Colaninno, Renzi: imprenditore visionario e illuminatoRoma, 19 ago. (askanews) – “Matteo Renzi e tutta Italia Viva si stringono con affetto a Matteo Colaninno e alla famiglia nel ricordo del padre Roberto, imprenditore visionario e illuminato”. Così in una nota l’ufficio stampa di Italia Viva.
Nella chat del gruppo dirigente di Iv, Renzi ha pubblicato un messaggio personale indirizzato all’ex deputato di Iv: “A nome di tutte e tutti abbraccio forte Matteo. Tuo papà è stato un grandissimo imprenditore ma prima di tutto una figura straordinariamente importante per te e per la tua famiglia. Ti siamo vicini e sappiamo che stai affrontando il dolore di questo momento con la forza della fede e con la tenacia di cui ci hai sempre dato prova in questi anni. Forza Mat!”, ha concluso il leader di Iv.
Chi è stato Roberto ColaninnoMilano, 19 ago. (askanews) – Aveva compiuto 80 anni lo scorso 16 agosto, Roberto Colaninno, presidente e ad di Piaggio, morto la notte scorsa. Con lui scompare un protagonista della vita economica del nostro Paese, che ha segnato la storia di aziende come Olivetti, Telecom e Alitalia per finire poi come imprenditore di Piaggio, il gruppo motociclistico di Pontedera.
Nato a Mantova, ma di famiglia originaria di Acquaviva delle Fonti, in Puglia, Colaninno, si sposa a 26 anni nel 1969 con Oretta Schiavetti. Due i figli: il primo, Matteo, nato nel 1970, è vicepresidente esecutivo del gruppo Piaggio, e per tre legislature è stato deputato, arrivando a ricoprire la carica di ministro dello sviluppo economico nel governo ombra del Partito Democratico, componente della direzione e responsabile economico della segreteria nazionale del Partito Democratico, e parlamentare di Italia Viva. Il secondogenito, Michele, classe 1976, è amministratore delegato e direttore generale della holding industriale Immsi, responsabile delle strategie di innovazione prodotto e marketing del Gruppo Piaggio, e presidente di Acem, l’associazione europea dell’industria motociclistica con sede a Bruxelles, Colaninno senior aveva iniziato la sua carriera in Fiaam, azienda italiana di componentistica auto, di cui diviene amministratore delegato. Nel 1981 fonda, nella sua città natale, Sogefi che, sotto la sua guida, diventa uno dei principali gruppi italiani nel settore della componentistica auto, quotato in Borsa, poi assorbita da Cir, la holding della famiglia De Benedetti. Nello stesso periodo ricopre incarichi di primo livello in importanti multinazionali americane e inglesi del settore automotive. Nel 1996 inizia la sua avventura in Olivetti: a settembre assume l’incarico di amministratore delegato dell’azienda che all’epoca versava in una grave crisi. In breve tempo, anche grazie ad accordi internazionali, risana l’azienda di Ivrea famosa nel mondo per macchine da scrivere e computer e la trasforma in una holding di telecomunicazioni, dando vita a Omnitel, la prima compagnia di telefonia mobile privata, e Infostrada, che invece gestiva la rete fissa in alternativa a Telecom, che all’epoca era monopolista.
Proprio partendo da questa “tesoretto”, venduto per oltre sette miliardi di euro ai tedeschi di Mannesmann che a loro volta lo cederanno tutto a Vodafone, nasce l’Opa su Telecom Italia del 1999. Nel febbraio di quell’anno viene lanciata la più grande offerta pubblica mai tentata sino ad allora in Italia: un’offerta dal un valore complessivo di oltre 60 miliardi di euro che si concluse con l’acquisizione del 51% circa della società di telecomunicazioni. Fu quella l’operazione che gli valse l’appellativo di capitano coraggioso da parte dell’allora presidente del Consiglio, Massimo D’Alema. In seguito all’Opa l’impreditore diviene presidente e amministratore delegato di Telecom, oltre che presidente di Tim, cariche che lascerà a luglio 2001, in seguito alla vendita da parte degli azionisti di Bell della propria quota a Marco Tronchetti Provera. Nel frattempo, era il settembre 1998, fonda Omniaholding, società finanziaria di famiglia di cui era presidente. Quattro anni dopo costituisce, con altri soci, Omniainvest, società di partecipazioni oggi controllata da Omniaholding. Nel novembre 2002, attraverso Omniaholding e Omniainvest rileva Immsi, società di gestione di attività immobiliari quotata in Borsa. Alle attività immobiliari, Immsi affianca dal febbraio 2003 anche quelle di partecipazioni in aziende industriali e di servizi, tra cui quelle di controllo del gruppo Piaggio (era il 2003) e del gruppo Intermarine. Nel dicembre 2004 amplia il perimetro industriale del gruppo di Pontedera e con l’acquisizione dei marchi motociclistici Aprilia e Moto Guzzi entra nel business delle moto. Nel 2006 condurrà l’azienda di Pontedera in Borsa. Anche in questo caso riuscirà a rilanciare l’azienda riportando sulla cresta dell’onda i suoi marchi storici, dalla Vespa alla Moto Guzzi alla Aprilia.
Nel 2008 il gruppo Immsi è tra i soci fondatori di Cai, (Compagnia aerea italiana), società che acquisisce le compagnie aeree Alitalia e Airone. Diviene presidente e consigliere di amministrazione di Alitalia, oltre a essere anche membro del consiglio di Mediobanca, Capitalia e altre istituzioni finanziarie, nonché nel consiglio direttivo e nella giunta di Confindustria. Nel 2000 è stato nominato Cavaliere del Lavoro e nel 2014 è stato insignito dell’onorificenza di Ufficiale della Legion d’Honneur. Colaninno, che era diplomato alla ragioneria, ha ricevuto la laurea honoris causa in economia e commercio dall’Università di Lecce (2001), diventando dottore a 58 anni, e il diploma di master h.c. in management, innovazione e ingegneria dei servizi dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa (2013).
Addio a Colaninno: da Telecom a Piaggio protagonista economia italianaMilano, 19 ago. (askanews) – Aveva compiuto 80 anni lo scorso 16 agosto, Roberto Colaninno, presidente e ad di Piaggio, morto nella notte. Con lui scompare un protagonista della vita economica del nostro Paese, che ha segnato la storia di aziende come Olivetti, Telecom e Alitalia per finire poi come imprenditore di Piaggio, il gruppo motociclistico di Pontedera.
Nato a Mantova, ma di famiglia originaria di Acquaviva delle Fonti, in Puglia, Colaninno, si sposa a 26 anni nel 1969 con Oretta Schiavetti. Due i figli: il primo, Matteo, nato nel 1970, è vicepresidente esecutivo del gruppo Piaggio, e per tre legislature è stato deputato, arrivando a ricoprire la carica di ministro dello sviluppo economico nel governo ombra del Partito Democratico, componente della direzione e responsabile economico della segreteria nazionale del Partito Democratico, e parlamentare di Italia Viva. Il secondogenito, Michele, classe 1976, è amministratore delegato e direttore generale della holding industriale Immsi, responsabile delle strategie di innovazione prodotto e marketing del Gruppo Piaggio, e presidente di Acem, l’associazione europea dell’industria motociclistica con sede a Bruxelles, Colaninno senior aveva iniziato la sua carriera in Fiaam, azienda italiana di componentistica auto, di cui diviene amministratore delegato. Nel 1981 fonda, nella sua città natale, Sogefi che, sotto la sua guida, diventa uno dei principali gruppi italiani nel settore della componentistica auto, quotato in Borsa, poi assorbita da Cir, la holding della famiglia De Benedetti. Nello stesso periodo ricopre incarichi di primo livello in importanti multinazionali americane e inglesi del settore automotive.
Nel 1996 inizia la sua avventura in Olivetti: a settembre assume l’incarico di amministratore delegato dell’azienda che all’epoca versava in una grave crisi. In breve tempo, anche grazie ad accordi internazionali, risana l’azienda di Ivrea famosa nel mondo per macchine da scrivere e computer e la trasforma in una holding di telecomunicazioni, dando vita a Omnitel, la prima compagnia di telefonia mobile privata, e Infostrada, che invece gestiva la rete fissa in alternativa a Telecom, che all’epoca era monopolista. Proprio partendo da questa “tesoretto”, venduto per oltre sette miliardi di euro ai tedeschi di Mannesmann che a loro volta lo cederanno tutto a Vodafone, nasce l’Opa su Telecom Italia del 1999. Nel febbraio di quell’anno viene lanciata la più grande offerta pubblica mai tentata sino ad allora in Italia: un’offerta dal un valore complessivo di oltre 60 miliardi di euro che si concluse con l’acquisizione del 51% circa della società di telecomunicazioni. Fu quella l’operazione che gli valse l’appellativo di capitano coraggioso da parte dell’allora presidente del Consiglio, Massimo D’Alema. In seguito all’Opa l’impreditore diviene presidente e amministratore delegato di Telecom, oltre che presidente di Tim, cariche che lascerà a luglio 2001, in seguito alla vendita da parte degli azionisti di Bell della propria quota a Marco Tronchetti Provera.
Nel frattempo, era il settembre 1998, fonda Omniaholding, società finanziaria di famiglia di cui era presidente. Quattro anni dopo costituisce, con altri soci, Omniainvest, società di partecipazioni oggi controllata da Omniaholding. Nel novembre 2002, attraverso Omniaholding e Omniainvest rileva Immsi, società di gestione di attività immobiliari quotata in Borsa. Alle attività immobiliari, Immsi affianca dal febbraio 2003 anche quelle di partecipazioni in aziende industriali e di servizi, tra cui quelle di controllo del gruppo Piaggio (era il 2003) e del gruppo Intermarine. Nel dicembre 2004 amplia il perimetro industriale del gruppo di Pontedera e con l’acquisizione dei marchi motociclistici Aprilia e Moto Guzzi entra nel business delle moto. Nel 2006 condurrà l’azienda di Pontedera in Borsa. Anche in questo caso riuscirà a rilanciare l’azienda riportando sulla cresta dell’onda i suoi marchi storici, dalla Vespa alla Moto Guzzi alla Aprilia. Nel 2008 il gruppo Immsi è tra i soci fondatori di Cai, (Compagnia aerea italiana), società che acquisisce le compagnie aeree Alitalia e Airone. Diviene presidente e consigliere di amministrazione di Alitalia, oltre a essere anche membro del consiglio di Mediobanca, Capitalia e altre istituzioni finanziarie, nonché nel consiglio direttivo e nella giunta di Confindustria.
Nel 2000 è stato nominato Cavaliere del Lavoro e nel 2014 è stato insignito dell’onorificenza di Ufficiale della Legion d’Honneur. Colaninno, che era diplomato alla ragioneria, ha ricevuto la laurea honoris causa in economia e commercio dall’Università di Lecce (2001), diventando dottore a 58 anni, e il diploma di master h.c. in management, innovazione e ingegneria dei servizi dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa (2013).
35 milioni di nomadi digitali: 1 su 2 cambia casa una volta al meseRoma, 18 ago. (askanews) – Li chiamano nomadi digitali e, stando alle ultime stime, sarebbero almeno 35 milioni in tutto il mondo. Si tratta di professionisti specializzati che sfruttano le potenzialità della tecnologia e della rete Internet per lavorare da remoto, viaggiando e vivendo in diversi luoghi.
In media guadagnano oltre 1.600 euro al mese e, se si riunissero in un unico posto, costituirebbero il 38esimo Paese al mondo per ricchezza pro capite e il 41esimo per numero di abitanti. È questa la fotografia scattata da Bluepillow – motore di ricerca globale di alloggi – in base a uno studio condotto sul nomadismo digitale, trend in costante crescita negli ultimi anni. I lavoratori-viaggiatori stanno gradualmente modificando le loro abitudini: sebbene l’11 per cento dei digital nomads dichiari di restare in una località per 1-2 mesi, mentre il 12 per cento si ferma per minimo 3 mesi, circa il 50 per cento dei nomadi digitali sceglie di rimanere nello stesso posto per non più di quattro settimane, assecondando così il desiderio di abbinare la quotidianità lavorativa a momenti di scoperta del panorama locale.
Relativamente agli alloggi, prosegue la ricerca, la maggior parte dei nomadi digitali preferisce risiedere in un hotel, mentre altri chiedono ospitalità ad amici o familiari. Ulteriori opzioni popolari sono poi le case vacanze e gli appartamenti affittati da privati tramite piattaforme di ricerca come Bluepillow.it (36 per cento), i camper (21 per cento) e gli ostelli (16 per cento). Come commenta Dominic Newboult, l’Head of Strategic Partnerships and Business Development di Bluepillow, “pandemia e caro vita hanno contribuito a velocizzare questa marcata tendenza mostrando a molte più persone che non è così difficile trapiantare la propria vita altrove temporaneamente, ormai sono sempre di più le persone con la possibilità di fare smart working. Adesso si può perfettamente svolgere il proprio lavoro quasi ovunque grazie alla diffusione così estesa della fibra ed il wi-fi. Come premio, dopo la solita giornata lunga di lavoro, si può godere di una nuova ed eccitante esperienza di viaggio prolungata; non come turista, ma come una persona del posto. Le persone ormai cercano esperienze autentiche di vita; quindi, cosa c’è di meglio che scoprire un posto a fondo, senza fretta e spesso e volentieri risparmiando anche soldi rispetto alla sua vita quotidiana normale?”.
Ma chi sono i nomadi digitali? A livello demografico risulta evidente come i lavoratori-viaggiatori siano prevalentemente Millennials (44 per cento) – ossia nati tra il 1981 e il 1996 – e uomini, anche se in Italia sono soprattutto le donne a scegliere di diventare digital nomads. Inoltre, si tratta in gran parte persone laureate (il 72 per cento ha una laurea triennale e il 33 per cento la magistrale) e sposate (circa il 61 per cento), abituate a viaggiare sia da sole che con il loro partner. Infine, dal punto di vista professionale, i nomadi digitali si suddividono, secondo uno studio di Passport-Photo.Online, in freelancer (36 per cento), imprenditori (33 per cento) e lavoratori dipendenti (21 per cento), e operano principalmente nei seguenti settori: IT (19 per cento), servizi creativi (10 per cento), educazione (9 per cento), consulenza, coaching e ricerca (8 per cento), vendite, marketing e pubbliche relazioni (8 per cento) e finanza e contabilità (8 per cento).
Luciano Spalletti è il nuovo Ct della Nazionale italianaRoma, 18 ago. (askanews) – La Federazione Italiana Giuoco Calcio comunica di aver raggiunto l’accordo con Luciano Spalletti per la carica di Commissario Tecnico della Nazionale italiana. L’allenatore toscano assumerà l’incarico a partire dall’1 settembre 2023 e la presentazione ufficiale si svolgerà in occasione del raduno degli Azzurri, in programma nei primi giorni di settembre, presso il Centro Tecnico Federale di Coverciano.
“Diamo il benvenuto a Spalletti – dichiara il Presidente della FIGC Gabriele Gravina -, la Nazionale aveva bisogno di un grande allenatore e sono molto felice che abbia accettato la guida tecnica degli Azzurri. Il suo entusiasmo e la sua competenza saranno fondamentali per le sfide che attendono l’Italia nei prossimi mesi”.
Migranti, Romeo (Lega): l’Ue fa finta di non capireRoma, 18 ago. (askanews) – “Da soli non ce la faremo mai”: lo ha detto Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato, ospite del Tg4, rispondendo a una domanda sull’azione coordinata dell’Europa nel gestire i flussi migratori. “Anche perché comunque – ha spiegato – siamo in difficoltà, un po’ perché c’era un ministro dell’Interno tra i più bravi a fermare l’immigrazione clandestina e a difendere i confini che è stato messo sotto processo; quindi diciamo che c’è un’opera di tafazzismo nel nostro paese sempre più forte. Dall’altra parte basta un naufragio per accusare subito l’Italia di essere inadempiente nei soccorsi, operare in questo clima con tutto quello che sta succedendo nel Nordafrica indubbiamente è molto molto complicato”.
“Motivo per cui – ha affermato l’esponente leghista – il Governo si sta muovendo su due fronti: da una parte il coinvolgimento non solo dell’Unione europea che fa finta di non capire, ma dall’altra parte anche della Nato. Perché comunque la difesa dei confini è un problema di sicurezza nazionale, quindi significa anche difendere e rendere sicuri i paesi membri dell’Alleanza atlantica; rafforzando la cooperazione con i paesi da cui partono questi migranti, cercando anche di sostenerli, di stabilizzare quelle aree del Nordafrica. E con l’ulteriore decreto che è un altro pezzetto del decreto sicurezza di Matteo Salvini per cercare di rafforzare i rimpatri e il pattugliamento congiunto con Tunisia e Libia sulle coste del Nordafrica”, ha concluso Romeo.
Meeting Rimini, Prosperi (Cl): grazie al Papa per incoraggiamentoRoma, 18 ago. (askanews) – “Ringrazio profondamente il Santo Padre a nome di tutto il movimento di Comunione e Liberazione per il suo messaggio indirizzato ai partecipanti del Meeting. Lo ringrazio soprattutto per il suo incoraggiamento a essere sempre disponibili a quell”amicizia inesauribile’ – che dà il titolo all’edizione di quest’anno – e alla quale don Giussani ci ha sempre educato. Null’altro infatti abbiamo a cuore che imparare quella ‘moralità nuova’ che scaturisce dall’incontro con la ‘simpatia’ che Gesù ha per noi”. Lo afferma Davide Prosperi, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione commentando il messaggio che il Papa ha inviato per il Meeting di Rimini che si aprirà domenica.
“Diceva don Giussani: ‘È semplicissima la moralità: è starci ad una simpatia, una simpatia umana. Umana come la simpatia che la madre prova per il proprio figlio e il figlio prova per la propria madre. Perché da Gesù nasce questa simpatia; Gesù ha questa simpatia umana per te, per me, e io, nonostante che sbagli, dico: ‘Sì, Signore, io ci sto a questa simpatia’. Quest’ultima affermazione è l’ultima possibilità per vincere il nichilismo che noi ‘prendiamo’ per contagio dalla società in cui viviamo’. Così, nell’imbatterci in questa originale simpatia di Gesù attraverso l’appartenenza alla Chiesa, compagnia umana che ha a cuore il nostro cammino al destino – conclude Prosperi – ci ritroviamo legati da un’amicizia certa che ci conduce nel mondo, come ci chiede Papa Francesco, a incontrare l’altro, a partire dai più fragili, con ‘gesti concreti’ e ‘scelte condivise’ che costruiscano una cultura di pace’. Il Meeting di fatto è questo tentativo: un gesto concreto che scommette su questa ‘moralità nuova’ nell’incontro tra culture, idee e anzitutto tra persone, per la costruzione comune di un mondo più umano. Siamo davvero commossi e pieni di gratitudine al Papa per come ci testimonia sempre la bellezza e la convenienza dello sguardo cristiano sugli altri e su tutta la realtà”.
La Cassazione boccia il ricorso della Lega: chi chiede asilo non è clandestinoRoma, 18 ago. (askanews) – La Corte di Cassazione ha respinto un ricorso della Lega contro una sentenza del Tribunale di Milano, confermata in appello, che sanciva il carattere di “molestia discriminatoria” per i cartelli contro i “clandestini” usati in una manifestazione contro dei richiedenti asilo. A darne notizia la nota diffusa da Asgi (Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione) e Naga, due associazioni milanesi impegnate nella vertenza giudiziaria. A questo link è disponibile anche il documento originale della pronuncia della Suprema Corte: https://www.asgi.it/discriminazioni/respinto-ricorso-della-lega-ch i-chiede-protezione-non-puo-essere-chiamato-clandestino/ “La sentenza della Cassazione depositata il 16 agosto (terza sezione, estensore Cirillo, presidente Travaglino) conclude una vicenda – si legge nel comunicato – iniziata nel 2016, quando, per contrastare l’assegnazione di 32 richiedenti asilo a un centro di assistenza messo a disposizione da una parrocchia di Saronno (MI), la Lega aveva convocato una manifestazione affiggendo cartelli con il seguente testo ‘Saronno non vuole i clandestini. Vitto, alloggio e vizi pagati da noi. Nel frattempo, ai saronnesi tagliano le pensioni e aumentano le tasse, Renzi e Alfano complici dell’invasione’. ASGI e NAGA avevano agito in giudizio avanti il Tribunale di Milano contro la Lega (locale e nazionale) affermando che qualificare i richiedenti asilo come clandestini costituisce ‘molestia discriminatoria’ cioè un comportamento idoneo a offendere la dignità della persona e a creare un clima umiliante, degradante e offensivo”.
“I giudici di primo e secondo grado – argomenta la nota di Asgi e Naga – avevano già accolto le ragioni delle associazioni condannando la Lega a pagare, oltre alle spese di lite, un risarcimento del danno in favore delle stesse; la Lega aveva poi proposto il ricorso in Cassazione, respinto ora dalla Corte che ha confermato anche il diritto delle associazioni al risarcimento del danno, condannando la Lega all’ulteriore rimborso delle spese. Secondo la Corte ‘gli stranieri che fanno ingresso nel territorio dello stato italiano perché corrono il rischio effettivo, in caso di rientro nel paese di origine, di subire un ‘grave danno, non possono a nessun titolo considerarsi irregolari e non sono dunque ‘clandestini”. “La Corte – si legge ancora nel comunicato – ha anche respinto la tesi degli avvocati della Lega che invocavano il diritto del partito politico alla libera manifestazione della sua posizione: infatti ‘il diritto alla libera manifestazione del pensiero, cui si accompagna quello di organizzarsi in partiti politici, non può essere equivalente o addirittura prevalente, sul rispetto della dignità personale degli individui’; specie, aggiunge la Corte, quando si tratta degli individui più fragili, come le persone migranti”.
“La sentenza, benché riferita a una vicenda di anni fa, dice molto anche alla politica di oggi – commenta l’avvocato Alberto Guariso che, con l’avvocato Livio Neri, entrambi di ASGI, ha difeso le associazioni – e in particolare sulla inaccettabile consuetudine di continuare a usare il termine ‘clandestini’ per coloro che arrivano sul nostro territorio, comunque arrivino, per cercare protezione: persone con una dignità da rispettare e non clandestini”.
Vannacci destituito. Il generale insiste: non devo scusarmi con EgonuRoma, 18 ago. (askanews) – “Riguardo le decisioni che sono state prese, da un punto di vista del mio servizio, non replicherò in quanto ritengo che siano decisioni gerarchiche e per le quali risponderò nelle sedi e secondo i tempi che saranno giudicati opportuni e che mi verranno indicati dalla mia catena di comando”. Lo ha detto il generale Roberto Vannacci, commentando a ‘Diario del giorno’ su Rete Quattro la sua destituzione dall’incarico di Comandante dell’Istituto Geografico Militare.
La decisione è stata presa all’indomani delle polemiche sollevate per alcune affermazioni del Generale di Divisione su minoranze, migranti, femministe, ambientalisti, comunità Lgbtq+, contenute nel libro “Il mondo al contrario” scritto dallo stesso comandante. “Io sicuramente quando scrivevo il libro, mi aspettavo che avrebbe dato da discutere”, ha ribadito. “L’ho scritto con tono provocatorio anche rendendomi conto di quelle che avrebbero potuto essere le reazioni. Ma sicuramente non mi aspettavo un polverone del genere…”.
“Non vedo perché debba porgere delle scuse per un’espressione che non è assolutamente offensiva”.ha anche detto Vannacci, commentando le accuse di razzismo che gli sono state mosse per aver definito la pallavolista Paola Egonu ‘somaticamente non italiana’ nel suo libro autoprodotto. “Io ho detto solamente una cosa che è ovvia e lo dimostro anche in maniera molto semplice”, ha detto Vannacci, ospite di ‘Diario del giorno’ su Rete Quattro, “Proprio a seguito di questa esposizione mediatica riferita a questa frase che appare sul libro e che è stata decontestualizzata, oggi ho aperto il profilo Wikipedia di Paola Egonu e di altre pallavoliste che invece hanno una fisionomia europea. Nel profilo di Paola Egonu è scritto che è una pallavolista italiana nata a Civitella da genitori nigeriani. In tutti gli altri profili delle pallavoliste sue colleghe, c’è scritto che sono pallavoliste italiane, nate chi a Gorizia, chi a Napoli, chi a Roma…”.
“Ma nessuno ha specificato l’origine dei genitori: questo dà esattamente ragione a quello che io ho espresso”, ha rivendicato Vannucci, “Ovvero che il vedere una bravissima pallavolista dalla pelle scura non la identifica in maniera immediata come italiana. Perchè da 4mila, 5mila, 6mila anni lo stereotipo dell’italiano è quello di un uomo bianco, ma questo non vuol dire che gli uomini bianchi siano superiori a quelli neri o viceversa. Le espressioni razziste sono quelle che individuano una superiorità predefinita di una razza sull’altra, ma questa non era assolutamente la mia intenzione e non è quello che ho espresso sul libro. Ho semplicemente detto che guardando gli affreschi che ci derivano dagli etruschi fino ai giorni nostri, non dico la totalità ma probabilmente il 99,9 per cento delle figure italiane che vi sono rappresentate, sono rappresentate secondo dei canoni che Paola Egonu non rispecchia. Ma questa non è un’offesa, è una realtà talmente palese che proprio sul suo profilo hanno voluto specificare che è un’italiana dai genitori di origine ivoriana”.
Cassazione boccia ricorso Lega: chi chiede asilo non è clandestinoRoma, 18 ago. (askanews) – La Corte di Cassazione ha respinto un ricorso della Lega contro una sentenza del Tribunale di Milano, confermata in appello, che sanciva il carattere di “molestia discriminatoria” per i cartelli contro i “clandestini” usati in una manifestazione contro dei richiedenti asilo. A darne notizia la nota diffusa da Asgi (Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione) e Naga, due associazioni milanesi impegnate nella vertenza giudiziaria. A questo link è disponibile anche il documento originale della pronuncia della Suprema Corte: https://www.asgi.it/discriminazioni/respinto-ricorso-della-lega-chi-chiede-protezione-non-puo-essere-chiamato-clandestino/
“La sentenza della Cassazione depositata il 16 agosto (terza sezione, estensore Cirillo, presidente Travaglino) conclude una vicenda – si legge nel comunicato – iniziata nel 2016, quando, per contrastare l’assegnazione di 32 richiedenti asilo a un centro di assistenza messo a disposizione da una parrocchia di Saronno (MI), la Lega aveva convocato una manifestazione affiggendo cartelli con il seguente testo ‘Saronno non vuole i clandestini. Vitto, alloggio e vizi pagati da noi. Nel frattempo, ai saronnesi tagliano le pensioni e aumentano le tasse, Renzi e Alfano complici dell’invasione’. ASGI e NAGA avevano agito in giudizio avanti il Tribunale di Milano contro la Lega (locale e nazionale) affermando che qualificare i richiedenti asilo come clandestini costituisce ‘molestia discriminatoria’ cioè un comportamento idoneo a offendere la dignità della persona e a creare un clima umiliante, degradante e offensivo”. “I giudici di primo e secondo grado – argomenta la nota di Asgi e Naga – avevano già accolto le ragioni delle associazioni condannando la Lega a pagare, oltre alle spese di lite, un risarcimento del danno in favore delle stesse; la Lega aveva poi proposto il ricorso in Cassazione, respinto ora dalla Corte che ha confermato anche il diritto delle associazioni al risarcimento del danno, condannando la Lega all’ulteriore rimborso delle spese. Secondo la Corte ‘gli stranieri che fanno ingresso nel territorio dello stato italiano perché corrono il rischio effettivo, in caso di rientro nel paese di origine, di subire un ‘grave danno’, non possono a nessun titolo considerarsi irregolari e non sono dunque ‘clandestini””.
“La Corte – si legge ancora nel comunicato – ha anche respinto la tesi degli avvocati della Lega che invocavano il diritto del partito politico alla libera manifestazione della sua posizione: infatti ‘il diritto alla libera manifestazione del pensiero, cui si accompagna quello di organizzarsi in partiti politici, non può essere equivalente o addirittura prevalente, sul rispetto della dignità personale degli individui’; specie, aggiunge la Corte, quando si tratta degli individui più fragili, come le persone migranti”. “La sentenza, benché riferita a una vicenda di anni fa, dice molto anche alla politica di oggi – commenta l’avvocato Alberto Guariso che, con l’avvocato Livio Neri, entrambi di ASGI, ha difeso le associazioni – e in particolare sulla inaccettabile consuetudine di continuare a usare il termine ‘clandestini’ per coloro che arrivano sul nostro territorio, comunque arrivino, per cercare protezione: persone con una dignità da rispettare e non clandestini”.