Papa Francesco invoca la pace in Ucraina, la preoccupazione per il NigerRoma, 20 ago. (askanews) – “Invochiamo la pace per tutte le popolazioni afflitte da guerre e violenze. Specialmente preghiamo per l’Ucraina, che da tanto tempo soffre”. Lo ha detto, tra le altre cose, Papa Francesco oggi all’Angelus. “Seguo con preoccupazione – ha anche affermato nella stessa sede il Pontefice – quanto sta accadendo in Niger e mi unisco all’appello dei vescovi per la pace e la stabilita nel Sahel. Prego per gli sforzi della comunità internazionale per trovare al più presto una soluzione pacifica per il bene di tutti. Preghiamo per il caro popolo nigeriano – ha anche detto – e invochiamo la pace anche per tutte le popolazioni ferite da guerre e violenze”.
Card. Zuppi: razzismi e intolleranze avvelenano menti e maniRimini, 20 ago. (askanews) – “Il sogno di un’amicizia tutti i popoli si scontra con razzismi e intolleranze, mai innocui e inermi perché sappiamo quanto avvelenano e armano menti, cuori e mani”. E quando “quando uno è intossicato” da inimicizie “non se ne rende più conto”. Lo ha detto il presidente della Conferenza episcopale italiana, card. Matteo Zuppi, nell’omelia della messa nel giorno d’apertura del Meeting di Comunione e liberazione a Rimini.
“Quanto c’è bisogno di un mondo che diventa amico, in cui ognuno può essere amico, custodendo comunione per l’intera famiglia umana – ha detto il card. Zuppi -. Il sogno di un’amicizia tutti i popoli” però “si scontra con la tentazione di restare ripiegati su se stessi, o peggio di cercare sicurezza alzando nuove frontiere con antagonismi e polarizzazioni che perdono l’insieme, sempre pericoloso”. Inoltre si scontra “con pregiudizi che danno sicurezza, resistenti e amplificati dal digitale; con razzismi e intolleranze mai innocui e inermi perché sappiamo quanto avvelenano e armano menti, cuori e mani”. E “l’aria è inquinata da tante epidemie di inimicizia – ha aggiunto il cardinale di Bologna -. Quando uno è intossicato non se ne rende più conto, peggio, vuol dire che non ti rendi più conto, non ci sono più i sensori”. “L’impegno dei cristiani, figli di un Dio amico degli uomini – secondo il presidente della Cei – è perché cresca il senso dell’appartenenza alla famiglia, all’unica famiglia umana”.
Meeting Cl, Zuppi: l’amicizia arma contro gli individualismi di oggiRimini, 20 ago. (askanews) – “Viviamo questi giorni con tanti testimoni del passato, che qui ci coinvolgeranno, e con tanti testimoni del presente per essere anche noi testimoni, in un tempo fortemente e pericolosamente individualistico, con le tante patologie che l’individualismo chiama”. E’ l’invito che il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, rivolge ai partecipanti del Meeting per l’Amicizia dei Popoli promosso da Cl a Rimini, al via questa mattina.
“L’invito – ha aggiunto Zuppi nella sua omelia nella messa di apertura della kermesse estiva – è ad andare fino ai confini della terra. È ad abolita l’estraneità” affinchè di fronte alle “tragedie delle guerre, del male, al mondo ostile e indifferenze perché non amico” non dobbiamo “vergognarci a chiedere, a essere insistenti nella preghiera e nell’amicizia con tutti”, “per cambiare la storia e il mondo”.
Nuova scoperta a Pompei, ricostruita vita schiavi a Civita GiulianaSalerno, 20 ago. (askanews) – È stato ritrovato, nella villa romana di Civita Giuliana, a circa 600 metri dalle mura dell’antica Pompei, l’arredo di una stanza assegnata agli schiavi. Sembra una fotografia, che denuncia una situazione di precarietà e subalternità. Tuttavia, si tratta di un’immagine affascinante di quasi 2000 anni fa, realizzata con la tecnica dei calchi, esistente solo a Pompei e dintorni. Materiali quali mobili e tessuti, nonché corpi di vittime dell’eruzione del 79 d.C., sono stati coperti dalla nube piroclastica, divenuta poi terreno solido mentre la materia organica decomposta ha lasciato un vuoto nel terreno: un’impronta che, riempita di gesso, ha rivelato la sua forma originaria. “Quanto ricostruito conferma la necessità di proseguire la ricerca scientifica”, ha detto il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. “Conclusa l’operazione Grande Pompei, progettiamo nuove iniziative e nuovi finanziamenti per proseguire nella ricerca e nella tutela”, ha aggiunto.
La nuova stanza, denominata ambiente A, si presenta diversa da quella già nota come ambiente C, ricostruita a novembre 2021 in cui erano posizionate tre brande e che fungeva al tempo stesso da ripostiglio. Quello che è emerso adesso fa pensare a una precisa gerarchia all’interno della servitù. Mentre uno dei due letti trovati in queste settimane è della stessa fattura, estremamente semplice e senza materasso, di quelli del 2021, l’altro è di un tipo più confortevole e costoso, noto in bibliografia come “letto a spalliera”. Nella cinerite sono ancora visibili le tracce di decorazioni color rosso su due delle spalliere. Oltre ai due letti, nell’ambiente recentemente scavato ci sono due piccoli armadi, anch’essi conservati parzialmente come calchi, una serie di anfore e vasi di ceramica e diversi attrezzi, tra cui una zappa di ferro. Il microscavo di vasi e anfore provenienti dall’ambiente C ha nel frattempo rilevato la presenza di almeno tre roditori: due topolini in un’anfora e un ratto in una brocca, posizionata sotto uno dei letti e dalla quale sembra che l’animale cercasse di scappare quando morì nel flusso piroclastico dell’eruzione. Dettagli che sottolineano ancora una volta le condizioni di precarietà e disagio igienico in cui vivevano gli ultimi della società dell’epoca.
L’esplorazione archeologica della villa di Civita Giuliana, già oggetto di scavi nel 1907-’08, ebbe inizio nel 2017 in base a una collaborazione tra il Parco Archeologico di Pompei, quale ente competente per la tutela dell’area circostante la città antica, e la Procura della Repubblica di Torre Annunziata, che insieme ai Carabinieri aveva scoperto un’annosa attività di scavi clandestini nell’area della Villa, poi sgominata e perseguita sia penalmente che civilmente. “Quanto ricostruito conferma la necessità di proseguire la ricerca scientifica in un luogo che, grazie all’opera della magistratura e dei Carabinieri, è stato strappato al saccheggio e al traffico illecito di beni archeologici per raccontare momenti notevoli della vita quotidiana dell’antichità. Quel che si sta apprendendo sulle condizioni materiali e sull’organizzazione sociale dell’epoca apre nuovi orizzonti agli studi storici e archeologici. Pompei rappresenta un unicum che tutto il mondo ci invidia. Conclusa l’operazione Grande Pompei, progettiamo nuove iniziative e nuovi finanziamenti per proseguire nella ricerca e nella tutela”, dichiara Sangiuliano.
“Sappiamo che i proprietari usavano diversi privilegi, tra cui anche la possibilità di formare una famiglia, seppure senza alcuna tutela legale, per legare alcuni schiavi più strettamente alla villa, anche con la finalità di averli come alleati nel sorvegliare gli altri. Quello che emerge qui è la struttura sociale della servitù che doveva impedire fughe e forme di resistenza, anche perché mancano tracce di grate, lucchetti e ceppi. Pare che il controllo avveniva principalmente tramite l’organizzazione interna della servitù, e non tramite barriere e vincoli fisici – spiega il direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel – Siamo impegnati a continuare le ricerche e progettare la fruizione di un luogo che, come nessun altro del mondo antico racconta la quotidianità degli ultimi. In occasione della riapertura dell’Antiquarium di Boscoreale il prossimo autunno, prevediamo una sala per informare il pubblico sugli scavi in corso, gli stessi che, sotto la direzione del mio predecessore, Massimo Osanna, hanno portato alla scoperta del carro cerimoniale recentemente in mostra a Roma, alle Terme di Diocleziano. Vorrei ringraziare, oltre alla squadra impegnata nello scavo archeologico, la Procura guidata da Nunzio Fragliasso per l’eccellente lavoro svolto”.
Manovra, Sbarra: con sciopero ora si mette il carro davanti ai buoiRimini, 20 ago. (askanews) – “Parlare di sciopero oggi” come ha fatto il leader della Cgil Maurizio Landini “è mettere il carro davanti ai buoi”. Invece ora è il momento di “dar spazio e credito ai negoziati in tutti i tavoli aperti, che non sono né pochi né finti. È lì, nel confronto, nell’incalzare il Governo sulle nostre proposte, che si esprime il cuore della nostra funzione sindacale”. Lo ha detto il segretario della Cisl, Luigi Sbarra, in un’intervista a ilSussidiario.net nella giornata in cui partecipa a un dibattito al Meeting di Cl a Rimini.
“Il sindacalismo confederale italiano è plurale, e in questa fase esprime sensibilità diverse nel modo di interpretare la propria azione – ha precisato Sbarra -. Ma gli obiettivi sono gli stessi, e tra questi credo ci sia anche la tenuta della coesione nazionale dando un’opportunità a un cambiamento partecipato. Questo per dire che parlare di sciopero oggi è mettere il carro davanti ai buoi. Noi procediamo con la nostra mobilitazione, che da due mesi va avanti sulla raccolta firme per la proposta di legge di iniziativa popolare sulla partecipazione, a cui da settembre si aggiungerà il cammino dal basso delle Assemblee organizzative e grandi iniziative nazionali su lavoro, precarietà, politiche attive e democrazia economica”. Nel merito del dibattito, ha aggiunto il segretario Cisl “restiamo fermamente convinti che sia il momento di dar spazio e credito ai negoziati in tutti i tavoli aperti, che non sono né pochi né finti. È lì, nel confronto, nell’incalzare il Governo sulle nostre proposte, che si esprime il cuore della nostra funzione sindacale”. Infatti “stare con un piede nella trattativa e con l’altro in piazza rischia di auto-sabotarci, facendo saltare gli affidamenti e relegando il mondo del lavoro a un ruolo meramente protestatario. Peraltro dare spazio al dialogo non vuol dire rinunciare al conflitto: significa ricorrervi solo in caso il negoziato si rompa o non porti a nulla. Faremo il bilancio a tempo debito, senza sconti, guardando ai contenuti annunciati in Manovra”.
Sbarra (Cisl): con salario minimo si rischia di illudere la genteRimini, 20 ago. (askanews) – Pensare che per risolvere il problema dei salari in Italia “basti una cifra sulla Gazzetta ufficiale vuol dire illudersi o peggio illudere la gente”. Lo sostiene il segretario della Cisl, Luigi Sbarra, che interviene oggi, nella giornata di apertura del Meeting di Rimini, a un dibattito su “Competenze, talenti e partecipazione al lavoro”.
“Bisognerebbe cambiare linguaggio intorno al ‘salario minimo’, a partire proprio da come lo si definisce – ha spiegato Sbarra in una intervista a IlSussidiario.net -. Ai lavoratori deboli non serve una ‘paga minima’, ma una retribuzione adeguata e sempre dignitosa. Assicurare a tutti, e intendo davvero a tutti senza escludere colf e badanti, un salario dignitoso è una priorità da affrontare seriamente, senza demagogia”. Per il segretario della Cisl “serve un intervento, ma deve essere finalizzato a rafforzare ed estendere la contrattazione, come indica anche l’Europa”. Per questo “prendiamo a riferimento il Trattamento economico complessivo dei contratti prevalenti ed estendiamolo con una norma leggera, settore per settore, ai comparti affini non coperti da Ccnl o colpiti da contrattazione pirata. Non serve la legge sulla rappresentanza, i dati sulla diffusione dei contratti sono già in possesso di Inps e Cnel. Una mappatura, indispensabile per dare riferimenti agli ispettori e ai tribunali, può essere agevolata anche dall’obbligo delle imprese a stampare il codice del Ccnl sulla busta paga. Pensare che basti una cifra sulla Gazzetta ufficiale vuol dire illudersi o peggio illudere la gente”. Perché, secondo Sbarra, “si rischia una pezza peggiore del buco con l’esplosione del lavoro nero nelle fasce deboli, e un’uscita di massa dai contratti con una compressione verso il basso dei salari delle fasce medie. Ben venga allora il percorso indicato dal Governo al Cnel per individuare le condizioni di un accordo ampio e condiviso anche su una possibile norma che rafforzi relazioni industriali ed estenda la contrattazione prevalente. Bisogna procedere insieme, secondo un’impostazione politica bipartisan, coinvolgendo attivamente le parti sociali”.
Calcio: Mazzone, un minuto di raccoglimento in serie ARoma, 19 ago. (askanews) – In occasione della prima giornata di Serie A si terrà su tutti i campi un minuto di raccoglimento in ricordo di Carlo Mazzone, decano degli allenatori italiani, che si è spento oggi all’età di 86 anni. Lo rende noto la Lega Serie A. Anche la Figc sta predisponendo un minuto di silenzio in tutti i campionati in suo ricordo.
“Carlo Mazzone prosegue la sua corsa…nell’altra vita, lasciandoci i ricordi di un grande allenatore e del ‘suo’ calcio: appassionato, schietto, genuino e sano, con uno stile che non vorremmo mai definire di altri tempi, ma che facciamo fatica a ritrovare in questi. Ciao Mister!”. Lo ha scritto su Twitter il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi. Per la morte di Carlo Mazzone arriva anche il cordoglio del presidente della Figc, Gabriele Gravina: “Salutiamo una vera e propria icona del calcio italiano un uomo animato da valori e principi profondi, un allenatore preparato, coraggioso e appassionato. Ha inventato uno stile unico incarnando, allo stesso tempo, serietà e umanità. Non lo dimenticheremo”.
“Carlo Mazzone era un uomo genuino e verace, custode dei valori più sani dello sport. Un grande allenatore, amato da tutti perché ha rappresentato un calcio vicino al popolo e ai suoi tifosi. Mi stringo al dolore della famiglia e di tutti i suoi conoscenti. Ci mancherai Carletto”. Lo scrive in un tweet il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Questo il commento del Presidente di Lega Serie A Lorenzo Casini: “Carlo Mazzone è stato un simbolo del calcio. Era il decano degli allenatori, con il record di quasi 800 panchine in Serie A. Ha dato tantissimo a questo sport sotto ogni profilo, tecnico, sportivo e umano. La Lega Serie A si unisce commossa al cordoglio della famiglia e di tutti i tifosi italiani”.
“Un dolore enorme. Uno spazio incolmabile. Se ne va oggi un grande allenatore, un grandissimo uomo, un enorme romanista. Hai allenato la nostra Roma, la prima di papà. Ma hai fatto la storia di tutto il calcio italiano mostrando valori che oggi si trovano a fatica nel mondo dello sport, facendoti volere bene da tutti. Un gigante buono, un maestro. Ti ricorderò sempre con grande affetto mister. Mancherai a tutti”. Così Rosella Sensi ricorda su Facebook Carlo Mazzone.
Calcio, Mazzone, Totti: “Padre, mister, maestro”Roma, 19 ago. (askanews) – Pirlo, Signori, Totti, quanti giocatori Mazzone ha incontrato e lanciato nel corso della sua lunga carriera: Andrea Pirlo è stato uno dei suoi pupilli. Lo ricorda con quella foto della mitica cavalcata sotto la curva del Brescia dopo la vittoria sull’Atalanta. “Mi piace ricordati così – scrive – Ti devo tanto. Sono orgoglioso di averti incontrato e che tu mi abbia fatto crescere come uomo e come calciatore. Ancora una volta grazie di tutto Carletto”. Per Beppe Signori: “Ti ho incontrato nel momento più difficile della mia carriera, ma la ritengo una fortuna incredibile, per me sei stato come un padre, grazie di tutto riposa in pace. Ti ricorderò sempre con grande affetto”. Francesco Totti scrive: “Il ricordo della leggenda giallorossa numero 10: “Padre, mister, maestro. Semplicemente Carlo Mazzone. Eternamente grazie Mister”.
Calcio, Mazzone, Buffon: “Mi disse… Oggi me sembravi Lazzaro”Roma, 19 ago. (askanews) – “Carlo Mazzone rappresenta una icona calcistica che ha catturato il mio cuore. La passione travolgente che riversava nelle squadre è stata davvero unica e irripetibile”. Comincia così il ricordo di Gigi Buffon per Carletto Mazzone scomparso oggi all’età di 86 anni. Buffon che ricorda un aneddoto legato alla sua carriera calcistica. “A riprova del suo magnifico temperamento ho un aneddoto fantastico a margine di un Parma-Brescia finita 3-0. Sul punteggio di 1 a 0 ed a 15 min dalla fine ho fatto una tripla parata che ha salvato il risultato. A fine gara mi ha incrociato e in mezzo a una trentina di persone e mi ha detto “A Buffon… ma che t’ho fatto. Oggi me sembravi Lazzaro… che te rialzavi sempre!” La notizia della sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile, ma il suo impatto resterà per sempre vivo”.
Calcio, Mazzone, le società ricordano il gentiluomo del calcioRoma, 19 ago. (askanews) – Il calcio italiano piange Carlo Mazzone, morto oggi all’età di 86 anni. Tra i primi messaggi di cordoglio quello della sua Roma.
“Ciao Mister. Ti vorremo sempre un bene immenso Forza Roma!” il tweet della società giallorossa”. Mazzone legato per sempre all’Ascoli: “L’Ascoli Calcio 1898 FC S.p.A., il patron Massimo Pulcinelli, la dirigenza tutta, la prima squadra e lo staff sportivo, il settore giovanile e i dipendenti piangono la scomparsa di Carletto Mazzone: se ne va un’icona della storia bianconera, un allenatore d’altri tempi, un uomo straordinario che ha fatto della schiettezza, dell’umanità e della semplicità le sue caratteristiche principali. Simbolo e mito del calcio ascolano e italiano resterà per sempre negli annali del calcio. Il club, profondamente commosso e addolorato, rivolge alla famiglia le più sincere e sentite condoglianze. Ciao Carletto, ciao grande Uomo. Costantino ti accoglierà a braccia aperte!”.
Il ricordo del Napoli: “Il Presidente Aurelio De Laurentiis, Mister Garcia, i dirigenti, i calciatori, lo staff tecnico, i collaboratori e tutta la SSC Napoli esprimono profondo cordoglio e si uniscono al dolore della famiglia Mazzone per la scomparsa del caro Carlo, un vero galantuomo del calcio”. Quello della Fiorentina: “Il Presidente Rocco Commisso, la sua famiglia e tutta la Fiorentina si uniscono al dolore del mondo del calcio per la scomparsa di Carlo Mazzone. Il Club esprime le più sentite condoglianze ai suoi familiari”. Il Bologna ricorda: “Per tre volte è stato sulla nostra panchina. Con lui abbiamo vissuto il gusto genuino del calcio: è stato un grande professionista, ma sapeva parlare a tutti come uno di famiglia. Carlo Mazzone ha onorato i nostri colori. Ci mancherai, Mister”.
Il Torino lo saluta così: “Con Carlo Mazzone il calcio perde uno straordinario interprete. Nessun allenatore più di lui presente in serie A. Potremmo ricordarlo con mille parole, ne usiamo solo tre. Un grande uomo” Cordoglio anche dalla Lazio: “Ci lascia una figura storica del nostro calcio, professionista esemplare che ha sempre interpretato con passione e dedizione il suo essere prima giocatore e poi tecnico, con il suo modo unico e speciale di stare in panchina”.
Il Cagliari ricorda: “L’Europa conquistata insieme, il carattere schietto e una grande e incondizionata devozione verso i nostri colori. Grazie per averci fatto vivere emozioni così forti, i tifosi rossoblù non ti dimenticheranno mai. Ciao Mister, ciao Carletto”. Il ricordo del Frosinone: “Il presidente del Frosinone, Maurizio Stirpe, e tutto il Club giallazzurro, sono vicini al dolore della famiglia Mazzone per la scomparsa dell’indimenticato Carlo, prima calciatore e poi decano degli allenatori in Italia”. E ancora Empoli, Lecce, Udinese, Perugia e tante altre squadre che hanno consosciuto il tecnico.