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Libri, L’Icona di San Pietroburgo di Antonio Bettanini

Libri, L’Icona di San Pietroburgo di Antonio BettaniniRoma, 9 ott. (askanews) – Il protagonista è sempre e ancora lui, Brando Costa; dopo aver attraversato gli anni delle stragi di mafia, poi dell’attacco terroristico al cuore dell’Europa infine dello scollamento tra Russia e Nato: in questo terzo libro, “L’Icona di San Pietroburgo”-Il canneto, Genova 2023, Antonio Bettanini sceglie infatti come sfondo la crisi georgiana, tra complotti, intrighi e tacite alleanze che attraversano una relazione, quella tra Russia e Italia, destinata a conoscere le prime frizioni, dopo la decisione di dar vita ad un fronte comune antiterrorismo (celebrata nel 2002, in Italia, a Pratica di Mare con il protocollo Russia-Nato) . Il pretesto del racconto non è così distante dalla realtà, in un ponte ideale che collega episodi autobiografici dell’autore e fantasie dello scrittore che rivela, ma non svela.

E’ una storia avvincente, che evoca le atmosfere del mondo letterario russo e che torna a celebrare, in Pietroburgo, la Prospettiva Nevskij, vero e proprio teatro di un racconto che parla di una Professoressa italiana mandata dal nostro ministro degli Esteri a dirigere una sezione della Dante Alighieri e improvvisamente sparita, a Mosca , in circostanze misteriose. L’imbarazzo di Russia e Italia, le cui delegazioni si scoprono attraversate da alleanze opache dedite al traffico di icone, è decisamente grande. La “colpa” della Professoressa è di aver scoperto questo “mercato nero” scatenando l’inevitabile reazione. Tocca a Brando, quindi, raggiungere Mosca e da lì Pietroburgo alla ricerca della Professoressa scomparsa e forse rapita. Incidenti e colpi di scena, incontri istituzionali e incontri segreti disegnano la missione di Brando che gioca su diversi piani narrativi.

Il racconto Si snoda su tre piani di narrazione, l’oggi rappresentato da un giovane diplomatico che si rivolge a Brando Costa, al passato della sua esperienza ed al presente della sua importante testimonianza, alla ricerca della pistola fumante che serve al suo ministro per riesumare una vicenda opaca per i Russi – appunto il rapimento della Professoressa che ha scoperto un traffico di icone e opere d’arte- e farsi bello con gli Stati Uniti. Siamo infatti, come anticipato, ai primi segnali della rottura tra Russia e Occidente, dopo la luna di miele della lotta comune al terrorismo.

Lo ieri: alimento, cuore e origine della storia di cui Brando è stato appunto testimone e protagonista: su incarico del suo ministro ha infatti dovuto raggiungere Pietroburgo, via Mosca, alla ricerca della Professoressa. Uno ieri che Brando riporta a galla su richiesta del giovane funzionario . Ricorrendo, però, ad una memoria selettiva perché se il suo intento, almeno in parte, è certamente quello di aiutare il diplomatico di cui è stato collega, per un’altra e grossa parte, di custodire gelosamente tutti gli artifici ed i patti cui è ricorso per tenere in piedi e tessere il telaio della diplomazia e della relazione con la controparte russa. Alla ricerca di un difficile lieto fine. Ed è qui che si nasconde quello che potremmo definire come un importante altro ieri narrativo. Russia e Italia, ieri e oggi.

Il contesto mobile de L’icona di San Pietroburgo ricostruisce fedelmente nei tre tempi- passaggi che abbiamo evocato una simpatia e un’attitudine indubbie al dialogo con il mondo russo, che l’Italia ha sempre avuto e che hanno attraversato le alternanze di governo della seconda Repubblica, ma che già affondano le proprie radici nel capitalismo italiano tra le due guerre e naturalmente nel mondo politico della sinistra comunista e democristiana dell’Italia repubblicana. Dobbiamo all’autore la difficile tenuta – quella, sembrerebbe, di un tennista che non molla mai – di un amore e di un rispetto per il mondo russo che va certo oltre la seduzione di Pietroburgo e il suo incanto pur così contestato. Dagli stessi Russi (da ultimo con Stalin). La guerra in Ucraina e gli orrori dell’oggi sembrano infatti voler rovesciare il cannocchiale della memoria e rendere sempre più sfocati e lontani, relazioni e sentimenti che ora – allo sguardo della cronaca – sembrano appunto del tutto immotivati quasi a configurare una sorta di “intelligenza con il nemico” in chi si accosti con empatia al mondo culturale russo. Un mondo che ha, in San Pietroburgo, importanti radici italiane proprio a cominciare dai gioielli della sua architettura che prima Pietro e poi Caterina vollero, per aprire,con la nuova città, “una finestra sull’Europa” . Un mondo che ancora recentemente è stato celebrato nelle parole del Santo Padre, Papa Francesco, che, al rientro dal suo viaggio in Mongolia, ha voluto ricordare e ribadire, rispondendo ad una polemica di parte ucraina, che: “La cultura Russa non va cancellata per motivi politici”; la cultura russa è d’una bellezza, di una profondità molto grandi. L’eredità russa è molto buona e molto bella nel campo delle lettere, della musica, dell’arte”. La città. Il libro accompagna e affascina il lettore anche nella scelta dei luoghi: narrati e descritti con dovizia di particolari. Eccone alcuni, a cominciare da Il cavaliere di bronzo , il grande monumento equestre che celebra lo zar Pietro I il Grande (1682-1725). Si trova nella piazza del Senato o dei Decabristi a San Pietroburgo, opera dello scultore francese Étienne Maurice Falconet e anche titolo di un poema dedicato alla statua, scritto da Aleksandr Sergeevic Puškin nel 1833 e pubblicato postumo nel 1837. Considerato tra le opere più significative della letteratura russa, il poema in virtù del suo successo finì per dar nome alla statua e ne fece uno dei simboli della città. Il Taleon Imperial Hotel – qui si rifugia Brando alla ricerca della Professoressa – con le sue facciate avvolgenti, neoclassiche, bianche e rosa, un edificio d’angolo, morbido, pastello,all’intersezione tra il fiume Moika e la Prospettiva Nevskij, la grande arteria che attraversa la città, resa celebre da Nikolaj Gogol’ nei suoi Racconti di Pietroburgo (1836). Non mancano Palazzo Stroganoff, il museo in cui opera segretamente la Professoressa, che si affaccia sul ponte Anickov. Poi soprattutto, Ulica Rossila via del teatro Aleksandrìnskij, strada/gioiello dell’architettura neoclassica, realizzata tra il 1828 ed il 1834, in soli 3 mesi e mezzo, grazie alla posa di 18 milioni di mattoni. E’ intitolata al grande architetto italiano Carlo Domenico Rossi. Ma il racconto ci accompagna poi ancora sulla Prospettiva: a Casa Singer (art nouveau e metallo, uno schiaffo all’architettura tradizionale autorizzato da Nicola II), all’Eliseyev Emporium, gioiello glorioso di art nouveau ed in molti altri luoghi magici. Una curiosità. Brando scopre – sono i suoi contatti russi a metterlo sull’avviso – di assomigliare moltissimo ad un famoso anchor man della tv russa, Vladimir Pozner. Scoperta questa sua somiglianza cercherà di avvalersene per facilitare contatti e relazioni. Fino ad un certo punto però…

Israele,M5S: solidali ma no a reazioni sproporzionate e illegali

Israele,M5S: solidali ma no a reazioni sproporzionate e illegaliRoma, 9 ott. (askanews) – “Da parte nostra ferma e assoluta condanna agli attacchi terroristici di Hamas e riconoscimento del diritto di Israele ad esercitare la sua legittima autodifesa. Allo stesso tempo, esprimiamo profonda preoccupazione per una reazione israeliana che, stando alle notizie delle ultime ore che parlano di un assedio totale con taglio di luce, acqua e gas, si preannuncia sproporzionata e diretta contro l’inerme popolazione civile della Striscia di Gaza. Una reazione che sarebbe contraria al diritto umanitario internazionale”. Lo dichiarano i parlamentari del Movimento 5 Stelle delle commissioni Esteri di Camera e Senato.

Borse nervose per Israele, analisti: rischi se conflitto si allarga

Borse nervose per Israele, analisti: rischi se conflitto si allargaMilano, 9 ott. (askanews) – Mercati europei in tensione dopo il weekend di fuoco in Israele. L’attacco di Hamas nel territorio dello stato ebraico ha innescato instabilità sui principali listini, con i guadagni concentrati sui titoli della difesa e del petrolio (trainati dal greggio che guadagna il 4%). “Crediamo che la volatilità rimarrà molto elevata nei prossimi giorni e che l’impatto sui mercati sarà sempre più profondo se dovessero essere coinvolti altri Stati”, sottolinea Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia.

“L’attacco – ha aggiunto Diodovich – ha mosso notevolmente i mercati finanziari sulla scia dei timori degli investitori su una possibile escalation degli scontri in Medio Oriente con il possibile coinvolgimento di più Stati (Libano e Iran in primis)”. Per Benjamin Melman, Global CIO Asset Management di Edmond de Rothschild AM “il rischio principale è il peggioramento della situazione nella regione. Non solo l’Iran è un grande produttore di petrolio, ma potrebbe nuovamente bloccare lo Stretto di Hormuz e distruggere i campi petroliferi vicini”.

Norman Villamin, Group Chief Strategist di Union Bancaire Privée (UBP), sostiene che “il rischio che la più grande incursione in Israele dal 1973 si trasformi da evento localizzato a conflitto prolungato e che coinvolga un numero maggiore di Paesi dovrebbe essere tra le principali preoccupazioni degli investitori”. Con l’allargamento del conflitto, spiega, “una risposta globale che riduca l’offerta petrolifera iraniana, senza che l’Arabia Saudita compensi con un aumento della produzione, creerebbe un nuovo shock dell’offerta per i mercati energetici globali”. Per quanto riguarda i titoli azionari, Ig Italia segnala “i forti acquisti sul settore della difesa”, con Leonardo che a Piazza Affari avanza del 4%, mentre il Ftse Mib è in calo dello 0,7%, e Rheinmetall (+4,7%), Thales (+3,52%) e Bae Systems (+2,85%) che brillano nel resto d’Europa “sulla scia – nota Diodovich – di una potenziale aumento della domanda di armamenti”. Bene anche l’oil con Tenaris (+3%), Eni (+2,43%) e Saipem (+1,97%) tra i migliori a Milano.

Nelle prossime settimane, aggiunge Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm, sono da “tenere sotto attenta osservazione” tre “indicatori chiave” come il petrolio, il dollaro Usa, che si rafforza oggi sull’euro, e l’oro, +0,7% oltre i 1.800 dollari l’oncia. “Il dollaro Usa – chiosa Flax – complici la stretta monetaria della Fed e la resilienza dell’economia statunitense, quest’anno è già salito del 2,1%. Se chiudesse al rialzo per il terzo anno consecutivo, il biglietto verde metterebbe a segno la più lunga serie di aumenti dal 2016, con conseguenti pressioni sui Paesi importatori di energia, in particolare gli emergenti come India e Cina”.

Valditara ha disposto ispezioni in alcune scuole contro atteggiamenti antisemiti

Valditara ha disposto ispezioni in alcune scuole contro atteggiamenti antisemitiRoma, 9 ott. (askanews) – Ispezioni in alcune scuole per verificare se effettivamente sono stati tenuti atteggiamenti antisemiti e di esaltazione dell’azione di Hamas. Se appurati, saranno denunciati alla Procura della Repubblica. A stabilirlo è stato il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che questa mattina ha portato la solidarietà del Ministero e del Governo italiano alla Scuola della Comunità Ebraica di via Sally Mayer a Milano.

“In queste ore drammatiche – ha detto il ministro – voglio esprimere vicinanza al popolo ebraico, vittima di un attacco brutale che richiama i metodi nazisti. Partendo dalla scuola è necessario elaborare una strategia complessiva per debellare ogni residuo di antisemitismo e promuovere la cultura del rispetto. Questo odio feroce, disumano, richiama le esperienze dei peggiori totalitarismi che hanno insanguinato e continuano a insanguinare il mondo intero. Non basta coltivare la memoria: occorre esaltare la centralità e la bellezza dell’essere umano, la cui esistenza è sacra e inviolabile. Saranno quindi effettuate ispezioni in quegli istituti scolastici dove sarebbero emersi atteggiamenti di odio antisemita e di esaltazione della infame azione di Hamas. Vogliamo verificare se qualcuno ha realmente manifestato atteggiamenti di odio, di antisemitismo o di incitamento alla guerra contro Israele. Se questi fatti venissero appurati, i responsabili saranno denunciati alla Procura della Repubblica. Chi ha gioito per azioni che hanno portato a sgozzare bambini e ragazzi, donne e uomini innocenti, solo perché ebrei, deve essere perseguito dalle leggi penali”.

Angelina Mango, online il videoclip “Che t’o dico a fa”

Angelina Mango, online il videoclip “Che t’o dico a fa”Roma, 9 ott. (askanews) – È online il videoclip di “Che t’o dico a fa’” (LaTarma Records/BMG), il nuovo singolo di Angelina Mango, disponibile su tutte le piattaforme digitali e in radio. Il brano è il miglior debutto femminile solista del 2023 con quasi 200mila stream in 24 ore, in Top20 su tutte le piattaforme digitali e #1 in classifica iTunes. Al successo del nuovo singolo si aggiunge il sold out di tutte le date del “Voglia di vivere tour”, che porterà Angelina ad esibirsi per la prima volta nei club delle principali città d’Italia.

“Che t’o dico a fa’” arriva dopo i numerosi successi di quest’estate tra cui il doppio platino della hit da oltre 42 milioni di stream “Ci pensiamo domani”, da settimane in Top20 della classifica FIMI e in Top10 della classifica Airplay Radio Earone. Scritta da Angelina Mango con Alessandro La Cava e prodotto da Antonio Cirigliano, E.D.D. e Zef, “Che t’o dico a fa’” è il manifesto della cifra stilistica di Angelina. Con il racconto di una notte di fuga tra le vie di Spaccanapoli, il brano è una presa di coscienza su quanto a volte l’unica soluzione per vivere senza pensare ai rimpianti sia scappare dalla realtà.

Il sound del pezzo richiama la tradizione vestita di modernità e travolge chiunque l’ascolti, così come fa l’amore quando arriva all’improvviso senza chiedere il permesso. È una conferma di Angelina della “voglia di vivere” che la caratterizza e della necessità di godersi l’attimo. È sold out il “Voglia di vivere tour”: con otto appuntamenti live nelle principali città d’Italia, la cantautrice è pronta per il suo primo tour nei club, prodotto e organizzato da Live Nation. Sul palco porterà tutto il suo colore e la musica del suo album “Voglia di vivere”, oltre al nuovo singolo “Che t’o dico a fa’”. Il tour, che ha registrato il tutto esaurito, partirà da Napoli il 12 ottobre (Duel Club) e proseguirà il 14 ottobre a Bari (Demodè Club), il 16 ottobre a Roma (Largo Venue), il 18 ottobre a Firenze (Viper Theatre), il 19 ottobre a Torino (Hiroshima Mon Amour), il 21 ottobre a Bologna (Locomotiv Club), il 23 ottobre a Milano (Magazzini Generali) e si concluderà il 26 ottobre a Roncade, TV (New Age Club).

Tra le artiste più amate e seguite della GenZ, Angelina Mango ha conquistato oltre 42 milioni di stream con il brano “Ci pensiamo domani”, che ha raggiunto la Top 10 della classifica Airplay Radio Earone e ha totalizzato 13 milioni di views con il video ufficiale su YouTube. La cantautrice conta 6,7 milioni di like su TikTok e, dopo aver conquistato il giovane pubblico della piattaforma con l’audio della hit “Ci pensiamo domani”, il suono del nuovo singolo “Che t’o dico a fa’” è stato utilizzato già oltre 20mila volte, diventando virale sin da subito con dei risultati senza precedenti: anche l’anteprima del videoclip ufficiale ha conquistato in poche ore più di 1 milione di views.

Musica, Ghemon: nuove date per il tour “Una cosetta così”

Musica, Ghemon: nuove date per il tour “Una cosetta così”Roma, 9 ott. (askanews) – Una carriera sempre in discussione e in evoluzione, il racconto di una maratona, di un momento durante la vita di coppia e la musica ad accompagnare le immagini. Dopo il successo del tour che ha attraversato la penisola la scorsa primavera, e che ha visto Ghemon portare il suo nuovo progetto nei teatri e nei castelli, cosi come nei club, torna “Una Cosetta Così”, lo spettacolo, che si rinnova ad ogni appuntamento, che fa incontrare su uno stesso palco musica, stand-up comedy e storytelling, e che ha messo d’accordo tutte le diverse anime dell’artista e performer in una narrazione personale, vivace, sempre autoironica, tra vita privata e carriera pubblica, tra passioni quotidiane e piccole o grandi delusioni.

“Una Cosetta Così” non è un concerto, non è un monologo teatrale e neanche uno spettacolo comico, ma é un po’ di tutto questo: vuole avvicinarsi allo spettatore in un monologo che aspira alla grandezza del teatro-canzone di gaberiana memoria unito alla freschezza e alla genuinitá di una forma di spettacolo da comedy club, senza filtri né schermi tra sé e gli altri. È uno spazio di libertà creativa in divenire dove sciogliere le briglie, per dare allo spettatore qualcosa di diverso da quello che già conosce attraverso la musica e la carriera dell’artista. A ogni spettacolo viene fatta solo una richiesta al pubblico: niente spoiler. Per un’ora e mezzo si potrá fare a meno del mondo e del cellulare in sua rappresentanza. “Nell’era in cui si sa sempre tutto prima che succeda, questo spettacolo é un luogo in cui io e il pubblico pensiamo che qualcosa possa essere ancora ‘una sorpresa’”. Queste le date 10 NOVEMBRE – Taneto di Gattatico (RE) – Fuori Orario 18 NOVEMBRE – Saluzzo (CN) – Cinema Teatro Magda Olivero 25 NOVEMBRE – Pordenone – Capitol 29 NOVEMBRE – Foligno (PG) – Auditorium San Domenico 1 DICEMBRE – Settimo Torinese (TO) – Combo Club | Suoneria 7 DICEMBRE – Genova – Giardini Luzzati Area Archeologica 9 DICEMBRE – Taranto – Teatro Fusco 10 DICEMBRE – Bari – Officina Degli Esordi – DOPPIO SHOW 14 DICEMBRE – Nuoro – Teatro Eliseo 15 DICEMBRE – Sanluri (CA) – Teatro Comunale Akinu Congia 17 DICEMBRE – Alghero (SS) – Teatro Civico 22 DICEMBRE – Piangipane (RA) – Teatro Socjale 28 DICEMBRE – Isernia – Auditorium Unità d’Italia

Pnrr, Meloni: incasso terza rata passo importante Italia

Pnrr, Meloni: incasso terza rata passo importante ItaliaRoma, 9 ott. (askanews) – “All’esito di un lavoro lungo e importante l’Italia incassa oggi dalla Commissione europea la terza rata del Pnrr per un importo di 18,5 miliardi di euro che insieme a quelli già precedentemente presi ci hanno fatto incassare fino ad ora circa il 44% dell’interno ammontare delle risorse del Next generation Eu. Sono risorse importanti che serviranno a intervenire in ambiti cruciali come la giustizia, la sanità, l’istruzione, il mercato del lavoro, la ricerca”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un video messaggio diffuso sui social.

“E’ la dimostrazione di un lavoro proficuo che abbiamo portato avanti con la Commissione europea e ci porta oggi a discutere per una valutazione positiva sulla quarta rata e sulla revisione complessiva del piano, compreso il capitolo del Repower Eu”, ha aggiunto. “E’ la dimostrazione di come l’Italia e il governo attualmente in carica abbiano affrontato questa questione con estrema serietà e auspichiamo per il futuro che anche quelli che ci credevano poco imparino a credere un po’ di più nella capacità che questa nazione ha soprattutto se si lavora tutti nella stessa direzione di raggiungere i propri obiettivi”, ha concluso la premier.

Scoperti affreschi del Trecento riminese nella Chiesa a Verrucchio

Scoperti affreschi del Trecento riminese nella Chiesa a VerrucchioRoma, 9 ott. (askanews) – Svelati alcuni affreschi trecenteschi ritrovati nella Chiesa di Santa Croce di Villa Verucchio e che sembrano far emergere la mano felice di Pietro da Rimini e della sua fiorente bottega. Tutto nasce due anni fa: Frate Federico è al lavoro per piccoli interventi sopra al coro ligneo e, incuriosito, decide di legare il suo cellulare a un filo e di calarlo nella fessura fra il coro e il muro con la telecamera accesa. Riesce a catturare l’immagine di un’antica pittura medievale del Cristo in Pietà, custodita in una nicchia. Gli esperti stabiliranno de davvero, come pare, è opera di Pietro da Rimini.

Si tratta di uno dei più importanti rinvenimenti della pittura riminese del Trecento e, in generale, della storia dell’arte medievale. In questi mesi sì è svolta un’intensa attività: gli affreschi sono stati puliti e messi in sicurezza. Ora è possibile ammirare quanto recuperato, ma è anche il momento per rilanciare verso nuovi obiettivi ed altre possibili scoperte. Grazie alla curiosità di Frate Federico e all’interessamento dei Frati francescani, assistiti dall’architetto Claudio Lazzarini, come pure all’attenzione del Comune di Verucchio, della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini e del Rotary Club Rimini, nella Chiesa di Santa Croce di Villa Verucchio, è quindi venuta alla luce una configurazione artistica di grande rilievo e ottima fattura.

Il tavolo di lavoro attivato, sotto la supervisione scientifica della Soprintendenza, coinvolge oltre alle istituzioni citate, i restauratori Romeo Bigini e Floriano Biagi, l’architetto Lazzarini e Alessandro Giovanardi, storico dell’arte. Il progetto di smontaggio del coro ligneo si è avviato a fine maggio scorso e già alle prime operazioni è stato scoperto che la parete attorno alla nicchia portava traccia di altre pitture che dovevano coprire interamente l’abside. Da maggio a settembre i lavori sono proseguiti spediti: gli affreschi sono stati puliti e messi in sicurezza.

L’obiettivo dei promotori è ora quella di proseguire le indagini, i restauri e il riallestimento dell’abside recuperando la forma originaria, e valorizzando il prezioso coro. Inoltre, è stato smontato il Crocifisso duecentesco che, sotto le spesse ridipinture, dovrebbe nascondere la mano di un maestro vicino ai modi di Giunta Pisano e di Cimabue. Alla presentazione, questa mattina sono intervenuti coi saluti iniziali Stefania Sabba Sindaco di Verucchio, Mauro Ioli Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, Padre Bruno Miele Guardiano del Convento e Attilio Gardini Presidente Rotary Club di Rimini. A dare il giusto spessore alla straordinaria scoperta Federica Gonzato, Soprintendente per le Provincie di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini e Giovanni Carlo Federico Villa, Storico dell’Arte Università degli Studi di Bergamo. A seguire, visita guidata agli affreschi insieme allo storico dell’arte Alessandro Giovanardi e al restauratore Romeo Bigini.

Giudizio unanime: è una scoperta che fa tremare i polsi, uno dei più importanti rinvenimenti della pittura riminese del Trecento e, in generale, della storia dell’arte medievale tout court: un termine di paragone è il ritrovamento degli affreschi trecenteschi nella chiesa riminese di San Giovanni Evangelista (Sant’Agostino), avvenuto nel 1916 contemporaneamente agli eventi sismici che, in quell’anno infelice di guerra, devastarono la città. Alla chiesa conventuale di Santa Croce a Villa Verucchio, d’altra parte, è nata da una delle più belle leggende francescane. Il Santo di Assisi si fermò a pregare e a riposare. Esisteva già una cappella rustica, e dal suo bordone piantato a terra nacque il cipresso monumentale che a tutt’oggi domina il chiostro. La Chiesa è stata oggetto dal XIII al XX secolo d’importanti interventi architettonici e artistici, ma i suoi tesori più suggestivi appartengono al Basso Medioevo, a partire dalla croce duecentesca, sospettata a lungo di essere una copia di un originale perduto, ma il cui testo pittorico, in verità, riposa dietro a molte ridipinture. Anche su questo prezioso manufatto, unico nel territorio riminese a riprendere il modello canonico bizantino del Christus patiens, adottato da Giunta Pisano e Cimabue, si attendono fondamentali rivelazioni dal futuro restauro. ‘Se si ipotizza dell’arte trecentesca sia giunto a noi meno del tre per cento di quanto allora compiuto – il commento entusiasta dello storico dell’arte Giovanni Carlo Federico Villa – subito emerge quanto sia eccezionale cosa sta emergendo in una delle più antiche aree francescane della Romagna. La scoperta di un nuovo ciclo pittorico la cui qualità altissima ribadisce l’asse che da Assisi a Padova, patrimoni mondiali UNESCO, ha in Rimini e nelle sue Valli un fulcro essenziale capace di generare una scuola di riferimento per le due coste adriatiche. E la gratitudine alla Fondazione CARIM, e al suo presidente Ioli, va oltre la rivelazione, adoperandosi ora per coordinare interventi che andranno al di là del recupero storico artistico, ponendo in luce percorsi territoriali capaci di restituire una nuova geografia, ed economia, dell’asse del Marecchia’. ‘Lo strepitoso ritrovamento di Villa Verucchio – il commento dello storico dell’arte Alessandro Giovanardi – segna un inedito sentiero di scoperta nella pittura riminese del Trecento e ci offre probabilmente un episodio unico della storia e della spiritualità francescana. L’antica Santa Croce potrebbe svelarsi oggi come uno dei centri più rilevanti per la cultura artistica, liturgica e teologica tra XIII e XIV secolo, in Romagna e in Italia’. ‘Questa straordinaria scoperta – sottolinea Federica Gonzato, Soprintendente per le Provincie di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini – ci permette di gettare nuova luce non solo sulla scuola giottesca riminese, ma anche sulla storia di questo convento. È un’operazione molto complessa, che sarà possibile grazie ad un ottimo lavoro di squadra che è stato avviato nel migliore dei modi e per il quale mi complimento. Come Soprintendenza abbiamo chiesto al Ministero di poter contribuire al lavoro che porterà alla conoscenza, restauro e valorizzazione di questo importantissimo complesso. La sfida sarà quella di rendere fruibile questo tassello incredibile all’interno di volumi che continueranno ad ospitare l’attività liturgica’. ‘Nonostante i tanti anni di attività – dice il restauratore Romeo Bigini – è sempre una grande emozione essere coinvolti in una scoperta così importante. E’ stato come aprire un vecchio libro polveroso rimasto chiuso per oltre cinque secoli in cui era scritta una storia finora sconosciuta. Nel corso dello smontaggio dell’antico coro ligneo sono tornati alla luce ampi frammenti di affreschi di cui nessuno immaginava l’esistenza. Man mano che si procede nel loro recupero, restituendone la leggibilità, si evince la grande qualità pittorica e la possibile scuola di appartenenza; immagino che sarà un altro importante tassello che si aggiunge alla straordinaria pittura riminese della prima metà del Trecento. L’importante ritrovamento e i tanti segni dettati dalle successive modifiche, ci aiutano a capire sempre più chiaramente quello che poteva essere l’aspetto originario dell’antica Chiesa Francescana e gli eventi che nel tempo ne hanno determinato le trasformazioni. Immagino che sarà un avvincente lavoro che ho il piacere di condividere con un gruppo di collaboratori, direttori e gli stessi padri Francescani veramente splendidi e pieni di entusiasmo in un ambiente sereno e ricco di storia ancora da scoprire’. ‘Il coinvolgimento della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini in questo nuovo progetto di valorizzazione, nel coordinare un tavolo di lavoro composto dai Frati francescani, dal Rotary Club di Rimini e dal Comune di Verucchio – dice Mauro Ioli, Presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini – è il risultato naturale di un percorso che fin dal 1992 con l’acquisizione sui mercati internazionali di importanti opere d’arte – come la testa di Cristo di Giuliano da Rimini, le due tavolette con le Pie donne al Sepolcro e il Noli me Tangere di Pietro da Rimini e tante altre – la vede da sempre sostenitrice e promotrice di quel periodo storico artistico conosciuto come Scuola del Trecento Riminese, e quindi della storia artistica cittadina. La Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini continua ad operare per sostenere la valorizzazione e la promozione del ritorno alla luce di porzioni di splendide pitture trecentesche sulle murature interne dell’abside della chiesa francescana in Villa Verucchio. Con ciò continuando a intervenire in un ormai antico solco di impegno istituzionale indirizzato alla valorizzazione di un passato ricco di vitalità artistica e di valore culturale, che ritengo abbia ancora molto da dire al presente. La Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, insieme al Rotary Club di Rimini, ha compiuto i primi passi per riportare alla luce un altro importante pezzo di storia di quella ‘felice variante dello stile giottesco’, contribuendo anche alla realizzazione della copia del Crocifisso duecentesco, ritenuto da sempre un falso, per permettere ai professionisti del settore di studiare l’opera e svelarne la sua vera essenza. Da una prima analisi, sotto i diversi strati di ridipintura, pare sia visibile il disegno originale che potrebbe riprendere il modello canonico bizantino del Christus Patiens, adottato da Giunta Pisano e Cimabue. Alla Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, dunque viene consolidata e riconosciuta un ultradecennale leadership sul territorio grazie all’attenzione riservata al restauro, alla conservazione e valorizzazione della storia del suo territorio’. Per Stefania Sabba, Sindaca di Verucchio, ‘Siamo davanti a uno straordinario ritrovamento che viene a impreziosire il patrimonio culturale di Verucchio. Al Museo Civico Archeologico dai reperti unici al mondo della civiltà villanoviana e alla Rocca che ne fa la culla dei Malatesta, si aggiungono ora nuove pagine entusiasmanti del Trecento Riminese che riscrivono la storia dell’arte medioevale. In un luogo come il Convento di Santa Croce che è nel cuore di tutti per il Cipresso più grande d’Italia che la tradizione vuole piantato da San Francesco nel 1213 e che ne fa la prima tappa dell’omonimo Cammino Rimini-La Verna. E in una chiesa che già ospita importantissime opere al suo interno – dall’affresco sulla navata sinistra al crocifisso in legno a sua volta al centro di un intervento di recupero – e si candida ora a entrare nei principali itinerari del turismo culturale andando a completare un territorio ricco di testimonianze di ogni epoca’. ‘Ci troviamo in un luogo che ha un’origine ben precisa, legato al passaggio di San Francesco – conclude Padre Bruno Miele -. In molti riconoscono la pace che qui si respira e che l’arte ha sempre cercato di raccontare. La bellezza di questi affreschi aggiunge forza al messaggio di pace di questi luoghi, frequentati da tanta gente che li apprezza e vuole bene a noi frati’. ‘Il Rotary Club Rimini in questi anni – ribadisce Attilio Gardini, Presidente Rotary Club Rimini – ha collaborato a numerosi progetti di recupero del patrimonio culturale riminese (Porta Galliana, Porta Montanara, statua di Giulio Cesare in Piazza Tre Martiri e Sant’Agostino con la scoperta, nella Cappella Feriale, di affreschi della seconda metà del Trecento). Le scoperte che stanno avvenendo presso la chiesa di Santa Croce a Villa Verucchio con il ritrovamento da parte dei Frati Francescani di pitture della scuola giottesca riminese del Trecento sono eccezionali: il lavoro di restauro nella zona absidale, diretto scientificamente dalla Soprintendenza Archeologica, ha permesso di comprendere la rilevanza del ritrovamento che costituisce quasi un unicum a livello nazionale. La sfida per riportare alla luce questo affresco è impegnativa e affascinante, ma richiederà un impegno corale; a questa sfida il Rotary Club Rimini, la Fondazione Cassa di Risparmio, la Comunità monastica e il Comune di Verucchio, non si sottrarranno per valorizzare assieme alle imprese, alle istituzioni e ai cittadini, questo significativo patrimonio culturale del territorio’.

Usb: adesioni altissime allo sciopero di 24 ore del trasporto pubblico locale

Usb: adesioni altissime allo sciopero di 24 ore del trasporto pubblico localeRoma, 9 ott. (askanews) – Dai lavoratori del trasporto pubblico locale arriva la “migliore risposta a Salvini”, in quanto le adesioni allo sciopero di 24 ore proclamato dall’Usb sono “altissime”. Lo riferisce una nota del sindacato di base, snocciolando i primi dati sulle adesioni alla protesta.

La mobilitazione è stata indetta con le parole d’ordine “salario, sicurezza, dignità”, contro le “privatizzazioni selvagge” che “alimentano sfruttamento e precarietà con appalti, subappalti e subaffidamenti, contro i pesanti carichi di lavoro, contro le pesanti penalizzazioni salariali derivate dagli ultimi rinnovi contrattuali farsa, contro la mancanza di sicurezza sia per i lavoratori che per l’utenza”. Lo sciopero si è riversato anche sulle piazze di Roma, Mestre, Venezia, Bologna, Napoli, Perugia, Modena, Torino, Vicenza e Bari: “Gli autoferrotranvieri hanno manifestato contro le normative che limitano l’esercizio del diritto di sciopero e l’arroganza del ministro Matteo Salvini che ha impedito in modo illegittimo lo sciopero dello scorso 29 settembre”. La protesta ha raccolto la solidarietà dalle organizzazioni sindacali di altri Paesi europei: Fectrans dal Portogallo, Cgt dalla Francia e Rmt dal Regno Unito. Di seguito alcune delle adesioni registrate nella mattinata (bacini di utenza di Cosenza, Brescia, Genova e Trentino Alto Adige sono esclusi dallo sciopero).

Roma: trasporto gomma 80%, Roma Lido ferma, Metro A-B-C rallentate. Torino: oltre 80%. Perugia e Terni: circa 80%. Bari: 100% nelle Ferrovie Appulo Lucane. Regione Campania: Anm oltre il 70%, Air 50%, Eav ferme linee flegree e Circumvesuviana a singhiozzo, Atc oltre il 50%; Trieste: 60%; Gorizia Monfalcone e Grado: servizio urbano 60%, extraurbano 80%; Milano e provincia Nord-Ovest: 40%; Bologna: 90%; Modena: 80%; Cesena: 60%; Forlì: oltre il 60%; Toscana: Autolinee Toscane 75%; Ancona: 60%; Pesaro Urbino: 40%; Fermo: 50%; Abruzzo e Molise: 45%.

Mattarella in Vajont 60 anni dopo: rispettare l’ambiente è tutelare vite

Mattarella in Vajont 60 anni dopo: rispettare l’ambiente è tutelare viteErto e Casso (Pn), 9 ott. (askanews) – Rispetto dell’ambiente e riconciliazione con la natura, per garantire la sicurezza delle comunità e gli stessi “destini” dell’umanità. La tragedia del Vajont, 60 anni dopo la notte in cui 1910 vite furono spazzate via dall’onda causata dalla frana del Monte toc nel bacino artficiale creato dalla diga, assume oggi il valore di ammonimento “irrinunziabile” a un diverso rapporto tra l’uomo e la natura, “perché l’uomo è parte della natura, ma non deve divenirne nemico”.

Il Capo dello Stato Sergio Mattarella sale fin su ad Erto e Casso, visita il camminamento della diga ancora intatta, e da lì riprende le parole di papa Francesco per un richiamo a “saper porre attenzione e saper governare, con lungimiranza, gli squilibri che interpellano, mettendo in discussione, l’umanità stessa e i suoi destini. Occuparsi dell’ambiente, rispettarlo, è garanzia di vita”, perchè alla “prevaricazione” dell’uomo corrisponde la violenza della natura. Un monito condiviso da Istituzioni e Governo: “Non dobbiamo dimenticare quanto è costata l’irresponsabilità umana in quella terribile notte del 9 ottobre 1963 a una Comunità che era pienamente consapevole dei rischi, ma che rimase inascoltata. In memoria di quella terribile tragedia, una ferita ancora impressa all’Italia tutta, il nostro impegno affinché eventi simili non si ripetano mai più nella nostra Nazione. Nel ricordo delle vittime del Vajont continueremo a lavorare per un’Italia più sicura”, ha affermato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ricordando “una tragedia che poteva e doveva essere evitata”.

Concetti su cui insiste anche il Presidente del Senato Ignazio La Russa: “È doveroso impegnarsi per la sicurezza e la prevenzione dei disastri e contro il dissesto idrogeologico del nostro territorio affinché tali tragedie non si ripetano più in futuro”. Mentre il presidente della Camera Lorenzo Fontana – anche lui presente con Mattarella alle commemorazioni – sottolinea che “bisogna sempre rispettare il territorio, le comunità locali, ricordarsi sempre che è importante creare le opere ma bisogna farle nel rispetto totale del territorio”. Una ferita “ancora aperta”, è l’espressione che più ricorre, e proprio per questo Mattarella ha voluto prima rendere omaggio al cimiterio di Fortogna, deponendo una corona e assistendo al ricordo dei 487 bambini morti nel disastro, e poi recarsi fino a quello che definisce “immenso sacrario a cielo aperto”, la valle in cui ancora oggi la diga si staglia intatta. Una tragedia con “pesanti responsabilità umane”, accertate dai processi. E proprio gli atti processuali, ha sottolineato il Capo dello Stato, devono essere conservati lì, in quei luoghi. Una richiesta forte della comunità locale, che riceve dunque il sostegno del Presidente della Repubblica: “Ciò che attiene alla memoria deve essere conservato vicino a dove la tragedia si è consumata. Per onorare le vittime del Vajont e per riceverne ammonimento per evitare nuove tragedie”. Monito rinnovato anche dai presidenti delle due Regioni coinvolte, Luca Zaia e Massimliano Fedriga. Entrambi insistono sulle responsabilità dell’uomo e sul mancato ascolto delle comunitò locali: “È stato definito disastro, tragedia. È l’esempio del bieco interesse dell’uomo che ha voluto piegare la natura”, ha detto il governatore del Friuli Venezia Giulia; “Oggi è la giornata delle vittime ‘causate dall’incuria dell’uomo, dovrebbe diventare la giornata delle vittime causate ‘dal delirio di onnipotenza dell’uomo”, ha denunciato il presidente del Veneto. (dall’inviato Andrea Reale)