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A Roma la nona edizione del Mercato Internazionale Audiovisivo

A Roma la nona edizione del Mercato Internazionale AudiovisivoRoma, 11 set. (askanews) – Torna il MIA – Mercato Internazionale Audiovisivo- con la sua 9a edizione che si svolgerà a Roma dal 9 al 13 Ottobre 2023 nelle sue storiche sedi di Palazzo Barberini e del Cinema Barberini. Anche per questa edizione sarà attiva la piattaforma MIA Digital che consentirà agli accreditati di accedere anche da remoto a tutte le sessioni (in diretta e on demand).

Il MIA | Mercato Internazionale Audiovisivo, diretto da Gaia Tridente, è il più importante evento di settore in Italia ed è uno dei mercati internazionali irrinunciabili, incentrato su coproduzione, strategie e modelli di finanziamento, vendita e distribuzione, work in progress, valorizzazione dei talenti e circolazione dei progetti. Nato nel 2015 e cresciuto grazie alla consolidata joint venture tra ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Digitali), presieduta da Francesco Rutelli e APA (Associazione Produttori Audiovisivi) presieduta da Chiara Sbarigia, gode del supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale-ICE-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, e del contributo di Creative Europe MEDIA. Il MIA riceve inoltre il sostegno del Ministero della Cultura, del Ministero delle Imprese e del Made in Italy e della Regione Lazio. Sponsor ufficiale della manifestazione è Unicredit. Anche per questa edizione, il MIA ha ricevuto il patrocinio di Eurimages, il fondo del Consiglio d’Europa per la co-produzione, la distribuzione, esposizione e la digitalizzazione delle opere cinematografiche europee.

Alcuni dei più acclamati e visionari produttori, commissioner, buyer, distributori, executive, partner finanziari e talenti di tutto il mondo discuteranno le opportunità e le sfide della produzione e distribuzione audiovisiva nell’attuale paradigma internazionale dei contenuti. Tre donne le prime ospiti annunciate, che saranno protagoniste di 3 appuntamenti chiave della prossima edizione del MIA: Nicole Clemens, Sara Bernstein e Marge Dean. Nicole Clemens, President di Paramount Television Studios (PTVS) e di Paramount+ Original Scripted Series. In qualità di presidente di PTVS, Clemens supervisiona un’ampia serie di show destinati al pubblico di diverse piattaforme. Le prossime produzioni di PTVS includono Time Bandits di Taika Waititi e Before di Billy Crystal – entrambe in streaming su Apple TV+ – e Cross, con Aldis Hodge, per Prime Video. Per la piattaforma Paramount+ Clemens ha gestito le serie originali scripted, curando serie di successo internazionale come Halo, The Offer e il franchise di Star Trek. Inoltre, ha recentemente prodotto il drama britannico Sexy Beast con Paramount Television International Studios per Paramount+, e ha supervisionato la realizzazione di un altro drama britannico, The Gold, per Paramount+. Clemens illustrerà la sua carriera e la produzione strategica di Paramount in tutto il mondo.

Sara Bernstein, pluripremiata produttrice e presidente di Imagine Documentaries – la società di produzione fondata da Ron Howard e Brian Grazer – che guida lo sviluppo e la produzione di lungometraggi e serie di documentari premium sarà protagonista di un keynote sulla sua carriera con particolare riferimento a produzioni recenti come Judy Blume Forever (Amazon Studios), Bono & The Edge: A Sort of Homecoming with Dave Letterman (Disney+), The Volcano: Rescue from Whakaari (Netflix). Nel corso della sua carriera, Bernstein ha ottenuto 11 vittorie agli Emmy, 33 nomination agli Emmy e 11 Peabody Awards, mentre i documentari da lei prodotti hanno ottenuto due Oscar e 13 nomination agli Oscar. Marge Dean, Head of Skybound Entertainment’s Animation Studio, vincitrice di un Emmy e Presidente di Women In Animation, sarà protagonista di un keynote sullo sviluppo e la produzione di contenuti animati per adulti e teen, tra i quali Invincible per Amazon Prime. Conosciuta per una serie di successi nel campo dell’animazione, Dean ha svolto un ruolo importante nel plasmare o rimodellare entità come Columbia-TriStar TV, Warner Bros. Animation, Mattel’s Playground Production, Omation di Steve Oedekerk, Technicolor Animation e Wildbrain Entertainment. Prima di entrare in Skybound, ha ricoperto il ruolo di Head of Studio presso il più importante distributore di anime, Crunchyroll. Tra i protagonisti delle conferenze del MIA 2023 anche Ari Folman, autore, regista, produttore e animatore pluripremiato noto per opere animate come Valzer con Bashir (vincitore del Golden Globe nel 2009).

Il congresso e Anna Frank e il diario segreto. Nicholas Weinstock, fondatore e presidente di Invention Studios, che ha sviluppato e prodotto Escape at Dannemora – la serie di Showtime candidata a 12 Emmy -, In the Dark – andata in onda per 4 stagioni su Netflix – e, più recentemente, la serie premio Emmy Severance di Apple+. E ancora, James Townley, Chief Content Officer Development di Banijay, che terrà un keynote sullo sviluppo e la creazione di IP unscripted e sull’acquisizione di formati e documentari nei 21 paesi del mondo dove il gruppo è presente. Altri importanti nomi saranno annunciati nelle prossime settimane insieme al programma completo della manifestazione.

Ue, Salvini insiste su Le Pen: chi mette veti aiuta sinistra

Ue, Salvini insiste su Le Pen: chi mette veti aiuta sinistraMilano, 11 set. (askanews) – Sventolare la bandiera del contrasto alle “Eurofollie”, fare proprie le istanze della destra, dal contrasto all’immigrazione alla resistenza nei confronti della transizione verde. E poi addossare agli alleati la responsabilità delle apparentamente inevitabili divisioni in Europa. La strategia della Lega in vista delle Europee è ormai delineata, e le tensioni con Fi e FdI non fanno demordere Matteo Salvini. Che anzi rilancia, puntando sui distinguo europei per uscire dal cono d’ombra in cui in Italia e sui palcoscenici internazionali è relegato dalla premiership di Giorgia Meloni.

Del resto le posizioni sono ormai cristallizzate: la Lega gioca tutte le sue carte sull’alleanza con Marine Le Pen, invitata anche sul palco di Pontida; Antonio Tajani contrasta fieramente questa linea, confortato dal posizionamento degli alleati del Ppe che ieri con Weber hanno chiuso ogni dialogo a destra. Mentre FdI, è il ragionamento di un esponente leghista, “dovrà scegliere, se acconciarsi a fare la ruota di scorta della maggioranza Ursula, una stampella, o seguire Salvini nel tentativo di una maggioranza di centrodestra”. Anche perchè, aggiunge un altro uomo del Carroccio, “sono Fi e FdI che vanno fuori asse rispetto alla maggioranza italina: il nostro tentativo è per aggiungere i voti necessari per una maggioranza di centrodestra, sono gli altri che invece starebbero anche dall’altra parte…”, ovvero in un’alleanza con Socialisti e Liberali. Tanto che le parole di Weber sul dialogo coi Socialisti vengono definite “assurde” dai vertici leghisti in Ue, Zanni e Camponesi: “In Ue serve un netto cambio di rotta e di maggioranza: chi non lavora per un centrodestra unito anche in Europa fa il gioco della sinistra”. Posizionamenti che ovviamente servono a definire i rapporti di forza: in Europa ma anche nella maggioranza italiana, con gli uomini di Salvini convinti che stavolta i voti presi peseranno: “Il centrodestra unito governa Comuni, Regioni e Paese: se non vogliamo riconsegnare l’Europa al centrosinistra, ai socialisti, ai comunisti e a Macron, l’unica alternativa è il centrodestra unito”, ripete il leader leghista. “Non mi permetto di dire agli alleati del centrodestra ‘non voglio Tizio non voglio Caio’ e quindi – ha spiegato – mi auguro che il centrodestra unito in Italia lo sia anche in Europa”, perchè “se uno comincia a dire no vuol dire che ci sarà un altro governo con i socialisti, quindi le follie delle auto solo elettriche e nulla sull’immigrazione, bistecche finte e farina d’insetti”.

Un concetto che a microfoni spenti i leghisti declinano più velenosamente: “Se facevamo noi gli schizzinosi, Fratelli d’Italia stava ancora all’angolo, come un appestato. Non è che per stare al goveno bisogna dimenticare quanto subìto…”. Per gli uomini del Carroccio “serve pragmatismo, e come in Italia anche in’Europa un programma comune è possibile: ci si può mettere d’accordo senza rinunciare a se stessi e alla propria identità”. Guardando anche a quelo che farà Matteo Renzi, “che sta assumendo una posizione eurocritica”.

Fininvest, controllo a Marina e Pier Silvio: assicurata continuità

Fininvest, controllo a Marina e Pier Silvio: assicurata continuitàMilano, 11 set. (askanews) – Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi hanno accettato l’eredità del loro padre e, per effetto di tale accettazione, Marina e Pier Silvio “assumono congiuntamente il controllo indiretto su Fininvest, assicurandone con chiarezza la stabilità e la continuità gestionale”. Lo rende noto un comunicato dei cinque figli dell’ex premier, scomparso lo scorso 12 giugno.

Nell’accettato l’eredità senza riserve, i figli hanno voluto così interpretare le ultime volontà del padre “in totale armonia per onorarne la memoria con profonda gratitudine, ispirandosi alla sua immensa generosità”.

Fininvest: per i figli prevista clausola di lock-up di 5 anni

Fininvest: per i figli prevista clausola di lock-up di 5 anniMilano, 11 set. (askanews) – L’intesa sottoscritta dai cinque figli di Silvio Berlusconi, che hanno accettato pienamente l’eredità del padre, prevede un patto parasociale che contempla una clausola di lock-up di 5 anni, in virtù della quale nessuno dei fratelli modificherà le quote possedute nelle holding e conseguentemente in Fininvest. Lo si apprende da fonti finanziarie.

Nel dettaglio, Marina e Pier Silvio deterranno rispettivamente il 29,1% (insieme oltre il 58%) di Holding Italiana I, Holding Italiana II, Holding Italiana III, Holding Italiana VIII. In virtù di questo, la loro partecipazione complessiva e in trasparenza in Fininvest si tradurrà rispettivamente nel 26% (insieme il 52%). Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi deterranno rispettivamente circa il 14% delle 4 Holding (insieme circa il 42%); la loro partecipazione complessiva e in trasparenza in Fininvest risulterà pertanto pari al 16% ciascuno (insieme il 48%).

Il patto parasociale prevede, inoltre, la convocazione di assemblee straordinarie di Holding Italiana I, Holding Italiana II, Holding Italiana III, Holding Italiana VIII e Fininvest per approvare modifiche statutarie che recepiscano le intese raggiunte.

Messina Denaro è in condizioni critiche (i parenti sono in ospedale)

Messina Denaro è in condizioni critiche (i parenti sono in ospedale)L’Aquila, 11 set. (askanews) – Continuano a peggiorare le condizioni di salute di Matteo Messina Denaro ricoverato nella sezione detenuti – attentamente sorvegliata dalla polizia penitenziaria – dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, scelto per poter offrire al boss le cure rese necessarie dal tumore al colon con cui combatte da anni. Stando ad alcune fonti interne dell’ospedale, Messina Denaro sarebbe cosciente e avrebbe anche ricevuto le visite di alcuni parenti stretti in questi ultimi giorni. Le sue condizioni però nelle ultime ore sono peggiorate.

La Commisione Ue rivede al ribasso le stime di crescita sull’Italia

La Commisione Ue rivede al ribasso le stime di crescita sull’Italia

Roma, 11 set. (askanews) – La Commissione europea ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica dell’Italia, nell’ambito di una riduzione generalizzata delle stime per tutta l’Unione Europea, in cui spicca il drastico taglio sulla Germania, per cui ora è attesa una recessione. Guardando al Pil della Penisola, secondo le ultime elaborazioni Bruxelles quest’anno dovrebbe segnare un aumento dello 0,9 per cento, mentre nel 2024 si dovrebbe registrare una crescita dello 0,8 per cento.

Nelle stime precedenti, che risalivano al 15 maggio, l’esecutivo comunitario indicava una crescita italiana all’1,2% quest’anno, mentre per il 2024 indicava un più 1,1% del Pil. “In Italia la crescita nel secondo trimestre ha sorpreso al ribasso”, con un calo del Pil “trainato dall’indebolimento della domanda interna”, ha rilevato il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni nella conferenza stampa di presentazione delle stime.

Ma ha anche voluto rimarcare come l’attuale rallentamento “non sia particolarmente italiano”, ha detto. Anzi, per l’Italia sono attesi livelli di espansione leggermente migliori della media – più 0,8 per cento quest’anno nell’area euro e più 1,3 per cento il prossimo – “e ho fiducia che l’economia italiana possa reagire in modo positivo”.

La penisola “fa meglio della media europea e quindi non dobbiamo dare di queste previsioni una interpretazione negativa. Le cause di questo rallentamento in Italia sono probabilmente diverse. La prima riguarda tutti i paesi, è il calo della domanda e dei consumi interni. La seconda – ha proseguito Gentiloni – che riguarda l’Italia in particolare, ma non solo, anche di più la Germania, è la difficoltà dell’industria, che oggi anche l’Istat ha rilevato e la contemporanea difficoltà nei mercati globali”.

Terzo, “direi certamente la stretta monetaria che influisce su tutti ma ha un ruolo forse particolare in un paese in cui dal finanziamento delle banche dipende molto degli investimenti nell’economia. Infine, ma questa è una storia che riguarda tutti i Paesi europei, l’eliminazione di misure straordinarie e di sostegno, come sull’energia, può contribuire a questo rallentamento”.

Un elemento che ha pesato sull’inatteso calo di Pil del secondo trimestre è stato il ritiro delle misure di aiuto degli anni passati, tra cui il discusso “superbonus” per l’edilizia. E interpellato proprio su questo aspetto, a margine della conferenza stampa dai giornalisti italiani, Gentiloni ha affermato come “il discorso sul ‘superbonus’ faccia parte di un discorso generale di misure che sono state considerate come misure straordinarie, prese in un momento straordinario, e che, gradualmente, è giusto eliminare”.

“Noi abbiamo sempre sollecitato tutti i governi a eliminare le misure straordinarie che erano state introdotte, sia per il Covid, che per i prezzi dell’energia – ha ricordato -. E la ragione è molto semplice: è che queste misure non solo hanno un costo economico, che nel tempo è difficile sostenere, ma anche perché sono misure che nel medio periodo rendono più difficile la riduzione dell’inflazione, che è nell’interesse delle economie europee e di tutte le famiglie”.

Come accennato, uno tra gli elementi di maggiore rilievo delle stime di oggi sembra essere il meno 0,4% di Pil pronosticato quest’anno per la Germania. Una recessione piena – che stride con le previsioni dei mesi passati, quando a Bruxelles si decantava la tenuta dell’economia rispetto alle ricadute della guerra in Ucraina e delle sanzioni contro l’import di gas e petrolio russi – dalla quale “paesi come l’Italia potrebbero essere colpiti più di altri”, ha ammesso Gentiloni, vista la rilevanza degli scambi tra le industria dei due Paesi.

Altro elemento potenzialmente problematico è nelle previsioni sull’inflazione. La Commissione europea ha infatti, sì, ritoccato al ribasso l’attesa di quest’anno al 5,6%, ma al tempo stesso ha leggermente rivisto in peggio quella sul 2024, al 2,9% (per la media dell’intera eurozona).

E questo potrebbe essere un elemento di ostacolo alla eventuale decisione di interrompere la manovra di rialzo dei tassi di interesse che molti sperano scaturisca dall’imminente consiglio direttivo della Bce, che si terrà giovedì. La Banca centrale punta a riportare l’inflazione media dell’area euro al 2% simmetrico e per questo motivo nell’ultimo anno a complessivamente alzato i tassi di interesse di tutta l’eurozona di 4,25 punti percentuali.

In questo quadro Gentiloni ha rilanciato i richiami a cercare un accordo sulla revisione del Patto di stabilità e di crescita entro la fine dell’anno. Perché, svincolandosi da una domanda su una possibile proroga della clausola di sospensione dello stesso Patto, ha avvertito: “senza un’intesa penso che la situazione sarebbe sicuramente più negativa”.

Ue taglia le stime sul Pil dell’Italia e vede recessione in Germania

Ue taglia le stime sul Pil dell’Italia e vede recessione in GermaniaRoma, 11 set. (askanews) – La Commissione europea ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica dell’Italia, nell’ambito di una riduzione generalizzata delle stime per tutta l’Unione Europea, in cui spicca il drastico taglio sulla Germania, per cui ora è attesa una recessione. Guardando al Pil della Penisola, secondo le ultime elaborazioni Bruxelles quest’anno dovrebbe segnare un aumento dello 0,9 per cento, mentre nel 2024 si dovrebbe registrare una crescita dello 0,8 per cento.

Nelle stime precedenti, che risalivano al 15 maggio, l’esecutivo comunitario indicava una crescita italiana all’1,2% quest’anno, mentre per il 2024 indicava un più 1,1% del Pil. “In Italia la crescita nel secondo trimestre ha sorpreso al ribasso”, con un calo del Pil “trainato dall’indebolimento della domanda interna”, ha rilevato il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni nella conferenza stampa di presentazione delle stime.

Ma ha anche voluto rimarcare come l’attuale rallentamento “non sia particolarmente italiano”, ha detto. Anzi, per l’Italia sono attesi livelli di espansione leggermente migliori della media – più 0,8 per cento quest’anno nell’area euro e più 1,3 per cento il prossimo – “e ho fiducia che l’economia italiana possa reagire in modo positivo”. La penisola “fa meglio della media europea e quindi non dobbiamo dare di queste previsioni una interpretazione negativa. Le cause di questo rallentamento in Italia sono probabilmente diverse. La prima riguarda tutti i paesi, è il calo della domanda e dei consumi interni. La seconda – ha proseguito Gentiloni – che riguarda l’Italia in particolare, ma non solo, anche di più la Germania, è la difficoltà dell’industria, che oggi anche l’Istat ha rilevato e la contemporanea difficoltà nei mercati globali”.

Terzo, “direi certamente la stretta monetaria che influisce su tutti ma ha un ruolo forse particolare in un paese in cui dal finanziamento delle banche dipende molto degli investimenti nell’economia. Infine, ma questa è una storia che riguarda tutti i Paesi europei, l’eliminazione di misure straordinarie e di sostegno, come sull’energia, può contribuire a questo rallentamento”. Un elemento che ha pesato sull’inatteso calo di Pil del secondo trimestre è stato il ritiro delle misure di aiuto degli anni passati, tra cui il discusso “superbonus” per l’edilizia. E interpellato proprio su questo aspetto, a margine della conferenza stampa dai giornalisti italiani, Gentiloni ha affermato come “il discorso sul ‘superbonus’ faccia parte di un discorso generale di misure che sono state considerate come misure straordinarie, prese in un momento straordinario, e che, gradualmente, è giusto eliminare”.

“Noi abbiamo sempre sollecitato tutti i governi a eliminare le misure straordinarie che erano state introdotte, sia per il Covid, che per i prezzi dell’energia – ha ricordato -. E la ragione è molto semplice: è che queste misure non solo hanno un costo economico, che nel tempo è difficile sostenere, ma anche perché sono misure che nel medio periodo rendono più difficile la riduzione dell’inflazione, che è nell’interesse delle economie europee e di tutte le famiglie”. Come accennato, uno tra gli elementi di maggiore rilievo delle stime di oggi sembra essere il meno 0,4% di Pil pronosticato quest’anno per la Germania. Una recessione piena – che stride con le previsioni dei mesi passati, quando a Bruxelles si decantava la tenuta dell’economia rispetto alle ricadute della guerra in Ucraina e delle sanzioni contro l’import di gas e petrolio russi – dalla quale “paesi come l’Italia potrebbero essere colpiti più di altri”, ha ammesso Gentiloni, vista la rilevanza degli scambi tra le industria dei due Paesi. Altro elemento potenzialmente problematico è nelle previsioni sull’inflazione. La Commissione europea ha infatti, sì, ritoccato al ribasso l’attesa di quest’anno al 5,6%, ma al tempo stesso ha leggermente rivisto in peggio quella sul 2024, al 2,9% (per la media dell’intera eurozona). E questo potrebbe essere un elemento di ostacolo alla eventuale decisione di interrompere la manovra di rialzo dei tassi di interesse che molti sperano scaturisca dall’imminente consiglio direttivo della Bce, che si terrà giovedì. La Banca centrale punta a riportare l’inflazione media dell’area euro al 2% simmetrico e per questo motivo nell’ultimo anno a complessivamente alzato i tassi di interesse di tutta l’eurozona di 4,25 punti percentuali. In questo quadro Gentiloni ha rilanciato i richiami a cercare un accordo sulla revisione del Patto di stabilità e di crescita entro la fine dell’anno. Perché, svincolandosi da una domanda su una possibile proroga della clausola di sospensione dello stesso Patto, ha avvertito: “senza un’intesa penso che la situazione sarebbe sicuramente più negativa”.

Pnrr, fonti Ue: ok Comitato economico finanziario a terza rata

Pnrr, fonti Ue: ok Comitato economico finanziario a terza rataRoma, 11 set. (askanews) – Via libera dal Comitato economico finanziario del Consiglio dell’Unione europea al pagamento all’Italia della terza rata del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). E’ quanto si apprende da fonti Ue.

La terza rata, che ammonta a 18,5 miliardi di euro, dovrebbe quindi arrivare nelle casse dello Stato verso la fine di settembre, al più tardi i primi di ottobre, dopo l’ok finale della Comissione europea che il 28 luglio scorso aveva già espresso la positiva valutazione preliminare.

C’è l’ok del Comitato economico Ue al pagamento della terza rata del Pnrr

C’è l’ok del Comitato economico Ue al pagamento della terza rata del PnrrRoma, 11 set. (askanews) – Via libera dal Comitato economico finanziario del Consiglio dell’Unione europea al pagamento all’Italia della terza rata del Piano nazionale di ripresa e resilienza. E’ quanto si apprende da fonti Ue.

La terza rata, che ammonta a 18,5 miliardi di euro, dovrebbe quindi arrivare nelle casse dello Stato verso la fine di settembre, al più tardi i primi di ottobre, dopo l’ok finale della Comissione europea che il 28 luglio scorso aveva già espresso la positiva valutazione preliminare.

Teatro Greco di Siracusa: Micheletti, Curran e Muscato registi Stagione 2024

Teatro Greco di Siracusa: Micheletti, Curran e Muscato registi Stagione 2024Roma, 11 set. (askanews) – La Fondazione Inda annuncia i registi della 59a Stagione di rappresentazioni classiche al Teatro Greco di Siracusa. Dal 10 maggio al 29 giugno saranno tre le produzioni in programma: due tragedie greche e una commedia latina. Luca Micheletti dirigerà Aiace di Sofocle nella traduzione di Walter Lapini, Paul Curran sarà il regista della Fedra (Ippolito portatore di corona) di Euripide nella traduzione di Nicola Crocetti mentre Leo Muscato dirigerà la commedia latina Miles gloriosus di Plauto nella traduzione di Caterina Mordeglia.

Con la Stagione 2024, l’Inda celebrerà i 110 anni dalla prima edizione delle rappresentazioni classiche al Teatro Greco di Siracusa all’insegna di passioni trascinanti e totalizzanti, quella amorosa di Fedra e quella di Aiace per onore e gloria, e di illusioni risibili, come quelle del Miles di Plauto, vanitoso e vanaglorioso, sempre ridicolo ma costretto dalla propria immaginata onnipotenza a un finale punitivo. Attore, regista e cantante lirico, Luca Micheletti, al suo debutto a Siracusa, è uno dei teatranti più eclettici e visionari della sua generazione. Con Aiace aprirà il 10 maggio la 59. Stagione di rappresentazioni classiche. “Tragedia dell’orrore e della follia – sono le parole di Micheletti -, Aiace è anche una potente meditazione sulla condizione dell’uomo in lotta con il proprio destino, incerto e spesso insensato. Come sempre in Sofocle, il protagonista è solo, fiero, intransigente, ma ostaggio del capriccio degli dei. Ciò che distrugge l’eroe non è la codardia, ma il ridicolo. Aiace, come Don Chisciotte (Starobinski), al risveglio da una notte di strage furibonda, sceglie l’autodistruzione, poiché si accorge di avere miseramente smarrito il suo eroismo, di essere ormai solo un uomo, capace di atti vergognosi e grotteschi”. Il testo di Sofocle sarà messo in scena al Teatro Greco di Siracusa per la quarta volta dopo gli allestimenti del 1939, 1988 e 2010.

Regista scozzese, direttore d’opera e di prosa noto in tutto il mondo, Paul Curran si è affermato come regista teatrale versatile e innovativo ed è noto per le sue interpretazioni creative di opere classiche. Anche Curran è alla prima regia a Siracusa e la sua visione della Fedra (Ippolito portatore di corona) di Euripide debutterà l’11 maggio. “L’antica storia di Fedra risuona oggi con sorprendente attualità – dichiara il regista – mette in luce le preoccupazioni contemporanee sulla salute mentale, le ossessioni malsane e i loro esiti pericolosi. Ci spinge a chiederci se gli “dei” che ci governano rispecchiano i nostri moderni stati mentali o se le nostre stesse menti sono, in realtà, le potenti divinità che costringono a comportamenti impulsivi e pericolosi”. Quinto allestimento al Teatro Greco di Siracusa per il testo di Euripide dopo le edizioni del 1936, 1956, 1970 e 2010. Torna a Siracusa dopo il grande successo dello scorso anno con il Prometeo Incatenato di Eschilo, Leo Muscato. Regista di fama internazionale, attivo sia nell’opera sia nella prosa, ha lavorato in alcuni fra i più importanti teatri italiani e internazionali come l’Opera House di Bonn, la Malmö Opera, il Teatro La Fenice, il San Carlo di Napoli, il Teatro alla Scala. La commedia Miles gloriosus di Plauto, che l’Inda mette in scena per la prima volta al Teatro Greco di Siracusa, debutterà il 13 giugno. “Il soldato Pirgopolinice è un millantatore, vanaglorioso, depravato, spaccone, gradasso, maschilista, buffone, irritante, antipatico – racconta il regista Leo Muscato -; è uno che ti toglie i ceffoni dalle mani, ma allo stesso tempo è anche un allocco, ingenuo, che si fa deridere e beffare da tutti, anche da coloro che crede amici. Forse è per questo che alla fine riesce pure a risultarci simpatico. Di sicuro è uno dei personaggi da commedia più divertenti che sia mai stato inventato, divenuto l’archetipo dello stupido che si scava la fossa con le proprie mani”.