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Il 20 ottobre il nuovo album dei Rolling Stones “Hackney Diamonds”

Il 20 ottobre il nuovo album dei Rolling Stones “Hackney Diamonds”Roma, 6 set. (askanews) – Arriva oggi il nuovo singolo dei Rolling Stones “Angry”, insieme all’annuncio del loro attesissimo nuovo album, intitolato “Hackney Diamonds” in uscita il 20 ottobre in tutto il mondo.

La notizia è stata condivisa da Mick, Keith e Ronnie in occasione di uno speciale evento mediatico presso lo storico Hackney Empire, epicentro dell’arte pionieristica nell’East London da quasi 125 anni. Il lancio è stato presentato dalla star televisiva americana Jimmy Fallon e trasmesso in streaming in tutto il mondo su YouTube. L’album, composto da 12 tracce, e la cui track list completa sarà rivelata a tempo debito, è stato registrato in varie località del mondo, tra cui gli Henson Recording Studios di Los Angeles, i Metropolis Studios di Londra, i Sanctuary Studios di Nassau, Bahamas, gli Electric Lady Studios di New York e gli Hit Factory/Germano Studios, sempre a New York.

È la loro prima pubblicazione in studio di nuovo materiale da “A Bigger Bang” del 2005, pubblicato per coincidenza il 6 settembre di 18 anni fa. Da allora, gli Stones hanno continuato a battere i record di incassi con una serie di tour globali da tutto esaurito e hanno pubblicato nel 2016 “Blue and Lonesome”, album vincitore del Grammy Award, che comprendeva le loro brillanti versioni di molti dei brani blues che hanno contribuito a plasmare il loro sound e che ha raggiunto la vetta delle classifiche degli album in tutto il mondo. L’anno scorso hanno entusiasmato il pubblico europeo per un totale di quasi un quarto di milione di persone durante il tour d’anniversario “Sixty”. “Hackney Diamonds” segna la prima collaborazione degli Stones (Mick Jagger, Keith Richards, Ronnie Wood) con il produttore e musicista newyorkese Andrew Watt, nominato produttore dell’anno ai Grammy Awards del 2021 e che ha lavorato con Post Malone, Iggy Pop ed Elton John.

“Angry” è accompagnata da un video musicale diretto da Francois Rousselet, il cui curriculum include lavori con Nike, Diesel, Pharrell Williams e su “Ride ‘Em On Down” degli Stones, da “Blue and Lonesome”. Il nuovo clip promozionale ha come protagonista l’attrice nominata agli Emmy, Sydney Sweeney (The White Lotus, Euphoria, The Handmaid’s Tale).

Le Frecce Tricolori sorvoleranno Milano lunedì 11 settembre

Le Frecce Tricolori sorvoleranno Milano lunedì 11 settembreMilano, 6 set. (askanews) – Le Frecce Tricolori sorvoleranno la città di Milano lunedì 11 settembre, per circa 10 minuti – in particolare nella zona intorno a Palazzo Pirelli e a Palazzo Lombardia, sedi delle istituzioni regionali lombarde – nell’ambito delle celebrazioni per il centenario dell’Aeronautica Militare, iniziate il 28 marzo 2023.

La Forza armata, dunque, festeggia i suoi primi 100 anni di vita regalando anche anche al capoluogo lombardo uno spettacolo d’eccezione. Quella di lunedì mattina, infatti, sarà solo la prima di una lunga serie d’iniziative, tra cui l’open day del Comando aeroporto militare di Milano-Linate, sabato 9 settembre, dalle 9 alle 19.

Il programma completo sarà presentato alla stampa, a Palazzo Pirelli domani, giovedì 7 settembre, alle ore 11 in Sala Gonfalone. Per l’occasione interverranno il presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Federico Romani e il Generale di Squadra Aerea Francesco Vestito, Comandante della Prima Regione aerea di Milano. Durante la conferenza stampa saranno presentati anche dei filmati del Centenario e un anticipo della mostra dedicata alla storia dell’Aeronautica Militare che sarà visitabile, presso lo Spazio Eventi del Pirellone, nella seconda metà di ottobre.

Venezia80, Garrone: racconto il viaggio dei migranti visto da loro

Venezia80, Garrone: racconto il viaggio dei migranti visto da loroRoma, 6 set. (askanews) – Applausi in conferenza stampa, alla Mostra del cinema di Venezia, per Matteo Garrone che con “Io Capitano”, quinto film italiano presentato in Concorso, racconta l’Odissea contemporanea di due ragazzi senegalesi che partono con il sogno dell’Europa e una vita migliore, affrontando un lungo viaggio dall’Africa attraverso il deserto, i centri di detenzione in Libia e i pericoli del mare.

“L’idea di partenza era raccontare una sorta di controcampo rispetto a quello che vediamo da decenni: barconi che arrivano nel Mediterraneo, a volte li salvano, altre no, c’è la conta dei morti, si parla di queste persone come numeri e si perde di vista quello che c’è dietro, le persone con i loro sogni e desideri – ha spiegato Matteo Garrone – volevo mettere la telecamera dall’altra parte, dall’Africa verso l’Europa e raccontare il loro punto di vista, cercare di dare forma visiva a quella parte di viaggio che spesso non si conosce o non si racconta. Il loro è un viaggio epico e un racconto di formazione allo stesso tempo, ho cercato di raccontare anche i loro stati d’animo, dall’euforia quando credono di essere a un passo dalla meta, ai momenti di disperazione”. Garrone affronta una delle tante forme di migrazione di oggi: “Quella legata ai giovani, di cui si parla poco; il 70% degli africani sono giovani e tra loro c’è chi è disposto a rischiare la vita per cercare un mondo migliore, scappando spesso da una povertà anche dignitosa ma per coronare un sogno, come una professione. Questo per me è un tema che mette in luce una profonda ingiustizia: molti ragazzi africani si chiedono perché dei loro coetanei possono andare nei loro paesi liberamente, spesso parlando la loro lingua, e loro non possono fare ugualmente in Europa”.

La sceneggiatura è partita da un grande lavoro di documentazione. “Abbiamo potuto lavorare con dei ragazzi che hanno vissuto realmente quell’esperienza di viaggio – ha spiegato il regista – siamo rimasti fedeli il più possibile ai loro racconti”. E a Venezia, oltre agli interpreti Seydou Sarr, e Moustapha Fall, c’era anche Mamadou Kouassi che ha collaborato alla scrittura, avendo vissuto vent’anni fa personalmente con suo cugino quel viaggio, i pericoli e la detenzione. Garrone ha anche detto che la storia di questi due ragazzi che partono per inseguire un sogno con ingenuità e purezza, pur sapendo dei pericoli che li aspettano, gli ha ricordato un po’ il candore di “Pinocchio”, suo ultimo film. “Io capitano” esce domani in 200 sale e l’ad di Rai Cinema, Paolo Del Brocco ha commentato: “Per la prima volta abbiamo deciso di farlo uscire in lingua originale, a tutto c’è una prima volta e abbiamo pensato fosse l’occasione giusta per apprezzare ancora meglio un film straordinario”.

Il garante: non serve inasprire le pene contro i reati fatti dai minorenni

Il garante: non serve inasprire le pene contro i reati fatti dai minorenniRoma, 6 set. (askanews) – “La criminalità minorile rappresenta un problema serio che va affrontato in modo deciso e con strumenti adeguati, ma quando parliamo di minorenni che commettono un reato occorre sempre partire da alcuni punti fermi, che a mio parere sono irrinunciabili”. Ad affermarlo è l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti, che ha scritto una nota alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla vigilia di un Consiglio dei Ministri dal quale sono attese decisioni anche in tema di minorenni autori di reato: “Da un lato, infatti, si deve prevenire la commissione dei reati, dall’altro vanno valorizzati, quali finalità principali del sistema, il recupero del minorenne e l’attenzione alla vittima”.

“Il primo punto fermo – dice Garlatti sintetizzando i contenuti della nota – è che abbassare l’età imputabile non serve. Già oggi il minorenne che ha meno di 14 anni e commette reato può essere convocato davanti a un giudice. Inoltre, ove ne ricorrano le condizioni, può essere destinatario di interventi di sostegno che includano anche la sua famiglia. Nei casi più gravi anche il minore di 14 anni può essere destinatario di misure di sicurezza basate sulla sua pericolosità sociale. Le misure di sicurezza possono essere eseguite nella forma del collocamento in comunità, della permanenza in casa o di prescrizioni specifiche da parte del magistrato, che ad esempio possono consistere anche nel divieto di frequentare alcuni luoghi. Tra l’altro, nei paesi nei quali l’età imputabile è più bassa non mi risulta che le cose vadano meglio”. Il secondo principio al quale non si può derogare, secondo l’Autorità garante, è quello della specificità degli interventi destinati a persone che sono in crescita e la cui personalità è ancora in formazione. “Occorre pensare a sanzioni penali su misura per i minorenni, diverse da quelle degli adulti e parametrate alla gravità del fatto – afferma Carla Garlatti – come, per esempio, l’obbligo di svolgere servizi per la collettività. Ancora, nell’ottica del recupero e del reinserimento del minorenne, oltre che del contrasto alla recidiva, va valorizzata la giustizia riparativa, che offre strumenti che consentono all’autore del reato di comprendere la gravità delle proprie azioni, anche in relazione alla sofferenza di una vittima che finalmente non è più sola e trova supporto”.

“Infine – conclude l’Autorità garante – mi preme sottolineare che a proposito di criminalità minorile non si può avere soltanto un approccio di tipo repressivo: il ragazzo che sbaglia va certamente punito, ma questo non basta. È necessario in primo luogo investire nella prevenzione, rafforzando gli interventi educativi – in particolare nelle zone a maggior criticità – valorizzando il lavoro di rete tra scuole, autorità giudiziaria e servizi del territorio, creando percorsi di presa in carico che supportino l’intero nucleo familiare. Questo sempre che il contesto familiare non risulti dannoso per lo sviluppo e il futuro del ragazzo: infatti è chiaro che quando l’ambiente è permeato da una cultura dell’illegalità, come avviene nelle famiglie che appartengono alla criminalità organizzata, l’unico modo per sottrarlo a un destino già segnato e per mostrargli che può esistere un altro tipo di vita, è quello di è allontanarlo. Si tratta di un intervento già sperimentato dal progetto ‘Liberi di scegliere’ e che potrebbe essere replicato anche in altre realtà”. L’Autorità garante Carla Garlatti si riserva di formulare eventuali ulteriori osservazioni una volta avuta conoscenza del contenuto dei provvedimenti adottati dal Governo.

Chi è stato il regista Giuliano Montaldo

Chi è stato il regista Giuliano MontaldoRoma, 6 set. (askanews) – Novantatré anni, Giuliano Montaldo, genovese, era considerato il decano dei registi italiani. Nato a Genova nel 1930, a soli 14 anni era stato rastrellato dai nazifascisti e deportato sul fronte al sud. Fuggito si era unito alla Resistenza nel Gruppo di Azione Patriottica (Gap) della sua città.

Aveva esordito come attore in Achtung! Banditi! nel 1952, recitando accanto a Gina Lollobrigida, poi era stato collega di set di Marcello Mastroianni in Cronache di poveri amanti. Nel 1961 il passaggio dietro la macchina da presa con Tiro al piccione, seguito da Una bella grinta nel 1965. Nel 1969 aveva diretto Gli Intoccabili con John Cassavetes e Peter Falk.La sua trilogia del potere composta da Dio è con noi (1970), Sacco e Vanzetti (1971) e Giordano Bruno (1973), rispettivamente sul potere militare, giudiziario e religioso. Tra gli altri film diretti per il cinema si ricordano L’Agnese va a morire (1976) e Gli Occhiali d’Oro (1987). Le ultime fatiche da regista erano state invece I demoni di San Pietroburgo (2008) e L’industriale (2011). Per la tv aveva realizzato Marco Polo (1982), kolossal in otto puntate. Nel 2007, Montaldo era stato premiato con il David di Donatello alla carriera. Nel 2017 aveva ottenuto il David come migliore attore non protagonista per la sua interpretazione in Tutto quello che vuoi di Francesco Bruni, nel 2012 un Nastro d’Argento speciale per il ruolo nel documentario Quattro volte vent’anni, diretto da Marco Spagnoli e incentrato sulla sua carriera e la sua vita, fortemente segnata dalla militanza antifascista. In totale sono 20 i film diretti da lui per il cinema, 16 dei quali musicati da Ennio Morricone, che lo rendono il regista con cui il Maestro ha collaborato maggiormente nel corso della sua carriera.

Nel 2021, nel suo libro autobiografico Un Grande Amore pubblicato da La nave di Teseo, Montaldo ha raccontato per la prima volta in prima persona il film della sua vita, ricostruendo in modo molto avvincente oltre settant’anni di carriera davanti e dietro la macchina da presa, e insieme il profondo legame d’amore e di lavoro in comune con sua moglie, da lui definita “il mio migliore collaboratore”.

E’ morto il regista Giuliano Montaldo, il ricordo della Mostra di Venezia

E’ morto il regista Giuliano Montaldo, il ricordo della Mostra di VeneziaRoma, 6 set. (askanews) – E’ morto a Roma a 93 anni il regista Giuliano Montaldo. Ha diretto oltre 20 film, molti dei quali di impegno sociale. Si ricorda, tra i titoli, “Sacco e Vanzetti” con Gian Maria Volontè.

La Mostra di Venezia ricorda con affetto Giuliano Montaldo. Il presidente, il direttore generale, il consiglio di amministrazione, il direttore della Mostra del Cinema e la Biennale di Venezia tutta “ricordano con particolare stima e affetto il regista, sceneggiatore e attore Giuliano Montaldo, maestro del cinema italiano e figura emblematica del cinema di impegno civile, autore di opere di notorietà internazionale quali Sacco e Vanzetti (1971), Giordano Bruno (1974), Marco Polo (1977)” si legge in una nota della Biennale Giuliano Montaldo ha intrecciato la sua carriera con la Mostra di Venezia fin dal sorprendente esordio con Tiro al piccione nel 1961, film riproposto restaurato nel 2019 in Venezia Classici, sezione della quale era stato presidente della giuria nel 2014. In seguito Giuliano Montaldo ha partecipato alla Mostra con altri titoli acclamati quali Gli occhiali d’oro (1987), premiato con l’Osella d’oro per la scenografia e i costumi, e Tempo di uccidere (1989), tratto dal libro premio Strega di Ennio Flaiano. Nel 2008 ha presentato il documentario L’oro di Cuba.

Bonomi (Confindustria): il Paese non ci ama quanto noi lo amiamo

Bonomi (Confindustria): il Paese non ci ama quanto noi lo amiamoRoma, 6 set. (askanews) – “In questi anni non mi sono annoiato”. Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, con una battuta, ricorda i suoi quattro anni alla guida degli imprenditori italiani e sottolinea come gli industriali siano dei veri e propri “eroi civili” che amano il proprio Paese ma non sono ricambiati in egual modo.

In occasione dell’assemblea di Confindustria Emilia Area Centro, Bonomi, in vista della fine del suo mandato nella primavera del 2024, ripercorre gli avvenimenti salienti della sua presidenza: “sono stato eletto in pieno Covid, ho avuto il problema dello shock delle materie prime, c’è stato lo shock energetico, la guerra russo-ucraina, la più grande siccità da settant’anni, le alluvioni, 24 ore di colpo di stato in Russia e potrei andare avanti con un lungo elenco ovviamente”. Nonostante un contesto complicato, “l’immagine bella – ha aggiunto – è quella delle assemblee del sistema di Confindustria quando incontri i colleghi e le colleghe che, in parecchie occasioni, ho avuto modo di definire ‘eroi civili’. Hanno fatto delle cose, in questo periodo, inimmaginabili, e cito solo le 7mila imprese che hanno aperto i loro spazi per la campagna vaccinale. Oggi ce ne dimentichiamo. Purtroppo il nostro Paese ha poca memoria, ma quello che hanno fatto i miei colleghi è una cosa straordinaria. Lo fanno tutti i giorni per il Paese, un Paese che non ci ama quanto noi lo amiamo, purtroppo, ma questo non ci ferma. Noi andiamo avanti ogni giorno perchè sappiamo di avere una grande responsabilità, verso le nostre famiglie, verso la comunità delle famiglie che lavorano nelle nostre imprese e verso i territori”.

Il 15 settembre, all’auditorium Parco della Musica di Roma, si terrà l’assemblea di Confindustria e Bonomi terrà la sua ultima relazione da presidente. Per l’avvio dell’iter di nomina del suo successore occorrerà aspettare l’inizio dell’anno prossimo.

Confindustria, Bonomi: Paese non ci ama quanto noi lo amiamo

Confindustria, Bonomi: Paese non ci ama quanto noi lo amiamoRoma, 6 set. (askanews) – “In questi anni non mi sono annoiato”. Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, con una battuta, ricorda i suoi quattro anni alla guida degli imprenditori italiani e sottolinea come gli industriali siano dei veri e propri “eroi civili” che amano il proprio Paese ma non sono ricambiati in egual modo.

In occasione dell’assemblea di Confindustria Emilia Area Centro, Bonomi, in vista della fine del suo mandato nella primavera del 2024, ripercorre gli avvenimenti salienti della sua presidenza: “sono stato eletto in pieno Covid, ho avuto il problema dello shock delle materie prime, c’è stato lo shock energetico, la guerra russo-ucraina, la più grande siccità da settant’anni, le alluvioni, 24 ore di colpo di stato in Russia e potrei andare avanti con un lungo elenco ovviamente”. Nonostante un contesto complicato, “l’immagine bella – ha aggiunto – è quella delle assemblee del sistema di Confindustria quando incontri i colleghi e le colleghe che, in parecchie occasioni, ho avuto modo di definire ‘eroi civili’. Hanno fatto delle cose, in questo periodo, inimmaginabili, e cito solo le 7mila imprese che hanno aperto i loro spazi per la campagna vaccinale. Oggi ce ne dimentichiamo. Purtroppo il nostro Paese ha poca memoria, ma quello che hanno fatto i miei colleghi è una cosa straordinaria. Lo fanno tutti i giorni per il Paese, un Paese che non ci ama quanto noi lo amiamo, purtroppo, ma questo non ci ferma. Noi andiamo avanti ogni giorno perchè sappiamo di avere una grande responsabilità, verso le nostre famiglie, verso la comunità delle famiglie che lavorano nelle nostre imprese e verso i territori”.

Il 15 settembre, all’auditorium Parco della Musica di Roma, si terrà l’assemblea di Confindustria e Bonomi terrà la sua ultima relazione da presidente. Per l’avvio dell’iter di nomina del suo successore occorrerà aspettare l’inizio dell’anno prossimo.

Telefonica: Saudi Telecom entra con il 9,9%, investe 2,1 miliardi

Telefonica: Saudi Telecom entra con il 9,9%, investe 2,1 miliardiMilano, 6 set. (askanews) – Saudi Telecom Company (stc Group) entra con forza nel capitale di Telefonica, acquisendo una partecipazione del 9,9% nel colosso spagnolo per un corrispettivo totale di 2,1 miliardi di euro. Saudi Telecom, precisa in una nota, “non intende acquisire il controllo o una quota di maggioranza, ma vediamo questa operazione come un’interessante opportunità di investimento per utilizzare il nostro solido bilancio, mantenendo la nostra politica dei dividendi”.

Questa acquisizione, sottolinea, “rappresenta un’altra pietra miliare nella strategia di espansione e crescita del nostro gruppo e riflette la fiducia nella crescita sostenibile e nel potenziale di crescita di Telefonica”. In Europa, la più recente operazione nel settore di Saudi Telecom è stata l’acquisizione da parte della controllata Tawal degli asset delle torri di tlc di United Group in Bulgaria, Croazia e Slovenia. “Questo significativo investimento a lungo termine da parte di stc Group – ha detto il presidente Mohammed K. A. Al Faisal – è la continuazione della nostra strategia di crescita, in quanto investiamo in settori vitali della tecnologia e delle infrastrutture digitali in mercati promettenti a livello globale”. “Il nostro investimento in Telefónica – ha sottolineato Olayan Alwetaid, Ceo di stc Group – dimostra la nostra fiducia nella leadership di Telefonica, nella sua strategia e nella sua capacità di creare valore. In qualità di azionisti di lungo termine e solidali, ci impegniamo a rafforzare la nostra partnership”.

Pop. Sondrio, Unipol conferma avvio iter per possibile aumento quota

Pop. Sondrio, Unipol conferma avvio iter per possibile aumento quotaMilano, 6 set. (askanews) – Il gruppo Unipol-UnipolSai punta a salire nel capitale della Banca Popolare di Sodrio.

“Con riferimento alle notizie apparse in data odierna su alcuni organi di stampa, Unipol Gruppo precisa di aver avviato le attività propedeutiche all’ottenimento delle necessarie autorizzazioni da parte delle competenti Autorità di Vigilanza (italiane ed estere) al fine di valutare, tenuto conto delle condizioni di mercato e di contesto generale tempo per tempo in essere, possibili futuri incrementi della partecipazione detenuta dal Gruppo Unipol in Banca Popolare di Sondrio”. Con un comunicato, il gruppo Unipol ha commentato così le indiscrezioni di stampa riportate da Repubblica secondo cui il gruppo bolognese starebbe puntando a salire al 20% nel capitale della banca – di cui già è il primo azionista con una quota del 9,5% – e avrebbe inoltrato due mesi fa la richiesta alla Bce per poter salire fino al 19,99%.

Intanto la Popolare di Sondrio vola in Borsa, dove poco prima delle 10.30 sale del 5,81% a 4,514 euro dopo aver segnato un massimo intra-day a 4,654 euro. “L’eventuale incremento della partecipazione – sottolinea ancora il gruppo Unipol nel comunicato – consentirebbe al Gruppo Unipol di consolidare la partnership industriale e societaria con BPSO nel comparto della bancassicurazione Vita e Danni (recentemente rinnovata per un periodo di cinque anni), rafforzandone l’impostazione in chiave strategica, aumentare la stabilità dell’assetto azionario del Gruppo BPSO per il positivo perseguimento dei propri obbiettivi di piano industriale e stimolare l’evoluzione della Banca secondo le migliori practice di mercato”.