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Libri, l’8 marzo e la fatica delle artiste italiane di Paola Ugolini

Libri, l’8 marzo e la fatica delle artiste italiane di Paola UgoliniRoma, 13 feb. (askanews) – E’ una storia dell’arte lontana dalla retorica e, nello stesso tempo, molto efficace nel rendere immediato il percorso difficilissimo compiuto dalle artiste italiane che dal dopoguerra ad oggi hanno sfidato l’impronta patriarcale del settore della cultura. Il percorso conoscitivo elaborato da Paola Ugolini è un alfabeto atroce e privilegiato che conferma quanto sia stato difficoltoso fare affiorare l’impronta femminile, combattendo stereotipi e una forte cultura di stampo maschilista. E’ ovviamente una Storia dell’Arte differente che ribalta il solito punto di vista dell’osservazione storica.
Già dal titolo del libro – Artiste e femminismo in Italia, per una rilettura non egemone della Storia dell’arte (edito da Christian Marinotti Edizioni) – si capisce la forza con la quale è stato pensato il filo conduttore che parte dalla veneziana Bice Lazzari, classe 1900, sperimentatrice di nuove tecniche che, giovanissima e senza gabbie mentali, la quale agli inizi del secolo sovvertiva gli schemi scrivendo: “Qualche volta gli elementi si raggruppano come suoni ripetuti per creare un centro focale che puo’ andare libero oltre al limite dello spazio a mia disposizione, e creare quindi una immagine non bloccata. La libertà di agire sulla tela è sempre la più importante esigenza che io mi conosca”.
Dalla Lazzari il percorso si snoda fino ad arrivare al periodo post-Covid, offrendo spazio a Silvia Giambrone, geniale giovane artista siciliana ma romana di adozione. Di lei viene ricordata, in particolare, un’opera del 2019 intitolata Il Danno che chiama in causa il corpo femminile. Si tratta di un mezzo busto femminile senza testa con una guaina elasticizzata post parto che non riesce più a contenere un corpo ormai sformato. “Questo lavoro riflette sulla profonda frattura fra donna reale e la proiezione capitalista e patriarcale della donna ideale, una contraddizione quotidiana che appare piuttosto manifesta in Italia, un fattore in larga misura ancora veicolato dall’egemonia mediatica”.
Il libro di Ugolini termina con una vetrina sul pensiero teorico di Benni Bosetto, promettente artista milanese decisa a superare ogni limite biologico tra uomo e donna per aspirare a una visione quasi spirituale dell’umanità. Il secolo delle arti al femminile è una indagine a largo spettro che fa affiorare la potenza creativa delle artiste normalmente oscurate dall’egemonia di una impronta maschile sul settore. “E’ l’indagine di una creatività osservata da un punto di vista non egemone volta ad aprire canali che, insieme alle mostre nelle gallerie e nei musei possa continuare a trasmettere e attualizzare le voci di chi per secoli non ha trovato ascolto”, scrive Ugolini.
La lista delle artiste è lunga e interessante. C’è la torinese Carol Rama che, negli anni venti, con la sua vita fuori dagli schemi ha agito in prima persona alla liberazione dai codici comportamentali imposti dalla cultura patriarcale. All’epoca il cliché della donna modello era quello di angelo del focolare e non di certo l’arte astratta e l’erotismo. Sempre a Roma, negli anni Sessanta e Settanta, opera l’artista americana Suzanne Santoro, autrice di una ricerca radicale sulla rappresentazione dell’organo sessuale femminile nella tradizione delle arti visive; anche in questo caso, la sua militanza sia in Rivolta Femminile che nella Cooperativa del Beato Angelico risulta imprescindibile per i rapporti tra arti figurative e femminismo.
A Torino troveremo invece Marisa Merz, unica donna all’interno di un gruppo “muscolare” quale quello degli artisti poveristi; il suo lavoro, apparentemente delicato, si fonde con l’esperienza della vita, con la maternità vissuta anche come momento di crisi e con l’ambiente domestico che diventa luogo di creatività e di resistenza all’omologazione. A Milano e a Roma troveremo rispettivamente Laura Grisi e Marinella Pirelli che, grazie all’uso della cinepresa, figurano tra le pioniere italiane delle sperimentazioni visive. La rosa si amplia con altri nomi altrettanto rivoluzionari: Lucia Marcucci, Ketty La Rocca, Tomaso Binga e Greta Sho¨edl, le cui perfor- mance e poesie verbo-visive si fanno militanti, destrutturano il linguag- gio e la sua rappresentazione fino a trasformarlo in strumento di lotta. Non mancano ovviamente Marina Abramovic e Ulay, una coppia fuori dagli schemi che ha trasformato la loro relazione privata in opera d’arte, dalla prima performance in Italia durante la Biennale di Venezia del 1976 alla fine del loro rapporto umano e professionale sulla Grande Muraglia Cinese nel 2017.
In Austria, Renate Bertlmann impiega l’erotismo come strumento di lotta e di empowerment a partire dalla scandalosa performance Deflorazione in quattordici stazioni presentata alla Settimana della performance di Bologna nel 1977. A Bergamo c’è Mariella Bettineschi, che dai primi anni Ottanta sperimenta una serie di linguaggi artistici anche molto diversi tra loro spaziando da opere tridimensionali al ricamo fino alla fotografia; è proprio attraverso il mezzo fotografico che, a partire dal 2008, inaugura la serie dell’Era Successiva, un work in progress sulle icone femminili della Storia dell’arte dallo sguardo raddoppiato. Negli Stati Uniti, a Providence, nella sede della Rhode Island School of Design, fiorisce l’opera della giovane e talentuosa Francesca Wood- man che nel 1977 arriva a Roma dove realizza una serie di scatti fonda- mentali per lo sviluppo della sua ricerca sull’autorappresentazione. Nella Roma la Giambrone attraverso l’uso di diversi medium compie un lavoro di scavo all’interno dei rapporti di coppia toccando la violenza di genere e l’assuefazione che porta gli esseri umani ad accettarla. Sempre a Roma viene inclusa l’artista globe-trotter Marinella Senatore, che dal 2012 ad oggi, con la sua School of Narrative Dance, ha coinvolto circa sei milioni di persone nelle sue spettacolari parate. A Palermo, invece, opera Claire Fontaine, all’anagrafe Fulvia Carnevale e James Thornhill, duo sia nella vita che nelle pratiche artistiche che attraverso l’ironia, hanno trasformato l’arte concettuale in militanza. Infine ci sono Romina de Novellis, antropologa e performer e Elena Mazzi, artista visiva e ricercatrice entrambe attive nel percorso innovativo dell’eco-femminismo.

Turi: dialogo commercialisti e politica buon viatico per le riforme

Turi: dialogo commercialisti e politica buon viatico per le riformeMilano, 13 feb. (askanews) – “Con l’ultima legge di Bilancio approvata dal Governo si è sancito un cambio di passo significativo per ciò che attiene il ruolo delle professioni come cinghia di trasmissione tra le decisioni adottate dalla politica e l’attuazione in concreto delle stesse nel tessuto economico e sociale del Paese. Alcune misure come la revisione delle aliquote, le modifiche al bonus 110%, le sanatori fiscali, con la riduzione delle sanzioni, e le novità relative al sistema pensionistico, oltre a quelle finalizzate al contrasto per gli aumenti dei costi energetici, presuppongono un ruolo proattivo determinante da parte dei commercialisti che, come sempre, faranno la loro parte. Mi auguro che da questo rinnovato dialogo tra professionisti e politica possano finalmente prendere corpo le grandi riforme che l’Italia aspetta da tempo, prima tra tutte quella del sistema fiscale in modo da consentire un miglioramento della qualità del nostro lavoro oltre a determinare un beneficio di assoluto rilievo per tutti i contribuenti, siano essi famiglie o imprese”. Lo ha dichiarato Eraldo Turi, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Napoli, presentando il forum “La legge di Bilancio 2023” promosso dall’Odcec Napoli che si terrà venerdì 17 febbraio dalle ore 9.00 all’hotel Excelsior di Napoli.
Ad aprire i lavori sarà Maurizio Leo, vice ministro dell’Economia e delle Finanze. All’iniziativa parteciperanno: Ettore Cinque (assessore al Bilancio della Regione Campania), Michele Carbone (comandante interregionale dell’Italia Meridionale della Guardia di Finanza), Claudia Cimino (direttore dell’Agenzia delle Entrate in Campania), Pierluigi Ridella (direttore Agenzia delle Entrate Riscossione in Campania), Vincenzo Moretta (presidente della Fondazione Odcec Napoli), Francesca Giglio (presidente della Commissione Imposte dirette ed indirette dell’Odcec Napoli), Salvatore Cortese (Capo Settore Soggetti rilevanti dimensioni dell’Agenzia delle Entrate in Campania), Pasquale Saggese (ricercatore area “Diritto Tributario” della Fondazione nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili), Paolo Borrelli (comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli), Daniele D’Ambrosio (presidente della Commissione Imposte dirette ed indirette dell’Odcec Napoli), Marco Caputo (responsabile settore pianificazione e morosità rilevanti dell’AdeR in Campania), Paola Coppola (professore ordinario di diritto tributario all’Università degli Studi di Napoli, Federico II), Guido Spiniello (segretario della Commissione Imposte dirette e indirette dell’Odcec Napoli), Claudio Turi (Commissione Imposte dirette e indirette dell’Odcec Napoli).

Regionali, Calenda: chiara scelta elettori, destra vince ovunque

Regionali, Calenda: chiara scelta elettori, destra vince ovunqueRoma, 13 feb. (askanews) – “La scelta degli elettori è stata chiara e inequivocabile: vince la destra ovunque. Il centro e la sinistra non sono mai stati in partita, neanche uniti, neanche nell’ipotetico formato del campo largo”. E’ quanto scrive su Twitter il leader di Azione Carlo Calenda, commentando l’esito del voto in Lombardia e Lazio.
“Letizia Moratti – osserva – è stata coraggiosa e si è spesa moltissimo, ma fuori dal bacino di voti del Terzo Polo non siamo riusciti ad attrarre consensi. Stessa cosa è accaduto a Alessio D’Amato, a cui vanno tutti i nostri ringraziamenti, rispetto al bacino dei voti Pd-Terzo Polo”.
“Per quanto riguarda la nostra lista i risultati sono stati particolarmente penalizzati dal meccanismo bipolare delle elezioni regionali e della minor presenza del voto di opinione”, aggiunge Calenda.

Bit, Fto: situazione positiva, ma al turismo serve continuità

Bit, Fto: situazione positiva, ma al turismo serve continuitàMilano, 13 feb. (askanews) – “Lo scenario è positivo, i dati di vendita di gennaio sono ottimi. Ma abbiamo appena ricominciato dopo due anni in cui siamo rimasti inattivi e un anno di ripartenza difficilissimo. Ora bisogna dare continuità”. Lo ha detto Franco Gattinoni, presidente della Federazione Turismo Organizzato di Confcommercio, durante il panel ‘Made in Italy, grandi eventi e territorio: il turismo di domani nella vision dei protagonisti’ alla Bit in corso in Fiera Milano.
“Quello del rilascio e rinnovo dei passaporti al momento è un grave e assurdo problema – ha aggiunto Gattinoni – Nel 2023, nell’era della digitalizzazione, è inaccettabile che debbano passare anche 8-9 mesi per un appuntamento. So che le istituzioni stanno lavorando su soluzioni strutturali e mi auguro che presto prendano avvio. Come associazione ci siamo pure impegnati con l’Università della Bicocca per il master sul turismo e abbiamo attivato una partnership con il sistema degli Its: la formazione e le competenze innovative, tra digitale e green, sono decisive per restituire stimoli a chi già opera nel comparto e per calamitare nuove forze lavorative. Dobbiamo fare ogni sforzo per ridare attrattività e appetibilità a questo settore e le istituzioni devono aiutarci anche con sostegni fiscali mirati”.
“Abbiamo bisogno di certezze per programmare – ha concluso Gattinoni -. Dobbiamo sapere quali voli ci saranno tra 10 mesi o un anno. Insisto su questo tema, ma le compagnie low cost non possono mettere le tratte con un mese di anticipo e poi toglierle del tutto improvvisamente appena scema il traffico o si esauriscono i contributi pubblici. Non sappiamo ancora, per esempio, chi volerà questa estate su Sicilia o Sardegna mentre a noi serve poter pianificare il volato sia in uscita che in entrata”.

Usa-Cina, la strana “guerra” dei palloni sonda

Usa-Cina, la strana “guerra” dei palloni sondaRoma, 13 feb. (askanews) – Se uno degli scenari possibili all’epoca delle Guerre Stellari di Ronald Reagan era quello dell’uso bellico dei satelliti, gli umili palloni sonda erano finora sempre rimasti fuori dalle equazioni della geopolitica – prima che negli ultimi giorni una raffica di sorvoli e abbattimenti li abbia sbattuti in prima pagina.
A dire la verità, i casi accertati sono solo i primi due: il pallone sonda abbattuto sopra l’Oceano Pacifico, che ha innescato l’intera vicenda, e un secondo avvistato sopra l’America Latina. Il resto di quelli che tecnicamente sono “oggetti volanti non identificati” attende ancora una definizione più precisa.
La situazione tuttavia presenta certe aspetti politici che potrebbero creare alla Casa Bianca alcune difficoltà, e non tanto con degli ipotetici alieni risentiti – sembra alquanto improbabile che un manufatto del genere si faccia localizzare e abbattere tanto facilmente – quanto più prosaicamente con la Cina.
L’uso dei palloni sonda ad alta quota è generalizzato, soprattutto per scopi di rilevazione scientifica ma un utilizzo mirato alla raccolta di intelligence non è da escludere a priori per diversi motivi: un globo aerostatico, anche autopropulso, sarebbe potenzialmente in grado di permanere su un obbiettivo per pìù tempo rispetto a un satellite-spia, e a un costo decisamente inferiore.
Ma malgrado la bassa velocità e la ristretta sezione radar, un pallone sonda rimane facilmente rilevabile, né la quantità di dati raccolta può considerarsi superiore in alcun modo a quella di una satellite in orbita bassa; inoltre, la direzione in ultima analisi rimane fissata da ovest verso est alle altitudini in considerazione, a causa dei venti.
In attesa dell’analisi dell’Fbi sui frammenti del primo pallone sonda abbattuto, rimangono quindi in piedi due ipotesi: quella di uno o più apparecchi per usi civili effettivamente finiti fuori controllo, o una provocazione da parte di Pechino.
Come sottolineano diversi media Usa, l’Amministrazione Biden si è fatta cogliere in contropiede: la prudenza manifestata nell’abbattere un globo sonda cinese – di cui Pechino aveva ufficialmente confermato la paternità – sopra un’area abitata è stata colta al balzo dai Repubblicani per accusare la Casa Bianca di inettitudine e indecisione.
Un colpo che è arrivato a segno se è vero che nei successivi casi né Biden né il governo canadese – che condivide con Washington il sistema di sorveglianza aerea sull’America settentrionale, quel Norad tradizionalmente incaricato di “tracciare” la rotta di Babbo Natale – hanno mostrato esitazioni di sorta nell’abbattere qualsiasi oggetto volante non identificato comparso nei loro spazi aerei nei giorni successivi.
Resta però da vedere quanto tali oggetti – descritti come più piccoli rispetto al globo sonda cinese, e l’ultimo di forma ottagonale – siano effettivamente sconosciuti. E se non si tratti di un’esibizione di forza per placare l’opposizione Repubblicana sfruttando a scopi quasi propagandistici dei sorvoli probabilmente assai più comuni di quanto non si pensi.
In attesa di come gestire una situazione a dir poco inattesa, il Pentagono si trincera dietro un “non sappiamo” riguardo alla natura degli oggetti intercettati, flirtando come tradizione con la tesi del manufatto extraterrestre, per la gioia dei complottisti; Pechino a sua volta ha sottolineato come dall’inizio del 2022 degli apparecchi statunitensi abbiano violato il suo spazio aereo in almeno una decina di occasioni.
Una vicenda che comunque vada a finire non farà la parte del leone nella querelle strategica sino-americana ma che di certo non contribuirà ad allentare le tensioni sullo sfondo della crisi ucraina – in cui Pechino potrebbe ancora giocare un ruolo essenziale nel porre un freno alle ambizioni russe – e della situazione nel Mar Cinese meridionale, che gli alleati di Washington nella regione osservano con sempre maggiore preoccupazione.

Turismo e sostenibilità: collaborazione Enit e Trenitalia

Turismo e sostenibilità: collaborazione Enit e TrenitaliaMilano, 13 feb. (askanews) – Far crescere il turismo in Italia dando risposta concreta alla domanda di sostenibilità espressa con sempre maggior forza dai viaggiatori sia nazionali sia internazionali. E’ il senso della rinnovata collaborazione tra Enit – l’ Agenzia nazionale del turismo – e Trenitalia ribadita dai vertici delle due organizzazioni nel corso del confronto pubblico dal titolo “Lo sviluppo internazionale del turismo e il valore della sostenibilità” che si è svolto a Milano, nell’ambito della Bit, la Borsa internazionale del Turismo.
“Enit crede fortemente nella sostenibilità – ha affermato Ivana Jelenic, amministratore delegato di Enit – La sostenibilità non è solo uno slogan, ma è un percorso importante che fa cambiare le scelte dei consumatori maniera più consapevole. Quest’accordo con Trenitalia ne è una prova: ovvero ci impegna a incentivare una forma di turismo alternativo sempre più apprezzato soprattutto dagli stranieri. Forma di turismo che abbattendo le emissioni e fa sì che gli spostamenti all’interno del nostro Paese possano essere decisamente più green”.
Il treno è sostenibile un po’ per definizione, e risponde e alla domanda di trasporto green con progressivi avanzamenti tecnologici frutto di investimenti e scelte strategiche di lungo periodo. L’alta velocità per esempio – è stato ricordato nel corso dell’incontro – è sempre più efficiente: il Frecciarossa 1000 riduce le emissioni di circa il 20% rispetto al Frecciarossa 500. I nuovi treni del Regionale di Trenitalia consumano il 30% di energia in meno rispetto alla precedente generazione; e con i nuovi treni “Blues”, inoltre, è possibile ridurre del 50% il consumo di carburante e di diminuire le emissioni di CO2 sulle attuali linee non elettrificate.
“Stiamo introducendo i nuovi treni ‘Blues’ che sono elettrici, diesel e a batteria – ha aggiunto Luigi Corradi, amministratore delegato e direttore generale di Trenitalia – Ecco che quando troviamo l’elettrificazione tiriamo su il pantografo; altrimenti accendiamo un diesel di ultimissima generazione, quindi con inquinamento molto basso; ma di nuovo lo spegniamo quando entriamo nelle stazioni perché ci entriamo a batteria. Da questo punto di vista sicuramente Trenitalia è molto sostenibile. Però la sostenibilità sta anche nel cercare di convincere i nostri passeggeri a prendere il treno e a prenderlo, per esempio, di notte. Viaggiando di notte si può attraversare l’Italia quasi senza accorgersene. Ma sta a noi migliorare il servizio. Chi viaggia di notte ha l’aspettativa di ricevere un servizio simile a un hotel. Stiamo lavorando molto perché anche questo tipo di viaggio, che è assolutamente sostenibile, sia più apprezzato perché il servizio sarà migliorato”.
Promuovere e sostenere scelte di trasporto sostenibile è comunque solo uno dei pilastri, per quanto centrale, della strategia che guarda alla crescita di un turismo green sostenendo e validando destinazioni e modelli di sviluppo turistico davvero responsabili. “Chiaramente sarà un percorso più lungo richiederà del – ha confermato Jelenic – Ma andrà avviato per forza un percorso in tal senso; così come viene indicato anche dalla Commissione europea. Le nostre destinazioni dovranno sempre più essere attente alla salvaguardia dell’ambiente, e anche a un modello di sviluppo sostenibile che sia però compatibile con il business
Nel corso dell’incontro è stato sottolineato come l’Italia si confermi meta particolarmente apprezzata dai turisti stranieri, i cui acquisti di prodotti Trenitalia sono aumentati nel 2022 del 25% rispetto al 2019. Le prenotazioni registrate per viaggi nei primi tre mesi del 2023 confermano le attese positive di ulteriore crescita del trend osservato lo scorso anno, ed evidenziano la preferenza da parte della clientela estera verso i prodotti Frecce. Portare a bordo dell’alta velocità immagini della Penisola e, in particolare della campagna #Thisisischia, – è stato sottolineato nel corso del dibattito – è un ulteriore modo per stimolare il viaggio in Italia.
“Quest’anno ci aspettiamo che il numero di passeggeri superi i valori registrati nel 2019 – ha aggiunto Corradi – Il treno è il mezzo di trasporto ideale per i turisti che decidono di trascorrere la loro vacanza nel nostro Paese, perché è efficiente e sostenibile anche dal punto di vista economico. Particolarmente positivi i dati che arrivano dal mercato estero, che a gennaio ha fatto registrare acquisti più che raddoppiati rispetto a 4 anni fa. Sono diverse le partnership e le collaborazioni che abbiamo stretto, in Italia e all’estero, per creare una filiera di valore. La collaborazione con Enit, avviata lo scorso anno con Intercity e ulteriormente rafforzata quest’anno con i Frecciarossa e i Frecciargento, per sostenere il turismo dell’isola di Ischia, si inserisce in questo percorso virtuoso”.
“L’omaggio e il sostegno ad Ischia che abbiamo voluto a bordo dei Frecciarossa e Frecciargento di tutta Italia rappresenta simbolicamente la portata corale che Enit infonde a tutte le azioni di promozione nazionale internazionale, scegliendo partner di eccellenza per mostrare al mondo tutto il meglio della Penisola senza risparmiare sinergie ed efficienza – ha concluso Jelenic- Gli occhi dei passeggeri di tutto il mondo potranno avere assaggi della Penisola da visitare o da trattenere anche nel ritorno nel proprio Paese. Il viaggio in treno così diventa un patrimonio di memorie e racconti da condividere. Il percorso intrapreso con Trenitalia fortifica l’ospitalità di qualità italiana, rinnovando un posizionamento consolidato che acquista livelli sempre più alti”.
La Bit, inoltre, è stata l’occasione per presentare agli operatori di settore il Polo Passeggeri del Gruppo FS, che unisce Trenitalia, Busitalia e Ferrovie del Sud Est. (nella foto, da sinistra: Ivana Jelenic, amministratore delegato di Enit; Eva Crosetta, che ha moderato l’incontro in Bit; e Luigi Corradi, amministratore delegato e direttore generale di Trenitalia)

Regionali, Tajani: conferma fiducia in governo, dureremo 5 anni

Regionali, Tajani: conferma fiducia in governo, dureremo 5 anniRoma, 13 feb. (askanews) – “L’importante è che ci sia una conferma della fiducia dei cittadini al governo di centrodestra. Vedremo i voti di lista, ma non è che uno zero virgola in più o meno cambi la coalizione. C’è grande collaborazione tra di noi, governeremo 5 anni, ci interessa dare risposte concrete ai cittadini, anche a chi non è andato a votare”. Lo ha detto il vicepremier ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervistato a ‘Quarta Repubblica al voto’, su Rete4.
Per quanto riguarda le divisioni nella maggioranza, in particolare su politica estera e giustizia, per Tajani “i giornalisti enfatizzano ogni piccola cosa, ma piccoli spostamenti da una parte o dall’altra non cambiano le cose. Quel che conta è che la coalizione è unita. Più che nel centrodestra andrei a vedere il centrosinistra”.
“Non ci sarà alcuna crisi di governo, né adesso né prossimi cinque anni”, ha concluso Tajani.

Regionali, Foti: sinistra spazzata via, buon lavoro Rocca e Fontana

Regionali, Foti: sinistra spazzata via, buon lavoro Rocca e FontanaRoma, 13 feb. (askanews) – “Dopo il trionfo delle politiche, spazzata via la sinistra anche nel Lazio e in Lombardia, alla quale adesso non resta che piangere. Il verdetto sancito dalle urne regionali è stato chiaro e non lascia spazio a nessuna interpretazione: il centrodestra unito stravince, ma soprattutto convince gli elettori”. Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti.
“Nel Lazio – commenta l’esponente del partito di Giorgia Meloni – il neo presidente Francesco Rocca riporterà buongoverno e entusiasmo dopo i disastri di una sinistra incapace di amministrare una regione così importante. Stesso discorso in Lombardia, dove non è bastata l’incoerente alleanza tra Pd e 5 Stelle per batterci. Si proseguirà quindi con l’ottima amministrazione svolta da Attilio Fontana”.
“A entrambi auguriamo buon lavoro. Gli italiani ancora una volta hanno dimostrato, con i fatti e non con le chiacchiere da bar, di essere dalla nostra parte. Siamo certi che Fratelli d’Italia li rappresenterà al meglio, proseguendo sulla strada tracciata dal presidente Meloni”, conclude.

Lombardia, affluenza al 41,6% è la più bassa di sempre

Lombardia, affluenza al 41,6% è la più bassa di sempreMilano, 13 feb. (askanews) – L’affluenza alle urne registrata in questa tornata elettorale in Lombardia è la più bassa di sempre per un’elezione regionale, con il 41,6% dei votati rispetto agli aventi diritto al voto.
Il record negativo risaliva al 2010, quando votò il 71,9% dei lombardi. In quelle elezioni i principali candidati erano Roberto Formigoni, per il centrodestra, che fu confermato per la quarta volta presidente della Regione e Filippo Penati per il centrosinistra. Anche allora la consultazione si svolse su due giornate, il 28 e il 29 marzo.
Cinque anni fa si votò invece in una sola giornata, il 4 marzo in contemporanea con le elezioni politiche e l’affluenza fu del 73,1%. Attilio Fontana, sostenuto dal centrodestra, fu eletto presidente con il 49,6% dei consensi battendo Giorgio Gori, candidato del centrosinistra.

Pd, mozione Bonaccini: primo nel voto dei circoli all’estero

Pd, mozione Bonaccini: primo nel voto dei circoli all’esteroRoma, 13 feb. (askanews) – Stefano Bonaccini è primo nei circoli Pd all’estero con il 53,8%. Lo comunica il comitato elettorale del presidente dell’Emilia Romagna, sottolineando che “la maggioranza degli iscritti al Partito democratico fuori dall’Italia sceglie la mozione Bonaccini che supera il 50% in tutte e quattro le ripartizioni. Segue Schlein con il 35,8%, Cuperlo con l’8,7% e De Micheli con 1,7%”.
Arriva “dall’Europa la maggioranza dei voti (711, pari al 50,1%) con risultati più netti nei circoli in Svizzera e in Belgio. Stragrande affermazione in Sudamerica (71%) e maggioranze anche nelle ripartizioni America del Nord (52,7%) e Asia-Africa-Oceania (51,8%)”.
Il coordinatore della mozione Bonaccini all’estero Lanfranco Fanti, commentando i dati, aggiunge: “Con un’emigrazione italiana in crescita esponenziale da oltre un decennio, il voto e il radicamento dei circoli Pd estero assume un’importanza nuova”. Si tratta di migliaia di cittadini italiani che non hanno nessuna intenzione di recidere le loro radici, ma restano connessi al Paese che amano, seguendone le vicende con attenzione e senso critico”.
Continua Fanti: “La loro vasta partecipazione e la scelta chiara per Stefano Bonaccini aiutano a capire meglio cosa sia l’Italia di oggi e come debba cambiare per non perdere i suoi talenti, per accompagnarli attraverso esperienze qualificanti nel mondo e per accoglierli dignitosamente quando vorranno tornare. Per questo come mozione riteniamo fondamentale convocare gli stati generali degli italiani all’estero”.
Fanti sottolinea inoltre che “il Pd-mondo farà la sua parte fino in fondo per rendere la primarie del 26 febbraio un grande momento di democrazia e di impegno per il futuro dell’Italia; un esercizio di partecipazione capace di coinvolgere centinaia di migliaia di persone in carne e ossa, una prova che nessun’altra forza politica italiana può permettersi oggi di affrontare”.