Salario minimo, Conte: proposta opposizioni è messaggio al GovernoRoma, 30 giu. (askanews) – “Da anni il Movimento 5 stelle si batte per introdurre, anche in Italia, il salario minimo legale. Una misura di dignità, uno strumento per combattere sfruttamento e precarietà chiesto a gran voce anche dalle 20mila persone scese in piazza con noi a Roma per dire #BastaVitePrecarie”. Lo ha sottolineato il leader del M5S, Giuseppe Conte, in un post su Facebook.
“Questa battaglia – è questa la novità – non la combatteremo più da soli: dopo aver raggiunto un accordo con le altre forze di opposizione, nei prossimi giorni depositeremo alla Camera una proposta di legge unitaria che porterà la mia prima firma. Una proposta – ha spiegato l’ex presidente del Consiglio – che vuole dare piena attuazione al principio fissato all’art. 36 della nostra Carta costituzionale, secondo cui ogni lavoratore ha diritto a una retribuzione che garantisca a sé e alla propria famiglia un’esistenza libera e dignitosa. Vogliamo farlo dando più forza alla contrattazione collettiva e fissando una soglia minima di 9 euro lordi l’ora: la stessa inserita nei disegni di legge depositati in passato dal M5S”. “Questo però vuole essere anche un messaggio che mandiamo con chiarezza al Governo: in un Paese dove circa il 12% dei lavoratori è povero, è assurdo opporsi ad una misura di dignità che già esiste in quasi tutta Europa. Basta scuse e imbarazzanti ritrosie: da che parte sta il Governo? Dalla parte delle lavoratrici, dei lavoratori e della dignità oppure dalla parte dello sfruttamento e della precarietà?”, ha concluso Conte.
Biennale Teatro, il domani cieco di Romeo CastellucciVenezia, 30 giu. (askanews) – Una figura femminile tragica e imponente al centro del Salone d’onore della Misericordia a Venezia. Tiene in mano un lungo ramo che termina con una piccola scarpa. Gli occhi della donna sono bianchi, vuoti. Quando inizia a muoversi, spingendo in avanti il ramo, non c’è certezza nei suoi passi, solo una disperata sensazione di ricerca di qualcosa che non ci è in nessun modo dato sapere. Il pubblico, intorno, osserva e, a poco a poco, viene completamente assorbito dal micromondo dello spettacolo. Siamo alla 51esima Biennale Teatro e quello che stiamo vedendo è la performance “Domani” di Romeo Castellucci, interpretata da Ana Lucia Barbosa. Ma in realtà, dall’inizio dell’azione, siamo altrove, in un luogo che appare anche tempo (forse per colpa delle suggestioni del titolo), siamo nello spazio dell’opera teatrale, che Castellucci da sempre intende come totalità delle arti.
La donna avanza, incerta seppur risoluta, il suo tremito sembra una forma di percezione, che supera l’assenza della vista. Ma è un superamento mutilato, impreciso, drammatico. Il pensiero corre a Saramago, alla sua “Cecità”, romanzo sulla perdita collettiva della vista e sullo sprofondamento in un biancore terrificante, che lascia per le strade gruppi di umani che avanzano tenendosi le mani sulle spalle, come spettri. Intorno ai personaggi dello scrittore portoghese però c’era un mondo, c’era almeno una speranza di senso e di realtà che qui sembra mancare invece. Intorno alla donna, che a un certo punto inizia a singhiozzare e nel mentre si sfila una maschera, solo per rivelare al di sotto esattamente lo stesso volto. I pianti di realtà vanno in pezzi in quel gesto, il teatro prende radicalmente possesso del momento, lo fa completamente suo e la solitudine singhiozzante della donna – ma anche i singhiozzi sono imprecisi, smozzicati – diventa quella di ciascuno degli spettatori. “Domani” è una figura del tempo, notano i critici, e probabilmente hanno ragione. Ma quando la performer, cercando di andare oltre il luogo, comincia a colpire con la scarpa-tronco le pareti del salone, ecco che ogni colpo genera un suono primordiale, un’eco mostruosa e profonda, una sorta di esplosione (il suono è curato da Scott Gibbons) che potrebbe anche essere la voce di qualcuno che semplicemente dice “no”. Non ci sono altri spazi, non c’è via d’uscita. Anche la cecità, che la mitologia ha sempre associato alla preveggenza, qui è diventata inutile. Il domani, se mai davvero lo spettacolo si interrogasse su questo, è del tutto inconoscibile, anzi, ci è precluso nel fragore di quei tuoni sonori.
Non ci sono didascalie, non ci sono spiegazioni. Allora, dalla sala, il pensiero arriva a ricordare la cecità dell’umanità antropocentrica che ha devastato la natura, e che ora tenta mosse disperate, ma destinate solo ad amplificare il rumore che essa stessa aveva creato nella furia dello sviluppo. Non sappiamo se lo spettacolo voglia parlare anche di questo, ma forse non è importante. Forse come accade con le scosse telluriche quello che viene generato dalle onde d’urto emotive è lasciato alla sensazione di ciascuno. Forse i significati non esistono, esistono solo i gesti, lo spazio della performance, il potere segreto e magnetico delle forme d’arte. Queste sì, capaci di andare oltre la disperazione. Poi le assistenti dello spettacolo arrivano e invitano il pubblico a uscire. La performance è finita e con stupore ci si accorge che, fuori, c’è ancora una città chiamata Venezia e che eravamo soltanto a uno spettacolo della Biennale Teatro. Ma dentro di noi qualcosa, probabilmente, è cambiato.
Brozovic in Arabia: offerta al ribasso, Inter blocca trasferimentoRoma, 30 giu. (askanews) – Frenata Inter sulla cessione di Brozovic all’Al-Nassr. Se il centrocampista croato aveva sciolto tutti i dubbi e accettato la ricca proposta contrattuale messa sul piatto dal club saudita, la società nerazzurra si è irrigidita in quanto i sauditi hanno fatto una offerta al ribasso per il cartellino. A fronte di un accordo per 23 milioni di euro, l’Al-Nassr è sceso a 15 milioni, 13 più due di bonus. Un comportamento che ha ovviamente indispettito l’Inter che ha bloccato la trattativa per il trasferimento del calciatore. A complicare ancora di più il tutto, la richiesta di una buonuscita chiesta da Brozovic all’Inter.
Migranti, ondate di sbarchi e salvataggi: l’hotspot di Lampedusa è al collassoLampedusa, 30 giu. (askanews) – Sbarchi, salvataggi, dispersi in mare: situazione di emergenza a Lampedusa per l’ondata di arrivi che sta nuovamente travolgendo la quotidianità dell’isola. Dopo una giornata intensa, con quasi quaranta approdi, altre sette imbarcazioni sono state soccorse al largo dell’isola durante la notte.
A soccorrere barchini e gommoni, sui quali viaggiavano i migranti, sono state le motovedette della Guardia di finanza e della Capitaneria di porto I profughi salvati hanno raccontato ai soccorritori che c’erano dei dispersi e che si sono perse le tracce. L’hotspot di Contrada Imbriacola al momento è sotto pressione, oltre 2700 persone presenti. Proseguono nel frattempo i trasferimenti verso Porto Empedocle.
Le opposizioni unite sul salario minimo: depositeremo alla Camera una proposta unicaRoma, 30 giu. (askanews) – “La necessità di un intervento a garanzia dell’adeguatezza delle retribuzioni dei lavoratori, in particolare di quelli in condizione di povertà anche per colpa dell’inflazione, è un elemento qualificante dei nostri programmi elettorali. Per questo abbiamo lavorato a una proposta unica che depositeremo alla Camera nei prossimi giorni”. Lo affermano in una nota congiunta Giuseppe Conte (Movimento 5 Stelle), Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana), Matteo Richetti (Azione), Elly Schlein (Partito Democratico), Angelo Bonelli (Europa Verde) e Riccardo Magi (+Europa) “Vogliamo infatti sottolineare con forza – spiegano – la comune convinzione che è giunto il momento di dare piena attuazione all’articolo 36 della Costituzione che richiede che al lavoratore sia riconosciuta una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto e sufficiente a garantire un’esistenza libera e dignitosa per sé e per la propria famiglia. Per raggiungere questa finalità la nostra proposta prevede che: – al lavoratore di ogni settore economico sia riconosciuto un trattamento economico complessivo non inferiore a quello previsto dai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative, salvi restando i trattamenti di miglior favore; – a ulteriore garanzia del riconoscimento di una giusta retribuzione, venga comunque introdotta una soglia minima inderogabile di 9 euro all’ora, per tutelare in modo particolare i settori più fragili e poveri del mondo del lavoro, nei quali è più debole il potere contrattuale delle organizzazioni sindacali; – la giusta retribuzione così definita non riguardi solo i lavoratori subordinati, ma anche i rapporti di lavoro che presentino analoghe necessità di tutela nell’ambito della parasubordinazione e del lavoro autonomo; – conformemente anche a quanto previsto nella direttiva sul salario minimo, sia istituita una Commissione composta da rappresentanti istituzionali e delle parti sociali comparativamente più rappresentative che avrà come compito principale quello di aggiornare periodicamente il trattamento economico minimo orario; – sia disciplinata e quindi garantita l’effettività del diritto dei lavoratori a percepire un trattamento economico dignitoso; – sia riconosciuta per legge l’ultrattività dei contratti di lavoro scaduti o disdettati; – sia riconosciuto un periodo di tempo per adeguare i contratti alla nuova disciplina, e un beneficio economico a sostegno dei datori di lavoro per i quali questo adeguamento risulti più oneroso”.
La seconda giornata del Vertice Ue, Meloni media con Polonia e Ungheria per l’accordo sui migrantiBruxelles, 30 giu. (askanews) – Seconda giornata di lavori del Consiglio europeo a Bruxelles. Il summit è iniziato in ritardo rispetto al programma, che prevedeva l’avvio a partire dalle 9.30.
La riunione è stata preceduta da una serie di incontri: uno è quello dei leader di 10 Paesi, tra cui l’Italia, che in mattinata hanno avuto una colazione di lavoro per discutere di capacità di assorbimento rispetto a nuovi Stati membri. L’altro è il trilaterale avuto dalla premier Giorgia Meloni con il primo ministro della Polonia, Mateusz Morawiecki e il premier ungherese Viktor Orban, ovvero i leader dei due Paesi che stanno bloccando l’adozione delle conclusioni del Consiglio europeo sull’immigrazione. Durante il trilaterale, avvenuto nella sede della delegazione italiana presso il Consiglio europeo, la premier ha tentato di trovare un punto di mediazione con i due Paesi che stanno bloccando l’adozione delle conclusioni del Consiglio europeo sull’immigrazione.
Al termine dell’incontro i tre leader hanno raggiunto la sala del Consiglio dove è cominciata la seconda giornata di lavori.
Dentro gli abissi, tra oscurità e famiglia: il teatro di DjokovicVenezia, 30 giu. (askanews) – Gli abissi sono tanti, a volte lontanissimi, a volte dentro di noi. Si sa. Vederli messi in scena, vedergli prendere una forma teatrale però è interessante, smuove, turba, terrorizza, poi magari anche rinfranca. Alla Biennale Teatro di Venezia, le Tese dei Soppalchi all’Arsenale hanno visto la prima mondiale di “En Abyme”, scritto da Tolja Djokovic e diretto da Fabiana Iacozzilli, che sempre qui lo scorso anno era stato presentato come “msie en lecture”. Ora torna come spettacolo vero e proprio, sostenuto da una drammaturgia forte, a volte totalizzante, ma anche da scelte sceniche e scenografiche che affiancano agli attori video di diverso tipo, oltre ad ambienti teatrali, senza però che la parola perda il suo controllo, anche nei momenti in cui non è pronunciata. Forse qui c’è la forza più sotterranea dello spettacolo.
Lo spunto per il racconto portato in scena da cinque attori – Simone Batraco, Oscar De Summa, Francesca Farcomeni, Evelina Rosselli e Aurora Occhiuzzi – è la discesa nell’abisso della Fossa delle Marianne fatto in solitaria dal regista James Cameron, che si è spinto in un luogo così profondo che nessun altro essere umano aveva mai visto. Ma accanto alla storia di questo reale sprofondare nelle acque nere dell’oceano, c’è il parallelo racconto di una bambina/donna, che prima conosciamo da adulta in una piscina – in passaggi che usano il cinema e arrivano a una densità poetica dura e toccante – per poi ritrovare giovanissima, ma già alle prese con la ricerca o l’assenza del padre, di questa figura che un po’ domina tutta la storia, così come i pensieri di altri drammaturghi under 40 visti in questa Biennale. Forse il punto generazionale, il legame alla base delle diverse scritture, è proprio il confronto con le figure dei genitori, magari solo con l’idea, con i bisogni e i dolori, le solitudini e i desideri che ruotano intorno alla più viscerale e complessa delle relazioni. Il batiscafo di Cameron scende sempre più verso il fondo, la donna nuota, poi a un certo punto si immerge, “scompare” dice la voce narrante, per riapparire poi a bordo piscina e piangere e raccontare una storia devastante, di corpi e solitudine. E poi nuotare ancora, come in un racconto di John Cheever, sullo sfondo della vita. Quella vita che la bambina osserva, mentre guarda il film “Titanic”, proprio di Cameron, nella costante attesa del padre, che quando appare si perde – le scene filmate sono decisive, danno una possibilità di pensare ancora meglio allo spazio teatrale, quella del gioco delle tre carte è realmente drammatica – per poi tornare e fermarsi, disperato su una sedia. La bambina, a quel punto, lo può abbracciare, così come si era presa cura anche della donna, lei stessa da adulta, pensiamo in sala, poco prima. “En Abyme” è chiaramente un gioco di specchi che, come dice il testo del catalogo della Biennale Teatro 2023, lavora su “una struttura a effetto Droste”, ossia il rimportare all’interno di una immagine la stessa immagine più piccola, che a sua volta contiene ancora se stessa, potenzialmente all’infinito. E potenzialmente infinita è la discesa abissale, sia quella fisica sia quella psicologica, ma lo spettacolo la gestisce, la convoglia nella parola poetica (nel senso di letteraria, teatrale, come più vi piace), che si rivela più potente e soprattutto più capiente. Così tanto da saper gestire la materia incandescente di cui tratta, così resistente da somigliare a quel pesce che, nonostante la terribile pressione, riesce a vivere nella Fossa delle Marianne fino a 8mila metri di profondità. In pratica sulla cima di un Everest rovesciato in mare.
E come quel pesce anche i personaggi dello spettacolo di Djokovic e Iacozzilli riescono in qualche modo a sopravvivere ai propri abissi, e mentre Cameron, rannicchiato in posizione fetale all’interno del suo batiscafo, vede per la prima volta il fondo più fondo della terra e scopre che c’è vita, nello stesso modo e, verrebbe da dire, nello stesso momento, il padre prende in braccio la bambina e, con lei stretta al collo, si allontana.
Ue, Polonia e Ungheria di traverso. Scontro su Patto migrantiBruxelles, 29 giu. (askanews) – Nel dibattito sull’immigrazione al Consiglio europeo in corso a Bruxelles, l’Ungheria e la Polonia, come avevano annunciato, hanno contestato la decisione presa a maggioranza qualificata dai ministri dell’Interno dei Ventisette l’8 giugno scorso a Lussemburgo che ha sbloccato due regolamenti del Patto per l’immigrazione e l’asilo.
I due regolamenti, approvati con il voto contrario proprio di Budapest e Varsavia, riguardano la gestione dell’immigrazione e dell’asilo e le procedure d’asilo nell’Ue. L’accordo del Consiglio Ue, che l’Italia ha accolto con favore perché è incentrato sulla cosiddetta “dimensione esterna” (oltre che su un forte giro di vite nelle procedure riguardanti la gestione dei migranti irregolari e delle loro domande d’asilo alle frontiere nei paesi di primo ingresso) dovrà ora essere negoziato con il Parlamento europeo perché si possa arrivare, si spera entro il prossimo febbraio, all’adozione formale del testo definitivo. Particolarmente dura, secondo fonti europee, è stata la critica all’accordo da parte del premier polacco Mateusz Morawiecki, soprattutto contro due punti, uno di contenuto e uno di principio: da una parte, la cosiddetta “solidarietà obbligatoria” prevista dall’accordo sul Patto, che obbligherebbe gli Stati membri a scegliere se ricollocare sul proprio territorio quote di migranti (stabilite secondo criteri oggettivi) dai paesi di primo ingresso, o, in alternativa, pagare 20.000 euro per ogni migrante non accolto.
L’opposizione di principio di Morawiecki (e anche del suo collega ungherese Viktor Orban) riguarda il fatto che si sia finalmente presa (a sette anni dall’ultima volta) una decisione Ue sulla questione migratoria a maggioranza qualificata dei ministri dei Ventisette (come prevede il Trattato Ue), rompendo una sorta di intesa politica che era stata concordata dai capi di Stato e di governo in Consiglio europeo nel 2018. In Polonia si voterà per le legislative in autunno, e Morawiecki che vuole naturalmente cavalcare l’onda populista anti immigrati contro i suoi rivali politici, ha persino annunciato che organizzerà un referendum nazionale contro il Patto immigrazione e asilo, magari lo stesso giorno delle elezioni, se dovesse essere adottato definitivamente quanto prevede il testo approvato dal Consiglio Ue.
Il premier polacco, ben sapendo di non avere alcuna possibilità di bloccare l’accordo, ha detto oggi di voler proporre un “piano alternativo”, per garantire la sicurezza dei confini dell’Ue, rafforzando, anche con ulteriori finanziamenti, l’Agenzia Frontex per la sorveglianza delle frontiere esterne, e lottando più efficacemente contro i trafficanti di esseri umani. A causa dell’opposizione polacca e ungherese, la discussione tra i leader sull’immigrazione è stata allungata ben oltre il previsto.
Fininvest: ok assemblea a dividendo da 100 milioni, cda invariatoMilano, 29 giu. (askanews) – In attesa dell’apertura del testamento di Silvio Berlusconi, l’assemblea degli azionisti di Fininvest ha approvato il bilancio 2022, che si è chiuso con un utile netto consolidato di 200,2 milioni – in calo dai 360 milioni del 2021 ma superiore ai 141 milioni del 2020 -, e si stacca un dividendo da 100 milioni. La holding della famiglia Berlusconi sceglie, come da attese, la linea della continuità, con il cda che rimane invariato a otto membri e la conferma di Marina Berlusconi alla presidenza e di Danilo Pellegrino alla carica di amministratore delegato.
“Dopo gli eccezionali risultati dell’esercizio 2021, caratterizzati da alcune significative componenti straordinarie (come la plusvalenza dalla cessione di Towertel da parte di Ei Towers) e da un quadro economico-finanziario in forte ripresa dalla crisi per il Covid-19, i risultati del 2022 dimostrano la solida tenuta delle società del gruppo e si attestano sui livelli pre-pandemici”, sottolinea Fininvest, che si stacca una cedola da 100 milioni, che verranno divisi pro quota alle cassaforti proprietarie della holding. L’ammontare è in calo rispetto ai 150 milioni dello scorso anno, ma in linea con il dividendo del 2021. L’assemblea, la prima dalla scomparsa del fondatore, si è aperta con un “commosso” ricordo di Silvio Berlusconi, del quale sono state rievocate “la visione imprenditoriale, l’indole innovativa e le grandi doti umane”. Presenti nella storica sede di via Paleocapa a Milano Marina Berlusconi e l’AD Pellegrino.
Nel 2022 le aziende del gruppo, spiega Fininvest, “hanno saputo ottenere risultati di grande soddisfazione, pur in un contesto macroeconomico gravato da pesanti incertezze. Tutte le società hanno conservato la propria leadership nei rispettivi mercati di riferimento, mantenendo solida e invariata la strategia di lungo periodo”. MFE ha dato ulteriore impulso alla sua crescita internazionale, Mondadori ha proseguito nel percorso di focalizzazione sui libri con mirate operazioni di M&A, Banca Mediolanum ha registrato un margine operativo record pari a 680 milioni. Sul fronte sportivo, il 2022 è stato l’anno della storica promozione in Serie A dell’AC Monza. Nel dettaglio, nel 2022 i ricavi consolidati del gruppo Fininvest sono stati pari a 3,822 miliardi, in linea con i 3,817 miliardi del 2021. Il margine operativo lordo è sceso a 860,1 milioni (921,6 mln nel 2021), l’ebit a 248,4 milioni (373,8 mln nel 2021). La posizione finanziaria netta totale ammonta a 1,232 miliardi, mentre il risultato netto civilistico della capogruppo evidenzia un utile di 133,1 milioni, più che dimezzato dai 361,2 milioni del 2021 che beneficiava del dividendo straordinario pagato da MFE e del ripristino dell’erogazione dei dividendi di Banca Mediolanum, che per l’anno precedente aveva riconosciuto sia un dividendo a valere sugli esercizi 2020 e 2021 sia una cedola a valere sugli utili del 2019.
Rita Pavone torna live sul palco dopo una lunga assenzaMilano, 29 giu. (askanews) – Rita Pavone, una delle cantanti più stimate in Italia e all’estero che, con i suoi 60 anni di carriera, ha fatto la storia del panorama musicale e televisivo, torna a sorpresa sul palco, dopo una lunga assenza. Prenderà il via infatti “Un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro” tour 2023 che la porterà a calcare nuovamente i palchi più belli della Penisola, ripercorrendo in musica le tappe fondamentali del suo percorso artistico. Ma non solo, perché Rita ha sempre anticipato le mode, delineandosi nel tempo come artista di culto, con la sua naturale tendenza a mettersi in gioco di continuo, anticipando i tempi e superando propri limiti. Per questo motivo, ai brani cult del proprio repertorio, si affiancheranno delle sorprese. In pochi infatti conoscono il volto cantautorale dell’artista, brani da lei stessa scritti e dischi autoprodotti che hanno anticipato i tempi, come per esempio Gemma e Le Altre, disco in cui, già alla fine degli anni ’80, si parlava della questione femminile e dell’amore tra donne, uno sguardo al futuro: «Io amo, io adoro mettermi in gioco!»- commenta Rita -«Mi piace spiazzare il pubblico, dargli quei brani che ha amato e che si aspetta di ascoltare, però alternandoli ad altri che non si aspetterebbe di sentire interpretare da me. Pensando a un titolo da assegnare a questi live, mi è balenata per la testa una canzone che è la sintesi di tutto quello che ho in mente di fare, una citazione tratta da “A Muso Duro”, il pezzo più famoso scritto e portato al successo da Pierangelo Bertoli, che dice: “Un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro”. Questo succederà nei miei live». Si partirà con una piccola performance il 5 luglio a Forlì, presso il Teatro Comunale di Predappio, dove ritirerà il premio Forlì Musica. Dopodiché farà tappa a La Milanesiana Festival a Cervia il 6 luglio. E poi Milano, Castello Sforzesco il 9 Luglio; Salsomaggiore Terme il 10 di agosto. Le prevendite sono già attive al link https://linktr.ee/ritapavone e altre date saranno annunciate a breve. A 40 anni dalla nascita di “A Muso Duro” e a 20 dalla scomparsa di Bertoli, il progetto di Rita diventa quindi anche un tributo al grande cantautore, in un viaggio per la Penisola tra passato, presente e futuro. Il tour è organizzato da International Music and Arts. A breve ulteriori date sul sito di IMARTS e sui canali ufficiali dell’artista. Le prime date annunciate sono: 5 Luglio – Ritiro Premio Forlì Musica E Performance, Forlì Teatro Comunale Di Predappio 6 Luglio – Cervia, Piazza Garibaldi, La Milanesiana Festival 9 Luglio – Milano , Castello Sforzesco 10 Agosto – Salsomaggiore Terme, Pinko Arena Parco Mazzini Rita Pavone, nel 1963 appena diciassettenne, con già all’attivo otto singoli e una fama nazionale e internazionale in un’epoca senza social, iniziava una carriera che sarebbe durata 60 anni. Un talento smisurato, una grinta e tenacia impressionanti hanno fatto sì che la nota artista calcasse i palcoscenici di tutto il mondo incidendo i suoi dischi in 6 lingue diverse, cantasse canzoni di enorme successo, ottenendo recensioni entusiaste sulle più grandi testate giornalistiche mondiali. Grande è stata la sua popolarità a livello internazionale; negli Stati Uniti è stata cinque volte ospite della trasmissione Ed Sullivan Show, apparendo come terzo nome in cartellone di una puntata dopo Duke Ellington ed Ella Fitzgerald. Seguono le numerose esibizioni in Francia per un mese all’Olympia di Parigi, e ancora in Spagna, Germania, Israele, Messico, Cuba, Australia e Canada. Con un totale di oltre 50 milioni di dischi venduti a livello planetario, Rita Pavone è tra le cantanti più influenti e rispettate, per ammissione stessa di artisti del calibro di Agnetha degli Abba, Morrissey, Gene Simmons dei Kiss, Nina Hagen – quest’ultima nel 1979 fece una cover del grande successo di Rita in lingua tedesca datato 1963, “Wenn Ich Ein Junge War”. Sessant’anni di onorata carriera musicale che le hanno permesso di far conoscere le tante Rite che vivono in lei, per rendersi conto di possedere un’eclettica vena di autrice, compositrice e produttrice, per sé stessa e successivamente per tutti quegli artisti che hanno avuto la perseveranza e il privilegio di seguirla come mentore.