo grandissima buona volontà

Pnrr, Gentiloni: non preoccupato, da Governo grandissima buona volontà



Pnrr, Gentiloni: non preoccupato, da Governo grandissima buona volontà – askanews.it


Pnrr, Gentiloni: non preoccupato, da Governo grandissima buona volontà – askanews.it




















Cernobbio (Co), 1 apr. (askanews) – Sul Pnrr “io sono ottimista, non sono preoccupato affatto per l’erogazione richiesta a fine dicembre”. Lo ha dichiarato il commissario Ue all’economia, Paolo Gentiloni, a chi gli chiedeva se fosse a rischio la terza rata del Pnrr all’Italia da circa 19 miliardi di euro. “Penso che i punti che sono ancora da chiarire saranno chiariti – ha spiegato, parlando a margine del Forum Ambrosetti -, vedo una grandissima buona volontà da parte del governo”.

“Però le decisioni – ha sottolineato Gentiloni – vengono prese quando la Commissione dà un parere favorevole e questo avverrà nel giro di pochissime settimane e, mi auguro, senza difficoltà, tenendo conto che la stragrande maggioranza degli obiettivi sono già raggiunti, e poi ci vuole l’approvazione finale”.

Dramma climatico in Myanmar, a Bergamo la mostra “Semi di speranza”

Dramma climatico in Myanmar, a Bergamo la mostra “Semi di speranza”



Dramma climatico in Myanmar, a Bergamo la mostra “Semi di speranza” – askanews.it


Dramma climatico in Myanmar, a Bergamo la mostra “Semi di speranza” – askanews.it




















Roma, 1 apr. (askanews) – Temperature estreme, cicloni, allagamenti, frane, incendi. E quindi morte, fame e mancanza d’acqua, povertà, epidemie e migrazioni. Il Myanmar è il secondo Paese al mondo più soggetto a eventi meteorologici estremi legati ai cambiamenti climatici, mentre gli effetti di questi ultimi si sommano alle conseguenze di instabilità politica e scontri armati, alla crisi economica, agli effetti della pandemia di Covid-19. Nel mondo negli ultimi 20 anni si sono susseguiti 11mila disastri climatici che hanno provocato la morte di oltre 475mila persone e a pagarne le conseguenze più gravi sono tuttora i Paesi poveri e più vulnerabili, ancora oggi impreparati ad affrontare e reagire a tali catastrofi. L’impatto del cambiamento climatico sull’ambiente e sulla popolazione del Myanmar è raccontato dalla mostra fotografica “Semi di speranza. Voci e volti dal Myanmar” di Gianfranco Ferraro, curata da Sandro Iovine, fino al primo maggio al Palazzo Ex Ateneo, in piazza Giuliano, a Bergamo.

L’esposizione rientra nel calendario delle iniziative Bergamo-Brescia Capitale italiana della cultura e ha ottenuto il patrocinio dell’Aics – Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. All’inaugurazione, oltre al fotografo Gianfranco Ferraro, il curatore Sandro Iovine, la presidente di Cesvi Gloria Zavatta, Massimo Pasquali per Aics, Sylvie Wabbes Candotti Resilience Advisor, Strategic Advocacy team, Emergency and Resilience Office di Fao, il sindaco Giorgio Gori per il Comune di Bergamo. La mostra non racconta un problema “lontano”, ma un allarme che riguarda tutto il pianeta. “Negli ultimi anni anche il nostro lato del mondo ha sofferto gli effetti reali dell’emergenza climatica: i fiumi si sono prosciugati, i ghiacciai si sono sciolti, gli incendi hanno distrutto boschi e campi, mentre trombe d’aria, piogge e grandinate hanno causato danni a strutture e ambienti. Di fronte alla consapevolezza che il pianeta sia ‘un’unica casa da preservare’, va ricordato che sono sempre i più poveri a subire le conseguenze più devastanti”, ha dichiarato Gloria Zavatta presidente di Fondazione Cesvi. In Italia nel solo 2022 gli eventi climatici estremi sono stati 310, il 55% in più in un anno, con un bilancio di almeno 29 morti. L’aumento più significativo ha riguardato siccità, grandinate, trombe d’aria e alluvioni. “Da quasi 40 anni ci occupiamo di emergenza climatica in tutto il mondo, in questo momento abbiamo attivi progetti di sostegno alle popolazioni colpite dagli effetti del cambiamento climatico in diversi Paesi, tra cui il Myanmar. Nell’area del Corno d’Africa, in Etiopia, Somalia e Kenya, colpite da estrema siccità e forte insicurezza alimentare, supportiamo mamme e bambini con programmi nutrizionali, agricoltori e allevatori attraverso formazione su pratiche sostenibili ed efficienti di agricoltura e allevamento. In Zimbabwe interveniamo con progetti agricoli innovativi e sostenibili per garantire un corretto ed efficiente sfruttamento del terreno e offrire alle popolazioni autosufficienza e guadagno dalle proprie colture. In Pakistan, vessato dalle alluvioni, siamo presenti con interventi di preparazione alle calamità e di emergenza legati a igiene e salute”, ha aggiunto Zavatta.

“Il cambiamento climatico, con i suoi effetti di breve e lungo termine che si stanno manifestando con una potente accelerazione nel corso degli anni, si è imposto prepotentemente alla riflessione internazionale, concretizzatasi nel programma d’azione dell’Agenda 2030. L’azione dell’Aics è tesa a sostenere i Paesi partner nella riduzione della vulnerabilità dei loro sistemi umani e naturali agli impatti del cambiamento climatico, migliorandone la capacità di adattamento e riducendo la loro esposizione ai rischi derivanti dai fattori climatici”, ha dichiarato Massimo Pasquali, referente Aics per i progetti promossi in Myanmar. “È importante che la fotografia affianchi gli interventi di realtà come Cesvi, perché grazie ad essa si offre la possibilità non solo di venire a conoscenza di cosa accade in certe aree del mondo, ma soprattutto si permette alle persone di soffermare lo sguardo per il tempo necessario a elaborare una riflessione su quanto stanno osservando, cosa che con i media più diffusi non sempre è facile o possibile”, ha dichiarato Sandro Iovine, curatore della mostra.

Migranti, Meloni: finita era Italia che subisce e tace in Ue

Migranti, Meloni: finita era Italia che subisce e tace in Ue



Migranti, Meloni: finita era Italia che subisce e tace in Ue – askanews.it


Migranti, Meloni: finita era Italia che subisce e tace in Ue – askanews.it



















Roma, 1 apr. (askanews) – Il nuovo decreto flussi risponde all’”esigenza manifestata dal mondo produttivo e si accompagna alla nostra azione di contrasto alla criminalità, all’inasprimento delle pene contro i trafficanti di esseri umani. Non devono essere gli scafisti a scegliere chi deve entrare (e poi restare) in Italia, perché questo è un danno prima di tutto per i tanti migranti che ne avrebbero potuto beneficiare”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in una intervista al ‘Messaggero Veneto’.

“Per avere personale qualificato, quello che serve alle aziende – aggiunge – bisogna cambiare radicalmente la forma mentis che fino all’altro ieri dominava la politica italiana a Bruxelles: l’idea che non ci sia niente da fare, che l’Italia sia vittima pre-destinata della migrazione irregolare, senza controllo, a causa della sua posizione al centro del Mediterraneo, che ogni tentativo di felmare l’ondata migratoria dalla Tunisia sia vano e dunque che dobbiamo subire e tacere in Europa. Quell’era è finita, in poche settimane abbiamo impresso una nuova direzione alla politica dell’Europa, la Commissione ha accolto le nostre posizioni e ora condivide con noi un intervento che punta a vigilare sulle rotte del Mediterraneo centrale e orientale, combattere i trafficanti, aumentare la presenza dell’Europa in Africa per fare formazione, prevenzione, selezione dei talenti che vogliono venire in Italia. So che la rotta orientale dell’immigrazione è il tema chiave per il Friuli Venezia Giulia, ma l’impostazione non cambia: controllo, azione sul territorio, investimenti, flussi regolati”.

Pnrr, Meloni: abbiamo ereditato Piano, impegno per realizzarlo

Pnrr, Meloni: abbiamo ereditato Piano, impegno per realizzarlo



Pnrr, Meloni: abbiamo ereditato Piano, impegno per realizzarlo – askanews.it


Pnrr, Meloni: abbiamo ereditato Piano, impegno per realizzarlo – askanews.it



















Roma, 1 apr. (askanews) – “Abbiamo ereditato il Pnrr e siamo impegnati a renderlo concreto, più di quanto lo fosse sulla carta. I Governi che ci hanno preceduto dovevano scriverlo e dargli una cornice legislativa, noi invece l’abbiamo preso quando entrava nella fase di esecuzione – dobbiamo farlo – i progetti non sono nostri e su alcuni sono sorte difficoltà che, stranamente, nessuno aveva colto prima, né a Bruxelles né a Roma. Abbiamo ereditato questo Pnrr, avremmo fatto altro, ma il nostro impegno per l’interesse nazionale ci impone di lavorare per la sua realizzazione”. Lo afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in una intervista al ‘Messaggero Veneto’.

“E in corso – spiega – un confronto con la Commissione europea, alcuni progetti hanno delle criticità e il Governo lavora per superarle. I limiti del Pnrr sono legati alla fine dell’era in cui il Piano è stato concepito. Doveva servire a traghettare l’Italia in un mondo ideale, poi è arrivato quello reale: inflazione e guerra. Le premesse si sono scontrate con l’aumento dei prezzi delle materie prime che servono a costruire le infrastrutture e allo choc energetico accelerato dall’invasione dell’Ucraina. Ci sono margini per rivedere alcuni aspetti, il confronto con la Commissione aperto”.

Fosse ardeatine, La Russa: atto Salvo D’Acquisto ben più glorioso

Fosse ardeatine, La Russa: atto Salvo D’Acquisto ben più glorioso



Fosse ardeatine, La Russa: atto Salvo D’Acquisto ben più glorioso – askanews.it


Fosse ardeatine, La Russa: atto Salvo D’Acquisto ben più glorioso – askanews.it



















Roma, 1 apr. (askanews) – “Basta, mi sono stancato. D’ora in poi non parlerò più di fatti storici, solo di attualità, e mi aspetto che mi si giudichi su quello che faccio e dico su temi di attualità, non sul passato del quale, semmai, parlerò con gli storici e non con i giornalisti. Quindi non fatemi più domande su queste cose perché non rispondo”. Lo dice il presidente del Senato Ignazio La Russa, in un colloquio con il ‘Corriere della Sera’.

La Russa dice di essere sorpreso per le polemiche sulle sue parole su via Rasella nell’intervista al podcast di Libero Quotidiano, durante la quale aveva parlato un pò di tutto, anche “aprendo in qualche modo alle adozioni gay, e non è scontato da un esponente della destra come me”. “E invece – aggiunge – tutti si attaccano a una parola, la mistificano, fanno gli indignati, parte uno e tutti pronti con il trenino di dichiarazioni dietro, come i bambini alle elementari… Io non ho mai detto ‘atto ignobile’ su via Rasella. Ci furono anche processi, ci sono studi su quell’azione, ma appunto basta, non mi va di parlare più di queste cose. Perché la verità è che le opposizioni montano casi sul nulla”.

“Mi dispiace – prosegue – se Ruth Dureghello, che io stimo e apprezzo, ci è rimasta male. Forse avrei potuto specificare meglio che si trattava effettivamente di nazisti, quello sì, ma mi pareva una cosa ovvia. Però in effetti potevo essere più preciso su quello. Ma la mia intenzione era proprio spegnere la polemica assurda che si era creata sulle parole della Meloni, non attizzarla. Perché se avessi voluto su via Rasella avrei detto ben altro…”. Per La Russa “ce ne sono stati di ben più gloriosi di atti della Resistenza, come il sacrificio di Salvo D’Acquisto” mentre a via Rasella non ci fu “uno scontro a fuoco faccia a faccia con i nazisti: si trattava di un battaglione che tornava in caserma colpito con una bomba, e morirono anche due passanti innocenti, italiani… Eppure mica le ho dette queste cose, proprio perchè non volevo si creassero problemi, volevo chiuderli”. Per il 25 aprile, conclude, “quello che farò lo saprete il 22, 23 aprile, non prima. Sarà una sorpresa”.

Alla Iuc il Gesualdo Project con La Compagnia del Madrigale

Alla Iuc il Gesualdo Project con La Compagnia del Madrigale



Alla Iuc il Gesualdo Project con La Compagnia del Madrigale – askanews.it


Alla Iuc il Gesualdo Project con La Compagnia del Madrigale – askanews.it




















Roma, 31 mar. (askanews) – Dopo l’eccezionale successo riscontrato dall’esecuzione integrale dei Madrigali di Carlo Gesualdo proposta negli anni scorsi, il Gesualdo Project prosegue il viaggio nell’opera polifonica del più moderno dei polifonisti rinascimentali, soffermandosi sulla produzione sacra. Nella settimana precedente quella di Pasqua, sabato 1° aprile alle ore 17.30 in Aula Magna alla Sapienza, l’Istituzione Universitaria dei Concerti (Iuc) coglie l’occasione e propone al suo pubblico i Tenebrae Responsoria, la raccolta per l’Ufficio delle Tenebre della Settimana Santa, di cui si ascolterà la parte relativa al Giovedì Santo nell’esecuzione de La Compagnia del Madrigale, il più accreditato gruppo italiano in questo particolare repertorio, le cui registrazioni discografiche hanno più volte ottenuto i maggiori riconoscimenti della critica specializzata (Diapason d’Or, Choc de la Musique, Editor’s Choise di Gramophone, Record Academy Award).

Nell’Italia del primo Seicento processioni, sacre rappresentazioni, celebrazioni dedicate ai santi e alla beata Vergine occupano una posizione centrale nei riti religiosi. Per il cristianesimo la Pasqua è la festa delle feste e la Settimana Santa che la precede occupa nella sequenza dei tempi liturgici un posto di primo piano per numero, importanza e antichità dei riti. Dobbiamo tenere in considerazione questo – ci spiegano i membri de La Compagnia del Madrigale – per valutare il significato della pubblicazione dei Responsoria (1611) di Carlo Gesualdo, principe di Venosa. Un’opera straordinaria in cui i segni di un modernissimo soggettivismo dei procedimenti musicali s’innesta in una cornice liturgica di veneranda antichità. Questa infatti è una raccolta di musica sacra diversa da tutte le altre. Infatti lo stile del compositore, caratterizzato da ricerche armoniche e contrappuntistiche dense di artifici non trova riscontri in nessun’altra raccolta analoga. In quest’opera Gesualdo realizza una sintesi di tutte le abilità acquisite nel madrigale, per dare vita ad una rappresentazione di stupefacente intensità della Passione, dimostrando una profonda partecipazione emotiva alle sofferenze di Cristo fino all’immedesimazione.

Fonte di ispirazione sono certamente la sua travagliata vicenda umana e la sua religiosità, accresciuta negli ultimi anni della sua esistenza. Se nell’ambito della musica sacra di Gesualdo i Responsoria rappresentano un vertice assoluto di sperimentalismo madrigalesco, tale da trascendere le più radicate tradizioni proprie del repertorio liturgico, ciò si deve, almeno in parte, alla natura stessa dei testi dei responsori, carichi di immagini forti e spesso articolati come discorsi in prima persona, formati dalle parole del Redentore o anche di un salmista o di un profeta intesi quali ‘figure’ del Cristo. Nei Responsoria di Gesualdo ritroviamo così la dimensione ‘arcaica’ della festa, la dimensione ‘moderna’ dell’interpretazione personale e soggettiva, ma anche quell’intima tensione verso la speranza che è propria di ogni epoca della storia umana. La Compagnia del Madrigale, fondata nel 2008 da Rossana Bertini, Giuseppe Maletto, e Daniele Carnovich, è attualmente il più accreditato gruppo madrigalistico a livello internazionale e si esibisce in importanti festival tra cui: MiTo, Ravenna Festival, Schwetzinger SWR Festspiele, Musikfest Bremen, Festival Oude Muziek Utrecht, Muziekgebouw Amsterdam, la Wigmore Hall di Londra, la Philharmonie di Colonia ed Essen, la Victoria Hall di Ginevra, il Musée d’Orsay di Parigi, Sala Accademica del Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma, e ha al suo attivo prestigiose collaborazioni con Skip Sempé, Diego Fasolis e con il Pomo dOro.

Lagarde: il rialzo dei tassi inizia a funzionare sull’inflazione

Lagarde: il rialzo dei tassi inizia a funzionare sull’inflazione



Lagarde: il rialzo dei tassi inizia a funzionare sull’inflazione – askanews.it


Lagarde: il rialzo dei tassi inizia a funzionare sull’inflazione – askanews.it




















Roma, 31 mar. (askanews) – Alla Bce “abbiamo alzato i tassi di 350 punti base in un tempo molto breve, semplicemente perché dovevamo coprire molto terreno per ridurre l’inflazione. Sta iniziando a funzionare, abbiamo appena ricevuto nuovi numeri” e sia nell’area euro che in l’Italia “l’inflazione totale è calata”. Lo ha affermato la presidente della Bce, Christine Lagarde durante un dibattito all’Osservatorio permanente giovani editori, a Firenze.

“Ovviamente dobbiamo fare un’analisi molto sofisticata di questi numeri e cerchiamo di suddividere quanto sia durevoli e quanto soggetto a variazioni e volatilità. Per capire davvero quali siano le forze alla base degli aumenti dei prezzi e cercare di misurare quanto terreno dobbiamo coprire”, ha proseguito. L’inflazione di fondo, depurata da energia e alimentari “è ancora significativamente troppo alta. Quindi abbiamo ancora del terreno da fare ma sappiamo anche che ci sta molta incertezza. Le tensioni finanziarie che abbiamo osservato creano una sorta di nube e dobbiamo usare tutte le nostre capacità di analisi per capire che impatto tutto questo possa avere, naturalmente per calibrare (i tassi-ndr) in modo da far abbassare i prezzi. I baseremo sugli sviluppi dei dati ma l’obiettivo è chiaro – ha detto – vogliamo un calo durevole” dell’inflazione verso “l’obiettivo del 2%: questo è quello che dobbiamo fare e lo faremo qualunque cosa sia necessario”, ha concluso.

Sulle recenti tensioni che hanno investito Borse e banche a seguito del fallimento di Silicon Valley Bank e del caso Credit Suisse, la presidente ha ribadito di escludere “compromessi tra stabilità dei prezzi, che è il nostro obiettivo primario, e la stabilità finanziaria che è una condizione fondamentale per la stabilità dei prezzi. Sono separate e al tempo stesso si supportano a vicenda”. “Alla Bce abbiamo un armamentario, abbiamo degli strumenti per intervenire sulla stabilità dei prezzi, al momento prevalentemente i tassi, ma non solo perché vogliamo assicurare che la nostra politica monetaria venga trasmessa a tutto il sistema in maniera morbida, e useremo questi strumenti se questo non si verificasse – ha spiegato -. E nell’altro caso abbiamo abbondanti liquidità e accesso a liquidità molto ampie, anche molto più ampie rispetto alla Fed in termini di collaterale”.

Più in generale nell’Unione europea “è molto improbabile” che si verifichi un caso simile a quello della Silicon Valley Bank, perché le banche sono sottoposte a una vigilanza più ampia e stringente. E sono molte di più le banche vigilate. “Negli Stati Uniti ci stanno 14 banche controllate e verificate e che dovevano attuare i requisiti patrimoniali e di liquidità: 14 – ha ripetuto -. In Europa sono molte di più, se dovessi dirvi sono 200 le banche e verifichiamo che abbiano i requisiti patrimoniali e di liquidità. C’è una è una grossa differenza”. Le regole di Basilea III su questi requisiti prudenziali “sono state inventate dopo la grande crisi per assicurare che non si sarebbe verificata di nuovo. E qui in Europa le applichiamo con molto rigore. Negli Stati Uniti hanno deciso nel 2018 che il requisito di liquidità non sarebbe stato obbligatorio”, ha rilevato Lagarde.

“Il sistema qui è robusto e le banche hanno forti requisiti di capitale, hanno forti livelli di copertura di liquidità. Sono molto vigilate e qualcosa come quello che è accaduto a Svb è molto improbabile, per le ragioni che vi ho appena detto. E perché non abbiamo lo stessa concentrazione che Svb aveva in un settore mosto esclusivo di Venture Capital e di tanti depositi non garantiti e che hanno deciso in tempi molto brevi di portare via. Quindi – ha concluso – direi che il nostro sistema è robusto e molto diverso da quello che avevamo nel 2008, quando c’è stata la grande crisi, e lo monitoriamo molto da vicino”.

Due ore di colloquio Meloni-Mattarella, tra i temi Ue e Pnrr

Due ore di colloquio Meloni-Mattarella, tra i temi Ue e Pnrr



Due ore di colloquio Meloni-Mattarella, tra i temi Ue e Pnrr – askanews.it


Due ore di colloquio Meloni-Mattarella, tra i temi Ue e Pnrr – askanews.it




















Roma, 31 mar. (askanews) – Nessuna convocazione improvvisa, soltanto due agende che alla fine si sono riuscite a incrociare proprio oggi e che si sono tradotte in un invito a pranzo al Quirinale. Da palazzo Chigi spiegano che l’incontro al Colle tra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il capo dello Stato, Sergio Mattarella, era “programmato”, una occasione per fare un check dopo quattro mesi di attività del governo.

“Una lunga conversazione svoltasi in un clima di cordialità e collaborazione”, la descrivono al Colle dove si ribadisce come sia fisiologico che vi siano rapporti tra il presidente della Repubblica e quello del Consiglio. Al centro del colloquio, spiegano sempre da palazzo Chigi, un “ampio giro di orizzonte” sui vari provvedimenti, compreso il Codice sugli appalti e lo stato di attuazione del Pnrr, per cui il governo ha recentemente ottenuto un mese in più da parte dell’Europa per verificare il raggiungimento degli obiettivi.

Quello del Pnrr è un tema su cui il capo dello Stato pone spesso l’accento nei suoi interventi, sottolineando come sia un’occasione da non sprecare. L’ultima qualche giorno fa intervenendo alla prima conferenza nazionale delle Camere di Commercio a Firenze. Citando De Gasperi e l’appello che rivolse nel Dopoguerra, quando occorreva ricostruire l’Italia dalle macerie, Mattarella ha detto: “E’ il momento per tutti, a partire dalla realizzazione del Pnrr, di mettersi alla stanga”. Nell’incontro, si è parlato anche dei rapporti con i partner internazionali: Meloni mercoledì incontrerà il premier spagnolo, Pedro Sanchez, a Roma e a fine aprile volerà a Londra per un bilaterale con il primo ministro, Rishi Sunak. A giugno, poi, dovrebbe incontrare il presidente americano Biden alla Casa bianca.

Il colloquio al Quirinale, sottolineano dal governo, è stato “positivo e costruttivo”, all’insegna di una “piena cooperazione”. Essendo durato più del previsto, circa due ore, la presidente del Consiglio ha poi deciso di non andare a Udine per la chiusura della campagna elettorale di Massimiliano Fedriga, ma di videocollegarsi con il comizio.