Migranti, Viminale: in tre giorni sbarcati in 8.141Roma, 13 set. (askanews) – In poco meno di tre giorni, da lunedì 11 a oggi (dato aggiornato alle ore 8), sono sbarcati sulle coste italiane 8.141 migranti. E’ l’ultimo dato disponibile aggiornato del ministero dell’Interno.
Dall’inizio dell’anno ad oggi sono arivati nel nostro Paese 123.863 migranti quasi il doppio rispetto ai 65.517 arrivi del 2022. Dall’inizo del 2023, sono 11.630 i minori non accompagnati giunti in Italia (dato aggiornato all’11 settembre) contro i 14.044 del 2022.
Ryanair a Urso: ritiri decreto illegale, rispettare diritto UeMilano, 13 set. (askanews) – Ryanair torna di nuovo all’attacco e chiede al ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, “di ritirare il decreto illegale sul controllo dei prezzi, di cui né lui né il suo ministero sono in grado di spiegare il funzionamento”.
“Il decreto sul controllo dei prezzi – sottolinea in una nota la compagnia aerea – viola il Regolamento Ue 1008/2008 sui servizi aerei, che garantisce a tutte le compagnie aeree dell’Ue la libertà di fissare i prezzi e che negli ultimi anni ha permesso di abbassare le tariffe e di ottenere un’incredibile crescita del traffico in Italia”.
Radio1, Righetti torna con nuovo programma “Igorà-Tutti in piazza”Roma, 13 set. (askanews) – “Igorà-Tutti in piazza” è l’innovativo e sagace format crossmediale intergenerazionale, ideato e condotto da Igor Righetti, che va in onda su Rai Radio1 rigorosamente in diretta dal lunedì al venerdì alle 20.30. Un ritorno a casa grazie al direttore di rete Francesco Pionati per il giornalista, autore e conduttore radiotelevisivo voce storica di Radio Rai dove per 12 anni consecutivi, proprio su Rai Radio 1, ha portato in onda la sua fortunata trasmissione quotidiana pluripremiata “Il ComuniCattivo” (oltre 12 mila le interviste realizzate, 2249 le puntate trasmesse) diventata di culto e molto amata anche dai giovani, con versioni pure in tv su Rai2 e su Rai1 all’interno di Tg1 Libri e di UnoMattina.
Dopo tre anni a Rai Isoradio, dove il vulcanico Igor Righetti ha ideato e condotto con grande seguito “L’autostoppista”, il primo programma radiofonico pet friendly che a giugno scorso ha ricevuto il premio “Microfono d’oro” come migliore trasmissione radiofonica italiana di infotainment per la quale si è ispirato all’esilarante commedia “Il tassinaro” diretta e interpretata da suo cugino Alberto Sordi, il giornalista continua a sperimentare nuovi linguaggi, a raccontare e commentare con piglio sagace, ironico e creativo, un ritmo incalzante e una narrazione avvincente, il mondo dell’informazione e della comunicazione nonché i fatti di stretta attualità. “Nell’Igorà – dice Igor Righetti – la sorpresa e l’imprevisto sono all’ordine del giorno. Le piazze sono storicamente il centro vitale delle città, un luogo di incontro, ma anche di scontro e di confronto con idee diverse, di condivisione, scambio e connessione, dove convivono entità differenti. Rappresentano il simbolo dell’identità di una comunità dove si incrociano esperienze e culture diverse. Come l’agorà greca era il cuore pulsante dell’antica Atene, l’Igorà, che nasce dal mio nome in quanto rappresenta lo spazio pubblico che mi piacerebbe frequentare, non uno sfogatoio né un condensato di improperi, volgarità, offese o violenza verbale, dove tutti quelli che hanno qualcosa di utile, importante, di interesse comune o divertente da dire possano farlo liberamente”. Il programma, avvalendosi delle contaminazioni e integrazioni di generi diversi come la musica e il cinema con i quali nell’Igorà si cimentano anche i politici, è molto interattivo con gli ascoltatori che possono intervenire con messaggi WhatsApp o sms al numero 335 6992949. Non mancano uno spazio dedicato alle professioni nate dalla creatività, dalle nuove tecnologie o importate da altri Paesi così come uno sguardo al mondo dei social e di ciò che viene pubblicato con l’influencer e social media manager da oltre 256 mila follower su Instagram Lorenzo Castelluccio (@lorenzo.castelluccio). Con alcuni esperti di linguistica italiana ci si sofferma sui neologismi in uso nel linguaggio quotidiano, sull’utilizzo di anglismi fino agli errori più comuni che vengono commessi quando si scrive o si parla (inclusa la pronuncia sbagliata). Nell’Igorà è presente l’immancabile bassotto di Igor Righetti, il pet influencer Byron (@byron.righetti) con oltre 32 mila follower su Instagram.
“Il ComuniCattivo” inaugurò l’infotainment di Rai Radio 1 e rappresentò un laboratorio di iniziative innovative che trovarono spazio anche livello internazionale come il primo radio reality “In radio veritas” al quale parteciparono, tra gli altri, Mario Monicelli, Renzo Arbore e Giorgio Albertazzi e, nel 2009, il concorso annuale nazionale per aspiranti conduttori radiofonici “La radio è di parola”. Furono 43 gli studenti universitari che discussero tesi di laurea sul programma, sul linguaggio e sul modello di infotainment ideato da Igor Righetti, già docente di Linguaggi radiotelevisivi e Format crossmediali alle università Sapienza, Luiss e Tor Vergata di Roma, rendendo così la trasmissione accademica. Tra i numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali ottenuti da “Il ComuniCattivo” spicca, nel 2010 la medaglia di bronzo del Gran Premio Urti Radio di Parigi, uno dei più prestigiosi tra i pochi concorsi radiofonici internazionali al quale parteciparono 90 Paesi di tutto il mondo. Premio che per la prima volta fu assegnato a Rai Radio 1. “Come ha affermato l’amministratore delegato della Rai Roberto Sergio che da direttore radiofonia ha rivoluzionato il mezzo pubblico a livello tecnologico – spiega Igor Righetti – innovare e sperimentare sono parte della mission del servizio pubblico ed è proprio per questo motivo che tutti i miei programmi si concentrano su come fare informazione in modo non canonico, intrattenendo un pubblico intergenerazionale senza usare le scorciatoie della volgarità, delle risse verbali e dei personaggi caricaturali. In giro c’è tanta stipsi creativa e paura di osare ma vale sempre la pena provarci”.
Il 66% dei genitori protegge la propria casa vs 53% di chi non ha figliRoma, 13 set. (askanews) – Le vacanze sono finite ma i timori per la propria sicurezza domestica no: il 54% degli italiani continua a temere un furto, soprattutto chi ha figli. Oggi, 7 genitori 10 trascorrono molto più tempo soli in casa con i propri figli rispetto a prima della pandemia. Verisure, azienda leader in Italia e in Europa nella sicurezza domestica, condivide i dati raccolti in collaborazione con l’Istituto di Ricerca Sondea sui bisogni di protezione domestica delle famiglie con figli e, in occasione del back to school e back to work, propone una lista di consigli utili per mettere in sicurezza la propria abitazione.
Se, durante le vacanze crescono timori e bisogni di protezione domestica perché le persone lasciano le loro case vuote per giorni o settimane, non si può affermare il contrario durante i mesi invernali: il 54,3% degli italiani continua a temere un’effrazione nella propria abitazione durante tutto l’anno. I dati evidenziano una differenza tra chi è genitore e chi non ha figli non solo in termini di apprensione (rispettivamente 56% vs 51,5%) ma, soprattutto, di azioni adottate: Il 66% dei genitori sceglie di proteggere la propria casa con almeno 1 misura di sicurezza contro “solo” il 53% di chi non ha figli. La prima scelta ricade sull’installazione di un allarme domestico, con il 47% dei genitori vs l’appena 29% di chi non ha figli, e il dato cresce al 52% se i figli sono minori di 12 anni.
In vista del back to school, il timore di subire intrusioni preoccupa chi è genitore non solo quando lascia la casa vuota per la routine scuola-lavoro, ma anche e soprattutto quando è al suo interno. Infatti, secondo i dati, il cambio di abitudini avvenuto con l’introduzione “massiva” dello smart-working durante la pandemia da Covid-19, ha portato oggi il 72,5% di chi è genitore, contro il 64% di chi non ha figli, a trascorrere molto più tempo in casa rispetto a prima. E così, oltre 7 genitori su 10 sono spesso soli in casa con i bambini: il 26,4% tutti i giorni, weekend compreso, e il 17% fino a 3 giorni a settimana, proprio a causa dello smart-working. Come conseguenza, per sentirsi più tranquilli, il 60% dei genitori ha rinforzato o rinforzerà le proprie misure di sicurezza domestica rispetto al 50% di chi non ha figli. In particolare: il 17% dei genitori ha già installato telecamere di videosorveglianza e/o sistema di allarme; il 20% è intenzionato a farlo nel prossimo futuro; l’8,3% ha optato per una porta blindata o grate alle finestre e il 4,7% lo farà a breve; il 5% e 4% ha scelto o sceglierà un’assicurazione sulla casa e sui beni al suo interno.
Come affrontare il back to school / to work in sicurezza sia per chi trascorrerà molte ore fuori casa sia per chi sarà in telelavoro? Ecco i consigli degli esperti di Verisure: Abitudini “consapevoli”: I ladri studiano bene le proprie vittime e scelgono colpi “sicuri”, come case dove sanno non ci sarà nessuno per il tempo necessario al furto. Evita abitudini fisse, varia percorsi e orari di rientro, non “urlare” i tuoi piani al telefono sotto casa, chiudi a chiave la porta al tuo rientro, chiudi bene serrande o porte-finestre dei balconi quando esci. Protezione-extra low cost: porte blindate (sempre aggiornate) e inferriate alle finestre sono misure di sicurezza che ogni famiglia dovrebbe avere. Un buon consiglio è abbinare misure extra: ad esempio, un defender magnetico che copre la toppa della serratura contro la tecnica della “chiave bulgara” o luci con timer che simulano la presenza di persone in casa. Attenzione al rientro: quando si rientra in casa, è sempre bene assicurarsi che porte e finestre non siano manomesse perché eventuali malintenzionati potrebbero essere ancora all’interno. Nel caso lo fossero, è bene allontanarsi e chiamare le Forze dell’Ordine. Occhio ad Instagram: nell’era dei social, anche i topi d’appartamento si sono adeguati. Attenzione ai nuovi follower, a chi visualizza le proprie stories e, se possibile, limitare gli aggiornamenti in real time su quando e quanto tempo si è fuori casa. Sistema di allarme: insieme alle buone abitudini, è bene dotarsi di un allarme di nuova generazione, possibilmente collegato ad una centrale operativa.
Sbarchi di migranti senza sosta a Lampedusa, annega un neonato. La Cri: continuare i trasferimentiRoma, 13 set. (askanews) – È stata una notte di sbarchi a Lampedusa. Sono circa 6.800 i migranti già presenti sull’isola. Quasi tutti si trovano all’hotspot di contrada Imbriacola, ma altri migranti sono in attesa in vari punti dell’isola, soprattutto sui moli. E nella notte si è consumata la tragedia: un neonato è morto dopo essere finito in acqua prima dell’arrivo dei soccorritori della Guardia Costiera.
Il barchino su cui viaggiava il piccolo assieme alla mamma si è rovesciato durante la navigazione, poco prima dell’arrivo dei militari della Capitaneria che hanno salvato tutte le persone finite in acqua, tranne il piccolo di 5 mesi. La barca, con a bordo circa 45 persone, secondo quanto è stato ricostruito da Capitaneria di porto e polizia, si è ribaltata perché i migranti, alla vista della motovedetta della Guardia costiera, si sono spostati quasi tutti su una fiancata.
Intanto proseguono i trasferimenti: 700 persone verranno imbarcate sul traghetto di linea che giungerà in serata a Porto Empedocle e 180 partiranno con un volo Oim. Ma la Cri lancia l’allarme. “All’hotspot di Lampedusa ci sono stamattina oltre 6.000 persone, tante le famiglie con minori. Sono previsti trasferimenti in giornata ma la situazione è difficile per via degli oltre 100 sbarchi registrati nelle ultime ore. Stiamo reggendo nella gestione dell’accoglienza, concentrandoci in particolare sui più fragili, ma è evidente che deve continuare a funzionare in queste ore il processo dei trasferimenti dall’isola che, fino a questo momento, ha consentito di mantenere la situazione sotto controllo. È importante anche sotto il profilo umanitario che l’hotspot non vada oltre una soglia critica di presenze”. Così la Croce Rossa Italiana in una nota stampa.
L’Inps: la speranza di vita degli operai è 5 anni meno di quella dei dirigentiRoma, 13 set. (askanews) – “La speranza di vita varia significativamente in funzione del ‘reddito coniugale’, che consente una caratterizzazione più accurata delle disponibilità, soprattutto per le donne il cui reddito individuale in molti casi non riflette correttamente le risorse a disposizione. Oltre al reddito, si è tenuto conto della gestione previdenziale (che riflette, anche se in modo imperfetto il tipo di attività lavorativa) e della regione di residenza del pensionato che ne coglie il contesto socioeconomico. L’analisi mostra che la mortalità varia in modo molto significativo al variare di queste caratteristiche. Per esempio, la speranza di vita a 67 anni di un ex lavoratore dipendente con ‘reddito coniugale’ nel primo quinto della distribuzione è di quasi 5 anni inferiore a quella di un ex contribuente ai fondi Inpdai (il fondo previdenziale dei lavoratori dirigenti di impresa, confluito in Inps dal 2003), volo e telefonici nel quinto più alto della distribuzione”. E’ quanto rileva il XXII rapporto annuale dell’Inps.
“Per le donne le differenze sono minori, ma comunque importanti – sottolinea l’istituto – una residente in Campania nel primo quinto della distribuzione del reddito ha una speranza di vita di quasi 4 anni inferiore a una residente in Trentino-Alto Adige con reddito nel quinto più alto. La presenza di differenze così significative è problematica dal punto di vista dell’equità ed anche della solidarietà in quanto l’attuale sistema previdenziale applica al montante contributivo un tasso di trasformazione indifferenziato, che presuppone speranza di vita indifferenziata. Il non tener conto del fatto che i meno abbienti hanno una speranza di vita inferiore alla media risulta inevitabilmente nell’erogazione di una prestazione meno che equa a tutto vantaggio dei più abbienti”. Un’altra importante differenza che rileva il rapporto riguarda l’assegno pensionistico e le differenze di genere. Lo stock di prestazioni pensionistiche erogate è rimasto “sostanzialmente invariato”. I pensionati sono circa 16 milioni, di cui il 52% donne, e l’importo lordo della spesa è poco sopra i 320 miliardi di euro, ma l’importo medio percepito dagli uomini è superiore del 36% a quello delle donne.
L’istituto di previdenza eroga 315 miliardi di euro e oltre metà della spesa pensionistica è per prestazioni di anzianità/anticipate, seguite da vecchiaia e pensioni al superstite. Le prestazioni assistenziali (agli invalidi civili e pensioni/assegni sociali) assorbono l’8% del totale.
Eurozona, produzione industria luglio -1,1% su mese e -2,2% annuoRoma, 13 set. (askanews) – Ancora uno sviluppo negativo per l’economia dell’eurozona. Stavolta dalla produzione industriale, che secondo l’ultima rilevazione effettuata da Eurostat ha accusato un calo dell’1,1% a luglio rispetto al mese precedente, quando era invece aumentata dello 0,4%. Nel confronto su base annua la flessione della produzione è proseguite e si è aggravata con un meno 2,2%, a fronte del meno 1,1% di giugno.
Secondo l’ente di statistica comunitario la maggiore debolezza a luglio ha investito i beni di investimento e i beni di consumo durevoli, con cali, rispettivamente, del 2,7% e del 2,2% sulla produzione rispetto al mese precedente. L’energia invece ha registrato una ripresa dell’1,6%.
Banche, Bce vede rischi da tassa extra profitti e chiede analisiRoma, 13 set. (askanews) – La tassa straordinaria sugli extra profitti delle banche in Italia rischia di compromettere la trasmissione delle misure di politica monetaria della Bce, di favorire la frammentazione del sistema bancario rispetto al resto dell’Ue e di aumentare i costi per attirare nuovo capitale. Lo rileva la Bce nel parere pubblicato oggi rispetto al provvedimento approntato dal governo, notificato alla stessa istituzione lo scorso 11 agosto.
La Bce raccomanda “cautela” su questa misura, per garantire che l’imposta “non incida sulla capacità dei singoli enti creditizi di costituire solide basi patrimoniali e di effettuare adeguati accantonamenti”, per eventuali futuri deterioramenti del credito. Inoltre la Bce richiede che al fine di valutare l’applicazione dell’imposta dal punto di vista della stabilità finanziaria il decreto venga “accompagnato da un’analisi approfondita delle potenziali conseguenze negative per il settore bancario”, con in particolare uno studio sull’impatto sulla redditività a lungo termine, sulla base patrimoniale, sull’accesso ai finanziamenti e sulla concessione di nuovi prestiti, sulle condizioni di concorrenza sul mercato e sul mercato delle liquidità.
Infine Francoforte chiede di chiarire la nozione di “attività totali” rispetto al “perimetro” delle banche e quale sarebbe il trattamento degli enti creditizi in cui siano avvenute fusioni e acquisizioni durante il periodo di stima per il calcolo dell’imposta. La Bce ricorda di essere “competente a formulare un parere in virtù del trattato sul funzionamento dell’Unione europea” sulle disposizioni applicabili agli istituti finanziari “nella misura in cui esse incidono in maniera significativa sulla stabilità degli istituti e dei mercati finanziari e sui compiti della Bce relativi alla vigilanza prudenziale degli enti creditizi”. E di aver adottato di recente un parere su iniziative simili da parte della Spagna e della Lituania, che in entrambi casi ha analizzato dal punto di vista della politica monetaria, della stabilità finanziaria ed è la vigilanza prudenziale sulle banche. Il parere è stato adottato dall’intero Consiglio direttivo.
Il Padiglione Italia di MCA per Expo 2025 per la sostenibilitàMilano, 13 set. (askanews) – “Progettare il Padiglione Italia per l’Expo di Osaka 2025 è un’opportunità unica per la creazione di un vero e proprio palcoscenico in cui non solo mostrare – ad un pubblico globale – cultura, storia e innovazione del nostro paese, ma creare un luogo in cui tessere connessioni: per future collaborazioni, per rafforzare legami per scambi culturali, sociali ed economici. In linea con il tema Saving lives e con gli obiettivi degli SDGs, il progetto e le conseguenti scelte compositive, tecnologiche e materiche, si faranno promotori di un rinnovato equilibrio tra uomo, natura e tecnologia e potrà diventare un potente strumento per promuovere, ispirare azioni e instaurare nuove sinergie per lo sviluppo di un futuro più sostenibile. Il Padiglione rappresenta una nuova idea di società e di città: un organismo vivente in cui le relazioni fra uomo, arte, ambiente e storia possano materializzarsi”. Lo ha detto l’architetto Mario Cucinella, al cui studio MCA è stata affidata la responsabilità di realizzare il Padiglione Italia per l’Expo di Osaka del 2025.
Il Padiglione – è stato spiegato durante la presentazioone del progetto – sarà un organismo vivo, che produce conoscenza e innovazione attraverso la contaminazione fra generazioni e culture: un grande Hangar del saper fare italiano, che accoglierà sperimentazioni artistiche, scientifiche, imprenditoriali, sociali. Lo spazio metterà in luce e stimolerà quel DNA creativo che ci appartiene e che tutto il mondo ci invidia. Le opere del patrimonio nazionale saranno messe a nudo, scomposte e riproposte in maniera inaspettata e contemporanea. La struttura è composta da 2 corpi: una teca che contiene il cuore espositivo ed esperienziale del padiglione; un corpo secondario posto nella parte retrostante la teca che ospiterà le funzioni accessorie. Si presenterà come una struttura permeabile alla luminescenza del cielo e del mare che la circondano. Sul fronte principale si aprirà con un ordine gigante di portali che concorreranno all’immagine di grande atrio porticato, posto ad inquadrare le architetture interne del percorso espositivo. Il visitatore, che sarà accompagnato attraverso un percorso creativo fino a diventarne parte, “respirerà” l’Italia in maniera inequivocabile quando sarà investito dai colori dei quadri rinascimentali, dalle proporzioni degli spazi urbani e dalla socialità. Tale esperienza sarà divisa in 3 atti, ciascuno dei quali affonda le proprie radici in luoghi ed esperienze di cui l’Italia è stata innovatrice: Il Teatro, la Cottà ideale e Il giardino all’italiana.
Il patrimonio teatrale italiano è sconfinato in termini di spazio architettonico, di innovazione tecnologica e di attori rivoluzionari. Sarà il Teatro il luogo del Padiglione dove, ibridando l’osservatore con l’attore, il reale con il virtuale, si stravolgerà l’esperienza del visitatore e si suggeriranno possibili scenari futuri. Sarà un Teatro immersivo e multisensoriale che metterà in scena suggestioni visive, suoni, movimenti, colori. La città ideale è un tema della pittura sviluppato attorno al XV secolo come rappresentazione del concetto teorico rinascimentale della città ideale. È il luogo in cui l’utopia diventa distopica, metafisica, a causa dell’assordante mancanza di vita. Riflettere su questo tema sarà l’occasione per riportare l’uomo, la natura, la sostenibilità e la vita al centro della città ideale futuribile. La città ideale funge qui da spazio per creare un nuovo futuro, proponendo un approccio inclusivo e sociale volto a valorizzare qualità e artigianalità in associazione con le nuove tecnologie. Sarà il corpo narrativo e di approfondimento del Padiglione, lo spazio del creare; accoglierà un insieme di moderne botteghe ognuna dedicata a diversi temi: tecnologia ed energia; alimentazione ed ambiente, manifattura e design, arte e architettura.
Ospitato sulla copertura del padiglione, il giardino all’italiana è il luogo dello svago e del diletto, emblema del controllo dell’uomo sulla natura, costretta nelle regole definite dal rigore e dalla matematica. Il giardino, una rielaborazione contemporanea del classico elemento del labirinto, sarà l’opportunità di sperimentare un nuovo equilibrio tra uomo e pianta, tra naturale e artificiale, bilanciando l’originalità organica della vita con il disegno razionale dell’uomo. La progettazione è partita da un’analisi climatica per definire le peculiarità del clima di Osaka. Nell’ambito della proposta per il Padiglione Italia si vuole superare la logica di pura e semplice valutazione di impatto ambientale a valle, tipica di un processo lineare, proponendo un approccio integrato in cui il fine ultimo non è solo la mitigazione dell’impatto generato dall’intervento, ma la promozione di un’economia circolare interna al sito. Saranno favoriti aspetti quali l’origine naturale dei prodotti, la filiera corta, il contenuto di riciclato, l’assenza di ingredienti tossici e la disponibilità di certificazioni. Per la struttura, si intende privilegiare l’impiego di una delle risorse a più alta disponibilità locale, il legno proveniente da filiere locali certificate; la scelta dei materiali prediligerà la monomatericità dei componenti, per ridurre al minimo la contaminazione.
Il Padiglione, una volta terminato il suo ciclo di vita, diventerà miniera di materiale: ogni suo singolo elemento ha caratteristiche (materiche, di design, tecnologiche, ecc.) che gli permetteranno di trasformarsi in maniera naturale senza subire successive lavorazioni, per potersi adattare a nuove esigenze. Al termine dell’esposizione questo “laboratorio Italia” dovrà diventare un archivio da mettere in mostra, una banca dati di best practice, brevetti, opere, idee sostenibili, collaborazioni tra intelligenza umana e intelligenza artificiale, successi sociali in termini di integrazione, di partnership commerciali tra aziende e accordi tra paesi, perché l’arte rigenera la vita. L’Italia già nel Rinascimento si è fatta laboratorio di genialità e capitale globale dell’arte e dell’innovazione.
Istat: cresce l’occupazione femminile, ma Italia resta maglia nera in UeRoma, 13 set. (askanews) – Nel secondo trimestre 2023, il tasso di occupazione delle donne tra i 15 e i 64 anni sale a 52,6% (+1,2 punti in un anno), mostrando una crescita ininterrotta dal secondo trimestre 2021. Lo ha comunicato l’Istat, in un focus sull’occupazione femminile, spiegando che, nonostante ciò, il livello di occupazione femminile in Italia è inferiore a quello di tutti gli altri paesi dell’Unione europea: nel 2022 il tasso di occupazione è di 13,8 punti inferiore a quello medio europeo, distanza che è anche aumentata rispetto al periodo pre-pandemia (nel 2019 si attestava a 12,7 punti).
Gli effetti della pandemia hanno ampliato anche la distanza tra i tassi femminili e maschili che da 17,5 punti nel secondo trimestre 2019 è salita a 18,1 punti nel secondo trimestre 2023. Tale dinamica ha allontanato l’Italia dall’Ue anche in termini di gap di genere nel tasso di occupazione, poiché la media europea ha mostrato un miglioramento (da 10,3 punti del 2019 a 9,8 punti del 2022). In termini occupazionali, infatti, la crisi sanitaria in Italia ha coinvolto soprattutto i settori del terziario che più spesso utilizzano lavoro femminile, e anche il successivo recupero, osservato a partire dal secondo trimestre 2021, ha interessato in particolare i settori delle costruzioni e dell’informazione e comunicazione, caratterizzati da una presenza maschile superiore alla media: le donne rappresentano solamente il 7,8% degli occupati nelle costruzioni e il 29,5% di quelli nel comparto di informazione e comunicazione (sull’intera economia le donne rappresentano il 42,3% del totale occupati). Tali effetti sono decisamente diversi da quelli osservati nella precedente crisi (2009-2013) che avevano ridotto il divario di genere, per effetto del peggior andamento dell’occupazione nei settori a prevalenza maschile (industria e costruzioni).
La dinamica dell’occupazione dell’ultimo periodo, soprattutto quella femminile, ha ampliato i già marcati divari per livello di istruzione: nel secondo trimestre 2023, il tasso di occupazione delle laureate è di due punti percentuali superiore a quello dello stesso trimestre 2019, differenza che tra le diplomate si riduce a 0,8 punti e tra le donne con al massimo la licenza media si annulla; le laureate raggiungono un tasso di occupazione di oltre due volte e mezzo superiore a quello di chi ha un basso titolo (79,4% contro 30,4%) e di 22 punti superiore a quello delle diplomate (57,2%). Il ruolo fondamentale del livello di istruzione per l’accesso delle donne al mercato del lavoro è ancor più evidente nel Mezzogiorno dove la quota di donne di 15-64 anni che lavorano (35,8% il totale) tra le laureate raggiunge il 69,9%, valore di 14,6 punti inferiore a quello delle laureate del Nord, un divario che, seppur elevato, è decisamente più contenuto di quello osservato per i titoli di studio più bassi. Anche il divario di genere in termini di tasso di occupazione diminuisce all’aumentare del livello di istruzione e nel passaggio dal Mezzogiorno al Nord: nel secondo trimestre 2023, il gap tra uomini e donne è minimo (4,3 punti) tra i laureati del Nord ed è massimo (30,5 punti) tra chi ha conseguito al più la licenza media e risiede nel Mezzogiorno.
La partecipazione delle donne è anche molto legata ai carichi familiari: nel secondo trimestre 2023 il tasso di occupazione delle 25-49enni è pari all’81,3% se la donna vive da sola, scende al 76,2% se vive in coppia senza figli e al 60,2% se ha figli. Anche il divario a sfavore delle madri si riduce sensibilmente all’aumentare del titolo di studio: tra le laureate il tasso di occupazione è superiore al 70% indipendentemente dal ruolo in famiglia e dalla ripartizione di residenza. Nel complesso, il tasso di occupazione delle 25-49enni oscilla da un minimo di 22,9% tra le madri del Mezzogiorno con basso titolo di studio a un massimo di 97,0% tra le donne laureate che vivono da sole al Centro. Differenze di genere si riscontrano anche nella qualità del lavoro. Oltre un quarto delle donne (27,2%) presenta elementi di vulnerabilità legati alla precarietà lavorativa (dipendenti a tempo determinato e collaboratori) e/o all’impossibilità di trovare un lavoro a tempo pieno (part-time involontario); tra gli uomini la quota dei lavoratori vulnerabili scende al 15,6%1. Inoltre, il fenomeno è più diffuso nelle regioni meridionali per entrambi i generi (35,2% le donne e 21,4% gli uomini), dove anche la differenza tra donne e uomini è più ampia. La vulnerabilità e il divario di genere diminuiscono all’aumentare del livello di istruzione: tra chi ha conseguito al massimo la licenza media, la quota dei lavoratori vulnerabili è 36,7% per le donne e 18,5% per gli uomini, una differenza di 18 punti percentuali che scende a 12 punti tra i diplomati (27,4% e 15,3%, rispettivamente) e a 9 punti tra chi ha conseguito almeno una laurea (20,7% e 11,3%).
Il livello di istruzione, dunque, “risulta fondamentale per la partecipazione al mercato del lavoro delle donne: esso influenza sia l’entrata nel mercato del lavoro sia le opportunità lavorative, anche in un’ottica di riduzione dei divari di genere”. Mlp