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Renzi: il lutto nazionale per la morte di Silvio Berlusconi è una legittima scelta del governo

Renzi: il lutto nazionale per la morte di Silvio Berlusconi è una legittima scelta del governoRoma, 14 giu. (askanews) – La scelta del lutto nazionale in occasione del funerale di Silvio Berlusconi è stata del “governo che può farlo in presenza di personalità istituzionali”. Così il leader Iv Matteo Renzi, a Sky Tg24. “Trovo assurdo che questo paese che ha litigato e si è diviso su Berlusconi vivo, oggi debba di nuovo tornare a dividersi su una scelta del governo che è del tutto legittima e rispettabile, punto”. Inoltre, sui funerali di Stato, Renzi ricorda che “Silvio Berlusconi ha diritto ai funerali di Stato perché è un ex premier, la possibilità dei funerali di Stato non è inventata per Berlusconi perché è prevista da una legge”.

 

Firenze, c’è un testimone: ho visto rapire la piccola Kata

Firenze, c’è un testimone: ho visto rapire la piccola KataFirenze, 14 giu. (askanews) – Un uomo ha raccontato agli inquirenti che indagano sul caso della scomparsa di Kata, di aver visto la piccola peruviana di cinque anni trascinata via “con la forza”. Il dettaglio è stato reso noto da La Stampa.

Il testimone ha raccontato di aver assistito alla scena sabato 10 giugno, tra le 15 e le 15.30, un orario compatibile con la sparizione. Intanto i pm Christine Von Borries e Giuseppe Ledda ha ascoltato alcuni dei minori che vivono nello stabile occupato a Firenze, l’ex hotel Astor, tra cui il fratello maggiore di Kata, di otto anni. Ne è emerso che i bambini avevano l’abitudine di giocare anche nella parte di edificio, sul retro, dove non sono puntate telecamere di sicurezza, a differenza del cancello principale. Alcuni occupanti hanno infine detto che Kata potrebbe essere stata rapita per vendicare uno stupro di una ragazza peruviana di 15 anni che sarebbe avvenuto lo scorso febbraio.

Intanto, è stato scarcerato Miguel Angel Romero Chiccllo, padre di Kata, la bambina peruviana di 5 anni scomparsa a Firenze da sabato 10 giugno. Il giudice gli ha concesso la misura della custodia cautelare con obbligo di firma. Era detenuto al carcere fiorentino di Sollicciano per reati contro il patrimonio.

Meloni: Berlusconi lascia all’Italia una grande eredità, ne sapremo fare buon uso

Meloni: Berlusconi lascia all’Italia una grande eredità, ne sapremo fare buon usoRoma, 14 giu. (askanews) – Della figura di Silvio Berlusconi “prevalgono le molte luci, sul piano umano e ancor di più su quello politico, essendo stato da leader di partito e da presidente del Consiglio un formidabile difensore del nostro interesse nazionale e del nostro tessuto produttivo e sociale. È questa la grande eredità che Berlusconi lascia all’Italia. Ne sapremo fare buon uso. Grazie Silvio”, così la premier Giorgia Meloni, in una lettera sul Corriere della Sera, nel giorno del funerale di Berlusconi.

Sul nome di Silvio Berlusconi “gli italiani si sono divisi e il giudizio della storia sarà diverso da quello della cronaca. Più sereno, meditato ed equilibrato”, prosegue la premier nel suo intervento su ‘Il Corriere della Sera’. “Berlusconi esce di scena da protagonista. Molti in queste ore ne hanno raccontato l’avventura umana, imprenditoriale e politica. C’è chi lo ha combattuto politicamente con lealtà e chi invece ha usato mezzi impropri per provare a sconfiggerlo. Anche questo è un dato sul quale riflettere, per l’oggi e il domani, perché alla fine di questa storia i suoi avversari hanno perso”, sottolinea la Premier.

Per Meloni, Berlusconi “ha impedito che i post comunisti prendessero il potere in Italia pochi anni dopo il crollo dell’Unione Sovietica, che aveva sancito la fine del comunismo in Europa. Un paradosso storico evitato dalla sua decisione di fondare Forza Italia e federare le forze politiche del centro, della destra e il movimento leghista. È questa, in fin dei conti, la grande colpa che la sinistra non gli ha mai perdonato”. Il suo ingresso nell’arena della politica, prosegue, “ha accelerato i processi di trasformazione che erano già in corso a destra e a sinistra. Berlusconi ebbe il tempismo e colse il momento. Quella che doveva essere una lunga stagione di governi di estrazione socialista, senza reali alternative nel campomoderato, si è trasformata nell’era dell’alternanza al governo tra centrodestra e centrosinistra, dando all’Italia una dimensione occidentale e contemporanea, rafforzando così l’intera Nazione a livello internazionale”.

I funerali di Stato di Berlusconi: da Mattarella a Meloni, da Orban a Draghi e Schlein (ecco chi partecipa)

I funerali di Stato di Berlusconi: da Mattarella a Meloni, da Orban a Draghi e Schlein (ecco chi partecipa)Roma, 14 giu. (askanews) – Molti esponenti della politica italiana, ma anche internazionale, parteciperanno ai funerali di Stato di Silvio Berlusconi, alle 15 nel Duomo di Milano. Oltre al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, saranno presenti 32 esponenti del governo, tra ministri, vice ministri e sottosegretari. Per quanto riguarda i partiti, saranno presenti la segretaria del Pd Elly Schlein, il leader di Iv Matteo Renzi, il segretario di Azione Carlo Calenda, il fondatore della Lega Umberto Bossi, il segretario di +Europa Benedetto Della Vedova, Pierferdinando Casini. Presente anche l’ex presidente del Consiglio Mario Draghi, il senatore a vita ed ex premier Mario Monti, mentre non ci sarà naturalmente Romano Prodi, colpito ieri dalla morte della moglie Flavia. Assente anche il presidente M5s Giuseppe Conte, così come il leader di Si Nicola Fratoianni.

Molti gli ospiti attesi anche dall’estero, anche se la lista non viene diffusa per motivi di sicurezza. Dovrebbero però partecipare, tra gli altri, secondo quanto si apprende, l’emiro del Qatar Tamim bin Hamad, il premier ungherese Viktor Orban, il presidente del Ppe Manfred Weber, il presidente dell’Iraq Abdul Latif Rashid, il commissario europeo agli Affari economici Paolo Gentiloni, in rappresentanza della Commissione Ue. Oltre a Tamim bin Hamad e ad Abdul Latif Rashid ci sarà un terzo capo di Stato, il capitano reggente della Repubblica di San Marino. Presenti anche ministri degli Esteri di vari Stati e ambasciatori da circa 50 Paesi. Alla cerimonia prenderanno parte anche rappresentanti del mondo dell’economia e della finanza, dello sport (a partire da rappresentanze del Milan e del Monza), dello spettacolo. Non è prevista, secondo quanto si apprende, una orazione funebre da parte di un rappresentante del governo. Per motivi di spazio (il Duomo ha una capienza di 2 mila posti) giornalisti, fotografi ed operatori non entreranno all’interno della chiesa ma staranno in due aree allestite sul sagrato.

Art Basel 2023, la fiera milionaria che brilla come un museo

Art Basel 2023, la fiera milionaria che brilla come un museoBasilea, 14 giu. (askanews) – Il mondo dell’arte passa tutto di qui: nella piazza sovrastata dall’architettura di Herzog e de Meuron transitano i nomi che contano del Sistema del contemporaneo e insieme a loro migliaia di addetti ai lavori e visitatori. Art Basel è la fiera d’arte più importante al mondo e passandoci si capisce perché. Non si tratta solo delle 284 gallerie – oggettivamente le più importanti al mondo – o degli oltre 4mila artisti rappresentati: aspetti decisivi ovviamente, ma a questi va aggiunta la postura che la fiera assume qui a Basilea, il suo essere luogo che va oltre la dimensione commerciale – che è enorme e imprescindibile – per diventare qualcosa di più. Qualcosa che ha l’ambizione di fare il punto su ciò che succede davvero nel sistema dell’arte e di farlo al più alto livello possibile. E se questa considerazione sembra adattarsi alla perfezione per la sezione Unlimited, che storicamente ospita le opere di grandi dimensioni, le installazioni e i video e ha banalmente la stessa forza espositiva di una Biennale, è vera anche per la fiera vera e propria, per gli stand, per tutto quello che, sulla carta, dovrebbe essere più ordinario. Ma nei booth di Hauser & Wirth, oppure di Gagosian, di David Zwirner o di Paola Cooper, il livello della proposta è alto, a volte altissimo. Tanto da farci chiedere se non sia addirittura troppo per una fiera.

Poi però arrivano i numeri: per esempio quelli proprio di Gagosian, che ha fatto sapere che nel primo giorno di preview, aperto solo a inviti vip, sono già state vendute 40 opere, con prezzi che vanno da qualche centinaio di migliaia di dollari fino a 6 milioni. Prima ancora che la fiera sia ufficialmente aperta. Il che naturalmente fa riflettere anche sulla dimensione esclusiva – non solo per via di prezzi che a volte sembrano sfuggire a ogni possibile controllo, ma proprio per una questione di accesso, in senso più ampio – di questo smagliante mondo del contemporaneo. In un certo senso Art Basel qui a Basilea – la fiera ha importanti appendici nei nuovi luoghi globali dell’arte, come Hong Kong e Miami – è la somma di tante contraddizioni e la cartina di tornasole di un settore che porta avanti battaglie sociali e istanze politiche molto forti, grazie all’impegno degli artisti e dei galleristi che li sostengono, ma allo stesso tempo è anche un motore economico e di potere, un club chiuso ed esclusivo. Gentile, sorridente, a volte anche informale, ma pur sempre centro di potere. C’è però da dire – e in questo può avere influito anche il carisma e la preparazione di Vincenzo de Bellis, direttore di tutte le fiere di Art Basel – che la qualità delle proposte è molto spesso straordinaria e mostra in modo chiaro la differente rilevanza di questa fiera rispetto alle altre – seppur importanti – che si trovano in tutto il mondo. Le opere e gli artisti sono realmente quelli più rilevanti sulla scena e che si tratti di uno strabiliante Mark Rothko sui toni del giallo, oppure di una installazione di Ibrahim Mahama o ancora di una serie di immagini di Nan Goldin, la sensazione è quella di trovarsi dentro un museo, e non un museo qualsiasi, ma del livello – per dire – del MoMA di New York. Con in più il dinamismo e la frenesia del momento fieristico, con in più il grande passaggio del pubblico che conta e, ovviamente, la possibilità di staccare quelle opere dalle pareti degli stand e, potendoselo permettere, portarsele via. Perché poi a contare è soprattutto il mercato, i soldi che rendono possibile tutto questo. Ma, magari ingenuamente, è bello pensare che non ci sia solo questa dimensione, che ci sia bisogno di altro per farli girare questa soldi, e questo “altro” è la grandezza del lavoro di tanti degli artisti che le più brillanti gallerie del mondo hanno portato qui, al crocevia tra Svizzera, Francia e Germania, anche in questo mese di giugno insolitamente caldo all’epoca della vita umana nel cambiamento climatico.

(Leonardo Merlini)

Nvidia a Wall street raggiunge capitalizzazione 1000 miliardi dollari

Nvidia a Wall street raggiunge capitalizzazione 1000 miliardi dollariRoma, 14 giu. (askanews) – Nvidia Corp. è entrata ufficialmente a far parte del club borsistico più esclusivo martedì, diventando la settima società pubblica statunitense a terminare una sessione di contrattazioni capitalizzando almeno 1.000 miliardi di dollari.

Il gigante dei chip ha realizzato qualcosa che non era riuscito a fare alla fine del mese scorso, chiudendo ufficialmente con una capitalizzazione di mercato superiore a 1 trilione. Le azioni di Nvidia hanno guadagnato il 3,9% nelle negoziazioni di martedì, chiudendo con una capitalizzazione di mercato di 1,01 trilioni. Solo Apple, Amazon, Alphabet, Tesla, Meta Platforms e Microsoft Corp. hanno precedentemente superato la soglia di $ 1 trilione alla chiusura di una giornata di negoziazione. La pietra miliare della capitalizzazione di mercato arriva in mezzo a uno straordinario rialzo da inizio anno per le azioni Nvidia, aumentate del 181% in tale arco di tempo tra l’ottimismo sulla capacità dell’azienda di beneficiare di una crescente corsa tra le aziende per addestrare e implementare l’intelligenza artificiale.

Nvidia è “posizionata in modo univoco con un intero stack di silicio AI, software, scalabilità, fornitura e ecosistema di sviluppatori per trasformare il mercato dei data center tradizionali da quasi 1 trilione di dollari”, ha scritto l’analista di BofA Securities Vivek Arya in una nota di fine maggio ai clienti.

Borsa,Wall Street chiude in rialzo in vista della riunione della Fed

Borsa,Wall Street chiude in rialzo in vista della riunione della FedRoma, 13 giu. (askanews) – La Borsa di Wall Street ha chiuso in rialzo la seduta di martedì dopo che gli operatori hanno ostentato ottimismo sul fatto che gli ultimi dati sull’inflazione potrebbero convincere la Federal Reserve a evitare un rialzo dei tassi a giugno.

Il Dow Jones Industrial Average ha guadagnato 146 punti, o lo 0,4%, chiudendo a 34.212,12. L’S&P 500 ha guadagnato lo 0,7% chiudendo a 4.369,01 e il Nasdaq Composite è salito dello 0,8% a 13.573,32. L’indice dei prezzi al consumo Usa ha evidenziato che l’inflazione è aumentata dello 0,1% a maggio, in calo rispetto allo 0,4% del mese precedente, e ha guadagnato il 4% su base annua. La Fed deciderà la sua prossima mossa sulla politica mercoledì.

Morto lo scrittore Cormac McCarthy, aveva 89 anni

Morto lo scrittore Cormac McCarthy, aveva 89 anniRoma, 13 giu. (askanews) – Cormac McCarthy, uno dei più noti scrittori statunitensi, autore di “The Road”, è morto martedì nella sua casa di Santa Fe. Aveva 89 anni. Lo riporta il New York Times citando Knopf, il suo editore, che in una dichiarazione ha reso nota la conferma del decesso da parte del figlio John.

“All the Pretty Horses”, un western riflessivo che va controcorrente rispetto al suo lavoro precedente, ha vinto un National Book Award nel 1992, e “The Road” ha vinto un Premio Pulitzer nel 2007. Entrambi sono stati trasformati in film, così come Mr. “Non è un paese per vecchi” di McCarthy, che ha vinto l’Oscar per il miglior film nel 2008. Quel film, diretto da Joel ed Ethan Coen, ha dato al mondo l’immagine indelebile di Javier Bardem nei panni del sicario nichilista di McCarthy, Anton Chigurh, che uccide le sue vittime con una pistola pneumatica destinata al bestiame.

McCarthy negli ultimi anni era stato considerato come un potenziale vincitore del Premio Nobel per la letteratura. Il critico Harold Bloom lo ha segnalato come uno dei quattro maggiori romanzieri americani del suo tempo, insieme a Philip Roth, Don DeLillo e Thomas Pynchon

Fi, ok nomine by Fascina. Malumori fronda (per ora) silenziosa

Fi, ok nomine by Fascina. Malumori fronda (per ora) silenziosaRoma, 13 giu. (askanews) – Non inganni l’unanimità, né il sostanziale silenzio che ha accompagnato il via libera alle decisioni. Che Forza Italia, senza il suo padre-padrone Silvio Berlusconi, sia in preda a una guerra tra bande, lo dimostra persino un passaggio sulla carta solo formale, come quello della convocazione del Comitato di presidenza. Anzi, delle convocazioni. Sta qui, infatti, il primo segnale delle malcelate tensioni.

Sono due e distinte, infatti, le riunioni fissate ieri dal commissario amministratore nazionale, Alfredo Messina: una per l’approvazione del “rendiconto dell’esercizio 2022”, l’altra per le “determinazioni in merito ai commissariamenti”. Se la prima si imponeva per legge, vista la necessità di approvare il bilancio entro il 15 giugno, l’altra aveva all’ordine del giorno la ratifica di una serie di nomine – effettuate nelle settimane scorse da Berlusconi stesso – tra cui il commissariamento di alcuni coordinamenti provinciali, ma anche designazioni nazionali come, per esempio, quella di Tullio Ferrante e Alessandro Battilocchio, rispettivamente a responsabile del tesseramento e dell’ufficio elettorale, nonché di Alessandro Cattaneo a vice coordinatore nazionale, ruolo che gli è stato assegnato dopo essere stato defenestrato da capogruppo alla Camera. Un giro di nomine che erano state volute e ‘benedette’ dalla quasi moglie del leader azzurro, Marta Fascina. Sebbene si trattasse di ratifica di decisioni già prese e note, alla minoranza del partito era parso comunque inopportuno che si procedesse a poche ore dalla morte del fondatore e alla vigilia del suo funerale. Per questo era stato chiesto un rinvio della decisione e oggi in molti si sono presentati convinti che ci si sarebbe occupati solo del bilancio. E invece, a sorpresa, una volta finita la prima pratica, mentre ci si accingeva a chiudere il collegamento via Zoom, ecco il ‘secondo tempo’.

L’una e l’altra decisione, come recita il sintetico comunicato diramato alla fine, avvengono all’unanimità. In effetti, nessuno durante l’incontro ha battuto ciglio, nessuna protesta, nessuna lamentela o richiesta di chiarimento. E se è vero che non c’è stato il temuto blitz, quello che prevedeva la suddivisione del partito in tre macroregioni – Nord, Centro, Sud – da affidare rigorosamente a persone vicine a Fascina, nella minoranza dei cosiddetti ronzulliani il malumore resta sebbene, per ora, silenzioso: si parla di “forzatura” ma, viene spiegato, si è preferito non fare polemiche come segno di rispetto nei confronti del leader scomparso.

Per quanto tempo la polveriera Forza Italia riuscirà a evitare di esplodere è questione a cui anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, guarda interessata. La speranza è che la reggenza di Antonio Tajani riesca a tenere in vita il partito almeno fino alle Europee. Ma non sarà facile, soprattutto se è vero che nemmeno il fronte governista può più essere considerato un blocco unico. C’è chi racconta, infatti, che tra le nomine che Fascina stava perorando negli ultimi giorni di vita di Berlusconi, ci fosse anche quella di un suo fedelissimo come coordinatore nazionale, ruolo che attualmente è ricoperto proprio dal ministro degli Esteri. Che ora avrà, invece, il compito di una difficile pacificazione. C’è poi la questione nient’affatto secondaria delle casse del partito. “Il rendiconto di quest’anno ha portato un avanzo di un milione. Poi il presidente Berlusconi è creditore nei confronti di Forza Italia di circa 90 milioni di euro ma questo si è sempre saputo”, ha detto al termine della riunione Sestino Giacomoni. Crediti che, alla sua morte, passano ora ai figli. Nel suo intervento introduttivo Messina è poi tornato sull’annosa questione dei parlamentari morosi, circa un terzo infatti continua a non versare le quote dovute.

Cybersecurity, Sababa Security aprirà laboratorio di prova a Torino

Cybersecurity, Sababa Security aprirà laboratorio di prova a TorinoRoma, 13 giu. (askanews) – Sababa Security S.p.A., primario operatore italiano nel settore della cyber security che fornisce un’offerta integrata e personalizzata di prodotti e servizi gestiti per proteggere i diversi ambienti IT e OT dalle minacce informatiche, è stata selezionata dall’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) per beneficiare dei fondi per dare vita a un Laboratorio di Prova (LAP) in cui svolgere attività di valutazione e scrutinio tecnologico della sicurezza degli apparati elettronici e delle applicazioni utilizzate per l’erogazione dei servizi critici da parte dei Soggetti rientranti nel Perimetro di Sicurezza Nazionale Cibernetica (PSNC).

Questo progetto, che rientra nel PNRR, porterà alla realizzazione da parte di Sababa Security di un Laboratorio di Prova a Torino e sarà parte della rete di laboratori di scrutinio tecnologico a supporto del Centro di Valutazione e Certificazione Nazionale (CVCN) istituito presso l’ACN. All’interno del LAP si installeranno postazioni di lavoro opportunamente configurate secondo i requisiti richiesti, in cui sarà possibile svolgere le attività di analisi. Il laboratorio impiegherà un pool di professionisti : figure tecniche dedicate alle attività specialistiche e figure che ricopriranno Ruoli di Responsabilità e che saranno individuati all’interno dell’Organizzazione di Sababa Security. Successivamente il personale tecnico del LAP sarà accreditato come V-LAP, cioè Valutatore-LAP. Il personale che sarà individuato tra coloro i quali hanno esperienza maturata in ambiti di attività specialistiche quali Vulnerability Assesment e Penetration Test, sarà oggetto di uno specifico percorso di formazione finalizzato ad ottenere la qualifica V-LAP. Ai professionisti di Sababa Security è stata riconosciuta una consolidata esperienza nell’ambito dei sistemi OT – Operational Technolgies – e ICS – Industrial Control System – sistemi collegati alle reti aziendali e responsabili del funzionamento delle produzioni industriali in infrastrutture critiche.

L’istituzione dei LAP mira ad innalzare il livello di sicurezza della supply chain di infrastrutture da cui dipende l’erogazione di servizi essenziali dello Stato e viene garantita dall’analisi dei software, raccolta dati, monitoraggio e supervisione, prove sul campo (come ad esempio penetration testing), indagini e diagnosi per i settori forense e IT&T (Information Technology and Telecommunications). “Siamo molto felici di poter essere parte di questo progetto perché significa che l’ACN riconosce le nostre competenze in ricerca e analisi applicate a un contesto di importanza nazionale come le infrastrutture critiche. Le fasi di accreditamento hanno richiesto un forte lavoro di squadra e sinergia del team finance, dei compentence centers e dell’innovation lab che ha ulteriormente rafforzato lo spirito di squadra e la focalizzazione sugli obiettivi che da sempre ci caratterizza. Il nostro progetto prevede l’erogazione di fondi per un totale di 200.000 euro, sinergici con gli investimenti che la società ha fatto in questa direzione e che ci rende parte di un piano di respiro nazionale che prevederàla messa a punto di un LAP di altissimo livello, sviluppato con i più avanzati processi operativi e in cui potremo formare ulteriormente e aggiornare le competenze del nostro personale”, ha commentato Alessio Aceti, CEO di Sababa Security.

“Esserci aggiudicati questo finanziamento è conferma ulteriore di quanto il nostro gruppo sia Made In Italy e ci rende orgogliosi poter fare la nostra parte, seppur piccola, per contribuire alla sicurezza nazionale del Paese”, ha concluso Alessio Aceti, CEO di Sababa Security.