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La versione di Antonio Ricci sulla vicenda dei fuorionda di Giambruno

La versione di Antonio Ricci sulla vicenda dei fuorionda di GiambrunoRoma, 21 ott. (askanews) – “Del caso “Fuorionda” ho letto ricostruzioni mirabolanti, complottarde, a volte incredibili, ma tutte divertenti. Vorrei anch’io fornire la mia versione, naturalmente senza nessuna pretesa di esser creduto, ci mancherebbe, ma solo per dare un contributo al dibattito”. E’ quanto afferma in una nota Antonio Ricci, autore e padre della trasmissione “Striscia la notizia”.

“Il fatto, secondo me, si sarebbe svolto così. Mercoledì mattina sulla scrivania mi trovo la rivista Chi (secondo alcuni house organ della fam. Berlusconi) con in prima pagina la foto del first gentleman in un campo di grano, a guisa di papaverone o spaventapasseri. All’interno veniva esaltato il cuore “gitano” e il ciuffo del giornalista che sarebbe priapescamente cresciuto con gli ascolti. “Acciderbola” – ho pensato – “l’astuto cardinal Signorini si sta preparando a celebrare una beatificazione”. Siccome sono un laico, specie in estinzione, ho una naturale diffidenza verso i nuovi santi, ricorderete il “Caso Soumahoro”. Ho pensato subito di utilizzare l’antidoto”, spiega Ricci. “Da una fortunosa pesca estiva avevo due fuorionda del giornalista in frigo – continua -. Li ho usati. Così come son solito fare. Come quello di “Buttiglione-Tajani” che Berlusconi dichiarò esser la causa della caduta del suo governo. Qualche lombrosiano potrebbe obiettare: “Potevi mandarlo senz’audio, non ci vogliono mica dieci anni per capire che soggetto è, basta solo vedere come cammina”. Lo so, a volte son didascalico. È un mio difetto. Violando la privacy vi posso raccontare della telefonata di Fedele Confalonieri. L’incipit è stato: “Sei il re dei rompicoglioni, anzi sei l’imperatore dei rompicoglioni”. Il seguito, essendo stato pronunciato in stretto lombardo, anche volendo, non sono in grado di riferirlo”.

“La cosa che mi ha più stupito di tutto il dibattito – conclude – è che per il 90% dei giornali sembra impossibile che possa esistere qualcuno che prende iniziative di testa sua e non sia un mero ventriloquo. Un’anomalia da censurare”. “Per quanto riguarda la pioggia sulla roccia, magari non scalfisce subito, ma può far nascere un bell’arcobaleno”. Ha anche detto Ricci nella nota. Ribadendo così la sua linea che ieri lo aveva portato a dire di aver fatto “un piacere” alla presidente del Consiglio a rendere pubblici i fuorionda del compagno.

Calcio, addio a Bobby Charlton eroe dell’Inghilterra e dello United

Calcio, addio a Bobby Charlton eroe dell’Inghilterra e dello UnitedRoma, 21 ott. (askanews) – Sir Bobby Charlton, morto all’età di 86 anni, è stato senza dubbio il miglior calciatore inglese della sua generazione e uno degli sportivi più famosi e duraturi che il paese abbia prodotto. Nato ad Ashington, Charlton ha giocato insieme al fratello maggiore Jack contro la Germania Ovest a Wembley nel 1966 e ha capitanato il Manchester United vincendo i maggiori titoli, inclusa la Coppa dei Campioni nel 1968. Contro il Benfica lo United vinde 4-1 a Wembleay, segnando una doppietta. Un trionfo segnato dalla tragedia. Charlton, nel 1958 sopravvisse allo schianto aereo che portavail Manchester da Belgrado in Inghilterra dopo un match di Coppa. Disastro che portò alla morte di otto giocatori e tre membri dello staff. Sir Bobby aveva solo 20 anni al momento dell’incidente. Il fratello Jack raggiunse la vetta con il Leeds United e l’Inghilterra – e quattro zii erano giocatori, tra cui la leggenda del Newcastle United Jackie Milburn. La madre di Sir Bobby, Cissie, era una fanatica del calcio fin troppo felice di incoraggiare i suoi figli. Ha esordito con lo United contro il Charlton Athletic all’Old Trafford il 6 ottobre 1956, segnando due gol nella vittoria per 4-2 prima di segnare 249 gol in 758 presenze. Vinsero il titolo nel 1956-57 ma gli fu negato il Double, Sir Bobby giocò nella sconfitta per 2-1 contro l’Aston Villa nella finale di FA Cup, durante la quale il portiere Ray Wood subì un infortunio precoce. I trofei continuarono ad arrivare nel corso degli anni ’60 quando a Sir Bobby si unirono gli altri due membri del leggendario triumvirato dell’Old Trafford, l’attaccante Denis Law firmato dal Torino e poi il giovane e brillante George Best emergente dalle giovanili. Sir Bobby vinse la FA Cup nel 1963 quando lo United batté il Leicester City 3-1 e i titoli nazionali erano in arrivo nel 1964-65 e nel 1966-67 mentre la squadra di Sir Matt lottava insieme a tante altre squadre di alto livello per la supremazia nazionale. George Best, Denis Law e Sir Bobby Charlton sono considerati la Trinità dello United. E’ stato nominato Calciatore dell’anno nel 1966, quando ha vinto anche l’ambito Pallone d’Oro, prima di finire secondo dietro l’ungherese Florian Albert e il compagno di squadra dello United Best nei due anni successivi. E il 1966 fu, ovviamente, l’apice della sua carriera in Inghilterra quando vinse la Coppa del Mondo, Sir Bobby fu descritto come “il fulcro” dall’allenatore Sir Alf Ramsey. Sir Bobby giocò anche in Coppa del Mondo del 1962 in Cile, quando l’Inghilterra fu eliminata nei quarti di finale dal Brasile, futuro vincitore.

Come si stanno svolgendo i controlli alla frontiera slovena

Come si stanno svolgendo i controlli alla frontiera slovenaTrieste, 21 ott. (askanews) – Sono iniziati oggi alle 14 i controlli sul confine nordorientale con la Slovenia. Al valico di Fernetti, sul Carso triestino, è stata istituita una corsi all’ingresso dalla Slovenia. Una pattuglia della polizia, coadiuvata da alcuni militari dell’Esercito, procede, a campione, alle verifiche della documentazione, specie degli automezzi con i vetri oscurati. Al momento non si verificano code, ma solo rallentamenti. Il problema si porrà lunedì, con il transito dei 10 mila pendolari dallo Slovenia a Trieste e verso il Friuli.

Si procederà in questo modo per una decina di giorni, ma la sospensione del Trattato di Schengen potrebbe continuare fino a 6 mesi. I valichi primari saranno vigilati 24 ore al giorno, quelli minori dal mattino alla sera.Oltre 300 agenti della Polizia sono stati chiamati a presidiare i confini. Intanto l’assessore regionale alla protezione Civile, Riccardo Riccardi, ha fatto sapere che “su richiesta delle Prefetture di Udine, Gorizia e Trieste, come Protezione civile regionale ci siamo immediatamente attivati per fornire supporto logistico, con fornitura di torri faro, tende, moduli abitativi e con radio per la telecomunicazione nelle zone non coperte dalla telefonia mobile, nei valichi principali e secondari che saranno presidiati da oggi e per 15 giorni”. Il sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, ha dichiarato di dare per acquisito “che ci sia una corsia preferenziale e non creare km e km di fila ma questi controlli più accurati che certamente devono esserci siano destinati a quei veicoli che possono avere a bordo quei cosiddetti lupi solitari che possono tradursi in un pericolo per la sicurezza italiana, slovena ed europea”.

Zucchero: nel mio docu-film racconto Adelmo e il suo sradicamento

Zucchero: nel mio docu-film racconto Adelmo e il suo sradicamentoRoma, 21 ott. (askanews) – “E’ la prima volta che mi confronto con questo tipo di esperienze. Avevo però chiara un’idea: non fare un docufilm celebrativo, ma volevo che ci fosse una buona parte di Adelmo anche rispetto a Zucchero, che parte dal paesino di provincia e poi viene sradicato a 11 anni e portato in Versilia, dove – a dire il vero – non mi sono mai trovato bene, ma li ho conosciuto mia moglie e sono nate le mie figlie. Questo sradicamento, soprattutto da mia nonna Diamante, mi ha fatto soffrire e ancora adesso ho la sensazione di non sentirmi mai a casa, da nessuna parte”. Lo ha raccontato Zucchero, alla Festa del Cinema di Roma, presentando il suo film “Zucchero – Sugar Fornaciari”, nelle sale il 23-24-25 ottobre.

“Ogni tanto ci sono questi pensieri un po’ malinconici, sperando che non sfocino in depressione – prosegue Zucchero – una cosa che non auguro a nessuno, perché è tosta superare certi momenti”.

Meloni: Giambruno? Sto bene, non ne voglio più parlare

Meloni: Giambruno? Sto bene, non ne voglio più parlareCairo, 21 ott. (askanews) – “Sto bene, sto molto bene, faccio il mio lavoro come sempre”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, rispondendo ai giornalisti che le chiedevano come stesse dopo la rottura con il compagno Andrea Giambruno.

A chi le chiedeva della ‘parte politica’ del suo post di ieri su Facebook in cui annunciava la rottura, la premier ha replicato: “Non c’è una parte politica, non so cosa non sia chiaro del fatto che non voglio più parlare di questo”.

Meloni: la soluzione strutturale è “due popoli, due Stati”

Meloni: la soluzione strutturale è “due popoli, due Stati”Il Cairo, 21 ott. (askanews) – “Dobbiamo fare l’impossibile per evitare una escalation e perdere il controllo di quel che può accadere, perché le conseguenze sarebbero inimmaginabili. Il modo più serio per raggiungere questo obiettivo è la ripresa di una iniziativa politica per una soluzione strutturale sulla base della prospettiva ‘due popoli e due Stati’, una soluzione concreta e che deve avere una tempistica definita”. Lo ha detto la presidente del consiglio Giorgia Meloni, intervenendo al summit per la pace del Cairo.

“Il popolo palestinese – ha aggiunto – ha diritto a una nazione che si governa da sé in libertà accanto a uno stato di Israele a cui deve essere pienamente riconosciuto il diritto all’esistenza e alla sicurezza. L’Italia è pronta a fare tutto ciò che è necessario” per questo.

Calcio, scontri e arresti prima di Verona-Napoli

Calcio, scontri e arresti prima di Verona-NapoliRoma, 21 ott. (askanews) – Incidenti a Verona prima di Verona-Napoli, match valido per la nona giornata del campionato di serie A in programma oggi alle 15. Intorno alle 10 di stamattina una cinquantina di tifosi del Napoli sono venuti a contatto con sostenitori del Verona nei pressi del parcheggio davanti alla Curva Nord. Circa 300 i tifosi soni stati bloccati dalla Polizia tra viale Piave, Porta Nuova e la zona del Bentegodi. Secondo quanto riporta il quotidiano ‘L’Arena’ alcuni sono stati accompagnati in Questura e per 36 di loro è scattato il divieto di accedere alle manifestazioni sportive. Problemi anche alla Stazione Ferroviaria per l’accensione di fumogeni La polizia municipale è intervenuta sul posto per gestire la viabilità. Per la partita attesi ventimila tifosi, tremila dei quali napoletani.

Chi è stato Sergio Staino

Chi è stato Sergio StainoRoma, 21 ott. (askanews) – La satira, e non solo, piange la morte di Sergio Staino, 83 anni. Vignettista, fumettista, disegnatore tra i più noti in Italia, Sergio Staino è stato da sempre un’intellettuale della sinistra italiana, direttore anche dell’Unità tra il settembre e l’aprile del 2017 quando si dimise a seguito dello sciopero dei giornalisti contrari ai licenziamenti voluti dalla proprietà.

Nato a Piancastagnaio, in provincia di Siena, l’8 giugno 1940, Staino era figlio di un carabiniere. Portato sin da ragazzo per il disegno, laureato in architettura, aveva lavorato per lungo tempo come insegnante di educazione tecnica e si era stabilito a Scandicci, non lontano da Firenze, nel cuore della Toscana rossa. Al mondo del fumetto era approdato relativamente tardi, perché l’anno di nascita di Bobo è il 1979, quando il simpatico personaggio autoironico aveva esordito sulle pagine della rivista ½Linus», diretta all’epoca da Oreste Del Buono, riscuotendo subito un notevole successo. Iscritto al Pci, calvo, occhialuto, barbuto e piuttosto pingue, Bobo era una sorta di alter ego dell’autore, ne rifletteva le incertezze e la profonda sensibilità umana. Incarnando i sentimenti e le frustrazioni della sinistra italiana, Bobo ebbe un enorme successo. Bobo con i personaggi di contorno: la moglie Bibi, i figli Ilaria e Michele, il compagno brontolone Molotov, ancora intriso di mentalità stalinista. Staino collaborò negli anni con il Corriere della Sera, il Venerdì, la Repubblica, Cuore. Nel 1986 fondò Tango un settimanale satirico dell’Unità, che ebbe tra i collaboratori Altan, ElleKappa, Riccardo Mannelli, Michele Serra, David Riondino, Gino e Michele, Francesco Guccini. Lo diresse fino alla chiusura nel 1989 e dalla cui esperienza nacque Cuore.

Il suo lavoro tuttavia era molto apprezzato anche al di fuori del partito. Umberto Eco ebbe a dire che uno studioso del futuro, ignaro delle vicende italiane, avrebbe trovato nelle strisce di Bobo un’ottima fonte per comprendere i cambiamenti avvenuti nella nostra società a partire dagli anni Ottanta. Nel 1984 Staino aveva vinto meritatamente il premio della Satira di Forte dei Marmi. A Forattini, che lo aveva accusato di non avere il coraggio di rivolgere i suoi strali verso i dirigenti comunisti, Staino aeispose disegnando in prima pagina nel luglio 1986 Natta nudo e intento a ballare seguendo la musica di un’orchestrina diretta da Giulio Andreotti e Bettino Craxi. Il caso fece rumore e molti nel Pci non avevano presero bene quella trovata coraggiosa.

COllaborò per quasi un anno, nel 2018, con il quotidiano dei vescovi, Avvenire, pubblicando fumetti poi raccolti nel volume Hello Jesus (Giunti, 2019). Da ricordare anche la sua attività come sceneggiatore in due film: Cavalli si nasce (1988) e Non chiamarmi Omar (1992). Tra i tanti libri pubblicati, merita una menzione Quel signore di Scandicci (Rizzoli Lizard, 2020) una sorta di summa delle vicissitudini di Bobo. Sin dal 1977 Staino aveva accusato gravi problemi alla vista, causati da una progressiva degenerazione retinica, che con il tempo lo avevano reso quasi cieco. Aveva affrontato la malattia con estremo coraggio, assistito dalla moglie Bruna, e aveva continuato a lavorare fino all’ultimo, con l’aiuto del computer e con notevole fatica. Dal 2017 lavorava per ½La Stampa», ma non aveva perso la speranza di vedere rivivere ½l’Unità». Con il solito spirito equanime, riconosceva doti significative anche a Giorgia Meloni. Ma guardava alla vita pubblica con crescente perplessità: Oggi aveva detto in un’intervista, “c’è meno bisogno di satira. Oggi i politici si dissacrano da sé”.

Meloni: Isaraele ha diritto alla difesa, ma non sia vendetta

Meloni: Isaraele ha diritto alla difesa, ma non sia vendettaCairo, 21 ott. (askanews) – Di fronte ad atti come donne e bambini decapitati “uno Stato è pienamente legittimato alla sua esistenza e alla difesa dei confini ma la reazione di uno stato non può essere mai motivata da sentimenti di vendetta: uno Stato fonda la sua reazione su ragioni di sicurezza, commisurando la sua forza e tutelando la popolazione civile”. Lo ha detto, tra le altre cose, la presidente del consiglio Giorgia Meloni, intervenendo al summit per la pace del Cairo. Questo per Meloni è il “confine” e “sono fiduciosa” che questa sia anche la posizione di Israele.

E’ morto Sergio Staino, celebre per il suo alter ego “Bobo”

E’ morto Sergio Staino, celebre per il suo alter ego “Bobo”Roma, 21 ott. (askanews) – E’ morto, all’età di 83 anni, Sergio Staino, disegnatore e fumettista, celebre per il suo alter ego ‘Bobo’ che, con i commenti dissacranti della moglie Bibi e dei figli Ilaria e Michele (“non farmi domande troppo difficili, viviamo in tempi senza risposte”) ha accompagnato le fortune e le sventure della sinistra italiana e di tutta la politica. Staino era ricoverato in un ospedale di Firenze. Le sue condizioni si erano aggravate, dopo i problemi di salute di circa un anno fa e dai quali non si era ripreso.

Staino era nato e cresciuto a Piancastagnaio, in provincia di Siena. Si era laureato in architettura e aveva insegnato educazione tecnica in vari licei. Bobo compare per la prima vola nel 1979 sulla rivista Linus e da allora Staino si era imposto come uno dei maggiori autori di satira, ma sempre in punta di fioretto, attraverso i maggiori quotidiani nazionali. Aveva anche collaborato col mondo della tv e del cinema. La sua esperienza professionale e di passione politica principale resta quella a L’Unità, di cui fu anche direttore tra il 2016 e il 2017.