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Caso Regeni, interviene la Consulta: il processo agli 007 egiziani si può fare anche se sono assenti

Caso Regeni, interviene la Consulta: il processo agli 007 egiziani si può fare anche se sono assentiRoma, 27 set. (askanews) – E’ possibile che si arrivi ad un processo per gli ufficiali dei servizi segreti egiziani che torturarono ed uccisero Giulio Regeni, tra la fine di gennaio ed i primi giorni di febbraio del 2016. E’ questo il primo effetto che si registra dopo la decisione della Corte costituzionale – in merito alla questione sollevata dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Roma – che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 420-bis, comma 3, del codice di procedura penale.

In particolare la Consulta è intervenuta nella parte “in cui non prevede che il giudice procede in assenza per i delitti commessi mediante gli atti di tortura definiti dall’articolo 1, comma 1, della Convenzione di New York contro la tortura, quando, a causa della mancata assistenza dello Stato di appartenenza dell’imputato, è impossibile avere la prova che quest’ultimo, pur consapevole del procedimento, sia stato messo a conoscenza della pendenza del processo, fatto salvo il diritto dell’imputato stesso a un nuovo processo in presenza per il riesame del merito della causa”. In attesa del deposito della sentenza, nelle prossime settimane, è facile prevedere che già dalla prossima udienza davanti al gup le parti possano essere invitate a concludere. Nel febbraio scorso la Cassazione, si ricorda, aveva confermato la sospensione del processo per acquisire gli elementi per poter procedere contro gli assenti. I 007 del Cairo sotto accusa sono: Tariq Sabir, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Uhsam Helmi, Magdi Ibrahim Abedal Sharif. I reati contestati sono quelli di sequestro di persona pluriaggravato, lesioni aggravate e concorso in omicidio aggravato.

Schlein: il governo Meloni è specializzato in condoni

Schlein: il governo Meloni è specializzato in condoniRoma, 27 set. (askanews) – “La data della manifestazione ancora non l’abbiamo fissata. Stiamo seguendo quello che succede, sono ore in cui apprendiamo a mezzo stampa cosa ci sarà e cosa no dentro questa manovra. Mi sembra che stiano litigando sui condoni, grande specialità del governo Meloni: ne abbiamo già contati tra i 12 e i 14, stanno discutendo se arrivare a 15…”. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein in conferenza stampa.

Quello delle sanatorie, ha aggiunto, è un “messaggio deleterio, avalli l’idea che alla fine dei conti se fai il furbo alla fine qualcuno ti salva”.

Migranti, mons. Baturi (Cei): ci preoccupano misure governoMigranti/Migranti, la Cei: ci preoccupano le misure del governo

Migranti, mons. Baturi (Cei): ci preoccupano misure governoMigranti/Migranti, la Cei: ci preoccupano le misure del governoRoma, 27 set. (askanews) – “Siamo preoccupati, perché i minori hanno bisogno di una maggiore tutela così come le donne”, così il segretario generale della Cei, monsignor Giuseppe Baturi in una conferenza stampa al termine dei lavori del Consiglio permanente della Cei, sui nuovi provvedimenti sull’immigrazione che si appresta a varare il governo e che prevedono anche misure detentive che riguarderebbero anche donne e minori.

Un’aggiunta di tutela, ha spiegato il Segretario generale della Cei, che “è necessaria proprio nei riguardi dei minori non accompagnati, verso i quali occorre avviare, invece, una riflessione con le comunità locali, con le regioni. E’ necessario conoscere le loro storie individuali, proteggerli anche attraverso, per esempio, uno staff di professionisti e figure capaci di accompagnarli”, è stata la richiesta di mons. Baturi. “Misure semplicemente detentive pensiamo non raggiungono lo scopo del rispetto della dignità dell’uomo. Soprattutto se non sono accompagnate da altre misure”, ha poi detto parlando con i giornalisti.

Baturi ha, quindi, auspicato un dialogo “con la società civile e la Chiesa, con le autonomie locali ed il mondo del terzo settore per rispondere adeguatamente a queste problematiche che, ripeto – ha detto – sono di difesa della dignità dell’uomo attraverso azioni che anche il Papa ha recentemente chiesto e che si potrebbero racchiudere in quattro parole: accogliere, proteggere, promuovere e integrare”. “Non si può – ha quindi concluso il presule – ridurre la gestione di questo fenomeno solo in una misura di contenimento di tipo solo detentivo o in vista di una azione solo di rimpatrio”.

Migranti, mons. Baturi (Cei): ci preoccupano misure governo

Migranti, mons. Baturi (Cei): ci preoccupano misure governoRoma, 27 set. (askanews) – “Siamo preoccupati, perchè i minori hanno bisogno di una maggiore tutela così come le donne”. Così il segretario generale della Cei, mons. Giuseppe Baturi in una conferenza stampa al termine dei lavori del Consiglio permanente della Cei, sui nuovi provvedimenti sull’immigrazione che si appresta a varare il governo e che prevedono anche misure detentive che riguarderebbero anche donne e minori.

Una aggiunta di tutela, ha spiegato il Segretario generale della Cei che “è necessaria proprio nei riguardi dei minori non accompagnati veros i quali occorre avviare, invece, una riflessione con le comunità locali, con le regioni. E’ necessario conoscere le loro storie individuali, proteggerli anche attraverso, per esemio, uno staff di professionisti e figure capaci di accompagnarli”, è stata la richiesta di mons. Baturi. “Misure semplicemente detentive pensiamo non raggiungono lo scopo del rispetto della dignità dell’uomo. Soprattutto se non sono accompagnate da altre misure”, ha poi detto paarlndo con i giornalisti.

Baturi ha, quindi, auspicato un dialogo “con la società civile e la Chiesa, con le autonomie locali ed il mondo del terzo settore per rispondere adeguatamente a queste problematiche che, ripeto, – ha detto – sono di difesa della dignità dell’uomo attraverso azioni che anche il Papa ha recentemente chiesto e che si potrebbero racchiudere in quattro parole: accogliere, proteggere, promuovere e integrare”. Non si può – ha quindi concluso il presule – ridurre la gestione di questo fenomeno solo in una misura di contenimento di tipo solo detentivo o in vista di una azione solo di rimpatrio”.

Bergamo, via al cantiere per la GAMeC: nuovi spazi e linguaggi

Bergamo, via al cantiere per la GAMeC: nuovi spazi e linguaggiMilano, 27 set. (askanews) – Trasformare il Palazzetto dello Sport di via Pitentino in un museo di arte moderna e contemporanea, in grado di intercettare i nuovi linguaggi e le nuove forme dell’arte, senza eseguire demolizioni radicali e con una visione ambiziosa del futuro culturale della città: parte il grande cantiere che il Comune di Bergamo ha voluto per realizzare la nuova GAMeC, la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea della città, da anni ormai alla ricerca di una nuova sede che le consenta di adeguarsi, a circa 32 anni dalla sua nascita, alle esigenze dell’oggi, profondamente diverso rispetto al lontano 1991. Prosegue, quindi, l’ambizioso piano urbanistico che punta a rifunzionalizzare il vecchio palasport della città, struttura sportiva che sarà sostituita dal nuovo Palazzo dello Sport che sorgerà al posto del Palacreberg e dall’Arena da 6500 posti in fase di costruzione nel nuovo complesso Chorus Life, che il gruppo COSTIM sta realizzando tra via Serassi e via Bianzana. L’intervento ha un costo complessivo intorno ai 18 milioni di euro, di cui oltre 6,4 provenienti da un finanziamento PNRR – nell’ambito del bando rigenerazione urbana. Altrettanto significativa è la partecipazione di Intesa Sanpaolo, con il gruppo bancario a garantire, nell’ambito del proprio Progetto Cultura, un contributo di 6 milioni di euro in modalità Art Bonus per poter convertire il vecchio palazzetto nella nuova Galleria. Il progetto Per quel che riguarda la struttura, il progetto della GAMeC conferma il mantenimento della forma dell’impianto sportivo che dimostra però tutto il suo mezzo secolo di vita. Verranno demolite le tribune e sarà realizzata al suo interno una grande ‘lanterna’ — che conterrà la parte espositiva — attraverso la realizzazione di solai intermedi e sfruttando l’altezza dell’attuale campo di gioco. Oltre a questo nuovo ‘white cube’ e si prevede anche un ristorante, un bar, un bookshop e tutti i servizi funzionali a un museo. La superficie complessiva quasi triplicherà: dagli attuali 2.200 metri quadrati a poco meno di 6.000. Confermando e ripulendo dai volumi aggiuntivi il contenitore a pianta ellittica e mantenendo la posizione dell’ingresso verso piazzale Oberdan, il progetto trasforma l’attuale avancorpo, ne mantiene il sedime e lo abbassa in altezza in modo da costruire un portale che consente allo spazio pubblico di ‘fluire’ all’interno dell’edificio. Si crea così il foyer del museo, una vera e propria piazza coperta interna a tutta altezza, uno spazio aperto, attraente e in armonia con la nuova piazza esterna, disegnata da sedute, una fontana a giochi d’acqua e dei piccoli gazebo commerciali. L’area espositiva del museo, in verità, inizierà già al piano terreno: il foyer a tutta altezza è pensato come uno spazio multifunzionale attrezzato per esposizioni di opere di grandi dimensioni.

Questo spazio ospita inoltre il bookshop e salette didattiche informali per attrarre il pubblico più giovane. In posizione opposta all’ingresso sono collocati gli uffici del museo e uno spazio commerciale che si affaccia verso quello che è destinato a divenire lo studentato dell’area Montelungo-Colleoni. Uno scalone centrale scava l’ingresso al museo al primo e secondo livello con la galleria per esposizioni permanenti, ricavata, questa, all’interno del volume opalino che presenta una serie di pannellature modulari mobili capaci di creare ambienti più o meno grandi e più o meno illuminati. Esposizioni permanenti e mostre temporanee sono comunque accessibili separatamente in modo da non ostacolare l’accesso al museo durante l’allestimento delle mostre. Scale di sicurezza e ascensori posizionati simmetricamente completano il sistema di accessibilità e vie di fuga. All’ultimo piano è stato inoltre ricavato un volume che ospita un ristorante panoramico, accessibile dall’esterno anche quando il museo è chiuso. Il nuovo volume si affaccia su un ampia terrazza panoramica in copertura. Il nuovo museo rappresenterà, quindi, anche un punto di vista nuovo su Bergamo, grazie a questa terrazza panoramica che dà sui tetti della città ed è la conclusione di questo percorso che si snoda attraverso la memoria dell’edificio, dentro l’arte, e poi finalmente a vedere la città ed a godere la bellezza soprattutto di Città Alta. Il porsi prima alla scala della città rappresenta uno dei punti di forza del progetto e della sua destinazione, in uno degli ambiti che vedrà nei prossimi anni una delle trasformazioni più radicali a Bergamo, con i nuovi interventi previsti sulla caserma Montelungo, destinata a sede universitaria, e l’allargamento del parco Suardi con l’acquisizione degli orti di San Tomaso e la riqualificazione dell’ex Canossiane. A queste nuove trasformazioni si affianca la presenza di un’istituzione culturale tra le più importanti della città quale la vicina Accademia Carrara. Interventi vengono previsti anche nello spazio urbano che circonda l’edificio per migliorare l’accesso allo stesso museo. Coinvolgeranno l’incrocio con via della Muraine, davanti alla vecchia caserma e, dalla parte opposta, tra via San Tomaso, Cesare Battisti e Borgo Santa Caterina, con il rifacimento della pavimentazione per meglio sottolineare la ricucitura delle parti che li delimitano e definiscono. Per poter avviare i lavori, è stato necessario prevedere un’area di cantiere che limitasse il più possibile i disagi a residenti e zone esterne al vecchio palazzetto. Perciò, il Comune ha deciso di mantenere tutti i posti per residenti disponibili, da sempre molto significativi per la zona, sacrificando i pochi posti blu che si trovano in via Pitentino – anche in ragione di ben due parcheggi convenzionati che affacciano proprio sulla via – che diventano, per mantenere il saldo positivo, gialli. Sarà però necessario chiudere al transito la strada che lambisce a sud il palazzetto – a eccezione di una piccola parte che rimane fruibile per consentire ingresso e uscita dall’unico cancello che affaccia sulla via – e occupare una piccola parte del piazzale antistante il palasport. Il cantiere è stato aggiudicato dall’impresa Manelli, che ha sede a Monopoli (BA). I lavori avranno durata di circa 2 anni: vista la provenienza di fondi dal PNRR, il termine dei lavori è legato alla scadenza del 2026, come previsto dagli accordi nell’ambito del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza. Le dichiarazioni Giorgio Gori, Sindaco di Bergamo: ‘Il progetto di trasformazione dell’attuale Palazzetto dello Sport concretizza l’ambizione di fare della GAMeC un punto di riferimento di rilievo internazionale per l’arte moderna e contemporanea, dotandola di una sede funzionale tanto alle grandi esposizioni quanto a laboratori, convegni e attività didattiche. Il progetto si avvale di un rilevante contributo di Intesa Sanpaolo, che ci preme ringraziare, e si iscrive nella più estesa qualificazione di un intero quadrante della città. Va quindi letto insieme alla rigenerazione della caserma Montelungo e dello Stadio, all’ampliamento del Parco Suardi e all’apertura al pubblico degli Orti di San Tomaso, con la ristrutturazione del Principe di Napoli e alla realizzazione di un percorso ciclo-pedonale che dal Sentierone arrivi appunto alla nuova GAMeC e all’Accademia Carrara: il tutto all’insegna della cultura e del tempo libero, come previsto dal PGT del 2010. Infine, io credo, che questo sia uno degli interventi salienti nell’ambito della Capitale Italiana della Cultura 2023, uno degli aspetti più significativi della legacy dell’anno speciale della nostra città.’ Paolo Maria Vittorio Grandi, Chief Governance Officer Intesa Sanpaolo: ‘Il sostegno alla nuova GAMeC è la conferma, per Intesa Sanpaolo, del ruolo speciale ricoperto dalla città di Bergamo nel nostro Gruppo, ed è questo lo spirito che ci ha visto sostenitori del progetto Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023. Per la nostra banca lo sviluppo di progetti culturali come la GAMeC significa favorire la crescita delle persone e della coesione della comunità e generare ricadute in termini economici e occupazionali. Riteniamo queste componenti fondanti della nostra funzione di banca.’

Lorenzo Giusti, Direttore GAMeC: ‘L’apertura del cantiere della nuova GAMeC segna un passaggio fondamentale nel percorso di crescita del museo, scandito in questi ultimi anni da alcune tappe significative. Penso all’adozione di nuove strategie per la valorizzazione delle collezioni pubbliche, il rafforzamento della programmazione estiva con le mostre ‘site specific’ di importanti artisti internazionali in Palazzo della Ragione, la crescita progressiva e il successo della Trilogia della Materia, l’apertura nel 2020 e il consenso della piattaforma digitale Radio GAMeC, la messa a sistema delle attività didattiche. Tutti traguardi che non sarebbero stati possibili senza l’impegno del Comune di Bergamo e di Tenaris, e senza la consistente crescita parallela del numero di aziende intervenute a sostegno delle attività della Galleria e della rete di prestigiosi musei partner nazionali e internazionali con cui è stato possibile condividere progetti e produzioni. Credo che la GAMeC sia oggi un museo maturo, che ha tenuto fede all’impegno di restare sempre audace – come ci eravamo promessi nel 2018 – con una solida base di pubblico e con un posizionamento europeo ormai consolidato, pronto a fare quell’ulteriore salto di scala e di accoglienza del pubblico che i nuovi spazi potranno favorire’.

Schlein: Pd chiede mettere in Costituzione appartenenza Italia a Ue

Schlein: Pd chiede mettere in Costituzione appartenenza Italia a UeRoma, 27 set. (askanews) – “Una cosa è molto chiara: se sei ambiguo sulla prospettiva europea poi quando c’è da fare le discussioni non conti. Se non ci credi non conti. Noi invece ci crediamo eccome”. Lo ha detto la segretaria Pd Elly Schlein presentando il disegno di legge dei democratici per inserire l’appartenenza dell’Italia all’Ue nell’articolo 11 della Costituzione. Insieme a lei Chiara Braga, Enzo Amendola, Giuseppe Provenzano, Piero De Luca.

“Non c’è una sola sfida su cui ci giochiamo il futuro che sia risolvibile soltanto dentro i confini nazionali”, ha aggiunto la Schlein. “Pensate alla crisi climatica, alla questione migratoria, alla contraddizione di essere un mercato interno all’interno del quale si trovano paradisi fiscali”.

Governo riunisce maggioranza su Nadef, Tajani: Fi farà sua proposte

Governo riunisce maggioranza su Nadef, Tajani: Fi farà sua proposteRoma, 27 set. (askanews) – Sulla Nadef, che arriva stasera in Consiglio dei ministri, “adesso abbiamo una riunione di maggioranza. Faremo le nostre proposte per la manovra”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, arrivando a Palazzo Chigi.

“Sappiamo bene – ha aggiunto – che bisogna affrontare una situazione che non è facile ma le capacità di un governo e di una forza politica si vedono quando ci sono le situazioni difficili, farlo nei momenti facili è semplice. Governare una nave quando il mare è mosso è più complicato, ma io sono ottimista e sono convinto che questo governo è in grado di affrontare anche le difficoltà che ci sono. Dobbiamo dire ai cittadini italiani di avare fiducia, andiamo avanti per risolvere tutti i problemi. Certamente non è una situazione facile, ma non bisogna allarmarsi”, ha concluso.

Anteprima ad Alice nella Città di “The Cage”, con Aurora Giovinazzo

Anteprima ad Alice nella Città di “The Cage”, con Aurora GiovinazzoRoma, 27 set. (askanews) – Sarà presentato Fuori Concorso ad Alice nella città nella sezione Panorama Italia “The Cage – Nella Gabbia”, il nuovo film di Massimiliano Zanin con Aurora Giovinazzo, Valeria Solarino, Brando Pacitto, Desirée Popper, Alessio Sakara e con Patrizio Oliva, con la partecipazione di Fabrizio Ferracane.

Il film, prodotto da Rodeo Drive, Wave Cinema, Fairway Film con Rai Cinema, è uno sport-action movie al femminile, ambientato nella spettacolare arena dell’MMA (Mixed Martial Arts). Protagonista della storia è Giulia (Aurora Giovinazzo), ex-promessa di questa disciplina, che ha lasciato il mondo degli incontri dopo un tragico incidente nella gabbia da combattimento. Lavora in un piccolo zoo a conduzione familiare con il fidanzato, Alessandro (Brando Pacitto), assiduo frequentatore di una comunità religiosa guidata dal carismatico Padre Agostino (Fabrizio Ferracane).

Tormentata dal desiderio di tornare nella gabbia di MMA, Giulia mette a rischio la relazione con Alessandro e il futuro che cominciavano ad intravedere insieme. A darle forza nelle scelte che è chiamata a fare c’è però il rapporto che si instaura con la nuova allenatrice, Serena (Valeria Solarino). Un legame profondo che sosterrà Giulia durante un difficile percorso di liberazione dalla gabbia all’interno della quale rischia di rimanere rinchiusa. Al suo fianco, anche l’allenatore in seconda Salvo, interpretato dall’ex pugile Patrizio Oliva, oro olimpico e campione del mondo, che con la sua presenza regala un’intensa verità ai momenti del film dedicati alla boxe. Allo stesso modo la presenza del campione di MMA Alessio Sakara (Il Legionario), primo italiano a competere in UFC (Ultimate Fighting Championship) la più importante e celebre promotion a livello globale è stata fondamentale sia nella preparazione tecnica delle attrici, sia nella coreografia e nella veridicità dei combattimenti raccontati nel film.

A cadenzare il racconto filmico sono le musiche originali del celebre cantautore Motta che ha realizzato anche il brano inedito “Minotauro” assieme a Danno, leader dello storico gruppo Colle der Fomento. La colonna sonora è inoltre impreziosita dall’inconfondibile voce di L’Aura che ha realizzato la cover della popolare hit Girls Just Want To Have Fun di Cyndi Lauper. The Cage – Nella Gabbia è un boxing movie adrenalinico e appassionante in cui l’MMA – sport in grande ascesa nazionale e internazionale – è il filo conduttore della storia. Un racconto intimo, delicato e toccante basato su amicizia, amore, competizione e voglia di riscatto.

”Product Heroes”, Milano capitale dei product manager 6-7 ottobre

”Product Heroes”, Milano capitale dei product manager 6-7 ottobreRoma, 27 set. (askanews) – Nel mondo del lavoro si sta affermando sempre di più la figura del product manager: negli Stati Uniti sono ormai oltre 41 mila, in Italia sono più di 7.000 e in Europa sono attive al momento quasi 4.800 posizioni aperte su LinkedIn. Il product manager è il principale responsabile della strategia e dello sviluppo di un prodotto, fisico o digitale, non solo per il lancio sul mercato ma per tutto il ciclo di vita. Il 6 e 7 ottobre Milano (NH Congress Centre di Assago) diventerà la capitale del product management, con una conferenza internazionale – la “Product Heroes Conference” – organizzata da Product Heroes, azienda punto di riferimento in Italia per la formazione nel product management.

L’uso sempre più comune di prodotti virtuali, dal classico sito web alle app di nascita più recente, ha avuto come conseguenza l’espansione del ruolo dei product manager soprattutto in campo digitale. Ogni giorno, ormai quasi senza accorgercene, utilizziamo decine di prodotti digitali per i bisogni più diversi, dalla gestione del tempo libero all’e-commerce e ai pagamenti online, fino all’incontro con l’anima gemella. Qualche nome? AirBnb, Spotify, Paypal, Meetic: tech company innovative che affidano a professionisti il lancio e la crescita dei loro prodotti, con un impatto sul successo, sull’evoluzione e sulla reputazione aziendale. Molti di questi si ritroveranno all’NH Congress Centre di Assago alla “Product Heroes Conference”. Sono 1.000 i partecipanti previsti (800 già confermati), 15 i talk e 4 i workshop in programma, 22 gli speaker presenti. Tra questi: Joe Zadeh, tra i fondatori di AirBnb; Maria Arnaoutaki, product lead di Spotify; Fabrice Des Mazery, chief product officer di The Fork. Non mancheranno neanche i product leader che, negli anni, hanno lavorato per costruire una cultura di prodotto in Italia, insieme a Product Heroes: tra questi Fausto Dasseno e Antonella Testaguzza, rispettivamente chief product officer e head of product development di Subito e PrimaAssicurazioni.

La domanda crescente di queste figure professionali sta portando un conseguente aumento delle retribuzioni: nel Regno Unito lo stipendio medio annuo si attesta a circa 46mila sterline, in Germania sui 60mila euro, in Italia, soprattutto nell’area milanese, un product manager guadagna circa 43mila euro. Cifre ancora lontane dal Nord America dove si va dagli 84mila dollari di Montreal ai 138mila di San Francisco. “Lo scenario è in evoluzione – spiega Marco Imperato, fondatore di Product Heroes -: il product manager avrà un ruolo chiave nel guidare la trasformazione di molte aziende. È già successo negli Stati Uniti e accadrà in Italia: l’accelerazione digitale imporrà anche al nostro mercato di farsi trovare pronto, con professionisti qualificati. Per questo abbiamo voluto e immaginato la Product Heroes Conference come un’occasione di incontro per condividere esperienze, relazioni, idee, in un contesto in cui, purtroppo, le opportunità di formazione dei product manager sono ancora rare. È la più grande conferenza sul tema mai organizzata finora: un momento prezioso per fare networking, confrontarsi con specialisti, ascoltare da speaker dalla Silicon Valley e dai migliori tech hub europei come si costruisce un prodotto di successo, qual è la chiave per far crescere il team di lavoro e quali sono i segreti per sfruttare al meglio le tecnologie emergenti. Sul palco porteremo testimonianze, metodo e visione”.

A Potenza la presentazione di “L’ultima Repubblica” di Enzo Carra

A Potenza la presentazione di “L’ultima Repubblica” di Enzo CarraRoma, 27 set. (askanews) – L’Istituto Internazionale Jacques Maritain e il Movimento Nazionale per i Diritti Umani presentano venerdì 29 settembre alle 17, presso la Cappella dei Celestini (Largo Duomo – Potenza), il volume di Enzo Carra L’ultima Repubblica.

Enzo Carra è stato uno dei protagonisti della politica italiana degli ultimi decenni come: portavoce di Forlani, capoufficio stampa della Democrazia Cristiana, fondatore della Margherita e poi deputato alla Camera, onorevole con il Partito Democratico, editorialista per Il tempo ed autore di interviste per la RAI a Gheddafi durante l’embargo in Libia, a Madre Teresa di Calcutta e di un reportage su Cuba dopo la visita di Giovanni Paolo II. Nel libro si legge: “Trent’anni fa gli italiani hanno assistito al crollo del sistema dei partiti che avevano scritto la Costituzione della Repubblica. Con lo stesso atteggiamento seguono, trent’anni dopo, gli sviluppi della crisi in cui si dibattono politica e giustizia. Tra la fine del “secolo breve” e i primi vent’anni del Duemila sono stati celebrati processi ed emesse condanne, ma il tribunale della Storia è ancora alle prime udienze. Occorre fare memoria di quanto è accaduto: un periodo che per valore storico non è inferiore alle fasi precedenti della vita della Repubblica”. Dopo i saluti istituzionale di Gennaro G. Curcio, segretario generale dell’Istituto Internazionale Jacques Maritain, e Loredana Albano, tesoriera del Movimento Nazionale per i Diritti Umani, intervengono Giampaolo D’Andrea, storico e presidente di ANIMI, gli onorevoli Giuseppe Molinari e Lucio D’Ubaldo, e Lorenzo Bochicchio, ministero dell’economia. Conclude la presentazione Giorgio Carra, giornalista e figlio dell’autore del volume.