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Sud, Damante (M5s): governo miope, serve Zes differenziata per isole

Sud, Damante (M5s): governo miope, serve Zes differenziata per isoleRoma, 12 ott. (askanews) – “Il ministro Fitto non può approcciarsi alle dinamiche e alla governance degli strumenti di sviluppo parlando in maniera generica di Sud e di Mezzogiorno, senza l’adeguato riconoscimento delle peculiarità insulari. In questo modo dimostra non solo una visione verticistica e accentratrice, ma soprattutto conferma la chiara volontà di non voler davvero risolvere e superare gap e svantaggi derivanti dall’insularità. Oggi, in ‘commissione Insularità’ al Senato, abbiamo votato all’unanimità la deliberazione che prevede l’avvio di un’indagine conoscitiva sull’individuazione degli svantaggi derivanti dalla condizione d’insularità e sulle relative misure di contrasto. Il Governo Meloni dovrà assolutamente tenerne conto e dare attuazione, anche in previsione della manovra di Bilancio, alla riforma costituzionale che ha introdotto il principio di insularità in costituzione” Così Ketty Damante, senatrice M5s.

“Come si fa a ipotizzare una Zes unica del Mezzogiorno? Riproporre le stesse politiche di investimento per tutto il Mezzogiorno dimostra come il governo nazionale non abbia mai letto un report statistico sulle condizioni della Sicilia. Il ministro Fitto dovrebbe evitare di accentrare le risorse in capo al Ministero per il Sud accomunando isole come la Sicilia o la Sardegna, con le proprie particolarità, peculiarità, fabbisogni, a territori quali Campania, Molise, Puglia Basilicata e Campania. Non possiamo credere che il ministro non conosca tali differenze, dunque auspichiamo che si lavori per una Zes differenziata per le isole”, conclude la senatrice M5s Damante.

Sud, Istat: oltre il 70% degli under 35 vive ancora in famiglia

Sud, Istat: oltre il 70% degli under 35 vive ancora in famigliaRoma, 12 ott. (askanews) – La gioventù è un’età di passaggio, ma gli attuali giovani del Mezzogiorno hanno un percorso più “lungo e complicato” verso l’età adulta. Si dilatano notevolmente i tempi di uscita dalla casa dei genitori, di formazione di una famiglia propria. Nel Mezzogiorno il 71,5% dei 18-34enni nel 2022 vive in famiglia (64,3% nel Nord Italia; 49,4% nell’Ue a 27), con un forte aumento rispetto al 2001 (62,2%). E’ quanto emerge dal focus Istat ‘I giovani del Mezzogiorno: l’incerta transizione all’età adulta’.

Il sud d’Italia presenta una perdita accentuata di popolazione giovanile. Attualmente, la quota di giovani (18-34 anni) è maggiore nel Mezzogiorno (18,6%) rispetto al Centro-nord (16,9%), ma nel primo caso la flessione è molto severa (-28% dal 2002). Si prevede che nel lungo periodo (2061) gli ultra-settantenni saranno il 30,7% della popolazione residente nel Mezzogiorno (18,5% nel Centro-nord). La propensione alla nuzialità e alla procreazione si riduce, e tali eventi si posticipano ovunque. Nel 2021, l’età media al (primo) matrimonio degli italiani è di circa 36 anni per lo sposo (32 nel 2004) e 33 per la sposa (29 nel 2004); quella della prima procreazione per le donne è in continuo aumento (32,4 anni contro 30,5 nel 2001). Ciò rischia di interferire con il ciclo biologico della fertilità e di alimentare l’”inverno demografico”.

Nelle nuove generazioni di giovani meridionali si rileva una progressiva estensione dei percorsi di studio. I cosiddetti “millennials” (nati fra il 1981 e il 1995) sono di gran lunga più istruiti, soprattutto per la visibile riduzione della componente con titoli inferiori al diploma (24,4%) ormai superata da quella terziaria (27,8%). Negli ultimi anni è aumentata la propensione agli studi universitari, soprattutto nel Mezzogiorno: qui nell’a.a. 2021-22 si registrano 58 immatricolati per 100 residenti con 19 anni (56 nel Centro-nord); 47 iscritti ogni 100 19-25enni (41 nel Centro-nord); 22 laureati (anno solare 2022; I e II ciclo) ogni 100 23-25enni (19). Le immatricolazioni aumentano soprattutto nelle Regioni con alta disoccupazione e basso Pil pro-capite (fra il 2010 e il 2022: Sicilia +15,6 punti; Sardegna +13,6; Calabria +10,9; di contro: Lazio +8,4; Lombardia +5).

Musica, l’Associazione Fonografici Italiani festeggia 75 anni

Musica, l’Associazione Fonografici Italiani festeggia 75 anniRoma, 12 ott. (askanews) – “Per Primi, da Sempre” è lo slogan con cui il presidente Sergio Cerruti riassume i 75 anni di attività dell’Associazione Fonografici Italiani (AFI), la più storica associazione a tutela dell’industria discografica italiana. “Come la Costituzione e il Senato della Repubblica, anche la musica quest’anno festeggia la tappa di un viaggio lungo 75 anni – dichiara Cerruti – un traguardo che non interessa solo l’Associazione che ho l’onore di presiedere ma, in senso più ampio e guardando alla sua storia, tutta l’industria musicale del nostro Paese fatta anche di quelle giovani corporazione che proprio dall’AFI discendono”.

Il primo di una futura serie di festeggiamenti è previsto per venerdì 13 ottobre alle ore 10.30 a Milano presso la Sala Alessi di Palazzo Marino, durante il quale sarà ripercorsa – insieme alle istituzioni milanesi Filippo Barberis (Presidente del gruppo consiliare del Partito Democratico) e Isabella Menichini (Direttore Spettacolo – Assessorato alla Cultura presso Comune di Milano), importanti giornalisti come Mario Luzzatto Fegiz (Corriere della Sera), Paolo Giordano (Il Giornale), Massimiliano Castellani (Avvenire), Fabrizio Biasin (Libero), Giampiero di Carlo (Rockol) e John Vignola (Rai Radio 1) – la storia di AFI, associazione costituita nel 1948 che nel tempo ha rappresentato le principali espressioni artistiche e i più famosi produttori musicali italiani, continuando a essere fino ai nostri giorni un punto di riferimento per tutta l’industria musicale del nostro Paese e, sicuramente, un fiore all’occhiello per la città di Milano. “75 anni di storia vissuti interamente in via Vittor Pisani a Milano, la capitale italiana della musica” specificano dall’Associazione Fonografici Italiani. Una giornata altamente celebrativa voluta e guidata dal Presidente Sergio Cerruti accompagnato da uno speciale intervento di Franco Bixio, Past President e associato AFI dal lontano 1960, che donerà alla Città di Milano un raro spartito della canzone ‘Violino Tzigano’ a testimonianza degli albori dell’industria musicale italiana, dichiarando che “all’inizio del ‘900 la prima industria della musica italiana nasceva intorno alle espressioni artistiche degli autori. Si faceva musica nelle case, nei locali da ballo, nei tabarin e questo alimentava la richiesta continua di nuove canzoni e di nuovi spartiti dai titoli talvolta esotici che raccontavano di terre e viaggi lontani per far sognare avventure impossibili. Mio padre Cesare Andrea Bixio, uno degli autori di maggior successo dell’epoca, aprì la prima casa editrice di canzoni a Milano proprio in quella Galleria del Corso che oggi è ancora il punto di riferimento della musica leggera e ospita alcuni tra i più grandi editori del nostro Paese – conclude il Past President -. Quando arrivò il disco, l’idea di industria musicale si consolidò e si sentì la necessità di unire le varie case discografiche in una associazione per salvaguardarne i diritti e svilupparne gli interessi economici, un’idea che oggi è quanto mai reale e si traduce in 75 anni di AFI che per molti di noi è sempre stata la Casa della Musica”.

Beethoven e Chopin inaugurano la stagione 2023-2024 della Iuc

Beethoven e Chopin inaugurano la stagione 2023-2024 della IucRoma, 12 ott. (askanews) – In piena continuità d’ispirazione e di qualità con la precedente, la stagione 2023-24 della Iuc – Istituzione Universitaria dei Concerti propone dal 13 ottobre 2023 al 18 maggio 2024 un ricco e originale programma di 36 concerti, tradizionalmente il martedì sera e il sabato pomeriggio all’Aula Magna della Sapienza Università di Roma, affidati a grandi interpreti della scena internazionale, con un repertorio che abbraccia sette secoli di storia della musica.

L’inaugurazione di stagione venerdì 13 ottobre alle ore 20.30 con replica sabato 14 ottobre alle ore 17.30 riporta in Aula Magna l’Orchestra da Camera Canova e il suo fondatore/direttore Enrico Saverio Pagano, artisti alla terza stagione in residenza alla Iuc, a conferma dell’attenzione e della valorizzazione del talento dei giovani da sempre perseguita dall’istituzione universitaria. In programma la Quinta Sinfonia di Beethoven e il Secondo Concerto per pianoforte e orchestra di Chopin con Leonora Armellini come solista. Apertura di stagione dunque nuovamente affidata ad una nuova generazione di interpreti italiani con grande energia comunicativa e freschezza di idee come Il giovanissimo Enrico Pagano, reduce dal successo dell’Orfeo ed Euridice di Gluck al Teatro Verdi di Trieste e de Gli Uccellatori di Gassman al Festival della Valle D’Itria, che commenta: “Al terzo anno di inaugurazione della stagione della Iuc torniamo a confrontarci con due capisaldi del repertorio concertistico e sinfonico. Con Leonora Armellini, punto di riferimento per l’interpretazione di Chopin in Italia, proseguiamo quanto iniziato con la chiusura della scorsa stagione dove – con il concerto di Schumann – per la prima volta abbiamo affrontato il repertorio romantico”.

Per quanto riguarda la Sinfonia n.5 di Beethoven, dice Pagano, è “probabilmente la Sinfonia per antonomasia, con la quale qualsiasi direttore deve confrontarsi nel corso della sua vita musicale, non fosse altro che per il temuto incipit del primo movimento. È un programma ambizioso, che ci spinge a uscire dalla formazione cameristica e ci porta verso quella sinfonica, sempre con lo spirito che motiva la nostra residenza artistica romana: una residenza di crescita artistica e musicale, attraverso il confronto con i capolavori del repertorio e il lavoro con i più importanti solisti del panorama internazionale”.

Fmi, Giorgieva: passi avanti in discussioni ristrutturazione debito

Fmi, Giorgieva: passi avanti in discussioni ristrutturazione debitoMarrakech, 12 ott. (askanews) – Cresce il consenso nelle discussioni sulla ristrutturazione del debito sovrano su questioni come la comparabilità del trattamento dei creditori privati e pubblici. Lo ha reso noto il direttore generale del fondo Monetario Internazionale Kristalina Georgieva.

In una conferenza stampa Georgieva ha osservato che il quadro comune del Gruppo dei 20 (G20) per la ristrutturazione del debito ha tardato a produrre risultati, ma è incoraggiante osservare – ha aggiunto – che il tempo per trattare i casi dei singoli paesi si stia ora accorciando. Eliminare il quadro comune del G20 metterebbe il mondo in un “ambiente molto meno prevedibile”, ha affermato Giorgieva, aggiungendo che sarebbero necessari anche approcci creativi, comprese iniziative per allineare meglio la ristrutturazione del debito con la crisi climatica.

Visco: crescita globale frena, paesi in via di sviluppo vulnerabili

Visco: crescita globale frena, paesi in via di sviluppo vulnerabiliMarrakech, 12 ott. (askanews) – L’economia mondiale sta frenando considerevolmente e la maggior parte dei Paesi emergenti e in via di sviluppo sono molto vulnerabili ai rischi globali. A lanciare l’allarme è il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco che, nel suo ultimo intervento al Development Committee della Banca Mondiale, nel corso degli incontri annuali di Marrakech, ha voluto rimarcare il ruolo “fondamentale” delle istituzioni internazionali.

“Le prospettive macroeconomiche globali – afferma Visco -nell’intervento consegnato ai meeting – sono deboli e altamente incerte. La crescita globale rallenterà notevolmente 2023 e 2024 e i rischi sono chiaramente orientati al ribasso, riflettendo non solo la perdita di slancio in alcuni aree, ma anche la possibilità che shock climatici e tensioni geopolitiche possano innescare ulteriore cibo e aumenti dei prezzi dell’energia. Nel frattempo, l’inflazione è ancora elevata, anche se in lieve calo. La maggior parte degli emergenti e le economie in via di sviluppo rimangono altamente vulnerabili ai rischi globali. In questo contesto – sottolinea il numero uno di Via Nazionale – risulta fondamentale l’azione del sistema multilaterale e delle istituzioni finanziarie internazionali fornire un sostegno rapido ai più vulnerabili, costruire economie inclusive e resilienti e generare energia crescita sostenibile”. Nel suo intervento Visco premette che “le riunioni annuali della Banca Mondiale (BM) e del Fondo Monetario Internazionale (FMI) si svolgono in un momento toccante per il Nord Africa. I danni e il bilancio umano del terremoto qui in Marocco e nel Le catastrofiche inondazioni in Libia portano rinnovata attenzione sulla necessità di rafforzare la resilienza agli estremi naturali eventi. Le nostre più sincere condoglianze vanno alle molte migliaia di persone ferite e sfollate. Noi rimaniamo ispirati dal popolo ucraino, che continua ad affrontare l’aggressione russa con coraggio e determinazione ed esprimiamo il nostro fermo sostegno allo Stato di Israele e la nostra inequivocabile condanna degli spaventosi e ignobili atti di terrorismo di Hamas”.

Cosa fare dunque per combattere la povertà e la fragilità di molti Paesi nel mondo? Riferendosi all’attività della Banca Mondiale Visco aggiunge: “Accogliamo quindi con favore il documento “Finire la povertà su un pianeta vivibile: rapporto ai governatori del mondo Bank Evolution” ed elogiamo il management, il personale e il Consiglio di amministrazione per i progressi significativi realizzati dallo scorso aprile. La direzione è chiara, il piano ambizioso e l’impegno nel programma di riforme visibilmente forte. Questo deve continuare. Manterremo il nostro sostegno a questo lavoro nei prossimi mesi con un approccio costruttivo e attendo con ansia ulteriori progressi in occasione delle riunioni primaverili del 2024. Siamo d’accordo con la visione e la missione proposte, che mantengono il doppio obiettivo: sradicare la povertà estrema e promuovere la prosperità condivisa, sottolineando al contempo l’importanza di affrontare le sfide globali”. Secondo Visco un aspetto importante è quello che “riconosce che la lotta contro la povertà estrema e la disuguaglianza non può essere raggiunta senza affrontare le minacce interconnesse del cambiamento climatico, delle pandemie, della fragilità e dei conflitti le pressioni legate agli sviluppi demografici”.

Meloni vola stasera in Mozambico e Congo, focus energia con occhi a Israele

Meloni vola stasera in Mozambico e Congo, focus energia con occhi a IsraeleMaputo, 12 ott. (askanews) – Una missione “lampo” in Africa per consolidare il rapporto con due Stati, Mozambico e Congo, importanti per le strategie di approvvigionamento energetico, ma con il pensiero rivolto alla crisi in Medio Oriente. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni parte questa sera per il continente africano, per un viaggio inizialmente di due giorni e ora – dopo l’attacco di Hamas a Israele – ridotto a uno soltanto.

Domani mattina sarà dunque a Maputo, per incontrare il presidente Filipe Nyusi, subito dopo volerà a Brazzaville in Congo, per un colloquio a cena con il presidente Félix Tshisekedi, con cui ha già avuto un colloquio telefonico nell’aprile scorso. Subito dopo ripartirà per Roma. Insieme alla premier alla missione parteciperà l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi. La crisi israelo-palestinese non pesa sulla missione solo per le preoccupazioni relative alla sicurezza esterna e interna, ma anche per le possibili ripercussioni a livello di approvvigionamento energetico. Per questo il doppio appuntamento, già programmato da tempo, assume un valore maggiore. Nella sua strategia di differenziazione energetica, l’Italia ha stretto un accordo fondamentale con l’Algeria, che adesso è il principale fornitore di gas. Algeri, però, si è schierata ufficialmente dalla parte di Hamas e anche se “al momento” a Palazzo Chigi non c’è “preoccupazione” per le forniture, non si possono escludere contraccolpi a seguito di una destabilizzazione dell’area. Per questo è importante il rapporto con Mozambico e Congo, rispettivamente secondo e terzo Paese del continente per l’approvvigionamento nazionale. Il Mozambico prevede una fornitura di 4,5 mld di metri cubi di gas liquefatto (Gln) per il 2024-2025, con prospettive di crescita. Dal Congo arriveranno invece fino a 1 mld di metri cubi per l’inverno 2023-2024 e poi fino a 4,5 mld.

Al di là della questione energetica, la doppia visita, sottolineano fonti italiane, si inserisce le quadro dei nuovi rapporti tra Italia e Africa, una priorità dell’agenda di Meloni, che sarà anche al centro della presidenza italiana del G7. La strategia, ricordano fonti italiane, è bidirezionale: da un lato fronteggiare la questione più urgente dei flussi migratori irregolari, dall’altro costruire nuovi rapporti di fiducia con i leader dell’Africa subsahariana, un processo iniziato con la Conferenza di Roma sulle migrazioni e lo sviluppo del luglio scorso. Congo e Mozambico sono considerati esempi dell’approccio “paritario e non predatorio” al centro del cosiddetto ‘Piano Mattei’. Con il Mozambico l’Italia ha un legame di amicizia che data al 1975, quanto ha svolto un ruolo importante di mediazione nell’ambito della lotta di indipendenza dal Portogallo e nella conseguente guerra civile. Non a caso l’accordo di pace fu siglato a Roma il 4 ottobre 1992. Oggi il Mozambico è destinatario di rilevanti fondi per la cooperazione allo sviluppo. In Mozambico Eni è presente dal 2006. In particolare è operatore del Coral South FLNG, il primo progetto che mette in produzione le risorse a gas del Paese, e sta lavorando ad un secondo progetto di produzione e liquefazione di gas, Coral North. Nell’ambito del progetto di sviluppo Coral South, sono state avviate diverse iniziative per ampliare il contributo della forza lavoro mozambicana e delle piccole e medie imprese locali come il Programma di formazione professionale (budget totale di circa 5 milioni di dollari), che sostiene l’Istituto industriale e commerciale di Pemba. Nel febbraio 2022, Eni e il Ministero dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale della Repubblica del Mozambico hanno firmato un accordo per la cooperazione e lo sviluppo di progetti agricoli nel Paese.

In Congo Eni è presente dal 1968 con attività di esplorazione e produzione. Nel novembre 2022 è arrivata la decisione finale d’investimento per Congo LNG, il primo progetto per la liquefazione e l’export del gas del Paese. Il gas prodotto da Eni Congo è destinato in via prioritaria a soddisfare la domanda di generazione di elettricità. La società ha contribuito anche alla costruzione delle centrali elettriche Centrale Electrique du Djéno (CED) e Centrale Electrique du Congo (CEC), alla riqualificazione dell’infrastruttura di trasporto dell’energia tra Pointe Noire e Brazzaville e all’ampliamento della rete di distribuzione di elettricità. E’ inoltre impegnata nello sviluppo della catena del valore dei biocarburanti e ha sviluppato diverse iniziative per contribuire alla diversificazione economica e per rafforzare l’accesso all’istruzione, alla salute, all’acqua. Nell’aprile scorso Eni ha inaugurato il Centro di Eccellenza per le Energie Rinnovabili e l’Efficienza Energetica di Oyo, sviluppato in partnership con la Repubblica del Congo e Unido. Oltre ad Eni, nei due Paesi operano altre importanti imprese italiane, come Msc impegnata nel settore della logistica in Congo. Nel 2022 con Maputo l’interscambio è stato di 917 mln di euro e con Brazzaville di 685 mln.

M.O., il presidente Usa Biden avverte l’Iran: state attenti

M.O., il presidente Usa Biden avverte l’Iran: state attentiRoma, 11 ott. (askanews) – “Voglio che sia chiaro per gli iraniani state attenti”. Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, parlando di quanto sta avvenendo in Israele con gli attacchi di Hamas, in un incontro alla Casa Bianca con la comunità ebraica.

“Stiamo mandando ulteriori aiuti militari alla difesa israeliana – ha aggiunto -, anche una flotta di navi”. E’ in atto una “campagna di crudeltà pura contro il popolo ebraico – ha aggiunto -, con giorni più letali dall’olocausto per il popolo ebraico”. Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, parlando dell’attacco di Hamas ad Israele.

“Mio padre – ha concluso Biden – diceva che il silenzio è complicità e io mi rifiuto di stare in silenzio. L’America non resta in silenzio, noi respingiamo il terrorismo”.

Manovra, un’ora e mezza di confronto Meloni-Salvini-Tajani-Lupi

Manovra, un’ora e mezza di confronto Meloni-Salvini-Tajani-LupiRoma, 11 ott. (askanews) – È iniziata solo da qualche minuto a Palazzo Chigi la riunione dei capigruppo di Camera e Senato dei partiti di maggioranza con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni sulla manovra. È dunque durata circa un’ora e mezza la precedente riunione politica “ristretta” di Meloni con i due viceprenier Matteo Salvini e Antonio Tajani e il leader di Noi moderati Maurizio Lupi, presenti anche il ministro per i rapporti con il parlamento Luca Ciriani e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

Doppio vertice su manovra, prima Meloni-leaders e poi i capigruppo

Doppio vertice su manovra, prima Meloni-leaders e poi i capigruppoRoma, 11 ott. (askanews) – Sono due le riunioni che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni terrà con la sua maggioranza questa sera a Palazzo Chigi per discutere della prossima legge di bilancio.

Prima della annunciata riunione delle 21 con i capigruppo della maggioranza, infatti, si terrà, secondo quanto si apprende, una riunione ristretta tra la premier, il vice premier e leader della Lega Matteo Salvini, il vice premier e segretario di Forza Italia Antonio Tajani e il coordinatore di Noi Moderati Maurizio Lupi.