Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Meloni: addio a Rosa Scafa, prima poliziotta in Italia

Meloni: addio a Rosa Scafa, prima poliziotta in ItaliaRoma, 12 set. (askanews) – “Ci ha lasciato Rosa Scafa, la prima donna poliziotta in Italia. ‘Mi sono innamorata dalla Polizia ed è stato bellissimo’, così si raccontava in un’intervista di pochi anni fa, descrivendo quanto tenesse al suo lavoro e alla sua divisa, indossata con orgoglio per oltre 30 anni. Grazie per aver servito con onore e dedizione l’Italia, che la terra ti sia lieve”. Così la premier Giorgia Meloni in un post su Facebook.

Rosa Scafa, si legge sul sito della Polizia di Stato, “si era arruolata a 27 anni nel 1952 ed era rimasta in servizio per 33 anni congedandosi nel 1985 anche se, Rosa Scafa, una delle prime donne ad entrare in Polizia, quella uniforme, nel suo animo non se l’era mai tolta. Oggi ci ha lasciato a 98 anni una donna che a Trieste, nel suo piccolo, ha fatto un pezzo di storia”. Sotto il governo alleato, quando ancora la città era amministrata dagli anglo-americani, lei decise di entrare nella Polizia femminile della città venendo assegnata a compiti di tutela e controllo dei minori e delle prostitute. In un’intervista di qualche anno fa confessò che lo fece per trovare un lavoro e fuggire dalla povertà nell’Italia del dopoguerra; subito però si appassionò al suo lavoro dando conforto, supporto e aiuto ai tanti bambini e alle donne in difficoltà.

Nel 1960, quando Trieste era stata già riassegnata all’ Italia da diversi anni, le fu offerta l’opportunità di transitare nei ruoli della Polizia femminile dell’Amministrazione della pubblica sicurezza o di diventare un’impiegata civile: Rosa non ebbe alcun dubbio ed indossò l’uniforme della Polizia italiana sino al 1985, quando, raggiunti i limiti di età, fu “costretta” alla pensione.

Calo temperature, temporali e grandine fino a sabato (ma poi potrebbe tornare il caldo africano)

Calo temperature, temporali e grandine fino a sabato (ma poi potrebbe tornare il caldo africano)Roma, 12 set. (askanews) – Picco del caldo oggi, graduale discesa dei valori massimi fino a sabato, poi un possibile ritorno del caldo estivo.

Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma il raggiungimento del picco del caldo oggi sull’Italia: nelle prossime ore, infatti, le temperature saranno di circa 7-9 gradi oltre la media del periodo da Nord a Sud con picchi di 34-35 gradi, specie al settentrione e sulle regioni centrali tirreniche. Da domani, mercoledì 13 settembre, le temperature subiranno invece una leggera flessione ad iniziare dal Centro-Nord, soprattutto al settentrione e in Sardegna dove arriveranno anche dei temporali. Qualche rovescio bagnerà già stasera il settore di Nord-Ovest a ridosso dei rilievi, ma i temporali saranno più diffusi da domani quando dalle Alpi scenderanno verso le pianure adiacenti in serata: in questo caso sulle zone pedemontane alpine potrebbero risultare anche forti con possibili grandinate.

Giovedì poi sarà la giornata più temporalesca, in particolare al Nord e anche sulla Pianura Padana: ci saranno temporali localmente forti ma di breve durata, in sintesi prevarrà il sole, ma le massime scenderanno di qualche altro grado e un po’ d’acqua scenderà dal cielo. Anche venerdì e sabato saranno soleggiati ma un po’ instabili, con qualche acquazzone anche verso le regioni centrali, specie tra Liguria, Toscana e Nord-Est. Su tutto il Centro-Nord si avvertirà un calo delle temperature con valori anche sotto i 30 gradi: più fresco ma ancora leggermente caldo.

Potrebbe tornare la canicola africana dal weekend, con 33-35 gradi all’ombra e una cappa nordafricana che quest’anno non ci vuole abbandonare. Insomma, dopo il picco di oggi, avremmo una leggera flessione delle temperature e qualche pericoloso temporale, ma il vero spettro potrebbe essere il temibile ritorno del caldo africano (qualora venisse confermato) dal 16 settembre in poi, specie al Centro-Sud: sarebbe decisamente da record e la natura ne risentirebbe con 35-38 gradi dopo la metà di settembre quando normalmente ce ne dovrebbero essere non più di 25-27.

Meloni: senza una visione politica omogeneavl’Europa è dei burocrati

Meloni: senza una visione politica omogeneavl’Europa è dei burocrati

Roma, 12 set. (askanews) – “Senza una visione politica omogenea l’Europa è dei burocrati. Abbiamo il dovere di provare a cambiare. Serve un sano bipolarismo che consenta a una nuova maggioranza di poter indicare una strada chiara in una fase storica decisiva per l’Europa”. E’ quanto afferma Giorgia Meloni, in un estratto del libro ‘La versione di Giorgia’ in cui Alessandro Sallusti intervista la Premier.

“L’Europa ha bisogno di fare scelte coraggiose, e quelle scelte per come la vedo io sono possibili solamente se la politica torna centrale e se a sostenere quella politica c’è una maggioranza composta da visioni non dico identiche ma almeno omogenee e compatibili”, sostiene la Presidente del Consiglio.

Meloni ricorda che l’attuale Parlamento europeo “fa perno su una alleanza tra popolari, socialisti e liberali di centrosinistra” con “un’aggravante: la timidezza della parte moderata ha lasciato campo libero a un’agenda politica in cui il rosso e il verde hanno preso il sopravvento, almeno fino a pochi mesi fa. È per questo che abbiamo il dovere di provare a cambiare”.

“Come in Italia – prosegue – governi sorretti da maggioranze così eterogenee, costretti a tenere insieme con il bilancino interessi in natura inconciliabili, finiscono per produrre politiche poco coraggiose, prive di visione. E senza visione, senza politica, si crea un vuoto che è riempito dalla burocrazia, i famigerati euroburocrati”.

Meloni si dice convinta che se si dimostra, “come stiamo facendo, che può esistere una destra di governo in una grande democrazia europea, seria e affidabile, ma anche coerente, se dimostriamo che le nostre ricette, demonizzate per anni, sono invece efficaci, allora quello che è accaduto da noi può accadere altrove. E le elezioni europee del 2024 possono diventare l’inizio di una nuova stagione”.

“La famiglia è l’istituzione più sotto attacco” e “la disgregazione” della famiglia, “intesa come l’unione tra un uomo e una donna” da cui possono venire “naturalmente al mondo i bambini” non può che portare “alla disgregazione della società nel suo complesso” dice la Premier in un estratto dell’anticipazione di un brano del volume ‘La versione di Giorgia’ riportato su ‘Avvenire’.

Mentre, sostiene la Premier, “a stare appresso alla sinistra stiamo statalizzando l’istituto famiglia: via le denominazioni madre e padre, via l’identità sessuale dei figli, regole educative calate dall’alto e imposte per legge, cancellazione selettiva dalla storia”. E lo si sta facendo usando il grimaldello della stessa “donna” e “soprattutto in quanto potenziale madre”.

“Le scelte sono individuali e si rispettano, ma la società, e la politica, devono preservare ciò che di più prezioso abbiamo. Ne consegue che chi vorrebbe che i figli si potessero comprare, scegliere da un catalogo, rifiutare se non fossero all’altezza delle nostre aspettative, non si rende conto di quale mondo contribuisce a imporre. Per questo continueremo la nostra battaglia contro l’utero in affitto, una pratica abominevole che nasconde un’altra nuova schiavitù sulla pelle delle donne, tendenzialmente povere”, conclude Meloni.

A Roma la nona edizione del Mercato Internazionale Audiovisivo

A Roma la nona edizione del Mercato Internazionale AudiovisivoRoma, 11 set. (askanews) – Torna il MIA – Mercato Internazionale Audiovisivo- con la sua 9a edizione che si svolgerà a Roma dal 9 al 13 Ottobre 2023 nelle sue storiche sedi di Palazzo Barberini e del Cinema Barberini. Anche per questa edizione sarà attiva la piattaforma MIA Digital che consentirà agli accreditati di accedere anche da remoto a tutte le sessioni (in diretta e on demand).

Il MIA | Mercato Internazionale Audiovisivo, diretto da Gaia Tridente, è il più importante evento di settore in Italia ed è uno dei mercati internazionali irrinunciabili, incentrato su coproduzione, strategie e modelli di finanziamento, vendita e distribuzione, work in progress, valorizzazione dei talenti e circolazione dei progetti. Nato nel 2015 e cresciuto grazie alla consolidata joint venture tra ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Digitali), presieduta da Francesco Rutelli e APA (Associazione Produttori Audiovisivi) presieduta da Chiara Sbarigia, gode del supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale-ICE-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, e del contributo di Creative Europe MEDIA. Il MIA riceve inoltre il sostegno del Ministero della Cultura, del Ministero delle Imprese e del Made in Italy e della Regione Lazio. Sponsor ufficiale della manifestazione è Unicredit. Anche per questa edizione, il MIA ha ricevuto il patrocinio di Eurimages, il fondo del Consiglio d’Europa per la co-produzione, la distribuzione, esposizione e la digitalizzazione delle opere cinematografiche europee.

Alcuni dei più acclamati e visionari produttori, commissioner, buyer, distributori, executive, partner finanziari e talenti di tutto il mondo discuteranno le opportunità e le sfide della produzione e distribuzione audiovisiva nell’attuale paradigma internazionale dei contenuti. Tre donne le prime ospiti annunciate, che saranno protagoniste di 3 appuntamenti chiave della prossima edizione del MIA: Nicole Clemens, Sara Bernstein e Marge Dean. Nicole Clemens, President di Paramount Television Studios (PTVS) e di Paramount+ Original Scripted Series. In qualità di presidente di PTVS, Clemens supervisiona un’ampia serie di show destinati al pubblico di diverse piattaforme. Le prossime produzioni di PTVS includono Time Bandits di Taika Waititi e Before di Billy Crystal – entrambe in streaming su Apple TV+ – e Cross, con Aldis Hodge, per Prime Video. Per la piattaforma Paramount+ Clemens ha gestito le serie originali scripted, curando serie di successo internazionale come Halo, The Offer e il franchise di Star Trek. Inoltre, ha recentemente prodotto il drama britannico Sexy Beast con Paramount Television International Studios per Paramount+, e ha supervisionato la realizzazione di un altro drama britannico, The Gold, per Paramount+. Clemens illustrerà la sua carriera e la produzione strategica di Paramount in tutto il mondo.

Sara Bernstein, pluripremiata produttrice e presidente di Imagine Documentaries – la società di produzione fondata da Ron Howard e Brian Grazer – che guida lo sviluppo e la produzione di lungometraggi e serie di documentari premium sarà protagonista di un keynote sulla sua carriera con particolare riferimento a produzioni recenti come Judy Blume Forever (Amazon Studios), Bono & The Edge: A Sort of Homecoming with Dave Letterman (Disney+), The Volcano: Rescue from Whakaari (Netflix). Nel corso della sua carriera, Bernstein ha ottenuto 11 vittorie agli Emmy, 33 nomination agli Emmy e 11 Peabody Awards, mentre i documentari da lei prodotti hanno ottenuto due Oscar e 13 nomination agli Oscar. Marge Dean, Head of Skybound Entertainment’s Animation Studio, vincitrice di un Emmy e Presidente di Women In Animation, sarà protagonista di un keynote sullo sviluppo e la produzione di contenuti animati per adulti e teen, tra i quali Invincible per Amazon Prime. Conosciuta per una serie di successi nel campo dell’animazione, Dean ha svolto un ruolo importante nel plasmare o rimodellare entità come Columbia-TriStar TV, Warner Bros. Animation, Mattel’s Playground Production, Omation di Steve Oedekerk, Technicolor Animation e Wildbrain Entertainment. Prima di entrare in Skybound, ha ricoperto il ruolo di Head of Studio presso il più importante distributore di anime, Crunchyroll. Tra i protagonisti delle conferenze del MIA 2023 anche Ari Folman, autore, regista, produttore e animatore pluripremiato noto per opere animate come Valzer con Bashir (vincitore del Golden Globe nel 2009).

Il congresso e Anna Frank e il diario segreto. Nicholas Weinstock, fondatore e presidente di Invention Studios, che ha sviluppato e prodotto Escape at Dannemora – la serie di Showtime candidata a 12 Emmy -, In the Dark – andata in onda per 4 stagioni su Netflix – e, più recentemente, la serie premio Emmy Severance di Apple+. E ancora, James Townley, Chief Content Officer Development di Banijay, che terrà un keynote sullo sviluppo e la creazione di IP unscripted e sull’acquisizione di formati e documentari nei 21 paesi del mondo dove il gruppo è presente. Altri importanti nomi saranno annunciati nelle prossime settimane insieme al programma completo della manifestazione.

Ue, Salvini insiste su Le Pen: chi mette veti aiuta sinistra

Ue, Salvini insiste su Le Pen: chi mette veti aiuta sinistraMilano, 11 set. (askanews) – Sventolare la bandiera del contrasto alle “Eurofollie”, fare proprie le istanze della destra, dal contrasto all’immigrazione alla resistenza nei confronti della transizione verde. E poi addossare agli alleati la responsabilità delle apparentamente inevitabili divisioni in Europa. La strategia della Lega in vista delle Europee è ormai delineata, e le tensioni con Fi e FdI non fanno demordere Matteo Salvini. Che anzi rilancia, puntando sui distinguo europei per uscire dal cono d’ombra in cui in Italia e sui palcoscenici internazionali è relegato dalla premiership di Giorgia Meloni.

Del resto le posizioni sono ormai cristallizzate: la Lega gioca tutte le sue carte sull’alleanza con Marine Le Pen, invitata anche sul palco di Pontida; Antonio Tajani contrasta fieramente questa linea, confortato dal posizionamento degli alleati del Ppe che ieri con Weber hanno chiuso ogni dialogo a destra. Mentre FdI, è il ragionamento di un esponente leghista, “dovrà scegliere, se acconciarsi a fare la ruota di scorta della maggioranza Ursula, una stampella, o seguire Salvini nel tentativo di una maggioranza di centrodestra”. Anche perchè, aggiunge un altro uomo del Carroccio, “sono Fi e FdI che vanno fuori asse rispetto alla maggioranza italina: il nostro tentativo è per aggiungere i voti necessari per una maggioranza di centrodestra, sono gli altri che invece starebbero anche dall’altra parte…”, ovvero in un’alleanza con Socialisti e Liberali. Tanto che le parole di Weber sul dialogo coi Socialisti vengono definite “assurde” dai vertici leghisti in Ue, Zanni e Camponesi: “In Ue serve un netto cambio di rotta e di maggioranza: chi non lavora per un centrodestra unito anche in Europa fa il gioco della sinistra”. Posizionamenti che ovviamente servono a definire i rapporti di forza: in Europa ma anche nella maggioranza italiana, con gli uomini di Salvini convinti che stavolta i voti presi peseranno: “Il centrodestra unito governa Comuni, Regioni e Paese: se non vogliamo riconsegnare l’Europa al centrosinistra, ai socialisti, ai comunisti e a Macron, l’unica alternativa è il centrodestra unito”, ripete il leader leghista. “Non mi permetto di dire agli alleati del centrodestra ‘non voglio Tizio non voglio Caio’ e quindi – ha spiegato – mi auguro che il centrodestra unito in Italia lo sia anche in Europa”, perchè “se uno comincia a dire no vuol dire che ci sarà un altro governo con i socialisti, quindi le follie delle auto solo elettriche e nulla sull’immigrazione, bistecche finte e farina d’insetti”.

Un concetto che a microfoni spenti i leghisti declinano più velenosamente: “Se facevamo noi gli schizzinosi, Fratelli d’Italia stava ancora all’angolo, come un appestato. Non è che per stare al goveno bisogna dimenticare quanto subìto…”. Per gli uomini del Carroccio “serve pragmatismo, e come in Italia anche in’Europa un programma comune è possibile: ci si può mettere d’accordo senza rinunciare a se stessi e alla propria identità”. Guardando anche a quelo che farà Matteo Renzi, “che sta assumendo una posizione eurocritica”.

Fininvest, controllo a Marina e Pier Silvio: assicurata continuità

Fininvest, controllo a Marina e Pier Silvio: assicurata continuitàMilano, 11 set. (askanews) – Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi hanno accettato l’eredità del loro padre e, per effetto di tale accettazione, Marina e Pier Silvio “assumono congiuntamente il controllo indiretto su Fininvest, assicurandone con chiarezza la stabilità e la continuità gestionale”. Lo rende noto un comunicato dei cinque figli dell’ex premier, scomparso lo scorso 12 giugno.

Nell’accettato l’eredità senza riserve, i figli hanno voluto così interpretare le ultime volontà del padre “in totale armonia per onorarne la memoria con profonda gratitudine, ispirandosi alla sua immensa generosità”.

Fininvest: per i figli prevista clausola di lock-up di 5 anni

Fininvest: per i figli prevista clausola di lock-up di 5 anniMilano, 11 set. (askanews) – L’intesa sottoscritta dai cinque figli di Silvio Berlusconi, che hanno accettato pienamente l’eredità del padre, prevede un patto parasociale che contempla una clausola di lock-up di 5 anni, in virtù della quale nessuno dei fratelli modificherà le quote possedute nelle holding e conseguentemente in Fininvest. Lo si apprende da fonti finanziarie.

Nel dettaglio, Marina e Pier Silvio deterranno rispettivamente il 29,1% (insieme oltre il 58%) di Holding Italiana I, Holding Italiana II, Holding Italiana III, Holding Italiana VIII. In virtù di questo, la loro partecipazione complessiva e in trasparenza in Fininvest si tradurrà rispettivamente nel 26% (insieme il 52%). Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi deterranno rispettivamente circa il 14% delle 4 Holding (insieme circa il 42%); la loro partecipazione complessiva e in trasparenza in Fininvest risulterà pertanto pari al 16% ciascuno (insieme il 48%).

Il patto parasociale prevede, inoltre, la convocazione di assemblee straordinarie di Holding Italiana I, Holding Italiana II, Holding Italiana III, Holding Italiana VIII e Fininvest per approvare modifiche statutarie che recepiscano le intese raggiunte.

Messina Denaro è in condizioni critiche (i parenti sono in ospedale)

Messina Denaro è in condizioni critiche (i parenti sono in ospedale)L’Aquila, 11 set. (askanews) – Continuano a peggiorare le condizioni di salute di Matteo Messina Denaro ricoverato nella sezione detenuti – attentamente sorvegliata dalla polizia penitenziaria – dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, scelto per poter offrire al boss le cure rese necessarie dal tumore al colon con cui combatte da anni. Stando ad alcune fonti interne dell’ospedale, Messina Denaro sarebbe cosciente e avrebbe anche ricevuto le visite di alcuni parenti stretti in questi ultimi giorni. Le sue condizioni però nelle ultime ore sono peggiorate.

La Commisione Ue rivede al ribasso le stime di crescita sull’Italia

La Commisione Ue rivede al ribasso le stime di crescita sull’Italia

Roma, 11 set. (askanews) – La Commissione europea ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica dell’Italia, nell’ambito di una riduzione generalizzata delle stime per tutta l’Unione Europea, in cui spicca il drastico taglio sulla Germania, per cui ora è attesa una recessione. Guardando al Pil della Penisola, secondo le ultime elaborazioni Bruxelles quest’anno dovrebbe segnare un aumento dello 0,9 per cento, mentre nel 2024 si dovrebbe registrare una crescita dello 0,8 per cento.

Nelle stime precedenti, che risalivano al 15 maggio, l’esecutivo comunitario indicava una crescita italiana all’1,2% quest’anno, mentre per il 2024 indicava un più 1,1% del Pil. “In Italia la crescita nel secondo trimestre ha sorpreso al ribasso”, con un calo del Pil “trainato dall’indebolimento della domanda interna”, ha rilevato il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni nella conferenza stampa di presentazione delle stime.

Ma ha anche voluto rimarcare come l’attuale rallentamento “non sia particolarmente italiano”, ha detto. Anzi, per l’Italia sono attesi livelli di espansione leggermente migliori della media – più 0,8 per cento quest’anno nell’area euro e più 1,3 per cento il prossimo – “e ho fiducia che l’economia italiana possa reagire in modo positivo”.

La penisola “fa meglio della media europea e quindi non dobbiamo dare di queste previsioni una interpretazione negativa. Le cause di questo rallentamento in Italia sono probabilmente diverse. La prima riguarda tutti i paesi, è il calo della domanda e dei consumi interni. La seconda – ha proseguito Gentiloni – che riguarda l’Italia in particolare, ma non solo, anche di più la Germania, è la difficoltà dell’industria, che oggi anche l’Istat ha rilevato e la contemporanea difficoltà nei mercati globali”.

Terzo, “direi certamente la stretta monetaria che influisce su tutti ma ha un ruolo forse particolare in un paese in cui dal finanziamento delle banche dipende molto degli investimenti nell’economia. Infine, ma questa è una storia che riguarda tutti i Paesi europei, l’eliminazione di misure straordinarie e di sostegno, come sull’energia, può contribuire a questo rallentamento”.

Un elemento che ha pesato sull’inatteso calo di Pil del secondo trimestre è stato il ritiro delle misure di aiuto degli anni passati, tra cui il discusso “superbonus” per l’edilizia. E interpellato proprio su questo aspetto, a margine della conferenza stampa dai giornalisti italiani, Gentiloni ha affermato come “il discorso sul ‘superbonus’ faccia parte di un discorso generale di misure che sono state considerate come misure straordinarie, prese in un momento straordinario, e che, gradualmente, è giusto eliminare”.

“Noi abbiamo sempre sollecitato tutti i governi a eliminare le misure straordinarie che erano state introdotte, sia per il Covid, che per i prezzi dell’energia – ha ricordato -. E la ragione è molto semplice: è che queste misure non solo hanno un costo economico, che nel tempo è difficile sostenere, ma anche perché sono misure che nel medio periodo rendono più difficile la riduzione dell’inflazione, che è nell’interesse delle economie europee e di tutte le famiglie”.

Come accennato, uno tra gli elementi di maggiore rilievo delle stime di oggi sembra essere il meno 0,4% di Pil pronosticato quest’anno per la Germania. Una recessione piena – che stride con le previsioni dei mesi passati, quando a Bruxelles si decantava la tenuta dell’economia rispetto alle ricadute della guerra in Ucraina e delle sanzioni contro l’import di gas e petrolio russi – dalla quale “paesi come l’Italia potrebbero essere colpiti più di altri”, ha ammesso Gentiloni, vista la rilevanza degli scambi tra le industria dei due Paesi.

Altro elemento potenzialmente problematico è nelle previsioni sull’inflazione. La Commissione europea ha infatti, sì, ritoccato al ribasso l’attesa di quest’anno al 5,6%, ma al tempo stesso ha leggermente rivisto in peggio quella sul 2024, al 2,9% (per la media dell’intera eurozona).

E questo potrebbe essere un elemento di ostacolo alla eventuale decisione di interrompere la manovra di rialzo dei tassi di interesse che molti sperano scaturisca dall’imminente consiglio direttivo della Bce, che si terrà giovedì. La Banca centrale punta a riportare l’inflazione media dell’area euro al 2% simmetrico e per questo motivo nell’ultimo anno a complessivamente alzato i tassi di interesse di tutta l’eurozona di 4,25 punti percentuali.

In questo quadro Gentiloni ha rilanciato i richiami a cercare un accordo sulla revisione del Patto di stabilità e di crescita entro la fine dell’anno. Perché, svincolandosi da una domanda su una possibile proroga della clausola di sospensione dello stesso Patto, ha avvertito: “senza un’intesa penso che la situazione sarebbe sicuramente più negativa”.

Ue taglia le stime sul Pil dell’Italia e vede recessione in Germania

Ue taglia le stime sul Pil dell’Italia e vede recessione in GermaniaRoma, 11 set. (askanews) – La Commissione europea ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica dell’Italia, nell’ambito di una riduzione generalizzata delle stime per tutta l’Unione Europea, in cui spicca il drastico taglio sulla Germania, per cui ora è attesa una recessione. Guardando al Pil della Penisola, secondo le ultime elaborazioni Bruxelles quest’anno dovrebbe segnare un aumento dello 0,9 per cento, mentre nel 2024 si dovrebbe registrare una crescita dello 0,8 per cento.

Nelle stime precedenti, che risalivano al 15 maggio, l’esecutivo comunitario indicava una crescita italiana all’1,2% quest’anno, mentre per il 2024 indicava un più 1,1% del Pil. “In Italia la crescita nel secondo trimestre ha sorpreso al ribasso”, con un calo del Pil “trainato dall’indebolimento della domanda interna”, ha rilevato il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni nella conferenza stampa di presentazione delle stime.

Ma ha anche voluto rimarcare come l’attuale rallentamento “non sia particolarmente italiano”, ha detto. Anzi, per l’Italia sono attesi livelli di espansione leggermente migliori della media – più 0,8 per cento quest’anno nell’area euro e più 1,3 per cento il prossimo – “e ho fiducia che l’economia italiana possa reagire in modo positivo”. La penisola “fa meglio della media europea e quindi non dobbiamo dare di queste previsioni una interpretazione negativa. Le cause di questo rallentamento in Italia sono probabilmente diverse. La prima riguarda tutti i paesi, è il calo della domanda e dei consumi interni. La seconda – ha proseguito Gentiloni – che riguarda l’Italia in particolare, ma non solo, anche di più la Germania, è la difficoltà dell’industria, che oggi anche l’Istat ha rilevato e la contemporanea difficoltà nei mercati globali”.

Terzo, “direi certamente la stretta monetaria che influisce su tutti ma ha un ruolo forse particolare in un paese in cui dal finanziamento delle banche dipende molto degli investimenti nell’economia. Infine, ma questa è una storia che riguarda tutti i Paesi europei, l’eliminazione di misure straordinarie e di sostegno, come sull’energia, può contribuire a questo rallentamento”. Un elemento che ha pesato sull’inatteso calo di Pil del secondo trimestre è stato il ritiro delle misure di aiuto degli anni passati, tra cui il discusso “superbonus” per l’edilizia. E interpellato proprio su questo aspetto, a margine della conferenza stampa dai giornalisti italiani, Gentiloni ha affermato come “il discorso sul ‘superbonus’ faccia parte di un discorso generale di misure che sono state considerate come misure straordinarie, prese in un momento straordinario, e che, gradualmente, è giusto eliminare”.

“Noi abbiamo sempre sollecitato tutti i governi a eliminare le misure straordinarie che erano state introdotte, sia per il Covid, che per i prezzi dell’energia – ha ricordato -. E la ragione è molto semplice: è che queste misure non solo hanno un costo economico, che nel tempo è difficile sostenere, ma anche perché sono misure che nel medio periodo rendono più difficile la riduzione dell’inflazione, che è nell’interesse delle economie europee e di tutte le famiglie”. Come accennato, uno tra gli elementi di maggiore rilievo delle stime di oggi sembra essere il meno 0,4% di Pil pronosticato quest’anno per la Germania. Una recessione piena – che stride con le previsioni dei mesi passati, quando a Bruxelles si decantava la tenuta dell’economia rispetto alle ricadute della guerra in Ucraina e delle sanzioni contro l’import di gas e petrolio russi – dalla quale “paesi come l’Italia potrebbero essere colpiti più di altri”, ha ammesso Gentiloni, vista la rilevanza degli scambi tra le industria dei due Paesi. Altro elemento potenzialmente problematico è nelle previsioni sull’inflazione. La Commissione europea ha infatti, sì, ritoccato al ribasso l’attesa di quest’anno al 5,6%, ma al tempo stesso ha leggermente rivisto in peggio quella sul 2024, al 2,9% (per la media dell’intera eurozona). E questo potrebbe essere un elemento di ostacolo alla eventuale decisione di interrompere la manovra di rialzo dei tassi di interesse che molti sperano scaturisca dall’imminente consiglio direttivo della Bce, che si terrà giovedì. La Banca centrale punta a riportare l’inflazione media dell’area euro al 2% simmetrico e per questo motivo nell’ultimo anno a complessivamente alzato i tassi di interesse di tutta l’eurozona di 4,25 punti percentuali. In questo quadro Gentiloni ha rilanciato i richiami a cercare un accordo sulla revisione del Patto di stabilità e di crescita entro la fine dell’anno. Perché, svincolandosi da una domanda su una possibile proroga della clausola di sospensione dello stesso Patto, ha avvertito: “senza un’intesa penso che la situazione sarebbe sicuramente più negativa”.