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Risultati positivi per il vertice Ue-Celac. Al di là dell’Ucraina

Risultati positivi per il vertice Ue-Celac. Al di là dell’UcrainaBruxelles, 18 lug. (askanews) – Il vertice dei leader dell’Ue e della Comunità dell’America latina e dei Caraibi (Celac), svoltosi ieri e oggi a Bruxelles, si è concluso con alcune ore di ritardo a causa della divergenza sulle conclusioni sull’Ucraina da parte di un solo paese, il Nicaragua (all’inizio c’erano problemi anche con Cuba e Venezuela, poi rientrati); ma a parte questo disaccordo, finito in una nota a pié di pagina, può essere considerato un successo riguardo alle ragioni principali per cui era stato convocato.

L’obiettivo era quello di riannodare le relazioni con un continente storicamente, culturalmente e linguisticamente vicinissimo, soprattutto ai paesi latini dell’Europa, con l’impegno a intraprendere insieme un nuovo rapporto economico su nuove basi di rispetto e vantaggio reciproco, e non più sullo sfruttamento colonialista con cui questo rapporto era cominciato cinque secoli fa e si era successivamente sviluppato. L’Europa ha bisogno, oggi, di rivolgersi a partner affidabili e fidati, culturalmente a lei vicini, per rimpiazzare almeno in parte la dipendenza delle proprie catene di approvvigionamento dai “rivali sistemici” come la Cina, per non parlare della Russia, e per entrare in una nuova fase di sviluppo di una globalizzazione controllata, di sicurezza economica, di certezza e stabilità delle proprie catene del valore. E l’Ue ha bisogno di avere altri alleati stretti, oltre ai paesi del G7, alle Nazioni Unite e nell’arena internazionale.

L’America latina, da parte sua, è sempre più oggetto delle attenzioni e degli investimenti cinesi, apparentemente senza richieste di contropartite, ma in realtà funzionali alle mire strategiche ed egemoniche di lungo termine di Pechino, nella sua prospettiva di diventare la prima potenza economica mondiale. Anche se l’Ue e gli Stati Uniti sono complessivamente ancora i maggiori investitori nella regione, la Cina sta recuperando posizioni a passi da gigante, come notava nei giorni scorsi il quotidiano tedesco Handelsblatt, diventando il principale partner commerciale della maggior parte dei paesi latino americani, con un aumento di 26 volte i suoi investimenti dal 2000 al 2020, 21 paesi nel progetto “Belt and Road” e la costruzione di enormi terminali portuali in Perù e Cile e anche nei porti franchi dei Caraibi.

Come ha sintetizzato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, l’Ue, con il suo programma “Global Gateway”, ha lanciato in questi giorni, parallelamente al vertice Ue-Celac, programmi per investimenti in America latina per 45 miliardi di euro, con 135 progetti già in preparazione, anche se devono ancora essere definite le aree di intervento, che andranno dall’idrogeno verde, alle materie prime strategiche, all’economia digitale, ai vaccini. L’Ue, inoltre, ha firmato ieri due protocolli d’intesa con l’Argentina e l’Uruguay per l’energia verde e l’idrogeno e un accordo sulle materie prime con il Cile. L’Unione europea, inoltre, intende arrivare entro la fine dell’anno a rilanciare l’accordo con il Mercosur (il mercato comune di Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay, concluso nel 2019 ma da allora congelato), e a modernizzare l’accordo commerciale con il Messico, mentre entro la fine della settimana dovrebbe essere rinnovato anche l’accordo Cotonou con i paesi dell’Africa, Caraibi e Pacifico.

L’intervento forse più significativo, durante la conferenza stampa alla fine del vertice, è stato quello del presidente dell’Argentina Alberto Ángel Fernández: “Sono contento – ha detto -, non solo per la firma dell’accordo energetico di ieri” con la Commissione europea, “una cosa molto importante perché dà certezza giuridica agli investitori europei che sono interessati all’energia. Sono anche molto contento perché è la prima volta che abbiamo potuto discutere e parlare con la massima chiarezza di un meccanismo per porre fine all”estrattivismo’ in America latina”. “Estrattivismo”, ha spiegato, è “questa idea che l’America Latina sia solo fornitrice di materie prime, e sembrava che dovesse sempre esserlo ha impedito di industrializzare questa produzione primaria. E’ la prima volta che siamo riusciti a parlare di questo tema, dell’estrattivismo, senza sensi di colpa; e lasciatemi dire tra il serio e il faceto che ci sono voluti cinque secoli ma finalmente ce l’abbiamo fatta, adesso ci siamo riusciti. E finalmente possiamo pensare ai prodotti della nostra terra, delle nostre miniere, e valorizzarli, contando sugli investimenti europei. Questo per noi è molto molto importante e motivo di incoraggiamento”. “Così come – ha concluso il presidente argentino – è stato incoraggiante anche aver potuto avere questo dialogo franco, trovando sempre un punto di contatto con l’Europa sul rispetto della democrazia, dello stato di diritto e il pieno rispetto dei diritti umani su queste basi che sono molto solide nei nostri paesi e a cui diamo tanto valore”.

Confindustria Nautica presenta la quarta ed. del Design Innovation Award

Confindustria Nautica presenta la quarta ed. del Design Innovation AwardRoma, 18 lug. (askanews) – Una location d’eccezione quella della Triennale Milano scelta per presentare la quarta edizione del Design Innovation Award, dove Marco Sammicheli, Direttore del Museo del Design italiano alla Triennale ha accolto Saverio Cecchi Presidente di Confindustria Nautica, Marina Stella Direttore Generale dell’Associazione nazionale di categoria, Alessandro Campagna Direttore commerciale del Salone Nautico Internazionale di Genova, Marco Sabetta Direttore Generale del Salone del Mobile.Milano e Fabio Bignolini A.D. e co-fondatore di Northern Light Composites, con l’architetto Luisa Bocchietto nel ruolo di moderatrice.

Nel suo saluto alla platea, Saverio Cecchi ha spiegato come il Design Innovation Award sia stato istituito da Confindustria Nautica e da I Saloni Nautici nel 2020, in occasione della 60esima edizione del Salone Nautico Internazionale di Genova, con l’obiettivo di promuovere l’eccellenza della nautica da diporto presente ogni anno all’evento e valorizzarne l’impegno verso l’innovazione, la ricerca, la qualità formale e tecnica e la sostenibilità. Cecchi ha proseguito sottolineando l’indipendenza del premio che, per scelta degli organizzatori, non si avvale di sponsorizzazioni legate al settore nautico. La premiazione si svolgerà, venerdì 22 settembre, nel corso di una serata dedicata presso il Palazzo della Borsa di Genova nell’ambito della settimana del Salone Nautico di Genova. “L’imbarcazione italiana si contraddistingue non solo per la ricerca estetica – dal design elegante delle linee, all’attenzione meticolosa ai dettagli nelle finiture, alla decorazione degli interni -, ma anche per la ricerca tecnologica nella costruzione dello scafo e nelle soluzioni innovative dei materiali utilizzati – ha proseguito Marina Stella. È quindi un perfetto connubio di Bello e Ben Fatto: non solo classe ed eleganza, ma anche ricerca e innovazione, ed è a tutti gli effetti una “vetrina mobile” del Made in Italy che esibisce l’eccellenza della produzione italiana di vari settori manifatturieri, in tutto il mondo. Tutti elementi che riprendono i tratti più caratteristici dell’heritage culturale del nostro paese. Un’eredità che il Salone Nautico Internazionale di Genova interpreta da oltre 60 anni e che è speculare alla storia del Salone del Mobile.Milano che, da pari tempo, è punto di riferimento internazionale per il settore dell’arredo e del design. La collaborazione tra settore nautico e arredo significa condividere un patrimonio italiano che ci accomuna e ragionare insieme sulle leve future di sviluppo sempre più focalizzate su design, innovazione, funzionalità e sostenibilità dei prodotti”.

Marco Sabetta, Direttore Generale Salone del Mobile di Milano: “Quello del Salone del Mobile e del Salone Nautico Internazionale di Genova è un percorso comune, le manifestazioni sono coetanee. Le bellissime imbarcazioni che vengono costruite sono case che vengono personalizzate da architetti e designer. Il connubio tra arredo e nautica è sempre più vicino. L’arredamento e l’utilizzo di nuovi materiali, magari più adatti a climi estremi come si possono trovare in mare, che devono resistere a usura più forte, sono prodotti studiati da aziende che lavorano e riescono nel miracolo di presentare al mondo l’eccellenza italiana. Sono quindi lieto di annunciare che il Comitato d’indirizzo del Design Innovation Award ha scelto Maria Porro, Presidente del Salone del Mobile.Milano, quale Presidente della Giuria del premio”. “Il Salone Nautico Internazionale di Genova è contenitore di eccellenze, ma anche laboratorio di idee e incubatore di innovazione e ricerca – ha commentato Alessandro Campagna, Direttore Salone Nautico Internazionale di Genova. Da 63 anni il Salone Nautico è la piattaforma dove la nautica internazionale si rappresenta ed è la casa di Confindustria Nautica. Il Design Innovation Award è espressione dell’autorevolezza dell’Associazione di categoria che rappresenta tutta la filiera della nautica da diporto e della capacità del Salone Nautico di dare nuovo impulso e visibilità ai prodotti dell’industria nautica da diporto. In questo contesto, l’evoluzione della manifestazione è esempio di processo virtuoso. Con il nuovo Waterfront di Levante, disegnato da Renzo Piano, il Salone Nautico potrà usufruire di una piattaforma unica al mondo. I canali navigabili, la spettacolare isola che fa da cornice al Padiglione Blu, le nuove banchine espositive, l’ampliamento e il rinnovamento di spazi e servizi, offrono già ora alla manifestazione un layout espositivo funzionale e scenografico, di forte impatto e unico nel suo genere. Un progetto di eccellenza per l’eccellenza della nautica da diporto internazionale”.

Ricevere il riconoscimento del Design Innovation Award non è solo un’attestazione formale, ma un vero e proprio impulso all’impegno e alla capacità di guardare al futuro delle aziende. Ne è un esempio la Northern Light Composites di Fabio Bignolini: “la nostra azienda è al 100% italiana a dispetto del nome anglosassone, e ha fatto la sua prima uscita pubblica proprio alla prima edizione del Design Innovation Award nel 2020 al 60° Salone Nautico di Genova. In quella occasione abbiamo ricevuto una menzione d’onore per aver presentato l’ecodinghy, una deriva a vela totalmente riciclabile. L’anno successivo abbiamo vinto il premio per la sostenibilità con il prototipo dell’Ecoracer, un’imbarcazione a vela da regata di 7.69 metri realizzata in fibra di lino e resina termoplastica totalmente sostenibili. Da quel momento in poi, il riscontro del mercato e sui media è stato verticale. L’Ecoracer ha poi vinto il campionato italiano di vela nel 2022, dimostrando che il successo sportivo e la sostenibilità possono andare di pari passo. Recentemente abbiamo varato l’Ecoracer 30, versione più grande della precedente e cominciato a lavorare per altri settori, tra i quali quello del design con i primi prototipi realizzati per l’azienda Moroso sempre in materiali completamente sostenibili e riciclabili”. A chiusura della conferenza stampa è intervenuto Luca Pangrazzi, Gruppo Design e Arredo Assolombarda e Communication Manager Cleaf SpA, per illustrare un’ulteriore contaminazione tra nautica e mondo del design, con la ripresa di un progetto di collaborazione con Confindustria Nautica iniziato nel 2019.

Ha proseguito Stefano Pagani Isnardi, Direttore Ufficio Studi di Confindustria Nautica “L’obiettivo è creare sinergie tra i vari settori di eccellenza, quali la nautica e il comparto del design. Il progetto riprenderà quest’autunno con l’organizzazione di una missione di incoming di aziende del design di Assolombarda nei principali cantieri di superyacht associati a Confindustria Nautica presenti nel Miglio Blu della Spezia”. Il Design Innovation Award si articola in dieci categorie di partecipazione, alle quali corrispondono i rispettivi Premi. Nell’individuare i vincitori, il Premio evidenzia la capacità d’ideazione e realizzazione dei progettisti e dei produttori in chiave di design, ricerca, innovazione e sostenibilità. Sono inoltre conferiti due Menzioni d’onore e tre Premi Speciali – Innovazione, Carriera, Talento -, cui si unisce il Premio Liguria International assegnato da Regione Liguria all’azienda ligure che si è distinta per innovazione, materiale, processo.

Surf, Leonardo Fioravanti qualificato per le Olimpiadi di Parigi

Surf, Leonardo Fioravanti qualificato per le Olimpiadi di ParigiRoma, 18 lug. (askanews) – Leonardo Fioravanti si qualifica per i Giochi Olimpici di Parigi 2024. Il surfista romano si è fermato agli ottavi di finale del Corona Open J-Bay, a Jeffreys Bay, in Sudafrica, nona tappa del World Surf League Championship Tour, sconfitto di misura dall’australiano Jack Robinson (14.00 a 13.54), conquistando però i punti sufficienti per la sua seconda esperienza a cinque cerchi.

Quando mancano soltanto la decima tappa del Tour, in programma ad agosto a Teahupoo, nella Polinesia francese, stessa sede dei Giochi Olimpici del 2024, e poi le finali di settembre in California, Fioravanti occupa infatti il nono posto del ranking, ma per la qualificazione olimpica è virtualmente settimo perché davanti a lui ci sono quattro surfisti brasiliani e solo i migliori due avranno il diritto di gareggiare ai Giochi. Con dieci pass individuali a disposizione, il romano è dunque già sicuro di poter volare a Tahiti. Per Fioravanti si tratta della seconda partecipazione a cinque cerchi, dopo l’esordio a Tokyo 2020, prima storica apparizione del surf ai Giochi Olimpici. In Giappone Fioravanti fu eliminato al terzo turno, gli ottavi di finale, dal peruviano Lucca Mesinas. Ora avrà un anno per preparare la gara di Tahiti e cercare un risultato storico per la federazione italiana sci nautico e wakeboard guidata dal commissario Carlo Mornati, segretario generale del CONI e capo missione dell’Italia Team ai Giochi Olimpici di Parigi 2024.

Gli azzurri qualificati per i Giochi Olimpici di Parigi 2024 sono attualmente 19 (7 uomini, 12 donne) in 8 discipline:

Schlein: sul salario minimo Pd non mollerà di un centimetro

Schlein: sul salario minimo Pd non mollerà di un centimetroRoma, 18 lug. (askanews) – Il Pd non intende “mollare di un centimetro” sul salario minimo. Lo ha detto la segretaria Elly Schlein arrivando alla Camera. “Il governo Meloni non può non vedere che ci sono 3,5 milioni di lavoratori e lavoratrici che sono poveri anche se lavorano. Sono dati che ha dato l’Istat qualche giorno fa. I sondaggi di questi giorni dimostrano che c’è un’attesa del 75% delle italiane e degli italiani intervistati a favore del salario minimo”.

“La proposta delle opposizioni, unitaria, vuole rafforzare la contrattazione collettiva e dire che quella contrattazione non può scendere sotto i 9 euro. Proposta che riguarda la dignità del lavoro in questo paese, assurdo che la destra continui a cercare di respingerla. Non molleremo di un centimetro”.

Mafia, Meloni: Falcone e Borsellino martiri, hanno insegnato lotta

Mafia, Meloni: Falcone e Borsellino martiri, hanno insegnato lottaRoma, 18 lug. (askanews) – “Domani è il 19 luglio, in Italia è una data simbolica. Il 19 luglio di 31 anni fa la mafia uccise il giudice Paolo Borsellino, che insieme al giudice Giovanni Falcone aveva intentato il più grande processo contro la mafia mai esistito in Italia. Sono stati due martiri della lotta alla mafia e sono anche due dei principali attori ai quali noi dobbiamo gran parte di quello che sappiamo nella lotta contro il crimine organizzato, sono stati loro ad averci insegnato quanto fosse importante combattere la mafia, combattere il crimine organizzato, anche lavorando fuori dai propri confini nazionali, con organizzazioni criminali che erano sempre più potenti e che non riguardavano più solamente le nostre società”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo al vertice Ue-Celac a Bruxelles.

“E’ la ragione – ha aggiunto – per la quale 23 anni fa le Nazioni unite hanno, proprio a Palermo nella città di Falcone e Borsellino, avviato quella che noi conosciamo come convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale e credo che questo sia un altro elemento fondamentale della nostra cooperazione, qualcosa su cui possiamo continuare a lavorare insieme perché l’Italia è riconosciuta per essere una delle Nazioni che hanno il know how maggiore, ma i risultati migliori in questa cooperazione li abbiamo ottenuti proprio con i partner dell’America Latina”.

Ucraina, Meloni: non confondere pace con invasione

Ucraina, Meloni: non confondere pace con invasioneRoma, 18 lug. (askanews) – “Ho sentito qui diversi parlare di pace. Penso però che dobbiamo dare alle parole il giusto significato che hanno: la parola pace non può essere confusa con la parola invasione perché pace e invasione sono due concetti molto diversi, su questo bisogna essere franchi”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo al vertice Ue-Celac a Bruxelles.

“E se qualcuno – ha aggiunto – ritiene di poter confondere queste due parole non si rende conto che un mondo nel quale non dovesse più esistere il diritto internazionale, un mondo nel quale chi è militarmente più forte può liberamente invadere il suo vicino non sarà mai un mondo di pace. Sarà semplicemente un mondo nel quale vige la legge del più forte, questo può convenire a chi è forte per carità ma decisamente non conviene a tutti gli altri. Sarebbero le Nazioni più esposte a essere in pericolo e quindi io credo non solo, come ha detto Christianis, che la guerra in Ucraina sia una nuova guerra coloniale ma credo anche che sia una guerra fatta contro i più deboli e lo vediamo anche con il mancato rinnovo dell’accordo sul grano che è sempre volontà della Russia, segnale chiaro sul quale credo che tutti debbano interrogarsi perché usare la materia prima che sfama il mondo come un’arma è un’offesa nei confronti dell’umanità. Eppure colleghi seppure noi siamo in una crisi sappiamo anche che le crisi sono un’occasione, ce lo insegna Papa Francesco, un discendente di emigrati italiani in Argentina che oggi guida la Chiesa Cattolica, perché le crisi ci impongono di scegliere”, ha concluso.

Ciclismo, capolavoro Vingegaard al Tour: vince crono e va a +1’48″

Ciclismo, capolavoro Vingegaard al Tour: vince crono e va a +1’48″Roma, 18 lug. (askanews) – Capolavoro Vingegaard al Tour de France. Il danese della Jumbo Visma ha vinto la 16/a tappa del Tour de France, una cronometro di 22,4 chilometri da Passy a Combloux, con arrivo in salita. Un successo che vale tantissimo in chiave Tour de France considerato il distacco inflitto al suo rivale, lo sloveno Tadej Pogacar che ha chiuso a 1’38” dalla maglia gialla dalla quale lamenta ora un ritardo di 1’48” considerando i 10″ con i quali si presentava alla vigilia di questa tappa.

Vingegaard ha chiuso in 32’36” contro i 34’14” di Pogacar. Una prova di forza, quella del danese, impressionante. La maglia gialla è stata in testa dal primo metro della crono: 16 secondi di vantaggio su Pogacar dopo 7,1 km, 31 dopo 16,1, addirittura 1’05” in vetta alla Côte de Domancy. Il cambio di bcicletta, peraltro perfettamente eseguito da Poga?ar, non ha sortito il risultato atteso. Lo sloveno ha inflitto distacchi importanti a tutti gli avversari, ma nulla ha potuto contro Vingegaard che nel finale è riuscito anche a vedere il suo avversario davanti a sé. Alla fine 32’26” il tempo di Vingegaard alla media di 41.439 km/h: una prestazione pazzesca. Bene Giulio Ciccone che si è concentrato esclusivamente sulla Côte de Domancy, ha fatto segnare il miglior tempo e ha conquistato i punti in palio per il Gpm. La maglia a pois resta sulle sue spalle e da domani l’abruzzese dovrà andare a caccia di punti importanti. In ottica podio finale, invece, Adam Yates sale sul terzo gradino virtuale, rifilando 24″ a Carlos Rodriguez. Domani 17esima tappa, Saint gervais mont blanc-courchevel. Si parte col Col des Saisies (13,4 km al 5,1%), poi Cormet de Roselend (19,9 km al 6%), Côte de Longefoy (6,6 km al 7,5%) e Col de la Loze a 2304 metri di altitudine: 28,1 km al 6%, con punte al 24%. L’arrivo di tappa, però, non è posto in salita e ci saranno altri 6,6 km da affrontare per arrivare al traguardo di Courchevel.

La quarta ed. del Gibellina Photoroad 2023 al via dal 28 luglio

La quarta ed. del Gibellina Photoroad 2023 al via dal 28 luglioRoma, 18 lug. (askanews) – Il paesaggio del pensiero, Gibellina 1980/1981/1982 la mostra di Mimmo Jodice diffusa tra il Mac Gibellina, Museo d’Arte Contemporanea ‘Ludovico Corrao’ e gli spazi esterni di Gibellina (Trapani). È con questo evento che si apre venerdì 28 luglio alle ore 11 al Mac, Gibellina Photoroad, la quarta edizione del festival di fotografia e arti visive open air e site-specific che si svolgerà nella cittadina del Belìce fino al 30 settembre, con installazioni fotografiche di grande formato, mostre outdoor, opere site-specific, video mapping, talk e visite guidate.

Organizzato dall’Associazione culturale On Image con la direzione artistica di Arianna Catania, e promosso da Comune di Gibellina e Fondazione Orestiadi, Gibellina Photoroad presenta 34 mostre, invitando quest’anno 49 artisti provenienti da 11 Paesi europei e extraeuropei che hanno accettato la sfida di progettare nuovi allestimenti, pensati per interagire con il tessuto urbano: dai maestri della storia della fotografia come Mimmo Jodice, a reporter come il fotografo Magnum Jonas Bendiksen e il vincitore di 10 World Press Photo Francesco Zizola, fino alle sperimentazioni dell””alchimista dell’immagine”, il giapponese Kensuke Koike, e l’artista olandese Sjoerd Knibbeler solo per citarne alcuni. Gibellina Photoroad offre uno spaccato ampio e variegato della fotografia internazionale e un osservatorio privilegiato sul mondo contemporaneo, attraverso immagini che interpretano il tema di questa quarta edizione: le “alterazioni”, ovvero lo spazio che si determina nella relazione dialettica tra genio creativo e forme precostituite, tra individuo e strutture sociali, la fotografia è dalla sua nascita un campo in cui questo conflitto si esprime alla sua massima potenza. Arte che nasce dalla tecnica, ideologicamente costretta, in qualche modo, a una positivistica aderenza alla realtà, essa in realtà non solo interpreta il mondo, ma lo modifica, lo trasforma, lo altera. Spiega la direttrice Arianna Catania.

Questa edizione del festival omaggia la fotografia come arte di sperimentazione estremamente intrigante che dialoga con altre arti per violarne le regole ed elaborare linguaggi indipendenti aperti a innumerevoli letture. Fin dalle prime sperimentazioni analogiche a quelle digitali, dal collodio umido all’intelligenza artificiale, dalla pellicola alla realtà aumentata. Da sempre centrale per Gibellina Photoroad è il sostegno all’arte emergente e alla nuove produzioni artistiche. E anche quest’anno il festival continua in questa mission, con il progetto “Imaginarium: nuove produzioni e sperimentazioni nella fotografia italiana contemporanea”; vincitore dell’avviso pubblico ‘Strategia Fotografia 2022’ della DGCC – Direzione generale creatività contemporanea del Ministero della Cultura – promosso da On Image in partnership con Comune di Favignana, Comune di Gibellina, Fondazione Orestiadi, MAXXI-Museo nazionale delle arti del XXI secolo, festival Planches Contact (Francia), festival Format Festival (Regno Unito), Visual Impact, Miarté.

Imaginarium, ha coinvolto i fotografi italiani Alessandra Calò, Nicolò Degiorgis, Giorgio Di Noto e Valentina Vannicola in una residenza artistica a Favignana per la produzione di nuove opere fotografiche che saranno esposte al festival e poi donate e allestite a partire dal 6 ottobre negli spazi dell’Ex Tonnara di Favignana, entrando a far parte della collezione fotografica dell’Ex Stabilimento Florio. E con le call, tra le quali Fotografia Spazio Aperto in collaborazione con Triennale Milano, che ha visto vincitori il fotografo Luca Massaro e l’architetto Anna Merci per la produzione di una monumentale installazione site specific per il Sistema delle Piazze progettato da Franco Purini e Laura Thermes che sarà presentata il 28 luglio, alla presenza di Purini e Thermes, e di Lorenza Bravetta e Nina Bassoli, della Triennale Milano.

Con la Call for an open air installation, fin dalla sua prima edizione Gibellina Photoroad premia un progetto di installazione capace di immergersi nelle architetture di Gibellina ed esaltarle. Il premio, assegnato da una giuria di alta qualità, è proprio la realizzazione dell’installazione durante il festival. Quest’anno il premio è stato vinto dall’artista polacca Marta Bogdanska, che al Municipio realizzerà l’installazione Shifters, progetto artistico con materiale d’archivio relativo alla storia dell’uso degli animali da parte di militari occidentali, agenzie di intelligence, Croce Rossa e forze di polizia. La Call for Projects è un concorso lanciato da Gibellina Photoroad aperto a tutti i fotografi che, come primo premio mette in palio una residenza artistica a Gibellina, per realizzare un progetto destinato a essere esposto nell’edizione 2025 del festival. A vincere la call del 2023 è stata Héléne Bellenger, artista francese, col progetto Bianco Ordinario. I 15 migliori progetti saranno prodotti ed esposti in una collettiva, presso la collezione Fotografia della Fondazione Orestiadi, durante l’edizione del 2025. Quest’anno alla Fondazione Orestiadi i vincitori delle Call 2021. LE MOSTRE Come da tradizione anche quest’anno il festival si “diffonde” per tutta la città, tra i suoi edifici e le sue monumentali piazze: Piazza Beuys, Teatro di Consagra, Palazzo di Lorenzo, Municipio, Chiesa Madre, Sistema delle Piazze, Fondazione Orestiadi, Orto Botanico, Labirinto, Giardino Segreto, Cresm. E il MAC – Museo d’Arte Contemporanea Ludovico Corrao, che ospiterà l’importante mostra di Mimmo Jodice Il paesaggio del pensiero, Gibellina 1980/1981/1982, esponendo per la prima volta a Gibellina un corpus di 29 fotografie in stampa vintage dedicate alla New town in costruzione, in cui Jodice introduce sapientemente i primi segni dell’arrivo dell’uomo, per guardare a quella città come ad un laboratorio in movimento, fonte di ispirazione per la sua ricerca che si stava in quel momento sviluppando verso l’esplorazione del paesaggio inteso come spazio meditativo. Quattro opere di questa serie saranno installate in grande formato nelle vie della città, nel punto esatto in cui furono scattate negli anni 80, con l’effetto di creare un corto circuito tra passato e presente. Tra le architetture visionarie della città, ciascuno degli artisti di Gibellina Photoroad 2023 “occuperà” lo spazio urbano, restituendo con immagini potenti, la propria interpretazione del tema delle alterazioni che è inevitabilmente influenzata dal nostro presente e dalle urgenze del mondo contemporaneo: ambiente, migrazioni, nuove tecnologie. Se l’ascesa delle tecnologie digitali apre strade di sperimentazione senza precedenti, non v’è dubbio che al tempo stesso crei evidenti alterazioni della realtà, ponendo questioni etiche e sociali che Gibellina Photoroad 2023 indaga attraverso lo sguardo di alcuni tra i più interessanti artisti di quest’edizione: Catherine Leutenegger, artista visiva e fotografa svizzera pluripremiata, che in New Artificiality, in mostra in Piazza Beuys, racconta le “alterazioni” prodotte dalla stampa 3D, dimostrando così come il confine tra reale e virtuale sia diventato sempre più labile in un mondo post-digitale e iper-capitalista. Sull’ecologia, la natura e le arti generative si concentra Entangled Others lo studio condiviso delle artiste Feileacan McCormick e Sofia Crespo, interessato alla produzione di nuove forme “more thanhumans”, di presenza e vita nello spazio digitale. Nel loro lavoro An upwelling in mostra alla Fondazione Orestiadi, gli artisti si “immergono” svelando alcuni dettagli di una lunga e ossessiva ricerca negli “altri digitali” che potrebbero popolare le acque mutevoli, ancora non conosciute. Il progresso tecnologico, dal punto di vista della spinta umana all’esplorazione e all’invenzione è anche alla base della ricerca di Sjoerd Knibbeler (Amsterdam, 1981), fotografo olandese Grand Prix Photographie a Hyères (FR) 2015. Nella mostra Ground Control riunisce per la prima volta due sue opere correlate: Paper Planes (2015), sugli aerei militari ‘falliti’ che non sono mai andati oltre il tavolo da disegno, che l’artista ricrea come modelli di carta e origami, basandosi su disegni di progetti storici, per continuare a farle volare per il mondo sotto forma di idee e dati virtuali. E Lunacy, dedicato alla luna, la destinazione prescelta, oggetto di sogni, leggende, film, letteratura, ricerca scientifica, corsa allo spazio e venture capital. Per questa serie, l’artista crea modelli in scala di navicelle spaziali in legno e li fotografa al chiaro di luna in uno studio all’aperto. Tra i lavori in mostra in quest’edizione di Gibellina Photoroad 23 sono molte le denunce sulle questioni ambientali, come There’s no calm after the storm di Matteo De Mayda, sulla terribile tempesta Vaia che nel 2018 ha squassato Trentino e Bellunese, devastato circa 42.500 ettari di foreste e creando un danno economico di quasi tre miliardi di euro; e Mare Omnis, di Francesco Zizola, in cui il pluripremiato fotografo si concentra sull’ecosistema marino attraverso il racconto della relazione dell’uomo con il mare, documentando in maniera antropologica la vita vissuta in mare attraverso forme di pesca ancora manuali, locali, sostenibili, secondo tradizioni centenarie. Ma il mare è anche lo scenario dei terribili naufragi, tra cui quello del 3 ottobre 2013 – una delle più gravi catastrofi marittime nel Mediterraneo dall’inizio del XXI – con 368 morti accertati e circa 20 dispersi presunti, che ha spinto Matteo Delbò a imbarcarsi per 8 lunghi mesi sulla nave Libra, seguendo l’ultimo viaggio dell’operazione umanitaria nel suo reportage Primo Sonno. Il tema delle migrazioni apre la strada a una riflessione sul concetto di ‘nazione’ e di ‘possesso’, spingendoci a riconsiderare il nostro rapporto con gli altri esseri e con il territorio. Su questa scia a Gibellina Photoroad 23, Rubén Martín de Lucas (Spagna, 1977) presenta due opere del suo progetto concettuale Stupid Borders: Minimal Republics, un insieme di ‘microstati’ il cui limite risponde a un criterio artificiale, la geometria, ha una superficie costante, 100 m2, una durata che non supera mai le 24 ore e un unico abitante, l’artista stesso. Gibellina Photoroad 23 indaga il rapporto uomo-natura anche da una prospettiva “ribaltata”, attraverso, per esempio, il lavoro di Mishka Henner (Belgio, 1976), artista visivo – le cui opere sono state esposte al Museum of Modern Art, al Metropolitan Museum of Art di New York, al Centre Pompidou di Parigi e al Centre Pompidou di Metz, al Victoria & Albert Museum di Londra, solo per citarne alcuni – affascinato dalla perdita di controllo dell’uomo verso la natura che documenta in Scopes; una seria di cinque filmati che raccolgono il materiale tratto da telecamere cadute, gettate o lasciate deliberatamente dai proprietari vicino agli animali che mostrano un contrappunto piuttosto scioccante rispetto all’idea prevalente che la nostra specie regni sovrana. Il racconto di Gibellina Photoroad 23 sulle relazioni non si esaurisce nella ricerca sulla natura, ma si estende anche alle relazioni umane con il lavoro di Ieva Stankuté (Lituania, 1996) About the belly button in mostra al centro sociale. Un progetto-libro sulla maternità di cui l’artista ne racconta, attraverso i colori, le gioie, i dolori, la fatica e le difficoltà, per smantellare il luogo comune della “mamma perfetta”, dimostrando come invece la perfezione stia nella verità del “multicolor”. La figura umana è centrale anche nei lavori di Charles Fréger (Francia, 1975) che da oltre vent’anni attraversa l’Europa da Nord a Sud alla ricerca della “figura del selvaggio” così come sopravvive nelle tradizioni popolari locali, e la racconta in Wilder Mann in mostra all’Orto Botanico. Le alterazioni di Gibellina Photoroad 23 ricorrono anche nell’opera di quegli artisti che lavorano sulla combinazione e sulla manipolazione delle immagini, primo fra tutti “l’alchimista dell’immagine” Kensuke Koike (Nagoya, Giappone, 1980) che in Fragmented Identity, a Palazzo Di Lorenzo, presenta opere d’arte tridimensionali composte da varie componenti, da pezzi di volti umani; opere interattive che esplorano il concetto di identità incoraggiando gli spettatori a testare la propria creatività e suscitando una riflessione sul ruolo della tecnologia nell’arte e su come gli strumenti digitali possano essere utilizzati per creare nuove forme di esperienze coinvolgenti. Tra le alterazioni più attuali della nostra società ci sono senza dubbio le fake news, pseudo notizie e false notizie che con rapidità si diffondono sul web. Jonas Bendiksen (Norvegia, 1977) le affronta in The Book of Veles: il racconto del caso della città di Veles, nella Macedonia settentrionale, salita alla ribalta mondiale come epicentro della produzione di fake news durante le elezioni americane del 2016, e diventato un libro fotografico ampiamente lodato dalla comunità della fotografia documentaria. Fino a quando lo stesso Bendiksen non ha rivelato che si trattava di qualcosa di molto diverso da ciò che sembrava essere. The Book of Veles è una provocazione, un esperimento per vedere dove la tecnologia potrebbe portare la fotografia nell’immediato futuro. L’OPENING Nelle tre giornate di opening (28-30 luglio) l’intera città di Gibellina si popola di artisti, curatori, appassionati provenienti da tutto il mondo, in un clima di condivisione a partecipazione, che coinvolge direttamente anche i cittadini. Il programma prevede un calendario ricco di incontri, con esponenti di primo piano della fotografia italiana e internazionale e numerose visite guidate con gli artisti. Si comincia il 28 luglio alle 11.00, con l’inaugurazione della mostra di Mimmo Jodice “Il paesaggio del pensiero, Gibellina 1980/1981/1982” presso il Mac (Museo di arte contemporanea) di Gibellina. Alle 17.30 a Palazzo di Lorenzo, si svolgeranno i saluti istituzionali con Salvatore Sutera (Sindaco di Gibellina), Elvira Amata (Assessore Turismo, sport e spettacolo Regione Sicilia), Calogero Pumilia (Presidente Fondazione Orestiadi), Matteo Fontana (Assessore turismo comune di Gibellina), Lorenza Bravetta (Curatrice Fotografia, cinema e new media Triennale Milano), Alessandro La Grassa (Presidente Cresm), Rosario Di Maria (Presidente Tenute Orestiadi) e Arianna Catania (Direttrice festival Gibellina Photoroad). Alle 19.00, al Sistema delle Piazze, si svolgerà l’Incontro pubblico ‘Fotografia Spazio Aperto’: un dialogo tra architettura e fotografia, con Franco Purini e Laura Thermes (Architetti), Nina Bassoli (Curatrice Architettura, rigenerazione urbana, città Triennale Milano), Lorenza Bravetta (Curatrice Fotografia, cinema e new media Triennale Milano), Luca Massaro (Fotografo), Anna Merci (Architetto), Enzo Fiammetta (Direttore Museo delle Trame Mediterranee), e Arianna Catania (Direttrice festival Gibellina Photoroad). Il 29 luglio, alla Sala Agorà alle 19.00 si svolgerà l’incontro/Seminario ‘Imaginarium: nuove produzioni e sperimentazioni nella fotografia italiana contemporanea” con gli artisti Alessandra Calò, Nicolò Degiorgis, Giorgio Di Noto, Valentina Vannicola e con Simona Antonacci (MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo), Louise Fedotov Clements (Format Festival), Enzo Fiammetta (Museo delle Trame Mediterranee/Fondazione Orestiadi), Laura Serani (Festival Planches Contact), Marco Scarpinato (Comune di Favignana). Dalle 22.45 fino a mezzanotte si svolgerà il suggestivo videomapping, nell’abside sferica della Chiesa madre di Gibellina, progettata da Ludovico Quaroni con i progetti visionari di Mishka Henner e Priscilla Pallante. Il 30 luglio, alle ore 11.00, presso il Baglio di Stefano, sede della Fondazione Orestiadi, si svolgerà l’incontro pubblico “Mare Omnis: editoria e fotografia” con Francesco Zizola e Nicolò Degiorgis. E le visite guidate con hli artisti. Infine alle 17.30 presso il MAC-Museo d’arte contemporanea “Ludovico Corrao”, si svolgerà l’incontro “Esperienze di formazione a confronto: Accademia Palermo e Made Program (Accademia Siracusa)”. LA STORIA DI GIBELLINA PHOTOROAD Sin dalla sua prima edizione nel 2016, il festival ha portato in Sicilia artisti e fotografi noti a livello internazionale tra i quali Olivo Barbieri, Mario Cresci, Bruce Gilden, Mustafa Sabbagh, Alterazioni Video, Tobias Zielony, Taiyo Onorato & Nico Krebs, Valérie Jouve, solo per citarne alcuni, le cui testimonianze rimangono oggi nelle installazioni visionarie che dialogano con la città, come ad esempio la grande opera permanente Gibellina Selfie di Joan Fontcuberta, e Andata e Ritorno di Moira Ricci nello storico Palazzo di Lorenzo, e nelle opere facenti parte della Collezione permanente di fotografia della Fondazione Orestiadi inaugurata nel 2021. Nelle passate edizioni il festival ha presentato il lavoro di 120 artisti in 90 esposizioni site-specific.

Sul salario minimo muro contro muro maggioranza-opposizione. Voto slitta

Sul salario minimo muro contro muro maggioranza-opposizione. Voto slittaRoma, 18 lug. (askanews) – E’ muro contro muro tra maggioranza e opposizioni sul salario minimo ed è slittato il voto in commissione Lavoro della Camera, anche sull’emendamento firmato dall’intero centrodestra che punta a far scomparire dal tavolo la proposta che lo introduce per legge con una soppressione tout court del testo. La seduta riprenderà mercoledì, si annuncia infuocata e non è escluso che si affaccino i leader.

Sul salario minimo, i partiti di minoranza hanno trovato una certa convergenza, non così scontata di questi tempi, e tentano di tenere alta l’attenzione, facendo notare inoltre quanto la situazione stia mettendo sempre più in difficoltà le ‘tasche’ delle famiglie degli italiani. Durante la seduta sono intervenuti in massa i deputati di Pd, M5S, Azione e Avs. Il presidente della commissione, Walter Rizzetto (Fdi), ha tenuto a sottolineare che aveva “calendarizzato tra martedì e mercoledì sia il voto che le discussioni sul complesso degli emendamenti. Se legittimamente le opposizioni vogliono portare a domani la discussione sul complesso degli emendamenti, tranquillamente la presidenza lo concede”, ma ha chiarito che il voto non slitterà ulteriormente: “Dobbiamo istruire per andare in Aula entro il 28. Cercheremo, compatibilmente con gli spazi che ognuno vuole prendersi, di votare entro questa settimana”.

La responsabile lavoro Dem Maria Cecilia Guerra, che interverrà in commissione mercoledì, ha replicato a chi lancia l’accusa di ostruzionismo: “Ci stiamo avvalendo di tutte le possibilità offerte dal regolamento e interveniamo nel merito, da parte nostra non c’è alcun atteggiamento pretestuoso. Il problema è che loro rifiutano il dibattito. Abbiamo incardinato la Pdl a marzo, abbiamo fatto decine di audizioni, lavorato su un testo base su cui il centrodestra non ha avanzato alcuna proposta e ora vogliono cancellare il testo base con un emendamento. Quello che vogliamo è che resti aperta la discussione in commissione e in aula e che venga evitata una bocciatura liquidatoria sul salario minimo. La maggioranza ha paura di questo argomento”, rileva Guerra. Botta e risposta anche sulla copertura del provvedimento. A Rizzetto che paventa il ‘no’ della commissione Bilancio perché la pdl sarebbe carente sul fronte delle risorse, Guerra e il capogruppo Dem in commissione Arturo Scotto rispondono che il testo prevede che sia la legge di Bilancio a individuare le coperture.

Da Bruxelles, dove si sta tenendo il vertice Ue-Celac, la segretaria Dem Elly Schlein avverte che il Pd non mollerà: “Abbiamo parlato di salario minimo, di alzare i salari delle persone, di aumentare il potere d’acquisto rispetto a un’inflazione alzata anche per effetto della guerra” e “Giorgia Meloni non può voltare la faccia dall’altra parte. Noi continueremo a batterci, non molleremo di un centimetro su questa importante proposta”. “Tajani – sottolinea su twitter il presidente M5S Giuseppe Conte – dice che non serve un salario minimo, ma un ‘salario ricco’. Ricco per chi? Per politici, parlamentari ed ex parlamentari, a cui hanno ripristinato tutti i vitalizi? A Tajani e Forza Italia lasciamo le battaglie per i soliti privilegiati, noi continueremo a lottare per quasi 4 milioni di lavoratori che non arrivano a guadagnare neanche 9 euro l’ora. Meritano rispetto e dignità”.

Il leader di Azione Carlo Calenda taccia il ministro degli Esteri Antonio Tajani di “grave ignoranza” quando dice che il salario minimo ‘non serve, non siamo in unione sovietica’: “ha detto un’imbecillità e sorprende che un ministro degli Esteri non conosca fatti fondamentali tipo che il salario minimo c’è in tutti i Paesi del G7, europei e occidentali. Secondo quanto si apprende, la seduta di mercoledì, calendarizzata alle 12, potrebbe slittare al pomeriggio, all’ordine del giorno c’è anche un ufficio di presidenza sul timing dei lavori dove continuerà il braccio di ferro.

Zaki condannato, Meloni: ancora fiducia in soluzione. Schlein: Tajani riferisca

Zaki condannato, Meloni: ancora fiducia in soluzione. Schlein: Tajani riferiscaRoma, 18 lug. (askanews) – “Il nostro impegno per una soluzione positiva del caso di Patrick Zaki non è mai cessato, continua, abbiamo ancora fiducia”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

“Patrick Zaki è stato condannato a tre anni di reclusione in Egitto, vederlo portare via in tribunale pesa come un macigno, non ci sono parole per questa gravissima ingiustizia”. Lo ha affermato, dal canto suo, la segretaria del Pd Elly Schlein, in una nota. “Siamo di fronte a un verdetto scandaloso: ora serve la mobilitazione di tutte e tutti per riaffermare le ragioni del diritto e chiederne la liberazione. Il governo italiano batta ufficialmente un colpo: il ministro Tajani venga a riferire alle Camere”, chiede la leader dem.