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Al Senato si ricorda Khojaly puntando a giustizia e riconciliazione

Al Senato si ricorda Khojaly puntando a giustizia e riconciliazioneRoma, 23 feb. (askanews) – Nella Sala Caduti di Nassirya di Palazzo Madama è stato ricordato l’anniversario della strage di Khojaly con la conferenza “L’importanza della giustizia per la riconciliazione e il peace-building, 31 anni dopo la tragedia di Khojali”, organizzata su iniziativa del senatore Giuliomaria Terzi di Sant’Agata, presidente della Commissione Politiche dell’Unione Europea del Senato.
Ai lavori, oltre al senatore Terzi, sono intervenuti il professor Antonio Stango, presidente della Federazione italiana diritti umani – Comitato Italiano Helsinki, il senatore Salvatore Sallemi, il consigliere Emanuele Farruggia e Rashad Aslanov, ambasciatore della Repubblica dell’Azerbaigian in Italia.
L’evento è stato organizzato in occasione del 31mo anniversario della strage di Khojaly, in cui in una sola notte, tra il 25 e il 26 febbraio, sono morte 613 persone, tra cui donne, bambini ed anziani, sotto l’attacco delle forze armate dell’Armenia o congelate nel tentativo di fuggire.
Gli interventi, avviati da Terzi, hanno evidenziato l’importanza di rendere giustizia a quanto accaduto 31 anni fa a Khojaly, momento di memoria doveroso, quando il mondo vive ancora grandi tragedie. Terzi ha citato la sentenza della Corte europea dei Diritti dell’uomo relativa a Khojaly sottolineando che “abbiamo l’onore di ricordare” i fatti di Khojaly, per il diritto internazionale e per la giustizia internazionale.
Stango nel suo intervento ha evidenziato come quanto avvenuto a Khojaly sia stata una diretta conseguenza della violazione dell’integrità territoriale dell’Azerbaigian avvenuta con l’occupazione dei territori azerbaigiani da parte delle forze armate dell’Armenia. L’incontro del 22 febbraio 2023 si inserisce nel percorso iniziato con la Coalizione di Roma dell’iniziativa “Riconoscere per Riconciliare”, avviata lo scorso anno in questa stessa ricorrenza, quando venne firmata la Dichiarazione della Coalizione internazionale.
Il senatore Sallemi ha messo in rilievo alcuni parallelismi tra la storia azerbaigiana e quella italiana e ha sottolineato l’importanza del ricordo, perché a Khojaly si è trattato di un tentativo di pulizia etnica ed è importante che certi eventi non si ripetano mai più. Farruggia ha ricordato la sua esperienza nell’ambito dell’OSCE in relazione all’ex-conflitto tra Armenia ed Azerbaigian in cui nonostante i tentativi, i negoziati per quasi 30 anni non hanno portato ad alcun risultato.
A concludere i lavori l’Ambasciatore Aslanov, che ha evidenziato ancora una volta l’importanza di parlare della realtà sottolineando la parola “genocidio” riguardo ai fatti avvenuti a Khojaly contro la parte più debole della popolazione, i bambini, gli anziani, un ricordo che possa garantire che non si ripeta più altrove. La Dichiarazione Trilaterale del 2020, ha sottolineato l’ambasciatore, ha creato le opportunità per la normalizzazione dei rapporti interstatali tra l’Azerbaigian e l’Armenia, puntando alla giustizia, alla pace, alla verità, alla riconciliazione e ai diritti umani delle vittime.

Divulga: in un anno export alimentare italiano verso Mosca -8%, Kiev -20%

Divulga: in un anno export alimentare italiano verso Mosca -8%, Kiev -20%Milano, 23 feb. (askanews) – Cala ma non crolla l’export alimentare italiano in Russia (-8%) e Ucraina (-20%) con una perdita complessiva di quasi 100 milioni di euro in valore. È quanto afferma il Centro studi Divulga in occasione della pubblicazione del report “Un anno di guerra” con l’analisi delle ripercussioni del conflitto su alcuni settori importanti dell’economia del Paese.
In Russia, mercato già provato dall’embargo del 2014, con il valore dell’export made in Italy che nei primi 10 mesi del 2022 ha sfondato 500 milioni di euro, arretrano in particolare pasta (-31%), caffè (-29%), bevande alcoliche (-43%), florovivaismo (-25%) e olio di oliva (-13%), mentre tiene l’export di vini (120milioni di euro esportati nei primi 10 mesi del 2022, +5%) e di prodotti dolciari (42 milioni di euro, +4%).
In Ucraina, con il valore dell’export italiano a 220 milioni di euro, a soffrire in particolare tabacco (-24%), vini e spumanti (-41%), latte e derivati (-35%), bevande alcoliche (-52%) e prodotti dolciari (-47%). Crescono invece le esportazioni di caffè (+4%), pasta (+10%) e ortaggi (+70%)

Divulga: in un anno di guerra +83% import italiano di cereali da Kiev

Divulga: in un anno di guerra +83% import italiano di cereali da KievMilano, 23 feb. (askanews) – In questo primo anno di guerra le importazioni italiane di cereali dall’Ucraina sono cresciute dell’83% mentre crollano gli arrivi, già esigui prima della guerra, dalla Russia (-60%). È quanto afferma il Centro studi Divulga in occasione della pubblicazione del report “Un anno di guerra” con l’analisi delle ripercussioni del conflitto su alcuni settori importanti dell’economia del Paese.
In particolare, sono arrivate dall’Ucraina oltre un milione di tonnellate di mais (+80%) destinate all’alimentazione zootecnica, 250mila tonnellate di frumento (+103%) e 4mila tonnellate di orzo (-31%).
Le importazioni di cereali dalla Russia, che prima dello scoppio del conflitto rappresentavano appena il 6% per l’Italia, hanno riguardato prevalentemente frumento (71mila tonnellate) in calo del 42%, e 15mila tonnellate di sorgo.
In crescita anche l’import di olio di girasole dall’Ucraina con 237mila tonnellate nei primi 11 mesi del 2022 (+11% rispetto allo stesso periodo 2021) che si aggiungono a 85mila tonnellate di panelli e farine di girasole (-33%). Dalla Russia, invece, 12mila tonnellate di olio di girasole nei primi 11 mesi del 2022, oltre a 133mila tonnellate di panelli e farine di girasole (-23%).

Bce chiude il 2022 con utili azzerati, è la prima volta dal 2007

Bce chiude il 2022 con utili azzerati, è la prima volta dal 2007Roma, 23 feb. (askanews) – Lo scorso anno la Banca centrale europea ha visto azzerarsi gli utili di bilancio, a fronte dei 192 milioni di euro realizzati nel 2021, dopo l’utilizzo di accantonamenti per 1,627 miliardi di euro sui rischi finanziari. È la prima volta dal 2007 che l’istituzione monetaria non realizza utili e conseguentemente, secondo quanto riporta un comunicato, non verranno distribuiti dividendi alle banche centrali nazionali.
Va chiarito che la Bce non è un ente con scopi di lucro, ma una istituzione europea che ha come mandato quello di perseguire la stabilità dei prezzi. E che nel portare avanti questa attività più incappare anche in perdite, nel 2004 aveva accusato un rosso di bilancio da 1,6 miliardi di euro.
La Bce riporta inoltre che il volume totale del suo bilancio è aumentato marginalmente lo scorso anno, di 19 miliardi di euro a quota 699 miliardi, fronte dei 680 miliardi del 2021. Questo deriva dal proseguimento dei programmi di acquisti di titoli, il piano anticrisi Covid Pepp e il precedente piano a App, che sono stati interrotti nella seconda metà dello scorso anno nell’ambito della manovra di inasprimento monetario.
Queste operazioni tuttavia vengono condotte prevalentemente a livello di Eurosistema delle banche centrali, il cui bilancio consolidato è calato a 7.956 miliardi di euro, a fronte degli 8.564 miliardi del 2021. La flessione riflette i rimborsi anticipati delle operazioni di rifinanziamento ultra agevolate alle banche (Tltro III), dopo che la Bce ha deciso di inasprirne le condizioni, sempre nell’ambito della sua stretta monetaria.
Lo scorso anno i titoli complessivamente detenuti dall’Eurosistema delle banche centrali per operazioni di politica monetaria sono aumentati di 224 miliardi di euro, a 4.937 miliardi di euro complessivi. Sul programma App sono aumentati di 130 miliardi a 3.254 miliardi e sul piano Pepp sono cresciuti di 100 miliardi a 1.681 miliardi.
La Bce ha deciso che da inizio marzo inizierà a ridurre lo stock di titoli accumulati con il piano App nella misura di 15 miliardi di euro al mese.
La Bce riporta inoltre che i costi del suo personale sono calati a 652 milioni di euro nel 2022, da 674 milioni di euro nell’anno precedente, prevalentemente a riflesso dell’attualizzazione delle plusvalenze realizzate sui benefit di lungo termine. Le altre spese amministrative sono invece cresciute a 572 milioni, dai 564 milioni del 2021, a riflesso del ritorno ai normali livelli di attività, dopo le limitazioni imposte a motivo del Covid, e dello sviluppo dei miglioramenti sulle attività di IT collegati alla Vigilanza bancaria.

Bonaccini a M5s e Terzo Polo: senza Pd non c’è alternativa al centrodestra

Bonaccini a M5s e Terzo Polo: senza Pd non c’è alternativa al centrodestraRoma, 23 feb. (askanews) – “Il voto nel Lazio e in Lombardia ha dimostrato, in quella sconfitta netta, che senza il Partito democratico non ci può essere l’alternativa di centro-sinistra a questa destra, questo se lo devono mettere in testa i 5 Stelle e il Terzo Polo, lo si vede nelle dimensioni”. Così Stefano Bonaccini, candidato alla segreteria del Pd, a Tg1 mattina su RaiUno.
“Adesso non abbiamo l’assillo delle alleanze, perché la prima elezione che in cui può votare tutto il corpo elettorale è tra poco più di un anno con le europee, dove si vota con il proporzionale puro. Questo ci avvantaggia ad avere un po’ di tempo per provare intanto a rigenerare il Partito democratico, io voglio che si riscopra la vocazione maggioritaria, che è il contrario della autosufficienza, perché si è visto alle ultime elezioni: andare da soli si perde nettamente, la destra ha due terzi dei parlamentari nonostante il voto reali dei cittadini l’aveva premiata con poco più del 40%”, ha spiegato.
“Quindi alleanze sì, ma non per battere gli avversari perché la gente se ne accorge e ti punisce ma con un programma condiviso. Le alleanze si fanno sui programmi: la proposta che ho fatto è di lavorare su singoli temi per fare battaglie comuni: il governo sta tagliando sulla sanità pubblica e Terzo Polo e 5 Stelle hanno detto entrambi che è un errore, proviamo insieme almeno in Parlamento e nel Paese a partire da lì e poi vedremo cosa può succedere”, ha aggiunto Bonaccini.
Quanto all’ipotesi di una nuova scissione nel Pd, Bonaccini ha detto: “Spero proprio di no, anche se nella vita non c’è certezza mai di nulla, di scissione ne abbiamo avute fin troppe e non è che ci abbiano portato benissimo”. “Elly Schlein è rientrata nel partito dopo tantissimi anni e l’ho apprezzato anche perché spero che la seguano in tanti. Quella volontà di rientrare da parte di chi era esterno dimostra che forse c’è una nuova vitalità nel partito, per cui io mi auguro davvero che di scissioni non si parli mai più e soprattutto che rendiamo il Partito Democratico un partito più aperto, più accogliente e soprattutto più attrattivo”, ha aggiunto.

Commissione Ue chiede a dipendenti di cancellare app TikTok

Commissione Ue chiede a dipendenti di cancellare app TikTokRoma, 23 feb. (askanews) – Il servizio di sicurezza informatica della Commissione europea ha chiesto oggi ai dipendenti dell’esecutivo europeo di disinstallare l’app TikTok, di proprietà della compagnia tech cinese ByteDance, dai device di servizio e personali. Lo riferisce EurActiv che ha avuto accesso alla mail con la quale è stata fatta la richiesta.
“Per proteggere i dati della Commissione e accrescere la cybersicurezza, il EC Corporate Management Board ha deciso di sospendere l’app TikTok sui device personali e di servizio inseriti nei servizi mobili della Commissione”. Inoltre è stato chiesto di cancellare l’app al più presto e non oltre il 15 marzo. Chi non ottempererà vedrà sospesi i servizi corporate di email e Skype for Business.

NielsenIQ: in un anno più che raddoppiata quota famiglie in difficoltà

NielsenIQ: in un anno più che raddoppiata quota famiglie in difficoltàMilano, 23 feb. (askanews) – Nel 2022 il fatturato del largo consumo in Italia è cresciuto del 6,6%, essenzialmente per effetto dalla dinamica inflazionistica (+8,7% inflazione media 2022). Le famiglie italiane di fronte all’ulteriore aumento dell’inflazione (15% a gennaio 2023 per i beni di largo consumo) e alla conseguente diminuzione del potere d’acquisto, modificano i propri comportamenti, rivedendo da un lato la composizione del carrello della spesa e più recentemente riducendo i volumi d’acquisto. In meno di un anno, secondo le rilevazioni di NielsenIQ, è ulteriormente aumentato (+7 punti) il numero dei cosiddetti “consumatori cauti” (dal 52% al 59%) e, aspetto più rilevante, è più che raddoppiata la quota di famiglie in difficoltà che raggiungono il 23% rispetto al 10% di inizio 2022.
A definire lo stato dell’arte del largo consumo è NielsenIQ in occasione della la nuova edizione de Linkontro, la manifestazione giunta alla sua trentottesima edizione, che riunirà più di 200 aziende e 600 manager del largo consumo al Forte Village Resort di Santa Margherita di Pula (CA) dal 18 al 21 maggio 2023. Il tema dell’edizione 2023 “Alla radice del tempo che viene” ha come obiettivo approfondire le capacità delle imprese di sviluppare relazioni forti con i propri stakeholder per rigenerare fiducia e affrontare le sfide odierne.
Lo scenario infatti è in continua evoluzione e l’incertezza domina il mercato tanto quanto le decisioni dei consumatori. Un italiano su tre è preoccupato per l’aumento dei prezzi della spesa e quasi la totalità dei consumatori (il 95%) intende risparmiare nei mesi a venire. Le strategie messe in atto dalle famiglie includono, per il 68% dei casi, la selezione dei prodotti da inserire nel carrello della spesa o la modifica del canale d’acquisto, per il 27% degli intervistati.
Dato lo scenario attuale, che verrà ampliamente analizzato a Linkontro da esperti di diverse discipline e sotto molteplici punti di vista, si fa sempre più stringente la responsabilità delle aziende a cooperare per sostenere il settore del largo consumo nel suo complesso e supportare le famiglie italiane nell’affrontare le sfide quotidiane.
“Anche quest’anno, Linkontro sarà un momento unico di dibattito e condivisione tra i protagonisti della business community del largo consumo – dichiara Stefano Galli, chairman Linkontro – Il clima politico, sociale ed economico globale ci obbliga a cercare nuove risposte agli attuali problemi, nuove strategie da realizzare per affrontare il cambiamento. Il progresso dipende dalle scelte che facciamo ed è questa la nostra responsabilità del presente per costruire con consapevolezza un domani migliore”.

“L’industria distillatoria incarna l’essenza della sostenibilità”

“L’industria distillatoria incarna l’essenza della sostenibilità”Milano, 23 feb. (askanews) – “L’industria distillatoria incarna l’essenza della sostenibilità e della circolarità e offre un contributo concreto e significativo al miglioramento della qualità dell’ambiente”. È quanto emerge dal report di sostenibilità presentato oggi a Roma dall’Associazione nazionale industriali distillatori di alcoli ed acquaviti (AssoDistil) e realizzato con l’obiettivo di illustrare l’evoluzione nel biennio 2020-2021 dei principali indicatori della sostenibilità ambientale, economica e sociale del comparto.
Dal documento risulta che la percentuale di energia rinnovabile autoprodotta dalle distillerie risulta essere più che doppia (63,5%) rispetto alla quota di energia fossile acquistata sul mercato (31,5%). “L’autoproduzione di energia termica ed elettrica da residui di lavorazione – ha spiegato il direttore di AssoDistil, Sandro Cobror – consente di minimizzare l’acquisto di energia dal mercato e ridurre l’impatto ambientale e il costo energetico per le imprese, che altrimenti sarebbe eccessivamente oneroso a causa del notevole input energetico necessario nei processi di distillazione, in particolare negli ultimi mesi in cui il prezzo del metano ha raggiunto valori molto elevati”.
Il report rivela inoltre un trend di crescita degli investimenti del settore nell’installazione di impianti fotovoltaici e di biogas a zero impatto ambientale, per cui ci si attende nel prossimo futuro una progressiva diminuzione delle emissioni. In particolare, la produzione di energia elettrica fotovoltaica a zero emissioni è cresciuta del 300% dal 2018 al 2021. Inoltre, risulta molto rilevante la produzione di bioetanolo sostenibile da destinare al settore trasporti, un biocarburante in grado di abbattere le emissioni del 75% rispetto alla benzina e che sarebbe il componente ideale per ridurre ulteriormente anche le emissioni delle auto ibride, oggi alimentate con sola benzina.
“Questa seconda edizione del report di sostenibilità evidenzia la convinzione delle imprese che vi hanno partecipato nel promuovere la propria identità di importanti soggetti di sviluppo economico, sociale ed ambientale” ha affermato il presidente di AssoDistil, Antonio Emaldi, aggiungendo che “evidenzia poi una precisa filosofia di azione orientata alla condivisione dei progetti di crescita con tutti gli stakeholders, con l’obiettivo comune di salvaguardia dell’ambiente e dell’equilibrio socio-economico”.
Il report è stato stilato grazie al contributo di 12 aziende leader associate ad AssoDistil e rappresentative del settore: Bonollo, Bottega, Gruppo Bertolino, Mazzari, Marzadro, Deta, F.lli Francoli, Bonollo U., I.M.A., D’Auria Distillerie & Energia, Acquavite e Bertagnolli.

Zehra Dogan apre il progetto “Observatory on Deculturalisation”

Zehra Dogan apre il progetto “Observatory on Deculturalisation”Milano, 23 feb. (askanews) – Inaugura oggi, con una performance dell’artista Zehra Dogan, il progetto “Observatory on Deculturalisation”, curato dal collettivo Zaira Oram, presso la OXYD Kunsträume di Winterthur in Svizzera. Un’altra tappa di una ricerca brillante che indaga i territori, i temi e le pratiche al confine del territorio del contemporaneo.
Attraverso l’azione performativa ANKEBUT (Female Spider), Zehra Dog?an presenta un’opera inedita che porta al centro il tema della resistenza femminile e interroga la relazione che le donne sviluppano con il proprio corpo e la terra. ANKEBUT – parola che designa il ragno femmina in una surah (ripartizione) del Corano – si realizza con un intervento site-specific che trova spazio tra le colonne dell’architettura industriale di OXYD a Winterthur. L’artista tesse una ragnatela di capelli umani su raggi di fili spinati, gli stessi fili che costituiscono muri e barriere in numerose geografie del mondo, erette ancora oggi con l’obiettivo di dividere terre e di rendere illegale la presenza di esseri umani. Quale donna curda, Dog?an si è spesso trovata a vivere tra questi territori – divisi dall’esercizio dei regimi di controllo geo-politico, razziale e di genere – costruendo e ri-costruendo la propria casa ogni volta che qualcuno è arrivato per distruggerla. Come forma di opposizione al sistema di potere dominante maschile, la tessitura della ragnatela diventa metafora esistenziale della resistenza e del potere generativo di cui le donne, come i ragni femmina, sono capaci. “I nostri nidi solitari, sottili, invisibili, delicati ma forti, che costruiscono un nido”, scrive Do?an, per connettere e difendere, e per creare lo spazio necessario alla sopravvivenza e all’espressione della vita.
L’azione si svolge con la diffusione di un canto di una donna yazidi di nome Sorgul: riconosciuta come una canzone d’amore che è stata tramandata in diverse lingue per molti anni, è in realtà un lamento che descrive la persecuzione e il massacro dei curdi yazidi.
La performance ANKEBUT (Female Spider) di Zehra Do?an è curata da Francesca Ceccherini e presentata in occasione dell’inaugurazione della mostra “Observatory on Deculturalisation” Chapter 1 (23.02 – 23.04.2023). La mostra e la sua piattaforma di ricerca avviano riflessioni a partire dal lavoro della storica dell’arte femminista italiana Carla Lonzi (1931-1982) e dall’uso del termine “deculturalizzazione”. Elaborato da Lonzi nel contesto del collettivo femminista Rivolta Femminile di Milano, il termine “deculturalizzazione” compare nel testo “Sputiamo su Hegel” del 1973 per definire quelle pratiche e azioni che si oppongono ai paradigmi della cultura patriarcale. Il collettivo curatoriale Zaira Oram costruisce “Observatory on Deculturalisation” a partire da Lonzi, per approfondire, attualizzare e ampliare la nozione di deculturalizzazione. Il primo capitolo della ricerca presenta un osservatorio di pratiche artistiche che mettono in atto questo concetto attraverso il suono, il film, la performance, i workshop e i colloqui pubblici.

Imperatore Giappone: prego per pace, aiutare persone in difficoltà

Imperatore Giappone: prego per pace, aiutare persone in difficoltàRoma, 23 feb. (askanews) – Il “tenno” del Giappone Naruhito, in occasione del suo 63mo genetliaco, ha tenuto oggi il primo discorso pubblico dall’ascesa al trono il primo maggio 2019. L’imperatore ha espresso solidarietà per le persone che soffrono nelle guerre nel mondo e ha offerto preghiere per la pace.
Il simbolo del Giappone – questo il ruolo che la Costituzione nipponica assegna a quello che un tempo è stato il monarca-dio dell’impero – ha anche espresso partecipazione a coloro che in Giappone “hanno difficoltà nella loro vita quotidiana tra la pandemia e i prezzi che crescono”.
Naruhito è apparso nei giardini del Palazzo imperiale di Tokyo, dietro un vetro antiproiettile, assieme all’imperatrice consorte Masako, alla figlia ventunenne Aiko, al fratello minore e principe della Corona (primo nella linea di successione) Akishino, accompagnato dalla moglie e da una delle figlie. Tutti indossavano mascherine leggere bianche. Non era invece presente il giovane principe Hisahito, secondo in linea di successione ma probabile futuro imperatore.
All’udienza pubblica – che dal 2020 è stata sospesa per due anni a causa della pandemia Covid-19 – hanno potuto assistere soltanto 4.800 persone, selezionate in una lotteria tra le oltre 60mila che avevano fatto richiesta. Si tratta di una dimensione ancora limitata dalle restrizioni Covid: prima della pandemia l’udienza per il genetliaco del Tenno era aperta a tutti.
“Sono veramente grato per il fatto di poter celebrare in questo modo, per la prima volta con tutti voi, il mio compleanno”, ha detto Naruhito nel suo pbreve saluto alla folla. “Nell’inverno abbiamo avuto grandi navicate e freddo intenso, sono vicino alle persone che hanno subito del danni. Ma anche in questo freddo, percepisco ogni giorno di più che ci stiamo avviando alla primavera. Io mi auguro – ha continuato – che questa primavera sia pacifica per ognuno di voi. Prego per la salute e la felicità di tutti”.
L’imperatore ha elaborato di più il suo pensiero in una conferenza stampa tenuta nel Palazzo imperiale, nel giorno che è sì del suo compleanno, ma anche alla vigilia del primo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina. “Sento con forza l’importanza di pensare al di là del proprio singolo paese per impegnarsi in un dialogo che superi le differenze e porti a cooperare per risolvere i problemi”, ha detto l’imperatore. “Ognuno di noi – ha aggiunto Naruhito – è interpellato ancora una volta a contribuire nella costruzione di un mondo pacifico”.
In Giappone il Tenno è una figura esclusivamente simbolica in base alla Costituzione imposta dalle forze di occupazione statunitense nell’immediato dopoguerra e non ha alcun potere di natura politica. Gli è anzi preclusa la facoltà di incidere sugli equilibri politici. Questo, tuttavia, non gli impedisce di indicare, in maniera indiretta e generica, alcuni punti chiave. Per esempio, oggi dal balcone del Palazzo imperiale, ha evidenziato il fatto che “molte persone stanno avendo difficoltà nella vita quotidiana per la pandemia e l’inflazione”, in particolare “persone in posizioni vulberabili, anziane, con disabilità, che hanno bisogno di sostegno, oltre che persone in povertà, con i loro bambini”. Quindi ha definito “incoraggiante, io sono grato di saperle, che ci sono molti che sostengono queste persone in situazione vulnerabile”. Queste frasi avranno una ricaduta certamente sulle politiche del governo nipponico.
Sul fronte più “leggero, nella conferenza stampa, l’imperatore ha espresso gioia perché a giugno festeggerà i 30 anni di matrimonio con Masako, con la quale finora “abbiamo condiviso le nostre gioie e dolori”. Naruhito ha sottolineato come l’imperatrice consorte sia “un’importante presenza che mi sostiene nella vita quotidiana e aucluno con cui posso parlare sia di affari pubblici che privati”.
Masako è stata spesso nel cono dei riflettori negli anni precedenti all’ascesa al trono, per gli episodi di stanchezza psicologica che ha vissuto anche alla luce della difficoltà di dare un erede maschio alla dinastia. Dopo l’ascesa al trono, in molti si chiedevano se avrebbe retto alle pressioni che sono consuete perla coppia imperiale, ma il Covid-19 ha un po’ tolto le castagne dal fuoco rarefacendo le uscite pubbliche.
Con la fine della fase acuta dell’emergenza, anche la Casa imperiale però dovrà di nuovo dare un segnale di presenza. L’agenzia che ne gestisce le attività (Kunaicho), tendenzialmente, è molto protettiva e non fornisce un’esposizione ampia alla famiglia imperiale come accade in altre parti del mondo, per esempio la Gran Bretagna. Lo stesso sito internet del Kunaicho sembra venire dagli albori della rete. Tuttavia qualcosa sta per cambiare. Lo ha indicato oggi lo stesos imperatore: “E’ importante comunicare l’informazione sulla sulla famiglia imperale nei tempi giusti e in una maniera che sia favile da comprendere per costruire relazioni di fiducia con il pubblico attraverso scambi ripetuti”. In effetti la presenza dell’attuale imperatore, dopo l’intronazione, si è sentita pochissimo.