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A Bologna la grande mostra su Beatrice Alemagna, “Cose Preziose”

A Bologna la grande mostra su Beatrice Alemagna, “Cose Preziose”Roma, 28 feb. (askanews) – Le cose preziose. L’ostinata ricerca di Beatrice Alemagna è la monografica dedicata a Beatrice Alemagna, la più grande autrice italiana contemporanea di picture book, che la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna promuove nei suoi spazi espositivi di Palazzo Paltroni dal 6 marzo al 26 aprile. Un riconoscimento dovuto che la città di Bologna, dove Alemagna è nata nel 1973 e che poi ha lasciato per Parigi, dedica all’artista di fama internazionale: mercoledì 7 marzo alle 18 in programma un evento speciale, con Alemagna che incontrerà il pubblico in mostra.
Curata da Hamelin con il sostegno di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e la collaborazione di Bologna Children’s Book Fair, la mostra si candida ad essere uno degli eventi principali della 60ma edizione della Fiera del Libro per Ragazzi e il main event di BOOM! Crescere nei libri, il festival diffuso promosso dal Comune di Bologna e BolognaFiere e curato dal Settore Biblioteche e Welfare culturale e da Hamelin nell’ambito del Patto per la Lettura Bologna, che ogni anno porta in città le eccellenze dell’illustrazione e della letteratura per ragazzi mondiale.
L’esposizione, realizzata insieme ad Alemagna dopo un meticoloso lavoro di ricerca, presenta oltre 200 opere dell’artista percorrendone l’intera carriera. Quello della ricerca, a partire dal titolo, è uno dei fili rossi che attraversa tutta l’esposizione e diventa visibile grazie a un significativo corpus di bellissimi materiali inediti – schizzi, bozzetti, grandi disegni e taccuini – dove il flusso creativo dell’autrice prende la sua prima forma dando modo ai i visitatori di entrare per la prima volta, letteralmente, nella “officina” Alemagna.
Questo è il modo migliore per fare diretta esperienza di un’altra insopprimibile caratteristica dell’artista: quella di non potersi mai fermare ai risultati raggiunti, nonostante il successo e la riconoscibilità, e di procedere instancabilmente verso nuove, mete, nuove tecniche, nuove forme di rappresentazione, nuovi soggetti da raccontare. Addio Biancaneve (Topipittori), uno degli ultimi lavori, lo testimonia con forza: qui Alemagna si spinge audacemente verso la pittura, raccontando la fiaba che tutti conosciamo dal punto di vista della matrigna e soprattutto forzando le immagini verso una violenza espressionista e una dissoluzione quasi organica delle forme davvero inedita e assolutamente coraggiosa. Questa torsione è in realtà un modo per rimanere fedele al nucleo oscuro di questa e della fiaba tutta e testimonianza di come essa sia capace di assorbire e fare proprie immagini e stili visivi diversissimi.
Il percorso espositivo non vuole seguire un ordine cronologico ma si concentra sui nodi più profondi della poetica dell’artista, del suo narrare per parole e immagini: la centralità degli spazi – della loro composizione, del loro significato narrativo, del rapporto che instaurano con i personaggi -, la rappresentazione dell’infanzia, la progressiva mutazione nell’approccio al racconto, la centralità degli oggetti costituiscono le diverse sezioni, senza dimenticare uno ampio spazio dedicato alla “sua” Biancaneve e a una serie di omaggi a grandi della storia dell’arte mai esposti prima.
Alemagna ha illustrato grandi firme della letteratura per l’infanzia e per adulti, da Guillaume Apollinaire ad Aldous Huxley, da Gianni Rodari ad Astrid Lindgren, da David Almond fino alla recente interpretazione de Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry, ma è soprattutto come autrice completa che è stata accolta da un pubblico vastissimo, di “piccoli” e di “grandi”. Questo successo interessa latitudini e mercati lontanissimi, da quello europeo a quello statunitense fino ad arrivare alla Corea, ed è costellato di premi e riconoscimenti: interessante chiedersi i motivi di tale risultato, per immagini che hanno una loro stratificazione e complessità, memori delle lezioni dei grandi illustratori dei decenni passati e della pittura occidentale a cavallo tra Ottocento e Novecento.
Il segreto è nella sensibilità che l’autrice ha nel guardare prima, e rappresentare poi, l’infanzia, sentita sempre come altra, dotata di una “sua” precisa natura che a volte può diventare ostacolo e quasi una condanna (La bambina di vetro, Topipittori), altre volte esplode in una grottesca fisicità (Che cos’è un bambino, Topipittori), altre volte ancora diventa energia che ridà vitalità al mondo (Il disastrossimo disastro di Harold Snipperpott, Topipittiori). Questa antenna nel cogliere le espressioni, i corpi, i desideri di bambini e bambine ha portato al recente Al parco (Topipittori), bello e dolente nel mostrare un’infanzia ostinata a giocare, anche nel vuoto drammatico dei lockdown degli scorsi anni. Proprio questo libro, realizzato a quattro mani con la scrittrice svedese Sara Stridsberg, le è valso un premio ideato appositamente da Bologna Children’s Book Fair: The Extraordinary Award for an Extraordinary Artist il titolo del riconoscimento speciale allo straordinario talento di un’illustratrice che “ha saputo offrire una prova stupefacente di come l’arte possa dare rappresentazione a un intero periodo di crisi globale, quale la prolungata emergenza pandemica, attraverso uno stile allo stesso tempo poetico e illuminante, e senza alcuna retorica”.
Ad accompagnare la mostra Alfabeto Alemagna, un prezioso volume monografico curato sempre da Hamelin e inserito nella collana Topi Saggi edita da Topipittori: non semplicemente un catalogo ma un vero e proprio saggio monografico diviso in 22 voci – dalla A di Animali alla I di Identità alla T di Teatro, per citarne alcune – che guida il lettore e il visitatore della mostra nelle stratificazioni e nella complessità dell’opera dell’artista, grazie a un ricchissimo repertorio di immagini spesso inedite e agli interventi critici di Hamelin e di studiosi come Martino Negri, Sophie Van der Linden, Giovanna Zoboli.
Beatrice Alemagna sarà anche ospite di un incontro pubblico nell’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti di Bologna (via delle Belle Arti, 54) all’interno della serie di incontri che l’Accademia ospita durante i giorni della Fiera: giovedì 9 marzo alle ore 16.00 l’artista racconterà il suo percorso artistico, i dubbi e l’ostinazione che sempre l’attraversano, i temi e i modi del suo fare illustrazione.
Le cose preziose. L’ostinata ricerca di Beatrice Alemagna Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, via delle Donzelle, 2, Bologna Dal 6 marzo al 26 aprile 2023 Preview stampa: lunedì 6 marzo ore 10.00 Evento speciale alla presenza dell’artista: martedì 7 marzo ore 18.00 A cura di Hamelin Promossa da Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna Con il sostegno di Bologna Children’s Book Fair In collaborazione con Topipittori, Festival Gribouillis

Inwit e Legambiente insieme per monitorare l’inquinamento atmosferico

Inwit e Legambiente insieme per monitorare l’inquinamento atmosfericoMilano, 28 feb. (askanews) – Inwit e Legambiente si alleano per il monitoraggio dell’inquinamento atmosferico. La collaborazione prevede l’utilizzo delle torri di Inwit per misurare e monitorare, attraverso sensoristica IoT, alcuni parametri ambientali, relativi alla qualità dell’aria, a tutela della biodiversità, tra cui anidride carbonica, biossido di azoto e polveri sottili.
Le aree naturali oggetto del monitoraggio dell’inquinamento atmosferico saranno: Parco Nazionale Abruzzo, Lazio e Molise, Parco Nazionale della Maiella, Riserva Naturale Zompo lo Schioppo, e Riserva Naturale Monte Genzana Alto Gizio.
“La partnership con Legambiente testimonia il valore aggiunto della distribuzione capillare delle nostre torri sul territorio, in questo caso per la tutela della biodiversità – spiega Michelangelo Suigo, Direttore Relazioni Esterne, Comunicazione e Sostenibilità di Inwit -. Le torri di Inwit sono infrastrutture digitali, condivise e sostenibili, a disposizione degli operatori di telecomunicazione mobili e in grado di ospitare tecnologia avanzata IoT per effettuare il monitoraggio della qualità dell’aria e misurare gli impatti dei cambiamenti climatici, a beneficio dei territori e delle comunità nei quali operiamo”.
“L’inquinamento, insieme alla crisi climatica, alla perdita di frammentazione degli habitat, al sovra sfruttamento delle risorse, all’introduzione delle specie aliene invasive – dichiara Giorgio Zampetti, Direttore generale di Legambiente – rappresenta una delle principali minacce per la biodiversità e gli ecosistemi naturali. Per questo abbiamo deciso di affiancare INWIT in questo nuovo monitoraggio sperimentale che ci permetterà da un lato di fare il punto sulla qualità dell’aria in alcune aree protette italiane, dall’altra di capire al meglio le strategie e le misure da adottare per far fronte, in primis, al problema dell’inquinamento dell’aria, per tutelare la biodiversità e raggiungere gli obiettivi stabiliti dalla Strategia dell’UE sulla Biodiversità per il 2030”.

TikTok, Cina reagisce a divieto Casa Bianca

TikTok, Cina reagisce a divieto Casa BiancaRoma, 28 feb. (askanews) – La Cina considera “sbagliata” la decisione della Casa Bianca di ordinare ai dipendenti delle agenzie federali la disinstallazione dell’app TikTok, di proprietà della compagnia cinese ByteDance. Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning.
“Ci opponiamo fermamente a queste azioni sbagliate”, ha detto Mao nella quotidiana conferenza stampa. “L’Amministrazione Usa dovrebbe rispettare i principi dell’economia di mercato e della concorrenza leale, smettere di sopprimere le società e fornire un ambiente aperto, equo e non discriminatorio per le compagnie straniere negli Stati Uniti”.
E, facendo una domanda retorica, Mao ha detto: “Quanto si può sentire incerta la massima superpotenza mondiale, se ha paura dell’app preferita dai giovani?”.
La Cina, per suo conto, blocca una serie di app e piattaforme occidentali come Google, Facebook, Instagram, YouTube, WhatsApp, Skype, oltre a molti siti di testate giornalistiche occidentali. Lo stesso TikTok è presente in Cina in una versione adattata al mercato locale e denominata Douyin.

Un’asta di vini pregiati per sostenere Fondazione Operation Smile

Un’asta di vini pregiati per sostenere Fondazione Operation SmileMilano, 28 feb. (askanews) – Raccogliere fondi a sostegno dei programmi medici di Operation Smile, per assistere e curare i bambini nati con malformazioni del volto come le labiopalatoschisi. È questo l’obiettivo di “For Smiles”, il “charity event” promosso dalla Fondazione Operation Smile Italia ETS, che si terrà il 9 marzo 2023 a Palazzo Colonna a Roma. Una serata all’insegna della solidarietà, per celebrare i 40 anni di Operation Smile nel mondo e sostenere il suo obiettivo per i prossimi dieci anni: garantire l’accesso a cure mediche, gratuite e sicure, a un milione di pazienti con malformazioni del volto nei paesi a basso e medio reddito.
“Da oltre quarant’anni Operation Smile porta cure chirurgiche e multidisciplinari nei Paesi a basso e medio reddito, per garantire a migliaia di persone con malformazioni del volto tutte le cure e l’assistenza medica necessarie” ha spiegato Silvia De Dominicis, presidente Operation Smile Italia ETS, aggiungendo che “è lo stesso impegno che la Fondazione vuole condividere attraverso questa iniziativa: offrire cure essenziali e gratuite a chi ne ha bisogno vuol dire andare oltre l’intervento chirurgico e garantire un’assistenza completa e multidisciplinare, dalla logopedia alla nutrizione, dall’odontoiatria all’ortodonzia e al sostegno psicologico”.
A fare gli onori di casa sarà una madrina d’eccezione, Eleonora Daniele, che darà anche il benvenuto a una parte dell’equipe medica del nuovo Centro di Cura Operation Smile di Milano. L’evento avrà inizio con l’asta dei vini alle 18 con un drink di benvenuto introdotto da Federica Tedeschi, Direttore Generale della Fondazione. A seguire Claudia Conte, presentatrice ed imprenditrice culturale, insieme allo scrittore ed esperto di vini Gelasio Gaetani e al vicepresidente esecutivo della Fondazione Gambero Rosso, Paolo Cuccia, saranno i protagonisti di un confronto sul tema “Smile&Wine: due volti della sostenibilità a confronto. Futuro del vino, sostenibilità e il suo ruolo nella società di oggi e domani”.
L’asta si terrà nello splendido Salone Coffee House di Palazzo Colonna e sarà battuta da Luciano Carnaroli. Tra le prestigiose cantine anche un vino speciale della Tenuta Il Palagio autografata da Trudie Styler e Sting. Alle 20.30 è previsto il “gala dinner”: la serata sarà presentata da Eleonora Daniele, accompagnata da Roberto Ciufoli.

Dl superbonus, Ance: soluzioni rapide sblocco crediti, usare F24

Dl superbonus, Ance: soluzioni rapide sblocco crediti, usare F24Roma, 28 feb. (askanews) – “E’ indispensabile introdurre soluzioni certe e di immediata attuazione per lo sblocco totale dei crediti pregressi”. Lo ha affermato il vice presidente dell’Ance, Stefano Betti, in una audizione in Commissione finanze alla Camera sul decreto sui crediti fiscali deriventi dai bonus edilizi.
Betti ha ribadito la possibile soluzione di “utilizzare gli F24 a compensazione dei crediti maturati”, proposta già elaborata dalla stessa Ance e dall’Abi e ora “resa possibile anche dalle recenti indicazioni di Eurostat”. Inoltre “occorre dare immediatamente un segnale forte di fiducia, attivando il circuito degli acquisti da parte delle istituzioni e aziende statali”. Il vice presidente dell’Ance ha poi aggiunto che l’intervento sulla responsabilità solidale contenuto nel decreto-legge “non risolve il problema in quanto non interviene sul problema principale, quello di individuare i soggetti che possono monetizzare crediti pregressi”.
“Non si può pensare di sbloccare una situazione così incancrenita, dopo mesi di cambi di normativa, con un mero invito alle banche a comprare. Serve una decisione veloce da parte di Governo e Parlamento per approvare misure risolutive. Serve la stessa determinazione e rapidità di azione che – ha detto Betti – ha animato l’Esecutivo nel varare un decreto che, per tempi di approvazione e entrata in vigore, ha battuto anche il leggendario decreto sul prelievo sui conti correnti del ’92”.
Per favorire il completamento dei lavori già avviati ed evitare di creare ingenti danni a famiglie ed imprese “occorre poi migliorare la disciplina transitoria prevista dal decreto approvato dal Governo”.

Francesco Bisignano nuovo coordinatore Maie a Toronto

Francesco Bisignano nuovo coordinatore Maie a TorontoRoma, 28 feb. (askanews) – “Sono molto felice di entrare a far parte della grande famiglia del Movimento Associativo Italiani all’Estero. Non vedo l’ora di mettermi all’opera, per dare risposte concrete alla comunità, che da troppo tempo ormai si sente trascurata”.
Così si presenta Francesco Bisignano, nuovo coordinatore del MAIE a Toronto, Canada.
Imprenditore di grande successo, opera nel settore della ristorazione: sua è la catena di ristoranti italiani più conosciuta e apprezzata in città.
Con il proprio gruppo imprenditoriale, è anche proprietario di diverse gelaterie. Apprezzato da tutti coloro che lo conoscono, Francesco è considerato da chiunque un ambasciatore del made in Italy in terra canadese.
“Sono molto felice di entrare a far parte della grande famiglia del Movimento Associativo Italiani all’Estero, come italiano nel mondo mi riconosco in pieno nei valori, nelle idee e nei progetti che il MAIE ha portato avanti nel corso degli anni”, commenta Bisignano.
“Non vedo l’ora di mettermi all’opera, in modo tale da creare anche a Toronto un network MAIE forte e organizzato, capace di poter dare risposte concrete alla comunità, che da troppo tempo ormai si sente trascurata”, conclude.
Soddisfatto Vincenzo Odoguardi, vicepresidente MAIE: “Conosco Francesco Bisignano e ne apprezzo le sue qualità umane e imprenditoriali. Sono convinto che saprà dare il suo prezioso contributo al Movimento, nell’interesse soprattutto della comunità italiana di Toronto. Buon lavoro Francesco, anche a nome del presidente del MAIE Ricardo Merlo”, conclude Odoguardi.

Salute, Schillaci: impegno costante per cura malattie rare e sostegno ricerca

Salute, Schillaci: impegno costante per cura malattie rare e sostegno ricerca

“Con supporto anche di UNIAMO certo che taglieremo altri significativi traguardi”

Roma, 28 feb. (askanews) – “Abbiamo aperto insieme il primo febbraio il mese delle malattie rare lanciando presso la sede del Ministero, la campagna #uniamoleforze, la prima di tante iniziative a sostegno delle persone affette da malattie rare che culminano con l’evento di oggi. La nostra attenzione alle malattie rare, ai pazienti, alle loro famiglie è costante”. È quanto ha affermato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nel messaggio inviato a UNIAMO – Federazione Italiana Malattie Rare per l’evento di chiusura della campagna #uniamoleforze, in occasione della Giornata mondiale delle malattie rare.
“Da subito ho chiesto di accelerare l’insediamento del Comitato nazionale per le malattie rare, avvenuto il 24 gennaio, e di renderlo immediatamente operativo. Il 21 febbraio, il Comitato ha approvato il Piano Nazionale delle Malattie Rare, un risultato importante e molto atteso che premia l’impegno di tutti i soggetti che vi hanno contribuito. Il prossimo impegno, una volta concluso l’iter con il passaggio in Conferenza Stato-Regioni, sarà quello di attuare le misure previste nel Piano anche attraverso risorse adeguate. Così come non mancherà – ha aggiunto – l’impegno a proseguire ogni sforzo per la cura delle malattie rare e per il sostegno alla ricerca e alla produzione dei farmaci orfani”.
“Abbiamo a cuore i bisogni degli oltre due milioni di malati rari in Italia e delle loro famiglie e con il supporto sempre prezioso anche di UNIAMO sono certo che taglieremo altri significativi traguardi”, ha concluso il ministro Schillaci.

I-Com: in Italia triplicati corsi universiutari su cybersecurity

I-Com: in Italia triplicati corsi universiutari su cybersecurityMilano, 28 feb. (askanews) – La trasformazione digitale della nostra società ha sicuramente aperto nuovi orizzonti, estendendo la possibilità di essere virtualmente connessi nello stesso istante all’intero globo. Tuttavia, sono emersi numerosi rischi legati all’uso dei media digitali e gli attacchi informatici sono aumentati a dismisura. Il fattore umano gioca spesso un ruolo chiave e lo sviluppo di adeguate competenze digitali resta uno snodo cruciale. Le attività di formazione relative alla cybersecurity in ambito universitario sembrano riflettere questa consapevolezza con un’offerta quasi triplicata nell’ultimo anno: a gennaio 2023 si rilevano infatti in Italia 234 tra corsi e insegnamenti relativi alla cibersicurezza rispetto ai 79 individuati nello stesso mese del 2022. Restano, tuttavia, ampie disuguaglianze a livello geografico, con una forte concentrazione dell’offerta nel Lazio, Piemonte, Campania e Lombardia. La riforma degli Istituti Tecnici Superiori (ITS) e una più intensa collaborazione tra pubblico e privato possono giocare un ruolo chiave nel colmare questo gap. Questione ancor più urgente se si considera che la Penisola è uno dei paesi più bersagliati dai cyberattacchi, presentando una quota notevolmente superiore rispetto, ad esempio, a Germania e Francia, seppure in un quadro legislativo capace di stare al passo dei tempi e che non necessita di ulteriori integrazioni normative.
Sono questi alcuni dei temi che emergono dal Rapporto “L’ecosistema italiano della sicurezza informatica tra regolazione, competitività e consapevolezza”, realizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com) e presentato in occasione del convegno pubblico annuale che si è tenuto oggi presso la Sala Capitolare del Senato della Repubblica, nell’ambito delle attività relative all’Osservatorio I-Com sulla Cibersicurezza e al quale hanno partecipato oltre 15 tra esperti della materia, rappresentanti delle associazioni e delle istituzioni. Lo studio del think tank guidato dall’economista Stefano da Empoli fornisce una panoramica sullo stato dell’arte della cybersecurity in Italia e in Europa, dall’esame del quadro normativo italiano ed europeo alla ricognizione sul numero e sull’entità degli attacchi informatici, passando per l’approfondimento delle competenze nel pubblico e nel privato e all’offerta formativa in materia.
Nel dettaglio, il monitoraggio I-Com delle attività di formazione sulla cibersicurezza in ambito universitario ha evidenziato oltre a 112 insegnamenti singoli all’interno di corsi di laurea magistrale, 56 insegnamenti singoli in lauree triennali e 13 corsi singoli all’interno di dottorati di ricerca, ben 22 lauree magistrali, 4 lauree triennali, 7 dottorati e 18 master (di primo e di secondo livello) tutti interamente incentrati sulla cybersecurity. Il totale delle lauree specifiche (triennali e magistrali) sul tema della cibersicurezza ammonta a 26, il doppio del 2022. Nel complesso, la formazione specializzata in materia di cybersecurity in Italia ha raggiunto quota 51 corsi di studio interamente dedicati.
Per quanto riguarda la distribuzione regionale della complessiva offerta formativa, questa appare piuttosto disomogenea con una forte concentrazione nel Lazio (45 tra corsi e singoli insegnamenti), Piemonte (32), Campania (25) e Lombardia (21). Tuttavia, se si considerano i dati normalizzati per il numero di università presenti sul territorio regionale, la classifica varia mostrando in prima posizione il Piemonte con 8 corsi per università, seguito da Liguria (4) e Sicilia (2,8). Le regioni che invece non presentano alcun corso formativo sulla cibersicurezza (anche a causa della scarsa offerta di livello universitario) sono la Basilicata e la Valle d’Aosta.
Le nuove possibilità aperte dal digitale, quindi, richiedono sempre maggiori competenze, sia di base che – soprattutto – specialistiche. “Sicuramente sono necessarie ulteriori azioni finalizzate a incentivare una maggiore capillarità a livello territoriale dell’offerta didattica in cibersicurezza” spiega il presidente I-Com e tra i curatori dello studio Stefano da Empoli, “e, in questo senso, è auspicabile una più intensa collaborazione tra pubblico e privato, che passi anche attraverso la forma dei partenariati. La riforma degli Istituti Tecnici Superiori, a questo proposito”, continua da Empoli, “gioca un ruolo-chiave: gli ITS potrebbero fungere da anello di congiunzione tra realtà scolastica e mondo del lavoro e costituire così un ulteriore tassello in direzione del rafforzamento di un ecosistema della cibersicurezza”.
Attualmente, infatti, la formazione garantita da questi istituti sul territorio viene ritenuta non sufficiente da parte delle imprese. Secondo l’ultimo rapporto dell’Istituto Nazionale Documentazione Innovazione Ricerca Educativa (INDIRE), nel 2022 risultano presenti sul territorio nazionale 120 ITS. La regione che ne ospita il numero maggiore è la Lombardia (20), seguita dalla Sicilia (11), mentre al terzo posto si trovano a pari merito Calabria, Campania e Toscana (9). Parametrando il dato sulla diffusione alla popolazione regionale risulta in testa la Calabria (4,9 ITS ogni milione di abitante), la Liguria (4 ogni milione di abitanti) e l’Abruzzo (3,9 per milione di abitanti).
Dallo studio emerge inoltre che l’Italia è uno dei paesi più bersagliati dai criminali informatici, presentando una quota del 3,26% dei dispositivi mobili e del 10,74% dei pc fissi che sono stati infettati da malware (fonte: Comparitech). Questo dato è notevolmente superiore a quello fatto registrare da altre grandi economie europee come Germania, che presenta un 1,63% di infezioni sul mobile e 4,94% da PC, e Francia, 2,56% mobile e 6,71% PC.

Aumenta export di prodotti agroalimentari italiani in Spagna

Aumenta export di prodotti agroalimentari italiani in SpagnaRoma, 28 feb. (askanews) – Sono sempre di più i prodotti italiani che vengono introdotti giornalmente nel mercato spagnolo. E’ quanto è emerso in un incontro organizzato a Madrid e su cui la Camera di Commercio italiana in Spagna ha realizzato un approfondimento.
Lo testimoniano i dati, visto che nei primi 10 mesi del 2022 l’export di prodotti italiani è aumentato del 25,47% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, così come le bevande del 28,39%.
Inoltre, si stima che che in tutto il 2022 l’export di prodotti italiani in Spagna abbia superato i 2,1 miliardi di euro. Il progetto dell’Unione Europea per la promozione e la valorizzazione dei prodotti di qualità certificata, Enjoy European Quality Food (EEQF) diffonde ancora una volta la ricchezza della gastronomia del Belpaese con una nuova tavola rotonda che si è svolta a Madrid, presso il ristorante italiano Pante, lo scorso 21 febbraio.
In questa occasione, il tema centrale è stato “Il consumo di prodotti italiani in Spagna: tendenze e sfide nell’era post-pandemia”.
La chiusura di diverse attività dovuta alla crisi sanitaria globale ha inciso in modo significativo sulle importazioni del paese iberico, ma i dati dell’ultimo anno dimostrano che si sono raggiunti nuovamente i livelli pre-pandemia. Ciononostante, le tendenze dei consumatori e il possibile impatto sulle vendite di questi prodotti continuano a essere argomenti di dibattito.
In questo nuovo incontro, Nicoletta Negrini, CEO di Negrini SL, uno dei principali distributori di prodotti italiani nella penisola iberica, è intervenuta in un colloquio con il giornalista ed esperto gastronomo Alberto Luchini.
Sono state affrontate le diversità gastronomiche tra Spagna e Italia attraverso l’analisi di varie tipologie di prodotti: formaggi, vini, insaccati e oli. Luchini ha fornito i dati secondo cui, nell’ultimo anno, la vendita di formaggi italiani in Spagna è aumentata di quasi il 40%, raggiungendo i 246 milioni di euro.
In particolare, mozzarella e provolone sono i due formaggi che hanno aumentato maggiormente le proprie vendite nell’ultimo anno, rispettivamente del 68% e del 30% rispetto al 2021. Per quanto riguarda il vino, sebbene il mercato spagnolo non rientri tra le principali destinazioni dell’export italiano, nell’ultimo anno si è registrato un andamento molto positivo delle vendite di spumanti, le cui importazioni in Spagna sono aumentate del 35%.
Da parte sua, Negrini si è soffermata sulla necessità di sensibilizzare i consumatori sulla qualità dei prodotti italiani, poiché spesso optano per alternative locali, simili e generalmente più economiche, ma che non possono essere considerate lo stesso prodotto.
Una delle conclusioni tratte insieme ai presenti è stata che sia l’Italia che la Spagna vantano ottimi prodotti, ma “il problema è quando si vuole fare il confronto”, ha detto Luchini, che ha portato l’esempio del jamón iberico, che si ottiene da suini autoctoni neri, e di altri prosciutti italiani, come il San Daniele o il Parma, ottenuti da una razza suina completamente diversa.
Entrambi i relatori hanno convenuto che si dovrebbe insistere di più sulla sensibilizzazione e la formazione del consumatore spagnolo sui prodotti italiani. In particolare nel caso del vino, poiché, secondo Negrini, è stato grazie ai ristoranti italiani che si è potuto far conoscere in Spagna la loro grande varietà. Non c’è una grande differenza di mentalità nei due Paesi, ma “gli italiani sono molto più curiosi delle novità; lo spagnolo, se non gli spieghi un prodotto, non lo prova”, ha affermato.
Nel corso della tavola rotonda si è riflettuto anche sull’inflazione causata dalla guerra in Ucraina, che ha avuto un impatto molto significativo sui consumi di prodotti italiani In Spagna, insieme ad altre varianti della globalizzazione, come la grande richiesta di latte in polvere e burro da parte della Cina. “Mai in trent’anni ho dovuto affrontare un aumento dei prezzi di questo tipo”, ha detto Negrini.
Dopo gli interessanti interventi, lo chef del ristorante Pante Madrid e presidente della delezione in Spagna della Federazione Italiana Cuochi (FIC), Manfredi Bosco, ha elaborato varie proposte gastronomiche che i presenti hanno potuto degustare: Olio Extravergine di Oliva Terre di Siena DOP e Toscano DOP con focaccia, Provolone Valdapana DOP in abbinamento con Asti Dolce e Secco DOCG.
Come antipasti, Mozzarella STG Latterie Soligo in carrozza con salsa di acciughe cantabre e Provolone Valdapana DOP al forno con cherry confit e pesto di capperi di Pantelleria. Come primo piatto, Risotto al prosecco di Conegliano DOCG e fiori di rosmarino senza dimenticare il dessert finale con Pera al Nobile di Montepulciano DOCG. I vini Nobile di Montepulciano DOCG, Asti Dolce DOCG, Asti Secco DOCG e Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG hanno accompagnato questi deliziosi piatti, particolarmente apprezzati dai presenti.
Secondo un approfondimento sull’import di prodotti agroalimentari italiani in Spagna realizzato dalla nostra Camera di Commercio in questo progetto cofinanziato dall’Unione Europea, sono sei i prodotti italiani associati tra vino, olio e formaggio, con volumi di produzione molto rilevanti nel 2022.
Si tratta di: Asti DOCG (102 milioni di bottiglie, di cui il 90% si esporta all’estero), Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, prodotto secondo il metodo champenoise (104,7 milioni di bottiglie), Vino Nobile di Montepulciano DOCG (7,2 milioni di bottiglie), Provolone Valpadana DOP, con una produzione di oltre 7 milioni di kg, l’Olio Extravergine d’Oliva Toscano IGP (55.000 quintali stimati e con oltre la metà della produzione esportata all’estero, con Germania e Regno Unito come principali mercati di destinazione) e la Mozzarella STG, con oltre 270 mila kg di produzione nel 2021.
Si tratta di eccellenze territoriali la cui qualità è testimoniata da certificazioni come DOP (Denominazione di Origine Protetta), DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita, esclusiva dei vini italiani), IGP (Indicazione Geografica Protetta) e STG (Specialità Tradizionale Garantita).
E’ solo di una piccola parte di tutto ciò che l’Italia può offrire, dal momento che il Belpaese è il primo mercato al mondo per numero di denominazioni di origine concesse dall’Unione Europea -con 1.027 differenti considerando anche le bevande spiritose-, seguito dalla Spagna con 469.
L’ultimo prodotto registrato lo scorso 30 gennaio di quest’anno è stata la Ciliegia di Bracigliano IGP. Tra le principali regioni produttrici, Toscana e Veneto sono in testa con 93 prodotti certificati.
I benefici della variegata gastronomia italiana continueranno a farsi conoscere attraverso diverse iniziative ed eventi organizzati in Italia, Spagna, Polonia e Germania, i quattro paesi coinvolti nel progetto Enjoy European Quality Food (https://www.eeqf.eu/es/), con l’obiettivo di incrementarne la visibilità e avvicinare i consumatori, le imprese e l’opinione pubblica europea al mondo dell’enogastronomia di qualità.
Dalla ricerca è emerso che il consumo dei prodotti italiani in Spagna sta attraversando una fase di netta crescita. Nei primi 10 mesi del 2022, infatti, l’import dei prodotti agroalimentari italiani è aumentato del 25,47% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, così come l’import di bevande è cresciuto del 28,39%.
Numeri positivi sono previsti anche per gli ultimi due mesi dell’anno appena concluso. Si stima infatti che in tutto il 2022 l’import di prodotti alimentari italiani in Spagna abbia superato i 2,15 miliardi di euro.
Questa tendenza di crescita emerge anche dai dati relativi alle singole tipologie di prodotti. Un posto di rilievo in tal senso è occupato dai formaggi, il cui import nel mercato spagnolo è aumentato del 38,87% nei primi 10 mesi del 2022, con una stima di 246 milioni di euro in valore annuale. In particolare, mozzarella e provolone sono i due formaggi che hanno aumentato maggiormente le proprie vendite nel 2022, rispettivamente del 68% e del 30% in termini annuali.
Dati incoraggianti riguardano anche il vino. Sebbene il mercato spagnolo non rientri tra le principali destinazioni dell’export italiano, nell’ultimo anno è stato registrato un andamento molto positivo per quanto riguarda le vendite di vini spumanti, le cui importazioni in Spagna sono aumentate del 35% nei primi 10 mesi del 2022.
Si tratta di una crescita considerevole, frutto anche di una maggiore conoscenza del prodotto, favorita in particolare dalla presenza di numerosi ristoranti italiani nel Paese.
Occorre tuttavia evidenziare anche il ruolo giocato dai costi di produzione nel valore dell’import dei prodotti italiani in Spagna. Nel corso del 2022 è stato infatti registrato un forte aumento delle spese di produzione, fattore che ha causato un’importante crescita dei prezzi di vendita dei prodotti ai clienti e che, conseguentemente, si riflette nell’aumento del valore dell’import spagnolo.

Dl superbonus, Ance: situazione esplosiva, a rischio 32.000 imprese

Dl superbonus, Ance: situazione esplosiva, a rischio 32.000 impreseRoma, 28 feb. (askanews) – “L’Ance esprime forte preoccupazione per la situazione esplosiva venutasi a creare dopo l’approvazione del decreto-legge sulla cessione dei crediti perché il decreto non risolve in nessun modo il problema dei crediti incagliati legati ai bonus edilizi”. Lo ha affermato il vice presidente dell’Associazione nazionale dei costruttori edili, Stefano Betti, nel corso di una autizione in Commissione finanze alla Camera, sul decreto legge sui crediti fiscali legati ai bonus edilizi.
“Si tratta di circa 19 miliardi di euro , già maturati, che se non pagati – ha sottolineato l’Ance – mettono a rischio 115.000 cantieri di ristrutturazione delle case delle famiglie italiane in corso in tutta Italia, oltre 32.000 imprese e 170.000 lavoratori, che raddoppiano se si considera l’indotto”.