Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

ArtVerona, contaminazione e dialogo per il sistema italiano

ArtVerona, contaminazione e dialogo per il sistema italianoVerona, 13 ott. (askanews) – Il sistema dell’arte italiano si presenta, ormai da 18 anni, ad ArtVerona, appuntamento fieristico che per il 2023 ospita gallerie e premi, oltre a una volontà di dare spazio a curatori e ad artisti, emergenti, ma anche storici, con opere importanti come per esempio lo Spazio elastico di Gianni Colombo ricostruito in fiera. Alla direzione artistica di ArtVerona anche quest’anno Stefano Raimondi: “E’ una fiera – ha detto ad askanews – che si basa sempre sulla promozione e valorizzazione del sistema dell’arte italiano, quindi ci sono oltre 145 espositori, però è un sistema che si allarga, si allarga creando relazioni internazionali sia con artisti, come la presentazione di Peter Halley, il suo Magic Carpet di oltre 400 metri quadrati, sia con la partecipazione di importanti gallerie internazionali dalla Turchia, dalla Svizzera, dalla Germania, da Vienna e ospiti invitati dalla fiera sia a livello di collezionisti sia a livello di curatori di musei e istituzioni, anche in questo caso, sia italiani sia stranieri”.

La fiera assegna quest’anno 13 premi e vuole promuovere il confronto tra i diversi attori del panorama artistico nazionale. “Quindi è una fiera che ha nella contaminazione, nel dialogo – ha aggiunto il curatore – la sua anima fondante e nell’accoglienza e nella valorizzazione proprio di quello che è il nostro sistema dell’arte”. Un sistema che a volte oscilla bruscamente tra le visioni della politica e la ricerca portata avanti sui terreni anche meno convenzionali, ma che, comunque, cerca di mantenere vivacità e dinamismo, tenendo insieme attori anche molto diversi tra loro. “È un sistema altamente articolato – ha concluso Raimondi – e ovviamente più ampio è il dialogo tra tutti questi operatori, più la forza del sistema cresce”.

Importante infine anche la relazione con Verona: il progetto Art&TheCity vuole valorizzare luoghi meno noti al grande pubblico mentre due mostre, una dedicata a Giulio Paolini e una alla videoarte, sono state inaugurate in città in occasione della fiera.

Meloni: Italia nave ammaccata ma bellissima, remare in stessa direzione

Meloni: Italia nave ammaccata ma bellissima, remare in stessa direzioneMaputo (Mozambico), 13 ott. (askanews) – “Nel mio ufficio a Palazzo Chigi c’è un piccolo balcone che fa angolo, soprannominato la prua d’Italia. Quando lo guardo mi viene da pensare ai marinai. La metafora ha un senso: anche l’Italia è una nave bellissima, un po’ ammaccata ma ancora la più bella. Anche l’Italia sa come sapete voi che non puoi sapere quale sarà la tempesta che arriverà ma sai che quando arriva quella tempesta l’unica cosa che ti può consentire di domarla è avere una rotta, una guida solida, un equipaggio coeso e capace. E a me piacerebbe che l’Italia imparasse da voi ad affrontare la tempesta remando tutti nella stessa direzione facendo ciascuno la propria parte”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, parlando all’equipaggio della nave cacciatorpediniere “de la Penne” ormeggiata nel porto di Maputo.

“Spero di poter prendere quello che avete voi e provare a trasmetterlo fuori da qui”, ha concluso.

Fmi: obiettivo Italia Pil +1,2% ambizioso ma raggiungibile

Fmi: obiettivo Italia Pil +1,2% ambizioso ma raggiungibileMarrakech, 13 ott. (askanews) – Lo scarto sulle previsioni di crescita del Pil Italiano nel 2024 tra le stime del Fmi (+0,7%) e quelle più ottimistiche del Governo (+1,2%) può essere superato. Da Marrakech, dove si stanno svolgendo gli incontri annuali di Fmi e Banca Mondiale, Il responsabile del Dipartimento Europa del Fondo, Alfred Kammer, in una conferenza stampa ha definito “ambizioso ma fattibile”, l’obiettivo di Roma. “Lo dico – ha affermato – perché il piano Next generation Eu (Ngeu) svolge un ruolo e questi investimenti ci saranno nel 2024 oltre ciò che stiamo prevedendo per l’impatto sui conti pubblici. E ciò potrebbe portare a una crescita più alta. Una crescita dell’1,2% dunque è raggiungibile”.

Poco prima era stato lo stesso ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, anche lui presente ai meeting nella città marocchina, a mostrarsi tranquillo sul divario con le previsioni del Fondo. C’è necessità di modificare la manovra per la minore crescita? “In questo momento – ha risposto – ovviamente noi stiamo valutando. Come è sempre avvenuto e come sempre avviene le differenze di stima da fuori sono più prudenti e conservative rispetto a noi poi tendenzialmente e storicamente le nostre previsioni si rivelano più azzeccate”. Secondo Kammer un ruolo cruciale nell’assicurare il successo all’Italia nel conseguimento degli obiettivi lo può svolgere il piano Next generation Europe che in Italia sfocia nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). “Sul lato dei rischi al ribasso – ha affermato Kammer – occorre considerare che quando si parla del Ngeu in Italia e in altri Paesi è importante che l’attuazione sia accelerata sul lato degli investimenti e delle riforme strutturali. Prevediamo che il piano Ngeu potrebbe portare una spinta all’Europa aumentando il potenziale di reddito dell’1,5% che è un serio contributo alla crescita nel medio termine. L’Italia come altri Paesi sta avendo problemi di attuazione del piano che devono essere affrontati”.

Per cogliere questa opportunità le raccomandazioni sono chiare. “In Italia -sono ancora le parole di Kanner – vediamo anche che molti progetti sono stati decentralizzati a un livello di amministrazioni locali che non hanno la capacita di attuarli. Dunque la standardizzazione delle gare e dei contratti potrebbe accelerare tale attuazione”. Le riforme strutturali e gli investimenti sono dunque entrambi importanti per la spinta alla crescita come anche la crescita della produttività. E anche dovrebbero essere rimossi gli ostacoli alla capacità di attuazione. E questo non vale solo per l’Italia ma anche per gli altri Paesi”. D’altronde, ha spiegato il direttore per l’Europa del Fmi, il taglio delle stime di crescita del Fondo Monetario Internazionale sull’Italia – ridotte al +0,7% quest’anno e per il 2024 – è un effetto “meccanico” del dato del secondo trimestre influenzato dalla fine del superbonus e dalla stretta monetaria messa in atto dalla banca centrale europea. “Le nostre previsioni sulla’Italia – ha spiegato ancora sono state declassate e la maggior parte di questa operazione è stata meccanica, per arrivare al +0,7% come conseguenza di ciò che è accaduto nel secondo trimestre nel quale c’è stato un calo degli investimenti per il cambiamento del regime del superbonus. E ciò meccanicamente – ha aggiunto – porta anche a una revisione al ribasso del Pil per il 2024. In aggiunta certamente vediamo anche l’impatto della stretta monetaria che riflette la nostra previsione per il 2024.

“Quest’anno sulle prospettive di crescita – ha detto ancora l’esponente Fmi – c’è anche l’impatto del calo del credito, mentre esistono ancora alcuni rischi che vengono dalla volatilità dei prezzi energetici. Se poi esaminiamo l’indagine della Banca d’Italia il sentimento (di consumatori e imprese, ndr) sta diventando più negativo così ci sono rischi al ribasso anche sulle proiezioni relative al 2024”.

Spalletti: “Se sono state commesse cose irregolari è giusto pagare”

Spalletti: “Se sono state commesse cose irregolari è giusto pagare”Roma, 13 ott. (askanews) – “E’ stata una notte difficile, quando devi portare a casa risultati c’è sempre ansia, ma è stata una notte differente, con molta amarezza per quello che è successo. Tutta la squadra è vicina a Tonali e Zaniolo, siamo molto dispiaciuti. Continueremo a stargli vicini anche dopo, ora hanno le luci addosso”. Lo ha detto il ct della Nazionale italiana di calcio, Luciano Spalletti, intervistato da Giorgia Cenni per Sky Sport a Coverciano. “Dobbiamo cercare di aiutarli a difendersi – continua – ma è anche giusto che la giustizia faccia il proprio corso e, se sono state commesse cose irregolari, allora sarà giusto pagare. Le parole di Gravina hanno fatto chiarezza e siamo tutti d’accordo sul rischio di cadere in queste tentazioni, noi dobbiamo sforzarci di trovare il modo di fargli capire le insidie che corrono”. Sulla decisione di farli lasciare il ritiro dice: “Non è carino dire chi ha deciso, basta dire che è una decisione corretta – prosegue Spalletti a Sky Sport -. Non possiamo portare due ragazzi scioccati così a giocare una partita. Ora pensiamo a giocare: perdiamo due campioni, ma rimaniamo una squadra fortissima. Zaniolo è straordinario, ha perso dei vizi di campo che aveva, ha sempre colpo da ko nei piedi. Tonali ha forza e continuità, spero di rivederli e di allenarli di nuovo il prima possibile. Ma gli altri sono altrettanto forti. Ho una potenzialità infinita, non cerchiamo alibi. O vinco o sono di livello inferiore a quello che l’Italia merita”. Prossimo impegno Malta: “Noi dobbiamo essere felici di vestire questa maglia, di fare il nostro lavoro. È triste vedere che le potenzialità che abbiamo non vengano date a tutti. Noi siamo stati scelti dalla fortuna per avere la possibilità di essere dei top. In questo lavoro e nella vita. Abbiamo tutte le attenzioni, possiamo far vedere i nostri valori, la nostra intelligenza. Vedere che non riusciamo a riconoscerla è un lavoro che dobbiamo fare. Noi, in quanto personaggi dello sport, abbiamo il dovere di riconoscere quello che ci è stato donato. Si può sbagliare, ma bisogna diventare sempre migliori”.

Bankitalia taglia le stime di crescita: 2023 a +0,7% e 2024 +0,8%

Bankitalia taglia le stime di crescita: 2023 a +0,7% e 2024 +0,8%Roma, 13 ott. (askanews) – La Banca d’Italia ha consistentemente rivisto al ribasso la previsione di crescita economica del Paese su quest’anno, per cui ora indica un limitato più 0,7 per cento del Pil, ha anche limato la crescita attesa sul 2024 al più 0,8 per cento mentre ha confermato al più 1 per cento l’attesa sul 2025. I dati, contenuti nell’ultimo Bollettino economico, segnano un taglio di 0,6 punti percentuali per quest’anno, rispetto alle previsioni dello scorso luglio, e di 0,1 punti sul 2024.

Bankitalia ha anche marginalmente ritoccato a rialzo la previsione di inflazione di quest’anno al 6,1% e quella sul 2024 al 2,4%, in entrambi casi 0,1 punti al di sopra delle stime di luglio. L’inflazione attesa sul 2025 è stata invece tagliata di 0,1 punti all’1,9%. Infine, l’istituzione ha ritoccato a ribasso di 0,1 punti la previsione sul tasso disoccupazione di quest’anno al 7,6%, valore che secondo queste stime dovrebbe restare stabile anche nel 2024 e nel 2025.

“I rischi per la crescita sono orientati al ribasso, quelli per l’inflazione sono bilanciati”, afferma Bankitalia. L’acuirsi delle tensioni geopolitiche, il peggioramento dell’economia cinese e la maggiore rigidità delle condizioni di offerta del credito in Italia, così come nel complesso dell’area dell’euro, “si configurano come rischi al ribasso per la crescita”. Sull’inflazione i rischi risultano invece bilanciati: “quelli al rialzo sono connessi con un ulteriore rincaro delle materie prime e con una minore velocità di trasmissione della recente discesa dei costi di produzione – si legge -; un deterioramento più marcato e persistente della domanda aggregata costituisce invece il principale rischio al ribasso”.

Bankitalia taglia stime di crescita 2023 a +0,7% e 2024 +0,8%

Bankitalia taglia stime di crescita 2023 a +0,7% e 2024 +0,8%Roma, 13 ott. (askanews) – La Banca d’Italia ha consistentemente rivisto al ribasso la previsione di crescita economica del Paese su quest’anno, per cui ora indica un limitato più 0,7 per cento del Pil, ha anche limato la crescita attesa sul 2024 al più 0,8 per cento mentre ha confermato al più 1 per cento l’attesa sul 2025. I dati, contenuti nell’ultimo Bollettino economico, segnano un taglio di 0,6 punti percentuali per quest’anno, rispetto alle previsioni dello scorso luglio, e di 0,1 punti sul 2024.

Bankitalia ha anche marginalmente ritoccato a rialzo la previsione di inflazione di quest’anno al 6,1% e quella sul 2024 al 2,4%, in entrambi casi 0,1 punti al di sopra delle stime di luglio. L’inflazione attesa sul 2025 è stata invece tagliata di 0,1 punti all’1,9%. Infine, l’istituzione ha ritoccato a ribasso di 0,1 punti la previsione sul tasso disoccupazione di quest’anno al 7,6%, valore che secondo queste stime dovrebbe restare stabile anche nel 2024 e nel 2025.

“I rischi per la crescita sono orientati al ribasso, quelli per l’inflazione sono bilanciati”, afferma Bankitalia. L’acuirsi delle tensioni geopolitiche, il peggioramento dell’economia cinese e la maggiore rigidità delle condizioni di offerta del credito in Italia, così come nel complesso dell’area dell’euro, “si configurano come rischi al ribasso per la crescita”. Sull’inflazione i rischi risultano invece bilanciati: “quelli al rialzo sono connessi con un ulteriore rincaro delle materie prime e con una minore velocità di trasmissione della recente discesa dei costi di produzione – si legge -; un deterioramento più marcato e persistente della domanda aggregata costituisce invece il principale rischio al ribasso”.

M.O., Meloni: evitare escalation. Rischio emulazione ma no allarmi

M.O., Meloni: evitare escalation. Rischio emulazione ma no allarmiMaputo, 13 ott. (askanews) – Evitare una “escalation” della crisi israelo-palestinese, che porti il conflitto “fuori controllo”. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni si dice “preoccupata” per la situazione e per questo mantiene contatti costanti con alleati e attori coinvolti. Per quanto riguarda l’Italia, non c’è “un livello particolare di allerta” ma c’è un “rischio di emulazione” e per questo la sicurezza è stata aumentata, in particolare a difesa delle comunità ebraiche italiane.

La premier ha parlato della questione a Maputo, a bordo della nave cacciatorpediniere “Durand de la Penne” della marina italiana, visitata dopo il colloquio con il presidente della Repubblica Filipe Nyusi. “Stiamo lavorando – ha sottolineato – con tutti gli attori della regione: nei giorni scorsi ho sentito diversi capi di Stato e di governo, Netanyahu ma anche il primo ministro libanese, lo sceicco degli Emirati arabi, del Qatar, il presidente al-Sisi, il re di Giordania. Stiamo cercando di scambiare informazioni e di mantenere contatti a 360 gradi proprio per lavorare il più possibile per evitare una escalation che possa portare a un conflitto regionale e quindi molto, molto più esteso. E’ una fase sicuramente molto delicata, oggi Tajani è in Israele e sarà anche in Giordania, è una fase in cui sia a livello di alleati sia a livello degli attori che possono essere coinvolti nella regione bisogna mantenere le interlocuzioni al più alto livello possibile. Sono abbastanza preoccupata dallo scenario generale ma penso che ci sia un lavoro che si possa fare e che stiamo facendo per evitare che il conflitto possa avere una escalation e vada fuori controllo”. Per quanto riguarda eventuali rischi per la sicurezza in Italia, Meloni assicura che “non c’è attualmente un livello particolare di allerta in Italia” ma “una delle primissime cose che abbiamo fatto proprio nel giorno degli atroci attacchi di Hamas è stato rafforzare la sicurezza dei nostri punto sensibili e delle comunità ebraiche”. Del resto, il fatto che “i miliziani di Hamas volessero riprendere scene così atroci è una cosa che deve far riflettere” e “può portare al rischio che qualcuno ritenga di dover emulare un tale terrore”. Per questo “tutti i nostri servizi di sicurezza sono allertati. Credo che si debbano fare valutazioni sul tema di controllare chi entra e chi arriva, in particolare sulla rotta balcanica. E’ uno degli elementi sul quale lavoriamo incessantemente”.

Anche sul fronte umanitario, il tema della popolazione civile palestinese a Gaza è stato “posto”, così come quello degli ostaggi israeliani, su cui “ci sono interlocutori che si stanno muovendo per capire se ci sono dei margini per trovare una soluzione”. “E’ una situazione delicata, tutto quello che si può fare è continuare a dialogare e a parlare per fare quello che è possibile fare. Non è facile neanche nella posizione di Israele dopo le immagini che si sono viste, non è una situazione facile e bisogna muoversi con cautela”.

Meloni: evitare l’escalation della crisi israelo-palestinese. C’è rischio emulazione ma no allarmi

Meloni: evitare l’escalation della crisi israelo-palestinese. C’è rischio emulazione ma no allarmiMaputo, 13 ott. (askanews) – Evitare una “escalation” della crisi israelo-palestinese, che porti il conflitto “fuori controllo”. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni si dice “preoccupata” per la situazione e per questo mantiene contatti costanti con alleati e attori coinvolti. Per quanto riguarda l’Italia, non c’è “un livello particolare di allerta” ma c’è un “rischio di emulazione” e per questo la sicurezza è stata aumentata, in particolare a difesa delle comunità ebraiche italiane.

La premier ha parlato della questione a Maputo, a bordo della nave cacciatorpediniere “Durand de la Penne” della marina italiana, visitata dopo il colloquio con il presidente della Repubblica Filipe Nyusi. “Stiamo lavorando – ha sottolineato – con tutti gli attori della regione: nei giorni scorsi ho sentito diversi capi di Stato e di governo, Netanyahu ma anche il primo ministro libanese, lo sceicco degli Emirati arabi, del Qatar, il presidente al-Sisi, il re di Giordania. Stiamo cercando di scambiare informazioni e di mantenere contatti a 360 gradi proprio per lavorare il più possibile per evitare una escalation che possa portare a un conflitto regionale e quindi molto, molto più esteso. E’ una fase sicuramente molto delicata, oggi Tajani è in Israele e sarà anche in Giordania, è una fase in cui sia a livello di alleati sia a livello degli attori che possono essere coinvolti nella regione bisogna mantenere le interlocuzioni al più alto livello possibile. Sono abbastanza preoccupata dallo scenario generale ma penso che ci sia un lavoro che si possa fare e che stiamo facendo per evitare che il conflitto possa avere una escalation e vada fuori controllo”. Per quanto riguarda eventuali rischi per la sicurezza in Italia, Meloni assicura che “non c’è attualmente un livello particolare di allerta in Italia” ma “una delle primissime cose che abbiamo fatto proprio nel giorno degli atroci attacchi di Hamas è stato rafforzare la sicurezza dei nostri punto sensibili e delle comunità ebraiche”. Del resto, il fatto che “i miliziani di Hamas volessero riprendere scene così atroci è una cosa che deve far riflettere” e “può portare al rischio che qualcuno ritenga di dover emulare un tale terrore”. Per questo “tutti i nostri servizi di sicurezza sono allertati. Credo che si debbano fare valutazioni sul tema di controllare chi entra e chi arriva, in particolare sulla rotta balcanica. E’ uno degli elementi sul quale lavoriamo incessantemente”.

Anche sul fronte umanitario, il tema della popolazione civile palestinese a Gaza è stato “posto”, così come quello degli ostaggi israeliani, su cui “ci sono interlocutori che si stanno muovendo per capire se ci sono dei margini per trovare una soluzione”. “E’ una situazione delicata, tutto quello che si può fare è continuare a dialogare e a parlare per fare quello che è possibile fare. Non è facile neanche nella posizione di Israele dopo le immagini che si sono viste, non è una situazione facile e bisogna muoversi con cautela”.

Schlein: non punire tutto un popolo per sconfiggere Hamas

Schlein: non punire tutto un popolo per sconfiggere HamasRoma, 13 ott. (askanews) – “Ci siamo tutti schierati al fianco di Israele, senza ambiguità, nel condannare nettamente l’attacco terroristico di Hamas, di violenza efferata contro i civili israeliani. Ora è il tempo della politica e di fare ogni tentativo per evitare un’escalation del conflitto e nuove vittime innocenti”. Lo dichiara in una nota la segretaria del Pd Elly Schlein.

Secondo Schlein “bisogna lavorare perché il diritto di Israele a difendersi dall’aggressione e di contrastare e fermare il terrorismo di Hamas si realizzi nel rispetto del diritto internazionale e proteggendo la vita dei civili palestinesi, le cui vite non valgono di meno. L’assedio totale della Striscia, i bombardamenti a tappeto e l’ultimatum di 24 ore per l’evacuazione di 1,1 milioni di persone dal nord di Gaza rischiano di provocare ulteriori morti di innocenti e violazioni di massa dei diritti umani, in un territorio in cui il 40% delle persone ha meno di quindici anni. Hamas non è il popolo palestinese, bisogna isolare Hamas dal popolo palestinese e dal resto del mondo arabo. Sconfiggere militarmente Hamas dunque non può significare punire collettivamente l’intera popolazione di Gaza. L’appello delle Nazioni Unite per revocare l’ordine di evacuazione che ha definito ‘impossibile senza conseguenze umanitarie devastanti’ deve essere sostenuto accanto alla richiesta di corridoi umanitari per consentire l’accesso degli aiuti umanitari indispensabili e l’uscita di tutti i civili che lo vogliano, a cominciare dai bambini e dalle persone più fragili”.

Bce, Kammer (Fmi):non celebrare vittoria su inflazione troppo presto

Bce, Kammer (Fmi):non celebrare vittoria su inflazione troppo prestoMarrakech, 13 ott. (askanews) – Non celebrare prematuramente la vittoria sull’inflazione in Europa. Ci sono molti precedenti storici nel mondo che indicano come la troppa fretta abbia poi costretto le banche centrali a fare marcia indietro. Il segnale alla Bce e ma anche ai governi del Vecchio Continente giunge dal Fondo Monetario Internazionale con un argomentato contributo di Alfred Kammer, responsabile del dipartimento Europa dell’istituzione di Washington.

“Come mostriamo in un recente articolo che esamina 100 episodi di inflazione in tutto il mondo – spiega Kammer in un articolo pubblicato sul blog del Fmi – la storia è disseminata di esempi di celebrazioni premature della vittoria in lotte disinflazionistiche con l’inflazione che ritorna ogni volta. Questo è un errore costoso che l’Europa può e deve evitare. La stabilità dei prezzi deve essere ripristinata stabilito al primo tentativo. E mentre cominciano a farsi sentire gli effetti delle politiche monetarie più restrittive farsi sentire in tutta Europa, e mentre le critiche inevitabilmente aumentano, le banche centrali non devono battere ciglio”. “Secondo Kammer anche i politici possono e dovrebbero aiutare riducendo i deficit ancora elevati per ricostruire o preservare le riserve fiscali, il che contribuirà a ridurre più rapidamente l’inflazione”.

Secondo l’analisi del Fondo, infatti esistono ancora delle incognite legate soprattutto al comportamento delle parti sociali in Europa.”Nelle nostre proiezioni – spiega Kammer – prevediamo che l’inflazione ritorni al livello target nel 2025. Prima di allora, la crescita dei salari nominali aumenterà, recuperando parte del reddito reale perduto dal lavoro. Con strette politiche di indebolimento della domanda interna, i margini di profitto delle imprese dovrebbero comprimersi e aiutare a mitigare l’impatto di una crescita salariale più rapida sull’inflazione, come spieghiamo in una recente ricerca. Ci sono, ovviamente, dei rischi legati al nostro scenario centrale. La crescita dei salari potrebbe superare la nostra ipotesi, facendo lievitare il costo del lavoro. I margini di profitto potrebbero rimanere elevati. E, come il recente Il picco dei prezzi del petrolio è evidente, gli shock sui prezzi delle materie prime continuano a destare preoccupazione”. Esiste però anche un’altra possibilità: “dall’altro lato, se gli aumenti dei tassi di interesse si trasmettono più velocemente di quanto prevediamo, o più fortemente, alla domanda e alle aspettative di inflazione, l’inflazione potrebbe diminuire più rapidamente. La politica monetaria dovrebbe rimanere dipendente dai dati. Sotto la linea di base, questo significa che dovrebbe mantenere la rotta e rimanere restrittiva nella maggior parte dei paesi. Se l’inflazione arriva molto più bassa o superiore, i tassi dovrebbero adeguarsi. Ma, in generale, durante uno sforzo di disinflazione – sottolinea Kammer – è meglio sbagliare nel fare un po’ di più che nel fare di meno in risposta a un sorpresa al rialzo”.

D’altronde “prima o poi arriverà il momento dei tagli dei tassi d’interesse. Quando lo si fa, è meglio che tali tagli non comportino inversioni di rotta. Quel momento non è adesso. L’urgenza richiede anche pazienza. La buona notizia, nel frattempo, è che i mercati del lavoro europei sono forti. Hanno attraversato i travagli della pandemia, lo shock energetico e la politica monetaria più severa nella memoria recente. I mercati del lavoro europei si sono dimostrati straordinariamente resilienti”. Anche se, puntualizza “con la politica monetaria più restrittiva che ora alimenta intenzionalmente una forte stretta creditizia, e con l’industria ancora in fase di adeguamento all’aumento dei costi energetici relativi ai livelli di qualche anno fa, un certo indebolimento dell’attività è inevitabile, anche se il Il rallentamento sarà parzialmente attenuato dalla stabilità dei consumi privati con il recupero dei salari reali”.