Papa saluta Nuovi Orizzonti. Associazione: siamo in missione di stradaCittà del Vaticano, 15 ott. (askanews) – “Saluto i più di 400 giovani ‘missionari’ di Nuovi Orizzonti, di cui circa un centinaio appartenenti ad altre 9 diverse associazioni e comunità che – da ieri fino a domenica prossima – sono impegnati nella missione di strada a Roma con la comunità Nuovi Orizzonti, andando nei luoghi di aggregazione giovanile, nelle scuole, negli ospedali, nelle carceri, in strada per annunciare la gioia del Vangelo. Sono bravi questi! Li sosteniamo con la preghiera in questo ascolto del grido di tanti giovani e tante persone bisognose di amore”. Questo il saluto che Papa Francesco ha voluto rivolgere, al termine dell’Angelus domenicale, ai giovani dell’associazione cattolica fondata da Chiara Amirante.
Un saluto ed un pensiero che i giovani hanno accolto con grande entusiasmo. E’ la stessa “Nuovi Orizzonti”, che spiega il senso dell’iniziatva che coinvolgerà 400 persone e altre 9 realtà ecclesiali in una “missione di strada” nella capitale dal 14 al 22 ottobre, con l’intento di andare “in strade, piazze, scuole, università, ospedali, carceri, promuovendo attività di prevenzione, ascolto e accoglienza per persone povere, emarginate e raggiungendo i giovani nei loro luoghi di aggregazione per contrastare la drammatica realtà del disagio giovanile”.
Fmi-Banca Mondiale, Thailandia ospiterà gli incontri annuali nel 2026Marrakech, 15 ott. (askanews) – La Thailandia ospiterà gli incontri annuali di Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale nel 2026. La cerimonia di firma di è svolta al vertice di Marrakech, all’ultimo giorno di svolgimento, con un passaggio ideale tra economie africane e asiatiche. “Siamo così entusiasti che la Thailandia sarà il prossimo ospite degli incontri – ha commentato sabato il direttore del Fondo Kristalina Geoergieva – un paese molto ospitale, come il Marocco, con una grande capacità di accogliere incontri internazionali”.
Poi dalla direttrice del Fondo, in conferenza stampa, una battuta scaramantica: “vi dirò una cosa che vorrei che non accadesse, affinché la Thailandia
Bagnaia vince il MotoGp in Indonesia e torna in testa al mondialeRoma, 15 ott. (askanews) – Riscossa Francesco Bagnaia. Il leader del mondiale vince in Indonesia partendo tredicesimo in griglia e sfrutta la caduta di Martin tornando in testa alla classifica con 18 punti di vantaggio sullo spagnolo. Una vera e propria beffa per Martin che stava dominando fin dal via del Gran Premio dell’Indonesia. Diciamo che la dea bendata ha reso in parte a Bagnaia quanto era accaduto in India e a Barcellona con la caduta che ha permesso a Martin di fare in pieno ed il terribile incidente che lo ha costretto ad un lento, e quasi miracoloso recupero. Sul podio in Indonesia salgono anche Maverick Vinales, secondo e Fabio Quartararo, alla sua miglior gara dell’anno con la Yamaha Monster Energy. Podio sfiorato per Fabio Di Giannantonio che chiude quarto una gara tutta in progresione davanti a Marco Bezzecchi e a Brad Binder. Una gara che parla Jorge Martin in avvio. Una partenza a fionda per lo spagnolo che precede Vinales, Quartararo, Marini, Binder e Bagnaia. Il poleman Marini cade a causa di un contatto con Binder all’inizio del secondo passaggio. Martin leader solitario davanti a Vinales, mentre Bagnaia duella con Quartararo e risale le posizioni. Martin cade a quindici giri dalla bandiera a scacchi lasciando a Vinales la leadership davanti a Bagnaia che si riprende la testa del mondiale. Quartararo terzo. A undici giri dal termine, Bagnaia si lancia alla caccia di Vinales, lo attacca, lo supera e prende il comando a otto giri dal traguardo. Vinales resiste a Quartararo e prova a riavvicinarsi al leader, portandosi dietroil francese ma entrambi devono arrendersi a Bagnaia che vince il GP dell’Indonesia. Di Giannantonio taglia il traguardo quarto davanti a Bezzecchi e Binder. Il sudafricano precede il compagno di squadra Miller. Bastianini, Rins e Espargarò chiudono la top ten. In classifica Bagnaia 346, Martin 32, Bezzecchi 283, Binder 211, Espargaro 177
M.O.,Papa: già troppe vittime. Preservare civili e più deboliCittà del Vaticano, 15 ott. (askanews) – “Continuo a seguire con tanto dolore quanto accade in Israele e Palestina e penso ai tanti, in particolare ai piccoli e agli anziani. Rinnovo l’appello per la liberazione degli ostaggi, e chiedo con forza che i bambini, i malati, gli anziani, le donne e tutti i civili non siano vittime del conflitto. Si rispetti il diritto umanitario, soprattutto a Gaza dove è urgente e necessario garantire corridoi umantari e soccorrere tutta la popolazione”. Lo ha detto Papa Francesco al termine dell’Angelus di oggi.
“Fratelli e sorelle già sono morti moltissimi, per favore non si versi altro sangue innocente nè in Terra Santa, nè in Ucraina o in qualsiasi altrto luogo. Basta! – ha quindi aggiunto – Le guerre sono sempre una sconfitta, sempre!”. Il papa ha chiamato, quindi, i fedeli a incrementare “la preghiera e la forza mite e santa da opporre alla forza diabolica dell’odio, del terrorismo, della guerra”. “Invito tutti – ha quindi concluso – a unirsi alla Chiesa in Terra Santa nel celebrare martedì prossimo, 17 ottobre, la giornata di preghiera e digiuno”.
La coscienza di Zeno con Haber sbarca al Teatro Quirino di RomaRoma, 15 ott. (askanews) – La coscienza di Zeno di Italo Svevo per la regia di Paolo Valerio e con protagonista Alessandro Haber, è la nuova produzione firmata dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e Goldenart Production in occasione del centenario dalla pubblicazione del capolavoro sveviano. Dopo Trieste, dove ha debuttato, La coscienza di Zeno sarà in tournée nazionale e arriverà al Teatro Quirino di Roma dal 17 al 29 ottobre.
Lo spettacolo scaturisce dal lavoro di una compagnia meticolosamente orchestrata – la compongono oltre ad Alessandro Haber, Alberto Onofrietti (che interpreta Zeno giovane), Francesco Migliaccio, Valentina Violo, Ester Galazzi, Riccardo Maranzana, Emanuele Fortunati, Meredith Airò Farulla, Caterina Benevoli, Chiara Pellegrin, Giovanni Schiavo – e da uno stimolante intrecciarsi di dimensioni e linguaggi scenici. Con Paolo Valerio collaborano Marta Crisolini Malatesta per la scena e i costumi, Gigi Saccomandi per le luci, Alessandro Papa per i video e Oragravity per le musiche. La pièce restituisce l’affascinante complessità del milieu in cui Svevo concepisce e ambienta il romanzo e ne illumina i nodi fondamentali e potentemente antesignani attraverso l’inedito adattamento, nato dalla collaborazione fra Paolo Valerio e Monica Codena. Hanno lavorato attentamente sull’innovativa scrittura sveviana su interessanti scelte di messinscena e su un protagonista fuori da ogni cliché, come Alessandro Haber. Sarà lui a coniugare la profondità e l’ironia surreale di Zeno Cosini, a tratteggiarne complessità e fragilità, senso di inadeguatezza e successi, autoassoluzione e sensi di colpa, la nevrosi e quell’incapacità di sentirsi “in sintonia” con la società, che lo porteranno sul lettino del Dottor S e alla scrittura del diario psicanalitico… Aspetti che si rispecchiano potentemente nelle contraddizioni dell’uomo contemporaneo, e lo rendono un personaggio attuale e teatralissimo nella sua surrealtà, nei suoi divertenti lapsus e ostinazioni, nelle sue intuizioni che ancora ci scuotono.
Paolo Valerio concretizza sulla scena la fascinazione dell’analisi che il protagonista fa della propria esistenza e del suo mondo interiore, sdoppiando il personaggio di Zeno e rendendo così quasi tangibile il dialogo che egli ha con sé stesso, il confronto con la sua “coscienza”, lo sguardo partecipe e allo stesso tempo scettico che pone sui ricordi e gli eventi della sua vita. La produzione dello spettacolo si inserisce in una linea di ricerca e di valorizzazione dei grandi autori che radicati a Trieste, sono stati fondamentali nella letteratura del Novecento europeo: dunque Svevo, Joyce, per la poesia Umberto Saba… è così che in alcuni teatri (fra cui il Quirino a Roma, il Teatro della Pergola a Firenze) in concomitanza con La coscienza di Zeno sarà programmato anche Svevo di e con lo scrittore Mauro Covacich: un modo per offrire al pubblico uno scorcio raro, approfondito e valorizzante su questo affascinante autore.
Da Milano al mondo: le città (in)visibili di Gabriele BasilicoMilano, 15 ott. (askanews) – Le città sono stati d’animo, ma anche forme di sguardo. E una delle più celebri tra queste ultime è quella di Gabriele Basilico, il fotografo milanese di cui ricorre il decennale dalla morte. E Milano ora lo ricorda con una mostra su due sedi, la Triennale e Palazzo Reale, che parte dal capoluogo lombardo per arrivare al resto del mondo ed è intitolata “Le mie città”. Giovanna Calvenzi ha curato entrambe le esposizioni. “Milano era il suo porto di partenza e il suo porto di ritorno – ci ha raccontato – l’ha detto e scritto più volte. Però di Milano amava soprattutto le zone in espansione, le periferie, le zone dove delle cose potevano succedere”.
Quello che più si percepisce, addentrandosi nelle fotografie di Basilico, è il modo in cui la città prende forma, il suo “darsi” una forma, che in un certo senso sembra prescindere dall’intervento umano. La città esiste, la città è. E noi lo possiamo scoprire grazie a queste immagini. In Triennale attraverso 13 serie si incontra la Milano di Basilico, dai famosi ritratti di fabbriche agli anni della trasformazione urbanistica con l’arrivo dei grattacieli. A co-curare questa mostra, realizzata in collaborazione con il Museo di fotografia contemporanea, c’è Matteo Balduzzi. “Si tratta di una mostra molto libera, molto aperta – ha spiegato – ma anche rigorosa, che di fatto ordina il lavoro che Gabriele ha fatto su Milano e lo presenta in modo quasi completo per la prima volta al pubblico”. A Palazzo Reale, invece, gli scatti di Basilico arrivano nella Sala delle Cariatidi, riproponendo un dialogo serrato tra la contemporaneità del lavoro e la storicità del luogo, tra lo spirito delle città e la dimensione architettonica dello spazio che fa da cornice. In questo caso insieme a Calvenzi ha lavorato Filippo Maggia. “Una città che non si ripete – ci ha detto – ma che è successiva una all’altra: ogni città è diversa, il luogo è diverso, il modo di interpretare l’impatto con la città, il modo di conoscere la città di Gabriele Basilico muta negli anni, si evolve, si passa da una visione più frontale a una che negli ultimi anni sarà verticale spsso e anche a colori, ma verticale inteso come a volo d’uccello, non dall’alto verso il basso, quindi come una fotocamera che plana sulla città”.
E l’azione di planare è forse quella più coerente quando si prova a capire una città: arrivarci per scoprirla e farlo perdendosi in mille angoli e mille storie silenziose. Quelle storie che Gabriele Basilico ha raccontato per decenni con un nitore che sarebbe piaciuto all’Italo Calvino de Le città invisibili. (Leonardo Merlini)
Papa: Dio non ci vuole sudditi. Il dramma della storia è il ‘no’ a LuiCittà del Vaticano, 15 ott. (askanews) – Il tipo di relazione che Dio offre all’uomo è quello dello “stare con Lui, lasciandoci la possibilità di accettare o meno l’invito. Non ci propone un rapporto di sudditanza, ma di paternità e di figliolanza, che necessariamente è condizionato dal nostro libero assenso”. Lo ha ricordato Papa Francesco durante l’Angelus domenicale in piazza San Pietro. Commentando il brano evangelico proposto nella liturgia domenicale, Francesco ha aggiunto che Dio “rispetta fino in fondo la nostra libertà” e “si propone, non si impone, mai”. “Il dramma della storia”, in questa dinamica di libertà, secondo Francesco, è proprio il “‘no a Dio” da parte dell’uomo. “Ma perché gli uomini rifiutano il suo invito?”, ha chiesto il Papa che ha citato il brano evangelico proposto oggi nel quale si afferma che gli invitati al banchetto di nozze ‘non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari’. Non se ne curano, perché pensano alle proprie cose. E quel re che è padre, Dio, cosa fa? Non si arrende, continua a invitare, anzi allarga l’invito, finché trova chi lo accetta, tra i poveri. Fra loro, – ha quindi detto Papa Francesco – che sanno di non avere molto altro, tanti vengono, fino a riempire la sala. “Fratelli e sorelle, – ha quindi concluso Papa Francesco – quante volte non ci curiamo dell’invito di Dio perché intenti a pensare alle nostre cose! Spesso si lotta per avere il proprio tempo libero, ma oggi Gesù ci invita a trovare il tempo che libera: quello da dedicare a Dio, che ci alleggerisce e risana il cuore, che accresce in noi la pace, la fiducia e la gioia, che ci salva dal male, dalla solitudine e dalla perdita di senso. Dove? Nella Messa, nell’ascolto della Parola, nella preghiera e anche nella carità, perché aiutando chi è debole o povero, facendo compagnia a chi è solo, ascoltando chi chiede attenzione, consolando chi soffre, si sta con il Signore, che è presente in chi si trova nel bisogno. Tanti, però, pensano che queste cose siano ‘perdite di tempo’, e così si chiudono nel loro mondo privato; ed è triste”.
Fmi, finiti incontri Marrakech senza accordo su finanziamentiMarrakech, 15 ott. (askanews) -Nulla di fatto al vertice di Marrakech, in Marocco, sulle maggiori sfide relative al Fondo Monetario Internazionale per quanto riguarda il cambiamento degli equilibri azionari, che potrebbe riflettere meglio le mutate gerarchie economiche, e sulla capacità di prestito da aumentare. I ministri e i governatori delle banche centrali dei paesi membri del Fondo monetario internazionale non sono infatti riusciti a trovare un accordo su un piano sostenuto dagli Stati Uniti per aumentare i finanziamenti dell’istituzione senza dare più azioni alla Cina e ad altri grandi mercati emergenti, ma hanno promesso un “aumento significativo” delle risorse di prestito entro la fine dell’anno, come ha annunciato la presidente dell’International Monerary and Financial Committee, l’organo più rappresentativo Fmi, il ministro dell’Economia spagnolo Nadia Calvino.
Nella sua dichiarazione Calvino ha chiesto nuove quote di contributo che “manterrebbero almeno l’attuale dotazione di risorse del Fondo” mentre stanno scadendo accordi di prestito bilaterali per un valore complessivo di 185 miliardi di dollari. Le quote, apportate dai paesi membri in proporzione alla loro partecipazione azionaria, rappresentano solo circa il 40% dei circa mille miliardi di dollari del FMI in termini di prestiti, e il Fondo afferma che una percentuale maggiore di quote fornirebbe maggiore certezza sui prestiti man mano che gli shock economici aumentano.
In questo contesto il piano del Tesoro Usa caldeggiato dal segretario Janet Yellen prevede che i paesi contribuiscano con nuovi fondi di quota in proporzione alle loro attuali partecipazioni – invariate dal 2010 – e aveva ottenuto il sostegno dei paesi del G7, dell’India e di una serie di altri mercati emergenti. Di diverso avviso la Cina, la cui economia è ora tre volte più grande di quella del 2010, e che ha continuato a sollecitare una riforma che preveda per Pechino una maggiore quota di azioni del FMI. Il governatore della Banca popolare cinese Pan Gongsheng ha dichiarato in una dichiarazione alla riunione dell’IMFC che Pechino vuole sia un aumento delle quote che un riallineamento delle azioni “per riflettere il peso relativo dei membri nell’economia globale e rafforzare la voce e la rappresentanza dei mercati emergenti e in via di sviluppo”.
I membri dell’IMFC hanno concordato di aggiungere un terzo presidente del comitato esecutivo dell’FMI per rappresentare i paesi africani, un elemento chiave per il “piano di quote equiproporzionali” degli Stati Uniti. Pan ha affermato che la Cina ha sostenuto questa mossa, ma si tratta di una questione separata dalla formula di partecipazione azionaria. Un funzionario del Tesoro americano ha detto ai giornalisti che, nonostante l’assenza di un accordo definitivo, ci sono stati buoni progressi sulla questione delle quote, con i paesi che parlano delle loro posizioni e un accordo “sempre più probabile” entro ottobre.
Una posizione, quella Usa, sostanzialmente condivisa dalla delegazione italiana guidata dal ministro Giancarlo Giorgetti: “Con sfide così formidabili in vista in un contesto di elevata incertezza – ha affermato nel suo intervento consegnato al Imfc – il ruolo chiave del Fondo è ancora più importante il centro della rete di sicurezza finanziaria globale (GFSN) dovrebbe essere pienamente preservato. “Questo richiede – ha aggiunto Giorgetti – che il Fondo continui ad essere dotato di una solida dotazione finanziaria. Ci sforziamo almeno di mantenere le risorse complessive del Fondo, aumentando al tempo stesso la quantità di quote per dotare il Fondo con una quota maggiore di risorse più stabili e immediatamente utilizzabili. Raggiungere questo obiettivo costituirà un risultato fondamentale della 16a revisione generale delle quote, verso la quale manteniamo il nostro impegno di concluderla entro dicembre 2023”. Ma a dividere i Paesi c’è anche il crescente conflitto tra Israele e Gaza. Il direttore del Fmi Kristalina Georgieva e Georgieva nella conferenza stampa finale tenuta insieme a Calvino ha dato conto delle possibili incognite per il futuro legate al conflitto. “Posso dire che lo shock che le persone hanno provato è emerso dai nostri incontri”, ha detto Georgieva, sottolineando che questi sentimenti si sono spostati dagli attacchi contro “civili innocenti” in Israele alla “necessità di trovare ora modi per prevenire la perdita di vite civili a Gaza. Quello che vediamo, ovviamente, è il riconoscimento che questa è un’altra fonte di incertezza”. Anche il Development Committee, l’organo di governo della Banca Mondiale non è stato in grado di emettere un comunicato congiunto, sebbene abbia notato in una dichiarazione del suo presidente che la “la maggior parte dei membri” ha sostenuto il linguaggio dei leader del G20 sulla guerra in Ucraina.
”Codice Carla”, il docufilm omaggio a Carla Fracci evento al cinemaRoma, 15 ott. (askanews) – Su Carla Fracci sembra sia già stato raccontato tutto. Tuttavia, c’è ancora qualcosa da dire su questa ballerina eccezionale. Cosa si nasconde dietro tutte le interviste e gli aneddoti continuamente ripetuti? In che modo è diventata l’étoile che il mondo celebra ancora oggi? E come la sua esperienza può essere utile a tutti coloro che sognano di diventare artista? È da qui che prende vita “Codice Carla”, il film documentario scritto e diretto da Daniele Luchetti e prodotto da Anele e Luce Cinecittà con Rai Cinema che arriverà al cinema solo il 13, 14 e 15 novembre (elenco sale a breve su nexodigital.it e prevendite aperte dal 18 ottobre) per omaggiare la grande artista.
Intrecciando rare interviste e immagini di repertorio alle testimonianze d’eccezione di Roberto Bolle, Jeremy Irons, Marina Abramovic, Carolyn Carlson, Eleonora Abbagnato, Alessandra Ferri, Enrico Rava, Chiara Bersani, Beppe e Francesco Menegatti, Luisa Graziadei, Vittoria Regina, Gaia Straccamore, Hanna Poikonen, il film mostra come Carla Fracci (1936-2021) fosse molto più di una ballerina famosa. Era un’insegnante, un’attrice, un’interprete, una donna modesta e laboriosa. Ma cosa l’ha resa un’icona? Qual era il suo codice e qual è il codice di quegli artisti e performer che, col corpo, il movimento e la musica, si confrontano ogni giorno? Per rispondere a queste domande, Daniele Luchetti si concentra sulla vita dell’artista anziché sulla sua biografia cronologica, con l’obiettivo di ispirare i giovani attraverso un’analisi di quella straordinaria esperienza. Ad accompagnarci in questo percorso di danza e parole, le musiche degli Atoms For Peace edite da Thom Yorke e Sam Petts-Davies, con Thom Yorke a ricoprire anche il ruolo di Music Supervisor del film.
”Invisible City”, la mostra fotografica di Gaido in VersiliaRoma, 15 ott. (askanews) – In occasione della seconda edizione di Pietrasanta Design Week-end, il Complesso Monumentale Chiostro di Sant’Agostino della cittadina versiliese ospita dal 19 ottobre al 10 dicembre 2023 la mostra di Veronica Gaido INVISIBLE CITY a cura di Maria Vittoria Baravelli.
L’esposizione è una serie fotografica, nata nel 2015 e ancora in fieri, per cui l’artista si è ispirata al celebre romanzo omonimo di Italo Calvino. La mostra, dopo essere stata ospitata al Consolato generale d’Italia a New York da maggio a settembre 2023, approda in Italia e sarà uno degli eventi di punta di Pietrasanta Design Week-end. Da New York a Pechino, da Miami a Tokyo, gli edifici di queste grandi metropoli si trasformano passando attraverso l’occhio di Veronica Gaido e diventano sostanza viva, pura luce. L’artista fa diventare la materia dura delle architetture monumentali fluida, flessibile, sinuosa; tratta i grattacieli come fossero canne di bambù mosse dal vento, percorse dalla luce, dal tempo e dalle sue emozioni, in una visione che guarda alla pittura futurista del primo Novecento, ma che diventa futuristica.
Un vero e proprio passaggio di materia dove il solido diventa fluido e vibrante, creando delle immagini che attraggono e respingono allo stesso tempo e che, trasportando la mente nella sfera del sublime, fanno correre l’immaginazione e danno vita a spazi e mondi altri. In questo modo, Veronica Gaido non è solo una fotografa, ma una pittrice della realtà, un’artista che dipinge con la luce per farci vedere il mondo con una nuova prospettiva, ricordandoci che la bellezza è ovunque, se siamo disposti a osservare con attenzione e sensibilità. Le sue immagini sono più di semplici scatti: sono pennellate di colore, luce ed emozione. Ogni foto racconta una storia, cattura un momento, e ci invita a vedere il mondo con occhi diversi.
L’artista spesso parte da una fonte letteraria per dare vita ai suoi lavori, come in questo caso in cui è stata ispirata da Italo Calvino, di cui ricorrono proprio i cento anni dalla nascita, e da quel Marco Polo delle Città invisibili che descrive città immaginifiche, fantastiche, ma dalle possibilità illimitate, come quelle di Veronica Gaido. Veronica Gaido, utilizzando la lunga esposizione e componendo e scomponendo i soggetti che ritrae, siano essi corpi o architetture, come in questo caso, ci restituisce una sua personale interpretazione delle realtà e delle emozioni che quel preciso pezzo di mondo ha suscitato in lei.
“D’una città non godi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà ad una tua domanda”, questa citazione di Italo Calvino sembra incarnare il sentimento che emerge dal lavoro fotografico di Veronica Gaido intitolato “INVISIBLE CITY”, in omaggio al celebre romanzo dello scrittore”, scrive Maria Vittoria Baravelli curatrice della mostra. “Una indagine attraverso le sue fotografie liquide delle città del mondo, dall’America al Giappone, dalla Cina all’Europa, per giungere oggi, in occasione della sua mostra, in Versilia, territorio in cui è nata”. L’esposizione racconta di come le architetture, totem della nostra contemporaneità esprimano le vite di chi i luoghi li vive, dimostrando quanto la sua fotografia sia più vicina all’arte che al reportage. Corpi vicini, lontani, sfumati, accennati o a malapena visibili. Nelle immagini di Veronica, sembra che esploriamo la superficie delle cose, cercando di unire i pezzi e di delineare tutte le vite che non sono le nostre, o che forse avremmo potuto vivere se fossimo dall’altra parte del mondo”.