Generali, La Repubblica: Delfin autorizzata a salire sopra il 10%Roma, 3 lug. (askanews) – “Assalto a Generali”, titola a tutta pagina La Repubblica, secondo cui la holding finanziaria della famiglia Del Vecchio è stata autorizzata dall’Ivass a salire oltre il 10% del capitale del gruppo. “Si riapre la sfida per il controllo per della compagnia – dice il quotidiano -. L’operazione può influire sul rinnovo del Cda di Mediobanca, dove ci sono anche movimenti di Caltagirone e Benetton”.
Secondo le ricostruzioni del quotidiano l’autorizzazione dell’Ivass sarebbe stata concessa venerdì scorso, mentre la richiesta “era stata presentata senza squilli di tromba” già il 17 aprile perché Delfin, che aveva già il 9,8% del capitale “aveva involontariamente superato la soglia del 10% per il effetto del riacquisto di azioni proprie da parte della compagnia triestina”. Il quotidiano ipotizza che la holding possa portare la sua quota su Generali fino al 20%.
Meloni: sui migranti Ue ha cambiato passo. Pnrr, basta tafazzismoRoma, 3 lug. (askanews) – Sul Corriere della Sera intervista a tutto campo al presidente del Consiglio Giorgia Meloni: l’Unione Europea “ha cambiato passo” sui migranti, sostiene il premier, che affronta anche i principali temi dell’agenda politica, dall’attuazione del Pnrr (“basta tafazzismo, siamo vicinissimi all’obiettivo”) al Mes (“accelerare sulla ratifica è contro l’interesse nazionale”); dal salario minimo al progetto di un centrodestra unito per le Europee; dal caso Santanchè (“non sono preoccupata, sta lavorando bene”) alle accuse di Elly Schlein di legare l’Italia ad “amici sbagliati” a livello internazionale.
UE, MIGRANTI E VISEGRAD – Sui migranti, per il premier l’Unione Europea ha fatto un “totale cambio di passo: investire sulla stabilità del Nord Africa e prevenire le partenze è un primario interesse italiano e finalmente una priorità europea. Sulla dimensione esterna siamo tutti d’accordo. Sulla dimensione interna, no. Ma è normale, perché su un tema così divisivo è difficile trovare regole che vadano bene per tutti. Mi auguro ci siano margini per avvicinare le posizioni”. “La posizione di Polonia e Ungheria sul Patto migrazione non cambia nulla nei nostri rapporti”, precisa.
“PNRR: BASTA TAFAZZISMO” – Sul Pnrr Meloni si dice “assolutamente” ottimista che l’Italia centrerà i propri obiettivi, “soprattutto se smettiamo di fare allarmismo su una questione strategica per la nazione intera e che, nella migliore tradizione dei Tafazzi d’Italia, viene strumentalizzata per attaccare il governo”. “MES: NON ACCELERARE LA RATIFICA” – Meloni ritiene poi essere “contrario all’interesse nazionale accelerare la ratifica del trattato di riforma del Mes mentre il governo è impegnato nel negoziato decisivo per la modifica del Patto di stabilità e il completamento dell’Unione bancaria. Se abbiamo presentato una questione sospensiva alla richiesta delle opposizioni di ratifica immediata è perché questi strumenti vanno visti insieme. Chi oggi chiede la ratifica non sta facendo l’interesse italiano”.
“SANTANCHE’ LAVORA BENE, TRASPARENZA” – Il presidente del Consiglio si dice “Non preoccupata” per la vicenda che interessa Daniela Santanché: il ministro del Turismo “sta lavorando molto bene e i risultati lo dimostrano. Ha deciso di riferire in Aula per spiegare al meglio la sua posizione. Una scelta di trasparenza e serietà che non era scontata e dimostra la sua buonafede”. “SCHLEIN? C’È CHI ANCORA CHI NON CONDANNA I REGIMI” – Nell’intervista Meloni torna poi sulle affermazioni di Elly Schlein che ha accusato la premier di isolare l’Italia in Europa e di legarsi ad “amici sbagliati” a livello internazionale: “Sulle ‘amicizie sbagliate’ a livello internazionale mi permetta di non infierire su chi ancora oggi è reticente nel condannare regimi come quelli di Cuba e Venezuela. Chi è in buona fede può constatare quanto l’Italia oggi sia centrale e rispettata nei consessi internazionali. Con buona pace delle cassandre, che speravano nell’isolamento”.
“IL SALARIO MINIMO PER LEGGE NON CONVINCE” – “Non sono convinta che al salario minimo si possa arrivare per legge e l’approccio del governo va nella direzione di favorire una contrattazione collettiva sempre più virtuosa, investire sul welfare aziendale, agire su agevolazioni fiscali e contributive, stimolare i rinnovi contrattuali. Il tavolo con le parti sociali è sempre aperto e noi ci confrontiamo con tutti, senza preclusioni”. “CENTRODESTRA EUROPEO UNITO: NON CI SONO TRATTATIVE” – Sulla proposta di un un patto per un centrodestra europeo senza i socialisti, conclude Meloni, “non ci sono trattative in corso. Di certo cresce la consapevolezza che l’accordo innaturale tra popolari e socialisti non sia più adeguato alle sfide che l’Europa sta affrontando”.
La Selva vince a Siena il Palio della Madonna di ProvenzanoRoma, 2 lug. (askanews) – La contrada della Selva ha vinto il Palio di Siena dedicato alla Madonna di Provenzano. La 40esima vittoria nella storia della Selva è stata ottenuta dal cavallo Violenta da Clodia, una femmina baio di dieci anni, montato dal fantino Giovanni Atzeni – detto Tittia – che ha condotto davanti la carriera dall’inizio alla fine con dietro la Torre. Tittia (10 vittorie, 5 consecutive su 40 palii corsi) entra nella storia del Palio di Siena: il suo è il quinto palio vinto consecutivamente e il decimo in carriera.
Nel 2019 il fantino ha vinto con la Giraffa a luglio e con la Selva in agosto e nel 2022 (dopo lo stop di due anni per Covid) prima con il Drago e poi con il Leocorno. La Contrada della Selva ha così ottenuto il Drappellone dipinto per l’occasione dall’artista molisano Roberto Di Jullo. Quindicimila le persone in Piazza del Campo. Le Contrade partecipanti erano: Istrice, Drago, Torre, Chiocciola, Aquila, Giraffa, Selva, Onda, Nicchio e Tartuca. Le Contrade che non hanno partecipato all’appuntamento sono state, invece, Valdimontone, Pantera, Bruco, Leocorno, Lupa, Civetta e Oca.
F1, Gp Austria: vince Verstappen, Leclerc secondo e Sainz quartoRoma, 2 lug. (askanews) – Max Verstappen vince anche in Austria e allunga ancora nel Mondiale, ma la Ferrari c’è: Leclerc chiude 2°, sul podio anche l’altra Red Bull di Perez. Quarto Sainz, uno dei tanti piloti penalizzati di 5” per i track limits. Un Verstappen mostruoso. Il campione del mondo in carica è il primo pilota a conquistare nello stesso weekend pole, shootout, sprint e gara. A completare il fine settimana perfetto per il leader del campionato anche il punto addizionale per il giro veloce sul circuito di Zeltweg. 42esima vittoria in carriera per Verstappen, che stacca anche Ayrton Senna. Partito dalla pole con uno start aggressivo su Leclerc allo spegnimento del semaforo, l’olandese vola sul tracciato di casa della Red Bull. Leclerc prova ad attaccare Verstappen alla partenza ma si deve accodare con la sua Ferrari, Sainz mantiene il 3° posto mentre Hamilton supera Norris. Grazie al doppio pit-stop in regime di virtual safety car il monegasco si prende momentaneamente la testa della corsa. Il pilota Red Bull riesce però a riprendere il comando della corsa a metà gara sorpassando in pista Leclerc. Stupendo duello finale tra Perez e Sainz per il terzo posto che dopo una fantastica difesa ad oltranza dello spagnolo ha visto il messicano avere la meglio. Lo spagnolo ha sfiorato fino alla fine la top 3, sfumata anche a causa della penalizzazione per track limits. Completano la zona punti Norris, Alonso, Hamilton, Russell, Gasly e Stroll. Ritiro per Hulkenberg. Per Max Verstappen è la quinta vittoria al Red Bull Ring: “Penso che la cosa più importante per me sia stata ovviamente il primo giro per rimanere davanti in modo da poter fare la nostra gara – le parole del leader del mondiale al termine del Gp di Austria – Ovviamente abbiamo deciso di non rientrare nei box durante la virtual safety car e di seguire semplicemente la nostra normale strategia e penso che abbia funzionato molto bene. La vita delle gomme non era così lunga da queste parti e penso che i nostri stint siano stati perfetti, quindi è stata una giornata fantastica, mi sono divertito molto”.
Sul degrado delle gomme durante la gara, ha aggiunto: “Voglio dire, ho potuto vedere già qualche giro prima della virtual safety car che stavamo recuperando un bel distacco, quindi sapevo che alla fine l’avrei riavuto, semplicemente seguendo il nostro piano era il modo migliore per andare avanti”. Sulla sua leadership nel campionato del mondo, ha detto: “Non mi piace pensarci, mi sto solo godendo il momento in cui guido questa macchina, lavorando con il team, penso che per tutto il fine settimana abbiamo fatto davvero un buon lavoro, il fine settimana sprint è sempre molto frenetico e molte cose possono andare storte e fortunatamente molte cose sono andate bene per noi”.
Il Mondiale torna la prossima settimana a Silverstone.
Cinema, Giannini: Luchino Visconti mi assecondava in tuttoRoma, 2 lug. (askanews) – “Luchino Visconti mi assecondava in tutto”. Così Giancarlo Giannini intervistato a Potenza da Edoardo Sylos Labini, nel corso della seconda serata del Festival delle Città Identitarie, ideato e diretto da Sylos Labini per far conoscere le piccole città di provincia. “Il primo giorno che lavorammo insieme – ricorda Giannini – io ero intimidito perché sai, con Lina (Wertmuller, ndr) si lavorava in mezzo al casino, con lui non potevi fare nulla, non potevi neanche passare davanti la macchina da presa prima di girare, era sacra. Lui ha visto che io ero un po’ imbarazzato e ha capito, perché aveva visto i film di Lina e mi ha detto ‘c’è qualcosa che ti imbarazza? Sei abituato a lavorare nel casino? Beh, ragazzi – disse ai suoi – fate un po’ di casino!’”.
Giannini ha poi raccontato che Visconti “aveva un cuoco che gli faceva da mangiare, andavamo a mangiare insieme. La mattina Luchino mi chiedeva ‘che vuoi mangiare oggi?’ E io gli rispondevo ‘facciamo degli spaghettini al pomodoro buono e basilico?’ e siccome soffrivo un po’ di ipoglicemia, quella che ti viene fame improvvisamente, mentre si lavorava se vedeva che io mi affaticavo diceva ‘fermiamo tutto, facciamo degli spaghetti perché lui deve mangiare’. Dove lo trovi uno così?”.
Sgarbi al Maxxi, il presidente Giuli: chiedo scusa ai dipendenti. Via il sessismo dai luoghi della culturaRoma, 2 lug. (askanews) – “Mi sento di sottoscrivere completamente e convintamente le osservazioni di Sangiuliano: il turpiloquio e il sessismo non possono avere diritto di cittadinanza nel discorso pubblico e in particolare nei luoghi della cultura. Quindi a posteriori non c’è spazio per alcuna considerazione che ricalchi lo schema che abbiamo visto nell’inaugurazione dell’Estate al Maxxi”. Lo ha detto il presidente della Fondazione Maxxi, Alessandro Giuli, in una intervista al Tg1, prendendo le distanze da Vittorio Sgarbi.
“Non ho alcuna difficoltà a dirmi rammaricato e a chiedere scusa anche alle dipendenti e ai dipendenti del Maxxi con i quali fin dall’inizio ho condiviso questo disagio. Quindi sono scuse che il Maxxi fa a se stesso innanzitutto e a tutte le persone che si sono legittimamente sentite offese da una serata che nei presupposti doveva andare su un altro binario”, ha concluso Giuli.
Wimbledon, Berrettini: “A Wimbledon sono felice”Roma, 2 lug. (askanews) – “Ho voglia di sentire l’adrenalina, la tensione, la paura…”. Il torneo più importante della sua carriera, nel momento più complicato della sua vita da atleta. Matteo Berrettini prepara Wimbledon 2023 con la consapevolezza delle difficoltà che lo accompagneranno fin dal match d’esordio: “Sicuramente sono stato meglio di così – ha dichiarato nel corso della conferenza stampa come riporta Supertennis – , in passato sono arrivato alla vigilia di uno Slam con più fiducia e più set e match nelle gambe, sicuramente con sensazioni diverse”.
Le foto dei tennisti che hanno fatto la storia di questo torneo vestono tutte le pareti dell’All England Club, tra queste, quella che ci piace di più, ritrae lo sguardo emozionato di Matteo, finalista nel 2021: “In questi lunghi mesi di stop mi sono interrogato sulla cosa che amo fare di più e alla fine ho capito: è competere…. competere nei tornei più importanti, nei tornei più belli, quelli che mi danno maggiori emozioni. È per questo che sono qui nonostante io non sia al 100 % della condizione”. Gli infortuni che hanno caratterizzato la sua stagione gli hanno impedito di giocare i maggiori appuntamenti sul rosso e di mettere un solo match a referto sui prati verdi: “A Stoccarda non sono riuscito a divertirmi, non sono riuscito a performare – il riferimento è al primo turno disputato in Germania contro Sonego – . Sono tornato in campo dopo tanti mesi e volevo sentire di nuovo l’adrenalina… non l’ho fatto e mi è dispiaciuto”. Da Lorenzo a Lorenzo, Sonego sarà di nuovo sulla sua strada di Berrettini nel primo turno del torneo londinese: “Ovviamente giocare un derby non è mai semplice, in modo particolare con Lorenzo che considero il mio miglior amico sul tour. Ho tanta voglia di far bene e di vivere una partita come piace a me, che vinca o che perda. Purtroppo questi mesi mi hanno portato via molte emozioni e ho voglia di sentire l’adrenalina, la tensione, la paura… speriamo anche in una vittoria, certo, ma in questo momento non posso chiedere altro. Venire qui e dire ‘arriverò in fondo a Wimbledon’ sarebbe un errore, un obiettivo sbagliato in partenza. Adesso bisogna andare piano”.
In una edizione di Wimbledon caratterizzata da dubbi e punti interrogativi, Matteo Berrettini ha una sola grande certezza: non leggerà i commenti sui social. “Non li guardo più – spiega – e non solo per i commenti negativi ma anche per quelli positivi. Anche chi mi scrive cose positive poi alla frase successiva aggiunge ‘dai che quest’anno vinciamo Wimbledon’. E anche questo è sbagliato. Ho bisogno di proteggermi perché, anche se non ci pensi più di tanto, se una cosa ti viene ripetuta alla fine può entrare nella tua testa. Cerco di proteggermi e di concentrarmi su quello che mi ha fatto arrivare dove sono arrivato, vale a dire il lavoro duro, tenere la testa bassa, lottare e fidarmi del mio team, della mia famiglia e delle mie relazioni. Quella dei social è una realtà fittizia. E’ difficile gestire queste cose, lo faccio per stare meglio con me stesso”. E per ritrovare le emozioni perdute.
Sgarbi non si scusa: al Maxxi “goliardia”. Sangiuliano: turpiloquio e sessismo sono inammissibiliRoma, 2 lug. (askanews) – “Sono da sempre e categoricamente lontano da manifestazioni sessiste e dal turpiloquio, che giudico sempre e in ogni contesto inammissibili e ancor più in un luogo di cultura e da parte di chi rappresenta le Istituzioni. Il rispetto per le donne è una costante della mia vita. Per me essere conservatori significa avere una sostanza, uno stile e anche un’estetica di comportamento”, lo ha dichiarato il Ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano, che ha scritto una lettera al Presidente del Maxxi, Alessandro Giuli, per chiedere spiegazioni su quanto accaduto.
“La libertà di manifestazione del pensiero deve essere sempre massima e garantita a tutti, ma trova il suo limite nel rispetto delle persone – aggiunge – Anche le forme dell’espressione non devono mai ledere la dignità altrui. Le istituzioni culturali, e so che Alessandro Giuli è d’accordo con me, devono essere aperte e plurali ma lontane da ogni forma di volgarità. Chi le rappresenta deve mantenere un rigore più alto di altri”. Dal canto suo Vittorio Sgarbi non sembra intenzionato a fare passi indietro riguardo al suo intervento all’inaugurazione dell’estate al Maxxi: “Se mi dimetto? Non scherziamo. Anzi rivendico tutto quello che ho fatto e detto. Se dovessi accettare il ricatto di alcuni dipendenti del Maxxi staremmo freschi”: ha detto il sottosegretario alla Cultura, intervistato dal Corriere della Sera. Sono però 43 su 49 i dipendenti che hanno firmato una lettera in cui si chiedono chiarimenti al presidente del Maxxi Alessandro Giuli: “E come mai se ne vengono fuori dieci giorni dopo? Questa serata c’è stata dieci giorni fa: io rispondevo semplicemente ad alcune domande di Morgan, che conduceva la serata. Quindi le spiego dove sta realmente il motivo di tutto questo casino: siccome Giuli è di destra, questi signori radical chic ne hanno approfittato per strumentalizzare questa vicenda”. Però lei ha detto parolacce a profusione. Non si sente di chiedere scusa? “E a chi? Era uno spettacolo. C’era goliardia: ho fatto Amarcord, Amici miei… Allora censuriamo anche Mozart, Lorenzo Da Ponte, Lucio Battisti, Franco Califano… Anche alcune delle loro rispettive opere e canzoni sono piene di riferimenti sessuali e altro”. E ai partiti di opposizione che chiedono dimissioni, la reazione – in sintesi – non è delle più soft: “Si fot… pure loro”.
Resta da vedere se la netta presa di posizione del ministro sortisca qualche effetto sulla posizione del sottosegretario. Intanto, i 44 dipendenti del MAXXI “non ci stanno a veder strumentalizzato quello che era solo un passaggio nel dialogo interno tra Governance della Fondazione e una parte del personale e rendono nota la lettera del 28 giugno con cui già ribadivano la loro stima nella presidenza”, come si legge in un comunicato della stessa Fondazione. Ed ecco il testo della lettera: “Gentile Presidente, In aggiunta a quanto espresso nella nota del 22.06 relativamente alla serata inaugurale di Estate al MAXXI, ci teniamo a precisare che in nessun modo le nostre parole erano intese come atto di sfiducia nei confronti della Presidenza della Fondazione, piuttosto erano volte a consolidare il dialogo costruttivo e aperto. Nel rinnovarle la piena fiducia, cogliamo l’occasione per ringraziarla del confronto e del tempo che ci ha dedicato”.
Papa Francesco: il cristiano non crede a superstizioni, magia, carte e oroscopiRoma, 2 lug. (askanews) – “Il cristiano non crede alle superstizioni, come la magia, le carte, gli oroscopi o cose simili”: il Papa mette in guardia da magia e astrologia, durante la recita dell’Angelus in piazza San Pietro. “Tanti cristiani vanno a farsi leggere le mani, per favore…”, ha aggiunto il Papa prendendo spunto dal Vangelo di oggi (“Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta”), Francesco sottolinea: “Ma chi è il profeta? C’è chi lo immagina come una sorta di mago che predice il futuro; questa è un’idea superstiziosa”.
“Altri dipingono il profeta solo come un personaggio del passato – prosegue il Papa – esistito prima di Cristo per preannunciarne la venuta. Eppure Gesù stesso oggi parla del bisogno di accogliere i profeti; dunque essi esistono ancora, ma chi sono? Profeta, fratelli e sorelle, è ciascuno di noi: infatti, con il Battesimo tutti abbiamo ricevuto il dono e la missione della profezia. Profeta – sottolinea il Pontefice – è colui che, in forza del Battesimo, aiuta gli altri a leggere il presente sotto l’azione dello Spirito Santo, a comprendere i progetti di Dio e corrispondervi”. “In altre parole, è colui che indica agli altri Gesù, che lo testimonia, che aiuta a vivere l’oggi e a costruire il domani secondo i suoi disegni. Quindi tutti siamo profeti, testimoni di Gesù – conclude Bergoglio – perché ‘la forza del Vangelo risplenda nella vita quotidiana, familiare e sociale’”.
Mattarella ricorda le vittime della Battaglia del “Pastificio”: rispetto e ammirazioneRoma, 2 lug. (askanews) – “Nella ricorrenza del trentesimo anniversario della Battaglia del ‘Pastificio’, rivolgo un deferente pensiero alla memoria dei tre soldati italiani, parte di un contingente delle Nazioni Unite, che persero la vita in terra somala, per contribuire a ripristinare la pace in un Paese stremato da anni di guerra civile, di carestia e di pestilenze”: così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricordando il tragico scontro a fuoco verificatosi a Mogadiscio tra le truppe italiane e le milizie somale (noto anche come la battaglia del checkpoint Pasta).
“In quel 2 luglio 1993, nel corso di una operazione di ricerca di armi nascoste da miliziani, soldati di leva operarono fianco a fianco con le forze speciali in un ambiente complesso e ostile, affrontando un soverchiante avversario con grande coraggio, meritando la concessione di quattro Medaglie d’Oro al Valor Militare per meriti individuali. Nelle ore dei combattimenti si susseguirono innumerevoli atti di eroismo frutto di un alto senso dell’onore militare e del dovere, segnando una pagina di grande significato per il nostro Paese e l’intera Comunità internazionale. Agli uomini impegnati nell’operazione la Repubblica guarda con ammirazione e rispetto e il loro atto eroico rimane esempio per tutti coloro che servono in armi l’Italia. Con questi sentimenti, il Paese si stringe oggi ai familiari dei caduti e dei feriti con riconoscenza”.
Anche la premier Giorgia Meloni ha ricordato la battaglia: “Sono trascorsi trent’anni dalla tragica battaglia del ‘Checkpoint Pasta’ a Mogadiscio. Il 2 luglio 1993, miliziani somali attaccarono una colonna del contingente nazionale italiano impegnato nella missione condotta sotto egida ONU per garantire l’arrivo degli aiuti umanitari al popolo della Somalia, ridotto alla fame e alla sofferenza dalla lotta di potere tra fazioni tribali. Tre giovani e valorosi militari italiani – il Sottotenente Andrea Millevoi, il Sergente Maggiore Stefano Paolicchi e il Caporale Pasquale Baccaro – caddero vittime dell’attacco. Altri trentadue rimasero feriti, alcuni dei quali anche molto gravemente. Uno di loro, il Tenente Colonnello Gianfranco Paglia, perse l’uso delle gambe ma in questi anni non ha mai fatto venire meno il suo impegno per mantenere vivo il ricordo di quello che è successo e dei suoi commilitoni. Nel trentennale di quel tragico evento il Governo onora la memoria dei caduti e si stringe con affetto ai loro famigliari e ai loro cari. Oggi ribadiamo il nostro ringraziamento per tutti i militari che servono la Patria e le Istituzioni e tengono alto il Tricolore nel mondo, mettendo anche a rischio la propria vita nell’assolvimento del dovere e per contribuire a portare pace, sicurezza e stabilità negli scenari più complessi”.